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L'ISOLA N° 6
L'ISOLA N° 6
Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n° 6 - 15/ 30 settembre 2007
Ed. Responsabile: Francesco Paolo Catania - Bvd. De Dixmude 40/bte 5 - (B) 1000 Bruxelles - Tel/Fax: 0032 2 2174831 - 0032 475810756
Editoriale
Siciliano ed italiano:
quale dei due è il dialetto?
Pagine 3 - 4 - 5
A quando il voto
dei Siciliani
Pagina 6 all’estero?
Le parole di
Paolo Borsellino oggi
Pagina 7
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EDITORIALE
STORIA BREVE
U n vecchio arabo residente a Chicago da più o meno quarant'anni, vuole piantare delle patate nel suo giardino, ma arare
la terra è diventato un lavoro troppo pesante per la sua veneranda età. Il suo unico figlio, Ahmed, sta studiando in
Francia. Il vecchio manda una e-mail a suo figlio, spiegandogli il problema: - Caro Ahmed, sono molto triste perché non
posso piantare patate nel mio giardino quest'anno, sono troppo vecchio per arare la terra. Se tu fossi qui tutti i miei problemi
sarebbero risolti. So che tu dissoderesti la terra e scaveresti per me. Ti voglio bene. Tuo padre.
Il giorno dopo il vecchio riceve una e-mail di risposta da suo figlio: - Caro papà, per tutto l'oro del mondo non toccare la terra
del giardino! Lì è dove ho nascosto ciò che tu sai... Ti voglio bene anch'io. Ahmed.
Alle 4 del mattino seguente, a casa del vecchio arabo arrivano la polizia, gli agenti dell'FBI, della CIA, gli SWAT, i RANGERS,
i MARINES, Silvester Stallone, Arnold Shwarzenegger ed i massimi esponenti del Pentagono, che rivoltano il giardino come
un guanto, cercando antrace, materiale per costruire bombe o qualsiasi altra cosa pericolosa. Non avendo trovato nulla, se
ne vanno con le pive nel sacco... Lo stesso giorno l'uomo riceve una e-mail da suo figlio: - Caro papà, sicuramente la terra
adesso è pronta per piantare le patate. Questo è il meglio che ho potuto fare, date le circostanze. Ti voglio bene. Ahmed.
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I
l problema delle origini della lingua e della letteratura italiana, lingua riguarda proprio la mancanza di una letteratura siciliana in
nonché quello della classificazione del siciliano come lingua o siciliano, di una organica sistemazione dell'idioma: la scoperta (forse
come dialetto, sono avvolti in una specie di nube per districarsi non enfatizzata abbastanza) del sonetto sopra riportato dimostra il
dalla quale si ricorre di solito a teorie che sembrano prese pari pari contrario, e cioè che esiste una letteratura “alta” in siciliano non
dalla cosmologia speculativa più ardita. modellata su esempi di importazione, ma che anzi ha mostrato la
strada ai toscani per quella che sarà poi la “koinè” e la forma poetica
Secondo i luminari nostrani pare infatti che la lingua italiana (e la di cui parla Dante (il sonetto fu invenzione di Jacopo da Lentini): la
letteratura ad essa connessa) si sia formata a seguito scuola poetica siciliana segna il passaggio del siciliano da dialetto
dell'addensamento della nebulosa gassosa dei volgari regionali per popolare a lingua vera e propria.
merito della maestria toscana e grazie alla “piccola” spinta della
scuola “siciliana”, con siciliana rigorosamente tra virgolette. Tutto ciò pone i rapporti tra italiano e siciliano sotto una luce
totalmente diversa: non più nascita dell'italiano in Sicilia, ma nascita
Il ruolo di guida dato dai “siciliani”, innegabile e noto da sempre, è dell'italiano DAL siciliano, della letteratura italiana DALLA letteratura
rimasto però indigesto a molti centri di potere culturale tosco-padano siciliana. A questo punto mi chiedo: come fa il siciliano (idioma
che non sono riusciti a trafugarlo come hanno fatto con l'oro rimasto pressoché immutato negli ultimi 800 anni) ad essere dialetto
millenario delle nostre banche, ma che continuano a tenerlo in di una lingua che da esso deriva le sue forme espressive più
ostaggio. I tentativi di sabotaggio anche in questo caso sono stati pregnanti, la sua letteratura?
