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Serie: I Sospiri del Cuore

(2° volume)

Veronica Scalmazzi

Il mio cuore ti appartiene


©2015 Veronica Scalmazzi

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, utilizzata o trasmessa senza l'autorizzazione dell'autrice.

Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o persone realmente esistenti è da considerarsi del tutto
casuale.

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via email: veronicascalmazzi@gmail.com

Grafica e copertina a cura di: Ale Romànce


Sinossi
E' passato più di un anno dal tradimento di Mark e Layla non è più la ragazza dolce innamorata dell'amore. Il suo cuore ferito si è chiuso
a riccio e ha permesso alle sue paure di vincere su quello che ha sempre sognato. Ma cosa succede se un corpo caldo e intrigante ti
travolge come un uragano in un gioco fatto di passione, gelosia ed equivoci?
Matt Colton non è fatto per l'amore, ma è fatto per Layla Cole.
Il passato li lega, il presente li attira l'uno verso l'altro.
E il futuro?
Giorno dopo giorno, battito dopo battito Layla e Matt si ritroveranno a lottare contro se stessi e le loro emozioni. La partita è iniziata, le
carte sono in tavola e il destino... in agguato.
Ognuno di noi ha un paio di ali,
ma solo chi sogna impara a volare.

(Jim Morrison)
Prologo
Mi lascio avvolgere dal profumo delicato delle rose bianche che mi circondano. Ne sfioro i petali
vellutati, mentre lacrime di dolore e umiliazione bagnano il mio viso. Vorrei tanto provare rabbia e
odio per Mark, ma non ne sono capace.
Il mio cuore spezzato, dalla verità del suo tradimento, è ormai un muscolo privo di emozioni che
batte a ritmo di un suono vuoto e perso fra i profumi di questa serra che è, da sempre, il mio rifugio
segreto dove rintanarmi ogni qualvolta mi sono sentita ferita e triste. «Oh mamma... Quanto vorrei
che fossi qui... Quanto vorrei che le tue braccia potessero stringermi ancora e cancellare questa
serata.» mormoro con voce flebile, stringendo una rosa fra le dita.
«Ahi!» esclamo quando una spina punge il mio indice.
«Fammi vedere.» Improvvisamente, una voce profonda e preoccupata, alle mie spalle, fa sussultare il
mio corpo.
Matt prende la mia mano ferita fra le sue e, con estrema tenerezza, porta il mio dito alle sue labbra
iniziando a succhiare nel punto esatto in cui una piccola goccia di sangue fuoriesce dalla mia pelle.
Tiene gli occhi chiusi e il viso abbassato, come fosse immerso in chissà quali pensieri. Le sue labbra
umide e carnose solleticano la mia pelle, trasformandosi in una visione troppo seducente da
sopportare.
Cerco di sottrarmi al suo tocco, ma la sua presa si fa più salda e, quando la sua lingua pizzica la mia
pelle con ancora più ardore, un brivido di piacere scende lungo la mia schiena, fino ad accarezzare il
mio sesso.
Un gemito, inaspettato, esce dalla mia bocca.
Matt schiude i suoi bellissimi occhi neri e posa il suo sguardo da predatore sul mio viso,
soffermandosi sulle mie labbra rosate.
Tremante per l'emozione appena provata, trovo la forza di scostarmi da lui. Mi allontano di qualche
passo, senza riuscire a respirare.
I nostri sguardi, traboccanti di emozioni sconosciute, si studiano. Restano incollati l'uno all'altro
come se cercassero le parole giuste da usare. «Come hai fatto a trovarmi?» chiedo turbata e nervosa.
Mi sembra di tornare indietro nel tempo, a quando ero solo una ragazzina di sedici anni innamorata di
uno dei migliori amici di mio fratello.
Eppure, in questo istante, è come se lo vedessi per la prima volta: i suoi occhi sembrano un mare in
tempesta, oscuro e profondo... Imperscrutabili.
La preoccupazione e la dolcezza, che ci si leggevano poco fa, sono solo un lontano ricordo.
«Ti conosco più di quanto tu possa pensare, Layla. Sapevo di trovarti qui.»
Mi mordo il labbro, confusa e sopraffatta da questa situazione surreale. Credevo che l'effetto Matt
facesse ormai parte del mio passato, quando gli ormoni facevano le capriole tutte le volte che mi
regalava il suo sorriso smagliante, o quando i nostri corpi entravano in contatto ogni qualvolta mi
caricava sulle sue spalle muscolose, per poi buttarmi in piscina...
E invece, eccomi qua a fissarlo con la sola voglia di assaporare quelle sue labbra umide e invitanti.
Mio Dio! Sono appena stata ferita e tradita dall'uomo che avrei dovuto sposare il mese prossimo,
e l'unica cosa a cui riesco a pensare, ora, è di baciare Matt!
Forse non sono poi così tanto diversa da quell'essere viscido di Mark.
«Non farlo.» sussurra, portandosi a pochi centimetri da me. Il suo corpo è così vicino che posso
sentirne il calore e il profumo in tutta la sua virilità.
Resto immobile a osservare la sua mano avvicinarsi.
Con le nocche sfiora dolcemente le mie labbra.
Il suo tocco è fuoco sulla mia pelle. «Non pensare di essere come quel coglione solo perché hai
voglia di baciarmi.»
Le sue parole mi colpiscono in pieno petto.
Inaspettate e disarmanti, mi lasciano a bocca aperta.
Come è possibile che mi abbia letto dentro?
Come è possibile che mi conosca così bene?
Sento le guance andare in fiamme per l'imbarazzo.
Nascondo il viso fra le mani, ma Matt le afferra, scoprendomi davanti a lui e ai suoi occhi eccitati.
«Non nasconderti da me, Layla.» E senza aggiungere altro la sua bocca si posa sulla mia... così, come
se gli appartenessi da sempre. Come se non avesse fatto altro nella vita che... baciarmi.
Il terreno sembra sprofondare sotto i miei piedi quando la sua lingua, con gentilezza, mi accarezza le
labbra umide, chiedendomi il permesso di entrare.
Cedo alle emozioni del passato, lasciando che le ultime ore vengano cancellate dal ritmo delle nostre
lingue che si cercano, stuzzicandosi con passione.
Mi inebrio del suo sapore. Sa di champagne e di... Matt. Sì, di Matt. Chiudo gli occhi e mi lascio
andare ai ricordi, al mio primo bacio. A quando ero solo una ragazzina invaghita di lui. Quando di
soppiatto mi sono introdotta nella camera degli ospiti, in piena notte. Matt se ne stava lì, steso sul
letto addormentato, a smaltire la sbornia presa durante la serata appena passata con Nic. Mi sono
avvicinata e, approfittando del suo stato di incoscienza, ho posato la mia bocca sulla sua. Non ci
potevo credere... finalmente stavo realizzando il mio sogno. Stavo baciando il ragazzo di cui ero
innamorata da sempre.
Porto quel segreto con me da otto lunghissimi anni.
È solo mio e di nessun altro.
La testa inizia a girare. Mi sento stordita e catturata da un vortice di sensazioni incontrollabili.
Poi, il ricordo della serata appena trascorsa torna nella mia mente con prepotenza e il tradimento di
Mark riprende a fare male al cuore.
Mi stacco da Matt con forza. Lo guardo dritto negli occhi e, per la prima volta nella mia vita, mi
sento sporca e colpevole. «È tutto sbagliato.» sibilo con voce tremante. «Questo bacio è sbagliato...
Tu, io... È tutto sbagliato.»
Le lacrime tornano a scorrere sul mio viso.
Mi fissa confuso. Allunga la mano verso di me, ma faccio un passo indietro.
Tra noi solo silenzio. Un silenzio che si perde fra il profumo delicato delle rose che ci circondano.
«Niente è sbagliato, se voluto. Ricordatelo sempre, Layla.» Mi volta le spalle ed esce dalla serra,
con passo lento e deciso. Lo guardo allontanarsi e il mio cuore ha un piccolo sussulto. Porto una
mano al petto, tormentata da queste sensazioni che tolgono l'aria ai miei polmoni. Faccio lunghi e
profondi respiri alla ricerca di quell'ossigeno che, fino a pochi secondi fa, sembrava essersi dissolto.
«Come ho potuto baciarlo!» rimprovero a me stessa, mentre i sensi di colpa si fanno largo fra i miei
pensieri. Do un ultimo sguardo ai roseti di mia madre e un piccolo sorriso spunta sulle mie labbra.
È sempre così quando penso a lei.
«Perdonami se ti ho deluso, mamma.» ed esco dalla serra. Inaspettatamente, trovo Matt appoggiato
alla portiera della sua auto, in attesa.
Possibile che sia ancora qui?
L'abito firmato Valentino che indossa sottolinea ogni muscolo in modo elegante e perfetto.
Devo ammettere che il suo fascino è unico e sconvolgente. Restiamo a guardarci senza dire una
parola, poi la sua voce, roca e suadente, rompe gli indugi: «Andiamo.»
«Dove?» chiedo scossa e disorientata.
«Dovunque tu voglia.»
Un anno e mezzo dopo

