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REALIZZAZIONI
I ponti ad arco sulle autostrade A4 e A8, il viadotto EXPO e
gli archi estetici, parte integrante degli interventi per l’ac-
cessibilità di EXPO 2015, realizzano un nuovo landmark nella
città di Milano. Le singole opere sono unite da una continuità
ed archi all’ingresso sud
architettonica ma ciascuna presenta specifiche caratteristiche
strutturali e di montaggio.
di EXPO 2015 Milano
Fig. 2 - Il sistema di ponti ed archi con l’autostrada A4 in primo piano - Rendering del progetto
un lato verso la spalla RFI e dall’altra verso per motivi di carattere estetico, ha richiesto elevata rigidezza flessionale anche nel piano
il viadotto EXPO. La lunghezza complessiva di dotare l’arco di una significativa rigidezza trasversale e hanno suggerito l’adozione di
del ponte è di circa 180 m. Il viadotto EXPO flessionale nel proprio piano per fronteggia- una sezione rettangolare cava. La larghezza
è una struttura a travata continua comples- re i momenti prodotti dai carichi viaggianti, della sezione è ovunque di 3000 mm, men-
sivamente lunga 265 m. Ai suoi lati sono a cui si sono aggiunti anche quelli prodotti tre l’altezza è pari a 2500 mm per quasi tutto
posti due archi estetici, senza funzione di dagli effetti aeroelastici del vento. Infatti, lo sviluppo tranne che nelle parti terminali,
sostegno dell’impalcato, lunghi circa 200 m gli archi isolati e completamente liberi al di al di sotto della quota dell’impalcato, in cui
e raccordati visivamente alla base con gli sopra dell’impalcato sono risultati sensibili, essa cresce progressivamente fino a rag-
altri archi. Infine, il ponte sull’A8 è costituito seppur per alte velocità del vento, a feno- giungere 4500 mm alla base. Gli spessori dei
da un impalcato planimetricamente in cur- meni di distacco di vortici che sono stati piatti componenti, in genere 25 mm, sono
va, sospeso, sul solo lato esterno curva, da portati in conto quantificandone le relative variabili nelle zone di base e raggiungono
funi collegate ad un unico arco. La campata azioni sulla base delle normative europee e il massimo di 60 mm in corrispondenza del
sospesa è complessivamente lunga circa 90 delle istruzioni tecniche nazionali CNR DT- nodo con i traversoni (figura 7). Gli archi
m. A collegare il viadotto EXPO e il ponte sul- 207/2008. Le azioni statiche del vento e la presentano diaframmi di irrigidimento ad
la A8, è presente una campata in semplice necessità di garantire la sicurezza all’instabi- interasse di circa 4,5 m che vengono sosti-
appoggio lunga circa 56 m. lità globale degli archi hanno richiesto una tuiti, in corrispondenza delle sospensioni, da
Mentre il ponte ad arco sulla A4 e il viadotto
EXPO sostengono una doppia carreggiata
con due corsie per senso di marcia, il ponte
ad arco sulla A8 sostiene la sola carreggiata
che scavalca l’ autostrada e vi si immette.
2. IL PONTE AD ARCO
SULL’AUTOSTRADA A4
L’opera è costituita da una campata sospe-
sa (figura 5), impalcato B, di 114 m di luce
sostenuta con sospensione di tipo Langer
e da due archi isolati e sfalsati longitudi-
nalmente in pianta di 22,8 m. Completano
l’opera gli impalcati A e C, due campate di Fig. 5 - Ponte ad arco A4 - Sezione trasversale - Impalcato B
approccio solidali con i traversoni che col-
legano gli archi (figura 3). Gli archi hanno
una luce di 140 m e un’altezza, misurata
dal piano campagna, di 35 m e sono po-
sti esternamente all’impalcato distanziati
trasversalmente tra loro di circa 27 m. Alla
quota dell’impalcato i due archi sono col-
legati tra loro da due robusti traversi con
sezione scatolare (figure 3, 4 e 6).
