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Le aree impositive

IMPOSTE DIRETTE

– IRPEF: l’imposta sui redditi delle persone fisiche


che colpisce i guadagni ottenuti dall’artista nell’arco
dell’anno solare, al netto delle relative spese
sostenute.
– IRAP: l’imposta regionale sulle attività produttive,
ulteriore imposta indirizzata verso produzione e
prestazione di servizi, scambio di beni. Colpisce
imprenditori, lav. Autonomi, società e enti di ogni
genere.
– IRES: l'imposta sul reddito delle società, colpisce le
persone giuridiche e assimilate (società e enti)
Le aree impositive
L'Imposta sul valore aggiunto
– I.V.A., caratterizzata dal particolare
meccanismo di funzionamento cosiddetto “a
cascata”, il cui costo grava effettivamente sul
consumatore finale.

• Colpisce generalmente il valore delle singole prestazioni


svolte dall’artista, nel momento in cui viene richiesto il
Corrispettivo.

• È previsto l’obbligo da parte dell’artista di addebitare la


stessa al proprio committente (cosiddetta “rivalsa”).
Le aree impositive

• Tale obbligo viene adempiuto dall’artista attraverso


l’emissione e la consegna, nei confronti del proprio
committente, della “fattura”. Essa contiene l’esposizione
dell’importo di IVA dovuta e della relativa aliquota
applicata, congiuntamente ad altri elementi previsti
dalla relativa norma fiscale.

• L’artista deve così percepire dal proprio committente,


oltre al corrispettivo per la propria prestazione, anche
l’IVA ad essa applicata, per poi riversare quest’ultima
nelle casse dell’Erario Nazionale.
I regimi fiscali dell’artista
I Regimi naturali e i regimi agevolati
I regimi fiscali dell’artista

In sede di comunicazione dell’inizio di attività è


necessario che l’artista operi anche la scelta
del proprio regime fiscale.
– La disciplina fiscale degli artisti accanto ai regimi
ordinario e semplificato, gravati di numerosi
adempimenti ai fini delle imposte dirette e IVA,
prevede due regimi agevolati con un numero
ridotto di adempimenti e aliquote impositive di
favore, che possono essere scelti dall’artista
solamente al ricorrere di determinate condizioni
condizioni.
I regimi fiscali dell’artista
I regimi ordinario e semplificato:
– Obbligo di tenuta della contabilità, necessaria:

• Alla determinazione del reddito dell’artista per il


calcolo delle imposte dirette, mediante la rilevazione di
tutti i compensi percepiti e le spese sostenute nell’anno
di esercizio dell’attività;

• Al calcolo periodico (cosiddetta liquidazione) del saldo


fra l’IVA incassata dai propri committenti e quella
pagata ai propri fornitori, con conseguente obbligo di
versare tale saldo se positivo all’Erario.
I regimi fiscali dell’artista

– La contabilità, che differenzia i due regimi, può


essere tenuta a libera scelta dell’artista, secondo
appunto una modalità ordinaria o una modalità
Semplificata.

• La contabilità ordinaria consiste nella tenuta di un libro


cronologico dei componenti di reddito e dei relativi
movimenti finanziari, nella tenuta di due registri IVA che
raccolgono le fatture emesse e ricevute e del libro dei
beni ammortizzabili
I regimi fiscali dell’artista

- La contabilità semplificata consiste nella tenuta dei registri


IVA acquisti e vendite, del registro incassi e pagamenti
(sostituibile da apposite integrazioni ai registri IVA) e del libro
dei beni ammortizzabili (anch’esso sostituibile da apposite
annotazioni sul registro IVA degli acquisti).

– Entrambe i regimi comportano gli obblighi di


liquidazione periodica, versamento periodico e
dichiarazione annuale dell’IVA, nonché di redazione di
appositi quadri della dichiarazione annuale dei redditi.
I regimi fiscali dell’artista
Il regime dei contribuenti “minimi”

– Applicazione di un’ imposta sui redditi sostitutiva


dell’IRPEF con aliquota inferiore (5%).

– Non concorrenza del reddito di lavoro autonomo


alla formazione del reddito complessivo.

– Non assoggettamento all’IVA ed all’IRAP.

– Esonero dalla tenuta delle scritture contabili.

– Notevoli semplificazioni documentali e nelle


modalità di calcolo del reddito di lavoro autonomo.
I regimi fiscali dell’artista
Il regime dei contribuenti “minimi”
– Esclusione dall’applicazione dei parametri e degli
studi di settore.

– I requisiti per l’accesso sono, allo stesso tempo:


– Compensi conseguiti nell’anno inferiori a € 30.000;
– Assenza di lavoratori dipendenti;
– Possesso di beni strumentali di ammontare ridotto.

– L’opzione per questo regime è valida per almeno


5 anni, trascorso tale periodo minimo, si rinnova di anno
in anno fino, a patto che permangano i requisiti di
accesso.
L’Imposta sul Valore Aggiunto
I musicisti e l’applicazione dell’IVA
L’Imposta sul Valore Aggiunto

Relativamente all’assoggettamento o meno


all’IVA, escluso solo per i soggetti aderenti al
regime dei “minimi”, il Dpr n.633/1972
(cosiddetta “legge IVA”) fa una importante
distinzione fra:

– “Cessione, concessione, licenze dei diritti d’autore”

– “Attività interpretative rese a terzi”.


