Mycoplasma conjunctivae e la
cherato-congiuntivite infettiva (CCI): un nuovo
rischio sanitario per i nostri allevamenti ovini
l
G.R. LORIA, R. PULEIO, S. AGNELLO, M. CHETTA, S. TOLA*, R.A.J. NICHOLAS**
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Via G. Marinuzzi 3, 90129 Palermo, Italy
*Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Via Duca degli Abruzzi 8, 07100 Sassari, Italy
**Mycoplasma Laboratory, Veterinary Laboratories Agency - Weybridge, UK
RIASSUNTO
Le malattie oculari che colpiscono i piccoli ruminanti sono responsabili di ingenti danni economici a causa del costo delle te-
rapie e della ridotta produzione. Tra le patologie infettive emergenti, spicca oggi il Mycoplasma conjunctivae, di recente classi-
ficazione e per lungo tempo considerato una Rickettsia. La Cherato-Congiuntivite Infettiva (CCI) è una malattia con tropismo
elettivamente “oculare”, inizialmente osservata soltanto nei ruminanti selvatici dove evolve con severità spesso fatale. Nelle spe-
cie zootecniche, la malattia decorre in forma lieve ed “autolimitante”, anche se con carattere diffusivo all’interno dell’azienda
colpendo prevalentemente gli animali in produzione e nella fase dello svezzamento.
Per la conferma del sospetto clinico, diversi laboratori utilizzano oggi metodiche biomolecolari che, oltre ad accorciare i tem-
pi di risposta, superano tutti i problemi legati ad una specie di micoplasma “poco maneggevole” e di difficile isolamento. Per
il controllo risulta utile trattare gli animali infetti con colliri antibiotici sino alla scomparsa dei sintomi; la prevenzione do-
vrebbe comportare, come regola, opportuna quarantena (15 gg) di tutti gli animali di nuova introduzione.
PAROLE CHIAVE
Mycoplasma conjunctivae, cherato-congiuntivite infettiva, piccoli ruminanti.
Tabella 1 - Diagnosi differenziale fra le più frequenti cause di con- predisponente risulta essere la lattazione, soprattutto nel ca-
giuntivite nei piccoli ruminanti in Italia. so di pecore con gli agnelli da svezzare. La presenza degli
Sintomi agnelli infatti, aggrava sensibilmente l’evoluzione clinica in
Malattia Sintomi oculari Evoluzione quanto le razze mediterranee, spesso selezionate per la ge-
(Morbilità %)
mellarità, vanno incontro ad un più rapido depauperamen-
Agalassia Mastite 5-10 Severa to organico a causa di una mancata o diminuita (legata alla
contagiosa Artrite ipovisione) assunzione di foraggio al pascolo.
(M. agalactiae) Congiuntivite
Figure 1-4 - Aspetti clinici dell’infezione da M. conjunctivae in pecore (derivazione Barbaresca) della Sicilia: si denota la iperemia congiun-
tivale associata all’opacamento corneale, l’abbondante scolo oculare, la presenza di pus nella rima palpebrale.
LA MALATTIA NEI RUMINANTI sintomatologia è scarsa ed evidente solo in casi di stress, le-
SELVATICI gato al parto o all’allattamento. Nello stesso tempo l’ipotesi
avanzata da questi Autori è che la pecora domestica sia il ser-
La malattia è stata per la prima volta riconosciuta, nella sua batoio epidemiologico della malattia, che in quei casi di con-
forma più severa, nel camoscio. Questa specie selvatica pre- tiguità esistente tra allevamenti e specie selvatiche permette-
senta molto frequentemente un decorso maligno con esiti di rebbe la trasmissione della malattia.
cheratite muco purulenta ed ulcera corneale, evolvendo in
breve verso la cecità totale e di qui a morte per incapacità ad
alimentarsi e/o per caduta accidentale dai dirupi. Per tale DIAGNOSI DI LABORATORIO
motivo nelle regioni del nord Italia la malattia prende il no-
me di “cecità dei camosci”. Una sintomatologia simile si os- Una volta accertata la presenza di congiuntiviti in oltre il
serva nello stambecco, meno suscettibile del camoscio ma 10% dell’effettivo del gregge (non più a carattere sporadico),
pur sempre vittima favorita dall’infezione, quale conseguen- è opportuno inviare campioni al laboratorio per una confer-
za di un danno visivo irreversibile5,7. Interessante notare co- ma eziologica. Il campione d’elezione oggi è rappresentato
me sia estremamente diversa la siero prevalenza della malat- dal tampone oculare. In passato un test sierologico (ELISA)
tia registrata in alcune località della Svizzera, bassa per quan- è stato impiegato sperimentalmente2 grazie agli studi con-
to riguarda i camosci (5%) rispetto ad un 53% riscontrato dotti in Italia dal Centro di Referenza per la Fauna Selvatica
nella pecora domestica9. dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Li-
Questa osservazione farebbe pensare, come riportato da Gia- guria e Valle d’Aosta. Oggi tale metodica è stata abbandona-
cometti et al.6, che le specie selvatiche rappresentino, da un ta per la mancanza di un kit disponibile in commercio e per
punto di vista epidemiologico, l’animale sentinella della ma- l’avvento delle prove di Biologia Molecolare che consentono
lattia in quanto manifesta una evidente sintomatologia che di effettuare una diagnosi “individuale” con meno dispendio
talvolta conduce alla morte, mentre nelle specie allevate la di tempo e reagenti14.