Il tipo di sospensione adottata, scelta anche Fig. 6 - Ponte ad arco A4 - Modello agli elementi finiti
diaframmi più robusti che ospitano i sistemi a 3200 mm. In corrispondenza delle travi le due campatine di accesso, denominate
di attacco delle funi (figure 8 e 9). Le funi longitudinali principali l’impalcato sospeso impalcati “A” e “C”, realizzate con graticcio me-
salgono verticalmente dall’impalcato e rag- è appoggiato ai traversoni di collegamento tallico e soletta collaborante, e con forma in
giungono la sezione degli archi in posizione degli archi per mezzo di dispositivi a disco pianta rispettivamente di parallelogramma
trasversalmente eccentrica, spostata verso il elastomerico confinato posti su specifiche e trapezio. Esse sono integralmente solidali
centro del ponte. In questo modo si trasfe- selle metalliche. Il vincolo fisso, lato RFI, e con i traversoni di collegamento degli archi
risce una componente di torsione sull’arco, quello unidirezionale, lato viadotto EXPO, e dotate di appoggi multidirezionali alle
che la incassa facilmente in forza della sua sono posti sull’allineamento della trave loro estremità. Questa scelta progettuale è
sezione scatolare, ma si evitano impegnati- principale lato ovest, mentre sull’altra trave stata preferita rispetto alla realizzazione di
ve flessioni trasversali che sarebbero insorte principale sono utilizzati dispositivi multidi- campate con vincolamento isostatico per
inclinando le funi per raggiungere il centro rezionali. Il vincolamento isostatico nel piano privilegiare la durabilità e la semplicità di
della sezione dell’arco. orizzontale dell’impalcato “B” esclude un ef- manutenzione ottenuta con l’eliminazione
L’impalcato “B” è costituito da un graticcio fetto di incatenamento degli archi alla quo- del giunto con il traversone e dei relativi
di travi e traversi metallici resi collaboranti ta di impalcato che avrebbe incrementato dispositivi di appoggio. Per rendere più fa-
tramite piolature con una soletta in c.a. get- le flessioni in corrispondenza del concio di vorevole la distribuzione dei momenti sulle
tata. Essa ha uno spessore complessivo di 28 nodo con i traversoni, già molto sollecitato. travi delle campatine, influenzata anche dalla
cm, di cui 6 cm relativi alle predalles auto- Le selle metalliche sulle quali trovano spazio deformabilità del traversone, è stato necessa-
portanti. La pianta dell’impalcato, seguendo gli apparecchi di appoggio (figura 10) sono rio prevedere cerniere provvisorie nei nodi di
lo sfalsamento in pianta degli archi, ha la state concepite come un elemento a pi-gre- collegamento tra travi e traversoni che sono
forma di un parallelogramma, ma i traversi, co, ispezionabile dal basso, che aggetta, con state bloccate dopo il getto della soletta. In
ad esclusione di quelli di estremità, sono or- un’altezza ridotta, dal traversone che collega entrambi gli impalcati sono presenti 2 travi
diti perpendicolarmente all’asse del ponte e gli archi. L’elemento, interamente saldato, è principali e sei allineamenti di travi secon-
spaziati di circa 8,35 m (figura 3). giunto in cantiere come un concio unico darie, tutte in asse con quelle dell’impalcato
Il sistema di sospensione è costituito da 22 del traversone poi saldato a piè d’opera. Per “B” (figura 3). Le due travi principali hanno
funi spiroidali chiuse di diametro di 92 mm poter restare all’interno degli spazi delimita- entrambe luce di circa 30 m nell’impalcato
e da 2 di diametro 72 mm che sostengo- ti dal carter di rivestimento dell’impalcato, “A” mentre nell’impalcato “C” misurano rispet-
no, alle loro estremità, i traversi ortogonali. anche le travi principali e il traverso inclinato tivamente 21 m e 35 m. I nodi trave-traverso
L’altezza massima dei traversi misura 2195 terminale dell’impalcato “B” sono stati ridotti seguono una gerarchia complementare ri-
mm e ad essi sono collegate in continuità, in altezza, ottenendo così gli spazi utili all’al- spetto a quella adottata per l’impalcato “B”,
per mezzo di unioni bullonate, le 2 travi loggiamento dei dispostivi di appoggio e di infatti nelle campatine le travi principali sono
principali di impalcato di analoga altezza e eventuali sistemi di sollevamento nonché interamente saldate e i traversi sono collega-
le 6 travi secondarie di altezza ridotta. L’in- per le operazioni di manutenzione e sosti- ti ad esse per mezzo di unioni bullonate. In
terasse delle travi risulta variabile da 2800 tuzione. Ai lati dell’impalcato “B” sono poste conseguenza della diversa conformazione
archi sono costituite da 4 plinti circolari di vimentare per i tiri in quota. Le deformazioni
spessore 3 m e diametro 17,8 m fondati su flessionali dei conci prodotte dai pesi propri
57 pali Ø 1,20 m di lunghezza 18 m. in fase di assemblaggio sono state compen-
sate con opportune distorsioni per ottenere
2.1 La procedura di montaggio un montaggio “in congruenza”. Terminato il
Il montaggio del ponte è stato reso più com- montaggio dei due archi si sono montati i
plesso dalla necessità di limitare al massimo due traversoni che li collegano tra loro.