parecchi, ma in fondo piuttosto maldestri, tanto che potrebbero aver
ottenuto l'effetto opposto. Ma si sa, in Italia è possibile avere la botte piena e la moglie
ubriaca, e così per la cultura ufficiale il siciliano rimane un dialetto e
Dante Alighieri, nel De Vulgari Eloquentia, fu il primo a sostenere italiano e letteratura italiana sono nati in Toscana. Per ripetere una
quella democratica ed improbabile teoria della koinè, secondo cui citazione di Sciascia che mi piace tanto, la Scuola Poetica Siciliana
nell'italiano nessun volgare regionale prevarrebbe sugli altri. Egli non sarebbe altro che “un sogno fatto in Sicilia”.
comunque ammette che «in effetti questo volgare (il siciliano)
sembra avocare a se una fama superiore agli altri, perchè tutto ciò
che gli italiani fanno in poesia si può dire siciliano». A questo punto Un xciuri nel deserto di Sicilia
l'edizione dell'opera in mio possesso (Garzanti, 1991 con traduzione
U
di Vittorio Coletti) inserisce una nota che recita così: n problema che spesso si pone di fronte a chi “osserva” la
Magna Curia federiciana nel suo complesso è dato da
Alluderà alla fama del siciliano come lingua poetica; ma sarà quell'apparente essere cresciuta sotto vuoto, in un
anche legato al fatto che Dante (come mostrano gli esempi che ambiente cioè che i libri di storia patria ci dipingono totalmente
collega) leggeva i poeti siciliani in veste già toscanizzata. asettico. Una sorta di nascita miracolosa (per virtù dello spirito
italico) in un deserto assoluto. D'altronde è così che il regno
L'arrogante nota suggerisce che Dante teneva il siciliano in grande
normanno viene fatto apparire all'improvviso sui libri di storia
stima solo perchè non leggeva la versione originale delle poesie in
scolastici tra il XII ed il XIII secolo: un fiore nel deserto le cui spore
questione, che se lo avesse fatto di certo non avrebbe potuto che
deridere la rozzezza meridionale. Proprio su tale idea si basa uno sono poi volate lontano senza più germinare sull'isola, un deus ex
dei tentativi più sudici di screditare la “Magna Curia”. machina necessario al corretto prosieguo della commedia.
Purtroppo però ci sono prove inconfutabili che l'isola, tra la fine
D'altronde, che le versioni giunte sino a noi di quelle poesie siano
dell'impero romano e l'arrivo dei normanni non cessò di esistere ma,
scritte in una lingua diversa dall'originale è certo. Quella che
invece di subire i disordini e gli stupri che sommergevano il resto
sembrerebbe la prova inconfutabile, è la versione originale di
un'opera di Stefano Protonotaro, Pir meu cori alligrari, rintracciata dell'Europa nel medioevo, continuò a fiorire come sempre
nella cinquecentesca “Arte del rimare” di Giovanni Maria Barbieri: (ovviamente escludendo le parentesi romane...) prima nell'orbita
bizantina e poi nella forma di un califfato.
La virtuti ch'ill'avi Malgrado questo, i boriosi cattedratici tricolori, facendo finta di non
d'alcirim' e guariri,
sapere che a sud di Roma nel XIII secolo esisteva uno stato
a lingua dir nu l'ausu
pir gran timanza c'aiu nu lli sdigni; nazionale moderno, uno dei meglio organizzati d'Europa, capace di
pirò precu suavi scambi continui con tutti gli altri regni dell'epoca a nord delle Alpi,
piatà chi mov'a giri continuano a sostenere che il linguaggio giullaresco francese, da cui
e faza in lei ripausu poi la scuola poetica siciliana avrebbe attinto, poteva giungere a sud
solo attraverso la “Lombardia”.
