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Frank Lloyd Wright nasce nel 1867 da un predicatore e dalla madre che già credeva che lui
potesse diventare un affermato architetto di successo. I genitori in seguito si separarono e
Wright ne risentì molto trasmettendo tutta la sua mancanza del senso di famiglia nei suoi
edifici. Lavorò presso l’ufficio di Silsbee e nel 1988 iniziò a lavorare per Sullivan, che in quel
tempo era intento a formulare i principi cardine della costruzione dei grattacieli. Nel 1893
visita l’esposizione colombiana a Chicago e rimane colpito dall’opera di Hooden, che
ricostruisce un’siola artificiale con il tempio Byodo in a Uji.
Wright è considerato colui che ruppe l’ecclettismo riuscendo a trovare uno stile basato su
una concezione spaziale di piani compenetranti e volumi astratti.
La sua architettura fu sicuramente influenzata dai colleghi con cui lavorò in tenera età ma
anche da un viaggio fatto nel 1905 in Giappone e dalla sua condizione familiare. La sua
speculazione sulle abitazioni partì dall’idea di Capanna Vitruviana, realizzata in legno, per
imitare la natura, passando per l’idea di Casa dei Pionieri, composta dal paramento fatto in
ciottoli da cui riprende lo sviluppo intorno ad un focolare (metafora dell’insediamento e
della famiglia), e per l’architettura giapponese a cui era appassionato.
Decide di riprendere i quattro punti di Gottifried Semper in quanto essi rappresentano
perfettamente la sua idea di casa, modificandoli e aggiungendone altri:
1. I luoghi di rappresentanza e le stanze da giorno devono essere fuse per non creare
troppi spazi;
2. Bisogna realizzare i piani paralleli al suolo;
3. Le stanze comunicano con il complesso dell’edificio e tra loro e lo stesso vale per gli
arredi in quanto articolano gli ambienti;
4. Deve essere presente un basamento;
5. Lo spazio è separato ma non diviso: ci deve essere continuità tra gli spazi e tra
l’interno e l’esterno (base dell’architettura organica, diversa da Palazzo Stocklet);
6. Eliminare i materiali contrastanti, meglio usarne uno solo;
7. Bisogna incorporare il riscaldamento, la luce… nell’architettura. Per poter fare questo
bisogna farli diventare elementi plastici su cui si ha il controllo;
L’edificio che per Wright rappresentò un grande passo in avanti fu la Winslow House,
realizzata tra il 1893 e il 1894, a River Forest per un uomo d’affari da poco trasferitosi a
Chicago, che necessitava di una casa priva di fronzoli e dotati di eleganza.
La facciata principale è perfettamente simmetrica rispetto alla porta d’ingresso, inserita in
un pannello di pietra portato leggermente in avanti rispetto al piano del muro, rivestito con
mattoni in cotto rosso. Il secondo piano e arre3trato
rispetto al primo e rivestito di terracotta di colore
scuro che, grazie al colore più chiaro del rivestimento
inferiore, da l’impressione di indietreggiare. Le finestre
del secondo livello sono portate fino all’inizio del tetto,
più accentuato per proteggere le finestre e per
proiettare una forte ombra su questo livello. Il camino
è posto al centro della composizione, come succedeva
per le case dei pionieri, ed è visibile grazie al comignolo esterno. La facciata retrostante
risulta scomposta e asimmetrica.
Quando si passa all’interno si giunge proprio difronte
al focolare, nascosto dietro un paravento scuro.
Ponendo il camino al centro della pianta vuole farlo
diventare il fulcro dell’edificio: così facendo si
obbliga il visitatore a attraversare gli spazi con un
movimento rotatorio intorno al fulcro della casa. Sul
retro è posta la sala da pranzo in corrispondenza
dell’asse principale della casa ed e espressa
esternamente con un volume absidale. La camera da
letto principale è al di sopra della sala da pranzo e in
corrispondenza dello stesso asse. Sul retro è presente
un vialetto per le vetture con la loro entrata e una
scuderia familiare.
Ciò che rese questa casa degna di note nella moltitudine delle sue architetture fu il modo in
cui seppe coniugare la tradizione classica, per il controllo assiale, lo
stile Shingle, per i piani rotanti, e Sullivan, per la tripartizione
schematica dell’edificio.
L’influenza di Sulivan è evidente anche tramite la sua metafora
dell’albero che vede il basamento come le radici, il focolare come il
tronco e le stanze come i rami.
Identificativa è la sedia da lui progetta: la Early Armchair.
L’entrata è nascosta, come tipicamente succede negli edifici di Wright, ed è posta sulla
destra e vi si accede tramite dei gradini. Una volta
entrati si può decidere di salire al piano superiore,
tramite una scala a spirale arrivando
alla camera da letto, oppure seguendo
la prospettiva diagonale si arriva
direttamente al soggiorno.
