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3 Charles Rennie Mackintosh e la Scuola di Glasgow

Mackintosh fornisce una versione dell'Art Nouveau sensibilmente diversa da quella belga, secondo una
declinazione astratta e geometrica, caratterizzata da volumi bianchi, secondo un processo di
semplificazione che anticiperà il "protorazionalismo". Questa nuova inclinazione è evidente per lo più le
volumi architettonici, mentre le decorazioni pittoriche, murali, le vetrate, e gli elementi architettonici
minori sono informati da un linearismo che, se ben diverso dai ritmi concavo-convessi di Horta, determina
uno spazio interno dominato dalla linea e dal colore, dal gioco delle quadrettature e dalle morbide fluenze.
Man mano che si passa da questi settori, per così dire, accessori, ai mobili e all'architettura, prevale un forte
rigore geometrico determinato dai piani ad incastro, il gusto dei pieni, dei volumi, anch'essi
geometricamente incastrati tra loro, dalla chiara uniformità coloristica degli intonaci, che anticipano
evidentemente i temi del Neoplasticismo.
Charles Rennie Mackintosh e sua moglie Margaret McDonald raggiunsero la fame internazionale quando,
con la sorella di Margaret e un altro collega, nel 1896, avevano esposto come "i quattro di Glasgow" le loro
prime opere di artigianato alla "London Arts & Craft Exhibition Society”. I quattro si erano dedicati
all'arredamento dal 1894, seguendo lo stile che ricavava le sue forme lineari dall'opera di William Blake e
dai tratti dalle opere mistiche di Dante Gabriel Rossetti (poeta e pittore della confraternita dei
Preraffaelliti). Mackintosh, in particolare, fu fortemente influenzato dall’opera di Lethaby, che cercava di
rivelare la base universale metafisica del simbolismo architettonico, e l'approccio più pragmatico ed
artigianale delle forme "Arts&Craft". Al tempo egli si era formato come architetto del clima del Gotich
Revival, seguendo gli scritti di Pugin e Ruskin, optando per un approccio artigianale nella realizzazione
dell'architettura, assumendo la posizione tradizionalista di Ruskin nel sostenere che materiali moderni,
come ferro e vetro, "non sostituiranno mai degnamente la pietra, a causa della mancanza di massa".
La fase matura del suo stile, almeno per quanto riguarda l'architettura, venne espresso totalmente nella
realizzazione della Scuola d'Arte a Glasgow, iniziata nel 1897. Esternamente la scuola era realizzata in
granito grigio locale su tre lati e con una muratura rivestite di intonaco rustico sul quarto. Nonostante le
posizioni di Mackintosh, vetro e ferro erano largamente presente nelle vaste finestre delle aule, che
occupavano tutta la larghezza della facciata principale. Questa, d'ispirazione vagamente neogotica, è
definita dalle grandi vetrate sovrapposte su due file delle aule-studio (pur essendo quattro i piani
complessivi), che si aprono all'interno di un ricco e pesante paramento in pietra. Queste sono realizzate con
una semplice quadrettatura metallica, mentre il coronamento dell'edificio è affidato ad un cornicione
costituito da lastre fortemente aggettanti. In tanta geometrica semplicità emerge il corpo pieno centrale,
ispirato l'architettura baronale scozzese. Questo è composto dal portale d'ingresso, congiunto al
marciapiede da una scala a pianta curvilinea, è affiancato da una finestra poligonale, mentre, al piano
superiore, sul terrazzino a sbalzo, si apre un secondo e più elaborato portale accanto ad un'altra finestra
poligonale; ancora più in alto, in corrispondenza della copertura, troviamo un terrazzino con balaustra a
filo-parete fiancheggiato da un volume prismatico, a costituire una sorta di torretta poligonale medievale.
L'edificio presenta uno schema planimetrico molto lineare, con una distribuzione estremamente razionale
(anticipando anch'esso il proto-razionalismo). Ai lati dell'ingresso sono poste due file di aule, nella parte
posteriore invece si trova la scala circondata da una galleria adibita a museo, ed infine ai lati estremi del
fabbricato vi sono due corpi di fabbrica destinati rispettivamente alla direzione e dalla biblioteca. Il corpo
principale era costituito da un volume disposto su quattro piani. Questa massa principale, venne
successivamente completata dai volumi sussidiari ai lati, a determinare una pianta ad "L". La scuola d'arte
fu ampliata solo nel 1907 con la costruzione di un ulteriore corpo per la biblioteca. Mackintosh denuncia
chiaramente il corpo aggiunto; conserva cieca la testata della fabbrica primitiva, mentre il nuovo edificio,
accostato al precedente seguendone il filo-facciata, denuncia un aspetto decisamente più moderno del
precedente, rinunciando ad ogni citaziosmo, se non per l'estrema verticalità quasi gotica dei volumi,
sottolineata dalla terminazione a timpano. Il ritmo verticale è inoltre rafforzato presenza di tre elementi
sporgenti, lievemente aggettanti dal filo di facciata e che si svolgono lungo tutta l'altezza della facciata
stessa, contenendo al loro interno le finestre poligonali che ne continuano il profilo senza interrompere il
ritmo ascensionale. In perfetta coerenza con l'esterno, l'interno della biblioteca presenta un ambiente a
pianta quadrata a doppia altezza, il cui spazio è movimentato da una galleria che gira lungo il perimetro
sostenuta da una struttura in legno completamente in vista. Essa si compone di pilastri che vanno dal
pavimento al soffitto, ai quali si collegano travi doppie che sostengono la soletta della galleria, recintata da
una balaustra che aggiunge alla dinamica spaziale un accento decorativo dato dall'intaglio e dal colore delle
balaustre. Sul significato del carattere di quest'ambiente, di gusto, eleganza e precisione quasi giapponese,
autentico punto nodale della storia del gusto del novecento, è stato osservato: "tutti gli incassi e la
giustapposizione sono denunciati da una coerenza che sembra neoplastica.Vi è in quest'opera quel tanto di
ricchezza artigiana,che proviene appunto dalla tradizione della scuola di Morris che andrà necessariamente
perduta con la produzione industriale".