Guariri, sdigni, ripausu: non ci sono dubbi, questo è siciliano. Inoltre
in tutte le poesie “toscanizzate” vi sono degli errori di rimatura che Facendo a gara, novelli Virgilio, per cercare di dare una nobile
vengono risolti non appena al vocalismo toscano si sostituisca (Segue a pagina 4)
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(Segue da pagina 3) Di più, nella Toscana del XIII secolo la lingua comune era diventata il
origine padana all'idioma nel quale compongono i loro sproloqui, si latino da circa 1500 anni, mentre nella Sicilia “liberata” dai normanni
scomodano fantomatici canzonieri occitanici che una dinastia veneta esso era una lingua minoritaria, surclassata da arabo e greco per
avrebbe donato a Federico II e da cui ne conseguirebbe che la diffusione. E nemmeno si può credere che quella islamica sia stata
Scuola Siciliana nasce, almeno idealmente, nel Veneto (A. solo una parentesi, poiché vi sono forti indizi a suggerire che anche
Roncaglia, 1983 in Per il 750° anniversario della Scuola Poetica la Sicilia imperiale parlasse greco (e secondo Apuleio anche fenicio,
Siciliana): un po' come se il presidente della Repubblica Italiana particolare questo di notevole interesse come vedremo tra poco) ed
volesse donare un'edizione tascabile della bibbia alle biblioteche usasse il latino solo nell'ufficialità e per comunicare con i “padroni”
vaticane sostenendo poi l'origine partenopea del cristianesimo. romani, incentivi questi venuti meno alla caduta dell'impero ed al
Almeno idealmente. passaggio nell'orbita bizantina.
Il fatto che quasi tutto quello che viene di solito propagandato come A dare sostegno alla tesi dell'immutato utilizzo del greco durante il
quintessenza dell'italianità, dalla pasta, al caffè, sino alle sequenze di buio periodo seguito alle guerre puniche vi è una importante traccia:
Fibonacci (tanto per passare all'ambito scientifico) sia nato nel in un ampia fascia della provincia di Reggio Calabria, la cosiddetta
califfato (indipendente) della Sicilia islamica (e non araba, che i area grecanica, si parla ancora il greco dei coloni che fondarono la
siciliani sempre siciliani erano) non consiglia loro prudenza! Come civiltà della Magna Grecia. Oggi ovviamente si tratta di una
d'altronde la malcelata presenza di una importantissima scuola eccezione, ma non sarebbe scandaloso pensare che nella Calabria
poetica di etnia araba in Sicilia non suggerisce a nessuno che un come nella Sicilia (e forse anche nella Puglia meridionale: le tre aree
deserto vero e proprio quest'isola non doveva essere, nemmeno dal dove oggi si parla siciliano) del XIII secolo ciò fosse normale.
punto di vista letterario (si veda a tal proposito la Biblioteca Arabo-
E potremmo spingerci ancora più indietro nel tempo, facendo notare,
Sicula di M. Amari).
ad esempio, la strana assonanza tra il nome dato dai greci al vulcano
Un codice francese databile al secolo XI conserva i versi di un (Aitna, vocabolo dalle origini forse fenicie) e il nome siciliano della
poemetto, in hoc anni circulo, che si apre con queste righe: protettrice di Catania i cui atti miracolosi più importanti sono legati
proprio alle ire di fuoco del monte, e cioè Sant'Aita: è Aita storpiatura
Mei amic e mei fiel
del greco Agathos, o piuttosto è Agathos la versione greco-bizantina
laisat estar lo gazel!
del culto del dio fenicio Aton?
Aprendet u so noel
de virgine Maria Andare oltre nei nostri ragionamenti in questa sede sarebbe
pretestuoso, che non abbiamo i mezzi per scavare in profondità nella
Lasciate perdere il gazel: gazel è un termine arabo che indica un
materia. D'altronde chiunque esplorasse la possibilità che il siciliano
componimento erotico tipico della lirica classica araba. Questo viene
del 1200 non sia stato un volgare, implicitamente ammetterebbe il
a dire due cose (cito dalle storie patrie di letteratura): che la lirica
suo status di lingua. E' interessante però chiedersi il perchè tali idee
araba spagnola era conosciuta in Francia e che, vista la somiglianza
siano bocciate a priori dai cattedratici, i quali non si degnano
metrica tra il poemetto francese e le liriche arabe, forse queste ultime
neanche di discuterle dal punto di vista scientifico limitandosi a
hanno anche influenzato la nascita della poesia “trobadorica” (da cui
mostrare la stessa sdegnata noncuranza con cui di solito
proverrebbe il fantomatico canzoniere veneto).
accantonano maghe e “mavari”.