le chiusure autostradali. La procedura segui- 2.1.2 Montaggio impalcati
ta ha consentito di limitare a tre le chiusure Completati gli archi si è proceduto al mon-
notturne dell’autostrada A4: le prime due taggio degli impalcati secondo le fasi di
sono state necessarie per consentire il varo seguito riportate.
degli archi mentre la terza è stata prevista Fase 0 – Allestimento delle pile provvisorie
Fig. 9 - Ponte ad arco su A4 - Particolare attacco
per permettere il montaggio del concio e appensione all’arco delle funi di sostegno
sospensione/traverso dell’impalcato sospeso sovrastante la sede dell’impalcato.
autostradale. Fase 1 - Assemblaggio a terra del primo ma-
planimetrica degli impalcati, i traversi sono 2.1.1 Montaggio archi croconcio di impalcato lungo circa 45 m e
orditi parallelamente al traversone nell’im- Il montaggio degli archi è avvenuto median- completo anche del carter di rivestimento ,
palcato “A” e ortogonalmente all’asse longi- te l’ausilio di 6 pile provvisorie per ciascun da varare sopra l’autostrada A4. Traslazione
tudinale nel “C”. Gli impalcati sono comple- arco che hanno consentito la realizzazione di sulla sede autostradale mediante carrello-
tamente rivestiti con pannelli di Alucobond conci di dimensioni ridotte. Ogni arco è stato ni idraulici. Varo con l’ausilio di 4 autogrù
che ne determinano la particolare forma di suddiviso in 7 conci le cui dimensioni sono e successiva sospensione del macroconcio
intradosso la cui geometria, in sezione tipica, state studiate in relazione agli spazi di cantie- alle funi ad esso ad esso afferenti, appoggio
è rappresentata in figura 5. re disponibili e al peso degli elementi da mo- sul traverso metallico di collegamento degli
Si osserva infine che, oltre al sistema di pas-
serelle che garantisce la possibilità di ispe-
zione e manutenzione di tutti gli impalcati,
le strutture scatolari degli archi e dei tra-
versoni risultano totalmente ispezionabili.
In particolare, grazie alle botole di accesso
poste alle basi degli archi e ai fori di ispe-
zione previsti nei nodi arco-traversone, è
possibile percorrere interamente un arco
all’interno, passare all’interno dei traversoni
e ispezionare l’altro arco. Le fondazioni degli Fig. 11 - Ponte ad arco su A4 - Montaggio Arco 1 - Pile provvisorie
archi e sua stabilizzazione orizzontale con appoggi. Determinazione dei tiri su tutte le dal Viadotto EXPO verso la spalla B, passa
due pile provvisorie. (figura 13) funi mediante analisi vibrazionale da un tratto rettilineo di larghezza costante
Fase 2 – Completamento dell’impalcato Fase 9 – Regolazione finale dei tiri delle funi (ca. 12,70 m) e con pendenza longitudinale
sospeso mediante il varo di successivi ma- più corte per garantire il corretto carico sugli minima, ad un tratto con curvatura accen-
croconci sostenuti dalle funi di sospensione appoggi. tuata (R = ca. 120 m) con allargamento di
e stabilizzati orizzontalmente con pile prov- Fase 10 – Completamento delle finiture. carreggiata (fino a 14,60 m) e sensibile pen-
visorie (figura 14). denza longitudinale. Il ponte è costituito da
Fase 3 – Montaggio degli impalcati “A” e “C” 3. IL PONTE AD ARCO un’unica campata sospesa, sostenuta da un
mediante varo dal basso. SULL’AUTOSTRADA A8 sistema di tiranti fissati su un unico arco, con
Fase 4 – Completamento dei montaggi delle Il progetto dell’opera, inserita in prossimità luce di 91 m e freccia di circa 28 m, posto
lastre predalles. di una rampa di svincolo, è risultato partico- sul solo lato esterno curva (figure 15 e 16).
