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36 Capitolo IIT La ritmica greca si estendeva all’intera area delle cosiddette “arti del movimento” o “del tempo”, e quindi la musica adottava gli stessi_principi_ tnetrici che regolavano la poesia. Elemento fondamentale e indivisibile della metrica grea era considerato il__ tempo primo, misura della sillaba breve. La breve si indicava con il segno v e Sor@pondeve alla darata dt una croma eee la lunga si indicava con il segno — € Por epondeya) alla durata di due brevi Uv e quindi di una semiminima Rieeatene furono impiegate delle lunghe corrispondenti a3, a4.¢a5 brevi, che nella notazione ritmica furono indicate con le e figurazioni alge} @ jE il ritmo si produce solo quando ci sono due o pitt note 9 sillabe, cioe pit brevi e lunghe; esse si ordinavano in schemi ritmici chiamati, ied La metrica greca contemplava un numéro considerevolmente alto di piedi differenti (circa 25), costituiti da 2, 3, 4, 5, 6 0 7 tempi primi. 1 piedi pi comuni erano i seguenti: piedi di 2 tempi primi (=2/8): pirrichio piedi di 3 tempi primi (=3/8): giambo trocheo tribraco piedi di 4 tempi primi (=2/4): dattilo -anapesto spondeo Nella poesia i piedi si ce} in combinazioni varie a formare i versi, e i versi a formare le strofe. =, IL. Generi, modi, armonie, sistema perfetto j La base del sistema musicale greco era costituita dal fetracordo, una succes- Sione di quattro suoni discéndenti_compresi_nell’ambito di un intervallo di_ quarta giusta. I suoni estremi di un tetracordo erano fissi; quelli interni erano mobili, L’ampiezza degli intervalli di un tetracordo caratterizzava i 3 generi della Musica greca: diatonico, cromatico, enarmonico: 3 au 1/4 di ajadi _ : ee = ——— T Tetracordo diatonico Tetracordo cromatico Tetracordo enarmonico Il tetracordo di genere dia tonico era costituito da 2 intervalli di tono e uno di semitono; era il genefe pit antico e diffuso. Il tetracordo di genere cromatico era costituito da un intervallo di terza minore e 2 intervalli di semitono; il tetracordo di genere enarmonico era costituito da un intervallo di \_terza maggiore e 2 micro-intervalli di un quarto di tono. fei tetracordi di genere diatonico la collocazione dell’unico semitono distingueva i tre modi: dorico, frigio e lidi 1 Sm, (Te & Aogaxion dl Homi 9 Bees eee modo dorico modo frigio modolidio Nob: Il tetracordo dorico aveva il semitono al grave. Di origine greca, era il modo nazionale; molto pit di un semplice modo, era la “forma-tipo del genere: diatonico” (C. Sachs). Il tetracordo frigio aveva il semitono al centro. Era! probabilmente di origine orientale, come il tetracordo /idio in cui il semitono stava all’acuto. z I tetracordi erano di solito accoppiati a due a due; potevano essere disgiunti © congiunti. L'unione di due tetracordi formayva un’armoniay | IM mondo classico 37 : : ; ’ : diazeusi diazeusi diazeusi armonia dorica disgiunta armonia frigia disgiunta armonia lidia disgiunta : Pe 25 p =~ oe sinafé sinafé sinafé ; armonia dorica congiunta armonia frigia congiunta armonia lidia congiunta Diazeusi (= disgiunzione) era chiamato il punto di distacco fra due tetra- cordr disgiunti; sinafé (= congiunzione) il punto in cui si univano due tetracordi congiunti. Se in ogni armonia si abbassava di un’ottava il tetracordo superiore, si ottenevano gli ipomodi (ipodorico, igio, ipolidio), che erano congiunti; I : ; | congiunti erano anche gli ipermodi (iperdorico, iperfrigio, iperlidio), ottenutt alzando di un’ottava il tetracordo inferiore. Se ad un’armonia dorica disgiunta si aggiungeva un tetracordo congiunto all’acuto, un tetracofdo congiunto al grave e sotto a quest’ultimo una nota (proslambanémenos), si otteneva il sistema téleion (0 sistema perfetto), che abbracciava l’estensione di due ottave- Esso fu elaborato nel TV secolo a.C. fo-a i proslamba ES ie eae diazeusi simafé némenos, = = — a = eee as TS ee ee eee ey tetracuto tetr.disgiunto tetr.medio _tetr. grave | E importante ricordare che le note indicate negli esempi dei tetracordi, delle armonie e del sistema perfetto non indicavano l’altezza assoluta dei suoni, ma solo i rapporti che esistevano fra gli intervalli che li costituivano. Nella pratica si seguiva abitualmente l’uso della trasposizione tonale, come cié testimoniato dalle Tavole di Alipio. 50 Capitolo IV aboli tutte le_sequenze eccetto cinque: Victimae rimitiva la musica sacra, : | Pade Wg, Ye Veni, sancte Spiritus attribuita all’inglese Stefano Eager Tai ba Fou 50, Stabat Mater di Jacopone da Todi, Dies ae ul ‘ropi invece nacquero dalla sostituzione con testi sillabici dei melismi di alcunt-canti della messa, in particolare del Kyrie ¢ dell’Introito. La leggenda ne attribuisce l'invenzione a_Iutilone, monaco di San Gallo lui ure. y In seguito, elemento caratteristico del tropo fu la farcitura, cioé Vintrodu- zione di nuovi brani letterari e nuove melodie, in un préesistente canto liturgico. ~Ttropi persero poi il carattere religioso © scomparvero dall’uso. Dopo aver assorbito andamenti profani e popolari, furono utilizzati nelle parti musicali delle sacre rappresentazioni.” LA TEORIA: I MODI (O TONI) ECCLESIASTICI Il repertorio gregoriano si_basa_su_scale_e| di_genere diatonico — pneamont fate or dilfer

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