Guarda caso, in Sicilia il sostrato lirico arabo era presente in loco:
La diatriba tra siciliano lingua e siciliano dialetto è in realtà
non doveva arrivare da oltre i Pirenei come per la Francia. Quello
inesistente, poiché per la comunità scientifica internazionale il
che più colpisce in tutta questa storia è che la prosopopea di regime
siciliano è una lingua a tutti gli effetti (essendo riconosciuta come tale
non ammette neanche lontanamente la possibilità di una origine
anche nella classificazione ISO con il codice scn), che gode
totalmente autoctona (siciliana cioè) del sonetto: per assicurarsi
addirittura di buona salute . Ma allora il problema sorge solo per
nobili ascendenti meglio dare il merito ai francesi che ai terroni.
italica ignoranza? E no.
Anche se poi, da Garibaldi in poi, sostengono di considerarci
Aggrapparsi all'ignoranza sarebbe voler essere magnanimi con i
compatrioti.
colpevoli, e noi non lo saremo.
Dialetto siciliano o linguaggio Esiste una eccezionale raccolta di articoli che può far luce
sull'argomento: essa è stata pubblicata con il titolo “La fiera del
politico italiano? Nigrò” da Sellerio e mette insieme gli scritti sul siciliano di Salvatore
C. Trovato, professore di linguistica all'Università di Catania (si noti
come sia l'autore che la casa editrice siano siciliani...).
N
el XIII secolo le liriche della Scuola Poetica di Federico II ci
L'autore ci porta per mano attraverso la Sicilia linguistica schiudendo
offrono un siciliano già abbastanza sviluppato da poter
davanti ai nostri occhi i segreti di modi di dire e di vocaboli che
fornire la base per la nascita della forma letteraria più
inglobano millenni di stratificazioni. Scopriamo ad esempio (ed è un
raffinata di tutto il Mediterraneo sin dalla caduta dell'impero romano
particolare importante) che un elevato numero di parole a radice
(parlare di Europa per quel periodo non avrebbe senso): il sonetto.
latina esistenti nel siciliano non provengono direttamente dal latino
Ciò pone un problema di non secondario rilievo riguardo all'origine
ma dalle lingue romanze (francese, spagnolo, italiano). In questi
stessa del siciliano, dai toscani considerato un volgare. Bisogna
cammei egli si dimostra oltremodo competente trasudando dal suo
innanzitutto osservare (per rendersi conto di quanto angusto fosse
indagare un amore per la materia certamente fuori del comune. Dove
l'orizzonte culturale dei tanto decantati comuni italiani) come Dante
però troviamo qualcosa di stonato non è tanto nel suo posizionarsi
non riusciva nemmeno a capire che i sonetti siciliani da lui letti non
tra i sostenitori della teoria del dialetto, ma nella veemenza con la
erano quelli composti da Jacopo e dagli altri aedi facenti parte della
quale sembra proporci la sua tesi.
Magna Curia, e che quindi la sua idea di “siciliano” fosse fortemente
alterata. (Segue a pagina 5)
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Quando questi articoli apparivano saltuariamente
su riviste dalla periodicità dilatata la cosa forse non
saltava all'occhio, ma ora che vengono riproposti
tutti assieme l'insistenza del professore riguardo
alla cosa diventa ossessiva, quasi tentasse di
inculcarci una qualche ideologia. Si va dal
A Nostra Lingua
fantasioso uso della definizione di “dialetto
regionale” (inapplicabile per un idioma dalla
Danti e a lingua siciliana
diffusione tanto vasta quanto quella del siciliano, di Joe Frederick Privitera
parlato anche in Calabria ed in Puglia) sino allo Traduzioni di Gaetano Cipolla
scomposto sbeffeggiamento del famoso studioso
L
’annu scorsu a casa editrici Legas pubblicau u me studiu Sicilian: the Oldest
Giovanni Ragusa (“un insegnante di Modica...”) Romance Language unni cugghìu provi ca u sicilianu apparsi cincu seculi prima
colpevole di aver proposto la tesi di una origine di l’autri lingui rumanzi cioè u francisi, portughisi, spagnolu e talianu. Ma non
diversa dalla neo-latina per la lingua siciliana. sulu fu u sicilianu a prima lingua romanza, iddu fu puru a prima lingua digna di essiri
usata in puisia. Chistu lu dici u Patri dâ lingua taliana Danti Alighieri. E’ intirissanti
E' tanto preso il nostro da questa rabbia inquisitiva nutari chiddu ca Danti dissi supra u sicilianu ntô so trattatu De vulgari eloquentia (ca
da non accorgersi, nel corso degli anni attraverso i 1302-1305). Citu stu branu picchí indica chiaramenti ca a puisia taliana fu prima scritta
quali scrive i suoi articoli, di aver fatto due errori dî Siciliani:
clamorosi, i quali in fondo spiegano tutto quello che “Tra ddi vulgari passati ô sitacciu (pi modu di diri) facennu paraguni tra chiddi ca
c'è da spiegare sulla storia ufficiale della cultura ristarunu ntô sitacciu vulemu scegliri brevimenti u chiù onurevuli tra d’iddi. E
italiana. Il primo è una strana omissione comune a primeramenti esaminamu lu geniu supra u sicilianu datu ca pari ca u vulgari
tutti coloro i quali discettano in termini simili ai suoi sicilianu divintau cchiù famusu di l’autri tantu ca tutti i puisii ca sunnu scritti di
di siciliano: costoro partono dal presupposto che il l’italiani s’hannu a cunsiddirari scritti in sicilianu, comu nta ddi canzuni ca
cumincianu cu “Anchor che l’aigua per lo focu lassi” e “Amor che lungiamenti
siciliano non sia una lingua senza sentire il bisogno m’hai menatu.” (di Guido delle Colonne, unu dî pueti chiù canusciuti dû gruppu
di dirci come mai siano giunti a tale conclusione. canusciutu come “a Scola Siciliana”).