Layla
La luce fioca della luna si insinua fra le persiane della camera da letto, accarezzando furtivamente il
corpo nudo dell'uomo che sta steso, a pancia in giù, al mio fianco. Rapita da quell'effetto di luci e
ombre, che rende il tutto ancora più inebriante, lascio che il mio sguardo scenda lungo le sue braccia
muscolose e leggermente piegate, fino a percorrere la sua schiena abbronzata e scoperta.
Un piccolo gemito esce dalle mie labbra quando i miei occhi si soffermano sul quel sedere, perso fra
le pieghe delle lenzuola, così perfetto e sodo da far invidia a qualsiasi modello di intimo.
Il mio corpo prende nuovamente vita e l'eccitazione torna a scorrere nelle mie vene fino a insinuarsi
fra le mie cosce con prepotenza.
La voglia di sfiorare, ancora e ancora, quel corpo così virile e sfrontato che da molte notti mi fa
sussultare e urlare di piacere, è ormai un'ossessione.
È come se non ne potessi più fare a meno...
Come se ne fossi drogata.
Inspiro profondamente e, nel silenzio, cerco i miei vestiti sparsi sulla moquette.
Mi piego a raccogliere le mutandine, ma la sua voce roca e indecente, diventa una sfilettata
lussuriosa per la mia intimità già febbricitante: «Si può sapere dove credi di andare alle quattro del
mattino?» Come un predatore, mi afferra per un braccio e mi fa ricadere sul suo corpo accaldato,
stringendomi in una morsa sicura ed eccitante.
La sua erezione preme sul mio basso ventre, mentre le sue dita lunghe, e maestre di piacere, mi
accarezzano la schiena, scatenando ondate di pura estasi.
«Allora? Mi vuoi dire dove pensavi di andare?» ripete a fior di labbra.
«A casa?» rispondo con un pizzico di ironia, accennando un sorriso. In un attimo, ci ritroviamo a
parti invertite: il mio corpo sotto il suo e il desiderio si riaccende. «Non credo proprio, tesoro.»
sussurra.
La sua bocca preme sul mio collo. Con la lingua calda e umida, ne assaggia i sapori, travolgendomi
in un nuovo vortice di passione.
Il cuore inizia a martellarmi con furia delirante.
«Ma non ne hai mai abbastanza?» ansimo, cercando di trattenere l'eccitazione, ma ogni cellula del
mio corpo è completamente stregata e travolta dalla libidine di quest'uomo.
«La verità è che non mi basti mai, Layla. Il tuo corpo, la tua pelle, il tuo profumo e i tuoi sospiri sono
come una droga.» sibila, mentre la sua bocca lascia la mia e scende lungo il mio corpo. Con audacia
sfiora i miei seni, indugiando sui capezzoli turgidi.
Oddio! Non ne avrò mai abbastanza di lui, ne sono certa. Lentamente scende verso il mio ombelico
e ancora più giù, fino a raggiungere l'apice del mio piacere già bagnato e pronto ad accoglierlo
nuovamente dentro di sé. Le sue dita magiche pizzicano il mio clitoride, mentre con la lingua dipinge
il mio sesso con pennellate esperte e delicate, come un pittore intento a creare la migliore delle sue
opere.
Tutto, dentro di me, pulsa e boccheggia di piacere.
Stringo con forza le lenzuola fra le mani. «Oddiooo.» urlo, quando l'orgasmo mi avvolge
completamente.
Una risata compiaciuta arriva al mio cervello, ancora annebbiato dallo spettacolare sesso orale
ricevuto.
«Sentirti gemere è musica per il mio amico in basso.» mormora, penetrandomi con lentezza.
Le mie mani si ancorano alla sua schiena, graffiandola, mentre a ogni spinta affonda con sempre più
forza, facendomi godere ancora e ancora.
Persa nella profondità del suo sguardo lussurioso vengo nuovamente, come mai prima d'ora.
Il suo pene pulsa con prepotenza dentro di me fino a che, anche lui, raggiunge il mio stesso piacere.
Si lascia andare, schiacciandomi con il suo corpo perfetto e bruciante.
Chi lo avrebbe mai detto che quest'uomo fosse una vera e propria macchina del sesso?!
Poi si riporta al mio fianco, attirandomi a sé.
Confusa da questo suo gesto premuroso, resto fra le sue braccia con il cuore palpitante.
Sono ormai più di sei mesi che gemo quasi tutte le notti con lui, eppure ogni volta è come se fosse la
prima. Questo gioco fatto di incontri clandestini, e sesso fantastico, sta prendendo una piega
inaspettata.
All'inizio tutto era solo una questione di piacere, un voler soddisfare le nostre esigenze sessuali
divertendoci e senza pensieri ma, ultimamente, ho come la sensazione che la cosa si stia facendo
più... seria.
E non voglio. Ho già sofferto abbastanza a causa degli uomini e non ho alcuna intenzione di ricadere
in quella spirale fatta di gelosia e paura che lui possa tradirmi con chissà chi.
Non voglio più donare il mio cuore a un uomo che, da sempre, ama scopare e divertirsi senza
impegno.
Non voglio e non posso innamorarmi di Matt!
E allora, perché quello stupido del mio cuore sembra pensarla diversamente?
«Cosa passa per questa bella testolina?»
Alzo il viso per incontrare i suoi occhi scuri come la notte. Sono magnetici e intriganti.
«Nulla.» rispondo, riabbassando lo sguardo e riportando il mio viso sul suo petto nudo.
«Anche al buio, posso vedere e sentire che stai mentendo, piccola.»
Ma come fa ad essere sempre così...
Così maledettamente intenso e diretto? Lo odio!
Mi stacco da lui e gli volto le spalle.
«Dormi.» dico con tono deciso, quasi fosse un ordine.
Matt inspira profondamente senza dire una parola.
Stiamo dividendo lo stesso letto, ma è come se fossimo lontani mille miglia ed è solo colpa mia.
«Non mi piace quando mi chiami piccola.» borbotto seccata e sulla difensiva.
«E a me non piace quando fai la stronza dopo che abbiamo scopato.»
Scioccata dalle sue parole e dal suo tono astio, fisso la parete di fronte a me, perdendomi nei miei
pensieri.
Una lacrima di rabbia scende sul mio viso.
«Vuoi che me ne vada?» La mia voce è così bassa che sembra perdersi nel silenzio della notte.
Il materasso affonda dietro di me e le braccia possenti di Matt mi circondano la vita,
inaspettatamente. Avvicina il suo viso al mio: «No! voglio solo che ti metti a dormire e chiudi la tua
bella boccuccia da stronzetta.» mormora, stringendomi ancora più a sé.
Mi lascio avvolgere dal calore del suo corpo.
Lo sento bruciare sulla mia pelle.
La sensazione che sto provando è come un salto nel buio e fa paura, maledettamente paura.
Matt
Esco dalla doccia e, dopo essermi avvolto un asciugamano in vita, torno in camera da letto ancora
gocciolante.
Il mio sguardo corre subito all'angelo biondo che dorme beato nel mio letto.
I capelli le cadono sulle spalle, morbidi e setosi, come fili dorati resi ancora più lucenti dai primi
raggi di sole che filtrano dalle persiane.
Resto a contemplarne la sua bellezza come un coglione e con un'erezione da paura.
La voglia di prenderla adesso, di prima mattina, è davvero allettante, ma devo darmi una calmata.
Sono giorni che mi sento strano ogni volta che sono in compagnia di Layla. È ormai un chiodo fisso.
Se fosse per me vorrei farla mia in ogni istante della giornata. Persino al lavoro il pensiero è sempre
lo stesso... Va sempre a lei.
Cazzo! Questa cosa è preoccupante.
È iniziato tutto per gioco e per la forte attrazione fisica fra di noi, ma ora...
Merda! Non posso farmi coinvolgere da questa cosa, qualunque essa sia! Insomma, io sono Matt
Colton!
Amo scopare, divertirmi e sono allergico ad ogni tipo di relazione stabile.
Io non posso e non voglio innamorarmi!
E poi stiamo parlando di Layla, la sorella del mio migliore amico. Se scoprisse la nostra relazione
sono certo che mi ammazzerebbe.
Per non parlare di Noah. Anche per lui sarebbe un colpo troppo grande da sopportare.
Dio mio che casino! Ma che diavolo sto facendo?
Ma come cazzo mi è venuto di buttarmi in tutto questo? Perché diavolo le ho chiesto di fermarsi
da me stanotte? Mi porto le mani fra i capelli ancora bagnati, esasperato da tutti questi pensieri:
«Fanculo.» esclamo a voce alta, senza nemmeno rendermene conto. Poi la mia attenzione viene
nuovamente rapita dalla dea che sta tra le mie lenzuola.
Layla inizia a muoversi e a stiracchiarsi con il sorriso sulle labbra. Che visione ammirarla appena
sveglia...
Quando è truccata e in tiro è una vera bomba sexy ma così, acqua e sapone, è qualcosa di
indescrivibile.
I suoi bellissimi occhi color miele mi fissano curiosi.
Il lenzuolo bianco scende lungo il suo corpo scoprendole i seni piccoli, ma perfetti per le mie mani.
Il mio sguardo non può fare a meno di cadere sui suoi capezzoli turgidi ed eccitati.
Mi scruta con la fame del desiderio negli occhi.
Il mio amico in basso diventa ancora più duro e, quando la vedo mordicchiarsi il labbro inferiore, il
mio cervello si sconnette completamente.
«Tu mi ucciderai.» affermo, avvicinandomi ai piedi del letto. Sempre più vicino a lei.
Le prendo il viso fra le mani e la bacio con foga.
La sua bocca, il suo sapore sono come acqua in pieno deserto. Un bisogno di cui non posso farne a
meno.
«Matt...» ansima nella mia bocca, «non possiamo...»
«Certo che possiamo. Anzi... dobbiamo!» le dico, mentre inizio ad accarezzarle i seni.
«Diooo, ma non hai il pulsante "off" da qualche parte?!» afferma divertita.
Sorrido e, con ancor più impertinenza, le pizzico un capezzolo facendola sussultare, ma questo non le
impedisce di allontanarmi.
Appoggia le sue mani vellutate sul mio petto nudo e, con titubanza, mi spinge via.
Ricado sul letto infastidito, mentre lei si alza con il lenzuolo stretto attorno al corpo.
«Ma devi proprio?» chiedo, non staccando un solo attimo i miei occhi dalla sua figura.
«Devo forse ricordarti che questa mattina abbiamo la prova abiti finale?» dice con un sorrisetto
malizioso.
«Cazzo! Me l'ero scordato.»
«Non avevo dubbi.» ribatte ironica.
«Fai poco la spiritosa. Sei tu la responsabile.»
Riporta il suo sguardo su di me, sfidandomi: «Non credo proprio caro mio. Se non riesci a tenerlo
nei pantaloni, non è certo mia la colpa.»
I suoi occhi, languidi e furbi, sorridono divertiti quanto la sua bocca.
Ahhh.... è così che la mettiamo, allora?
Te lo faccio vedere io, bellezza!
Mi alzo dal letto e faccio cadere a terra l'asciugamano che mi copriva, mettendo in bella vista tutta la
mia nudità. Mi avvicino a Layla con passi lenti e studiati. Deglutisce vistosamente e si stringe al
lenzuolo con ancora più veemenza, come a volersi proteggere dal mio nuovo assalto.
Indietreggia, tenendo fisso il suo sguardo al mio, mentre io avanzo. «Scordatelo, Matt.» biascica
senza convinzione.
Continuo a sorridere avanzando verso di lei, fino a che, senza che se ne renda conto, finisce la sua
fuga con le spalle al muro.
Poso le mani a lato delle sue braccia, intrappolandola. Abbasso il viso e mi avvicino a pochi
millimetri dalla sua bocca.
Ogni parte del suo corpo trema dal desiderio.
Sa benissimo anche lei, che non uscirà da questa camera... Almeno non prima che io l'abbia scopata
come si deve.
«Quante volte te lo devo ripetere? Quando voglio una cosa io me la prendo, tesoro. E, in questo
momento, voglio te.»
«Matt...» Senza darle il tempo di rimuginare, mi impossesso delle sue labbra. Mi stringe le braccia
intorno al collo, lasciando cadere il lenzuolo che la copriva. Con prepotenza, la sollevo da terra,
tenendola sempre con la schiena contro alla parete.
Avvolge le gambe alla mia vita e, in un attimo, sono dentro di lei con una spinta forte e decisa.
Le nostre bocche si divorano rapite dalla passione, mentre affondo con sempre più vigore nel suo
sesso bagnato. I nostri corpi, a stretto contatto, si fondono l'uno all'altro, completamente avvolti dal
piacere che scivola fra di noi come lava incandescente.
Con un'ultima spinta veniamo insieme, gridando i nostri nomi. Ansimanti, restiamo così: Layla ancora
avvolta a me ed io con il viso nascosto fra le onde dei suoi capelli scompigliati. Ne respiro il
profumo.
Sentirle addosso l'odore di sesso rende il tutto ancora più inebriante. «Credo proprio che potrei
innamorarmi di te.» confesso, ancora assorto e rapito dall'orgasmo fantastico appena provato.
Immediatamente, il suo corpo si irrigidisce. Si libera dalla mia presa, spingendomi via con violenza.
Solo quando incontro il suo sguardo perso e confuso, mi rendo conto di ciò che è appena uscito dalla
mia bocca.
Oh merda! Ma che cazzo mi è passato per la testa?
Come mi è venuto di sparare una cavolata del genere?
«Layla, ho detto una cazzata... Io...»
«Non fiatare!» esclama adirata.
«Che cazzo ti prende adesso?» chiedo, infastidito dal tono arrabbiato della sua voce.
Dopo essersi riavvolta tra le pieghe del lenzuolo che era a terra, si volta verso di me.
I suoi occhi color miele scintillano di una luce nuova e indecifrabile. «Che cazzo prende a me? Direi
che cazzo prende a te?» sbotta, con sempre più rabbia. «Te ne esci con una frase del genere e
pretendi che me ne stia calma?»
«Non credi di esagerare? Non so nemmeno io come mi sia uscita. Mi sarò fatto prendere dalla
scopata fantastica che...»
«Ecco, appunto!» interviene secca, interrompendomi. «È solo una scopata, niente di più. Ricordatelo
la prossima volta che il tuo cervello decide di farti aprire bocca.»
Per un breve istante le sue parole lasciano il segno.
Una strana sensazione si insinua nel mio cuore, ma ricordo immediatamente a me stesso che io sono
Matt Colton e che non sono fatto per l'amore, ma solo per il sesso senza complicazioni.
Layla
«Sei in ritardo! Vuoi forse avermi sulla coscienza?» La voce di Stella arriva alle mie orecchie
stridula e agitata. Direi che è ufficialmente entrata nel mondo delle future spose con la "Sindrome
da stress pre-matrimonio". Sorrido divertita. Un po' la capisco.
Ricordo ancora quando alla mia prima prova dell'abito da sposa... Oddio no! Layla, il passato è
passato! Basta rivangarlo!
Faccio un respiro profondo e torno a concentrarmi su di lei. «Tranquilla futura cognatina. Ci tengo
alla tua salute e soprattutto alla mia. Sono certa che il mio caro fratellone non me la farebbe passare
liscia se ti facessi arrivare alle nozze nervosa e isterica.» dico, avvicinandomi.
I nostri sguardi si incrociano attraverso l'enorme specchio posto di fronte a lei.
È bellissima nel suo abito bianco stile principessa.
Un bustino con lo scollo a cuore, ricamato e tempestato di perline con dettagli in cristallo, le fascia
la vita in modo elegante. L'ampia gonna di tulle ricade a terra con uno strascico ricamato, sul fondo,
da petali di rosa creati con tessuto di raso bianco e impreziositi da un tocco di luce, dato da un
cristallo sulla punta, che rende l'abito ancora più romantico e fiabesco.
«Accidenti, Stella!» sospiro incantata. «Credo proprio che Nic cadrà ai tuoi piedi, vedendoti. Sei
bellissima.» Alle mie parole, un sorriso a trentadue denti le compare sul volto, regalandole quella
serenità che fino a pochi attimi prima sembrava persa.
I suoi occhi scuri brillano, mentre continua a guardarsi allo specchio estasiata. Poco dopo veniamo
raggiunte da Maya che già indossa il suo abito da damigella.
«Finalmente!» afferma, sbuffando. «Le sarte ti stanno aspettando.»
Oggi è ufficialmente la giornata dei rimproveri!
«Credo che voi due abbiate bisogno di una buona e sana scopata.» dico sorridendo, mentre passo
accanto a lei. «Per i miei gusti siete troppo nervose.»
Le do una leggera pacca sul sedere, facendole l'occhiolino. Entrambe scoppiano a ridere, divertite.
Nonostante tutto quello che è successo, Maya ed io siamo diventate buone amiche.
Mark non si è preso gioco solo di me, ma anche di lei, raccontandole un mare di bugie.
Lascio il camerino e vado nella stanza accanto, dove trovo Olga ad aspettarmi, già munita di tutti gli
strumenti del mestiere. È una sarta eccezionale e anche una gran chiacchierona.
Avrà una cinquantina d'anni, eppure non perde mai l'occasione di intrattenerci con i suoi
apprezzamenti verso il genere maschile.
Sono più che certa che abbia già qualche commento sulla punta della lingua, visto che sia Nicholas
che i suoi testimoni sono qui per la prova abito.
«Ecco la mia damigella preferita.» esclama, mentre i suoi occhi mi scrutano con attenzione.
Un sorriso malizioso si disegna sul suo volto segnato da qualche ruga, data dalla vecchiaia.
Non so perché, ma il suo sguardo non promette nulla di buono.
«Vedo che ci siamo divertite stanotte, mia cara.»
Oh mio Dio! Questa donna ne sa una più del diavolo!
Che vergogna... possibile che sia così palese?
Mi sento proprio come se mi avessero beccata in flagrante con il dito nel vasetto della marmellata.
Subito i pensieri corrono all'adone che, poche ore fa, mi ha portato a toccare le vette del piacere e
ogni cellula del mio corpo prende fuoco.
Davanti alla mia reazione imbarazzata, la risata di Olga si fa ancora più fragorosa.
«No comment.» sibilo, sconvolta.
Rossa in viso, mi avvicino al mio abito da damigella in chiffon, color blu cobalto, che è appeso alla
gruccia.
Ha la silhouette in stile impero, a monospalla, con un ornamento che richiama i petali del vestito
della sposa.
Ne accarezzo il tessuto morbido, contemplandone la bellezza. Ho sempre amato questo colore, forse
anche perché era il preferito di mia madre.
A quel pensiero, una lacrima scende sul mio viso.
Quanto vorrei che fosse qui con noi a condividere tutto questo... Quanto vorrei che potesse vedere
la felicità che si legge negli occhi di Nicholas...
Mi scrollo di dosso quest'attimo di fragilità e lo ricaccio in quell'angolo del mio cuore nascosto,
dove albergano tutti i ricordi che fanno male.
Dopo essere stata chiamata dalla sua titolare per un'emergenza, Olga mi lascia sola: «Torno il prima
possibile.» dice, mentre esce dalla stanza.
Attratta dal mio abito, che sembra chiamarmi a sé, decido di indossarlo, senza aspettare il suo
ritorno.
Faccio scivolare il morbido tessuto lungo il mio corpo. Mi guardo allo specchio e ciò che vedo è una
meraviglia. Il contrasto, fra il biondo dei miei capelli e il blu cobalto del vestito, mette in risalto la
mia figura, regalandomi quel fascino intrigante che piace tanto a Matt.
Merda! Non ci posso credere! Lui dovrebbe essere l'ultimo dei miei pensieri e invece...
«Vuoi smetterla di pensare a lui?!» ripeto a me stessa.
«E chi sarebbe questo lui?» La sua voce roca e profonda arriva dritta al mio cuore, provocandomi un
sussulto.
Il suo sguardo da predatore mi incatena a sé, attraverso l'immagine riflessa nello specchio.
Piega leggermente le labbra in un sorriso stuzzicante.
È appoggiato allo stipite della porta, con le mani in tasca. Indossa il suo abito da cerimonia ed è una
visione da mozzare il fiato. Non ci sono sufficienti parole per poter descrivere la bellezza di Matt.
Un piccolo sospiro esce dalle mie labbra, senza che possa impedirlo. I nostri sguardi sono persi l'uno
nell'altro. Si scrutano, si assaggiano.
Si accarezzano silenziosamente.
Frastornata e rapita dalla loro profondità, non mi rendo nemmeno conto che si è portato alle mie
spalle. «Allora?» mormora con la bocca sul mio collo, «me lo vuoi dire a chi stavi pensando?»
Le sue dita magiche accarezzano la mia schiena con maestria, provocandomi un brivido incontrollato.
Con lentezza esasperante, alza la cerniera del mio abito.
Quest'uomo è un vero e proprio pericolo per qualunque donna, ma soprattutto per me!
Gli ormoni iniziano a fare a botte, mentre uno stormo di farfalle si annida nel mio stomaco.
Qualcuno venga a salvarmi... Non ce la posso fare!
Il suo respiro caldo solletica la mia pelle, mentre le sue labbra si posano dolcemente sulla mia
spalla.
«Fa troppo caldo in questa stanza.» ansimo, sopraffatta dalla passione che divampa in ogni parte del
mio corpo.
«Con questo vestito sei una visione, ma devo ammettere che pensarti senza è ancora meglio.»
Sono ufficialmente morta! In questo momento non me ne frega nulla di come ci siamo lasciati
poche ore fa, so solo che desidero la sua bocca sulla mia. Adesso!
«Amico, sei qui dentro?» La voce di Noah irrompe nella stanza come un ordigno appena esploso.
È sulla soglia della porta con i suoi bellissimi occhi azzurri fissi su di noi: sgomento, furioso e ferito.
Matt si allontana da me, bruscamente.
«Noah non è come...»
«Non dire una parola, Matt.» lo interrompe con tono duro. Il suo sguardo è profondo e oscuro come
gli abissi del mare. «Nic ti vuole.»
E se ne va, senza degnarmi di uno sguardo, lasciando un vuoto che porta con sé un gran casino.
«Cazzo!» sbotta Matt, agitato. Si porta una mano fra i capelli, massaggiandosi la testa nervosamente.
«È meglio che tu te ne vada.» asserisco con fermezza.
La reazione di Noah è stato un colpo al cuore.
Per la terza volta gli ho fatto del male senza volerlo.
Mi odio per questo... E odio ancora di più Matt!
Matt
«Amico, aspetta!» urlo, cercando di raggiungere Noah. Allungo il passo e mi porto alle sue spalle.
Cerco di bloccarlo ma in un attimo, senza nemmeno avere il tempo di reagire e capire, mi ritrovo
sbattuto contro il muro con forza.
Noah tiene le mani ancorate al bavero della mia giacca, stringendo con rabbia la presa.
La sua ira è peggio di un cazzotto in pieno viso.
Come ho potuto tradire in questo modo la sua fiducia? Sono un pezzo di merda e un pessimo
amico.
Restiamo immobili, l'uno di fronte all'altro, senza dire una parola. Sono i nostri sguardi a parlare.
Il silenzio fra di noi urla tutto il disprezzo che lui sta provando in questo momento, mentre il senso di
colpa che provo si fa sempre più intenso e insopportabile.
Cazzo! Fa un male atroce.
Abbasso lo sguardo, come il peggiore dei codardi.
Noah molla la presa e indietreggia di qualche passo.
«Non ti azzardare a toccarmi.» sibila a denti stretti. «Sei un bastardo traditore.»
Le sue parole sono spietate e devastanti.
Sono una verità troppo scomoda da poter sopportare.
«Hai ragione. Non avrei mai dovuto avvicinarmi a lei... È solo che...»
Come cazzo faccio a dirgli che Layla è diventata un'ossessione? Che il suo corpo, il suo sorriso, il
suo essere sfuggente e stronza mi hanno completamente rincoglionito? Come cazzo faccio a
confessarlo?
«L'ho sempre saputo che, prima o poi, vi sareste messi insieme.» ammette, lasciandomi a bocca
aperta.
«Noi non stiamo insieme.»
Noah mi fissa incredulo e con ancor più disprezzo. «Mi stai dicendo che te la scopi e basta, come
tutte le puttane che ti sei fatto fino ad ora?»
Il suo tono è ira pura, che prende fuoco.
Alla sua domanda, le parole sembrano non volere uscire dalla mia fottuta bocca.
Ho la testa che mi scoppia e tutti i neuroni del mio cervello sembrano non voler più ragionare.
La verità è che sono solo un bastardo. Un codardo.
A un tratto, lo vedo guardare alle mie spalle.
Il suo sguardo adirato sembra addolcirsi e un velo di preoccupazione colora le sue iridi azzurre.
Il profumo vanigliato di Layla arriva al mio cervello, colpendomi come un fulmine a ciel sereno.
Mi volto, e due occhi color miele mi fissano vuoti e indecifrabili.
Viene verso di noi. Sembra calma e distaccata.
Con tutta l'eleganza che le è sempre appartenuta, ci passa accanto senza dire una parola.
Vorrei fermarla, scuoterla e vederla reagire solo per riuscire a comprendere che diavolo le passa per
la testa.
Vorrei capire se il mio silenzio le ha fatto male o se davvero non gliene frega nulla.
Improvvisamente sento la rabbia montarmi dentro.
Stringo le mani a pugno con forza, fino a farmi male.
I miei occhi restano fissi nei suoi poi, come una calamita, vengono attratti dalle linee armoniose del
suo corpo, con indosso l'abito da damigella.
Sia io che Noah restiamo incantati davanti alla sua bellezza eterea. Prima di scomparire oltre la
porta, alla nostra sinistra, si blocca con la mano sulla maniglia. «Mi dispiace.» sussurra, guardando
di sottecchi Noah, per poi chiudersi la porta alle spalle.
«Complimenti, amico.» dice Noah con freddezza. «Non solo hai tradito me... Ora hai anche ferito lei.
Non ti smentisci mai.»
Incazzato per tutta la situazione che si è venuta a creare, sbotto, fregandomene di tutto quanto: «Io non
ti ho tradito. Sai bene quanto me, che per lei sei e sarai sempre solo un amico. Per cui piantala di
illuderti e lasciala andare una volta per tutte.» dico tutto d'un fiato. «E un'altra cosa... Quello che c'è
tra me e Layla è solo un nostro problema. Stanne fuori.» Nervoso, mi allontano con mille pensieri che
mi martellano in testa.
«Nic non merita le tue bugie.»
Alla sua affermazione, mi blocco interdetto.
«Hai ragione ma, al momento, non ho scelta. E se ci tieni a lui e al suo matrimonio, sono certo che
manterrai il segreto.»
Senza aggiungere altro, mi allontano con un peso sullo stomaco che pare un macigno, tremendamente
insopportabile.
Questo scontro con Noah ha lasciato il segno e ora l'unica cosa che voglio è annegare i miei
dispiaceri nell'alcol. Dopo aver parlato con Nicholas, lascio la boutique e mi dirigo al pub.
Non me ne frega un cazzo se è solo l'ora di pranzo.
Ho bisogno di bere. Ho bisogno di staccarmi da Layla e riprendere in mano la mia vecchia vita,
quella dove una donna era solo divertimento e non complicazioni.
Mi siedo al bancone e richiamo la barista.
Jessica si avvicina con il suo solito sorriso provocante.
È sexy e sa il fatto suo. I suoi riccioli rossi ricadano sulle spalle nude, da dove spicca un tatuaggio
con una rosa avvolta da rami spinati che si intrecciano. Indossa un top nero con la scritta "Don't
touch".
Il tutto abbinato a una minigonna di jeans che lascia scoperte le gambe abbronzate.
Niente tacchi, solo delle semplici All Star nere.
Si appoggia con i gomiti al bancone, sporgendosi a pochi centimetri da me: «Quali pensieri portano
da me il mio cliente preferito, a quest'ora?» chiede maliziosa. «Non dirmi che c'entra una donna,
perché il mio cuore potrebbe uscirne a pezzi, tesoro.» aggiunge scherzosa. Ho sempre adorato questa
donna.
Scopa da Dio ed è la più lontana delle complicazioni.
Jessica è come me: sesso, divertimento e c'est la vie.
«Mi mancavi troppo, piccola.» rispondo, con un pizzico di ironia.
Si inumidisce le labbra, accarezzandole con la lingua.
Le sue dita iniziano a scorrere lungo il mio braccio, fino a infilarsi sotto la manica della mia t-shirt.
Il suo tocco è sicuro e provocante, proprio come lei.
«A questo possiamo porre subito rimedio, mio caro.» Fisso le sue labbra carnose e il buon caro
vecchio Matt torna a sorridere.
Questa è la soluzione a tutto quanto: una sana e fantastica scopata nel retro del magazzino, come ai
vecchi tempi.
Come facevamo spesso... prima che...
«Fanculo!» esclamo, pensando a Layla.
«Stai scherzando, vero?» La voce calda di Jessica mi ridesta dai miei pensieri.
«Scusa, bellezza. Non era per te il fanculo, ma per una stronzetta che prima o poi mi manderà al
manicomio.»
«Mi stai dicendo che esiste davvero una donna nel cuore di Matt Colton, lo scopatore numero uno di
Londra?» domanda incredula.
«Non ti allargare troppo, Jess. Il mio cuore per ora è ancora segregato e al sicuro da voi donne.»
ribatto, con un sorriso tirato. «Ma dammi solo qualche ora e risolvo il problema. Al mio ritorno ti
voglio pronta.» Le prendo il labbro inferiore fra i denti, provocandole un fremito d'eccitazione.
«Come sempre.» sospira, accennando un sorriso.
Esco dal locale convinto e deciso a mettere fine, una volta per tutte, a questa cazzo di ossessione che
porta il nome di Layla Cole.
Salgo in auto e la chiamo al cellulare.
«Che vuoi?» risponde infastidita.
«Dove sei?»
«Matt, non sono affari tuoi.»
«Piccola,» asserisco, rimarcando sul nomignolo che tanto la infastidisce, «sai bene che quando
voglio sapere una cosa niente e nessuno può fermarmi per cui... »
«Sono al mio studio, coglione.»
E riaggancia, lasciandomi di sasso.
Coglione? Non ci posso credere...
Questa donna prima o poi mi farà impazzire!
Layla
Lancio, irritata, il cellulare sul divanetto di pelle.
Ma chi si crede di essere? Il fatto che scopiamo non gli dà di certo il diritto di controllarmi!
Specialmente dopo il suo silenzio alla domanda di Noah.
Scrollo il capo, come a volermi liberare da tutto ciò che è stata questa mattinata e riporto l'attenzione
sul mio lavoro. Intingo il pennello nel color magenta con l'intento di regalare sfumature più intense
alla mia tela ma, ancora distratta dalla telefonata con quello stronzo, commetto un errore da
principianti.
«Maledizione!» esclamo esasperata.
Con un gesto impulsivo sbatto tutto quanto a terra.
Furiosa e tremante dal nervoso fisso i pennelli e i colori sparsi ovunque. Devo assolutamente
cercare di calmarmi!
Mi inginocchio, persa fra i miei pensieri.
«Che casino che ho combinato,» affermo sospirando, «ed è solo colpa tua!»
«Qualcosa mi dice che stai parlando di Matt.»
Mi volto di scatto e vedo Noah alle mie spalle.
I nostri sguardi si incontrano.
Una sensazione di disagio e tristezza pervade il mio cuore quando i suoi bellissimi occhi azzurro
cielo mi scrutano afflitti.
«Ti prego non guardarmi così.» dico mestamente, riabbassando lo sguardo. «Fa troppo male.»
I suoi passi si fanno più vicini.
Si piega sulle ginocchia e porta il suo viso a pochi centimetri dal mio. Mi accarezza dolcemente e
con l'indice asciuga una lacrima, appena scesa sul mio viso. Poi le sue mani calde si posano sulle
mie guance, stringendo leggermente la presa.
Completamente soggiogata dal suo sguardo, mi perdo nell'immensità dei suoi occhi.
«Sto per baciarti.» afferma, senza ammettere repliche.
Il suo tocco e le sue parole arrivano dritti al mio cuore, facendo perdergli un battito. Lascio che le
sue labbra morbide si posino sulle mie, silenziosamente.
È un bacio dolce, lento. Così rassicurante.
Niente a che vedere con quelli di Matt, così passionali e intriganti.
«Bravi, vi faccio i miei complimenti!»
Improvvisamente, la sua voce, accompagnata da un applauso ironico, scuote il mio corpo, la mia
anima e il mio cuore. Mi allontano da Noah e mi rialzo in tutta fretta. Lo sguardo di Matt è furente.
Ogni muscolo del suo corpo è rigido e contratto.
Tiene i suoi occhi fissi su di me. La luce del desiderio e della passione ha lasciato posto al disgusto.
Oddio! Che diavolo ho combinato!
Dopo attimi interminabili, le parole escono dalla sua bocca, come una pugnalata in pieno petto: «Sai
che ti dico, amico?» dice rivolgendosi a Noah, ma tenendo sempre lo sguardo su di me.
«Prenditela... Non me ne frega un cazzo!»
Senza nemmeno darmi il tempo di reagire, se ne va come una furia, lasciandomi senza parole.
«Non può averlo detto davvero...» ripeto a me stessa, incredula.
«Layla...» Noah mi sfiora un braccio ma, con durezza, mi scosto dal suo tocco.
I nostri occhi tornano a guardarsi, ma senza più alcuna alchimia. Quell'attimo è stato solo
un'illusione.
Così tutto diventa chiaro. «Io non sono innamorata di te, Noah. E non potrò mai esserlo.»
Alla mia affermazione, l'azzurro dei suoi occhi diventa come mare in tempesta, travolgendomi in un
vortice di sensazioni che fanno male.
«Mi stai dicendo che lo sei di Matt?»
«Ti sto dicendo che non voglio illuderti.» dico dispiaciuta, ma con dolcezza. «È stato uno sbaglio
ricambiare il tuo bacio, perché io non potrò mai amarti. Tu per me sei come un fratello, niente di
più.»
«Lui non ti renderà mai felice. Non è fatto per l'amore.»
«Ma è fatto per me.» affermo, senza riflettere.
Ma perché deve essere sempre tutto così complicato?
Noah inspira profondamente e, ferito, allontana il suo sguardo dal mio. «A questo punto non ha più
senso per me rimanere. Dopo il matrimonio di Nicholas partirò. Ho bisogno di allontanarmi...
Allontanarmi da te.»
Ma perché fa così male sentirglielo dire? In fondo ha ragione. È giusto che cerchi il suo domani
lontano da me. Lui merita una donna che lo sappia amare in modo incondizionato e con tutta se
stessa...
E io non sono quella donna.
Con il cuore in lacrime, senza pensarci, lo abbraccio forte, sapendo che sarà l'ultima volta.
«Ricordati che ci sarò sempre per te.» sussurro.
Lui ricambia la mia stretta, stringendomi a sé con trasporto e dolcezza. «Non erano queste le parole
che avrei voluto sentirti dire, ma credo che dovrò farmene una ragione.» bisbiglia al mio orecchio.
Mi guarda un'ultima volta, accennando un sorriso triste, poi se ne va, lasciandomi sola con un
groviglio di emozioni che mi tolgono il respiro.
Raccolgo il materiale ancora sparso a terra.
Piccoli e lenti movimenti accompagnano le mie mani, che agiscono in modo meccanico e distaccato.
Vorrei concentrarmi su quello che sto facendo, ma è più forte di me: il pensiero corre lontano da
queste mura.
Vaga tra emozioni contrastanti e difficili da accettare, alla ricerca di quelle parole che mi hanno
deluso e ferito. A quello sguardo che ha inferto la prima crepa al mio cuore. A quegli occhi profondi
e scuri che si sono insediati nella mia mente e sono ormai un tormento.
Maledetto Matt Colton! Ti odio!
Rabbia, frustrazione e voglia di urlare prendono il sopravvento e come una furia prendo le chiavi
dell'auto ed esco dallo studio.
Devo assolutamente far capire a quello stronzo di Matt che non può trattarmi come un giocattolo.
Solo io posso decidere chi frequentare e con chi divertirmi.
Lui non è nessuno per trattarmi in questo modo!
Supero ogni limite di velocità e, una decina di minuti dopo, mi ritrovo davanti al suo appartamento.
Il mio corpo vibra di una furia cieca, eppure sento il cuore battermi all'impazzata.
Non sopporto l'idea di essere sopraffatta da questa miriade di sentimenti contrastanti, specialmente
se dovuti a un uomo.
Faccio un respiro profondo e vado alla ricerca di tutto il coraggio e la determinazione che possiedo
per poter così affrontare colui che ormai è la complicazione numero uno nella mia vita.
Busso alla porta con forza.
Rumori, non ben definiti, arrivano alle mie orecchie.
Giuro che se lo trovo in compagnia di qualcuna lo ammazzo!
Continuo a bussare con sempre più veemenza, fino a quando non sento un: «Non c'è nessuno.»
provenire dall'interno.
Ma stiamo scherzando?
Mi prende pure in giro, adesso?
«Fammi entrare Matt, subito! Altrimenti, ti giuro, che faccio un macello.» urlo come una pazza.
Pochi secondi dopo, la porta si apre e il suo sguardo ipnotico accarezza ogni parte del mio corpo, già
in fibrillazione davanti ai suoi occhi scuri e profondi.
Si passa una mano fra i capelli scompigliati.
Un sorriso beffardo fa capolino sulle sue labbra carnose, contornate da quell'accenno di pizzetto che
ne delinea i tratti in modo sensuale ed eccitante.
Resto inebetita a fissare la sua bocca, senza riuscire a fiatare.
Ma come diavolo ci riesce? Come è possibile che riesca sempre a mandarmi fuori di testa e a
farmi questo effetto?
Dove cavolo è finita tutta la mia rabbia di poco fa?
Accortosi del mio momento di confusione, si avvicina fino a sfiorarmi.
I suoi occhi si fanno freddi e distaccati. «Vattene!» sibila, lasciandomi esterrefatta.
Matt
Ma chi cazzo si crede di essere? Si fa uno dei miei migliori amici e poi si presenta come una pazza
furiosa alla mia porta, incazzata nera?
Altro che tornare a casa. Sarei dovuto andare da Jessica e farmela, fregandomene di tutto...
Soprattutto della donna che se ne sta di fronte a me, inviperita.
I suoi occhi color miele mi fissano furenti.
Punta un dito contro il mio petto, spingendomi all'interno. «Brutto stronzo che non sei altro,» dice
sempre più adirata, «io non sono un tuo giocattolo e, soprattutto, non sono una delle tue tante puttane
che ti scopi. Hai capito coglione che non sei altro?!»
Il mio sguardo è fisso sulle sue labbra, che si muovono a rallentatore. Vorrei chiuderle quella
maledetta bocca in grado di ispirarmi le fantasie più torbide, sbatterla al muro e farle capire che
nessuna donna può prendersi gioco di Matt Colton.
Ma non le darò questa soddisfazione.
Resto in silenzio. Layla mi osserva confusa.
La mia non reazione l'ha decisamente spiazzata.
Fa lunghi e profondi respiri, cercando di riprendere fiato. È pronta alla battaglia. Lo capisco dal suo
corpo teso e da quello sguardo da combattente che le si legge in viso.
«Allora? Dì qualcosa, altrimenti ti giuro che...»
Come un avvoltoio mi butto sulla mia preda, impossessandomi di quella bocca rosata che, per i miei
gusti, ha già parlato troppo.
Stringo il suo viso fra le mani, mentre le mie labbra assaporano le sue, succhiandole e dando inizio a
una lotta fatta di bramosia e passione.
Layla ricambia il bacio con avidità.
Con un gesto secco e audace, mi sfila la t-shirt per poi portare le sue mani vellutate sul bottone dei
miei jeans. Mentre slaccia la cerniera, liberando la mia erezione già pronta e sull'attenti, la mia
bocca scivola sul suo collo, provocandole piccoli ansiti di piacere.
Completamente travolto dal desiderio, la spoglio in un batter d'occhio, lasciandole addosso solo i
suoi tacchi vertiginosi. Dio! È così eccitante e sexy!
Mi stacco da lei di qualche centimetro per bearmi di tutta la sua bellezza. «Sei una meraviglia della
natura.» le dico, sopraffatto dal momento.
«Basta chiacchiere, Colton. Direi che è il momento di agire.»
Sogghigno maliziosamente.
Questa donna sarà la mia rovina, ma non posso di certo deluderla...
Faccio scivolare la mia mano lungo il suo corpo, fino al monte di venere.
Con la lingua accarezzo e mordicchio i suoi bellissimi capezzoli rosati, mentre le mie dita iniziano a
giocare con il suo clitoride, fino a insinuarsi fra le labbra della sua intimità, per poi penetrarla con
lentezza.
Layla si muove a ritmo delle mie mani, incitando ogni mio movimento.
Geme completamente alla mia mercé, venendo sulle mie dita. Ne assaggio il sapore così
tremendamente inebriante. Al mio gesto i suoi occhi si infiammano, trasformandosi in tizzoni ardenti
capaci di scatenare ondate di pura estasi.
«Ti voglio dentro di me, adesso!» sospira, ancora persa nei meandri dell'orgasmo appena provato.
Mi spinge sul divano di pelle nero, facendomi sedere.
Resta a guardarmi, immobile e in piedi di fronte a me per qualche secondo.
Si passa la lingua umida sulle labbra, come se stesse per pregustarsi il suo dolce preferito. Sorride e
il mio amico in basso si fa ancora più duro. «Layla, se non ti scopo immediatamente potrei
impazzire.» affermo, ormai al limite della sopportazione.
Si avvicina, tenendo il labbro inferiore fra i denti.
Adesso muoio! Non ce la posso fare!
Ogni secondo sta diventando una vera e propria tortura.
Finalmente, si mette a cavalcioni sopra di me e spinge lentamente sulla mia erezione. Affondo dentro
di lei.
Questo è il paradiso. È calda, accogliente...
È come toccare il cielo con un dito.
Le nostre bocche tornano a cercarsi con ancora più smania e necessità. Layla stringe le braccia
attorno al mio collo. Le sue dita si insinuano fra i miei capelli, tirandoli leggermente, mentre le mie
mani si posano sui suoi glutei dandole il ritmo che voglio, ad ogni spinta. I nostri corpi sono
avvinghiati l'uno all'altro, persi fra le note del piacere.
Ad ogni affondo la voglia che ho di lei è sempre più forte e disarmante.
Sto impazzendo, e lei con me.
Sento i suoi muscoli contrarsi attorno alla mia erezione. «Vieni per me.» le sussurro con voce roca e
profonda. Insieme tocchiamo il picco del piacere, soddisfatti e appagati.
Layla tiene il viso nascosto nell'incavo del mio collo.
I suoi respiri ansimanti e caldi accarezzano la mia pelle nuda, provocandomi ondate di nuova estasi.
Ne avrò mai abbastanza di questa donna?
Con le dita le sfioro la schiena, lungo tutta la colonna vertebrale.
Al mio tocco sussulta leggermente, riportando il suo sguardo su di me.
Restiamo così, immobili... Io ancora dentro di lei, a fissarci, ma senza dire una parola,