Quest’ultimo si torva sull’asse
principale ed è quasi a doppia altezza; sul suo stesso asse tornivamo il focolare circoscritto
da uno spazio chiuso da finestre verticali a schermo. Le pareti sono intonacate e lisce e le
assi di legno presenti riproducono la dimensione riportando la struttura, i mobili e i dettagli
alle proporzioni principali. Da questo spazio si può guardare la sala da pranzo dotata di una
vista su tre lati del giardino, mentre nell’ala posteriore è presente la cucina.
La pianta è un’opera d’arte in quanto il risultato è prodotto da una rotazione a mulino degli
ambienti. Per Wright questo dinamismo tenta di riprodurre la forza vitale che egli ritrova
nella natura.
Particolare è la sedia progetta per la sala da pranzo: la Dining Chair
La Dana House realizzata nel 1902-1904, includeva non solo la casa principale, l’ala per la
musica e un percorso vetrato ma anche i resti della precedente residenza familiare, che
l’edificio sostituiva. Il vecchio edificio fu
incorporato come un tempio della famiglia
enfatizzando l’entrata per mezzo di un tetto
a timpano e di un passaggio ad arco. La sala
di musica presentava una versione più
elaborata del tema della volta ed era situata
su un asse trasversale al termine di un
pergolato semitrasparente.
Per l’esterno vennero usati mattoni lisci in
cotto chiaro mentre i profili dei tetti
vennero rifiniti con il rame. Gli interni
vennero trattati con finiture in oro, marrone
e ruggine e con impianti di illuminazione e vetrate a piombo basate su una disuguaglianza
triangolare. Il centro della casa è ovviamente il focolare e non troviamo mai pareti e
tramezzi in quanto vennero sostituiti con pareti vetrate.
La Martin House costruita a Buffalo nel 1904 doveva comprendere una scuderia, una
foresteria, un appartamento principale, pergolati, giardini e tutte le caratteristiche di una
residenza di lusso. Per organizzare la
pianta Wright usò una griglia
geometrica per mantenere le
dimensioni uniforme e per
organizzare assi e direzioni. La
pianta. Che comprende due
abitazioni, una per Martin e una per
la sorella, ha un disegno astratto
estremamente sofisticato, simile ad un dipinto di Mondrian, nel quale spazi esterni e interni
hanno lo stesso valore.
La casa è dotata di un recinto, dal quale è possibile vedere all’esterno, un tetto ad ombra e
un camino al centro della pinta, tipico delle costruzioni di Wright.
Al piano superiore del garage abitava un giardiniere che aveva il compito di adornare la casa
con fiori freschi.
Tutte le pareti e le decorazioni hanno lo stesso materiale: le finestre combaciano con le travi
del soffitto, questo per facilitare l’integrazione degli impianti di areazioni e di illuminazione,
usando le travi come canaline.
Anche qui si occupà dell’arredamento interno e realizza l’iconica 606
Barrel, composta da 37 elementi, basamento e testarolo in legno massello
curvato con tre diametri differenti.
La Robie House fu realizzata nel 1908-19010 sotto commissione di un ragazzo di 28 anni che
necessitava di una casa vicino all’università, con un’ala per la servitù, una sala da biliardo, la
visione di un parco e dei vicini, per la colazione, senza che questi si accorgessero della sua
presenza.
L’edificio venne realizzato in due fasce, in parte coincidenti, con la più piccola, collocata sul
retro, che ospitava un garage, la caldaia, la lavanderia e l’ingresso al piano terra e al primo
piano, le camere dei domestici, la cucina e una camera degli ospiti. Nell’ala più grande
troviamo invece il camino e le scale, concepiti come unità che salgono in alto passando per il
centro. La sala biliardo e quella dei bambini erano nel seminterrato, mentre il soggiorno e la
sala da pranzo si trovano al primo livello, che diventa una sorta di piano nobile. La sala da
pranzo e il soggiorno non sono due stanze divise, ma la stessa divisa dalla mensola del
camino. Ai margini laterali sono poste delle sedute laterali vicino alla finestra per rinforzare
il senso longitudinale e per
evidenziare la forma triangolare dei
tetti; da questo punto il signor Robie
poteva guardare senza essere visto,
grazie alle ombre formate dai getti e
dai parapetti.
Lungo ogni lato correva un profilo,
leggermente ribassato rispetto al
soffitto per permettere una migliore
illuminazione, in quanto erano
presenti luci sferiche con i cavi
nascosti al suo interno, per far passare le tubature della ventilazione e per accentuare lo
sviluppo orizzontale della stanza. I piani prolungati accentuano la sensazione di rifugio e
hanno la funzione di proteggere le finestre dalla pioggia, dalla neve e dalla luce abbagliante,
svincolando il perimetro dell’edificio da qualsiasi grande carico strutturale consentendo la
creazione di ampie finestre a schermo mediando tra interno ed esterno. Nella Robie House
utilizzò dei mattoni in cotto allungati e posati in modo da disegnare profonde ombre nei
giunti e da rimanere con la predominante orizzontalità della struttura.
Questo edificio diventò espressione della storia e della cultura americana degli anni che
condussero alla Prima Guerra Mondiale.
