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Nello spazio vettoriale R4 sono assegnati i vettori v1 = (2, 0, 0, −1), v2 = (0, 0, 1, 0) e v3 = (0, 2, 0, 1) e i
sottospazi V = L (v1 , v2 , v3 ) e:
W = {( x, y, z, t) ∈ R4 | x − y + ht = 0, (h − 1) x + y + z − t = 0, y + z + ht = 0},
al variare di h ∈ R.
Soluzione
Dunque, V = {( x, y, z, t) ∈ R4 | x − y + 2t = 0}.
2) Vediamo dim W al variare di h. W è l’insieme delle soluzioni del sistema omogeneo la cui matrice
associata è la seguente:
1 −1 0 h 1 −1 0 h
riducendo
h−1 1 1 −1 7−→ h 0 1 −1 − h .
0 1 1 h 1−h 0 0 h+1
Quindi, la matrice ha rango 3 per ogni h ∈ R, cioè le soluzioni del sistema omogeneo sono ∞1 e
dim W = 1 per ogni h ∈ R. Per quel che riguarda V ∩ W, chiaramente:
V ∩ W = {( x, y, z, t) ∈ R4 | x − y + ht = 0, (h − 1) x + y + z − t = 0, y + z + ht = 0, x − y + 2t = 0}.
Quindi, V ∩ W è l’insieme delle soluzioni del sistema omogeneo la cui matrice associata è la seguente:
1 −1 0 2 1 −1 0 2
1 −1 0 h
riducendo
0 0 0 h−2
h − 1 1 1 −1 7−→
.
h 0 1 1
0 1 1 h 1 0 1 h+2
da cui vediamo che per h 6= 1, 2 la matrice ha rango 4. Quindi, il sistema omogeneo associato ha
come unica soluzione quella nulla, cioè V ∩ W = {(0, 0, 0, 0)}. In tal caso:
La matrice ha rango 3 anche in questo caso. Come prima, dato che dim W = 1, questo vuol dire che
V ∩ W 6= {(0, 0, 0, 0)}, da cui segue che V ∩ W = W, W ⊂ V e V + W = V. Naturalmente, nemmeno
in questo caso la somma è diretta.
3) Dato che A = [v1 , v2 , v3 ] è una base di V, possiamo scrivere immediatamente la matrice associata a f :
h 0 1−h
MA ( f ) = 0 h h−1 .
1−h 1−h 1
1 1 1 1 1 0
Quindi dim Im f = ρ( MA ( f )) = 2 e una base di Im f è:
[ f (v1 ), f (v3 )] = [v3 , v1 − v2 + v3 ] = [(0, 2, 0, 1), (2, 2, −1, 0)].
Per quel che riguarda il nucleo, dalla matrice ottenuta con la riduzione vediamo che:
Soluzione
1) Se calcoliamo r ∩ s:
3
x − y + 1 = 0
x=−
4
z−2 = 0
⇒ y= 1
3x + y + z = 0
4
x + 3y = 0
z = 2,
2) La retta BC ha equazione y = 1 e, quindi, una prima conica spezzata, che è r ∪ BC, ha equazione
( x + 2y + 1)(y − 1) = 0. L’altra conica spezzata è AC ∪ AB. Dato che AB e BC hanno equazioni,
rispettivamente, x = −1 e x − y + 1 = 0, l’altra conica spezzata è ( x + 1)( x − y + 1) = 0. Possiamo
scrivere subito l’equazione del fascio di coniche:
( x + 2y + 1)(y − 1) + h( x + 1)( x − y + 1) = 0 ⇒ hx2 + 2y2 + (1 − h) xy + (2h − 1) x − (h + 1)y + h − 1 = 0.
Dato che le uniche coniche spezzate sono quelle usate per determinare il fascio (e, quindi, una si
ottiene per h = 0 e l’altra per h = ∞) e che i punti base sono già noti, possiamo passare subito a
classificare le coniche del fascio. Da:
1 − h
h
2 −h2 + 10h − 1
| A| = = ,
1−h
4
2
2
vediamo che:
√ √
• per h < 5 − 2 6 e h > 5 + 2 6, con h 6= 0, si ha | A| < 0 e | B| 6= 0: abbiamo delle iperboli;
inoltre, Tr( A) = h + 2 = 0 per h = −2, cioè per h = −2 abbiamo un’iperbole equilatera;
√ √
• per h = 5 − 2 6 e h = 5 + 2 6 si ha | A| = 0 e | B| 6= 0: abbiamo due parabole;
√ √
• per 5 − 2 6 < h < 5 + 2 6 si ha | A| > 0 e | B| 6= 0: abbiamo delle ellissi; inoltre, a12 = 0 per
h = 1, ma per h = 1 a11 = 1 6= 2 = a22 : non ci sono circonferenze nel fascio.
α2 − 2αβ − β2 + 2α = 0.
Sostituendo i parametri α e β:
x = α+t
t = −z
y=β α = x+z
⇒
z = − t
β=y
2
α − 2αβ − β2 + 2α = 0 ( x + z)2 − 2( x + z)y − y2 + 2( x + z) = 0,