completamente soggiogati da questo gioco di seduzione.
Le scosto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, senza mai distogliere i miei occhi dai suoi.
Il mio cuore batte sempre più veloce, sempre più voglioso. La verità è che anche lui vuole sapere.
«Perché lo hai baciato?»
Ho bisogno di saperlo... Io devo saperlo!
La mia domanda la lascia confusa e interdetta ma poi, un sorriso birichino compare sulle sue labbra
provocanti, innervosendomi.
«Come non detto.» affermo, scostandola da me e alzandomi.
Vado in cucina e apro il frigorifero, per prendere una birra ghiacciata.
«La gelosia non ti si addice per niente, Colton.»
«Fanculo, Layla.»
Bevo tutto d'un fiato la birra e sbatto la lattina vuota sul marmo del bancone, in modo brusco e
feroce.
Al mio gesto la vedo sgranare gli occhi, intimorita.
È ancora ai piedi del divano, nuda e rigida come una statuina. Con indifferenza, mi dirigo verso la
camera da letto. Il rumore dei tacchi che ancora indossa, si fa sempre più vicino, fino a portarsi alle
mie spalle e quel calore, ormai tanto familiare, attraversa il mio corpo, accarezzandone ogni
centimetro.
Ma che cazzo mi succede?
Da quando una donna ha questo potere su di me?
«Forse è meglio se te ne vai.» dico con freddezza.
Non posso più andare avanti così.
Questa ossessione deve sparire, dileguarsi e subito!
«Non penso proprio!» ribatte con tono di sfida.
Mi volto verso di lei, incredulo: «Non ho più voglia di giocare, Layla... Lo vuoi capire?»
«Giocare? Dici sul serio?» chiede, sorridendo nervosa. «Perché se è questo ciò che credi, non hai
capito nulla della sottoscritta.»
Fa un respiro profondo. Si morde le labbra come se volesse fermare le parole, senza però esserne
capace. «Noah per me è solo un amico, un fratello. Quel bacio non significa nulla. È stato uno
sbaglio, un attimo di debolezza e lui lo sa.»
La sua voce è titubante e insicura.
Dove cazzo è finita tutta la sicurezza di poco fa? Perché parlare di Noah la rende così nervosa?
«La scusa non regge, tesoro.» affermo, dandole nuovamente le spalle.
«Sei proprio un coglione!»
I suoi tacchi, tanto sexy, tornano a rumoreggiare fra le pareti della camera. Mi volto e la guardo
allontanarsi. Osservo il suo bellissimo corpo ondeggiare e portarsi fuori dalla stanza.
Incazzato ed eccitato allo stesso tempo, le vado dietro.
Colton sei patetico!
«E tu sei una stronza!» urlo, alle sue spalle.
Layla si blocca, impietrita.
Il suo respiro è lento e pesante.
La guerra sta per iniziare!
Layla
Giuro che, nei miei 26 anni di vita, non ho mai conosciuto un uomo tanto coglione ed esasperante
come Matt Colton!
Ha questa dannata capacità di tirare fuori il meglio, ma anche il peggio di me.
Che poi... Io stronza? Vogliamo parlare di lui?
Dio... Che rabbia! Giuro che lo uccido...
Lui e quella testa bacata che si ritrova.
Riporto il mio sguardo furente su di lui.
Se ne sta di fronte a me in tutta la sua nudità perfetta, proprio come mamma lo ha fatto.
Layla non devi assolutamente pensare a quel corpo così virile e ben definito. Distogli subito lo
sguardo da quelle spalle e braccia muscolose, da quegli addominali che sembrano disegnati e dal
suo...
Oh Cristo Santo! Non ce la posso fare!
Matt mi fissa sconcertato, poi un sorriso soddisfatto e compiaciuto compare sulle sue labbra carnose.
È ufficiale: quest'uomo mi ha trasformata in una ninfomane!
Il desiderio che provo per lui ha rimescolato le carte per l'ennesima volta.
«Direi che il tuo silenzio è una gran vittoria per me.» afferma, sogghignando.
«Tu sei pazzo e io devo andarmene da qua, subito.»
Raccolgo i miei vestiti e li indosso il più in fretta possibile.
Se solo Matt provasse a toccarmi, sono certa che mi scioglierei come neve al sole e non deve
succedere.
Non posso permetterlo!
«Paura, tesoro?» La sua voce calda, mista a quel pizzico di strafottenza, arriva dritta al mio cuore,
colpendolo.
Possibile che per l'ennesima volta mi abbia letta dentro? Forse tutto questo sta diventando
qualcosa di più del semplice sesso, e io non voglio accettarlo.
Forse ho davvero paura... Paura di tornare ad amare e a fidarmi ancora di qualcuno.
«Tanta quanta ne hai tu, Colton.» controbatto decisa, cercando di nascondere tutti i miei timori e
questo caos che alberga nella mia mente.
«Che vuoi dire?» È sconcertato.
Bene, perché non mi piace che abbia sempre le redini del gioco nelle sue mani.
«Parli di paura quando sei tu il primo ad averne.» mormoro, senza alzare lo sguardo su di lui.
Il suo corpo nudo è un pericolo troppo grande per i miei ormoni "Colton dipendenti".
Con mani tremanti, cerco di allacciare i tre bottoni della scollatura del mio vestito, ma senza
riuscirci.
Sono nervosa e il suo silenzio rende il tutto ancora più complicato.
A un tratto, le mani di Matt si stringono ai miei polsi.
Sento il cuore battermi, impazzito.
Stormi di farfalle si annidano nel mio stomaco, procurandomi sensazioni inaspettate e travolgenti.
Dopo secondi che paiono infiniti, alzo lo sguardo e nostri occhi si scontrano in un turbine di emozioni
troppo grandi e inspiegabili. Sento l'aria dissolversi.
Ho bisogno di respirare...
Ho bisogno di non perdermi nel profondo dei suoi occhi così intensi e... penetranti. È come se
stessero scavando fra i miei pensieri più nascosti.
Cercano, scrutano... alla ricerca di risposte che nemmeno io ho. «Lasciami andare.» sussurro senza
convinzione.
Le mie parole sembrano sparire, risucchiate da questo attimo che porta con sé una nuova
consapevolezza: Matt Colton sta nuovamente crepando il mio cuore... e fa paura. Troppa paura.
«Hai ragione. Ho paura.» ammette, sconvolgendomi. «Perché per la prima volta in 34 anni, quando
mi guardo allo specchio, non mi riconosco.»
«C-che vuoi dire?» chiedo con il cuore in gola.
Sono troppo agitata...
Devo cercare di calmarmi.
«Che non so più cosa voglio.» I suoi occhi scuri diventano ancora più enigmatici e provocanti. «So
solo che voglio te, che ti desidero in ogni momento della giornata. Tu sei la mia droga Layla e
quando ti ho vista baciare Noah... Dioooo, giuro che lo avrei ammazzato.» sbotta, tutto d'un fiato.
Le sue dita, maestre di piacere, mollano la presa, liberandomi dalla sua stretta e lasciandomi
addosso una strana sensazione di vuoto. Si porta entrambe le mani fra i folti capelli castani,
scompigliandoli quanto basta per renderlo ancora più sexy.
Come se non lo fosse già abbastanza...
Accidenti! Mi sento come un burattino in attesa che Matt Colton ne muova i fili a suo piacimento...
e non voglio!
Inspira profondamente. Sembra nervoso e agitato.
Improvvisamente, mi prende il viso fra le mani, rubandomi un sospiro. Le nostre labbra sono vicine...
tremendamente vicine.
«Io voglio che questi meravigliosi occhi color miele, che ardono ogni qualvolta mi scrutano, siano
solo per me. Io non ti voglio condividere con nessuno. Tu-sei-mia!» Completamente svuotata da ogni
pensiero, e ancora persa nelle sue parole, lascio che la sua bocca si prenda la sua rivincita.
Mi bacia accarezzando con la lingua le mie labbra umide, fino ad aprirsi il varco e trovare la mia.
È una danza erotica, dove i nostri sapori si inebriano l'uno dell'altro. Un preludio di dolcezza e
desiderio.
Secondi, minuti... Con Matt tutto diventa infinito, travolgente ed eccitante.
Poi, un pensiero riassale e la realtà torna a bussare più devastante di prima.
Non posso buttarmi in una storia con lui.
Non sono pronta.
«Aspetta...» ansimo, staccandomi dalle sue labbra. «Forse dovremmo prenderci una pausa da tutto
questo.»
Matt mi fissa incredulo.
Come dargli torto... Dopo una confessione del genere dovrei buttarmi fra le sue braccia, non
uscirmene con una frase del genere.
Un sorriso amaro compare sul suo viso sconsolato.
Scuote leggermente la testa, poi abbassa lo sguardo e, in quel preciso istante, so che niente sarà più
come prima.
«Credo proprio che sia ora che tu te ne vada.»
«Matt...»
«Layla,» mi interrompe bruscamente, «sei stata più che chiara. Te ne devi andare.» Il suo sguardo è
freddo e distaccato. La passione bruciante, che gli regala quella luce che tanto amo, si è come
dissolta... sparita. Ben mi sta! Me la sono cercata.
Eppure il vuoto che sento, in questo momento, sembra consumarmi poco a poco e sempre di più.
Vorrei poter riportare indietro le lancette del tempo e...
Ma a chi la voglio raccontare...
Le mie paure sono troppo radicate nella mia anima per potermele lasciare alle spalle.
Matt non potrà mai essere la mia colla come Nicholas lo è stato per Stella.
Per me non esistono cerotti o bende speciali capaci di cicatrizzare le mie ferite, alleviandone il
dolore.
Loro continuano a sanguinare.
Sanguinano da quel maledetto giorno.
Dal giorno in cui Mark si è portato via i miei sogni e la mia voglia di amare.
«Non volevo che finisse così.» mormoro con voce flebile. Una risata fredda e pungente colpisce il
mio cuore, allargando ancora di più quella crepa che porta il nome di Matt Colton.
Poi la crepa diventa una vera e propria ferita: «Niente può finire se non è mai iniziato.» dice,
voltandomi le spalle.
Sento le lacrime inumidire i miei occhi, ma non voglio piangere. Non davanti a lui.
Ho cercato in tutti modi di non scottarmi.
Mi sono buttata in questa specie di relazione cercando di tenere lontani i sentimenti, ma è stato un
totale fallimento. E questo è il risultato.
Questo è un addio, e forse è la cosa migliore per tutti.
Matt
Sono passati due fottuti giorni da quando Layla se ne è andata dal mio appartamento.
E sono due fottuti giorni che sono intrattabile, nervoso e non scopo.
Sì! Da quando questa specie di nostra relazione è finita, non sono riuscito ad andare con nessun'altra.
Quella stronzetta deve avermi fatto qualche sortilegio del cavolo, perché non ha senso quello che mi
sta accadendo. Sono totalmente rincoglionito.
«Fanculo!» esclamo, dando voce ai miei pensieri.
«Ehi amico, ma che ti prende? Sono giorni che sembra tu abbia un diavolo per capello.»
Guardo Nicholas torvo, ma senza dire una parola.
Si sposa fra due giorni e non ho alcuna intenzione di rovinargli il giorno più bello della sua vita.
Stella l'ha trasformato in un uomo nuovo.
Gli ha regalato quel domani che si merita. Lui più di chiunque altro. In fondo l'ho sempre saputo che
Nic era fatto per amare, doveva solo trovare la donna giusta. La donna che lo facesse capitolare, e
Stella è sicuramente quella donna... La sua anima gemella.
«Forse qualcuna ti sta facendo penare più del dovuto?» continua imperterrito.
A quelle parole sbuffo infastidito, mentre prendo le valige dall'auto: «Odio le donne.» bisbiglio
acido.
Nicholas scoppia in una risata fragorosa, attirando l'attenzione della sua futura moglie, che si
avvicina incuriosita. Lo abbraccia da dietro con trasporto. Ogni volta che quei due sono insieme una
luce particolare sembra avvolgerli.
L'amore che provano l'uno per l'altra è qualcosa di unico e straordinario. Si appartengono e solo un
cieco potrebbe non accorgersene.
Invidio la loro felicità...
Matt non dire cazzate. Tu non sei fatto per l'amore!
Ricordatelo... Tu sei fatto per te stesso e per le donne. Punto.
«Cos'è che ti fa ridere così tanto, amore mio?»
«Lascia perdere, Stella. Il tuo futuro marito ha solo voglia di rompere le palle al sottoscritto.»
A un tratto, il motore rombante della Ferrari Cabriolet di Layla irrompe fra i nostri discorsi.
Stella e Nicholas si sposeranno sulla spiaggia di Woolacombe Beach, lo stesso luogo dove anche i
genitori di Nic si sono scambiati le loro promesse d'amore. I Cole possiedono una mega villa, che da
proprio sulla spiaggia privata, per cui i due futuri sposini hanno avuto la brillante idea di farci
riunire qui, due giorni prima delle nozze, per festeggiare anche l'addio al nubilato e al celibato... tutti
insieme.
Questo vuol dire che sarò a stretto contatto con Layla, e la cosa non mi entusiasma per niente.
Scende dall'auto in tutto il suo splendore.
Indossa un vestitino corto color verde acqua, che le fascia ogni curva in modo intrigante ed eccitante,
lasciando scoperte le spalle e quel collo che vorrei assaporare e assaggiare in ogni centimetro di
pelle.
Il vento caldo di North Devon scompiglia i suoi lunghi capelli biondi, regalandole quel tocco
sensuale capace di mandarmi completamente in tilt.
Matt stai calmo!
È uscita dalla tua vita, cerca di ricordarlo!
Ma come faccio a farlo capire anche al mio amico in basso?
Faccio un respiro profondo e cerco di distogliere ogni pensiero torbido dalla donna che ormai mi
ossessiona notte e giorno.
È in compagnia di Maya. Devo ammettere che pure lei è un bel bocconcino. I suoi occhi verdi sono
due calamite che attirano all'istante, ma mai quanto quelli di Layla. I suoi sono oro puro,
incandescente.
Piantala Colton! Non puoi continuare così.
Devi darci un taglio!
«Siete arrivate giusto in tempo per godervi lo spettacolo di Matt.» dice Nicholas, divertito.
Amico, giuro che ti ammazzo!
«Stella tieni buono il tuo futuro marito, altrimenti potresti ritrovarti vedova ancor prima di sposarti.»
Senza degnare nessuno di uno sguardo, mollo le valige accanto all'auto e mi incammino verso la
spiaggia. Ho bisogno di stare solo e soprattutto di allontanarmi da Layla.
Guardo le onde del mare sbattere contro gli scogli che circondano la baia. Che spettacolo!
Mi lascio cullare dal profumo di salsedine e dal rumore delle onde che sembrano rapire ogni mio
pensiero. Osservo l'orizzonte incantato, immerso nelle memorie del passato.
Conosco bene questa spiaggia.
È l'ultimo ricordo che ho di mio padre.
«Guarda il mare, figliolo.» dice, mentre mi avvolge un braccio attorno alle spalle minute. «È
immenso, travolgente e non si ferma davanti a nulla. Le sue onde si frantumano contro gli scogli,
ma lui continua il suo cammino nonostante l'ostacolo. Il mare non si arrende mai. E tu dovrai fare
lo stesso nella vita.»
«Allora io sarò il mare?»
«Piccolo mio,» si piega sulle ginocchia, sorridendo. I nostri occhi sono l'uno di fronte all'altro,
«sì, tu sarai coraggioso come il mare. Affronterai gli ostacoli a testa alta, perché tu sei Matt
Colton. Diventerai un vero uomo, un padre meraviglioso. E un giorno porterai tuo figlio proprio
qui e gli dirai le stesse parole che io ho detto a te.»
«Ci sarai anche tu con noi, papà?»
«E chi lo sa. Però ricordati sempre che ovunque sarò, io sarò sempre con te, nel tuo cuore.»
A quel ricordo, una lacrima scende sul mio viso.
«Non credo di essere diventato il grand'uomo che volevi, papà.» mormoro, regalando le mie parole
al vento.
«Nicholas mi ha mandato a cercarti.» La voce dolce e calda di Layla mi ridesta dai miei pensieri.
Mi volto verso di lei. Ha gli occhi tristi e, quando il suo sguardo incontra il mio, tutto ciò che ci sta
attorno sembra sparire... cancellarsi.
Come se esistessimo solo noi. Lei ed io.
Ancora travolto dal ricordo di mio padre, le afferro un polso e la trascino fra le mie braccia. Colta di
sorpresa, si lascia avvolgere dal mio abbraccio, senza dire una parola.
Ho bisogno di sentirmi amato per un solo istante.
Ho bisogno di lei, solo ed esclusivamente di lei.
Stupore e batticuore fanno da sottofondo ai nostri corpi legati e febbricitanti. Il suo profumo
accarezza i miei sensi, risvegliando quella passione mai assopita.
«Mi manchi.» bisbiglia al mio orecchio.
«Cosa stiamo facendo, Layla? Perché io non ci sto capendo più nulla. Prima vuoi chiudere e adesso
mi dici che ti manco.»
Mi chiedo dove ci porterà tutto questo...
«Io non lo so.» e mi allontana quel che basta per guardarmi dritto negli occhi. Poi avvicina le sue
morbide labbra alle mie e mi bacia.
È un bacio lento, sentito. Le nostre lingue si sfiorano, legandosi in modo sensuale e senza bramosia.
Sento il cuore battermi all'impazzata. La sua tenerezza sembra riscaldare la mia anima fredda e
oscura. Mi lascio travolgere da questa sensazione di beatitudine e calore.
Per la prima volta in tutta la mia vita, mi sento amato da una donna per ciò che sono.
Layla
Restiamo accoccolati senza dire una parola.
Quando l'ho visto perso fra i suoi pensieri, con lo sguardo rivolto verso il mare, il mio cuore ha
perso un battito. Un brivido di piacere ha pervaso il mio corpo e un sospiro ha accompagnato la mia
tensione.
Poi... quella lacrima sul suo viso e... tutto si è trasformato in dolcezza, in voglia di stringerlo forte
fra le mie braccia.
Il Matt Colton sempre sicuro di sé e sfrontato ha tolto la sua maschera per lasciare spazio al suo lato
fragile e indifeso.
«Ho mentito.» mormoro, ancora stretta a lui.
«Di cosa parli?» La sua voce si fa improvvisamente tesa e nervosa.
«Non mi ha mandata Nic a cercarti. Ti ho visto dal terrazzo e...» Sento le parole morirmi in gola.
Aprirmi a lui è troppo difficile e lasciarmi andare fa ancora più paura.
«E...?» insiste lui, sfiorandomi la guancia.
Il suo tocco è magico, penetrante... capace di scuotere ogni cellula del mio corpo, portando a galla
tutti i bei momenti passati insieme.
L'aria attorno a noi sembra dissolversi.
Mi manca il respiro.
Matt è come un salto nel buio.
Un salto senza certezze, pericoloso. È adrenalina pura.
«È meglio se rientriamo. Nic potrebbe insospettirsi.» dico, distogliendo lo sguardo dal suo
bellissimo viso.
«Tu mi farai impazzire, prima o poi, Layla Cole.»
Le sue labbra si posano sulla mia fronte.
Chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare da questo momento intimo e tutto nostro. Un momento
carico di contraddizioni, ma anche di emozioni nuove e... travolgenti.
Torniamo alla villa nel silenzio più totale, indossando nuovamente le nostre maschere di sempre.
Quelle che non osiamo mai togliere di fronte agli altri.
Le nostre fragilità e quel senso di appartenersi vissuto pochi minuti fa sono rimasti su quel pezzo di
spiaggia desolato, cullati delle onde del mare.
Non appartengono più a noi.
«Credo sia il caso che entri tu per prima. Non sia mai che Nic si insospettisca.»
Il suo tono è ironico e leggermente infastidito.
In silenzio varco la porta, lasciandolo dietro di me.
Nicholas, Stella e Maya sono comodamente seduti a tavola. Poi, la mia attenzione viene catturata da
due occhi color cielo, a poca distanza da me.
«Ciao.» dico con un pizzico di imbarazzo.
Noah mi scruta da capo a piedi.
Il suo sguardo è indecifrabile. «Ciao.» risponde, senza mai staccare lo sguardo da me.
«Ragazzi, ho fame.» Matt sopraggiunge alle mie spalle facendo finta di niente, come se nulla fosse.
Ma tutta la sua intraprendenza scompare nel momento esatto in cui si accorge della presenza di Noah.
La tensione sui loro volti è palese, e tremendamente sconcertante.
Tutti i presenti sembrano notare la situazione insolita che si è venuta a creare.
Sapere di esserne io la causa non facilita di certo le cose. Mi sento morire!
«Che diavolo succede qui?» Nicholas si rivolge a entrambi, confuso e preoccupato.
Mio diooo... se dovesse scoprire di Matt e me sarebbe la fine.
«Nulla, amico. Non ti preoccupare. Io e Matt abbiamo avuto solo qualche divergenza in merito a un
affare che mi sta a cuore. Niente di ché. Tranquillo.»
«Un affare?!» Sorrido amaramente, mentre le parole mi escono di bocca involontariamente.
Adesso sono diventata un affare?!
«Ma che vi prende, oggi?»
Stella si porta accanto a Nicholas, accarezzandogli dolcemente le spalle: «Io credo che abbiamo tutti
quanti bisogno di riposare un po', prima di questa sera.» afferma, cercando di calmarlo.
I nostri sguardi si incontrano e i suoi occhi scuri mi fissano dubbiosi. Mi conosce fin troppo bene per
non capire che c'è qualcosa che bolle in pentola.
«Stella ha ragione. È arrivato il momento di lasciarci "questi affari" alle spalle.» asserisco,
lanciando uno sguardo veloce sia a Matt che a Noah. «A dopo.»
Salgo le scale che portano al piano di sopra, dove si trovano le camere da letto.
Sento gli sguardi di tutti puntati addosso, ma non mi importa. Ora, l'unica cosa che voglio è lavare
via tutti questi pensieri, e una doccia calda è proprio quello che mi ci vuole.
Entro in camera da letto e mi lascio cadere, a peso morto, sul materasso coperto da lenzuola di seta.
Adoro la sensazione che mi regala sulla pelle questo tessuto. È come una carezza audace che ti sfiora
con delicatezza.
Chiudo gli occhi e resto in silenzio ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e il rumore del mare che
provengono dall'esterno. Per un istante, il pensiero torna a Matt e al momento vissuto in spiaggia.
Un piccolo sorriso si disegna sul mio viso.
Basta pensarci... è stato solo un momento regalato al vento... Non conta nulla!
Mi spoglio, lasciando i vesti a terra.
Pochi minuti dopo sono completamente immersa fra le bolle di sapone della jacuzzi.
Che pace... Potrei restarmene qui per ore e ore.
Chiudo gli occhi in completo relax... e mi lascio cullare dal tepore dell'acqua calda, che profuma di
fragola. Sento Morfeo chiamarmi a sé...
Sono completamente in estasi...
Che piacevole sensazione...è come se qualcuno...
«Ancora... Ti prego non smettere.» biascico assopita, e ancora immersa in un mondo sognante. «Amo
come mi tocchi...» Un brivido caldo ed eccitante pervade il mio corpo, regalandomi un sussulto di
piacere.
Dita virili ed esperte accarezzano il mio collo, fino a scendere lungo le mie spalle e poi sulle mie
braccia, appoggiate ai bordi della vasca.
È un tocco audace, provocante e… familiare.
Schiudo gli occhi e mi volto lentamente.
Le labbra di Matt sfiorano il mio collo con la sua solita maestria. La sua barba accennata pizzica la
mia pelle, provocandomi tremolii di pura estasi.
«Sai di vaniglia e fragola.» sussurra, mentre la sua mano continua la sua discesa, sfiorandomi i seni e
poi sempre più giù, fino a immergersi nelle acque torbide del mio piacere.
«Matt...» ansimo, soggiogata dal suo tocco.
Chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere dalla magia del desiderio. Ogni movimento delle sue dita è
musica per il mio corpo.
Una musica capace di toccare corde addormentate e vogliose di vibrare.
Voglio di più... molto di più.
Lo voglio dentro di me, adesso!
Inarco la schiena sopraffatta dall'orgasmo che sto per raggiungere. Matt sfiora il lobo del mio
orecchio, provocandomi l'ennesimo ansito.
«Amo guardarti mentre vieni. È la cosa più eccitante che io abbia mai visto, ma non sarà questo il
giorno.» mormora, togliendo le sue dita magiche dal mio sesso, prima che io possa raggiungere
l'apoteosi.
Matt
Sentirla gemere è musica per le mie orecchie.
Ogni suono che esce dalla sua bocca eccitata è fuoco che arde. Mi avvolge... Mi infiamma, mentre il
suo desiderio sembra chiamarmi, supplicarmi.
Mi vuole... con tutta se stessa. Lo percepisco dal fiato corto e dalla tensione del suo viso
febbricitante, ma non le darò mai questa soddisfazione.
Voleva una pausa? Sarà accontentata.
Un piccolo assaggio, ma senza gustarsi il biscotto.
È questo ciò che si merita!
Mi allontano da lei con un sorriso beffardo stampato in volto. I suoi occhi si voltano di scatto verso
di me, bruciandomi.
«Stai scherzando, vero?» chiede scioccata.
«Piccola... volevi una pausa? Eccoti accontentata.» le dico, mentre esco dal bagno soddisfatto.
«Fanculo, Colton.» urla furiosa. «Questa me la paghi. Fosse l'ultima cosa che faccio.»
Ben ti sta, stronzetta...
«È questo che succede a giocare con Matt Colton, mia cara.» affermo con un sorriso compiaciuto,
dando voce ai miei pensieri.
«Dimmi che non è quello che penso.»
Al suono di quella voce sobbalzo, tornando alla realtà. Una realtà che vede Stella Anderson di fronte
a me.
«Merda.» esclamo turbato. «Non è come credi.» cerco di giustificarmi.
Il suo viso è serio e preoccupato. Scuote il capo come se non volesse credere a ciò che ha sentito.
«Da quanto va avanti?»
«Stella lasciami spieg...»
«Da quanto va avanti, ti ho chiesto!» mi interrompe, alterata.
Sento lo stomaco contorcersi.
È la prima volta che si rivolge a me in questo modo.
Ma come darle torto. Tutto questo potrebbe portare a conseguenze devastanti.
Se Nicholas lo scoprisse sarebbe...
Cazzo! Non voglio nemmeno pensarci!
«Mesi.» rispondo con un filo di voce.
«Se Nic lo scoprisse...»
«Nic non scoprirà un bel niente.» interviene Layla, alle mie spalle, gocciolante e avvolta in un
accappatoio. «Semplicemente perché non c'è nulla da scoprire. Io e Matt ci siamo solo divertiti per
un po'. Tutto qua. Niente di più.»
Le sue parole mi colpiscono come un treno in corsa.
Vorrei fregarmene e riderci sopra, come è giusto che sia, ma non ci riesco.
Sento la rabbia scavarmi dentro.
Calmati Matt! Non puoi farti vedere così...
Non puoi darle questa soddisfazione.
Riprendo il controllo di me stesso e, con indifferenza, indosso l'ennesima maschera.
La maschera della freddezza, quella che mi ha portato ad essere il donnaiolo di sempre, colui che non
è fatto per l'amore. «Confermo ogni parola.» dico con freddezza e tono fermo. «È stata solo una bella
scopata. Nulla di più.»
Senza aggiungere altro mi allontano, lasciando dietro di me solo silenzio. Un silenzio che in realtà
porta con sé il rumore di mille pensieri contrastanti, ma che non avranno mai voce.
Faccio un doccia veloce e mi preparo per la serata.
Questa sera Layla Cole dovrà essere cancellata da ogni mio pensiero e ho tutte le intenzioni di farlo
nel migliore dei modi, attraverso l'unico metodo che conosco: chiodo scaccia chiodo. E lo farò
proprio davanti a lei, senza alcun rimorso.
Scendo in salone e, subito, la mia attenzione viene catturata dalle voci che provengono dalla cucina
adiacente. Mi avvicino con una strana e fastidiosa sensazione nello stomaco.
Resto di ghiaccio quando i miei occhi si posano sulla scena che ho di fronte: Noah è alle spalle di
Layla. Con una mano le sta scostando i lunghi capelli biondi, che questa sera porta leggermente
mossi, mentre l'altra è appoggiata dolcemente sul suo fianco.
Ha le labbra ad un soffio dal suo viso, reso ancora più bello da un filo di trucco.
Inspiro profondamente, cercando di non lasciarmi trasportare dal momento e dalla rabbia che sento
crescere, a ogni secondo, sempre di più.
«Oh, ohhh.» esclama Maya sopraggiunta alle mie spalle. «Ma che combinate voi due?»
Entrambi si voltano verso di noi, imbarazzati.
Layla mi fissa impietrita e a disagio.
I miei occhi non riescono a lasciarla andare.
Sono ancorati alle sue iridi color miele.
Quanto vorrei avere il potere di leggervi dentro...
Quanto vorrei legarli a me, per sempre... ma la verità è che non mi appartengono.
«Io vi aspetto al locale.» affermo, tenendo sempre lo sguardo su di lei. «Per me l'aria, qui dentro, è
diventata irrespirabile.» e me ne vado.
Una ventina di minuti dopo, arrivo al locale dove Nic ha prenotato per festeggiare. È un locale
elegante e moderno. Si presenta su due piani: uno adibito alla zona ristorante, mentre al piano terra
c'è il pub con la pista da ballo.
Mi siedo al bancone e ordino uno scotch.
«Uno anche per me.» Una voce femminile calda e intrigante, al mio fianco, accende subito il mio
interesse. Mi porto il bicchiere alla bocca e con la coda dell'occhio ne osservo i lineamenti fini e
armoniosi. È mora con i capelli lunghi, legati a coda di cavallo. La sua pelle abbronzata è messa in
risalto da un vestito corto, dal tessuto leggero, color verde smeraldo.
Immediatamente, lo sguardo cade sulle sue gambe snelle e toniche, che portano ai piedi un paio di
sandali dal tacco vertiginoso.
Dio, che spettacolo di donna!
Direi che la preda è stata individuata e scelta.
«Se mi permette vorrei offrirle da bere.» Alla mia richiesta, la donna misteriosa si volta verso di me
e due occhi blu notte si incatenano ai miei, mandando fuori di testa il mio amico in basso.
Studio ogni particolare del suo viso e più mi immergo nei particolari e più ne sono attratto.
Lei fa lo stesso, poi un piccolo sorriso compiaciuto si disegna sulle sue labbra sottili, ma ben
definite.
«Perché no.» afferma con tono suadente.
Faccio un cenno al barman e pochi secondi dopo veniamo serviti.
«Alle nuove conoscenze.» dico allungando il cocktail verso di lei. Un nuovo sorriso, questa volta più
audace e deciso, fa capolino sul suo viso.
Continuiamo a sorseggiare i nostri drinks in silenzio.
Lo scambio di sguardi fra di noi non ha bisogno di parole, è già più che eloquente ed esplicito.
A un tratto, il mio braccio sfiora il suo e l'attrazione diventa palpabile.
«Che ne dici se...» Vengo interrotto dal suon del mio cellulare. «Cazzo, scusa un attimo.»
Mi allontano per rispondere.
«Pensi di unirti a noi, o hai intenzione di tradirci con la mora al tuo fianco?» chiede Nicholas
divertito.
Mi guardo attorno per individuarlo fra la folla.
Lo intercetto a pochi metri da me, in compagnia degli altri. Mi fissano tutti divertiti. Tutti, tranne
Layla.
Il suo sguardo è indecifrabile, ma il mordicchiarsi nervoso del labbro inferiore la frega alla grande:
è decisamente incazzata.
Poco importa. Se l'è cercata!
«Vi raggiungo, dammi solo un minuto.» e riattacco.
Torno dalla mia bella. Più la guardo e più sono certo che sarà una scopata indimenticabile.
«Ora, purtroppo, devo raggiungere i miei amici.» e poi un lampo di genio... «Perché non ti unisci a
noi?»
Spero di non fare la cazzata del secolo, ma il desiderio di concludere la serata con lei e di vedere la
faccia che farà Layla quando ci vedrà insieme è troppo invitante per lasciarmela sfuggire.
«Non ci siamo nemmeno presentati e già mi proponi di conoscere i tuoi amici?»
Bella e perspicace... sempre più interessante.
«A questo possiamo rimediare subito, bellezza.» dico avvicinandomi al suo viso, leggermente
imbarazzato. «Matt Colton.» le sussurro all'orecchio.
Un piccolo gemito esce dalle sue labbra rosso fuoco.
«Shila Devison.» risponde, sospirando.
«Mi piace il tuo nome e mi piaci ancora di più tu. Andiamo.»
Le prendo la mano, lasciandola a bocca aperta.
Con disinvoltura l'avvicino a me e insieme saliamo al piano di sopra per raggiungere gli altri.
Layla
"Devo restare calma... Devo restare calma..." ripeto a me stessa. Ma è tutto inutile.
Vederlo al bancone con quella donna mi ha turbata e...
Accidenti a me! Sono maledettamente gelosa!
I loro sguardi parlavano chiaro: si vogliono.
Matt vuole un'altra e probabilmente sarà lei che questa notte scalderà il suo letto. Sarà lei che gemerà
fra le sue braccia, sarà lei che assaporerà la sua lingua seducente e che si lascerà trasportare sulle
vette del piacere. «Fanculo» farfuglio a voce alta.
«Siamo nervosette, stasera!» La sua voce strafottente, alle mie spalle, risuona nelle mie orecchie,
irritandomi ancora di più. Mi volto per fulminarlo con lo sguardo, ma rimango di ghiaccio e senza
parole.
Con lui c'è la tipa che vuole portarsi a letto.
Non ci posso credere! Non può fare sul serio?!
Mi mordo la lingua. Se solo potessi incenerirei lui e quella gatta morta che si è portato dietro.
«Lei è Shila e, se per voi non è un problema, vorrei che si unisse a noi.»
Io lo ammazzo!
«Lei non fa parte della nostra compagnia.» ribatto stizzita, mentre mi porto alle labbra un bicchiere di
vino rosso. Tutti gli occhi dei presenti si posano su di me, fissandomi stupiti e confusi.
Merda! Non potevo starmene zitta!
«Veramente Shila è con me questa sera, per cui...»
«Fate come cazzo vi pare!» esclamo, alzandomi di scatto. La sedia cade a terra, attirando l'attenzione
di tutti i clienti in sala.
Passo accanto a Matt, dandogli una leggera spallata e, come una furia, scendo al piano di sotto.
«Layla...» Sento Nicholas chiamarmi più volte ma, in questo momento, non me ne frega nulla.
Voglio solo stare sola.
Entro in pista e inizio a ballare, abbandonandomi completamente alla musica assordante che esce
dalle casse. Mi muovo a ritmo delle note, dimenando il sedere e le braccia sfacciatamente, senza
pudore.
Voglio che ogni uomo in questo locale mi guardi con la bava alla bocca. Voglio che Matt Colton
capisca che anch'io posso conquistare chiunque.
Se vuole la guerra, che guerra sia.
Canzone dopo canzone, mi sento euforica, libera e senza pensieri.
A un tratto, due mani possenti mi cingono la vita.
Un corpo caldo e prestante mi attira a sé, muovendosi all'unisono con il mio. Ha un profumo
accattivante, virile e di maschio vissuto.
Il gioco fra di noi inizia a farsi sempre più spinto.
La sua erezione spinge con veemenza contro il mio sedere. Mi giro verso di lui, restando ancorata
alle sue braccia. È attraente e direi anche molto eccitato.
Un sorriso perverso compare sul suo viso, dai tratti marcati.
Ha uno sguardo penetrante, quasi insopportabile da sostenere. Mi sta spogliando con gli occhi, ma
non lo fa con sensualità. C'è un nonsoché, che rende questa cosa sbagliata, sporca. Deglutisco a
fatica.
Lo sconosciuto stringe ancora di più la presa attorno alla mia vita, mettendomi a disagio.
Per la prima volta, in tutta la mia vita, mi sento intimorita e in pericolo fra le braccia di un uomo.
Con le mani aperte, cerco di fare pressione sul suo petto massiccio, per allontanarlo, ma senza alcun
risultato. «Non mi scappi, piccola.» mi sussurra all'orecchio, provocandomi un brivido freddo.
«Lasciami andare.» biascico intimorita.
Sento la paura crescere, ad ogni secondo, sempre di più. Lui continua a sorridere divertito.
Sono tentata di urlare ma, all'improvviso, qualcuno afferra il mio polso, strattonandomi, mentre con
l'altra mano allontana lo sconosciuto con una spinta decisa.
Matt mi attira a sé.
Alzo lo sguardo su di lui.
I lineamenti del suo viso, sempre rilassati e intriganti, sono mascherati da una rabbia pronta a
esplodere da un momento all'altro.
Ogni muscolo del suo corpo è teso e contratto.
«Cosa cazzo non ti è chiaro di quello che ti ha detto?»
Il tono della sua voce è fermo e agghiacciante.
Fissa l'uomo senza alcun timore e con un intensità che fa rabbrividire. Se non faccio qualcosa sono
certa che potrebbe finire male.
Gli poso una mano sul petto, proprio all'altezza del cuore, e premo le dita sul tessuto della sua
camicia, come a volerlo richiamare a me.
«Portami via.» gli dico con dolcezza.
Fa un respiro profondo e dà un'ultima occhiata allo sconosciuto, ancora fermo di fronte noi, che ci
osserva con sguardo vuoto e imperscrutabile. Matt appoggia la sua mano alla base della mia schiena,
invitandomi a uscire dal locale.
Camminiamo senza dire una parola.
È troppo soffocante questo silenzio.
Non lo sopporto. Ho bisogno di respirare.
«Grazie.» mormoro imbarazzata, una volta fuori all'aria aperta.
«Non ti facevo così stupida.»
Sgrano gli occhi, incredula.
Mi ha veramente dato della stupida?
«Scusa?»
«Cosa cazzo pensavi che ti avrebbe fatto se non fossi intervenuto io?» Il suo atteggiamento da
salvatore della patria è irritante e sconcertante.
Avrà anche ragione, ma nessuno gli dà il diritto di parlarmi in questo modo. «Quello che tu hai fatto
alla tua amichetta.» ribatto a tono.
I suoi occhi scuri e profondi mi inchiodano a sé.
Scuote leggermente il capo e un sorriso sarcastico compare sulle sue labbra carnose.
«Ti stai comportando come una ragazzina immatura e patetica.»
Ferita e a dir poco furiosa mi avvicino a lui.
I nostri corpi si toccano e scariche di eccitazione scivolano sulla mia pelle, fino alla mia intimità.
Ma perché diavolo deve sempre farmi questo effetto?
Mi alzo in punta di piedi e mi avvicino al suo viso. Sfioro il lobo del suo orecchio e gli sussurro:
«Una ragazzina immatura che però fino a ieri ti scopavi e che te lo faceva diventare duro al solo
pensiero.»
Un suono roco e gutturale esce dalla sua bocca.
Indietreggio di qualche passo, allontanandomi, ma senza mai distogliere lo sguardo da lui.
«Hai detto bene... Fino a ieri.» afferma, sfidandomi.
«Sei solo un fottuto bastardo.»
Mi mordo il labbro con troppa forza.
Sento il sapore amaro del sangue sulla lingua.
Mi manca il respiro... Ho bisogno di fuggire da lui, dalle sue parole che hanno aperto una nuova
ferita nel mio cuore.
Matt
È stato più forte di me. Volevo ferirla e l'ho fatto.
Per quanto io cerchi di nasconderlo, Layla ha un effetto devastante su di me. I suoi modi di fare, le
sue parole, i suoi cazzo di comportamenti mi fanno andare fuori di testa. Quando l'ho vista strusciarsi
con quel tipo non ci ho più visto.
Cristo santo! Se la stava divorando con gli occhi da pervertito. Sono certo che se non fossi
intervenuto le cose si sarebbero messe davvero male per lei e nemmeno se ne rende conto o,
semplicemente, non vuole ammetterlo.
«Torniamo alla villa. Gli altri ci staranno aspettando. Dopo la tua sceneggiata, hai rovinato il
divertimento a tutti quanti.» le dico con tono severo.
Deve rendersi conto che non esiste solo lei a questo mondo. Questa era la serata di Nic e Stella e lei
l'ha rovinata comportandosi come una sciocca ragazzina immatura.
«Quindi adesso la colpa sarebbe mia?» Mi guarda con i suoi bellissimi occhi adirati.
Devo ammettere che quando è arrabbiata è ancora più sexy. «E cosa mi dici della tua di
sceneggiata? "Shila è con me questa sera, per cui..." ma per favore!» afferma seccata, con le braccia
incrociate sul petto.
Continua a battere la punta di un piede a terra, scandendo i secondi, in attesa di una mia reazione.
Sorrido divertito. Adoro quando fa la gelosa, perché è questo che è: gelosa.
Mi avvicino a piccoli passi, riempiendo la distanza che aveva creato fra noi. Layla non fa una piega.
I suoi occhi non hanno alcuna intenzione di cedere. Le poso una mano sotto il mento, alzandole
dolcemente il viso. Con il pollice, in un movimento lento e sensuale, le accarezzo le labbra. Al mio
tocco, tutto il suo corpo si scioglie. Fa cadere le braccia lungo i suoi fianchi, come se non avesse più
forze a cui appellarsi.
Un piccolo gemito esce dalla sua bocca, che trema leggermente sotto le mie dita.
«Co-cosa s-stai facendo?» balbetta, completamente rapita dal mio gesto.
«Mi prendo quello che voglio.» sussurro.
Alle mie parole deglutisce nervosamente, trattenendo il respiro.
La voglio con tutto me stesso!
Appoggio la mia bocca sulla sua, dolcemente.
Con la lingua lecco il suo labbro inferiore, per poi prenderlo delicatamente fra i denti. Layla
sussulta.
Le sue mani si posano sui miei avambracci, stringendo la presa sulla mia camicia. Il mio corpo la
reclama. Smania dalla voglia di sentirla nuovamente sua. Perché lei è mia!
Schiude la bocca e le nostre lingue si incontrano in una danza sensuale e seducente. Le cingo un
braccio attorno alla vita, attirandola a me con trasporto. Una moltitudine di sensazioni ci avvolgono,
trascinandoci nei meandri della passione.
Il suo corpo contro il mio è come fuoco che divampa. Brucia, incenerendo tutto ciò che ci circonda.
Esistiamo solo noi e il nostro "non riuscire" a stare lontani. È come se fossimo legati da catene che
non siamo in grado di sciogliere. Catene che affondano nella nostra pelle e stringono la presa con
sempre più forza e desiderio. Catene che portano piacere, ma anche lividi e ferite che sanguinano.
Voglio davvero liberarmi da tutto questo?
Perché la verità è che non so più quello che provo.
Sono confuso e dannatamente coinvolto da questo nostro gioco di attrazione, e non so che altro.
Continuiamo a baciarci con sempre più foga, mentre le nostre mani scivolano sui nostri corpi,
accendendo scintille ormai familiari.
Poi, inaspettatamente, con un gesto deciso, Layla mi scansa da lei. «Non funziona così, Colton.»