La stessa complessità spaziale è presente nella Willow Tea Rooms (1903-1904), che presenta una facciata
sobria, completamente bianca. Gli interni presentano decorazioni organiche di colore viola e argento,
sovrapposte a superfici bianche, secondo uno stile utilizzato negli interni della sua casa Glasgow (1900),
dall'aspetto chiaro e pulito ("La nota dominante il bianco, il bianco e il viola. Dalla parte superiore di due
grandi placche violette, che formano l'elemento centrale, pendono dei viticci intrecciati con piccole sfere
d'argento antico…. Il tappeto e la finestra dai vetri piombati sono viola, e la stessa nota di colore la si può
scoprire sulle strette cornici"). Con lo stesso stile nel 1901 vinse il secondo premio del concorso per una
"Casa per un Amatore d'arte", costituita da tre volumi longitudinali principali, finestre precisamente
proporzionate e sporadici accenti costituiti da ornamenti in rilievo, il cui stile influenzerà molto Hoffmann.
Nel 1902, negli anni del suo pieno successo, Mackintosh parteciperà alla mostra della Secessione a Vienna
del 1900 e all' Esposizione Universale di Torino del 1902.
A partire dal 1902 realizza l'ambiziosa Hill House a Helensburg, una grande residenza unifamiliare, in una
versione semplificata della tradizione vernacolare scozzese, in muratura di arenaria, rivestita con
tradizionale intonaco rustico ed una copertura a doppia falda fortemente spiovente. Al pianterreno della
casa gli ambienti della zona giorno, esposti a sud, occupano il corpo di fabbrica principale.
Perpendicolarmente a questa è disposto il corpo contenente i servizi, e quello comprendente l'ingresso e la
sala da biliardo, a determinare una pianta ad "U" intorno al giardino. I tre piani complessivi sono collegati
da un corpo scala cilindrico visibile all'esterno, mentre un'altra grande scala serve i due piani principali della
casa. All'esterno il prospetto ad ovest presenta un'ampia parete sagomata in alto secondo l'andamento del
tetto, fortemente spiovente, con un carattere fortemente verticale, quasi gotico. Su di essa aggetta un
corpo formato dal camino e da un bovindo che sovrasta il portico d'ingresso. La parte più interessante dei
prospetti sono le soluzioni d'angolo, che rappresentano uno dei primi esempi di scomposizione della massa
volumetrica in una serie successiva di piani, anticipando in tal modo il tema dominante che ritroveremo
nella corrente neoplastica. Mentre conserva un aspetto fortemente geometrico, rigoroso e severo, giocato
sull'incasso dei volumi e dei piani, l'interno presenta un aspetto luminoso, fluente ed armonioso.
Quest'edificio mostra la volontà da parte di Mackintosh di realizzare un'"opera d'arte totale", superando la
suddivisione tra arti maggiori e minori, riprendendo uno dei concetti fondanti dell’Arts&Craft e più in
generale del Art Nouveau. All'interno si trovano locali bianchi e luminosi di grande freschezza, decorati con
motivi color malva e verdi, elementi di legno smaltato di bianco ed arredi dalle sagome allungate. Tra le
particolarità, Mackintosh per la camera da letto del proprietario disegna la "Ladder Back Chair". Questo
pezzo di arredamento è importante perché da esso si nota come il designer scozzese prenda le distanze dal
naturalismo floreale del Art Nouveau, adottando uno stile lineare e geometrico ispirato al design
giapponese, che anticipa decisamente proto-razionalismo continentale. La sedia è esemplificativa della
linea di design seguita dai mobili e dagli elementi d’ arredo creati da Charles Rennie Mackintosh
caratterizzati da sobrietà e raffinatezza, linee pulite ed essenziali.
Nel 1914 i Mackintosh si trasferirono dalla Scozia in Inghilterra, dove Charles, non ottenendo più incarichi di
architettura, si dedicò alla pittura. Morì nel 1928 in miseria ed alcolizzato.
Per capire l'estetica di Mackintosh è necessario valutare il rapporto tra architettura inglese e la tradizione.
In questo paese lo spirito di conservazione e di reverenza nei confronti delle tradizioni nazionali è una
costante, sottolineata e rivalutata ulteriormente dall'insegnamento di Ruskin e Morris e dai precetti del
Gothic Revival. La scuola di Glasgow, a differenza di quelli continentali, non intraprende una polemica
contro la tradizione storicista, ma si ispira largamente alle fonti antiche, a partire dal repertorio neo-gotico
convenzionale per arrivare alla tradizione locale dell'architettura baronale scozzese. Proprio questo
generale orientamento retrospettivo intrappola Mackintosh nell'avanguardia, poiché egli da una parte non
riesce a staccarsi completamente dallo storicismo per passare al moderno, dall'altra rinuncia a rifugiarsi
nello storicismo fine a se stesso in voga in quegli anni in Inghilterra.

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