Nel 1905 la comunità degli Unitariani, Cristiani “primitivi”, avevano bisogno di un nuovo
luogo d’incontro (Unity Temple), di una scuola domenicale, per i bambini che però desse
l’idea di solennità. Per iniziare partì da una stanza, non diverso dagli spazi formali della casa,
scegliendo una pianta quadrata perché forma centrale e stabile che suggerisce interezza e
unità. Grazie alla pianta gli venne conferito un carattere sacro attraverso il controllo sottile
della luce filtrante. La presenza del volume
principale si avvertiva direttamente
all’esterno attraverso la gerarchia dei
supporti. Per le esigenze della collettività
aveva previsto un corpo laterale
rettangolare: l’ingresso era pensato come
una strozzatura tra i due copri ed era
raggiungibile mediante una terrazza posta
pochi gradini sopra la strada.
Come materiali per la costruzione scelse il
cemento perché economico e facile da
utilizzare e da poter lasciare a vista all’esterno, che non aveva bisogno di rifiniture.
Dall’esterno sembra un unico blocco di cemento armato colorato in stampi di legno; dopo
averli levati e aver levato le casseformi le lavò con l’acqua per far affiorare gli elementi inerti.
Vennero riusati tutti i materiali di carpenteria per contenere i costi, visto il budget basso dei
committenti.
La luce entra da un’asola tagliata in alto al di sotto del soffitto per far si che la luce entri in
maniera diffusa.
Negli anni trenta realizza pienamente la sua idea di architettura organica con la Casa sulla
Cascata. Lo stabile fu realizzato per la
famiglia Kaufmann, famiglia proprietaria
di grandi magazzini, come residenza per
le vacanze in Pennsylvania. Per nove mesi,
metafora della gestazione e della nascita,
non produce nulla se non incaricare
qualcuno di fare rilievi accurati sul
terreno e sulla cascata. In solo due ore
riuscì a disegnare la casa e a concepire i
materiali, questo perché in quest’opera c’è
la sua idea di architettura che aveva
maturato nel tempo.
Durante la costruzione furono riscontrati diversi problemi:
1. Strutturali poiché venne usato il cemento armato, a quel tempo ancora poco
conosciuto e poco conosciuti erano i suoi comportamenti in riferimento alle
condizioni atmosferiche e di carico alle quali era sottoposto.
2. Una commissione di ingegneri bocciarono il piano di Wright perché ritenuto
impossibile e rifiutandosi di levare le impalcature, così lui li sfida e ha ragione. Dopo
l’accaduto mura i progetti degli ingegneri nella casa;
L’idea per i piani a getto era quella di realizzare delle forme a T rovesciate; lo stesso gruppo
di ingegneri decide di apporre un pilastro per sorreggere uno dei piani a sbalzo, ma
successivamente viene rimosso perché non previsto dal progetto iniziale.
Purtroppo gli sbalzi sottoposti alla pressione del telaio con il tempo si deformarono a causa
del fenomeno del Flueage, piegandosi fino ad una pendenza di diciotto cm; per evitarlo
sarebbe bastato costruire un telaio inarcato verso l’alto. Lo stabile è composto da tre livelli
che comunicano perfettamente con il mondo esterno facendo sembrare lo stabile un insieme
di varie caverne.
L’organica nell’edificio si trova nei materiali, venne usata la pietra di una cava vicina, nella
posizione della casa, in una foresta e sopra la cascata, e nei piani color albicocca, simile al
colore della pietra.
Nella casa si arriva a piedi attraversando un ponte, al di sotto del quale troviamo il ruscello;
come in tutte le case di Wright l’entrata è nascosta e non subito visibile. Dopo aver
attraversata la logia troviamo le zone giorno dalle quali si può entrare nella zona notte con
grandi terrazze e uno studio oppure si arriva tramite una griglia di cemento alla cascata e al
ruscello.
La pietra non è solo un rivestimento esterno ma anche interno che diventa parte d’arredo
dopo essere stata tratta con la cera. Delle rocce che affiorano davanti al camino sono state
lasciate li perché prima della costruzione la famiglia ci prendeva il sole. Anche gli arredi
sono opere d’arte che comunicano con la struttura; per
aiutare questa comunicazione pone delle finestre lungo il
perimetro per collegare interno ed esterno.
La casa sulla cascata celebrava l’ossessione del tutto
americana della vita libera in mezzo alla natura.
Prima di arrivare alla costruzione dell’odierno museo, con la sua forma ad aspirale, passa per
diverse costruzioni composte da una forma simile:
nel 1924 progetta per Strong un edificio che doveva comprendere un planetario, un hotel e
dei ristoranti.
L’edificio era un’enorme aspirale che era percorribile a piedi o in automobile tramite una
rampa che diminuiva di diametro andando verso l’alto. (non fu mai realizzato)
nel 1948 realizza un negozio per articoli da regalo, il VC Morris, a San Francisco con la stessa
idea di aspirale in modo da agevolare l’esposizione degli articoli.