afferma, ansimando. «Tornatene dalla tua amichetta.»
Si leva i sandali che porta ai piedi. Per un attimo l'idea che possa tirarmeli addosso si fa più
concreta, e invece no. Li tiene in una mano a penzoloni e tutta impettita mi volta le spalle,
incamminandosi verso la spiaggia.
«Dove cavolo pensi di andare?»
«Dove mi pare. Basta che sia lontano da te.»
Scoppio in una fragorosa risata.
Come cazzo ho fatto a ritrovarmi in mezzo a una situazione del genere? Ho più di trent'anni e me
ne sto qui a battibeccare come un'adolescente alle prime armi. Sono un coglione!
«Fai come ti pare. Sono stufo dei tuoi continui sbalzi d'umore. Vedi di crescere!»
Layla alza la mano, mostrandomi il dito medio.
«Bell'esempio di maturità.» urlo, facendo in modo che mi senta. La sua figura si fa sempre più
lontana e piccola. È ormai arrivata alla spiaggia.
Resta immobile a fissare il mare, illuminata dalla sola luce fioca della luna.
A un tratto lascia cadere le scarpe sulla sabbia e, con un gesto sensuale, abbassa il vestitino che
indossa, facendolo scivolare fino a terra.
Solo un minuscolo tanga copre la sua bellezza.
Sgrano gli occhi a bocca aperta. Il mio amico in basso va sull'attenti e scariche di piacere invadono
ogni cellula del mio corpo.
Quella figura perfetta, baciata dalla luna, è una visione celestiale per i miei occhi.
Sono completamente stregato e ammaliato da lei.
Poi un pensiero si fa strada nella mia testa...
Non avrà intenzione di...
Lentamente, inizia ad immergersi in acqua, con grazia e sicurezza. Sembra una di quelle figure
mitologiche del mare. Una meraviglia della natura.
L'acqua le arriva oltre la vita. Con un piccolo tuffo si immerge completamente, scomparendo fra le
onde del mare. Rimango in attesa di vederla riemergere, ma nulla.
Secondi, minuti... e il panico prende il sopravvento.
Corro verso la spiaggia con un groppo allo stomaco e una sensazione mai provata fino ad ora: paura.
«Layla... Laylaaa...» grido sempre più forte.
Terrore e ansia si impossessano della mia mente. Mi strappo la camicia di dosso e tolgo i jeans in
tutta fretta. Quando sto per tuffarmi, Layla riemerge in tutta la sua bellezza, con un sorriso malizioso
che fa da cornice al suo viso gocciolante.
Il cuore mi batte furioso nel petto.
Sento il sangue pomparmi nel cervello e la collera infuriare fra i miei pensieri.
Mi passa accanto facendo finta di nulla, ma il suo sguardo è come un libro aperto per me.
Si sta divertendo la stronzetta.
L'afferro per un braccio, bloccandola.
«Lasciami andare!» biascica, cercando di liberarsi.
«Vuoi giocare? Ti accontento.» Con una mossa veloce e scattante, me la carico in spalla e la riporto
in acqua.
Layla scalpita come una furia, colpendomi sulla schiena più volte. «Mettimi subito giù, stronzo!»
«Ai suoi ordini.» e la getto in mare.
Torna a galla tossendo. I nostri sguardi si scontrano e il gioco si incendia. Layla si abbatte su di me
come un uragano. Affondiamo, avvinghiati l'uno all'altro, in una lotta senza esclusioni di colpi.
Le nostre mani sono ovunque.
Colpiscono... Toccano... fino a diventare carezze lussuriose e cariche d'eccitazione.
Riemergiamo senza fiato. Layla si tiene aggrappata a me, stringendo le gambe intorno alla mia vita,
mentre le sue mani tengono stretti fra le dita i miei capelli.
Il mio bacino preme contro la sua intimità.
Faccio pressione con le mani sulle sue natiche, spingendola ancora di più verso la mia eccitazione.
Con un gesto audace, mi tira i capelli all'indietro, quanto basta per farmi capire che è lei che
comanda.
Mi sfiora il collo con le labbra bagnate. La sua lingua vellutata lascia una scia umida lungo tutto il
percorso che porta dal lobo dell'orecchio alla mia clavicola.
Brividi di piacere divampano fra le acque mosse di Woolacombe Beach.
«Adesso basta giocare.» le dico, mentre mi morde l'incavo del collo, provocandomi un sussulto.
Con una mano mi abbasso i boxer. Con l'altra le scosto un lembo del tanga e mi insinuo dentro di lei.
Layla appoggia il viso sulla mia spalla, ansimando ad ogni mia spinta, sempre di più.
Mi perdo in lei con colpi decisi e duri.
È stretta, calda. Una vera e propria libidine.
Ci lasciamo andare senza remore e timori.
Mi sento risucchiare fra le pareti contratte del suo sesso, sintomo che l'orgasmo è vicino. Con
un'ultima spinta, veniamo insieme fra gemiti e sospiri affannati.
Mi sento esausto, ma decisamente appagato.
Le sue braccia cadono lungo il mio petto.
Con dolcezza la lascio andare, facendole poggiare i piedi sul fondo, ma senza mai staccarmi da lei.
Restiamo per diversi minuti così: abbracciati e ancora legati.
«Direi che è ora di rientrare.» le dico, scostandole una ciocca di capelli bagnati dal viso arrossato.
«Mi hai lasciato senza fiato.» mormora, ancora inebriata dall'orgasmo appena provato.
«Con te bisogna usare le maniere forti, tesoro.»
Sorridiamo entrambi.
Tutte le nubi all'orizzonte sembrano essersi diradate.
C'è solo l'ardore dei suoi occhi nei miei.
È un ardore dalle mille sfumature.
Un ardore che porta con sé passione e desiderio...
Almeno per ora.
Layla
Torniamo alla villa, bagnati e con ancora più pensieri per la testa. Per l'ennesima volta ho permesso
alla passione di prendere il sopravvento sulla ragione e così mi sono lasciata trascinare dall'uragano
che sta al mio fianco.
Lo osservo scendere dall'auto. I suoi cappelli castani gli ricadono sulla fronte gocciolanti,
regalandogli un'aria dannatamente sexy. La camicia bianca gli si è incollata alla pelle, mettendo in
risalto i suoi muscoli ben definiti. A quella visione mi sento bruciare.
Un leggero formicolio si insinua fra le mie cosce...
Oh mio Dio... Non posso continuare così.
Non è possibile che ogni cosa di Matt mi faccia vibrare di piacere. Questa cosa è assurda!
«Pensi di startene lì, come un pesce lesso, a fissarmi ancora per molto?» La sua voce divertita mi
riporta con i piedi per terra.
Brutto stronzo egocentrico che non sei altro!
«Non esaltarti troppo.» gli dico, distogliendo lo sguardo da quel corpo perfetto e strumento di
piacere.
«Scommetto che ti stai eccitando.»
Se continua giuro che lo uccido!
«Vai a farti fottere, Matt!»
«L'ho appena fatto, piccola.» ribatte, sghignazzando.
«Giuro che...»
«Finalmente siete tornati!» Nicholas ci raggiunge, seguito da Stella.
La sua espressione non lascia alcun dubbio: è furioso.
Credo proprio di essere in guai seri.
«Mi vuoi dire che cazzo ti è preso stasera?» mi chiede, guardandomi dritta negli occhi. Vederlo così
adirato è una stretta al cuore. Sento gli occhi inumidirsi, ma prima che io possa versare una sola
lacrima, Nicholas mi stringe fra le sue braccia.
«Ero davvero preoccupato.» sussurra senza lasciarmi andare. Ricambio il suo abbraccio e inizio a
piangere come una bambina. Maledetti sensi di colpa!
«Mi dispiace. Sono stata una stupida. Perdonami.»
Mi stacco dal suo calore fraterno quel che basta per poter volgere il mio sguardo anche a Stella. «Vi
ho rovinato la serata, mi dispiace. La gelosia mi ha...»
Mi interrompo bruscamente.
Il cuore inizia a battermi furioso nel petto e un tremolio d'agitazione pervade il mio corpo.
Poso lo sguardo su Matt, che mi fissa sbigottito.
Anche il suo viso, come il mio, è trasfigurato.
Sono in panico... e consapevole del fatto di essermi fregata con le mie stesse mani. E ora come ne
esco?
«Gelosia?» chiede Nic, perplesso.
Il silenzio e la brezza marina accarezzano i nostri volti. Sembra quasi che vogliano calmare la
tensione che si è venuta a creare. Deglutisco nervosamente. Sento la gola bruciarmi e il petto sul
punto di esplodere da quanto forte batte il mio cuore.
«Forse il matrimonio e tutto il resto le ha fatto ricordare quello che ha perso con Mark.» interviene
Stella, con dolcezza. I nostri sguardi si incontrano, si capiscono senza bisogno di parole.
Sta cercando di salvarmi da questa situazione assurda.
«Sei gelosa di noi?» La domanda di Nicholas è come una doccia gelata. Le sue parole sono colme di
attesa e tristezza, quanto i suoi occhi color caramello.
No, No... e ancora no. Non posso permettere che creda che io sia gelosa della sua felicità.
«Non sono gelosa di voi. La vostra felicità e l'amore che vi unisce è una medicina anche per il mio
cuore ormai rassegnato.» ammetto senza esitazione. «È solo che i ricordi del passato e alcuni "affari"
in sospeso,» dico lanciando un'occhiata a Matt, «mi hanno resa più nervosa del solito. Tutto qua.»
Riporto la mia attenzione su mio fratello, regalandogli un sorriso sincero e rassicurante.
Mi stringe nuovamente a sé e tutta l'ansia di poco fa scompare fra le sue braccia.
«Tutte queste smancerie sono troppo per me,» afferma Matt con un sorriso malandrino e scherzoso,
«meglio che me ne vada a letto.»
«Tu non vai da nessuna parte.» asserisce Nicholas, sciogliendosi dall'abbraccio.
Improvvisamente, il suo sguardo si fa sospettoso e cupo. Incrocia le braccia al petto e inizia a
fissare entrambi con occhi indagatori. Oh merda!
«Voglio sapere perché siete rientrati in questo stato. Completamente fradici.»
«È colpa di Matt.» rispondo di getto, senza pensarci.
«E sentiamo, perché sarebbe colpa mia?» I suoi occhi scuri come la notte sembrano risucchiarmi in
un turbinio di sensazioni che non lasciano scampo.
Si insinuano in ogni angolo della mia mente, del mio cuore e del mio corpo. Mi fissa con aria di
sfida, in un gioco pericoloso ed eccitante.
Questo è Matt: un gioco... un gioco dove la passione rischia di bruciarmi poco a poco.
«Perché sei uno stronzo.» ribatto divertita.
Nicholas e Stella ci osservano con sempre più attenzione. «Cosa diavolo state nascondendo voi
due?» domanda Nic con voce ferma.
Entrambi ci voltiamo verso di lui.
Il suo sguardo brilla di una luce strana, indecifrabile.
Stella, alle sue spalle, sgrana gli occhi preoccupata.
Inspiro più aria possibile nei polmoni e con fermezza cerco di allentare la tensione. «Che strane idee
ti stai mettendo in testa, fratellone? È vero che tutte sbavano al suo passaggio, ma io non sono tutte.»
affermo con tono strafottente. Speriamo che se la beva. «E poi i vecchietti non fanno per me.»
aggiungo con un sorriso malizioso. «Buonanotte, gente.»
Li ho lasciati a bocca aperta. Perfetto!
Rientro in casa, ostentando tranquillità.
Una volta varcata la porta, corro in camera da letto.
Ho il cuore a mille e il respiro irregolare.
Per un attimo ho davvero temuto che Nic scoprisse tutto. La paura che potesse leggermi dentro e
scoprire la verità mi stava uccidendo. Così ho detto la prima cosa che mi è passata per la mente.
«Non ci posso credere di avergli dato del vecchietto.» ricordo a me stessa, ad alta voce, sorridendo.
La faccia di Matt, alla mia affermazione, è valsa tutta la serata. Scoppio a ridere con ancora più gusto
ma, all'improvviso, un rumore alle mie spalle mi fa sobbalzare. Mi volto di scatto e lo trovo
appoggiato alla porta, che si è appena richiuso dietro di sé.
«C-che co-sa ci fai qui?» chiedo frastornata e rapita dal suo atteggiamento da maschio alpha.
Mi scruta senza dire una parola. Un sorrisetto beffardo compare sul suo bellissimo viso.
Si allontana dalla porta e fa un passo verso di me.
Poi un altro... e un altro ancora.
Matt mi sfiora le labbra con le dita. «E così sarei un vecchietto.» Un brivido di puro piacere scende
lungo la mia schiena.
Non riesco a respirare.
Sono completamente soggiogata dai suoi occhi penetranti e carichi di promesse.
Ogni parte del mio corpo freme come non mai.
Quest'uomo è sesso allo stato puro, eppure anche il mio cuore sembra non esserne indifferente.
Layla calmati. Respira e, soprattutto, non permettere a Matt Colton e alla sua dannata virilità di
averla vinta. Tu puoi resistere. Devi resistere!
«Non dovresti essere già a nanna a quest'ora? Ad una certa età bisogna riposare un po' di più.» lo
prendo in giro.
«Vedo che ti diverte stuzzicarmi.» mormora con voce roca. Oddiooo! Non ce la posso fare!
Abbassa il viso, sempre più vicino al mio.
Le sue labbra sfiorano le mie. «Ma non credo che riderai ancora per molto.»
Un calore dirompente avvolge ogni curva del mio corpo. Sento la pelle bruciare, sciogliersi sotto il
tocco di Matt Colton. Piega il viso leggermente di lato e la sua bocca solletica il mio collo scoperto.
Un soffio leggero e caldo scuote la mia carne, le mie ossa... tutto di me.
Che stronzo! Lo sta facendo apposta, ne sono certa.
Sta giocando con il mio corpo. Vuole farmi cedere.
Se pensa di averla vinta, si sbaglia di grosso.
Senza che se ne accorga, allungo la mano alla mia sinistra, dove c'è un comò a tre cassetti.
Con disinvoltura e un sorrisetto sulle labbra, afferro il vaso che c'è appoggiato sopra.
Con immensa soddisfazione, riverso tutto il suo contenuto sul capo di Matt.
Matt
Il profumo della sua pelle mi fa impazzire.
È come una droga di cui non riesco a fare a meno e il suo modo di sfidarmi, provocarmi, è un
richiamo a cui non so resistere.
Quando dalla sua bocca è uscita la parola "vecchietti" ho visto nero. Il sangue ha iniziato a ribollirmi
nelle vene. Devo ammettere che è stata una vera e propria impresa riuscire a trattenermi davanti a
Nic e Stella.
Avrei voluto prenderla e baciarla come mai prima d'ora per dimostrarle di cosa è capace il
vecchietto.
Per questo adesso mi ritrovo nella sua camera da letto.
Perché voglio farle capire che con Matt Colton non si scherza. Assaporo la sua pelle.
Il suo collo liscio e vellutato sa di vaniglia.
Un sapore afrodisiaco e inebriante.
La sento fremere tra le mie mani e non c'è sensazione più bella ma, poi, uno strano sorriso le
compare in viso. Ancor prima che io possa capire, acqua fredda e fiori colorati si riversano sulla
mia testa, lasciandomi a bocca aperta di fronte a lei.
«Non puoi averlo fatto sul serio.» esclamo, fissandola sbigottito e bagnato da capo a piedi. I suoi
occhi color miele e le sue labbra rosate si illuminano di una luce beffarda e divertita.
«Eccome se l'ho fatto, caro mio.» ribatte con ancora il vaso in mano.
I nostri sguardi restano inchiodati l'uno all'altro. Si sfidano. Combattono una battaglia silenziosa.
L'aria fra noi è elettrica e profuma di seduzione.
Layla continua a fissarmi compiaciuta.
Faccio un passo verso di lei con l'intenzione di farla indietreggiare, ma senza risultato.
Resta immobile e impassibile di fronte a me, come se non le facessi nessun effetto. La sua
espressione di sfida è ancora più intensa e determinata.
Che donna! Mi fa impazzire quando fa la dura in questo modo. Ha un nonsoché di sexy e
trasgressivo che mi manda fuori di testa.
«Credi davvero di potertela cavare così?» sussurro con voce pericolosa e profonda, strappandole un
piccolo sussulto. Per un attimo sembra vacillare, ma subito torna ad essere la Layla sicura e
battagliera di sempre. La donna che non cede mai.
«Potrei mettermi a urlare.»
«Eccome se urlerai, stronzetta.» le dico a un passo da lei. «Ti farò godere così tanto che ti sentiranno
urlare anche nell'altra ala della villa.»
Alle mie parole il suo respiro si fa lento e affannato. I suoi occhi color miele si incendiano di
desiderio. Si posano sulla mia bocca, senza mai staccarsene.
Con un movimento lento e seducente, mi inumidisco le labbra con la lingua per poi disegnare un
sorriso malizioso sul mio viso. «Spogliati.» le ordino, deciso e impaziente.
«Scordatelo.» ribatte, deglutendo a fatica.
«Ho detto... spogliati!» rimarco con ancora più impeto.
«E io ho detto scordatelo.» La sua voce esita, ma nei suoi occhi brucia una determinazione che ha il
potere di eccitarmi ancora di più.
«Visto che con le buone non mi ascolti...» L'afferro per la vita, sorprendendola, e la getto sul letto
alle sue spalle. «mi ascolterai con le cattive.» aggiungo con tono ironico.
«Brutto str...» Mi avvento sulla sua bocca come un falco, zittendola. Layla cerca di ritrarsi.
Preme con forza i palmi delle mani sul mio petto per allontanarmi, ma senza riuscirci.
Stanco della sua ribellione, le blocco i polsi e le porto le braccia sopra la testa, mentre continuo a
baciarla voracemente.
A ogni secondo che passa, l'intenzione di respingermi si fa sempre più fioca. La sento sottomettersi,
poco a poco, e lasciarsi andare al mio tocco e alla passione che ci reclama. Improvvisamente
bussano alla porta e il fuoco che ardeva lascia spazio al panico.
«Merda.» esclama Layla, agitata e senza fiato.
Si libera della mia presa e si alza dal letto, traballante.
«E adesso che facciamo?» mi chiede preoccupata.
Bussano per la seconda volta. «Layla, ci sei?» La voce di Maya irrompe come un lampo in pieno
temporale.
«Oddio...»
«Vuoi stare calma?» le dico a bassa voce.
«So che ci sei. Che stai combinando?» afferma ancora Maya con tono sospettoso.
«Devi nasconderti, subito. Vai sotto al letto» bisbiglia, tutta scompigliata.
«Stai scherzando, vero?» domando annichilito.
«Ti sembra che io abbia la faccia di una che sta scherzando?» Cazzo! È davvero seria!
«Tu sei fuori. Non ci penso proprio.»
Sgrana gli occhi incredula e decisamente infastidita.
«Sotto!» ribatte, con il braccio teso e l'indice puntato verso il basso, a indicarmi il letto.
Sbuffo, ma senza dire una parola.
Conosco fin troppo bene quello sguardo. È lo sguardo prima della tempesta e, in questo momento,
non ho alcuna voglia di imbattermi in altri problemi che portano il nome di Layla Cole.
Mi infilo sotto il letto con fatica. «Vedi di mandarla via alla svelta, perché qui sotto non resisterò
molto.» le intimo irritato.
«Taci.» esclama, sogghignando.
Se la ride pure la stronzetta. Robe da matti!
Vedo i suoi piedi scalzi avvicinarsi alla porta.
La sento fare un profondo respiro e poi aprire.
«Ce ne hai messo di tempo!»
Ma perché non ti fai gli affari tuoi Maya?
«Stavo per andare a farmi la doccia, ma entra pure.»
Cosaaaaa? Non ci posso credere!
La sta facendo accomodare sul serio? Non vorrà...
«Siedi pure sul letto, non ci sono problemi.» le dice dolcemente. Io l'ammazzo!
Il materasso si abbassa sotto il peso di Maya e la rete metallica preme sul mio corpo,
fastidiosamente.
Mi sento come una sardina in scatola.
Giuro che questa me la paghi, mia cara Layla!
«Oddio, ma cosa è successo qui dentro?»
Presumo che si stia riferendo al macello a terra..
«Un piccolo incidente.» Sono certo che la sua voce nasconde un pizzico di soddisfazione.
Iniziano a parlare della serata al locale e dello strano comportamento tenuto da Layla.
«Sei sicura che vada tutto bene? Non c'entrerà Noah in tutto questo, vero?» Alla domanda di Maya, il
mio stomaco sembra contorcersi su se stesso.
Resto in attesa della risposta, che non arriva.
Starmene qua sotto, ingoiando polvere e umiliazione, sta diventando insopportabile, tanto quanto il
silenzio di Layla.
Perché cazzo non risponde a quella fottuta domanda?
Perché non mette in chiaro anche con lei che di Noah non gliene frega niente? Dove sta il
problema?
«Usciamo.» esclama tutto d'un tratto. «Ho bisogno di aria fresca.» In questo momento vorrei
strozzarla!
«Tu non me la racconti giusta, tesoro.»
Senza aggiungere altro, lasciano la stanza.
Esco da sotto il letto, furioso: «Fanculo!»
Layla
Rientro in camera che è quasi l'alba.
Chiacchierare con Maya mi ha fatto bene.
Mi ha aiutato a non pensare troppo a quello stronzo di Matt. Mi sdraio sul letto, esausta e un po'
sconsolata.
La verità è che, in qualche angolo del mio cuore, speravo di ritrovarlo qui, ad attendermi, e invece è
solo il silenzio del mattino a farmi compagnia.
Emetto un lungo sospiro.
Gli ultimi giorni mi hanno sfinita.
Giostrarsi fra tutte queste complicazioni non è stato per nulla facile. Quello che provo per lui mi sta
consumando piano piano, sempre di più... senza che nemmeno me ne renda conto. O semplicemente
non voglio ammetterlo. Mi volto su un fianco con lo sguardo rivolto alla portafinestra aperta, che da
sul terrazzo.
Un leggero venticello e il tepore dei primi raggi di sole, che filtrano attraverso le tende, rapiscono i
miei pensieri.
Oggi sarà una giornata a dir poco frenetica.
L'allestimento della location per il matrimonio farà impazzire tutti quanti, ne sono certa.
E poi devo assolutamente terminare il mio regalo di nozze per gli sposi: «Per cui, mia cara Layla, un
po' di riposo è proprio quello che ti ci vuole.» ripeto a me stessa, sfinita. Chiudo gli occhi e mi
lascio trasportare, finalmente, tra le braccia di Morfeo.
Un leggero ronzio in sottofondo e il martellare di un trapano mi svegliano dal mio sonno.
I suoni che provengono dall'esterno si fanno sempre più rumorosi e fastidiosi. Mi alzo stizzita e,
quando mi affaccio in terrazza, mi ritrovo circondata da un via e vai di persone, in fermento.
Operai e addetti alla sicurezza vagano, quasi in delirio, per il giardino che ospiterà i festeggiamenti.
«Piccola mia, finalmente ti sei svegliata.» Abbasso lo sguardo verso la piscina e vedo mio padre
sorridermi e farmi un cenno di saluto.
Accanto a lui ci sono anche i genitori della futura sposa. È una meraviglia vedere i loro volti così
radiosi e felici. L'unione fra Nicholas e Stella non ha portato solo benefici a loro stessi, ma anche a
tutti noi.
È come se l'intensità dell'amore che si portano dentro fosse esplosa, travolgendoci di emozioni
capaci di riscaldare il cuore di ognuno di noi.
Loro ci hanno regalato sospiri che tutti sognano nella vita. Questo è il potere del vero amore, e il loro
lo è.
Ricambio il sorriso e poi rientro.
Mi faccio una doccia veloce e, dopo aver indossato un paio di shorts e una maglietta senza maniche,
scendo a salutarli. Abbraccio mio padre con trasporto. In questi ultimi mesi le occasioni di vederci
sono state davvero poche. Il mio lavoro e l'esposizione dei miei quadri, che terrò a New York, mi
stanno portando via un sacco di tempo.
Papà mi stringe a sé con dolcezza.
So bene che anche per lui non avermi sempre fra i piedi, come un tempo, è dura.
«Eccola qui la mia dormigliona.» sussurra, mentre mi accarezza i capelli, amorevolmente.
Un tenero sorriso compare sulle mie labbra.
In questo momento mi sento come quando avevo dieci anni e mi facevo coccolare dalle sue braccia
forti e paterne. Con il viso appoggiato alla sua spalla, mi lascio cullare dal suo affetto ma, a un tratto,
due occhi scuri e profondi mi richiamano a sé.
Alzo lo sguardo e vedo Matt osservarci incantato.
È appoggiato alla colonna del patio, in tutto il suo splendore mattutino.
I folti capelli castani sono scompigliati in modo sexy e
intrigante. Un accenno di barba incolta accentua i suoi zigomi leggermente marcati.
Indossa una camicia bianca completamente sbottonata e aperta che lascia in bella mostra gli
addominali scolpiti, resi ancora più eccitanti dai raggi del sole che li accarezzano, come a volerli
dipingere.
Tiene le mani in tasca, in un paio di pantaloncini neri che gli arrivano al ginocchio.
Oh mamma mia... quest'uomo è sempre una visione per gli occhi! Che sia vestito in giacca e
cravatta o in tenuta sportiva, poco importa...
È sempre bello da togliere il fiato.
I nostri occhi si legano e il mio cuore inizia a battere furiosamente. Per la prima volta, da quando lo
conosco, sembra guardarmi in modo diverso.
Nel suo sguardo non leggo passione e lussuria come sempre, ma dolcezza.
Una dolcezza disarmante, capace di lasciarmi senza parole. Trattengo il respiro, poi... tutto cambia.
I suoi occhi magnetici mi scrutano da capo a piedi, soffermandosi sulle mie gambe nude e la fiamma
del desiderio torna ad ardere.
Avrà mai fine tutto questo?
Mi stacco dall'abbraccio di mio padre, voltando le spalle a Matt. Non posso permettere che lui o i
genitori di Stella leggano sul mio volto le emozioni che sento per quello stronzo. Qualunque esse
siano.
«Papà, ho bisogno di un favore. Potresti darmi le chiavi dello studio di mamma? Vorrei terminare il
regalo per gli sposi, senza che nessuno possa disturbarmi e scoprirmi.» dico sorridendo.
«Certo, tesoro. Sono al solito posto.»
Gli do un bacio sulla guancia ringraziandolo e lo lascio tornare alle sue faccende.
Mi allontano senza mai voltarmi verso Matt.
Recupero le chiavi e vado nell'ala ovest della villa.
Apro la porta dello studio e subito i ricordi affollano la mia mente e il mio cuore.
Chiudo gli occhi, sopraffatta da questa sensazione di dejavù. Rivedo mia madre seduta sulla sua
poltrona a leggere uno dei suoi amati romanzi o alla scrivania a creare sonetti d'amore.
Lei era poesia, proprio come i suoi scritti.
Ogni volta che entravo, a reclamare la sua attenzione, il suo meraviglioso sorriso mi accoglieva e il
suo tempo diventava tutto mio, solo per me.
Mi amava in modo incondizionato e senza remore.
Dio come mi manca. Mi manca così tanto che a volte vorrei urlare al cielo tutta la mia rabbia.
Faccio un respiro profondo e ricaccio indietro le lacrime. Lei non vorrebbe vedermi piangere.
Solo sorridere. E così faccio.
Appoggio il foglio rigido sul cavalletto.
Inclino leggermente il capo per osservarne meglio i tratti già abbozzati. Con il carboncino continuo il
ritratto, marcando sulle sfumature e sulle linee dei volti. Immersa nel mio mondo, e concentrata sui
visi degli sposi, mi lascio trasportare dalla mia arte e dalla passione che scaturisce da ogni mio
movimento.
Quando creo è come se non esistesse più nulla.
Solo io, la mia tela e i miei colori.
Do un ultimo tocco sfumato allo sguardo di Nic per renderlo ancora più profondo e innamorato della
sua Stella. A ritratto concluso, un sorriso soddisfatto si dipinge sul mio volto.
«È una meraviglia.» La voce di Matt irrompe alle mie spalle, estasiata. Sobbalzo per lo spavento,
lasciando cadere il carboncino a terra.
«Mi hai fatto prendere un colpo!» affermo, ancora in fibrillazione.
Mi volto verso di lui e il mio cuore perde un battito. Matt fissa la mia opera con occhi meravigliati e
orgogliosi. È completamente rapito dall'immagine ritratta, tanto da non riuscire a distoglierne lo
sguardo.
In questo istante, l'uomo che fa vibrare il mio corpo e forse anche altro, sta amando qualcosa che mi
appartiene, qualcosa creato dalla mia passione... da ciò che sono. Lo fisso incantata a mia volta e una
nuova consapevolezza tocca la mia anima.
Qualcosa di molto più forte del desiderio mi lega a lui.
Che sia amore?
Matt
L'ho seguita fino allo studio di sua madre.
È stato più forte di me. Ormai con Layla è il mio istinto a guidarmi. Sono settimane che la ragione è
andata a farsi fottere e questo non è di certo un bene per il sottoscritto.
La osservo mentre le sue mani si muovono sul foglio con premura e decisione. Ogni movimento delle
sue dita è armonioso e... sensuale.
Amico, ma quanto sei messo male? Com'è possibile che ogni cosa che le vedi fare ti sembra
sensuale ed eccitante? Sono un caso disperato!
Scuoto la testa divertito, ridendo di me stesso, perché è solo questo che mi rimane da fare.
Continuo a guardarla rapito. È talmente presa dal suo lavoro che nemmeno si è accorta della mia
presenza.
A un tratto, le sue mani si bloccano. Un piccolo suono esce dalla sua bocca. Credo stia sorridendo.
Sposto lo sguardo da lei al disegno che ha di fronte e tutto si ferma... come per magia.
Quello che vedo non è solo un semplice ritratto di Nicholas e Stella, ma è la rappresentazione
dell'amore su carta. È il momento dove due sguardi si incontrano per non lasciarsi più. È puro
incanto.
Non avevo nemmeno idea che un semplice disegno potesse fare un tale effetto.
Esclamo il mio apprezzamento a voce alta e Layla trasale, presa alla sprovvista.
Non si aspettava di avere ospiti indesiderati. Non si aspettava di ritrovare proprio me alle sue
spalle.
«Sono certo che gli sposi lo adoreranno.» affermo con dolcezza.
Layla abbassa lo sguardo. Le sue guance si colorano di un lieve rossore, rendendola ancora più
bella.
«Grazie.» mormora imbarazzata.
Mi avvicino per ammirare ancora meglio la sua opera, ma è solo una scusa.
Il suo profumo vanigliato è come un richiamo.
Voglio sentirla vicina. Voglio respirarne la fragranza fino a sentirmene inebriato. Sono al suo fianco.
Le nostre braccia si sfiorano e una scossa elettrica scorre fra i nostri corpi, lasciando entrambi
esterrefatti.
Ero convinto che queste cose accadessero solo nei film o fossero le classiche puttanate da romanzo.
E invece...
I nostri occhi si incatenano.
Istintivamente, ci allontaniamo di qualche passo l'uno dall'altro. Mi sento scombussolato e spaesato.
Questo contatto fra di noi è stato... incredibile.
Ammetto di esserne turbato e lo stesso vale per Layla. Lo leggo nei suoi occhi color miele, così
fragili e cristallini. Mi passo una mano fra i capelli, nervoso e combattuto. Non so che fare, né cosa
dire.
Ed è assurdo.
«Layla, tuo padre mi ha mandato a ...» Per la seconda volta Noah Torne si intromette fra di noi,
spezzando quella strana magia che si era creata.
Ma forse, stavolta, è un bene.
Appena ci vede, un sorriso sarcastico appare sul suo viso. Come dargli torto...
Sia io che Layla lo fissiamo imbarazzati e dispiaciuti.
«Sto iniziando a credere che la sfiga ci veda troppo bene con me.» dice divertito. «Comunque tuo
padre ti sta cercando.» aggiunge prima di uscire, ridendo.
Non ci sto capendo più nulla.
Credo proprio che stiamo impazzendo tutti quanti.
«E adesso chissà che idea si sarà fatto.»
L'esclamazione di Layla mi raggela all'istante.
«Perché diavolo ti importa così tanto di quello che può pensare Noah?» chiedo infastidito, con tono
duro.
«Non voglio che si faccia un'idea sbagliata. Tutto qua.» Alla sua risposta la rabbia, che sto cercando
di reprimere, inizia a scalciare impaziente.
Digrigno i denti con forza e stringo i pugni con troppa foga. Layla si accorge della mia reazione e mi
fissa spaesata.
«Sai che ti dico, Layla Cole? Vaffanculo! A te e al tuo amichetto Noah.» Sono una furia.
Faccio per andarmene, ma la sua mano mi blocca.
«Ma che ti prende, adesso?» Mi strattona con forza.
La sua intenzione è quella di farmi voltare verso di lei.
«Lasciami!» le ordino con fermezza.
Inspira ed espira con lentezza.
La sua presa tremante sembra esitare, ma solo per pochi secondi. «Con chi credi di avere a che
fare?» sbotta improvvisamente. «Io non sono come una delle tue tante amichette che si fanno trattare a
pesci in faccia, brutto stronzo che non sei altro!»
Mi volto di scatto. L'abisso dei miei occhi si scontra con l'ardore fiammeggiante dei suoi.
La sua mano lascia la presa.
Sento la pelle pulsare nel punto esatto in cui mi ha toccato. Brucia. Proprio come noi in questo
istante.
«Forse non sei poi tanto diversa da loro.» mormoro, sbeffeggiandola.
Senza che nemmeno me ne renda conto, le sue dita si stampano sulla mia guancia come un kamikaze.
È uno schiaffo che racchiude tutta la sua frustrazione e delusione. Respira affannosamente e i suoi
occhi si inumidiscono di lacrime.
Mi sfrego la parte colpita, incredulo e spiazzato dal suo gesto. Ci fissiamo per qualche secondo, poi
Layla esce dallo studio correndo.
Vorrei inseguirla, fermarla.
Chiederle scusa ma, questa volta, lascio che la ragione e il mio orgoglio abbiano la meglio.
Caccio l'istinto in un angolo della mia mente.
Lascio che faccia compagnia a quel pezzo del mio cuore che si è sentito colpito davanti al suo
sguardo ferito. Per un attimo chiudo gli occhi frustrato. Cerco di calmarmi, facendo dei lunghi e
profondi respiri. Prima di andarmene, mi volto nuovamente verso il ritratto. Per un attimo vorrei
davvero che quell'amore dipinto potesse toccarmi e trasformarmi in un uomo diverso... migliore. Un
uomo che forse non sarò mai.
Vorrei che anche per me e Layla tutto fosse così facile come lo è adesso fra Nic e Stella.
Ma poi ricordo a me stesso che il loro è amore, amore vero... quello con la A maiuscola, mentre il
nostro...
Non ho idea di cosa cazzo sia.
So solo che mi fa sta facendo andare fuori di testa.
Layla
Io e Maya camminiamo lungo il tappeto bianco che porta alla spiaggia, dove è stato montato il gazebo
per la celebrazione delle nozze.
Avanziamo lentamente accompagnate, in sottofondo, dalla canzone di Unconditionnaly di Katy Perry
al pianoforte, la preferita degli sposi.
Ad ogni passo l'atmosfera si fa sempre più magica... unica e indimenticabile.
Mio padre mi sorride, radioso ed emozionato.
Ricambio il suo sorriso.
Poi, il mio sguardo si posa sul futuro sposo.
Ha gli occhi lucidi e innamorati.
Nel suo abito Armani color nero lucido, che mette ancor più in risalto la sua bellezza, sembra un
principe dei nostri tempi. Bellissimo e seducente.
Accanto a lui i suoi due testimoni: Matt e Noah.
Due adoni con i tratti così diversi, eppure entrambi di una bellezza sconvolgente.
Anche sui loro volti è possibile leggere l'emozione del momento: la felicità di vedere il loro più caro
amico coronare finalmente il suo sogno d'amore.
Senza volerlo, indugio più del dovuto su Matt.
Quando i nostri sguardi si incrociano, un brivido caldo accarezza la mia schiena. Scende lungo il mio
corpo, fino a solleticare la mia parte più intima.
Per un breve istante trattengo il fiato, ipnotizzata dai suoi occhi penetranti e così maledettamente
suadenti. Continua a fissarmi, senza mai distogliere lo sguardo.
Quanto vorrei poter leggere nella sua mente...
Quanto vorrei poter afferrare ogni suo pensiero e farlo mio. Quanto vorrei che smettesse di
guardarmi in quel modo... Non lo sopporto!
Inspiro profondamente e riporto l'attenzione su mio fratello, com'è giusto che sia.
Gli regalo un sorriso e, con il solo movimento delle labbra, gli sussurro un: "Ti voglio bene" che
viene dritto dal cuore. "Anch'io" bisbiglia a sua volta.
Poi i suoi occhi color caramello si illuminano di una luce radiosa, abbagliante.
Le labbra di Nic si incurvano in un sorriso dolce e venerante.
Tutti gli occhi degli invitati seguono l'incanto del suo sguardo: la sposa sta facendo il suo ingresso.
Stella avanza al braccio di suo padre, avvolta nel suo meraviglioso abito bianco.
Una lacrima le riga il viso, visibilmente emozionato. Quando i suoi occhi incontrano quelli di
Nicholas, il silenzio sembra avvolgere i nostri cuori.
In questo preciso istante le parole non servono.
L'amore tra Nicholas e Stella parla per noi, per loro.
Racconta di due anime sole e fragili che si sono trovate e amate. Due anime il cui destino era scritto
nelle stelle, fin dall'inizio.
Nicholas
Eccola lì la mia donna, la mia gattina... la mia futura sposa. Avanza verso di me senza mai distogliere
lo sguardo dal mio.
È radiosa, bellissima nel suo abito bianco... ed è mia. Meravigliosamente mia.
I suoi occhi, color nocciola, sono velati dalle lacrime.
Lacrime di gioia, lacrime che parlano di noi, del nostro amore che durerà per sempre. È di fronte a
me.
Le prendo le mani fra le mie, accarezzandole le nocche, dolcemente, con i pollici.
I nostri sguardi restano incatenati l'uno all'altro.
Si parlano silenziosamente. Non hanno bisogno di voce. Gli unici testimoni di questo nostro momento
indimenticabile sono i battiti dei nostri cuori.
Il Pastore inizia la cerimonia, ma la mia attenzione è solo per Stella. Amo questa donna più della mia
stessa vita. L'ho sempre amata sin dal primo istante in cui è svenuta fra le mie braccia in quel giorno
di dolore, sotto la pioggia.
Lei è il mio destino e da oggi lo sarà per sempre.
Accarezzo, con lo sguardo, ogni lineamento del suo viso, fino a soffermarmi sulle sue labbra carnose
e rosate. Un sorriso malizioso si incurva sulla mia bocca. Stella intuisce i miei pensieri peccaminosi
e scuote il capo divertita.
Sono stregato da ogni suo movimento, da ogni sua reazione. A un tratto, il Pastore mi richiama con un
leggero colpo di tosse: «Nicholas, pensi di unirti a noi o...» Mi volto verso di lui un po' disorientato.
«Le promesse... tocca a te.» aggiunge sorridendo.
«Mi scusi Padre, ma sa com'è...» torno a contemplare la bellezza della donna che ho di fronte, «la
mia gattina mi manda sempre in confusione. Mi distrae.»
Un brusio di risate si alza fra gli invitati.
«Che scemo che sei.» bisbiglia Stella, imbarazzata. Il Pastore si porta una mano alla tempia
rassegnato, eppure anche lui non riesce a trattenere un sorriso.
«Appurata questa cosa, adesso puoi renderci partecipi della tua promessa alla futura sposa o hai
altro da fare?» domanda sarcastico.
Faccio un respiro profondo, poi i miei occhi tornano a immergersi in quelli della donna che amo. Il
cuore mi batte all'impazzata.
Le stringo le mani con ancora più calore.
«Non scherzavo quando ho detto che mi mandavi in confusione e continui a farlo.» esordisco
scherzoso. «Lo hai fatto sin dal nostro primo incontro. Con un semplice sguardo mi hai stregato e
travolto in un turbinio di emozioni capaci di sconvolgere tutto quanto. Tutto ciò che era la mia vita
fino a quel momento. Mi sei entrata dentro. Hai saputo toccare il mio cuore e farlo tuo nel momento
esatto in cui mi hai dato quella ginocchiata nelle palle.» Sorride e con lei anche i nostri amici. «E
devo ammettere che la gattina incazzata la amo da morire. Quando i tuoi occhi ardono, furiosi, il mio
amico in...»
«Nicholas, per favore.» mi interrompe Padre George con un'occhiataccia.
«Ah già... mi scusi Padre. Meglio tornare sulla retta via.» dico divertito. «Dicevo... Insomma non
voglio dilungarmi troppo. Voglio solo dirti che tu, Stella Anderson, sei la mia parte mancante, sei
quel tassello del mio cuore che mi dà la voglia di vivere, la voglia di amare.» mormoro emozionato.
Un lacrima riga il suo bellissimo viso. «Tu sei il mio destino e voglio che ogni giorno, che mi
appartiene, diventi tuo. Perché tu sei il mio giorno. Ogni secondo, ogni minuto e ogni ora della mia
vita voglio che siano solo per te. Ti affido la mia vita, gattina mia. Ti amo.»
Un leggero venticello accarezza i nostri corpi.
Tutti sono in silenzio, emozionati e colpiti dalle mie parole, ma l'emozione più grande è lo sguardo
della mia futura sposa. L'intensità dei suoi occhi penetra in ogni cellula del mio corpo. Accarezza il
mio cuore in modo così travolgente da lasciarmi senza fiato.
La sua bocca rosata si piega in un sorriso pieno d'amore, poi le sue parole si uniscono al vento,
sfiorando la mia anima. «E io ti affido la mia, Nicholas Cole. Metto il mio cuore, segnato dalla vita,
nelle tue mani. Tu mi hai regalato un nuovo domani e mi hai insegnato a vivere. Mi hai ridato la
speranza...» la sua voce trema, «la speranza di credere che l'amore sia l'unica colla per un cuore a
pezzi. Tu, amore mio, sei la mia colla.» Il mio cuore batte sempre più forte, sempre più veloce. Le
prendo il viso fra le mani e la bacio con un trasporto vorace, primitivo e allo stesso tempo dolce e
passionale. Ogni parola, uscita dalla sua bocca, è stata una carezza avvolgente. Fischi e applausi
accompagnano il nostro bacio precoce, e non proprio casto. Padre George tossisce ripetutamente,
prima di ammonirci affettuosamente: «Ragazzi miei, io capisco tutto, ma un po' di rispetto per il mio
anziano cuore.» dice ironico.
Mi stacco dalle labbra di Stella con fatica.
Se fosse per me la bacerei all'infinito e oltre.
Dopo le frasi di rito, ci scambiamo gli anelli emozionati e innamorati più che mai. Ribacio la mia
sposa con ancora più ardore, suggellando le nostre promesse. «Sei mia moglie, adesso.» sussurro. La
mia fronte contro la sua.
«Adesso, domani e per sempre.» ribatte Stella con una luce negli occhi che mi fa tremare d'emozione.
Amo questa donna, ogni secondo che passa, sempre di più.