Fase 5 – Lettura dei carichi agenti sulle funi larmente complesso a causa della geometria L’impalcato sospeso si sviluppa per circa
e successiva ricalibratura dei tiri in aderenza della sede stradale che, in corrispondenza 90 m ad una quota intermedia dell’arco e
alle assunzioni progettuali. del ponte, è caratterizzata da uno sviluppo poggia alle estremità, da un lato sulla pila A
Fase 6 – Getto della soletta collaborante. planimetrico con curvatura variabile e da e dall’altro sulla spalla B. La sospensione, di
Fase 7 – Serraggio finale dei giunti bullonati una livelletta a pendenza crescente. A ciò tipo Langer, è realizzata con 9 funi spiroidali
delle travi secondarie degli impalcati A e C va aggiunta anche la variabilità in larghez- chiuse Ø 92 mm poste ad interasse 7,5 m,
al traversone di collegamento degli archi. za dell’impalcato, necessaria per garantire la che sostengono lateralmente l’impalcato in
Fase 8 – Misurazione diretta dei carichi sugli visibilità in curva. L’impalcato, procedendo corrispondenza di traversi. Gli attacchi del-
le funi sull’arco sono eccentrici rispetto alla
sua sezione, spostati verso l’interno curva. A
causa della curvatura dell’impalcato le funi
risultano inclinate ciascuna in modo diverso,
potendo anche avere inclinazione opposta a
seconda che l’attacco della fune sull’impal-
cato si trovi da un lato o dall’altro rispetto
all’asse sul quale sono allineati gli attacchi
delle funi all’arco. In fase di progetto è stata
valutata anche la possibilità di adottare un
sospensione doppia per ridurre gli effetti
torsionali sull’impalcato (figura 18).
È stata preferita la sospensione unica per-
ché è risultato molto più vantaggioso privi-
Fig. 14 - Fasi di varo dei macroconci dell’impalcato sospeso sopra l’autostrada A4 legiare l’abbattimento degli effetti trasver-
sali sull’arco piuttosto che mitigare quelli escludere la sensibilità della struttura agli presentano l’attacco delle funi e, avendo
torsionali sull’impalcato, al quale è stata effetti aeroelastici del vento. solo compito di sostenere le travi secondarie
conferita una elevata efficienza nell’assor- L’impalcato è costituito da un cassone me- laterali, sono realizzati come mensole di al-
bimento di tali sollecitazioni adottando tallico monocellulare chiuso con dimensioni tezza ridotta che fuoriescono dal cassone. Le
una sezione a cassone monocellulare me- di 6,0 m x 2,5 m circa (figura 17). La soletta travi secondarie esterne sono collegate con
tallico interamente chiusa. Inoltre, la scelta collaborante in c.a., di spessore di 20 cm ed nodi bullonati di continuità ai traversi. Tutte
di sospendere l’impalcato da un solo lato ordita trasversalmente, poggia, oltre che sul- le altre connessioni dell’impalcato, compre-
ha ridotto i problemi geometrici di interfe- le anime del cassone, su due travi secon- so quelle delle travi secondarie interne, sono
renza tra le funi interno curva e la sagoma darie laterali poste esternamente ad esso e saldate. Tutti gli elementi dell’impalcato, os-
stradale, che avrebbero reso necessario un collegate ai traversi e su due travi seconda- sia la trave principale a cassone, i traversi e le
arco di altezza maggiore. L’arco ha sezione rie centrali che suddividono la larghezza del travi secondarie, sono resi collaboranti con
scatolare, larga ovunque 3000 mm e alta cassone in tre campi di 2,0 m. Queste ultime la soletta in calcestruzzo mediante piolature.