L’Imposta sul Valore Aggiunto
Cessione, concessione, licenze dei diritti
d’autore (art.3 comma 2 n.2 DPR 633/72):

– Esclusione dal campo di applicazione dell’IVA


quando vengono poste in essere dall’autore e dai
suoi eredi o legatari, purché non vengano
utilizzate da imprese per la pubblicità commerciale;

– Assoggettamento ad IVA delle stesse operazioni


svolte da soggetti diversi dall’autore e dai suoi
eredi o legatari;
– Assoggettamento ad IVA delle operazioni svolte
dall’autore e dai suoi eredi o legatari destinate ad
essere utilizzate per la pubblicità commerciale;

– Assoggettamento ad IVA delle cessioni e simili dei


diritti connessi al diritto d’autore.

• In pratica quelli spettanti ad interpreti ed esecutori non


autori, per l’utilizzo delle registrazioni delle loro interpretazioni da
parte di soggetti terzi (ad esempio produttori) in programmi
radiofonici, televisivi, cinematografici, manifestazioni pubbliche e
simili.
L’Imposta sul Valore Aggiunto
Prestazioni degli interpreti ed esecutori:

– Concerti vocali e strumentali e contratti di scrittura


a questi connessi;

• Si applica l’aliquota IVA del 10 per cento.(n.123 e n.119


della tabella A, parte III, allegata al DPR 633/1972)

• Sono tali quelle manifestazioni musicali in cui vengono


eseguiti una serie di brani musicali secondo un
programma prestabilito, in un luogo appositamente
individuato e strutturalmente idoneo a consentire
l’ascolto della musica da parte degli spettatori (ad es.
teatri sale concerto impianti sportivi ecc )
L’Imposta sul Valore Aggiunto
Prestazioni musicali non qualificabili
come concerti vocali e strumentali;

Vengono ricondotte nella disciplina generale delle


“esecuzioni musicali di qualsiasi genere”* per le quali si
applica in ogni caso l’IVA con aliquota ordinaria del
22%, relativamente sia ai corrispettivi dovuti dai
partecipanti alle manifestazioni, sia ai compensi
percepiti da cantanti e musicisti.

*(punto n.1della tariffa allegata al DPR n.640/1972 ovvero n.3 dellatabella C allegata al DPR 633/1972)
L’Imposta sul Valore Aggiunto
Attività didattiche

• Rientrando la musica fra le materie scolastiche ed


universitarie, tali lezioni beneficiano dell’esenzione
dall’IVA (art. 10 n.20 DPR 633/1972) se rese da
insegnanti a titolo personale.

• L’organizzazione di corsi musicali, invece, ricade


nell’esenzione IVA solo se effettuata da istituti o scuole
riconosciute da pubbliche amministrazioni.

• Parimenti è assoggettato ad IVA con aliquota ordinaria


al 22% il rapporto fra musicista/docente e gli istituti
scolastici per le lezioni ivi impartite.
L’Imposta sul Valore Aggiunto
Le esecuzioni musicali di ogni tipo svolte dal
musicista all’estero (sia in stati UE che extra-UE)

- È prevista la specifica esclusione dal campo di


applicazione dell’IVA*
L’esclusione si applica a prescindere dal luogo di
residenza fiscale del committente,

*ex. Art.7 quinquies del DPR 633/1972.


Le imposte sul reddito di lavoro autonomo
I musicisti e l’applicazione
dell’IRPEF e
IRAP
Le imposte sul reddito di lavoro autonomo

Ordinariamente il principio per la


determinazione del reddito di lavoro
autonomo dell’artista è basato sul “criterio di
cassa”, cioè i proventi conseguiti e le spese
sostenute concorrono alla formazione del
risultato economico, calcolato per anno solare,
nel momento del loro effettivo incasso e
pagamento.
Le imposte sul reddito di lavoro autonomo

Parallelamente a quanto esposto per la


disciplina IVA, anche in ambito di redditi di
lavoro autonomo per poter scomputare le
spese sostenute dai compensi conseguiti,
sussiste l’obbligo di rispettare un generale
criterio di inerenza e documentazione delle
stesse ed una disciplina specifica per la
deducibilità di gran parte di esse contenuta
nell’art.54 DPR 917/86 ( TUIR).
Le imposte sul reddito di lavoro autonomo

Il reddito di lavoro autonomo così determinato


concorre ordinariamente, assieme ad
eventuali altri redditi, alla formazione del
reddito complessivo dell’artista. Quest’ultimo
viene assoggettato al meccanismo di calcolo
dell’IRPEF, scomputando le relative ritenute,
per determinare l’IRPEF netta dovuta
all’Erario.
Le imposte sul reddito di lavoro autonomo

Nella maggior parte dei casi, il reddito


transnazionale del musicista sconta le imposte
sia in Italia, sia nell’altro Stato ove è stato
prodotto, con obblighi dichiarativi in Italia ove
beneficia di un credito di imposta di importo
pari alle imposte pagate nello Stato estero
secondo le modalità previste dall’art.165 DPR
917/1986.
Le imposte sul reddito di lavoro autonomo

L’Art.2 del D.Lgs n.446 del 15/12/1997 prevede


che i presupposti per l’applicazione dell’IRAP
siano l’esercizio abituale di una attività
economica e lo svolgimento della stessa in
maniera autonomamente organizzata.

– la Corte Costituzionale nella Sentenza n.156/2001 ha precisato


che, essendo ipotizzabile un’attività professionale esercitata in
assenza di organizzazione di capitale o lavoro altrui, l’esercizio
di una attività di lavoro autonomo non è sempre soggetta
all’IRAP, ma deve essere valutata caso per caso la presenza o
meno di un’autonoma organizzazione.

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