Stella
La sua promessa è stata un'emozione indescrivibile. I suoi meravigliosi occhi color caramello sono
fuochi d'artificio, mi inebriano di un amore unico e infinito.
Gemo fra le sue braccia, bocca contro bocca.
La dolcezza delle sue labbra in contrasto con la lussuria della sua lingua, sono un cocktail esplosivo
per il mio cuore e anche per il mio corpo.
Gli invitati si avvicinano a noi, entusiasti e ancora emozionati. Abbracci e pacche sulla spalla sono
la dimostrazione che la nostra felicità non appartiene solo a noi, ma anche alle persone che ci
vogliono bene. Petali di rosa bianchi danzano su di noi.
Osservo mio marito incantata. Per un attimo lo trovo con gli occhi rivolti al cielo, mentre i petali ci
accarezzano come velluto.
So che sta pensando a sua madre.
Il suo sguardo mostra una piccola nota di tristezza.
Gli stringo con forza la mano, per fargli sentire la mia presenza. Al mio tocco Nicholas riporta il suo
sguardo su di me, regalandomi un sorriso rassicurante.
«Lei è qui accanto a noi. Non fisicamente, ma sono certa che ci sta guardando e sorride.» gli
mormoro, avvicinandomi al suo viso per dargli un bacio sulla guancia.
«Se lei fosse qui, ti amerebbe quanto me, ne sono certo.» Lo abbraccio, appoggiandomi al suo petto.
Come se gli invitati avessero capito il nostro momento intimo e magico, si allontanano dirigendosi
verso il giardino dove si svolgerà il ricevimento.
«Ti amo, Nicholas Cole.»
«E io amo te, gattina.»
Matt
Mi dirigo verso il Piano Bar allestito per i festeggiamenti, ancora frastornato.
Lo scambio delle promesse fra gli sposi mi ha turbato in modo inaspettato.
Ordino un bicchiere di champagne. Mi gusto il sapore delicato e frizzante del vino, mentre i miei
pensieri tornano a quel momento.
Le parole di Nic sono state un colpo al cuore.
Così potenti, disarmanti e allo stesso tempo troppo grandi per me. Per un breve istante il mio sguardo
si è posato su Layla, senza volerlo. Poi i pensieri sono volati verso un futuro sbiadito, sfumato...
dove due occhi color miele prendono sempre più ardore.
Scuoto la testa deciso. Devo assolutamente scacciare via tutte queste cazzate dalla mia mente.
Improvvisamente, una mano amica si posa sulla mia spalla. Giro il capo e trovo Noah al mio fianco,
anche lui pensieroso. «Se non ti conoscessi bene, direi che le nozze ti hanno fatto un certo effetto.»
«Cazzate.» rispondo, poco convinto. E lui lo sa.
Per Noah e Nic sono sempre stato un libro aperto.
Loro conoscono tutto di me, nel bene e nel male.
«Mi dispiace per tutto quello che è successo fra noi.» asserisce, lasciandomi a bocca aperta.
Lo guardo dritto negli occhi, colpito dalle sue parole.
«Tu chiedi scusa a me? Qui, se c'è qualcuno che lo devrebbe fare quello sono io, amico.» dico,
bevendo l'ultimo goccio di champagne che ho nel bicchiere.
«Io voglio solo che non soffra.» La confessione di Noah mi colpisce in pieno stomaco. È così
evidente il suo amore per Layla, che fa quasi male.
«Io non voglio farla soffrire, ma è complicato. Noi insieme siamo complicati.» ammetto con un
pizzico di rammarico. Noah rimane in silenzio.
Finisce il suo aperitivo e appoggia il bicchiere sul bancone. Poi, i suoi occhi azzurri mi inchiodano
in uno sguardo serio e determinato. «Domani mi aspetta un aereo per l'Italia. Starò via diversi mesi.»
Sono scioccato. «Te ne vai per lei?»
«Me ne vado per ricominciare. E solo lontano da lei posso farlo. Ma prima di andarmene ho bisogno
che tu mi faccia una promessa.» Ha la mascella tesa e il tono della sua voce non lascia alternative.
Asserisco con un cenno del capo.
«Prenditi cura di lei.» dice con fermezza. «Se qualcuno può renderla felice, questo sei tu, anche se
per me è davvero dura ammetterlo.»
Mi dà un'ultima pacca sulla spalla, prima di allontanarsi definitivamente. Prima di perderlo di vista
gli urlo: «E la mia risposta?»
«Non mi serve, so già che lo farai. Te l'ho letto negli occhi.» afferma, dandomi la schiena.
Fisso la sua figura andarsene. Oggi è la giornata degli shock. Che diavolo vuol dire che me lo ha
letto negli occhi? Non so nemmeno quello che voglio e che sento per lei... figuriamoci se posso
promettere di renderla felice.
«Le donne sono solo complicazioni. Eh che cazzo!» sbotto, dando voce ai miei pensieri.
«Ha parlato il Santo.» Layla è accanto a me.
Tiene in mano due flute di champagne e mi fissa con espressione corrucciata.
«Qualcuno direbbe che lo sono, visto come sopporto certe donne.» dico, sottolineando il "certe
donne" per provocarla. I miei occhi corrono sulla sua figura.
È bellissima con indosso il suo abito da damigella.
E poi il suo viso...
Cazzo! Sembra una dea greca con i capelli raccolti, leggermente mossi, e un trucco leggero che mette
in risalto i suoi lineamenti delicati.
Si stuzzica il labbro inferiore con i denti e il mio amico in basso si anima improvvisamente. Merda!
Quando penso che stia per parlare, mi lascia di stucco andandosene.
Sorpreso e deluso ordino un altro drink.
A un tratto, le voci degli invitati si fanno concitate per l'arrivo degli sposi, che si accomodano al loro
tavolo, felici e bellissimi. Nicholas stringe la mano di Stella con dolcezza e possesso.
I loro sguardi sono l'espressione dell'amore. Anche per uno come me è impossibile restarne
indifferente.
Raggiungo gli altri al tavolo.
Ovviamente la sfiga vuole che accanto a me sia seduta proprio la mia stronzetta. Con noi c'è anche
Maya, Noah e i genitori degli sposi.
Non poteva andarmi peggio.
Già starle vicino è una tortura, con suo padre poi... è ancora peggio.
Ci vengono serviti gli antipasti e tra una portata e l'altra i bicchieri si alzano in onore degli sposi.
Tutto prosegue tra risate e l'assaggio di delizie culinarie.
Con la coda dell'occhio, mi ritrovo più volte a guardare Layla in tutta la sua bellezza. Vorrei
evitarlo, ma è più forte di me. Il suo profumo e la sua voce sono un richiamo naturale per il mio
corpo.
Sta sorridendo e il suo sorriso è tutto per Noah.
Un groviglio di sensazioni fastidiose mi attorcigliano lo stomaco. Continuo a fissarli, sempre più
irritato.
Non voglio che gli sorrida così!
Mi fa incazzare questa cosa.
Io voglio che quel sorriso sia solo per me, non per lui.
Stringo i denti con forza.
Ogni muscolo delle mie braccia è teso e nervoso.
«Non hai alcun diritto.» Il bisbiglio di Layla arriva inaspettato, solleticandomi l'orecchio.
Mi volto verso di lei.
Le nostre labbra sono a un soffio l'una dall'altra.
Le sue iridi sono due fuochi fiammeggianti.
Così calde, intense e pericolose.
Mi fissa quasi con sfida. Come un coglione resto a guardarla, interdetto.
Elegante e sicura di sé, si alza dalla tavolata con la scusa della toilette. Respira Matt... stai calmo,
mi ripeto! Ma il mio cervello è già in tilt.
Mi alzo a mia volta, senza dare spiegazioni.
Sento gli occhi di tutti puntati addosso, ma non me ne frega un cazzo.
Con lunghe falcate la raggiungo all'interno della Villa.
Le afferro un braccio, girandola verso di me.
«Che diavolo volevi dirmi prima?»
«Lasciami Matt.»
«Rispondi!» le ordino con foga.
I nostri sguardi si scontrano, orgogliosi e decisi.
«Non sopporto quando fai il geloso.» il suo respiro si fa sempre più affannato. «Io-non-ti-
appartengo.» ribadisce con veemenza, scandendo parola per parola.
Una rabbia improvvisa si accende dentro di me.
La gelosia di poco fa torna a martellarmi nel cervello e le sue parole si trasformano in tante lame
affilate che si conficcano nel mio petto. «Quanto ti sbagli.» mormoro, attirandola a me imperioso.
Il suo seno sbatte contro il mio petto.
Un brivido d'eccitazione attraversa i nostri corpi.
Passione, rabbia, desiderio e confusione sembrano travolgerci in un mare di emozioni senza logica.
Avvicino il mio viso al suo. Le sue labbra provocanti tremano. Le sfioro con le mie per poi leccarle.
«Tu mi appartieni, tutto di te mi appartiene.» le dico, prima di impossessarmi della sua bocca, avido
di assaporarla e sentirla nuovamente mia.
Layla
"Tu mi appartieni, tutto di te mi appartiene"
Le parole di Matt rimbombano ancora nella mia testa, mentre le sue labbra diventano un tutt'uno con
le mie.
Le nostre lingue si cercano, si stuzzicano. Danzano senza esitazione, sempre più frementi e vogliose.
Mi circonda la vita con le sue braccia possenti. Potremmo litigare all'infinito, insultarci ma, alla fine,
è qui che mi sento sempre a casa: stretta a lui.
Il cuore sembra uscirmi dal petto. Batte a un ritmo frenetico, così forte che mi sembra di impazzire.
Gli porto le braccia al collo. Con una mano spingo sulla sua nuca, rendendo il nostro contatto ancora
più profondo, mentre le mie dita lo stuzzicano, giocando con i suoi capelli ribelli.
Ogni nostro gesto si fa sempre più erotico, sensuale.
Mi vuole quanto io voglio lui.
È sempre così fra di noi. I nostri corpi si reclamano, si incendiano... si desiderano.
Forse davvero gli appartengo...
Forse il mio cuore gli appartiene da sempre.
Ci stacchiamo ansimanti. La sua fronte si appoggia sulla mia, come se volesse tenersi in equilibrio,
come se avesse paura di crollare da un momento all'altro.
Tengo gli occhi chiusi. La paura di perdermi nella profondità di quelli di Matt, si attanaglia nel mio
cuore ancora palpitante. Faccio scivolare le mie mani sul suo petto, lentamente. Con le dita accarezzo
il tessuto leggero del suo abito. Matt trattiene il fiato. È come se il mio tocco avesse il potere di
insinuarsi oltre gli strati del suo vestito, fino a sfiorare la sua pelle.
«Tu mi stai facendo impazzire, Matt Colton. E sì, il mio corpo ti appartiene.» ammetto senza paura,
liberandomi da tutto questo caos che porto dentro e che parla di lui. Solo di lui.
Le sue dita si posano sotto il mio mento.
Mi alza il viso con dolcezza e il suo sguardo penetrante mi accende. Con lui è tutto un fuoco, in ogni
parte del mio corpo mi sento bruciare e il mio cuore... Dioooo, il mio cuore batte per lui, corre
all'impazzata come se volesse raggiungere il suo per fondersi e diventare una cosa sola.
«E se non volessi solo il tuo corpo?» La sua domanda è un colpo al cuore. Mi lascia sbigottita e
incredula.
«Sei ubriaco?»
«Ma che cazzo...» sbotta, allontanandosi da me di qualche passo. «Possibile che, anche in questi
momenti di serietà, tu faccia la stronza?»
Si passa una mano fra i capelli, nervoso.
«Io non sono stronza.» esclamo offesa e confusa.
In pochi secondi, mi riprende fra le sue braccia, stringendomi a sé con ardore. «E se volessi anche il
tuo cuore?»
Bumm... è lo schianto del mio cuore.
Quel cuore ferito e nascosto dietro a un muro di difese che, in questo preciso istante, Matt Colton sta
abbattendo parola dopo parola, bacio dopo bacio, carezza dopo carezza.
Sospiro avvolta dal silenzio. Vorrei tanto dirgli che "Sì, è tuo... te lo affido, prenditene cura." ma
non posso. Non sono ancora pronta, ho troppa paura.
Se mi lasciassi andare rischierei di uscirne annientata, devastata.
«Finalmente vi ho trova... ti.» La voce di Maya si spezza quando mi trova stretta a Matt.
Mi sciolgo dall'abbraccio e le vado incontro.
«Andiamo!» le ordino, prendendola sotto braccio.
Torniamo al tavolo senza dire una parola.
È ancora sconvolta e forse un po' preoccupata.
«Layla, ma...» La interrompo seduta stante.
Non voglio affrontare questa cosa, non adesso, non al matrimonio di mio fratello.
«Ti spiegherò, ma non ora. Ti prego.»
Ci riaccomodiamo. Per fortuna mio padre è talmente immerso nei festeggiamenti che non si è accorto
di nulla. Noah mi lancia uno sguardo preoccupato. Gli regalo un sorriso per fargli capire che va tutto
bene.
Pochi minuti dopo, anche Matt torna al suo posto, accanto a me. Il suo sguardo è distante, pensieroso.
Per tutto il resto della serata evita accuratamente di guardarmi. Questa cosa mi fa davvero
imbestialire!
«Parlami.» gli sussurro, accostandomi al suo viso, così che possa sentirmi solo lui.
«Credo di aver già detto abbastanza.» ribatte.
Nel suo tono di voce non c'è più un filo di calore, solo freddezza. Ed è solo per me.
«Dobbiamo parlare, ma non adesso.» affermo, posando i miei occhi sul suo profilo che pare
disegnato, talmente è bello e virile.
Si porta un bicchiere di vino alla bocca.
Con un movimento lento e studiato gusta il liquido frizzante, fino all'ultima goccia.
Possibile che anche il solo gesto di bere sia così sexy fatto da lui? Layla non ci pensare... basta!
Le note di Give me Love di Ed Sheeran mi ridestano dai miei pensieri. La pista da ballo, ai piedi del
palco allestito per la band, prende vita. Gli sposi aprono le danze stretti l'uno all'altro, in un momento
romantico e travolgente.
Poi faccio ciò che il cuore mi suggerisce, ciò che invece la mia ragione vorrebbe mettere a tacere.
Mi alzo e prendo la mano di Matt. Incrocio le mie dita alle sue. «Balliamo.» dico, trascinandolo in
pista.
Completamente esterrefatto, mi segue senza fiatare.
Non ci posso credere!
Ho lasciato senza parole Matt Colton.
Direi che posso ritenermi più che soddisfatta.
Siamo al centro della pista, ma lui sembra ancora fra le nuvole. È immobile e continua a fissarmi
incredulo.
Sorrido divertita. Gli prendo l'altra mano e l'appoggio alla base della mia schiena, e così faccio
anche con quella che già stringevo nella mia.
Incrocio le braccia dietro il suo collo.
Iniziamo a muoverci a ritmo della musica, senza dire una parola.
I nostri sguardi parlano per noi. I suoi occhi scuri e profondi sono un pozzo di emozioni travolgenti.
Come se si fosse risvegliato da questo momento di trance inaspettato, Matt rafforza la presa attorno
ai miei fianchi. Mi stringe a sé con possesso, desiderio e... dolcezza. Sì, dolcezza. Una dolcezza
disarmante e spiazzante. Le farfalle nello stomaco si trasformano in veri e propri volatili impazziti.
Lasciamo che le parole della canzone e le sue note ci cullino, trasportandoci in un mondo tutto nostro.
Dove esistiamo solo noi e nessun altro.
Matt
Per l'ennesima volta, la mia stronzetta mi ha lasciato senza parole. Quando la sua piccola mano
curata si è stretta intorno alla mia, di fronte a tutti, per poco non mi prendeva un colpo. Il suo gesto è
stato inaspettato e sconvolgente. Per la prima volta da quando è iniziata questa nostra specie di
relazione, Layla ha messo me davanti a tutto quanto, fregandosene di ciò che la gente e la sua famiglia
potessero pensare.
Stiamo ballando sulle note di Ed Sheeran.
Le parole della canzone si fanno spazio, nota dopo nota, nel mio cuore solitario.
Non posso più negarlo: quello che provo per lei va ben oltre il sesso. Non so bene cosa sia, ma di
certo è qualcosa capace di smuovermi dentro.
Qualcosa capace di sconvolgermi, mandarmi fuori di testa e farmi provare sensazioni nuove,
travolgenti.
Se guardo Layla, adesso, non vedo solo il piacere regalato ai nostri corpi... Vedo un futuro... Un
possibile noi, insieme.
A questo pensiero, le mie dita affondano con più veemenza sui suoi fianchi armoniosi.
Tiene il capo appoggiato sul mio petto. Avvicino il mio viso ai suoi capelli, per inspirarne il
profumo delicato e vanigliato.
«Vieni via con me, dopo?!» le sussurro con dolcezza.
Torniamo a guardarci.
Il mio sguardo è una supplica silenziosa.
Un piccolo sorriso fa capolino sulle sue labbra.
Sto facendo appello a tutti i santi del Paradiso per non cedere alla tentazione di baciarla, qui, davanti
a tutti.
«Per parlare?» chiede maliziosamente, sogghignando.
«Tutto quello che vuoi. Basta che stiamo insieme.»
Sono sincero. Voglio solo stare con lei, sentirla vicina. Capire cosa sta succedendo fra noi, cosa
ci lega.
Appoggia la fronte sul mio petto, nascondendosi.
Fa un respiro profondo, poi, un «Va bene.» sospirato, sfugge dalla sua bocca. La canzone finisce, ma
noi continuiamo a muoverci, ancora immersi nel nostro mondo.
«La musica è finita.» dice, ma senza dare l'impressione di voler mettere fine a tutto questo.
«Sinceramente? Non me ne frega un cazzo.» ammetto sereno. Non mi importa di quello che possano
dire gli altri invitati, vedendoci. Questo istante ci appartiene e voglio farlo durare il più possibile.
Un leggero colpetto di tosse alle mie spalle ci fa voltare entrambi.
«Posso ballare con mia figlia o hai l'intenzione di tenertela tutta per te?» L'ironia di Greg è una
novità. Mi osserva con attenzione, ma senza far trasparire alcun pensiero.
«Visto quanto è bella oggi, ne sono seriamente tentato.» rispondo sincero, lasciando la presa su di
lei.
Layla arrossisce lievemente, mentre Greg mi studia con ancor più interesse. Restiamo a fissarci per
diversi secondi, senza proferire parola.
Greg è come un secondo padre per me.
Mi è stato sempre vicino. Ha reso la mia infanzia meno dolorosa. Quando mio padre era in punto di
morte gli fece la promessa che si sarebbe preso cura di me e così è stato. Lui e Annie sono stati due
veri e propri angeli per me e mia madre. Se oggi possiedo un'azienda tutta mia, lo devo anche a lui e
all'appoggio che mi ha sempre dato.
«Vi lascio al vostro ballo, allora.» Accenno un sorriso, e poi rivolgo un ultimo sguardo a Layla.
Le faccio l'occhiolino e mi allontano. Torno al tavolo. Maya e Noah mi osservano pensierosi.
«Che c'è?» chiedo indispettito.
«Niente.» rispondono all'unisono.
Maya sogghigna divertita, mentre una strana smorfia compare sul volto di Noah.
«Perché ho la sensazione che vi stiate prendendo gioco di me?»
«No, No.» interviene Maya, allegra. «Però devi ammettere che lo spettacolo che ci avete regalato tu
e Layla, in pista, non è passato inosservato. Sai com'è... non si vede tutti i giorni una tensione
sessuale come la vostra.»
Preso alla sprovvista dalla sua schiettezza, sputo il vino che sto sorseggiando, facendo la figura
dell'imbecille. Alla mia reazione Maya inizia a ridere di gusto e senza freni. «Credo che anche suo
padre se ne sia accorto, caro il nostro Matt.»
Sovrappensiero, sposto lo sguardo sulla pista da ballo alla ricerca della mia stronzetta. Il suo viso
radioso è assorto e rapito da ciò che le sta dicendo il padre.
Chissà se Greg approverebbe una relazione fra me e Layla... E Nicholas? Come reagirebbe se io
volessi fare sul serio? Se volessi di più...
Mille domande mi rigirano per la testa.
Devo assolutamente fare chiarezza su quello che provo. Andare avanti così mi sta logorando. Ogni
giorno che passa tutta questa storia prende sempre più una piega diversa e contraddittoria.
Tra me e Layla, ormai, è un continuo tira e molla.
Nelle ultime settimane i nostri comportamenti sono stati al limite del ridicolo fra litigate,
provocazioni e desiderio. La voglia di allontanarsi è sempre stata frenata dalla passione, da quel
desiderio costante che ci appartiene sin dal nostro primo bacio nella serra.
Mai, nella mia vita, mi sono lasciato trascinare e coinvolgere da una donna... mai.
Solo Layla è riuscita in questa impresa.
Vorrà pur dir qualcosa? Giusto?
Per quanto io detesti ammetterlo, sono completamente stregato da lei e da tutto quello che è.
Tutto di lei mi è entrato dentro. Mi scorre nelle vene... arde in ogni parte del mio corpo e della mia
mente.
Merda! Sono fottuto! Il mio cuore lo è.
Matt Colton innamorato? Possibile?
La fine del mondo è vicina...
Layla
La domanda di mio padre: «Sei innamorata di Matt?» ancora mi assilla. Mi sarei aspettata di tutto,
ma non questo. Ho sentito il mio cuore fermarsi e la testa trasformarsi in una girandola.
Mi sembrava di impazzire.
Con voce strozzata, ho cercato di dissipare i suoi sospetti, ma non credo proprio che ci sia cascato.
Sono un libro aperto per lui.
Che poi... sono davvero innamorata? Sono davvero pronta a concedermi a Matt senza remore, a
dargli tutto di me?
«Ci sono i fuochi d'artificio tra poco e ho tutte le intenzioni di gustarmeli con te. Seguimi.» sussurra,
prendendomi per mano. Ci muoviamo fra gli invitati che si stanno dirigendo in spiaggia per assistere
allo spettacolo pirotecnico.
Una leggera brezza marina regala una nota di freschezza a questa giornata calda di maggio e il cielo
stellato rende l'atmosfera ancor più romantica.
Seguo Matt con il cuore palpitante.
Le nostre mani intrecciate sono calde e incastrate alla perfezione. «Ma dove mi porti?» chiedo
curiosa.
«Nel mio posto segreto.» La sua voce è divertita e tranquilla.
«Posto segreto?»
«Fai troppe domande per i miei gusti.» afferma, rallentando. Si volta verso di me e mi sfiora le
labbra con un leggero bacio a stampo.
Riprende a camminare, continuando a trascinarmi dietro di sé.
«Ti prego fammi togliere i tacchi, perché non ce la faccio più.» insisto, quasi piagnucolando.
Matt si blocca. Si gira nuovamente verso di me.
A un tratto si abbassa, appoggiando un ginocchio a terra, mentre l'altro resta piegato.
Le sue mani sfiorano il mio polpaccio delicatamente, fino a indugiare sulla mia caviglia. Con i
polpastrelli massaggia la mia pelle, prima di slacciare i cinturini dei sandali che indosso. Porto le
mie mani sulle sue spalle, per trovare sostegno ed equilibrio.
Un fremito di eccitazione, misto ad imbarazzo, solletica il mio corpo in ogni sua parte. Rimango
senza fiato quando, con dolcezza ed eleganza, mi sfila le scarpe.
Il tempo sembra fermarsi. Il gesto inaspettato di Matt ha stregato il mio cuore e tutto ciò che ci
circonda.
Sono senza parole e incondizionatamente persa fra i miei pensieri. Poi le sue labbra si posano sul
collo del mio piede in modo sensuale e venerante.
Oh-mio-Dio! Potrei anche morire all'istante...
Abbasso gli occhi su di lui.
I nostri sguardi si legano in un tripudio di sensazioni che lasciano senza respiro. Arrivano dritte al
cuore, sfiorano le corde delle nostre anime tormentate.
In questo stesso istante i fuochi d'artificio si innalzano sopra di noi. Boati e luci colorate illuminano i
nostri volti incantati. Matt si rialza in piedi, sovrastando la mia figura con il suo corpo virile.
Sembra avvolgermi in un calore che vorrei non finisse mai. Mi prende il viso fra le mani e sorride.
«Ho bisogno di baciarti. Ne ho sempre bisogno.» e senza esitazione, si ciba della mia bocca.
Mi bacia come se fossi acqua in pieno deserto, come se fossi ossigeno... come se fossi l'ultimo suo
respiro.
Gli stringo le braccia intorno alla vita. I nostri corpi si avvicinano. Si fondono solo toccandosi.
Ci stacchiamo, gemendo.
Insieme, alziamo gli sguardi al cielo, verso i fuochi che ancora stanno colorando la notte.
Matt si posiziona dietro di me, abbracciandomi.
Intreccio le mie braccia alle sue.
Si avvicina abbassando leggermente il viso a contatto con il mio. Il suo respiro mi solletica la
guancia.
Un brivido di piacere scende lungo la mia schiena fino al mio sesso. Piacere e dolcezza si mescolano
con la brezza del mare e il profumo di salsedine. «Voglio vedere il tuo posto segreto.» mormoro,
mentre l'ultimo salice piangente illumina il cielo stellato.
«Andiamo.» dice, stringendo nuovamente la mia mano. Passeggiamo lungo la spiaggia in silenzio.
Ad ogni passo, ci allontaniamo sempre di più dalla Villa e dai festeggiamenti.
In lontananza scorgo un cottage molto carino.
Vista la struttura, sembra sia stato ristrutturato da poco.
Più ci avviciniamo e più la stretta di Matt si fa salda e calorosa. Lo scruto di sottecchi.
I suoi occhi si illuminano di una luce colma d'amore.
«Eccoci.» afferma entusiasta. Il mio sguardo si sposta dall'abitazione a Matt, più volte. È come se
nell'aria ci fosse qualcosa che lo lega a questo posto. Come se un filo invisibile lo attirasse a sé.
«Questa casa apparteneva alla mia famiglia. Dopo la morte di mio padre siamo stati costretti a
venderla, ma ora...» fa un profondo respiro, poi le sue labbra si incurvano in un sorriso carico di
commozione. «Ma adesso è di nuovo mia.»
L'emozione nei suoi occhi è così coinvolgente che mi sento intrappolata in questo suo momento.
Una lacrima riga il mio viso.
Davanti alla mia reazione, Matt mi fissa con un ardore e un'intensità sconvolgente. Il suo pollice
accarezza lievemente la mia guancia, asciugandone il pianto.
«Voglio fare l'amore con te.» mormora, senza mai distogliere i suoi occhi dai miei.
«Amami, Matt.» Quelle parole escono dalle mie labbra, inaspettatamente. Le nostre bocche tornano
ad assaporarsi, stuzzicandosi in continuazione.
Entriamo in casa, restando incollati l'uno all'altra.
Il buio circonda i nostri corpi bramosi d'amore e di piacere. Ci muoviamo attraverso l'oscurità.
Sono completamente in balia di Matt.
Improvvisamente, il suo braccio si stacca dal mio fianco. Lo sento premere un interruttore.
Una luce soffusa innonda tutta la stanza.
Mi guardo attorno.
L'ambiente che ci circonda è semplice ma raffinato. Un camino in pietra cattura la mia attenzione.
Chiudo gli occhi e immagini di me e Matt avvinghiati sotto un piumone, con il fuoco acceso, si fanno
largo nella mia mente. Sospiro travolta da tutti questi pensieri inespressi. Poi il mio sguardo si posa
su una fotografia appesa alla parete. È una bellissima e toccante scena d'amore. Una donna tiene in
braccio un bambino appena nato. Ha la sua manina paffuta vicino alle labbra e gli sta posando un
casto bacio, ma quello che più colpisce è lo sguardo dell'uomo che sta loro accanto. Li guarda con
amore incondizionato, come se fossero tutta la sua vita.
«È la mia famiglia. Il giorno in cui sono nato.» mi bisbiglia all'orecchio.
«Assomigli tantissimo a tuo padre.» affermo sincera e scossa dalla moltitudine di sensazioni che sto
provando.
«Un giorno spero di essere un ottimo padre. Proprio come lui lo è stato per me, fino a che la vita
glielo ha permesso.» La sua confessione turba ancora di più il mio cuore già in subbuglio. Matt vuole
una famiglia...
«Sei sorpresa?»
«Un po'.» ammetto, leggermente imbarazzata.
Le sue labbra sfiorano le mie. È un tocco leggero ma carico di pathos. Poi si spostano sul mio
orecchio per scendere lungo il mio collo, fino alla spalla.
Assapora la mia pelle, dolcemente.
La sua lingua ridesta tutti i miei sensi, provocandomi un gemito.
«Non qui. Ti voglio nel mio letto.»
«Non dovevamo parlare?» chiedo sogghignando, mentre saliamo le scale che portano al piano di
sopra.
«Oh sì che parleremo, ma a modo mio.»
«Sembra una minaccia.» affermo eccitata.
Varchiamo la porta.
Un enorme letto è proprio di fronte a noi. Matt è dietro di me. Le sue mani si posano sulle mie spalle,
accarezzandole. «Vediamo da dove iniziare...» fa scorrere le nocche delle dita lungo le mie braccia.
Mi sento bruciare... «Forse dal fatto che sono stato uno stronzo in certi momenti, ma che tu non sei
stata da meno.»
«Veramente, tu...»
«Shh. Prima parlo io.» mi interrompe, ritornando ad accarezzarmi le spalle e la schiena.
Con un gesto lento e sospirato, abbassa la cerniera del mio abito... «Oppure dal fatto che sono geloso
marcio di Noah e di quel cazzone con cui ti sei dimenata al locale...» Sposta la spallina e con
maestria fa scivolare il vestito lungo il mio corpo, fino a farlo cadere a terra.
Mi sento completamente, totalmente, sopraffatta dalla sua voce roca e profonda. Dalle sue parole
nude e crude. Dal suo tocco vellutato e sensuale.
Respira Layla... respira.
«O dal fatto che odio e amo, allo stesso tempo, il tuo modo di stuzzicarmi, provocarmi...» Con
l'indice sfiora la mia spina dorsale, provocandomi brividi di piacere in tutto il corpo. «... che adoro
quando ti incazzi, quando sorridi senza pensieri. O che alla mia domanda "E se volessi anche il tuo
cuore" te la sei defilata, lasciandomi lì come un coglione... Dimmi... Di cosa, esattamente, vuoi
parlare? Perché la verità...» È sempre dietro di me. La mia schiena nuda brucia contro il suo petto.
Fa scivolare la mano sulla mia pancia per poi spostarsi verso il basso, dove il mio sesso pulsa
fremente.
Con l'altra stuzzica il mio capezzolo già turgido. La sua lingua solletica e assaggia il mio collo.
Sfiora il lobo del mio orecchio, mordicchiandolo.
«Matt, non ce la faccio più.» biascico, ansimante.
Matt
Il suo corpo nudo vibra di piacere e attesa.
È arrivato il momento di giocare a carte scoperte. Non so dove ci porterà tutto questo, ma di una
cosa sono certo: voglio Layla nella mia vita, nel mio letto... la voglio accanto a me.
Ho bisogno di lei. Ho bisogno di saperla mia.
Le sfioro l'inguine, le mie dita si strofinano contro il tessuto del suo tanga per poi insinuarsi dentro di
lei, compiacendo ogni suo movimento.
Layla inarca leggermente la schiena all'indietro.
Posa la testa sopra la mia spalla. Ha gli occhi chiusi e il volto estasiato. L'orgasmo la sta divorando
attimo dopo attimo. Pervasa dalle onde del piacere, geme appoggiando le sue labbra al mio collo.
«Dicevi?» ansima, con un pizzico di ironia.
La giro verso di me. Con una leggera spinta la faccio cadere sul materasso alle sue spalle. Ride
divertita, ma i suoi occhi ardono di una passione dirompente.
Vuole di più. Lo vuole quanto me.
Le sfilo il tanga con premura.
Il suo sguardo compiaciuto si posa sulle mie parti basse, evidentemente eccitate.
«Stavo dicendo, prima che tu venissi sulle mie dita...» la stuzzico con malizia, «... la verità è che io ti
voglio.» dico, guardandola dritta negli occhi.
Sotto il suo sguardo bruciante di desiderio, mi sfilo la camicia, i pantaloni e infine i boxer.
Sto perdendo la testa... se non entro subito dentro di lei, potrei impazzire.
«Voglio tutto di te. Voglio il tuo tempo, i tuoi sorrisi, i tuoi baci. Voglio il tuo cuo...» Come una tigre,
Layla azzanna la sua preda. Mi butta le braccia al collo e mi trascina su di sé. «È già tuo.» sussurra,
lasciandomi senza parole. Un attimo dopo, la sua bocca bramosa si incolla alla mia con un trasporto
che mai prima d'ora le avevo sentito. La mia erezione affonda dentro di lei, strappandole un gemito.
Ad ogni spinta, la sento vibrare sotto di me.
Le nostre mani vagano ovunque. Ogni centimetro del nostro corpo è pelle che brucia di passione e
amore.
Sì... un amore tormentato, forse ancora acerbo, ma che sente il bisogno di trovare la sua strada... di
avere il suo futuro.
E io lo voglio questo futuro, lo voglio con lei.
Facciamo l'amore. Non è sesso, è di più.
È un uragano di sentimenti contrastanti, viscerali.
Sentimenti nati da una passione che fa male e bene allo stesso tempo.
Esausti e sudati, ci accoccoliamo sotto il lenzuolo.
«Quindi è già mio?» chiedo, facendo finta di nulla. Se crede che lasci perdere la sua affermazione, si
sbaglia di grosso. Adesso è il suo turno di parlare.
«Mhh...» mugugna con la testa appoggiata sul mio petto. Con l'indice disegna dei cerchi sul mio
costato.
«Sei una stronza!» esclamo esasperato.
«È uno dei tanti motivi per cui mi vuoi.» afferma, mettendosi a cavalcioni sopra di me.
Il mio amico in basso torna sull'attenti.
Con delicatezza, sprofonda sulla mia erezione, dando inizio ad un nuovo round.
«Vediamo da dove iniziare...» Il suo sguardo è provocante e divertito. Sta usando le mie stesse
parole, la stronzetta. «Forse dal fatto che sono una gran stronza, ma che... Dio li fa e poi li
accoppia.»
Fa pure la spiritosa...
Le mie mani agganciano i suoi fianchi.
Si muove su e giù con lentezza. Un tormento dolce e intrigante.
I suoi occhi sono fiamme che ardono, mentre la sua bocca è piegata in un sorriso malizioso e
provocante. «O dal fatto che sono gelosa di ogni donna che ti si avvicina. Perché anche tu mi
appartieni, Matt Colton. Ed è ora che te ne faccia una ragione.» esclama decisa.
Veniamo insieme, sopraffatti dalle nostre confessioni.
Layla si lascia andare. Il suo corpo si appoggia sul mio, come a cercare ossigeno e sollievo.
I suoi capelli scompigliati solleticano il mio petto.
Quanto vorrei che questo momento non avesse mai fine. Quanto vorrei...
«Ho bisogno di una doccia.» La sua voce mi riporta alla realtà.
«È la porta alla nostra destra.» le dico, indicandogliela anche con un cenno del capo.
Scende dal letto strusciandosi un'ultima volta sul mio corpo ancora trepidante.
Adoro le sue provocazioni! Non potrei mai farne a meno. La seguo con lo sguardo. Il suo corpo
nudo e perfetto ondeggia in modo sensuale e disinibito davanti a me. Prima di sparire dietro la porta
del bagno, mi fa l'occhiolino.
Che donna! Ed è mia, solo mia!
Con questo pensiero mi rilasso e chiudo gli occhi, esausto.
Un leggero formicolio infastidisce il mio riposo.
Sento le palpebre pesanti e stanche.
Apro gli occhi e i primi raggi di sole fanno capolino dalla finestra. Cazzo! Mi sono addormentato
senza nemmeno rendermene conto.
Lancio lo sguardo al mio fianco, ma di Layla nessuna traccia. Il suo profumo aleggia ancora nella
stanza, ma senza di lei. Un foglietto, adagiato sul cuscino, attira la mia attenzione. Lo prendo in mano.
È un suo messaggio: "Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti. Ho un aereo per New York
che mi aspetta. Ci vediamo fra qualche giorno. È stato meraviglioso questa notte... bacio."
Che cazzo di storia è questa? Perché non mi ha detto nulla di New York?
Mi alzo nervoso e incazzato. Cerco il mio cellulare nella giacca. Una volta trovato noto una chiamata
persa da parte di Noah e una di Nic.
Ci penserò dopo a loro, adesso la mia priorità è rintracciare la mia stronzetta e dirgliene quattro.
Faccio partire la chiamata, ma subito vengo mandato alla segreteria. «Fanculo.» sbuffo irritato.
Mi rivesto e torno alla villa.
Quando arrivo, vengo accolto dal silenzio più assoluto. All'improvviso, il cellulare inizia a
squillare.
Rispondo senza nemmeno guardare il mittente, convinto che sia lei: «Si può sapere che cazzo ci sei
andata a fare a New York? E, soprattutto, perché non mi hai detto nulla?»
«Prima di tutto non sono a New York e secondo vedi di calmarti.» La voce di Nicholas arriva alle
mie orecchie, dura e glaciale.
«Scusa, amico. È solo che pensavo fossi...» mi blocco all'istante, non appena mi rendo conto di
quello che stavo per dire.
Merda! E adesso che gli racconto?
«Pensavi che fossi chi, Matt? Sono davvero curioso, visto che ieri sera sei scomparso, e con te anche
mia sorella.»
«Nic, le cose non stanno come pensi...»
«Matt, adesso sono in partenza per la luna di miele e non ho tempo per chiarire, ma al mio ritorno
esigo di sapere cosa cazzo sta succedendo tra te e Layla. E ti avverto...»
«Non c'è bisogno che aggiungi altro.» lo interrompo con fermezza.
«Bene. Comunque è a New York per l'esposizione dei suoi quadri. Adesso devo andare.»
«Ok. Ciao Nic e divertitevi.» dico sincero.
«Sarà fatto, amico. Ah Matt... Layla è una delle persone più importanti della mia vita, lo sai.
Chiunque la faccia soffrire diventa il mio nemico numero uno, anche se dovesse trattarsi del mio
migliore amico. Ricordatelo.» e riattacca.
Perfetto! Lei se ne va, lasciandomi come un idiota qui a Londra, come se non contassi niente, e in
più mi becco pure le minacce da parte di Nic.
Sempre meglio direi!
Layla