2500 mm per quasi tutto lo sviluppo tranne condividono la piattabanda superiore con il L’accentuata curvatura planimetrica e la
che nelle parti terminali, al di sotto dell’im- piatto metallico superiore del cassone che disposizione della pendinatura sul solo
palcato, in cui essa cresce progressivamente è interamente piolato. Il getto della soletta lato esterno curva inducono elevati effetti
fino a raggiungere 4000 mm alla base. Gli nelle zone esterne al cassone è stato effet- torcenti, prodotti dai carichi permanenti,
spessori dei piatti componenti risultano tuato su lastre metalliche tralicciate. I traversi che, essendo opposti in segno, parzial-
pressoché costanti, 20-25 mm, su tutto lo con l’attacco della fune spiccano dal casso- mente si elidono. Rimane comunque una
sviluppo dell’arco e si incrementano a 30 ne a tutta altezza e si rastremano verso la componente significativa, dovuta alla
mm soltanto nella zona di base. Sono pre- loro estremità rimanendo sempre all’interno prevalenza dell’effetto della sospensione,
senti diaframmi di irrigidimento ad interasse del carter di rivestimento esterno, costituito che mantiene in trazione gli appoggi lato
di circa 4,5 m che, in corrispondenza delle da pannelli di Alucobond, che caratterizza esterno curva ad entrambe le estremità in
sospensioni, vengono localmente sostitui la particolare sagoma dell’impalcato. Tutti tutte le condizioni di carico. Per garantire
ti dagli irrobustimenti per l’attacco delle i traversi sul lato interno curva, oltre al se- il funzionamento di questi appoggi sono
funi. La rigidezza dell’arco è risultata tale da condo e il penultimo su entrambi i lati, non stati presi provvedimenti differenti alle
due estremità. Sulla pila A si è impiegato
un dispositivo fisso a carico negativo in
Fig. 20 – Particolare dell’appoggio in trazione su Spalla “B” e delle barre Fig. 21 – Vista dal basso del ponte ad arco su A8 – in primo piano a destra la
Dywidagla pila A lato EXPO
27
Fig. 25 - Viadotto “EXPO” - Sezione trasversale. Fig. 26 - Viadotto “EXPO” - Sezione trasversale tipica intermedia. Fig. 27 - Viadotto “EXPO” - Vista d’assieme lato
ponte ad arco su A4 della carpenteria metallica e delle pile
to sostanzialmente elastico lineare per le spessore dei piatti componenti variabile da fondazione. L’uso di sezioni scatolari in c.a.
azioni orizzontali, che hanno permesso di 25 a 40 mm (figura 31). Tutti i conci sono as- per le parti terminali poste alla base degli
allungare il periodo proprio della struttura semblati tra loro mediante saldatura. La par- archi si è reso necessario per incrementare
riducendo sensibilmente le azioni sismiche te metallica è prevista incastrata, per mezzo la rigidezza delle strutture e migliorarne il
trasferite alle sottostrutture. di giunti flangiati, su mensole in calcestruzzo comportamento dinamico ai fini degli effetti
Gli spostamenti prodotti dagli effetti termici armato con sezione scatolare di dimensioni
e dal comportamento elastico degli isolatori variabili che spiccano per 14 m dal plinto di 28
elastomerici si sfogano nei giunti di dilata- fondazione. I tirafondi della flangia di base
zione presenti su ciascuna delle due pile sono stati precaricati per garantire sempre,
di estremità, in corrispondenza delle quali in condizioni di esercizio, il mantenimento
sono stati inseriti dei ritegni trasversali per di uno stato di compressione sulla piastra
avere nel giunto solo scorrimenti longitu- di base. La parte di arco in c.a. è realizzata
dinali. Anche per questa opera è presente cava per garantire l’ispezionabilità dell’opera
un sistema di passerelle, sospeso al di sotto senza creare indebolimenti sulla sezione di 29
dell’impalcato e all’interno del carter di ri- acciaio. L’arco 1, di lunghezza complessiva di
vestimento, che permette di raggiungere e 197 m e freccia in chiave di 27 m, presenta le
ispezionare agevolmente tutte le zone. stesse caratteristiche geometriche dell’arco
Il montaggio dell’impalcato è avvenuto con 2 in termini di dimensione e spessori della
varo dal basso mediante l’ausilio di pile prov- sezione in acciaio e differisce da questo per
visorie (figura 29). La soletta è stata gettata le dimensioni della parte terminale in c.a. il
su predalles in c.a. tralicciate autoportanti. cui sviluppo risulta pari a 7 m dal plinto di
30
5. GLI ARCHI ESTETICI
Il progetto ha previsto la realizzazione di due
archi estetici ai lati del viadotto EXPO deno-
minati arco 1 ed arco 2. L’arco 2, di lunghez-
za complessiva di 200 m e freccia in chiave
di 30 m (figura 30), ha sezione scatolare in
Fig. 28 - Viadotto “EXPO” - Particolare del tirante testa pila in fase di posa con il sistema di pretensiona-
acciaio di dimensioni 2000 x 3000 mm con mento. Fig. 29 - Montaggio del viadotto EXPO con pile provvisorie. Fig. 30 - Arco EXPO 2 - Prospetto
modi di vibrazione nel piano verticale, in come “galloping”. Tale instabilità si è ridotta ziato l’insorgenza di nessun fenomeno di
particolare con il secondo modo eccitato aggiungendo smorzamento alla struttura, instabilità aeroelastica connesso a modi di
da velocità critiche superiori a quelle con trasformandosi in una amplificazione dina- vibrare nel piano orizzontale pur contando
tempo di ritorno di 100 anni (vita utile del- mica ad ampiezza controllata e decrescen- solo sullo smorzamento strutturale proprio.
