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CARATTERIZZAZIONE SPERIMENTALE DI POMPE A INGRANAGGI

IN CONDIZIONI CAVITANTI TRAMITE MISURE VIBRO-ACUSTICHE


M. Battarra (a)
, A. Blum (b)
, E. Mucchi (a)

(a)
Università di Ferrara, Dip. di Ingegneria - Via G. Saragat, 1 - 44122 - Ferrara
(b)
ZF - TRW Automotive Italia S.r.l. - Stab. di Ostellato - Via M. Buonarroti, 2 - 44020 - Ostellato FE

Abstract
 La cavitazione nelle turbomacchine è stata ampiamente studiata e caratterizzata, mentre il fenomeno è stato raramente approfondito nel caso delle
macchine volumetriche, dove si trovano solo alcuni lavori numerici

 L’analisi sperimentale si è focalizzata sullo studio della cavitazione tramite misure di tipo vibro-acustico, eseguite con due trasduttori di pressione,
un idrofono e un accelerometro monoassiale ad alta frequenza

 La cavitazione è stata indotta aumentando la velocità di rotazione, come solitamente avviene nel campo automotive

Metodo Risultati
 Si testa ciascuna pompa su un banco dedicato, valutandone il com-  Il risultati attesi: - curva di rendimento sensibile alla sola condizione
portamento a varie velocità, da 700rpm fino a 6000rpm. Per cogliere il di cavitazione completamente sviluppata
fenomeno, è importante utilizzare un’elevata fs (≥200kHz). - idrofono/accelerometro che mostra un primo
picco in fase di incipienza, quindi un minimo e una
risalita a seguito delle condizioni di chocking
Chocking

Cavitazione
incipiente

 I dati misurati a ciascun valore di velocità vengono assemblati e rior-  Le misure sui prototipi cavitanti riproducono il comportamento
ganizzati in waterfall. Si distinguono così due regioni: atteso, dimostrando l’efficacia della procedura proposta, soprattutto in
- LFR (f<40kHz) : la dinamica della macchina è preponderante riferimento alle misure idrofoniche.
- HFR (f>40kHz) : gli effetti della cavitazione diventano maggiormente Le misure di ripple di pressione risultano le meno sensibili, mentre l’ac-
evidenti celerometro ha performance intermedie.

 Si filtra attorno alla HFR e si calcola l’RMS a ciascun valore di velocità


misurato. Si può quindi graficarne l’andamento in funzione del numero
di cavitazione σ e confrontarlo con l’efficienza volumetrica misurata.

Conclusioni
 L’analisi ha permesso di definire un metodo di diagnostica della cavitazione in pompe a ingranaggi che si è dimostrato in grado di seguire il
fenomeno dalla fase di incipienza fino al suo completo sviluppo, al contrario delle misure di efficienza volumetrica, in grado di rilevare solo gli stadi
più avanzati

 L’idrofono, posto sulla sezione in inlet, si è dimostrato il sensore più efficace, nonostante l’accelerometro si sia dimostrato comunque sensibile

 Il metodo fornisce anche una stima quantitativa dell’intensità del fenomeno, ma ulteriori studi sono necessari al fine di definire una procedura
facilmente automatizzabile

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