L'aeroporto JFK pullula di gente come sempre.


Dopo tutti i controlli di routine, mi avvio verso l'uscita alla ricerca di Susan. Mi guardo attorno, ma
della sua folta chioma rosso fuoco nessuna traccia.
A un tratto, mi sento chiamare. Mi volto e la trovo, a pochi metri da me, alle mie spalle.
Respira faticosamente, come se stesse cercando di riprendere fiato. Nonostante sia trafelata e
ansimante, è sempre una delle donne più belle che io abbia mai visto. Le vado incontro con un
sorriso smagliante.
Quando arrivo di fronte a lei, mi fa cenno di aspettare con la mano. È leggermente piegata verso il
basso, con le braccia tese e le mani appoggiate alle ginocchia. «Dammi il tempo di riprendere fiato,
ti prego. Poi ti giuro che dal mio abbraccio non scappi.» dice, facendo profondi respiri alla ricerca
di ossigeno.
La guardo divertita e con ammirazione. Lei è stata la mia salvezza. Dopo il tradimento di Mark mi
sono lasciata sopraffare dalla tristezza e dallo sconforto. In un attimo tutta la mia vita era andata a
puttane e con essa anche la mia aspettativa di una futura famiglia felice. Quando mi sono allontana da
Londra per dimenticare, il mio cuore ferito era ancor più incasinato a causa del bacio che c'era stato
con Matt.
Avevo la testa completamente in confusione.
Immagini di Mark e Matt si confondevano fra loro.
Sono arrivata a New York con la voglia di lasciarmi andare e di riprendere in mano la mia vita.
Mi sono data al divertimento più sfrenato, cercando di scacciare i fantasmi del passato ma, una sera,
dopo l'ennesima sbronza, sono scoppiata in lacrime nel bagno di un locale alla moda di Manhattan.
È lì che ho incontrato Susan, Susan Stuart Crofford, la moglie del bellissimo e affascinante Ian
Crofford, uno degli uomini più influenti di tutta New York.
La nostra amicizia è iniziata con un abbraccio.
Un abbraccio consolatorio fra due perfette sconosciute all'interno di una toilette per donne.
Questo è il bello della vita. A volte ti riserva delle sorprese inaspettate e imprevedibili.
Quella sera, per me e Susan, è stato l'inizio di una assidua frequentazione.
La sua amicizia mi ha catapultato in un mondo che ho sempre voluto ignorare: l'arte. Con il suo
entusiasmo e il suo lavoro ha risvegliato la creatività che era in me, stupidamente abbandonata
perché troppo insulsa agli occhi di Mark. Che stupida che sono stata!
È la proprietaria di una galleria d'arte nel pieno centro di Manhattan e la cerchia delle sue
conoscenze è davvero influente. Adora il suo lavoro e, soprattutto, è sempre alla ricerca di nuovi
talenti su cui puntare.
Un giorno, mentre eravamo a Central Park, ho afferrato il suo block notes per gioco e senza
rendermene conto ho dato inizio al mio futuro.
La matita, che avevo in mano, ha preso vita fra le mie dita. Linee, tratti e sfumature si sono
accavallate fra loro, creando un ritratto armonioso e accattivante.
Non appena Susan ha visto il mio disegno, i suoi occhi si sono sgranati dallo stupore. Il suo sguardo
era incredulo ed eccitato allo stesso tempo.
E ora eccomi qua: alla mia prima e vera esposizione. E questo lo devo solo a lei.
«Adesso sono pronta.» esclama sorridente. «Voglio un super mega abbraccio.» e, senza ripeterlo due
volte, mi stringe forte a sé. Adoro il suo modo di fare.
Così fisico, diretto e affettuoso.
Susan non ha mai avuto paura di esprimere i suoi sentimenti.
È uno spirito libero e vive la vita di pancia.
Lei e Ian sono così diversi eppure complementari.
Sono l'uno il pezzo di puzzle mancante dell'altro.
Si completano. Si amano, nonostante tutto.
Invidio il loro amore, la loro famiglia.
Vorrei tanto trovare anch'io la stessa felicità. Chissà... forse un giorno con Matt...
Basta! Non è il momento di pensarci.
Oggi il mio unico pensiero deve essere la mostra, nient'altro!
«Susan, mi stai soffocando.» borbotto, quasi senza respiro.
«Oddio, scusa. È solo che sono così felice di rivederti. E non ti nascondo che sono pure agitata ed
emozionata per l'esposizione dei tuoi lavori.» confessa euforica. «Ho organizzato tutto nei minimi
dettagli. Questa sera sarà un successone, ne sono certa.»
Il suo entusiasmo, così contagioso ed esplosivo, è proprio quello che mi ci vuole visto che sono tesa
come una corda di violino.
«Io sono nervosissima. Spero davvero che vada tutto bene.» dico, con voce tremante.
«Tesoro, i tuoi lavori sono eccezionali. Non sono solo colori e linee, sono emozioni. Le tue opere
parlano, raccontano... per cui stai tranquilla. Ahh, l'ultimo che mi hai mandato è meraviglioso.
Ammetto che il soggetto non passa inosservato, ma tu gli hai regalato sfumature che vanno al di là del
semplice ritratto.» ammette, incantata.
Arrossisco, imbarazzata. So bene a quale quadro sta facendo riferimento e il solo ripensare al
momento catturato mi scatena brividi di piacere e dolcezza.
«Diciamo che ero ispirata.»
«Oh mia cara, lo credo bene.» Un sorriso malizioso e un po' perverso compare sulle sue labbra
carnose.
Abbasso lo sguardo. Susan ride divertita e io non posso che fare lo stesso.
Un'ora dopo sono già nella camera degli ospiti di Villa Crofford. Susan ha davvero pensato a tutto.
Un bellissimo abito da sera in seta, color rosso rubino, è posato sul letto.
Il tutto accompagnato da una pochette dello stesso colore e da un paio di sandali, tacco 12, tempestati
di swarovski. Una meraviglia... Il suo gusto è sempre impeccabile.
Dopo aver pranzato insieme, decidiamo di rilassarci un po' in piscina, data la bella giornata.
Mentre chiacchieriamo degli ultimi dettagli, comodamente sdraiate sui lettini, Ian è in acqua con la
piccola Lucy.
Vederli giocare così allegramente è una gioia per gli occhi. Lucy ha tre anni ed è la copia sputata del
padre: capelli neri e occhi di un azzurro intenso.
Tra risate e divertimento, il pomeriggio passa in un attimo. Mancano poche ore all'inaugurazione e la
mia ansia è alle stelle.
Improvvisamente, ricordo di non aver più chiamato Matt dopo aver ricevuto un suo messaggio.
Oddio, conoscendolo sarà una furia.
Provo a contattarlo, ma scatta la segreteria.
Tento più volte, ma il risultato è sempre lo stesso.
Butto il cellulare sul letto e vado a farmi una doccia.
Subito dopo indosso l'outfit che Susan ha scelto per me. Acconcio i capelli in uno chignon elegante,
lasciando qualche ciocca libera, e dopo un trucco leggero sono pronta per la serata.
Tutto sarebbe ancora più perfetto se con me ci fossero la mia famiglia e... Matt.
Matt
«Siamo arrivati, Signore.»
Pago il taxista e scendo dall'abitacolo.
Il fascino della Grande Mela è intramontabile.
Mi affaccio all'entrata della Galleria. Un uomo e una donna mi danno il benvenuto consegnandomi
una brochure di presentazione, dove al centro spicca il nome di Layla.
Osservo affascinato alcune immagini delle sue opere.
La rabbia torna a far tremare i miei muscoli.
Perché diavolo non mi ha detto di questa serata?
È la sua prima esposizione, la realizzazione del suo sogno e nonostante questo la sua scelta è stata
quella di non condividere tutto questo con me.
Come possiamo iniziare a costruire qualcosa di importante se lei è la prima a lasciarmi fuori
dalla sua vita?
Un respiro profondo mi aiuta a ricacciare indietro la delusione.
Prima di andare alla ricerca della mia stronzetta, mando un messaggio a Maya per ringraziarla di
tutte le informazioni che mi ha dato.
Inizio a guardarmi intorno.
Ogni opera esposta è un'esaltazione del sentimento. Immagini di vita quotidiana si susseguono su ogni
parete. È come immergersi in un mondo fatto di piccoli gesti, sguardi persi, assorti... e innamorati
dell'amore e della vita.
Tutto parla di Layla, della sua semplicità profonda.
All'improvviso, qualcosa mi attira a sé. O meglio... qualcuno.
Quel filo invisibile che sento ogni qualvolta lei è nei paraggi mi tira con forza.
Il suo profumo vanigliato solletica le mie narici.
Mi volto verso quel richiamo e la vedo in tutto il suo splendore.
È accanto a uno sconosciuto molto avvenente.
Ridono divertiti e un leggero rossore le colora il viso.
Digrigno i denti, sopraffatto da un'ondata di gelosia che mi trapassa lo stomaco, i muscoli... il cuore.
Un sorriso perverso e isterico mi incurva le labbra.
Recupero il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni eleganti.
Uno squillo, poi due... tre... quattro...
Si allontana dall'uomo misterioso e risponde: «Ehi»
«Tutto qui? Scompari dopo una notte indimenticabile e l'unica cosa che sai dirmi è: "ehi"?» le dico
con tono impostato.
Mi sposto leggermente, così da non poterla perdere di vista, ma facendo sempre in modo che lei non
possa vedere me.
«Non essere arrabbiato, ti prego.» È dispiaciuta.
Dovevi pensarci prima, mia cara...
«Ma io non sono arrabbiato, sono incazzato nero.»
Sospira. La guardo agitarsi.
Cammina avanti indietro con piccoli passi.
Devo ammettere che la cosa è davvero divertente!
«Matt, io...»
«Lascia perdere, Layla. Adesso ho ben altro a cui pensare.» affermo, maliziosamente.
«Che vuoi dire?» mi chiede nervosa e leggermente preoccupata.
«Sarò sincero. In questo momento la mia attenzione è tutta per la donna più bella che io abbia mai
visto.»
Si blocca improvvisamente.
Il suo sguardo si fa teso e... ferito.
Credo proprio di aver esagerato, ma non importa.
Questa piccola vendetta le servirà di lezione.
Resta in silenzio. Ma so bene che nella sua testolina si sta scatenando l'inferno.
«Sai che ti dico?» asserisce con falso controllo.«Se ti basta così poco per finire nelle mutande di
un'altra, direi che non meriti nemmeno un minuto in più del mio tempo, stronzo.» e mi riattacca in
faccia.
Sorrido, stavolta con gusto.
La richiamo, avvicinandomi passo dopo passo, senza farmi notare.
È indecisa se rispondere oppure no.
«Che diavolo vuoi ancora?» borbotta, adirata.
«Te!» mormoro al suo orecchio.
Si volta di scatto, lasciando cadere il cellulare a terra.
I suoi meravigliosi occhi color miele mi fissano increduli. Chiudo la telefonata e rimetto il cellulare
in tasca. Le accarezzo il viso e, con il pollice della mano destra, le sfioro le labbra. Al mio tocco
sussulta.
I suoi occhi bruciano di passione e amore.
«Sei qui.» biascica emozionata.
«Non potrei essere in nessun altro posto.» e senza aggiungere altro, poso le mie labbra sulle sue.
Dolcemente.
Le sue braccia si stringono alla mia vita.
«Oh.mio.Dio.» Una voce estasiata e un po' stridula interrompe il nostro bacio.
Layla si allontana, decisamente imbarazzata.
Una rossa tutto pepe ci fissa con occhi sognanti.
D'istinto, afferro Layla per un fianco e la riporto accanto a me.
«Piacere, Susan Crofford.» dice porgendomi la mano.
«Matt Colton, il piacere è tutto mio.» Mi scruta con attenzione, osservandomi minuziosamente.
Poi i suoi occhi si sgranano stupefatti.
«Oddioooo! Ma tu sei "Il mio cuore ti appartiene"!» aggiunge con ancora più enfasi.
Ma che diavolo sta dicendo?
«Come, scusi?»
«Lascia perdere.» interviene Layla nervosa. «Susan è l'organizzatrice di questo evento ed è anche una
mia carissima amica.»
«I miei complimenti. Il tutto è stato curato nei minimi dettagli in modo impeccabile e i tuoi lavori
sono davvero strepitosi.» dico, guardando poi Layla e regalandole un sorriso.
«Grazie.» mormora, emozionata.
«Ora vi lascio. Layla perché non mostri a Matt il ritratto di punta. Sono certa che lo lascerà a bocca
aperta.» e se ne va strizzandoci l'occhio.
La guardo allontanarsi, scioccato.
«La tua amica è davvero fulminata.»
«Lascia perdere Susan. Adesso capirai.»
Mi prende per mano e mi trascina nella stanza accanto. Si blocca all'improvviso, guardandomi dritto
negli occhi.
Una strana apprensione vela il suo sguardo.
«Che succede? Mi sembri nervosa.»
«Prometti di non arrabbiarti?»
Cazzo! Questa cosa non piace affatto.
«Mhh.»
Alza gli occhi al cielo, poi prende fiato.
«Voltati.» mi ordina con dolcezza.
Lo faccio e ciò che vedo mi lascia letteralmente senza parole. Fisso il ritratto in bianco e nero,
immobile.
Vorrei parlare, esprimere ciò che provo, ma non ci riesco. Sono così saturo di emozioni che
qualunque cosa io dica, in questo momento, risulterebbe banale e inappropriata.
«Ti prego, dì qualcosa!»
«Se parlassi potrei rovinare tutto. E non voglio. Ma lui può farlo al posto mio.» Le prendo la mano e
l'appoggio sul mio petto, all'altezza del cuore.
Ogni battito è suo, le appartiene.
Le sue dita affondano con più forza nel tessuto della mia giacca. Anche Layla, come me, è frastornata
da questo caos di emozioni devastanti.
Continuo a fissare il ritratto davanti a me.
Accanto alla tela c'è solo una semplice didascalia con scritto: Il mio cuore ti appartiene.
La mano di Layla è ancora appoggiata sul mio petto, sotto la mia. Sono confuso, eccitato...
frastornato.
Non so più quello che sento. Quello che sto provando.
Più guardo me stesso raffigurato su quel foglio e più vorrei fuggire ma allo stesso tempo stringerla a
me e non lasciarla più andare.
Ma la verità è che sono stanco di scappare da ciò che provo. Non posso più negare i miei sentimenti
per lei. È arrivato il momento di fare quel salto nel buio che tanto mi spaventa... e voglio farlo con
lei, per lei.
Layla
Percepire il battito del suo cuore è una sensazione indescrivibile e sapere che ne sono io la causa
rende il tutto ancora più grande. Più soffocante.
Con Matt in un attimo sei all'Inferno e l'attimo dopo in Paradiso. È un continuo sali e scendi sulle
montagne russe. Mi fa sentire viva. Eppure la paura di farmi nuovamente male è sempre lì, in
agguato.
Vorrei cacciarla definitivamente dalla mia mente, ma è più forte di me. In questo momento tutto
quello che provo per lui è in bilico tra la voglia di buttarmi a capofitto in questo possibile "Noi" e il
bisogno, invece, di restarmene in un angolo senza pensieri e, soprattutto, senza complicazioni. Ma poi
lo guardo e le carte tornano a mischiarsi. Proprio come ora.
Il suo sguardo è perso fra il bianco e nero dei suoi lineamenti mentre dorme, dopo aver fatto l'amore
con me. Osserva rapito il suo ritratto come se si vedesse per la prima volta, come se vedesse me in
lui.
Che poi... Come mi è saltato per la testa di intitolarlo in quel modo?
Avrei dovuto usare la ragione, non il cuore.
Mi sono esposta senza neppure pensare alle possibili conseguenze.
«Sento gli ingranaggi della tua testolina impazzire. Voglio sapere a cosa stai pensando.» mormora,
continuando a tenere gli occhi fissi sul ritratto.
Faccio un lungo e profondo respiro. Poi, con coraggio, confesso quello che mi porto dentro da
settimane: «Ho paura, Matt. Paura di me, di te... di noi.»
Le mie parole riportano la sua attenzione su di me.
I nostri sguardi tornano a cercarsi, volersi.
I suoi occhi scuri e penetranti si fanno largo fra il caos dei sentimenti che mi porto dentro. Ho il fiato
corto e la gola secca. Il cuore ha smesso di battere per un attimo, completamente rapito dall'intensità
di questo momento. Lascia andare la mia mano, che teneva appoggiata al suo petto. Mi stringe un
braccio attorno alla vita, attirandomi a sé. L'altra mano si posa dietro la mia nuca, attirando il mio
viso al suo.
I nostri nasi si sfiorano e così anche le nostre labbra.
«So esattamente cosa vuoi dire, perché è lo stesso che provo io. Ma so anche che la voglia di viverti
è più grande di tutte queste paure. E io voglio viverti, Layla. Ho bisogno di te.»
«E se tutto fosse troppo grande per noi? Fino a ieri ti scopavi qualunque essere che respirava e io...
Diooo, sono un totale casino.» ammetto, preoccupata.
«Hai detto bene, fino a ieri. Da quando ci sei tu, io desidero solo te. E poi, io adoro il tuo ess...»
«Ragazzi, scusate l'intrusione.» Susan ci richiama con lieve imbarazzo. «Alcuni compratori
vorrebbero fare la tua conoscenza.» dice con voce dispiaciuta per averci interrotto.
Mi sottraggo all'abbraccio di Matt.
Gli do un lieve bacio sulla guancia: «Torno presto.» gli dico sottovoce. Mi allontano con Susan.
Ho lo stomaco sottosopra e il confronto di poco fa con lui mi ha scombussolata non poco.
Grazie a Susan faccio la conoscenza di persone influenti e di famosi critici d'arte.
Tra apprezzamenti e sorrisi di circostanza, il tempo passa senza nemmeno che me ne renda conto.
Ogni tanto lancio uno sguardo alle mie spalle.
La presenza di Matt è ovunque. In modo discreto mi è sempre vicino. Devo ammettere che questa
cosa mi fa stare più serena. Anch'io, come lui, ho bisogno di averlo accanto. Di sapere che c'è.
Dopo l'ennesimo bicchiere di champagne, mi sento leggermente stanca e senza forze. Finalmente
riesco a liberarmi di alcuni invitati, così mi guardo attorno.
Lo cerco fra le persone ancora presenti, ma senza individuarlo. Un brivido di ansia e apprensione mi
sfiora la schiena.
Non può essersene andato.
A un tratto, la testa inizia a girarmi e sento le gambe cedermi.
Delle braccia forti e decise mi sostengono: «Layla, che ti succede? Stai bene?» Con gli occhi
semiaperti vedo Ian fissarmi con occhi preoccupati. «Forse è meglio uscire un attimo a prendere una
boccata d'aria fresca.» Mi appoggio a lui e lo seguo all'esterno.
Un leggero venticello mi accarezza la pelle con dolcezza.
Inspiro ed espiro lentamente sempre rimanendo appoggiata a Ian.
Mi sfiora il viso con una mano. È un tocco gentile e senza alcuna malizia.
Poi tutto accade in pochi secondi.
«Non t'azzardare a toccarla!» Come una furia, Matt lo colpisce in pieno viso.
Tramortita e scossa, fisso la scena sgomenta.
«Ma sei impazzito?!» urlo incredula, portandomi davanti a Ian. Si tiene il dorso della mano contro il
labbro ferito. «Stai bene?» gli chiedo, preoccupata.
Susan accorre all'esterno: «Oddio, ma cosa è successo?»
«Succede che ho a che fare con un coglione» esclamo, delusa e furiosa.
«Si stava approfittando di te.» La voce di Matt trema rabbiosa.
«Sei un completo idiota.» sbotto verso di lui. «Ian è il marito di Susan e mi stava solo aiutando visto
che ho avuto un capogiro.»
«Io... credevo che...»
«Non aggiungere altro. Hai rovinato quella che doveva essere una delle serate più importanti della
mia vita e tutto per la tua stupida gelosia da uomo di Neanderthal.» Mi volto nuovamente verso i miei
amici. «Mi dispiace davvero tanto. Scusatemi.»
In lacrime corro alla toilette.
Non posso credere che l'abbia fatto sul serio!
Come ha potuto comportarsi in quel modo?
Ha rovinato tutto. Non cambierà mai!
Le lacrime scendono copiose sul mio viso.
Sono un fiume in piena, e niente sembra riuscire a calmarmi. Sento una tale rabbia invadermi che
vorrei spaccare qualcosa. O meglio... vorrei prendere a pugni la faccia di Matt.
«Layla, ti prego, apri la porta.» la sua voce rimbomba possente e decisa.
«Vattene, Matt! Torna a Londra ed esci dalla mia vita per sempre.» Lascio che le parole escano dalla
mia bocca come lame affilate.
Al di là della porta, solo silenzio.
Pochi minuti dopo la voce di Susan arriva dolce e tranquilla alle mie orecchie: «Tesoro, sono io. Per
favore, aprimi.»
«Non voglio vederlo.» sussurro.
«Tranquilla, Matt se n'è già andato.»
Una fitta al cuore mi lascia senza fiato. È quello che volevo, ma non pensavo che lo facesse sul serio.
Sono una stupida...
Apro la porta e la mia migliore amica entra di slancio, abbracciandomi forte. «Dimmi che stai bene.»
mi chiede con occhi preoccupati.
«Mi dispiace così tanto...»
«Ehi,» mi sussurra, alzandomi il viso per guardarmi dritta negli occhi, «non è colpa tua. E poi Matt
ed Ian hanno già chiarito.»
«Non avrebbe dovuto colpirlo. È solo un idiota.»
«Un idiota innamorato, tesoro mio.»
Fisso Susan a bocca aperta. Il suo spirito romantico non le fa vedere le cose con obiettività.
«Innamorato? Tu vedi troppi film d'amore.» Mi lascio andare ad una risata nervosa e isterica.
Susan sospira, scuotendo il capo con un leggero sorriso dipinto in volto. «Forse è vero che guardo un
po' troppi film d'amore, ma ti assicuro che pure tu hai ancora tanto da imparare sugli uomini, mia
cara.»
Prende un fazzolettino dalla sua pochette e asciuga le lacrime che ancora bagnano le mie guance.
«Adesso sai che facciamo? Ci sistemiamo il trucco, torniamo dai nostri ospiti e saluti tutti
cordialmente. Poi vai da Matt.» afferma con un pizzico di autorità.
«E perché dovrei andare da lui?»
«Perché è bellissimo, super sexy e ha fatto a botte per difenderti? E poi so dove alloggia.»
Oddiooo, ma è seria?
«Ti ricordo che ha colpito tuo marito.»
«Eccome se me lo ricordo. Grazie a Matt adesso Ian ha quell'aria da bad boy che tanto amo.»
Mi fa l'occhiolino e mi regala un sorriso a trentadue denti. La guardo sconcertata, eppure non posso
fare a meno di ridere con lei.
Matt
Come ho potuto essere così coglione! Le ho rovinato la serata, la sua serata. Mi sono lasciato
accecare dalla gelosia e così ho fatto la cazzata del secolo.
«Fottuto idiota che non sono altro!» mi ripeto a voce alta, mentre bevo l'ultimo sorso di Brandy che
ho nel bicchiere. Il taxi sarà qui tra poco. Tutti i miei progetti di passare questi giorni con Layla si
sono sgretolati uno a uno, ed è solo colpa mia.
Sentirle dire: "Esci dalla mia vita per sempre" è stato peggio che essere massacrato di botte. Le sue
lacrime, la sua voce ferita e infuriata mi hanno fatto male.
Io dovevo proteggerla, amarla... e invece ho rovinato tutto. Ho rovinato la sua grande serata.
Non me lo perdonerò mai!
Sferro un pugno alla parete della suite per scaricare tutta la rabbia che ho dentro.
Vorrei spaccare ogni oggetto presente in questa stanza, ma so che non servirebbe a nulla.
Mi renderei solo più ridicolo di quanto già non sono.
Mi tolgo la giacca e la lancio sul letto. Una sensazione di soffocamento mi serra la gola. Slaccio i
primi bottoni della camicia, per cercare di riprendere fiato.
Improvvisamente, qualcuno bussa alla porta.
Quando apro il mio cuore inizia una corsa senza fine.
Layla è di fronte a me. Indossa ancora il vestito della serata. I suoi capelli dorati non sono più
raccolti, ma lasciati liberi di cadere sulle spalle scoperte.
Ha gli occhi tristi e arrossati.
Il suo sguardo è incatenato al mio fino a che i suoi occhi si spostano oltre, alla mia destra,
esattamente dove si trova il mio trolley da viaggio.
«Da quando fai esattamente ciò che ti viene detto?» mi chiede in tono di sfida.
Restiamo sulla porta, immobili. La mia mano stringe con forza la maniglia. Più ripenso alla serata
trascorsa e più vorrei sbattere la testa contro il muro.
«Cosa ci fai qui?»
«Sai com'è... Passavo da queste parti.» esclama con tono di scherno, spostandomi con una leggera
spinta per entrare.
Con la sua solita eleganza, cammina per la suite scrutando ogni minimo dettaglio, fino a soffermarsi
sul letto.
Uno strano sorrisetto compare sulle sue labbra non più truccate.
Immagini di me e Layla aggrovigliati fra quelle lenzuola di raso color crema si fanno largo nella mia
mente. La voglia di prenderla e farla mia cresce a ogni secondo che passa. Sto per esplodere!
Cazzo, Matt... datti una calmata!
Faccio un respiro profondo e chiudo la porta alle mie spalle. «Almeno non ti ho fatto passare la
voglia di scherzare.»
Si volta verso di me, senza mai abbandonare quel sorrisetto malizioso che la rende tanto sexy. «Sei
un coglione.»
«Lo so.» ammetto, portandomi le mani in tasca e appoggiandomi alla porta.
I suoi occhi color miele mi scrutano da capo a piedi.
«Un coglione troglodita.» specifica con convinzione.
«Giusto.» Si avvicina lentamente.
«E pure un idiota.» aggiunge.
«Conoscendoti la tua lista sarà sicuramente infinita, per cui devi velocizzare perché ho un taxi da
prendere.»
«Non più.» mormora a pochi centimetri dalle mie labbra. Mi sento con le spalle al muro. Intrappolato
dalla sua voce suadente, dal suo profumo così inebriante e dai suoi occhi da strega ammaliatrice.
«Che vuol dire non più?» chiedo, completamente in balia di lei.
«L'ho rimandato indietro.»
«Perché?»
«Perché Susan ti vede come il principe azzurro che ha cercato di proteggermi con la sua armatura
scintillante. Perché trovarti all'inaugurazione è stata la più bella sorpresa che tu potessi farmi...
perché la verità è che per quanto tu mi faccia incazzare...» la sua voce è sempre più sottile e flebile.
«io non posso stare senza...» All'improvviso la vedo barcollare e cadere fra le mie braccia.
«Cazzo, Layla?» la richiamo, tenendola stretta a me per sorreggerla. Farfuglia parole
incomprensibili.
Spaventato, le porto una mano sotto il sedere e la prendo in braccio.
Raggiungo il letto e la distendo dolcemente. Mi siedo accanto a lei. «Layla...» bisbiglio,
accarezzandole il viso. Paura e ansia prendono il sopravvento.
«Chiamo subito un medico.» affermo, impanicato.
«No!» La sua mano si blocca sul mio braccio, stringendolo con veemenza. «Non voglio nessun
dottore. Ho solo bisogno di riposare.» La sua voce è quasi una supplica.
«Sei praticamente svenuta fra le mia braccia.»
Non ce la faccio a calmarmi.
Il solo pensiero che le possa accadere qualcosa mi uccide.
«Amore, calmati.» sussurra, poggiandomi il palmo della sua mano sulla guancia, per rassicurarmi.
Ma, in questo preciso istante, la mia testa è ancora ferma alle sue parole, a quella parola: amore.
Mi ha chiamato amore... No, non può essere!
L'ho di certo sognato. O forse no?
Scuoto la testa, cercando di riprendermi.
Il cuore ancora batte impazzito, ma non è il momento di perdermi in queste cose.
Adesso l'unico pensiero deve essere la salute di Layla.
«Stai tranquillo.» continua, senza lasciare i miei occhi. «Ho solo avuto un malore a causa di tutto lo
stress accumulato in queste settimane.» È tranquilla e questo aiuta a calmarmi un po'.
«Ok, ma appena torniamo a Londra, promettimi che andrai a fare un controllo.» le dico, con fermezza.
«Sì, capo. Te lo prometto.» asserisce, sorridendo.
«Non prendermi in giro. Mio padre ha iniziato a stare male proprio con un capogiro, per cui... Non
scherzarci troppo e vai dal medico. Solo così starò tranquillo.»
Si incupisce, colpita dalla mia confessione.
«Hai ragione. Scusami.» bisbiglia dispiaciuta.
La stringo fra le mie braccia. Così, senza un motivo.
Ho bisogno di sentirla al sicuro, di sapere che niente e nessuno potrà mai farle del male. Layla
ricambia il mio abbraccio, lasciandosi completamente andare.
Restiamo così, l'uno aggrappato all'altro, per diversi minuti.
Poi lascio la presa lentamente e con cura inizio a spogliarla. Mi guarda con tenerezza, come se
sapesse che l'unico mio desiderio è quello di prendermi cura di lei. È nuda davanti a me.
Meravigliosa come non mai ma, per la prima volta da quando la conosco, ciò che vedo non è solo un
bellissimo corpo creato apposta per darmi piacere, ma molto di più.
Vedo la donna che voglio al mio fianco. La donna che voglio riscaldi le mie giornate fredde, che mi
faccia impazzire con la sua testardaggine, che mi manda in tilt ogni qualvolta le sue dita mi sfiorano.
Vedo la donna che ha sgretolato, giorno dopo giorno, senza saperlo, il muro che avevo costruito a
protezione del mio cuore.
Respira affannata. L'intensità del mio sguardo è come una scossa per il suo corpo. Mi alzo divertito.
«Dove vai?» domanda con timore.
Le do le spalle e mi avvicino al trolley.
Prendo un cambio per me e anche una maglietta per Layla. Subito dopo, torno al suo fianco e con
premura gliela faccio indossare come pigiama.
«Non vado da nessuna parte. Anche perché la mia intenzione è quella di farmi una doccia veloce e
poi di tenerti stretta a me per tutta la notte.» le sussurro, sfiorandole le labbra. Il suo viso si rilassa e
un tenero sorriso le incurva la bocca.
«Tu intanto stenditi, senza fare storie.» e mi dirigo verso il bagno.
Layla
Se non mi calmo potrei rischiare un infarto.
Lo guardo sparire dietro la porta del bagno. Mi porto una mano al petto, come a voler calmare i
battiti del mio cuore galoppante.
È tutto così diverso. Il suo sguardo, i suoi gesti, le sue premure, il suo modo di parlarmi... è come
se...
Come se fosse... amore.
Oddioooo. Se solo ripenso a poco fa, quando mi è sfuggita quella parola dalle labbra, mi sento
morire.
Probabilmente Matt nemmeno se n'è reso conto visto quanto era agitato, ma per me è stato
sconcertante.
Avrei voluto zittirmi, ma poi un'insolita sensazione di pace ha pervaso il mio corpo. «Basta pensarci.
Adesso ti devi calmare.» mi ripeto, dandomi un buffetto in testa.
«Vederti mentre te le dai da sola ancora mi mancava.» dice divertito.
Indossa solo un paio di boxer grigi.
Il suo corpo statuario padroneggia in tutta la suite.
Tiene fra le mani un asciugamano bianco con cui tamponarsi i capelli ancora gocciolanti.
Lo fisso adorante. La sua bellezza è sempre un colpo al cuore e agli occhi. Un sorriso compiaciuto
compare sulle sue labbra carnose.
«Tesoro, se continui così rischi di consumarmi.» e inizia a ridere come un bambino. Divertito e
sereno.
Gli faccio la linguaccia e mi porto il lenzuolo fin sopra al capo, coprendomi completamente.
«Eh no, mia cara. Non credere di sfuggirmi.» A quelle parole un brivido di piacere solletica il mio
ventre e la mia parte più intima.
Matt si butta su di me, cercando di sfilarmi il lenzuolo.
È una dolce guerra all'ultimo colpo. All'ultimo tocco.
Le nostre mani sono ovunque, mentre le nostre risate riempiono la suite di allegria, a notte fonda.
Smetto di combattere esausta, mentre Matt mi sfila il lenzuolo dalle mani.
I suoi occhi scuri e ipnotici mi scrutano con premura.
Poi le sue labbra si posano sulle mie, finalmente. La voglia di baciarlo e assaporarlo mi stava
consumando a ogni secondo sempre di più. Con avidità intreccia la lingua alla mia. È un bacio carico
di passione e desiderio. Quanto mi mancava sentirlo così vicino. Sentirlo fino sottopelle, in ogni
cellula del mio corpo mai stanco di lui. Ci stacchiamo, ansimanti.
«Così mi uccidi.» mormora sulla mia bocca. Fronte contro fronte. Pelle contro pelle. Cuore contro
cuore.
«Beh, sarebbe di certo una morte bella e piacevole.» scherzo. Accenna un nuovo sorriso.
Sorprendendomi, si stende sul letto e mi attira a sé, fra le sue braccia. Lo guardo dubbiosa.
Matt nota la mia espressione confusa e la sua risulta sempre più divertita.
«La tua faccia è tutto un programma.» dice, chiudendo gli occhi. Perché ho la netta sensazione che
mi stia prendendo in giro?
«Io pensavo che...»
«So bene a cosa stavi pensando e credimi se ti dico che anch'io lo vorrei con tutto me stesso, ma devi
riposare. Per cui... dormi.»
«Fosse facile.» sbuffo, rassegnata.
«Abbiamo tutta la vita davanti, quindi dormi!»
Oh mamma... Un altro colpo al cuore.
Ma come gli escono certe frasi? Possibile che non si renda conto del significato delle sue parole?
Tutto questo non fa altro che confondermi ancora di più. Chiudo gli occhi, cercando disperatamente
la voglia di dormire che non ho. Il respiro di Matt si fa regolare e pesante, segno che Morfeo l'ha
preso fra le sue braccia. Mi scosto leggermente dal suo petto e alzo il viso per guardarlo meglio.
I suoi lineamenti sono rilassati e la sua bocca così invitante. È ufficiale: sono una ninfomane.
Tra le sue braccia, il mio cervello evapora.
Accosto le mie labbra a pochi millimetri dalle sue. Il suo fiato leggero pizzica la mia pelle. Piccoli
brividi accarezzano il mio corpo ormai dipendente da Matt Colton. Piano e con attenzione gli rubo un
lieve bacio.
«Con questo fanno due.» Prima che io possa replicare, o fare qualunque altra cosa, mi ritrovo, con un
colpo di reni, sopraffatta e schiacciata sotto il suo corpo virile e caldo. Si alza sopra di me, con le
braccia tese ai lati delle mie spalle.
I suoi capelli ribelli gli cadono sulla fronte, regalandogli quell'aria sexy da ragazzaccio che tanto
adoro.
Incrocio le braccia sul mio petto, stampandomi un finto broncio in faccia. «Ma non dormivi?»
«Sì, prima che la mia furbetta mi rubasse per la seconda volta un bacio.»
Seconda? Possibile che sappia di quella notte di tanti anni fa?
Deglutisco nervosa. Mi sento scoperta e vulnerabile.
E non ne capisco il motivo.
Ero solo una ragazzina. Anche se sapesse, non dovrei farmi tutte queste paranoie... eppure...
«Seconda volta? Credo tu abbia preso un colpo in testa senza saperlo.» dico, cercando di non
tremare.
«Non fare la furba con me. Non funziona.» mormora, sorridendomi in modo provocante. «Ricordo
ancora quella notte di otto anni fa. Ti sei approfittata di me.» afferma, sogghignando.
Oddio, lo sa! Ma come...
Fottutissimo stronzo! Faceva solo finta di dormire!
«Non ci posso credere. Ti sei preso gioco di me e della mia ingenuità.» dico imbarazzata e
leggermente infastidita. Continua a sorridere divertito. Gli colpisco la spalla con un pugnetto.
«Piantala di ridere.» Vorrei fare l'offesa, ma il suo viso disteso e sereno è troppo bello da vedere.
«Se proprio vogliamo fare i pignoli, chi si è approfittato del mio stato semi incosciente sei tu.»
Lo fisso allibita. «Perché non mi hai mai detto nulla? E, soprattutto, perché fingevi di dormire?»
«Piccola mia...» sospira, «vuoi sapere troppe cose per i miei gusti. Anch'io ho i miei piccoli
segreti.» dice con trasporto. Il suo sguardo è così intenso da far vibrare ogni parte del mio corpo.
Quest'uomo è un vero e proprio adone incantatore.
Vorrei rispondergli per le rime, ma la mia voce sembra essersi dissolta.
«È stato il mio primo bacio.» confesso, emozionata. «Desideravo con tutta me stessa che accadesse
con te così, quando si è presentata l'occasione, non ho potuto tirarmi indietro.» Mi copro il viso con
le mani per nascondere tutto il mio imbarazzo.
«Guardami!» mi ordina con voce roca e profonda.
«Non ci riesco.» Sto morendo dalla vergogna.
«Se non ti ho detto nulla è perché ero certo che se avessi parlato avrei combinato un gran casino.»
ammette come se nulla fosse. «Non puoi nemmeno immaginarti quanto desiderassi assaggiare queste
tue labbra succose.»
«Cosa?» Tolgo le mani dal viso, per incontrare i suoi occhi e la verità delle sue parole.
Sono sconvolta e in trance.
Non posso credere a quello che ho appena sentito.
È assurdo e inspiegabile.
Ero solo una ragazzina, la sorella del suo migliore amico e con la convinzione di essere trasparente e
insignificante ai suoi occhi. E invece...
«Non so, forse perché eri off limits o semplicemente perché mi sfidavi in continuazione,
stuzzicandomi con i tuoi modi di fare. So solo che ogni giorno era una continua tortura vederti e
trattarti come una sorella minore.»
«Non aggiungere altro.» lo prego senza fiato.
«Ma non volevi sapere?» Il suo tono divertito è troppo irritante.
«Direi che ho già sentito abbastanza. I miei ormoni stanno scalpitando e il mio cuore... Lasciamo
perdere. Ho bisogno di una doccia fredda.» sbotto, spingendolo via da me. Ricade sul letto al mio
fianco.
Mi alzo di scatto e mi rinchiudo in bagno, mentre la risata di Matt si fa sempre più rumorosa.
Matt
Vederla arrossire davanti alla mia confessione è stato impagabile. Ero indeciso se dirle la verità
oppure no, ma quando si è nascosta dal mio sguardo, le parole mi sono uscite di bocca da sole.
Per anni ho represso la mia attrazione nei suoi confronti. Era la sorella di Nic e soprattutto era solo
un'adolescente in piena crisi ormonale. Sarebbe stato facile approfittarmi di lei, ma non potevo.
Perché lei era speciale. Era la mia piccola, dolce Layla.
Lo scroscio della doccia mi riporta alla realtà.
Raggiungo Layla in bagno. Mi appoggio allo stipite della porta, con braccia conserte, in attesa che si
accorga di me. Fantasie perverse annebbiano la mia mente.
L'immagine distorta del suo corpo nudo, al di là del vetro del box doccia, è una tortura
insopportabile.
La voglia di prenderla si fa sempre più dirompente.
Ne avrò mai abbastanza di lei?
Chiude l'acqua ed esce dalla doccia in tutta la sua bellezza. Il mio amico in basso prende vita davanti
alla sua figura perfetta e... bagnata.
«Credevo che le docce fredde fossero solo per gli uomini.» affermo con tono beffardo e un sorriso
malizioso. Layla sussulta, presa alla sprovvista dalla mia presenza. I suoi occhi eccitati si perdono su
ogni parte del mio corpo, che scruta con affanno. Si prende il labbro inferiore fra i denti
morsicandolo, ignara di quanto questo mi mandi a fuoco.
«A me non è servita molto, a dire il vero.» ammette.
Il suo sguardo lascivo è una richiesta muta.
«Rimediamo subito, allora.» Mi avvicino.
Ogni cellula del mio corpo è fuoco che brucia.
Ho bisogno di lei. Di stare dentro di lei.
Le prendo il viso fra le mani e la bacio con passione. Le nostre labbra si uniscono con bramosia.
Si assaggiano, si divorano... mentre le nostre lingue si cercano disperatamente. È un bacio lungo e
che vorrei non avesse mai fine. Ci stacchiamo ansimanti.
Con un braccio la stringo al mio petto, con impeto. La mia bocca scivola sul suo collo, poi sulla sua
clavicola e infine sul suo seno. I suoi capezzoli turgidi sono piccoli boccioli fatti apposta per essere
stuzzicati, morsicati. Li prendo fra i denti, succhiandoli. Con la lingua solletico la pelle circostante.
Layla si aggrappa alle mie spalle tra gemiti e affanni.
La mia mano scende lungo il suo addome, fino al suo sesso bagnato. Allarga leggermente le gambe,
dandomi libero accesso. Con maestria e tocchi lenti, ma decisi, gioco con il suo clitoride
provocandole spasmi di puro piacere. Le mie dita si intrufolano fra le pieghe delle sue labbra
carnose e calde, per poi affondare nella sua fessura stretta. I suoi fianchi ondeggiano a ritmo delle
mie dita, assecondando ancora di più ogni movimento.
«Matt, sto per venire.» biascica sull'orlo dell'orgasmo.
Tolgo le mie dita dal suo sesso, improvvisamente.
«Cosa?» esclama con disperazione.
«Voglio che vieni mentre affondo dentro di te.»
Con decisione la prendo per i fianchi, alzandola da terra, e l'appoggio sul ripiano in marmo del
lavabo.
Le nostre labbra, ancora gonfie e arrossate dal bacio di poco, fa tornano ad assaporarsi senza
riserva.
Le mani di Layla indugiano sui miei addominali, accarezzandoli con i polpastrelli.
Scende fino all'elastico dei miei boxer e con fretta li abbassa fino a metà coscia, liberando la mia
erezione pronta per lei.
Prende fra le mani il mio membro eretto e, tremante dal desiderio, lo avvicina al suo sesso.
Con un'unica spinta, sprofondo in lei.
La sua eccitazione è una morsa avvolgente, calda... che non lascia scampo. Entro ed esco dal suo
calore con sempre più impeto, con sempre più vigore.
L'apice del piacere ci risucchia in un vortice di passione dirompente.
Veniamo insieme, urlando i nostri nomi.
Respiriamo bocca contro bocca. Sfiniti e madidi di sudore. I nostri corpi restano incollati l'uno
all'altro.
La sento gemere nell'incavo del mio collo e un sorriso soddisfatto si disegna sulla mia faccia.
«Doccia e poi si dorme. Sul serio, stavolta.» dico, spostandole una ciocca di capelli dietro
l'orecchio.
I nostri occhi si ritrovano.