la struttura) anche se inferiori a quelle con te all’aumentare dello smorzamento. Nelle Nel corso delle prove, in assenza di smor-
tempo di ritorno di 1000 anni che costitui- prove l’aggiunta di smorzamento è stata zamento aggiunto, si è manifestata anche
sce il limite superiore dell’intervallo per cui ottenuta sia mediante smorzatori viscosi una amplificazione dinamica riconducibile
la struttura deve essere indagata per gli a correnti parassite che con smorzatori a ad “effetti scia”. In particolare, con il model-
effetti aeroelastici (10 volte la vita utile). La massa accordata – TMD. Tali risultati hanno lo aeroelastico posto in scia all’altro arco e
geometria adottata per la struttura, in par- confermato sostanzialmente quelli ottenuti all’impalcato, si è registrata una evidente
ticolare gli spessori dei piatti componenti sul modello sezione, anche se la “soppressio- amplificazione dinamica del secondo modo
la sezione, consentono di ottenere questo ne dell’instabilità” nel modello aeroelastico nel piano per valori di velocità compresi tra i
risultato. Inoltre si è rivelata molto oppor- completo si è raggiunta con valori di smor- 20 e i 30 m/s e, in misura minore, del primo
tuna e, quindi, confermata la scelta della zamento un po’ più contenuti. modo nel piano per valori di velocità com-
prima versione del progetto di realizzare Rilevante è anche il fatto che le prove in presi tra i 10 e i 15 m/s.
le parti più basse dell’arco con struttura in flusso laminare e con angolo di esposizio- Poiché per il primo modo nel piano era già
c.a. per garantire una maggiore rigidezza ne al vento di 90°, ossia con direzione del stata prevista l’aggiunta di smorzamento
complessiva alla struttura nelle zone adia- vento ortogonale al piano dell’arco, sono con sistemi TMD, è stato effettuato un sup-
centi gli incastri di base ed innalzare con- risultate essere le più critiche dal punto di plemento di prove per indagare tale effetto
seguentemente frequenze proprie e quindi vista dell’insorgenza dell’instabilità. Superati scia e valutare lo smorzamento necessario
le velocità critiche. i ±15° nell’intorno dell’esposizione 90°, i fe- per abbattere le massime ampiezze di oscil-
nomeni di instabilità non si sono innescati lazione per il secondo modo verticale. Le
5.2 Le prove su modello aeroelastico neppure in presenza del solo smorzamen- prove hanno evidenziato che l’aggiunta di
completo to strutturale intrinseco (0.5% nel modello uno smorzamento relativamente modesto
Le prove su modello aeroelastico completo in scala). Come atteso, condizioni di flusso esclude l’insorgere del problema.
sono state svolte presso la galleria del vento turbolento e presenza del modello di pros- A conclusione delle prove effettuate su mo-
del Politecnico di Milano (figura 33) [2]. Le simità (“surrounding”) hanno decisamente dello aeroelastico completo si è proceduto
sperimentazioni condotte in regime lami- ridimensionato il problema, ma la quantifi- a un aggiornamento del progetto con la
nare in assenza di smorzamento aggiunto a cazione di questi benefici, ottenuta da una definizione finale delle caratteristiche del
quello proprio della struttura, hanno messo modellazione in scala, non è stata ritenuta sistema di smorzamento di cui sono stati
in evidenza dei valori di accelerazione mol- sufficientemente affidabile per un impiego dotati gli archi per scongiurare l’insorgere
to elevati, in corrispondenza di velocità del “progettuale” dei risultati e il vantaggio è di forme di instabilità per effetto dell’azio-
vento sostanzialmente in aderenza a quelle stato prudenzialmente trascurato. Per ciò ne eolica. Ciascun arco è stato dotato di 3
individuate dalle prove sul modello sezione. che attiene al piano trasversale, per tutto il TMD che agiscono per i modi di vibrare nel
In particolare si è notata l’insorgenza di una campo di velocità di interesse e per tutte piano verticale. Uno è ubicato nella sezio-
forma di instabilità dinamica, identificabile le esposizioni le prove non hanno eviden- ne di mezzeria, ossia in sommità dell’arco, e
Fig. 35 - Arco EXPO 2 - Montaggio macroconcio 5 Fig. 36 - Arco EXPO 2 - Completamento montaggi