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PROFILASSI E CONTROLLO
Per i tamponi è possibile impiegare normali tamponi a sec- ❚ Infectious kerato-conjunctivitis (IKC)
co, meglio se preventivamente imbevuti dello stesso brodo caused by Mycoplasma conjunctivae:
di coltura utilizzato per l’isolamento, con eventuale aggiun- a new risk for Italian sheep farming
ta di inibenti (penicillina, ampicillina, acetato di tallio) per
limitare lo sviluppo di germi opportunisti. Il tampone deve SUMMARY
esser prontamente trasportato in laboratorio per essere ino- In small ruminant livestock, ocular diseases cause severe eco-
culato in brodo preriscaldato (Mycoplasma Experience® nomical losses due to costs of therapies and difficulties to
broth), con antibiotici o ancora PPLO broth® (DIFCO) mo- manage blind animals to pasture. In Italy, in the last years,
dificato, ed in seguito su terreno selettivo agarizzato per l’e- among ocular pathogens, a recently classified mycoplasma
videnza delle tipiche colonie ad uovo fritto. Tutte le colture species, Mycoplasma conjunctivae, is responsible of several
vengono secondariamente incubate a 37°C, al 5% CO2 e outbreaks of infectious keratoconjunctivitis (IKC). The di-
controllate ogni 24 ore per circa 10 giorni. Anche tamponi sease infects only ocular tissues causing very severe symp-
commerciali contenenti terreno di trasporto Amies (facil- toms (and death for starvation) in wild ruminants; in dome-
mente reperibili in commercio) sono utili per il prelievo stic livestock it occurs in lactating and weakening animals
dall’animale in vita. Determinante per il successo nell’isola- and is normally characterised by benign course and comple-
mento del M. conjunctivae è la preparazione del terreno di te recovering of the vision in few weeks. Laboratory confir-
coltura che, per essere ottimale, deve contenere, oltre alla mation is mainly based on bio-molecular methods (PCR,
base commerciale (PPLO), anche estratto di lievito fresco DGGE) which reduce the time needed for diagnosis and
purificato, autolisato di lievito, siero equino, glucosio, trip- overcome all difficulties relate to isolation procedures.
tosio, acetato di tallio e penicillina. Prophylaxis concerns a quarantine period for all new intro-
Per la conferma del sospetto clinico, diversi laboratori utiliz- duced animals and it seems to be the only measure applica-
zano metodiche biomolecolari che, anche in assenza dell’iso- ble against the spreading of the disease. Control is normally
lamento del “patogeno” forniscono una risposta in poche performed by utilization of eye drops with antibiotic or oint-
ore. Tale necessità deriva dalla maggiore sensibilità dei meto- ments are helpful to resolve the clinical conjunctivitis.
di biomolecolari rispetto all’isolamento in vitro di M.
conjunctivae. La presenza di M. conjunctivae dal punto di vi- KEY WORDS
sta del laboratorio è valutabile soltanto nella prima settima- Mycoplasma conjunctivae, infectious kerato-conjunctivitis,
na dell’infezione, viene infatti in breve “mascherata micro- small ruminants.
biologicamente” da altre coinfezioni che nascondono il vero
agente patogeno10.
In particolare viene utilizzata sul campione appena raccolto Bibliografia
una metodica di nested PCR (Fig. 1) o ancora, la Denatura-
tion Gradient Gel Electrophoresis-DGGE1, 3, 11. Tale orienta- 1. Baker S., Bashiruddin J.B., Ayling R.D., Nicholas R.A.J. (2001) Molecu-
lar detection of M. conjunctivae in English sheep affected by kerato-
mento verso una diagnosi biomolecolare dipende dal fatto conjunctivitis. Vet.Rec. 148: 240-241.
che, anche in casi clinicamente conclamati, spesso associati a 2. Belloy L., Giacometti M., Abdo E.M., Nocolet J., Krawinkler M., Ja-
gravi lesioni, non si è riusciti ad isolare con metodi colturali nowsky M., Bruderer U., Frey J. (2001) Detection of specific Mycopla-
sma conjunctivae antibodies in the sera of sheep with infectious keta-
l’agente eziologico.
toconjunctivitis. Vet. Res. 32: 155-164.
La PCR raddoppia la possibilità di confermare la presenza di 3. Cabras P.A., Firinu A., Tola S., Orru’ A., Deiana A.M., Usai S., Poddighe
M. conjunctivae14. Tale difficoltà dipende probabilmente dal- S.R., Petruzzi V. (2008) “Infectious keratoconjunctivitis (pink eye) in
la peculiare epidemiologia di questo micoplasma, che è “atti- Sardinian goats: clinical, diagnostics and epidemiological considera-
tion. 16th International Congress of Mediterranean Federation for
vo” e vitale nella lesione soltanto nelle prime ore (48-72) del- Health and Production of Ruminants, Zadar, Croatia 22-26 Aprile 2008
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