La faccio scendere dal ripiano con cautela. Mano nella mano ci portiamo sotto il getto d'acqua calda.
Layla sembra sfinita. Con dolcezza e premura mi prendo cura di lei e del suo corpo esausto.
Terminato di rinfrescarci, torniamo in camera da letto.
Le faccio indossare nuovamente la mia maglia e poi ci infiliamo sotto le lenzuola.
Layla si accoccola al mio corpo, sfinita. La stringo a me e prima di chiudere gli occhi le do un bacio,
augurandole la buonanotte. Pochi minuti dopo i nostri sogni appartengono già a Morfeo.
I rumori della Grande Mela mi svegliano dalle 7:00 in punto del mattino. Layla accanto a me dorme
come un ghiro. Mi alzo facendo attenzione a non svegliarla.
Ordino la colazione in camera e poi mi affaccio alla finestra che da su Central Park.
Osservo il continuo via vai di gente di ogni etnia.
Tutto scorre freneticamente, come se il tempo non fosse mai abbastanza. Mezz'ora dopo, la colazione
ci viene servita. Faccio entrare il cameriere con il carrello colmo di prelibatezze. Dopo avergli dato
una cospicua mancia, mi avvicino alla mia bella addormentata. Mi siedo sul letto e accosto le mie
labbra al suo collo, soffiando delicatamente sulla sua pelle. Mugolii incomprensibili escono dalla
sua bocca, ma Layla non accenna a muoversi. Continuo la mia missione. Le sfioro la pelle con la
lingua, fino al lobo del suo orecchio. Finalmente la sento palpitare sotto il mio tocco furtivo.
«Sveglia, dormigliona.» le sussurro dolcemente. Altri mugolii, questa volta più accentuati.
Mette la testa sotto il cuscino. Credo proprio che la sua intenzione sia quella di non svegliarsi.
So io cosa ci vuole. Prendi una donna per la gola e avrai la vittoria assicurata. Prendo un muffin
dal carrello e con un sorriso divertito ne assaggio un pezzo. Cazzo se è buono!
«E se ti dicessi che un muffin al cioccolato e lampone sta aspettando solo te per essere gustato in tutta
la sua bontà?»
Come per magia, la sua bella testolina ricompare da sotto il cuscino. I lunghi capelli biondi le
ricadono sulle spalle, ribelli e scompigliati, rendendola buffa ma sempre attraente. I suoi bellissimi
occhi color miele si illuminano di una luce abbagliante nel momento stesso in cui si posano sul dolce
che ho fra le mani.
Si lecca le labbra, sorridendo.
«Praticamente mi stai dicendo che fra i miei baci e questo muffin, tu scegli il muffin?» domando un
po' offeso.
Come un fulmine si avventa sul dolce, strappandone un morso. La fisso sorpreso e allo stesso tempo
ammaliato dal suo gesto. Rimane a carponi, sul letto, proprio davanti alla mia mano.
Si sta gustando il pezzo che ha appena addentato e lo fa in modo così erotico che il mio corpo prende
fuoco. Quando nota la mia reazione, mi regala un sorriso malizioso e con uno scatto me lo ruba di
mano, scoppiando in una risata contagiosa.
La guardo affascinato e felice. Vederla così serena è un'emozione immensa, soprattutto dopo il casino
che ho combinato ieri.
Facciamo colazione tra risate e battute, fino a che non veniamo interrotti dalla suoneria del suo
cellulare.
Scende di corsa dal letto alla ricerca della sua pochette.
Quando trova il telefono, risponde alzando gli occhi al cielo, ma sempre con un sorriso.
Dalle sue parole capisco che si tratta di Susan.
All'improvviso Layla diventa rossa come un pomodoro.
Risponde a monosillabe, come se non volesse farmi capire quello di cui stanno parlando, ma conosco
troppo bene le donne e sono più che certo che, in questo momento, la sua amica le sta chiedendo se
ce la siamo spassata. Potrei scommetterci le palle!
Pochi minuti dopo si salutano e Layla torna accanto a me. «Scordatelo!» esclama decisa.
«Non so a cosa tu ti riferisca.» ribatto, sorseggiando la mia spremuta.
«Non ho alcuna intenzione di raccontarti quello che mi ha detto Susan. Mettiti il cuore in pace.»
Scoppio in una fragorosa risata.
Mi avvicino al suo viso, ancora leggermente rosato, e le do il bacio del buongiorno. Di quelli di cui,
ormai, non possiamo più fare a meno.
Layla
I giorni trascorsi a New York, insieme a Matt, sono stati fantastici. Ci siamo divertiti come dei pazzi
in compagnia di Susan e della sua famiglia.
Abbiamo visitato i posti più eclettici e importanti di tutta la città. Tra risate, cene romantiche e
nottate di puro piacere, abbiamo vissuto una vacanza da sogno. Inoltre l'inaugurazione ha avuto un
successo straordinario e inaspettato. Quasi tutte le mie opere sono state vendute e apprezzate.
Ovviamente Matt ha voluto acquistare "Il mio cuore ti appartiene".
Adesso il suo ritratto è appeso alla parete della sua camera da letto, proprio dove tutto ha avuto
inizio.
Dove quelle linee e sfumature hanno trovato un senso, un'emozione.
Siamo rientrati a Londra da una settimana e le cose fra di noi vanno alla grande.
L'unico rammarico è la partenza di Noah.
Per quanto io sia convinta che abbia fatto la scelta migliore andandosene, il senso di colpa continua a
lasciare un segno indelebile nel mio cuore.
Sbrigo le ultime commissioni per mio padre, mentre una leggera pioggerella inizia a bagnare i
marciapiedi. Corro verso l'auto e quando sto per aprire la portiera mi sento svenire.
Mi aggrappo alla maniglia con quel poco di forza che mi resta. Con difficoltà entro nella mia Ferrari
Cabriolet e sprofondo nel sedile di pelle, a peso morto.
Appoggio il capo contro il poggiatesta. Faccio lunghi e profondi respiri, mentre la testa continua a
vorticare.
Afferro la bottiglietta d'acqua, che porto sempre con me, e bevo a piccoli sorsi.
Chiudo gli occhi e resto ferma in auto per più di dieci minuti. Non posso guidare in queste
condizioni.
Nel panico, chiamo Stella e le chiedo di raggiungermi.
Mi spiace disturbarla visto che è tornata solo oggi dalla Luna di Miele, ma non saprei proprio chi
altro contattare.
Rintracciare Matt è escluso. Mi porterebbe subito in ospedale per un controllo, mentre Nic e mio
padre entrerebbero nel panico più assoluto.
Un quarto d'ora dopo, Stella mi raggiunge in taxi.
Per fortuna mi sono ripresa e le forze sono tornate, ma il suo sguardo preoccupato non preannuncia
niente di buono per me. «Sei andata da un medico?» mi chiede con fermezza.
Faccio un respiro profondo e mi preparo alla ramanzina che di certo arriverà.
«Non ancora.» mormoro sentendomi in colpa. «Ma non ti devi preoccupare, davvero. Sono sicura
che è tutta colpa dello stress. L'inaugurazione, Matt e poi la salute di papà mi hanno prosciugato tutte
le forze. Ho solo bisogno di riposare.»
«Matt.» ripete, sospirando.
Accidenti, mi sono fregata da sola!
Ormai è troppo tardi per tornare indietro. E poi sono stanca di tutti questi sotterfugi. Voglio poter
vivere la mia vita come meglio credo. Alla luce del sole.
«Allora fate sul serio?» aggiunge, continuando a portare attenzione sulla strada.
Stella è una pilota consumata ormai, ma la mia Ferrari è pur sempre una gran bella bestiola da
guidare.
«Non lo so.» ammetto sincera. «Posso solo dirti che ci stiamo provando, o almeno credo.»
Il viaggio prosegue in silenzio fino a casa.
Quando entriamo, troviamo mio padre in compagnia di Nic. Si voltano verso di noi, incuriositi.
«Ehi, come mai le donne della mia vita sono qui insieme?» Lo sguardo di Nic ci scruta con
attenzione.
Fisso Stella con preoccupazione.
Non voglio che gli dica del mio malessere.
«Shopping.» sparo la prima cosa che mi passa per la testa. Sia Nicholas che mio padre mi osservano
poco convinti.
«E tutti questi acquisti dove sarebbero?» insiste Nic.
Merda! Ma perché diavolo deve essere sempre così maledettamente perspicace? Non può fare
come tutti gli uomini su questa terra che nemmeno stanno ad ascoltarti?
Stella interviene prontamente: «È colpa mia. Ero troppo stanca dal viaggio e così siamo tornate a
casa.»
Amo mia cognata! Senza di lei non saprei che fare!
Nicholas le si avvicina preoccupato. «In effetti è stato un tour de force. Che ne dici di andarcene a
casa, così che io possa prendermi cura della mia bella mogliettina?» le sussurra, attirandosela fra le
braccia.
Mi sento in colpa per questa bugia, ma vedere mio fratello così protettivo nei confronti di Stella è
sempre un'emozione indescrivibile.
Un'emozione che tocca il cuore e ti fa innamorare dell'amore, anche senza volerlo.
Stella gli sorride innamorata più che mai. «Non vedo l'ora.» risponde, dandogli un tenero bacio a
stampo.
«Ok, basta smancerie.» intervengo, sbuffando. Ma la verità è che adoro ogni loro gesto, ogni loro
carezza. Mi scaldano il cuore.
Mio padre ride divertito e io mi unisco a lui.
Prima di andarsene, Stella si avvicina a me senza farsi notare: «Mi raccomando, riguardati.»
bisbiglia seria. «E se dovesse ricapitare, vai subito dal medico, altrimenti ti ci porto io a calci nel
sedere.» La sua aria minacciosa è più che sufficiente per strapparmi una promessa.
Dopo aver cenato con papà, salgo in camera da letto.
Sono distrutta. Questi piccoli malori iniziano ad essere una vera e propria rottura.
A volte sono così stanca che l'unica cosa che vorrei fare è dormire. Forse dovrei davvero ascoltare
Stella e Matt, e andare dal medico. Vista l'ora non tarda, chiamo la Dottoressa Lewis.
Mia madre è stata in cura da lei e, oltre a essere un medico affermato, è anche un'amica di famiglia.
Prendo appuntamento per l'indomani.
Adesso mi sento più tranquilla.
Prima che Morfeo riesca a prendermi fra le braccia, l'arrivo del messaggio della buonanotte di Matt,
mi fa sciogliere come neve al sole.
Fisso il display incantata.
In questi giorni è a Edimburgo per lavoro e devo ammettere che il suo sorriso mi manca da morire.
Mi mancano i suoi baci, le sue carezze... il suo modo di stuzzicarmi in continuazione.
Ma soprattutto mi manca averlo accanto.
Poterlo vivere nella mia quotidianità.
Leggo e rileggo le sue parole:
"Buonanotte mia bella addormenta. Ammetto che mi manchi. Mi manchi da morire. Vorrei che
fossi qui con me per poterti stringere fra le mie braccia, coccolarti e fare l'amore con te per ore
e ore. Cazzo! Mi hai fottuto il cervello, stronzetta, e non c'è cosa più bella. Fai la brava e...
pensami! Magari nudo nel tuo letto, mentre le mie dita sfiorano... Ok, ti lascio alla tua
immaginazione ;) Riguardati e... Sei la cosa più bella che potesse capitarmi (sappi che negherò
anche sotto tortura di avertelo confessato).
Bacio."
Il nostro rapporto, in queste ultime settimane, ha preso una piega inaspettata.
Matt mi riempie di attenzioni, e sempre più spesso parla di un possibile futuro... insieme.
Lo fa a mo' di battuta, ma ogni volta il mio cuore perde un battito e i dubbi tornano a farsi sentire.
E poi c'è ancora la questione Nicholas in sospeso.
Matt mi ha accennato della loro breve conversazione, prima che mi raggiungesse a New York, e la
cosa, devo ammettere, mi ha un po' turbata.
Ho già complicato le cose con Noah, non voglio che anche il rapporto fra mio fratello e lui venga
rovinato a causa mia.
Tengo troppo ad entrambi per essere la causa di un loro litigio.
Matt
«Finalmente, casa dolce casa.» esclamo, buttandomi stremato sul divano. Sono stanco morto. Questi
giorni a Edimburgo sono stati a dir poco stressanti.
Londra mi è mancata in modo assurdo. Che poi... ma chi voglio prendere in giro... la verità è che
Layla mi è mancata. Anche più di quello che avessi mai pensato.
Tra l'altro, negli ultimi due giorni, mi è sembrata più strana del solito. Distante e preoccupata.
Ho avuto come l'impressione che cercasse in tutti i modi di evitarmi. Quando le ho chiesto di venirmi
a prendere all'aeroporto, si è innervosita e ha declinato la mia proposta con la scusa di avere la
scadenza imminente di un lavoro che l'è stato commissionato da un nuovo cliente, conosciuto a New
York.
Lì, al momento, non le ho detto nulla, perché l'ultima delle mie intenzioni era litigare, ma il suo
comportamento mi è parso strano e non da lei.
Forse è successo qualcosa e non vuole parlarmene.
Fanculo! Tutte queste paranoie non sono da me. Odio non capire le cose e odio farmi mille pippe
mentali.
Se ci sono problemi, voglio che me lo dica.
Voglio assolutamente sapere cosa sta succedendo!
Determinato ad andare fino in fondo, salgo in auto e vado al suo studio. Uso la copia delle chiavi che
mi ha dato tempo fa, quando ci incontravamo di nascosto.
Entro cercando di non fare rumore.
Layla è proprio di fronte a me, girata di spalle.
È completamente assorta da ciò che sta facendo.
Mi appoggio alla porta e la osservo al lavoro.
Diversamente dal solito, ha le spalle leggermente incurvate, come se stesse sostenendo un peso
troppo grande. A un tratto, la sua mano trema e il pennello che è nelle sue mani cade a terra.
«Respira, Layla. Respira.» si ripete ad alta voce.
«Stai bene?» intervengo, preoccupato.
Si volta di scatto, intimorita. È pallida e i suoi bellissimi occhi color miele sembrano stanchi, spenti.
«Matt...» sospira con una strana tensione nel tono di voce.
Se prima ero preoccupato, ora sono decisamente spaventato.
Ci fissiamo per diversi secondi, senza dire una parola.
Layla si abbassa per raccogliere il pennello, poi torna al suo quadro, ridandomi le spalle. «Sei
tornato.» afferma, fredda.
Ma che cazzo sta succedendo?
«Lo sapevi che sarei tornato oggi.» ribatto confuso.
Non ci sto capendo più nulla. Ma che le prende? Mi sta trattando come se non contassi nulla.
«Sì, ma non pensavo saresti venuto qui.»
«Ti dà forse fastidio la mia presenza?»
«Non ho detto questo.» afferma nervosa.
«Non si direbbe.» Sento la rabbia bruciarmi dentro.
Mi è mancata da morire. La voglia di rivederla è stato l'unico pensiero in tutti questi giorni.
E invece lei che fa? Mi tratta come l'ultimo arrivato.
Come un perfetto estraneo.
Si sbaglia di grosso se pensa che lasci correre.
Mi avvicino e con uno strattone la obbligo a voltarsi verso di me. I nostri sguardi si scontrano.
Si consumano immersi l'uno nell'altro. Vorrebbero urlare parole non dette, ma è come se qualcuno le
tenesse rinchiuse in chissà quali angoli nascosti.
«Matt... ti prego...»
«Ti prego, cosa?» sbotto infuriato. «Si può sapere che cazzo ti prende? Torno dopo giorni che non ci
vediamo, con la sola voglia di riabbracciarti, e tu che fai? Mi tratti di merda.»
Abbassa lo sguardo, per sfuggire ai miei occhi cupi.
Tengo ancora stretto il suo braccio nella mia mano.
Ho paura a lasciarla andare.
Se lo facessi, so che potrebbe essere la fine.
E non posso permetterlo.
Ho bisogno di sapere, di capire.
Inaspettatamente, poggia la fronte sul mio petto.
Lacrime calde le bagnano il viso, silenziosamente.
«Dimmi che sta succedendo, Layla.» le sussurro, stringendola fra le braccia. «Tutto questo mi sta
mandando fuori di testa.»
«Mi dispiace.» biascica, singhiozzante.
Sentirla piangere fa male e continuare a non capire è ancora peggio. Con dolcezza, la prendo per
mano e la trascino, con me, sul divanetto.
La faccio sedere sulle mie gambe.
Si asciuga le lacrime con il dorso della mano.
Mi chino sul suo viso e le poso le labbra sulla guancia per darle un bacio. «Mi sei mancata.» le
sussurro piano. Con questo piccolo gesto cerco di riportarla a me. Rivoglio la mia Layla.
«Anche tu.» ammette, riportando i suoi occhi tristi nei miei. Cancello gli ultimi residui di pianto dalle
sue guance arrossate con il pollice della mia mano sinistra.
Questo lieve contatto la fa tremare.
«Non vuoi proprio dirmi cosa succede?» domando nuovamente.
«Baciami!»
Una strana sensazione, mista ad ansia, mi attanaglia il cuore. Sono confuso. È come se mi mancasse
un pezzo importante, quel pezzo fondamentale per capire e riportare tutto a posto.
«So esattamente qual è il tuo intento, ma non ci casco.» Sta cercando di distrarmi.
E questo mi mette in allarme ancora di più.
«Non so di cosa parli.» Cerca di alzarsi, ma le mie braccia l'arpionano a me, rafforzando la presa su
di lei. «Lasciami andare, Matt.» Le sue parole rimbombano nella stanza, forti ed esasperate.
Faccio come mi ha chiesto, colpito dall'impeto della sua voce.
Mi sento sconfitto, arrabbiato e deluso.
Torna alla sua tela in silenzio. Una miriade di pensieri si azzannano nella mia testa. Sono troppo
incazzato per sistemare le cose. Mi alzo di scatto.
Layla si accorge del mio movimento e mi guarda con la coda dell'occhio, ma non accenna a fermarmi.
Esco dal suo studio, sbattendo la porta.
Giuro che ancora adesso non ci sto capendo un cazzo. Sto andando fuori di testa e la voglia di
spaccare qualcosa scorre lungo le mie braccia, fino ai miei pugni chiusi. Il sangue mi pompa nelle
vene con forza brutale.
Quando arrivo al portone d'entrata, lo colpisco con un pugno mettendoci tutta la forza che ho.
Impreco dal dolore e dalla rabbia.
Il mio braccio è ancora teso con le nocche ancora stampate sul punto esatto in cui ho scaricato tutta la
mia frustrazione.
Una mano calda e tremante si appoggia sullo stesso, all'altezza del gomito. Non serve che mi giri.
So già che si tratta di lei.
Mi libero dal suo tocco con violenza e freddezza.
«Non toccarmi.» ringhio fra i denti.
L'ho spaventata, ma non me ne frega un cazzo.
Il dolore che sento va ben oltre quello della mano ferita. È qualcosa che nasce da dentro.
È un sentimento sconosciuto, che mi sta consumando piano piano.
«Adesso è tutto chiaro.» affermo con una risata nervosa. «Sono solo un coglione! Patetico e stupido.»
«Non è vero!» urla Layla, alle mie spalle.
Le sue braccia si stringono attorno alla mia vita.
Il suo petto preme contro la mia schiena, con forza.
Adesso è lei ad aver paura di lasciarmi andare.
Vorrei allontanarla, ma non ce la faccio.
Il bisogno che ho di lei è ormai radicato nel profondo, in ogni parte di me.
Potrei negarlo all'infinito, ma sarebbe inutile.
Layla si è aperta un varco nel mio cuore che non può più essere riparato. Appoggio la mano sana
sulle sue, che sono intrecciate fra di loro.
«Ti odio.» dico con un mezzo sorriso, che però non può vedere.
«Io di più.» ribatte, ma le sue parole sembrano nascondere ben altro.
Layla
Siamo tornati nello studio, seduti nuovamente sul divanetto ma, stavolta, uno di fronte all'altro.
La sua mano ferita è tra le mie.
Con del cotone imbevuto di disinfettante, ripulisco le escoriazioni che si è procurato sulle nocche.
Lo vedo digrignare i denti dal dolore.
Poi prendo del ghiaccio e glielo appoggio sopra per attutire il gonfiore.
Un silenzio soffocante aleggia nella stanza e la tensione fra noi sembra non placarsi.
Se solo potessi, cancellerei l'ultima mezz'ora della mia vita. Ogni secondo, di quei trenta minuti, è
stata una pugnalata al cuore. Quando nei suoi occhi ho visto rabbia e delusione, mi sono sentita
morire.
Avrei voluto dirgli la verità. Dargli quel perché che tanto cercava con affanno, ma la paura ha
prevalso.
Non posso coinvolgerlo in tutto questo se io stessa non sono ancora in grado di accettarlo.
Inevitabilmente il pensiero torna alla telefonata, dell'altro giorno, con la Dottoressa Lewis.
Quando mi ha dato l'esito degli esami è stato come sprofondare in un baratro senza fine. Tremavo
come una foglia e la mia preoccupazione è andata subito all'uomo che ho davanti. Paura, dubbi e altre
mille sensazioni hanno prosciugato ogni mio pensiero.
Evitarlo e tenerlo a distanza è venuto da sé, come se non avessi alternativa.
«Torna da me.» La voce preoccupata di Matt mi riporta alla realtà. Alzo il viso su di lui. I suoi occhi
scuri e profondi mi fissano con un'intensità tale da spezzarmi il fiato. È come se stesse cercando di
scavare in ogni angolo più oscuro della mia mente.
Gli accarezzo la guancia ispida. «Non volevo ferirti.»
Spero che le mie parole gli arrivino dritte al cuore, perché è la verità.
«Però l'hai fatto.» ribatte con tono sommesso.
Per la prima volta, da quando lo conosco, lo vedo abbassare lo sguardo, sconfitto.
Gli prendo il viso fra le mani.
Le nostre labbra si sfiorano impercettibilmente.
I miei occhi incatenati ai suoi.
Sorpresa e confusione velano il suo sguardo di un'intensità ancor più disarmante.
La mia bocca si avventa sulla sua, bisognosa di cancellare tutto quanto. Matt mi lascia fare.
Ricambia il bacio con altrettanto bisogno.
Non è solo uno scambio di sapori, ma un legarsi in ogni respiro... in ogni ansito.
È ritrovarsi, senza essersi mai persi.
Il suono del suo cellulare interrompe la nostra passione. Guarda il display e il nome di Nicholas
lampeggia più timoroso che mai.
Chiude la chiamata senza rispondere.
«Perché non hai risposto?» chiedo curiosa.
«Layla, in questo momento tuo fratello è l'ultima persona con cui desidero parlare. Ma ti assicuro che
lo farò presto.» si alza, lasciandomi lì seduta da sola. «Sempre che tu non abbia cambiato idea.» I
suoi muscoli sono di nuovo tesi come corde di violino.
Ha paura della mia risposta.
«Matt...»
«Non adesso.» inspira. Il suo petto si alza e si abbassa in modo frenetico. «Siamo entrambi nervosi e
quello che è successo prima ha segnato entrambi. Per cui, dormiamoci sopra.» Si avvia verso
l'uscita.
Prima che possa chiudere la porta dietro di sé, lo raggiungo e lo bacio. Di nuovo. Ancora e ancora.
Le sue labbra si incurvano in una linea sottile. Non è un vero e proprio sorriso, ma almeno è un
inizio.
«A domani» gli dico, un poco più serena.
Se ne va, lasciando un vuoto inaspettato.
Provo a riprendere il mio lavoro, mettendo da parte questa giornata infernale, ma lo stress
accumulato si riversa ancora una volta sul mio corpo.
Sento le ginocchia ammollirsi e la testa girare.
Mi sdraio immediatamente e chiudo gli occhi.
Stremata, mi addormento.
Vengo scossa più volte e delle voci lontane arrivano alle mie orecchie, più fastidiose che mai.
Schiudo le palpebre pesanti e le immagini sfuocate di Stella e Maya annebbiano la mia mente.
«Layla... Layla, svegliati.» Stella mi scuote con vigore, mentre Maya le passa un bicchiere d'acqua.
«Ma che succede?» balbetto, assonnata.
«Dovresti dircelo tu.» ribatte mia cognata porgendomi il bicchiere. «Bevi, ti farà bene.»
Mi tiro su, appoggiandomi allo schienale del divano.
Bevo tutto d'un fiato. Avevo davvero sete.
«Ma che ora è?» chiedo confusa.
«È quasi ora di pranzo.» È Maya a rispondere, stavolta. Strabuzzo gli occhi incredula.
Non è possibile! Ho dormito per 15 ore filate.
«Ti ho chiamata più volte al cellulare, ma nessuna risposta. Così mi sono preoccupata e visto che
oggi hai la visita...»
«Cazzo, la visita! Me n'ero completamente scordata.» confesso, ancora stordita dal lungo sonno.
Mi alzo di scatto e corro in camera per cambiarmi d'abito. «Ragazze, vorrei davvero intrattenermi,
ma sono già in ritardo.» urlo dalla stanza accanto.
«Sei certa di stare bene?» Dopo aver indossato un vestitino leggero e un coprispalle, torno dalle mie
amiche. «Stai tranquilla, cognatina.»
Le faccio un sorriso che anche lei ricambia, ma glielo leggo in viso che, in realtà, è preoccupata.
«Se vuoi ti accompagniamo.»
«No. Ho bisogno di affrontare questa cosa da sola, per ora.» Stella e Maya sanno. Dopo i risultati
degli esami ero talmente frastornata e in crisi che mi sembrava di impazzire. Mi sono ritrovata alla
London Eye senza nemmeno rendermene conto.
Quando ho ricevuto la sua chiamata, sono scoppiata a piangere come un fiume in piena. Mi hanno
raggiunto di corsa e così ho raccontato tutto, liberandomi di un peso enorme dallo stomaco.
Mi danno uno strappo fino allo studio medico indicatomi dalla Dottoressa Lewis.
Faccio un respiro profondo e con coraggio salgo terzo piano: ginecologia.
Matt
Provo a chiamare Layla più volte, ma il telefono risulta sempre staccato. Non ha risposto nemmeno a
nessuno dei miei messaggi e la cosa non mi fa di certo stare tranquillo, visto quello che è successo
fra noi ieri sera.
Cammino nervosamente avanti e indietro.
Non posso aspettare ancora.
Devo vederla. Devo capire cosa c'è che non va.
Prendo le chiavi dell'auto e raggiungo Villa Cole.
È molto probabile che sia da Stella.
Ultimamente sono sempre insieme e affiatate più che mai. Non mi stupirei se la moglie del mio
migliore amico sapesse tutto.
Quando arrivo, la McLaren bianca di Nicholas è parcheggiata nel vialetto.
Cazzo, questa cosa complica tutto.
Ma forse è meglio così. Sono stanco di nascondermi.
Voglio Layla a tutti costi e non sarà di certo Nicholas a impedirmi di stare con lei.
Suono il campanello. Alcuni secondi dopo, vengo fatto accomodare in salotto dalla cameriera. Il
silenzio della casa viene interrotto dalla voce possente di Nic. Sta discutendo in modo accesso con
Stella e non è da lui. È vero che le loro litigate sono all'ordine del giorno, ma mai in questi toni.
Seguo la provenienza delle voci fino alla porta del suo studio. «Io lo ammazzo!» lo sento sbraitare
furioso.
Nic è appoggiato con le braccia tese sulla sua scrivania, mentre Stella è alle sue spalle, pallida e
decisamente preoccupata.
«Ma che succede?» intervengo, guardando entrambi.
Nicholas si volta di scatto. È furioso.
Stella mi fissa con occhi sgranati.
«Giusto te volevo!» urla il mio amico, prima di colpirmi con un rovescio sulla mascella.
Mi colpisce con una tale potenza che cado a terra, sbattendo contro lo stipite della porta. Stella
sobbalza spaventata. Emetto un urlo strozzato dato dal dolore alla schiena e dalla mascella tumefatta.
Mi porto il palmo della mano alla faccia e tocco il punto esatto in cui, quel bastardo del mio migliore
amico, mi ha colpito. «Ma sei impazzito?» sbotto furente e allo stesso tempo spiazzato dal suo gesto.
Nic torna su di me, afferrandomi per il colletto della polo che indosso. Siamo faccia a faccia. I nostri
sguardi si stanno ammazzando silenziosamente.
«Nicholas, fermati!» urla Stella cercando di staccarlo da me , ma senza riuscirci.
«Non dovevi farle questo. Non te lo perdonerò mai! Avevo capito che te la scopavi, ma addirittura
metterla incinta.» Ogni parola che esce dalla sua bocca è una lama affilata che mi colpisce in pieno
petto.
Lo fisso senza riuscire a proferire parola.
Tutto intorno inizia a girare furiosamente.
Il mio cervello si è come fermato. Non sento e vedo più niente. Solo gli occhi color caramello di
Nicholas, che mi ricordano tanto quelli della mia Layla.
Poi la parola "incinta" scoppia nella mia testa come una bomba atomica.
«Cazzo Nic! Matt non lo sapeva.» esclama Stella.
«Cosa?» Come tramortito da quella confessione, mi libera dalla sua presa. Respira con affanno,
mentre io resto a terra pietrificato. «Incinta...» biascico assente. «Incinta... Layla è incinta.» continuo
a ripetere senza riuscire ad afferrare davvero il senso di quelle parole.
Stella si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi.
Si volta verso il marito e lo fulmina con lo sguardo. Nicholas resta in silenzio. L'ira che aleggiava
nei suoi occhi ha lasciato spazio alla confusione.
«Mi dispiace che tu l'abbia saputo da noi. Ma quell'idiota di mio marito mi ha costretto a
confessargli la verità.» mi spiega Stella. «E quando l'ha saputo si è sentito tradito e ha tratto
conclusioni sbagliate, ovviamente.»
«Quali conclusioni?» chiedo affranto.
«Credevo che l'avessi abbandonata a se stessa.» interviene il mio ex amico.
«Cosaaa? Mi credi davvero capace di un gesto così vile e bastardo?» Abbassa lo sguardo
dispiaciuto.
«Vaffanculo, Nic. Io amo tua sorella e non potrei mai abbandonarla. Soprattutto ora!» affermo con
tutta la determinazione che ho.
Sia lui che Stella mi guardano sbigottiti.
La mia confessione è stata scioccante per loro e anche per me. Fino ad ora ho sempre rifiutato di
ammetterlo, ma adesso non c'è più spazio per le indecisioni.
«Dov'è?» chiedo a Stella, con tono fermo.
«Aveva la prima ecografia.» Il mio cuore perde un battito.
Delusione e rabbia si impadroniscono del mio corpo. Come ha potuto farmi questo?
«Voglio l'indirizzo.»
Prende carta e penna, e scrive ciò che le ho chiesto.
Le strappo il foglietto dalle mani e me ne vado senza aggiungere altro.
Raggiungo la clinica privata e seguo le indicazioni per ginecologia. Quando arrivo alla reception,
una brunetta mi accoglie con un sorriso.
Che cazzo avrà da sorridere tanto!
Fanculo! Mi devo calmare, altrimenti non otterrò niente da questa tipa.
«Cerco Layla Cole. Aveva un appuntamento questo pomeriggio.» le dico, cercando di sembrare il più
tranquillo possibile.
«La Dottoressa Stuart l'ha già fatta accomodare.» mi spiega con gentilezza.
«Devo raggiungerla!» esclamo, alzando la voce.
Sto perdendo la pazienza!
«Mi spiace, ma non può entrare.»
«Sono il padre del bambino. Ne ho tutto il diritto!» e, senza aspettare alcun permesso, raggiungo la
porta dello studio in cui si trova Layla.
La ragazza tenta invano di fermarmi, ma sono troppo incazzato per pensare alle buone maniere e con
uno strattone me la scrollo di dosso.
Apro la porta come una furia.
Layla è stesa sul lettino con la pancia scoperta.
Una donna che avrà circa cinquant'anni, con indosso un camice bianco, le sta passando sopra
l'ecografo.
I loro volti si girano di scatto verso di me.
La brunetta interviene cercando di scusarsi e dicendo che ha tentato in tutti i modi di fermarmi ma la
mia attenzione, in questo momento, è tutta per quel monitor al fianco della mia stronzetta, dove un
puntino spicca su tutto.
Mi avvicino a lei fino a ritrovarmi al suo fianco.
«Lei chi è?» domanda la dottoressa, stizzita.
All'improvviso, un suono acuto e forte si diffonde per tutta la stanza. Ha un ritmo veloce, profondo.
«È il cuore di mio figlio?» La mia domanda è un sussurro carico di emozione.
«Allora lei è il padre.» esclama, tornando a sorridere. «Comunque sì, è il cuore di vostro figlio. Ti
informo ufficialmente che sei di sette settimane, Layla. E tutto procede nel migliore dei modi.»
Alle parole della dottoressa, un sorriso a trentadue denti compare sul mio volto tirato. Tutta la rabbia
che sentivo poco fa si è dissolta al suono del battito di quel piccolo puntino che sta crescendo nel
ventre della donna che amo. Sì, perché io amo Layla Cole e già sento di amare anche nostro figlio.
Non riesco a distogliere lo sguardo dallo schermo.
Il mio cuore ha riconosciuto una parte di sé in quel minuscolo, forte, battito. Mi sento travolto da
questo momento speciale, che appartiene solo a noi.
Senza rendermene conto, intreccio le mie dita a quelle di Layla. Le stringo forte la mano, continuando
a sorridere estasiato. Credo che mi sia caduta anche una lacrima tanto è stato emozionante.
Mentre la Dottoressa ripulisce il ventre di Layla con un panno, finalmente i miei occhi incontrano i
suoi.
Il suo sguardo è indecifrabile. Trabocca di milioni di parole ed emozioni. Eppure... È come se
qualcosa la turbasse. Come se non riuscisse a vivere questa notizia con felicità.
Usciamo dallo studio con in mano la prima foto di nostro figlio.
Più guardo quel puntino indefinito e più il mio cuore sembra esplodere d'amore.
L'idea di diventare padre non mi aveva mai sfiorato, ma ora, invece, mi ritrovo a non desiderare
nient'altro.
Layla
Vedere entrare Matt nello studio della Dottoressa Stuart è stato uno shock. I suoi occhi erano iniettati
di rabbia, che gli ribolliva nelle vene, ma quando il battito del bambino si è diffuso nella stanza tutto
è cambiato, come per magia. Il suo sguardo si è posato sul monitor senza più abbandonarlo.
Fissava quella minuscola macchia in trance.
Poi le sue dita si sono intrecciate alle mie e mi sono sentita pervasa dall'amore. Da una sensazione
calda e sconosciuta. Una sensazione che per un attimo ha cancellato tutti i miei dubbi su questa
gravidanza e su di noi.
Al mio fianco avevo un uomo sopraffatto dall'amore, dallo stupore di sapere che quel semplice
puntino era parte di lui, di noi. Ogni traccia di rabbia era svanita dal suo sguardo e i suoi occhi
brillavano di una luce nuova.
Scendiamo al piano terra. Matt non fa altro che fissare l'ecografia che la Dottoressa ci ha stampato.
Parla a ruota libera, ma io non sento nulla. È come se fossi rinchiusa nelle mia bolla e tutto il mondo
ne fosse rimasto fuori.
«Matt...» lo chiamo, tirandogli un lembo della t-shirt.
Continua a camminare verso la porta d'ingresso, ignaro del mio richiamo.
L'euforia che lo sta avvolgendo è quasi fastidiosa.
«Matt!» e stavolta la mia voce tuona.
Si volta, sorpreso dal mio tono, e i suoi bellissimi occhi scuri e profondi si posano su di me.
«Dobbiamo parlare.» dico, titubante.
Mi scruta serio per diversi secondi, poi afferra le chiavi dell'auto dalla tasca dei jeans, e si volta
dandomi le spalle. «Andiamo al mio appartamento. Parleremo lì.»
Non so se sia la soluzione migliore andare da lui, ma credo di non avere scelta.
Siamo in strada. Quest'oggi il traffico londinese è più caotico del solito. Con la coda dell'occhio
scruto il profilo di Matt. È concentrato sulla strada, ma le sue labbra sono ancora incurvate in un
mezzo sorriso.
Un sospiro esasperato esce dalla mia bocca, senza che io possa fermarlo.
«Che succede, tesoro?» La sua mano si posa sulla mia coscia scoperta. La gonna del vestito si è
alzata più del dovuto. Un piccolo brivido di piacere mi accarezza il basso ventre.
Non c'è niente da fare...
Il suo tocco è ormai una vera e propria droga per me.
«Nulla.» rispondo, tornando a guardare fuori dal finestrino. Quando arriviamo, il cielo è coperto da
nuvole che chiamano pioggia. Scendo dall'auto, ma ancor prima che io possa mettere un piede a terra,
Matt è al mio fianco con la portiera aperta.
Alzo lo sguardo su di lui, stupita.
Un sorriso abbagliante mi invita a scendere con cautela. «Guarda che non sono inferma.» esclamo,
accettando la sua mano tesa verso di me.
Nemmeno fossi già un balena in sovrappeso.
«Lo so, ma d'ora in poi ti ci dovrai abituare.» e mi attira a sé, contro il suo petto caldo e virile.
Mi sfiora le labbra, dolcemente.
Come diavolo faccio a confessargli tutti i miei dubbi e timori, se si comporta in questo modo?
Come faccio a dirgli che non sono sicura di volere questo bambino?
Le lacrime rigano il mio viso senza preavviso.
Il senso di colpa che sto provando è massacrante... insopportabile.
Matt mi fissa spaesato, ma subito asciuga il mio pianto con le sue dita. Stringe il mio viso fra le mani
e appoggia la sua fronte sulla mia. «Andrà tutto bene.» sussurra, chiudendo gli occhi.
Lascio che le sue parole cullino questo mio momento di smarrimento e, poggiato lo sguardo sul suo
volto, noto il segno violaceo sulla sua mascella. «Ma che diavolo hai fatto?» gli chiedo,
accarezzandogli la parte lesa.
«Diciamo che tuo fratello ci ha dato dentro.»
Oh mio Dio! Anche lui sa?!
Mi porto le mani alla bocca, scioccata dalla sua confessione e da quello che è successo a causa mia.
«Ma stai tranquilla. Metterò tutto a posto anche con lui. Ha solo bisogno di sbollire la notizia.»
Ancora incredula, lo seguo nel suo appartamento.
Quando entriamo, un profumo muschiato solletica immediatamente le mie narici, provocandomi una
leggera nausea.
Deglutisco, cercando di non farmi notare, ma Matt sembra già aver capito tutto.
«Cazzo!» esclama dispiaciuto. «Vieni con me.»
Mi trascina sul piccolo terrazzo che dà su Green Park.
Mi fa cenno di aspettare qui, mentre lui rientra.
Ne approfitto per respirare a pieni polmoni.
Tutto il caos dei miei pensieri torna alla ribalta.
Mi sento così persa, spaventata... non all'altezza.
Potrò mai essere una buona madre, se già ora non riesco ad accettare questa gravidanza? Come
posso prendermi cura di un essere innocente quando io stessa non sono ancora in grado di badare
a me? Come posso crescere un figlio con un uomo di cui non riesco a fidarmi fino in fondo?
Forse tutto questo è troppo grande per me.
Nuove lacrime minacciano di esplodere da un momento all'altro. Faccio un respiro profondo e
ricaccio indietro tutto. Non posso continuare a piangermi addosso. Devo reagire!
E, soprattutto, ho bisogno di riflettere e capire quello che voglio davvero.
Qualche minuto dopo, Matt torna da me, invitandomi a rientrare. Non so come abbia fatto, ma il
profumo di poco fa si è completamente dissolto.
«Vuoi dirmi perché non mi hai detto nulla della gravidanza?»
Eccola la domanda fatidica... Quella domanda, la cui risposta potrebbe distruggere tutto quanto.
«Non è così semplice da spiegare.» ammetto.
Abbasso lo sguardo. Sono solo una vigliacca!
«Provaci,» mormora con dolcezza, «perché scoprirlo da Nic ed essere accusato di non volermi
assumere le mie responsabilità è stato un brutto colpo.»
Altra crepa al cuore!
«È per questo che ti ha picchiato?»
«Lo avrei fatto anch'io al posto suo.» Mi prende le mani e mi fa accomodare sul divano di pelle.
Quel divano che molto probabilmente è uno dei maggiori responsabili di questa gravidanza.
A quel pensiero, mi scappa una piccola risata.
«Cos'è che ti fa ridere tanto?» Matt si posiziona davanti a me, piegandosi sulle ginocchia. «Mi piace
sentirti ridere.» aggiunge.
La dolcezza che traspare dalle sue parole è come una carezza alla mia anima tormentata.
«È qui che tutto potrebbe aver avuto inizio.» asserisco, con leggero imbarazzo.
«Oh...» sospira con uno sguardo birichino. «Mi stai dicendo che potremmo aver concepito nostro
figlio su questo divano?»
Gli faccio un cenno affermativo con il capo, rossa in viso. Sentirgli dire "nostro figlio" è un'emozione
che ancora non riesco sostenere.
«E tu credi che nostro figlio,» mi sfila le decolletè dai piedi con delicatezza, «sarebbe d'accordo
se...» le sue mani risalgono lungo i miei polpacci, fino alle cosce nude, sotto il vestito. «... facessimo
un piccolo riassunto di quella giornata?»
Mi sento bruciare. Il tocco delle sue dita, così esperte e maestre di piacere, mi provoca un formicolio
in tutto il corpo. «Ma non dovevamo parlare?»
«Avresti dovuto scegliere di indossare un vestito diverso da questo.» sorride divertito. «Sono troppo
distratto per parlare.» Con lentezza e sensualità inizia a venerare il mio corpo in ogni sua parte.
Facciamo l'amore, dedicandoci l'uno all'altro con attenzione e premura.
Ogni carezza, ogni bacio non è semplice piacere, ma molto di più. È voglia di appartenersi, viversi.
Matt
Mi sveglio di soprassalto, steso sul divano.
Cazzo! Devo essermi addormentato dopo aver fatto, più volte, l'amore con Layla.
Tutta la giornata mi ha sfinito.
È stata troppo anche per me, figuriamoci per lei.
Mi guardo attorno alla ricerca della mia donna, ma di lei nessuna traccia. La cerco in ogni singola
stanza.
Un strana sensazione mi attanaglia la gola, lo stomaco... il cuore.
Non posso credere che se ne sia andata così, senza dire nulla!
Torno in salotto alla ricerca del mio cellulare, quando trovo un foglio sul tavolino di vetro, posto
accanto al divano. Lo fisso con insistenza.
Vorrei afferrarlo, ma la mia mano sembra non voler collaborare. Tutto il mio corpo è irrigidito e
immobile.
È incredibile: ho paura di un fottuto pezzo di carta.
Con timore lo stringo fra le dita, con forza, prima di aprirlo e scoprire cosa c'è scritto.