Nella Fiera del Nigrò codesta conclusione viene Ma sta fama dâ terra di Sicilia si l’esaminamu currettamenti ristau sulu pi la
urlata, gli oppositori repressi, la semplice pretesa vrigogna dî principi taliani picchí iddi non vivunu in manera eroica ma in manera
derisa senza alcuna giustificazione. In base a quali barbarica assicutannu la superbia. Ma ddi illustri eroi Federicu Cesari e u so ben
dati incontrovertibili il siciliano dovrebbe essere nasciutu figghiu Manfredi, dimustrannu a nobiltati e a drittizza dâ so forma,
mentri ca a furtuna li accumpagnava, vissiru siguennu i cosi umani e sdignannu i
classificato come dialetto? Quale sarebbe la cosi bestiali. E u pirchí di chissu era ca si sfurzarunu di aderiri a la maistati di
definizione di lingua e quale quella di dialetto? principi accussì granni e fu accussì ca a ddu tempu tuttu chiddu ca li eccellenti
Diteci cosa sfugge a noi comuni mortali, così Taliani cumpunevanu nisceva nta la curti di stu granni re. E datu ca u seggiu riali
so era ntâ Sicilia, addivenni ca tuttu chiddu ca i nostri pridicissuri scrissiru in
potremo metterci il cuore in pace con questa vulgari si chiama sicilianu. E chistu è chiddu ca pinsamu puru niautri e i posteri ca
stupidata della “nazione siciliana”. Niente: omertà venunu doppu di niuatri non ponnu cangiarlu….Ora dicemu ca si vulemu pigghiari
assoluta! u vulgari sicilianu cioè si duvemu giudicari di chiddu ca nesci dâ bucca di midiocri
paisani, allura avemu a conchiudiri ca iddu non è dignu di essiri misu avanti a
Il secondo è poi la spiegazione del primo: al l’autri, picchí havi assai ca non si pronunzianu versi comu a chistu “tragemi d’este
capitolo XXXVII la koinè siciliana viene focora se t’este a boluntate”. Ma si non vulemu pigghiari chistu ma chiddu chi
sbrigativamente definita un miraggio. La nesci dâ bucca di Siciliani principali, comu chiddu nta li canzuni minziunati prima,
motivazione dietro questo accanimento non ha si pò vidiri comu non è in nenti differenti di chiddu ca niautri cunsiddiramu
nulla di scientifico, ed infatti lo studioso laudibilissimu, comu emu ora a dimustrari cassutta.”
candidamente (ed incredibilmente) ammette che (Dante, De Vulgari Eloquentia, edited and translated by Steve Botterill,
«Nè va sottaciuto il fatto che il concetto di koinè si Cambridge University Press,1996, p.29)
trascina dietro il pregiudizio che il dialetto regionale Ntô paragrafu ca segui, Danti sâ pigghia cû vulgari tuscanu dicennu ca iddi sunu
sia una lingua e non un dialetto. Conseguenza nsinsati e arruganti attribuennu ô toscanu u titulu di vulgari illustri.Iddu cunnanna tutti
innocua, se dietro al concetto di lingua non stia i vulgari parrati ntê città dâ Toscana cunsiddirannu pero’ ca ci sunnu certi pueti ca
usanu un linguaggiu cchiù dignu comu a Lapo Gianni e Cinu di Pistoia. Infini
spesso (o non sia stato) quello di nazione».