"Perdonami, ma ho bisogno di stare sola.


Di capire quello che voglio, perché in questo momento non lo so davvero. La verità è che ho
paura, Matt. Maledettamente paura. Paura di quel puntino che ti ha regalato un sorriso
immenso, mentre io vorrei solo scappare. Ti prego non odiarmi."

Lo rileggo una seconda volta, una terza... e poi una quarta, fino a che le parole si accavallano nella
mia mente. Vorrei poter fermare tutti questi pensieri che mi stanno mordendo dentro.
Sono pensieri affilati come coltelli. Li sento affondare nella mia pelle, sempre più a fondo.
Dolore, frustrazione... impotenza. È questo tutto ciò che rimane di quel cazzo di biglietto.
Tutta la felicità, che ho provato fra quelle pareti bianche e su questo fottuto divano poche ore fa, è
sparita con Layla e con i suoi dubbi sul quel puntino che è parte di noi.
Urlo a squarciagola tutta la disperazione che mi sta divorando. La mia rabbia risuona per
l'appartamento, come una richiesta d'aiuto.
Faccio a pezzi tutto quello che ho intorno. Voglio che ogni cosa faccia la stessa fine del mio cuore:
distrutto.
Mi accascio a terra disperato. Mi porto le mani fra i capelli e scoppio a piangere per la prima volta
nella mia vita.
Era dalla morte di mio padre che non piangevo come un bambino.
Improvvisamente, qualcuno bussa alla porta.
Corro ad aprire, con la speranza di ritrovarmi davanti la mia Layla. Ma la delusione non tarda ad
arrivare.
Il viso sconcertato del mio migliore amico è di fronte a me. Mi scruta con occhi amareggiati e colmi
di dispiacere. Non ce la faccio a sopportare tutto questo.
Layla Cole si è presa il mio cuore e ora lo ha buttato via come uno straccio.
«Io non ce la faccio, amico.» confesso con voce rotta.
Nicholas mi abbraccia. È un abbraccio fraterno, carico di cose non dette e di scuse silenziose.
«Ti devi calmare, Matt. Vedrai che si risolverà tutto.»
Rimango in silenzio. Ho esaurito ogni parola, ogni emozione che avevo da dare. Poi tutto si fa più
chiaro. «Ti ha mandato lei, vero?» chiedo, respirando a fatica.
«Mi ha detto che molto probabilmente avresti avuto bisogno di un amico.»
Layla è sempre stata così. Brava a incasinare le cose, ma sempre con un pensiero alle persone a cui
tiene. Poco importa, poi, se il dolore che uno sente è causa sua. «Io non ho bisogno di un amico, ho
bisogno di lei. Ho bisogno di dirle che la amo. Che insieme sconfiggeremo ogni sua paura. Che se
anche siamo un gran casino, insieme possiamo tutto.» dico abbattuto.
«So cosa vuol dire quando la donna che ami scappa da te. Sentirsi impotenti e inutili. Vorresti
prendertela con il mondo intero o semplicemente poter annegare i tuoi sentimenti. Cancellare tutte le
emozioni che ti ha fatto provare e conoscere, ma non serve a nulla, amico. Quando gli stronzi come
noi si innamorano, lo fanno per sempre.»
«Se pensavi di farmi stare meglio, non ci sei riuscito per niente.»
«Me lo dice sempre mia moglie che sono una frana in questo.» confessa, grattandosi imbarazzato il
capo.
Una lieve risata accompagna la mia patetica disperazione. Non so che farei senza Nicholas.
Lui è come un fratello per me. È la mia famiglia.
«Credevo che un figlio fosse la cosa più bella che potesse capitare ad una donna. E invece...» mi
sorprendo ad ammettere a voce alta. Questo pensiero mi strappa una risata ancor più amara. Se
qualcuno mi avesse detto che mi sarei ritrovato a soffrire per una donna in questo modo, gli avrei
prenotato una stanza all'Ospedale psichiatrico più vicino.
Ma qui, l'unico che ha bisogno di essere ricoverato sono io.
«È solo spaventata, Matt. Ma conosco bene mia sorella. Vedrai che ritornerà da te e insieme
metterete a posto ogni cosa.»
«Ho bisogno di dimenticare per un po'. Ho bisogno di una bella sbronza.» La mia è quasi una
supplica.
«Ci sto! Mando un messaggio a Stella per farle sapere che siamo ancora vivi e che andiamo al pub.»
dice sorridendo. «Ah, Matt. Tra noi è tutto a posto, vero?»
Dal suo sguardo traspare una leggera preoccupazione.
Conosco fin troppo bene Nic e il suo orgoglio.
So che per ora non mi chiederà scusa, ma posso leggere nei suoi occhi che sa di aver sbagliato e
questo per me è più che sufficiente.
Passiamo le ore successive al pub tra un drink e l'altro. Lascio che il cervello sconnetta da tutto
quello che è accaduto nelle ultime 48 ore.
Alle 3:00 del mattino siamo completamente ubriachi.
Jessica, la mia amica barista, continua a insistere per chiamarci un taxi ma, per ora, io e Nic abbiamo
tutte le intenzioni di continuare la nostra serata tra risate e pianti. Sì, pianti. Perché come un coglione,
in alcuni momenti, mi sono fatto travolgere da quelle cazzo di emozioni e stupidi sentimentalismi.
Emozioni che, fino a qualche mese fa, deridevo spavaldo.
Adesso posso solo ridere di me stesso.
«Sai, amico...» biascico a Nicholas, «quando te ne sei uscito dicendomi che Layla era incinta...»
fisso l'ennesimo bicchiere che ho in mano, «il mio primo pensiero è andato subito a mio padre e al
suo ultimo desiderio.» ammetto, tracannando fino all'ultimo sorso.
Nic mi fissa interrogativo. «Non me lo hai mai confidato. Non hai mai voluto dirmi quale fosse.»
«Perché ho sempre creduto che non sarei mai stato in grado di realizzarlo.»
«E quale sarebbe?»
«Che diventassi un buon padre. Fiero di mio figlio, perché lui lo era di me.» Il silenzio si impossessa
di questo momento. Abbiamo entrambi gli occhi lucidi e gonfi. E potrei scommettere che non è per
l'alcol.
Sospiro vistosamente. Quel ricordo è così vivo dentro di me che fa quasi male al cuore.
«E lo sarai, Matt. Sarai un padre fantastico.» lo dice senza guardarmi negli occhi.
Se lo facesse sono certo che scoppieremmo a frignare come due mammolette.
«Andiamo a casa, ragazzi.» Ci voltiamo entrambi.
Alle nostre spalle ci ritroviamo Stella in tutta la sua bellezza. Ci rivolge un tenero sorriso.
Si avvicina a Nicholas, sussurrandogli qualcosa nell'orecchio. Poi ci invita ad andare. Senza fare
storie la seguiamo. Mentre usciamo dal locale barcollanti, lei e Nic si tengono per mano.
Vedere il loro amore fa male. Mi ricorda che forse io non potrò mai avere tutto questo.
Mi convincono a passare la notte da loro.
Sinceramente non ho alcuna voglia di ritornare al mio appartamento. Troppi ricordi con Layla mi
legano a quel posto. E non ne ho bisogno. Non ora.
Layla
Sono passati due giorni da quando ho abbandonato Matt a casa sua, lasciandogli solo uno stupido
biglietto. Due giorni in cui ho potuto guardare dentro me stessa e capire finalmente ciò che voglio.
E io voglio Matt. Voglio questo bambino, voglio il nostro puntino. Quando mi sono ritrovata alla
serra di mia madre, mi sono sentita avvolta dal suo abbraccio.
Quella sensazione di pace che stavo cercando era proprio lì, nel profumo delle sue rose bianche.
Ho pianto per ore senza freni. Mi sono sfogata, immersa nel silenzio che mi circondava, in attesa di
un segno, del suo segno.
Inaspettatamente un venticello, proveniente dalla porta socchiusa, ha fatto cadere dei petali di rosa
vellutati sul mio grembo.
Il cuore ha iniziato a battermi all'impazzata e un calore avvolgente mi ha stretto a sé. È stato in quel
momento che ho percepito la presenza di mia madre al mio fianco. Ed è stato in quello stesso istante
che tutto mi è apparso chiaro e nitido. La vita mi ha tolto tanto, mi ha ferito più volte, ma non si è
scordata di me. Ero io che mi stavo scordando di lei. Tutti i miei dubbi e le mie incertezze erano solo
residui delle cicatrici che mi portavo dentro ma, adesso, posso finalmente scegliere di essere felice,
di dare fiducia a Matt e a quello che ci lega. Posso scegliere di essere l'artefice del mio destino. Io
e nessun altro.
Finalmente libera dalle mie incertezze, sono corsa a casa, da mio padre, raccontandogli tutto quanto.
Mi ha cullato fra le sue forti braccia e ha pianto con me. Quando gli ho confessato che sarebbe
diventato nonno, mi ha stretto forte e le lacrime si sono unite a noi.
Dopo avermi dato la sua benedizione, mi ha guardata dritta negli occhi e, con un sorriso amorevole,
mi ha detto: «Tu e Matt sarete dei genitori fantastici. Non dubitarne mai.»
Mi sono liberata di un peso enorme. Le sue parole mi hanno toccato il cuore e lo hanno lavato da tutte
le mie paure, definitivamente.
Ho parlato anche con Nicholas e Stella.
Mi hanno raccontato della serata al pub, della disperazione di Matt e di quanto si è sentito ferito dai
miei dubbi. Ad ogni parola sentivo una stretta al cuore e un magone soffocante. Non posso più
aspettare. Non posso più buttare via momenti preziosi.
Ora tocca a me riprendermi ciò che voglio.
Per questo mi trovo davanti all'azienda dell'uomo che amo, con il cuore che batte a mille e la gola
arida.
Perché io amo Matt Colton. Lo amo da quando avevo sedici anni e non mi importa se ha passato la
vita a divertirsi e a scoparsi mezza Londra.
Mi importa solo del presente, e il suo presente parla di me, di noi e di nostro figlio.
Un figlio nato da un amore complicato, passionale... a volte esasperato. Ma da un amore vero,
viscerale. Cresciuto passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Faccio dei respiri profondi. Mi tremano le gambe, le mani. L'agitazione sta prendendo il
sopravvento, ma non posso cederle.
L'ho promesso a me stessa e alla macchietta che sta crescendo dentro di me.
Mi porto una mano al ventre e, con determinazione, faccio un passo verso l'entrata.
Alla reception, Elly mi accoglie come sempre con un gran sorriso. Ci conosciamo da anni ed è una
persona molto carina. Prendo l'ascensore e vado al sesto piano, dove si trova l'ufficio di Matt.
Anche oggi è un continuo via vai, tra contabili e segretarie. Mi incammino lungo il corridoio.
L'ansia cresce ad ogni passo. Intravedo le vetrate del suo ufficio e ricordi di momenti carichi di
passione consumati sulla scrivania o contro la porta, tornano a riempire la mia testa di immagini
sconce e pensieri perversi.
Una piccola risata fa capolino sulle mie labbra.
Arrivo alla scrivania di Margot, la segretaria di Matt. Subito noto le persiane calate dell'ufficio.
È davvero strana questa cosa.
Solitamente restano sempre alzate, a meno che...
No, non può essere. Non posso credere che con Matt ci sia un'altra donna. E ancora peggio che
stiano facendo chissà cosa. Non potrei sopportarlo.
«Signorina Cole?» La voce di Margot mi richiama alla realtà. Mi fissa preoccupata.
Non vorrei sbagliarmi, ma ho come la sensazione che abbia capito esattamente ogni mio pensiero.
«Matt è in ufficio?» balbetto in apprensione.
«Sì, Signorina. Ma al momento è occupato con una cliente.»
Tum, tum... tum. É il battito del mio cuore che sembra scoppiarmi nel petto.
Mi manca l'aria. Cerco di respirare, ma è tutto inutile.
Immagini di Matt con un'altra donna vorticano nella mia mente, annebbiando la mia razionalità.
Sento le gambe cedermi, e all'improvviso il buio mi circonda.
Una voce lontana si insinua fra i miei pensieri.
Sembra così familiare, preoccupata. Apro gli occhi lentamente. Sento le palpebre pesanti e stanche.
«Per fortuna ti sei ripresa.» Matt è inginocchiato al mio fianco. Sono stesa sul divanetto, all'interno
del suo ufficio. Porta la sua mano dietro la mia nuca, alzandomi delicatamente la testa. «Bevi un po'.
Hai le labbra disidratate.» I suoi occhi stanchi e cupi mi osservano ansiosi.
Bevo a piccoli sorsi, ma finendo tutto il contenuto del bicchiere.
«Vai pure, Margot. Ci penso io a Layla adesso.»
«Come desidera, Signore. Per qualunque cosa, non esiti a chiamarmi.»
Una volta chiusa la porta alle nostre spalle, Matt mi abbraccia con una disperazione tale da farmi
male al cuore. Il suo viso è immerso fra i miei capelli.
«Quando ho sentito le urla di Margot e uscendo ti ho vista a terra, mi sono sentito morire.» rivela con
voce soffocata. Le mie braccia si stringono alla sua vita e una lacrima riga il mio viso.
Restiamo così, abbracciati per minuti interi.
Sono dove sarei sempre dovuta essere. A casa, fra le braccia di Matt.
«Perdonami.» mormoro, aggrappandomi con le unghie alla sua schiena. Si stacca da me quel poco
che basta, affinché i nostri occhi si incontrino tremanti d'amore. «Ti ho ferito. Ho lasciato che le mie
paure vincessero sul mio cuore, su di noi. Ho dubitato di te, di quello che potevamo costruire insieme
e soprattutto ho dubitato di lui.» Gli prendo la mano e l'appoggio sulla mia pancia ancora piatta. «Per
un attimo ho creduto di non essere abbastanza per questo, per te. E così mi sono persa, Matt. Ma
adesso sono qui. E ho una sola certezza.»
Il suo sguardo profondo si colora di speranza e di una luce nuova: amore.
«Quale?» mi chiede con gli occhi velati dalle lacrime.
«Voglio te, voglio nostro figlio e... voglio noi. Con tutta me stessa.»
In un secondo le sue labbra si impossessano delle mie.
Mi bacia con dolcezza e passione. Tutta la sofferenza di questi giorni scompare con questo bacio che
ha il sapore di un nuovo inizio, il nostro inizio.
Matt
La bacio come se fosse aria, come se fosse vita. La mia vita. Averla di nuovo fra le mie braccia è
una sensazione che non so descrivere.
Gli ultimi giorni sono stati un inferno e ora... sono in Paradiso.
Ogni parola che usciva dalla sua bocca era calore.
Un calore capace di sciogliere il ghiaccio del mio cuore, avvolgendolo in una morsa d'amore che
solo con Layla ho provato.
Ci coccoliamo finalmente sereni.
Parliamo del suo svenimento e del fatto che fosse convinta che fossi in compagnia di un'altra donna.
Dopo averle spiegato che il mio intrattenimento era la Signora Lorence, la cui età sfiora i sessant'anni
come lei ben sa, si è subito rilassata. Adoro la sua gelosia. Me la fa amare ancora di più.
Non le ho ancora confessato di amarla.
Il fatto è che voglio farlo per bene.
Voglio farlo durante una cena romantica, mentre le chiedo di sposarmi. Ed è quello che intendo fare
proprio questa sera. Perché è questo ciò che voglio. Farla mia per tutta la vita. Creare la nostra
famiglia e diventare un padre di cui mio figlio possa essere fiero.
Voglio amare questa donna ogni giorno come fosse il primo, come fosse l'ultimo.
Farla sentire la mia ragione di vita e possederla come l'essere più prezioso di questo mondo.
«Che ne dici se stasera ti porto a cena?»
Mi fissa con quel suo sorriso seducente.
«Vuoi farmi diventare una balena ancor prima del tempo?» asserisce, scherzosa.
«Saresti bellissima comunque, te lo assicuro.» le sussurro baciandola sul collo, poi sulla mandibola,
fino a sfiorale nuovamente le labbra.
«Sta forse cercando di corrompermi, Signor Colton?»
Ridacchio, continuando ad assaggiare la sua pelle vellutata e deliziosamente invitante.
L'interfono interrompe la nostra corruzione.
Mi stacco da Layla con fatica.
Margot mi avvisa che la conferenza online con la compagnia di San Francisco inizierà fra una decina
di minuti. Maledette riunioni!
«Ti lascio andare. Tanto ho da fare anch'io.»
Mi dà un ultimo bacio e poi si avvia all'uscita.
«Aspetta! Ti accompagno.» Le prendo la mano.
Intreccio le mie dita alle sue e insieme scendiamo fino alla reception.
«Sei qui in auto o in taxi?»
«A piedi. Ho bisogno di fare un po' di movimento.» mi dice, mentre le sue braccia si aggrappano al
mio collo. Si alza in punta di piedi e mi schiocca un bacio folgorante. La stringo a me con fermezza,
rendendo il bacio ancora più intenso. Ci stacchiamo ansimando.
«Fammi andare, altrimenti Margot mi uccide.»
Si allontana ridendo. La guardo camminare inebetito.
Adoro il movimento sensuale dei suoi fianchi.
Volto le spalle per rientrare, quando lo stridio di una frenata violenta e un botto improvviso arrivano
alle mie orecchie come una sentenza di morte.
Le urla dei passanti si confondono con il caos del traffico. Mi giro di scatto e il mio cuore smette di
battere. Tutto, davanti a me, si fa nero, buio... vuoto.
I miei piedi si muovono uno davanti all'altro, in modo autonomo. Vanno verso il caos, verso la fine di
un futuro che avevo solo sfiorato.
Arrivo in prossimità dell'incidente.
Non posso guardare. Non ce la faccio. Non può essere successo. Non a lei. Non alla mia Layla.
Alzo gli occhi e il mio cuore si spezza.
Distrutto... Annientato... Ucciso.
Il corpo di Layla riversa sull'asfalto in una pozza di sangue. Non sento più niente. Solo silenzio,
dolore. Fine.
Corro verso di lei, spintonando chiunque sia sulla mia strada. Mi accascio al suo fianco chiamando il
suo nome, ma i suoi bellissimi occhi color miele restano chiusi. Tutto di lei è fermo, immobile.
«Chiamate qualcuno!» urlo, stringendola fra le mie braccia. «Amore mio, non mi lasciare. Ti prego.»
biascico tra le lacrime.
Le accarezzo il viso pallido, freddo.
Avvicino il suo corpo inerme al mio, cullandola.
«Apri gli occhi, Layla. Fallo per me.» La mia voce esce disperata e annientata.
«M... Matt...» Un soffio lieve esce dalla sua bocca ferita. Le sue palpebre si dischiudono con fatica.
«Layla...» la richiamo senza fiato, «resta con me. Resta con me.» la supplico con tutto me stesso.
«T-ti...amo.» farfuglia, guardandomi negli occhi.
Due occhi lontani, spenti... fragili. Come lei in questo momento.
«E io amo te, amore mio. Ti amo da sempre.»
Stringe le labbra in un piccolo sorriso, come se le mie parole fossero tutto quello che aspettasse.
Come se adesso fosse finalmente libera di andare.
La sento scivolare da me piano piano. Ogni secondo, sempre di più. Con le ultime forze, alza una
mano sul mio viso. Quel tocco così leggero e sofferto è l'ultimo colpo al mio cuore, ormai straziato.
Poi come è arrivato se ne va.
La sua mano cade sull'asfalto inerme.
I suoi occhi si chiudono e con loro la mia vita.
Layla
Tutto è sfuocato.
Il viso di Matt è un contorno indefinito. Ma sento il suo calore. Mi avvolge. Ne ho bisogno, perché
sento freddo. Tanto freddo. Le sue lacrime bagnano il mio viso. Poi le sue parole riscaldano il mio
cuore.
Mi ama... Mi ama da sempre.
Adesso mi sento leggera, completa.
Vorrei restare... lottare, ma non ci riesco.
Le forze mi stanno abbandonando. Sono tanto stanca.
Perdonami, amore mio.
Il mio ultimo battito è per te. Per sempre.
EPILOGO

Matt
Oggi anche il cielo piange con noi. La pioggia scende sui nostri visi, confondendosi con le lacrime.
Guardo il lento movimento della bara calare sottoterra, scomparendo ai nostri occhi.
È il momento in cui ti rendi davvero conto che è la fine. Che la persona che ami non tornerà mai più.
Chiudo gli occhi sopraffatto dai ricordi.
L'arrivo dell'ambulanza... la disperazione sul viso dei paramedici. La corsa in Ospedale e il mio
cuore a pezzi. Rimasto su quel maledetto asfalto.
Non dimenticherò mai quel giorno. Ogni sensazione provata e vissuta è impressa nella mia mente in
modo indelebile.
Stringo con forza la mano della donna al mio fianco.
I suoi meravigliosi occhi sono gonfi di lacrime, di dolore. L'attiro a me, stringendola fra le mie
braccia.
Abbiamo bisogno l'uno dell'altro in questo momento.
Appoggia il suo viso sul mio petto.
Alla fine della funzione, ci allontaniamo mano nella mano. In lontananza altre persone piangono
un'altra vita spezzata. Portata via da un destino infame, che non guarda in faccia nessuno.
«Voglio tornare da James.» mormora, stravolta.
La stringo nuovamente a me e le do un bacio sulla testa, inebriandomi del suo profumo.
Sono passati tre anni da quel maledetto giorno.
Tre anni dal giorno in cui il mio cuore è morto per tornare a vivere dopo quella corsa in ospedale.
Ho rischiato di perdere l'amore della mia vita, ma con me il destino è stato più clemente che con Ian
Crofford.
Un ubriaco al volante gli ha portato via Susan, l'amore della sua vita, e il loro piccolo angelo.
Il suo cuore è morto per sempre.
Se n'è andato con loro, chissà dove.
Nessuno ha più sue notizie. Ian Crofford è scomparso, sopraffatto dal dolore. Forse un giorno tornerà
e potrà ricominciare a vivere o forse continuerà a vagare senza più un senso a cui aggrapparsi.
«Vedo se posso anticipare il volo.» Layla mi sfiora le labbra con un casto bacio. La morte della sua
migliore amica è stato un colpo tremendo per lei, ma grazie a nostro figlio James e al mio amore tutto
è stato più sopportabile.
Torniamo in albergo per riprendere i nostri bagagli.
La guardo mentre chiude le valigie.
L'abbraccio da dietro e appoggio il mio viso sulla sua spalla. «Ti amo.» le dico per l'ennesima volta.
Dal giorno del suo incidente, non faccio altro che ripeterglielo. La paura di perderla per sempre è
stata troppo grande. Ora voglio che ogni giorno della sua vita lei sappia che vivo di lei, per lei.
Le sue braccia si stringono intorno alle mie.
Un lieve sorriso si disegna sul suo viso segnato dal dolore. «Non smettere mai di dirmelo.»
«Mai! Te lo ripeterò finché non ti stancherai di sentirmelo dire.»
Si volta verso di me. I nostri sguardi si perdono l'uno nell'altro. Innamorati più che mai.
Mi prende il viso fra le mani. «Portami a casa, amore mio, e amami. Semplicemente amami come sai
fare solo tu.»
«Mi piace questa proposta.»
«Non avevo dubbi.» sorride, tornando a preparare i bagagli.
Rientriamo al Cottage che è notte fonda.
Appena arrivati salutiamo Stella e Nicholas, che si sono occupati del nostro piccolo James in questi
giorni. Prima di andare a letto, ci avviciniamo alla sua cameretta. È nel suo lettino che dorme come
un angioletto.
Layla gli accarezza dolcemente il viso per poi posargli un piccolo bacio sulla sua guanciotta paffuta.
Guardo la scena incantato.
Se oggi sono qui con la mia famiglia è un vero e proprio miracolo. Dopo l'incidente hanno rischiato
di morire entrambi, ma con tenacia e forza hanno lottato contro il destino. Hanno lottato per me, per
noi... per il nostro futuro.
Torniamo in camera nostra, stanchi e ancora segnati dalla sofferenza. Ci accoccoliamo sotto le
coperte.
Carezze, baci e la voglia di stare bene, cercando di dimenticare le ultime ore, si trasforma in
desiderio. Facciamo l'amore senza riserva, abbandonandoci completamente alla passione, per poi
addormentarci stremati e più uniti che mai.
Veniamo svegliati dagli urletti di James che corre in camera nostra, cercando di arrampicarsi sul
letto.
«Pabà... pabà...» Lo prendo in braccio, baciandolo su tutto il viso e sulla pancia, facendogli il
solletico.
La sua risata è musica per le mie orecchie.
Lo metto fra me e Layla e lui inizia a tirarle i capelli, dispettosamente. Vuole le sue attenzioni.
È proprio suo padre. In tutto e per tutto.
La nostra donna si volta verso di noi.
Un sorriso meraviglioso le colora il viso assonnato.
Passiamo l'ora successiva tra risate e coccole.
L'amore che ci unisce è l'unica medicina per il dolore che Layla si porta dentro.
Quando noto la sua stanchezza, decido di scendere in cucina con nostro figlio per fare colazione e
lasciarla riposare un altro po'.
Dopo aver mangiucchiato qualcosa, scrivo un biglietto a Layla ed esco con James.
Il cielo è sereno e un leggero venticello soffia su Woolacombe Beach.
Raggiungiamo lo stesso posto dove mi portava sempre mio padre. Le onde del mare si infrangono
contro le scogliere con potenza.
Mi siedo sulla roccia frastagliata, mettendo James fra le mie gambe.
Restiamo ad ammirare lo spettacolo di fronte a noi.
«Questo è un posto speciale per me, piccolo mio.» gli confesso, avvicinando la mia guancia alla sua
liscia e paffuta. «Quando ero piccolo mio padre, tuo nonno, mi portava sempre qua. In questo stesso
punto.» inizio a raccontargli. «Un giorno mi ha detto: "Guarda il mare, figliolo. È immenso,
travolgente e non si ferma davanti a nulla. Le sue onde si frantumano contro gli scogli, ma lui
continua il suo cammino nonostante l'ostacolo. Il mare non si arrende mai. E tu dovrai fare lo
stesso nella vita".» sospiro, travolto dai ricordi. «Non credevo che sarebbe mai arrivato questo
momento. E invece... eccoci qua. Io e te, che sei la mia vita James. Sei la ragione per cui io, oggi,
sono l'uomo che sono. E voglio regalarti le stesse parole che tuo nonno ha regalato a me. Tu sarai
coraggioso come il mare, piccolo mio. Affronterai gli ostacoli a testa alta, perché tu sei James Colton
e io... sono fiero di essere tuo padre.»
James si gira verso di me. Appoggia il suo corpicino sul mio petto. Non so se abbia capito davvero
ciò che gli ho detto, ma il suo tenero abbraccio basta per rendere questo istante indimenticabile e
solo nostro.
«Spero tu sia fiero di me, papà.» dico con gli occhi rivolti al cielo.
«Sono certa che lo è.»
Layla, emozionata, è dietro di noi.
Avvolge le sue braccia alle mie, appoggiando il suo viso all'incavo del mio collo.
Restiamo così. Tutti e tre abbracciati a osservare le onde del mare, respirandone la magia.
«Ti amo, Layla Cole.» le sussurro.
«E io amo te, Matt Colton.»
Mi volto verso di lei.
Le nostre labbra si sfiorano. Un vento caldo e leggero accarezza i nostri corpi, suggellando un
momento che durerà per tutta la vita. Per sempre.
Ed eccoci arrivati alla fine di un'altra avventura.
Anche Matt&Layla hanno avuto il loro lieto fine, proprio come Stella e Nicholas.
Ora rimane il nostro Noah...
Chissà cosa lo aspetta... e chissà se anche lui andrà incontro al suo destino o se...
Lo scopriremo :)
E credo proprio che anche Ian Crofford si meriti il suo epilogo... Ma quella sarà tutta un'altra storia.

Serie: I Sospiri del Cuore

– Cercami nel tuo cuore


– Il mio cuore ti appartiene
– Le sfide del cuore (prossimamente)
Ringraziamenti

Nominare tutti quanti sarebbe una lista infinita e non vorrei dimenticare nessuno per cui voglio solo dire GRAZIE DI CUORE A TUTTI.
A chi mi è stato vicino, a chi mi ha aiutato a crescere, a chi mi ha criticato dandomi una spinta in più, a chi con una parola mi ha regalato
sorrisi e forza ogni giorno, a chi mi ha sopportato e mi vuole bene sempre e comunque.
Durante il mio percorso di scrittura ho conosciuto tantissime persone meravigliose. I romanzi che tanto amo mi hanno aperto un mondo e
immerso nella vita di nuove amicizie di cui ora non potrei più fare a meno... per cui viva la lettura, viva le emozioni e viva voi lettori che vi
siete presi un pezzo del mio cuore e mi avete permesso di essere parte di voi.
Infinitamente grazieeeeeeeeeeeeeee!

Ovviamente un grazie speciale va alla mia famiglia che viene prima di tutti, ai miei amici di sempre e a quelle persone di cui ormai non
posso più fare a meno.
Voi sapete chi siete per cui non serve fare nomi.
Vi adorooooo e vi amo tantissimo.

Grazie alle mie alle mie compagne di viaggio.


Coloro che mi hanno aiutata e supportata, dedicandomi il loro tempo prezioso: Laura, Maddalena, Cristina, Roberta, Michela e Silvia.
Siete state delle beta fantastiche.
Vi voglio bene.

Poi un super mega grazie va al blog numero uno: CRAZY FOR ROMANCE.
Ormai siete la mia seconda famiglia!

E come sempre grazie ai miei Angeli...


Ogni emozione che regalo appartiene anche a voi.

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