conchiudi ca a lingua ca iddu cerca comu u vulgari illustri dignu di essiri usatu pi scriviri
Commentare sarebbe superfluo. Tranne che per puisia non esisti ntâ Toscana.
sottolineare sino a che livello possa essere E’ importanti sapiri sti cosi cunsiddirannu chiddu ca si dici dû nostru sicilianu. E’
importanti ca Danti, e puru Petrarca dopu di iddu, appiru palori di lodi pû sicilianu. A
lottizzata la cultura siciliana “ufficiale”. raggiuni pi cui u sicilianu cissau di essiri usatu comu lingua nta tutta l’Ialia fu na
E pensare che credevamo di essere capitati dal raggiuni politica. L’impurtanza dû sicilianu dicadìu dopu a morti di Federicu II ntô
1250 e dî so figghi Manfredi e Curradu l’urtimu ntô 1266. Siguennu sta linea di
lato giusto del muro di Berlino. Ma sarà poi mai
raggiunamentu si putissi pinsari ca si a putenza dû partitu ghibellinu, cioè chiddi a favuri
esistito questo “lato giusto”? di l’impiraturi, non avissiru persu a guerra contru i forzi alliati dû papa e di Carru
Il consiglio dell’Abate Vella d’Angiò, cu sapi comu eva a finiri dû puntu di vista linguisticu. Unu putissi pinsari,
http://ilconsiglio.blogspot.com siguennu stu raggiunamentu, ca si Federicu II e u so partitu non avissiru statu distrutti
oggi in Italia forsi a genti parrassi talianu cu l’accentu sicilianu.
Nta nautra parti dû libru De vulgari eloquentia, Danti minziona di passaggiu u sunettu ca
divintau a forma puetica principali (a parti a Divina Cummedia unni usa a terza rima) di
iddu e di l’autri pueti toscani inclusu Petrarca. Danti certamenti sapeva ca u sunettu fu
usatu pâ prima vota dâ Scola Siciliana a Palermu e ca fu ‘nvintatu a curti di Federicu. Cu
sapi picchí non ci desi creditu ê Siciliani pi st’autru primatu. Forsi pi orgogliu riggiunali?
Io mû dumannu!
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Ricordiamo a tutti l’importanza della richiesta che Per questa ragione, i Siciliani che vivono all’estero,
questa nostra comunità rivolge alla patria lontana, devono poter essere coinvolti nella massima
ma ricordiamo pure che questa patria lontana si cura partecipazione politica che si esprime con l’esercizio
così poco dei suoi figli, ... del voto di candidati residenti all’estero e votati in
una circoscrizione estero.
La tematica del voto dei siciliani all’estero che ieri
L’Altra Sicilia, associazione al servizio della Sicilia e Se la classe politica siciliana avrà capito ciò, la
dei Siciliani, ed oggi L'Altra Sicilia-Antudo, il comunità residente all’estero potrà riacquistare
movimento politico dei Siciliani "al di qua e al di là quella dignità e quell’ orgoglio di appartenenza finora
del Faro", porta avanti non è stata minimamente ostacolati sia dalle ovvie difficoltà di poter ritornare
affrontata da alcun partito forse perché non esiste un in patria in occasione degli appuntamenti elettorali,
vero partito siciliano in quanto i partiti presenti in sia soprattutto dal disinteresse causato dal fatto di
Sicilia rappresentano le rispettive segreterie romane dover votare qualcuno che non si conosce e che non
dove si decide tutto. Purtroppo, ancora una volta, conosce i bisogni e le esigenze di chi deve
scende l’oblio su quel diritto negato, nonostante le rappresentare.
comunità all’estero abbiano dimostrato di essere
determinanti nell’assegnazione dei seggi. L’Altra Sicilia-Antudo invita pertanto l’Assemblea
regionale siciliana a mettere in opera urgentemente
Citiamo, ad esempio, il caso tutti gli strumenti legislativi per istituire le
di un eletto CCD, oggi leader circoscrizioni estere e concedere all’altra sicilia
di un movimento cosidetto l’esercizio di quel diritto di voto, cosi’ lungamente
autonomista, che si negato che moralmente le spetta. Se poi i
guadagnò il seggio di responsabili del governo regionale non arrivassero a
Strasburgo, alle ultime questo grado di maturità, allora non avrebbero più
elezioni europee, con i voti alcun titolo per affermare di essere i maggiori
determinanti della comunità responsabili di una Regione a Statuto Speciale,
siciliana all’estero, e proprio perchè altre Regioni hanno dimostrato di aver
continuiamo a chiederci: saputo utilizzare al meglio il loro semplice statuto
"forse proprio in questo si ordinario.
puo’ identificare la scarsa Raffaele Lombardo L’ALTRA SICILIA - Antudo
“Quando i “ politici” dicono che nel Sud lo Stato è assente, sanno benissimo di mentire, in quanto esso è
presente appunto nei panni delle stesse cosche mafiose. Tale coincidenza è spiegata dal fatto che lo Stato
non fa nulla di decisivo per combattere la criminalità organizzata. Lo Stato - eccettuati naturalmente alcuni
suoi singoli esponenti o organismi - non solo è complice di questa criminalità, ma ha addirittura delegato ad
essa molte sue funzioni. In un territorio ove la criminalità domina incontrastata, le funzioni dello Stato o non
esistono (ovvero sono ridotte al minimo) oppure sono quelle stesse della mafia (...)”
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L’ISOLA
L’ISOLAPOESIA No al declassamento della
Sicilia e dei suoi aeroporti
TURI LIMA
V ero nome Venero Maccarrone, nato a
Catenanuova il 18/08/1925, e morto a Catania il
10/12/1996. Poeta civile sicilianista, catanese
E' davvero l'ennesima (e a dir il vero per nulla necessaria)
comprova della pervicace volontà del Governo Prodi di
d'adozione. Ha lottato tutta la vita, con dibattiti, isolare, de facto, la Sicilia e i Siciliani.
conferenze ed infine con la poesia, per dare alla Sicilia Ci riferiamo al Disegno di Legge delega predisposto dal
una maggiore autonomia politica e ai Siciliani un
Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi che intenderebbe
concetto più alto della loro storia. Nel 1970 insieme allo
storiografo avv. Natale Turco ed altri, fonda il " Centro
riclassificare nell'ambito del nuovo Piano di Trasporto Aereo,
Studi Storico Sociali Siciliani ", ricoprendo la carica di gli Aeroporti Siciliani privandoli,in concreto, dei voli low cost.
Segretario Generale sino alla sua morte avvenuta nel Si tratterebbe di un salto indietro nel tempo e che avrebbe
dicembre del 1996. Nel 1978 ha fondato con altri l'unico, evidente scopo di ricacciare i Siciliani e la loro
l'emittente radiofonica " R. T. Trinacria " poi denominata
economia ai margini di qualsivoglia processo di rinascita o
Antenna Trinacria, che ha come preciso programma,
quello di far conoscere la Sicilia ai siciliani, nel campo
rilancio.
della cultura e della poesia in perticolare. Nel biennio Una simile ipotesi si spiega solo con il tentativo surrettizio di
1982-1983 ha ottenuto quindici primi premi in concorsi ridare in una sorta di "monopolio" le rotta da e per la Sicilia
letterari di grande importanza. Turi lima ha pubblicato alla macilenta ex compagnia di bandiera, Alitalia.
due raccolte di poesie siciliane: "Ju peddi scura" e
"Fora". Per Focus Trinakria, sodalizio culturale e THINK TANK
dell'indipendentismo siciliano progressista, pacifista e
Suli democratico, si tratta di un gravissimo attacco alla Sicilia e ai
Siciliani.
Suli, ca supra st'isula sfruttata
di centu razzi, E' il momento di contrapporre a questa ipotesi la mobilitazione
tu passi vasciu cu li raggi ardenti degli uomini e delle donne di Sicilia,che già stanno assistendo,
e nfochi petri e ciumi preoccupati ed offesi, in questi mesi, al progressivo
e duni vita a mennuli e frumentu; disimpegno, di fatto, delle Ferrovie dalla Sicilia.
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Vieni in Sicilia...
...te ne
Trapani, veduta panoramica con le Isole Egadi, foto Arturo Safina - fonte APT Trapani innamorerai !
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COMPRA SICILIANO !
ACCATTA SICILIANU !
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L’ISOLA - Quindicinale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno IX - n°6 – 15/30 settembre 2007 11
L’ISOLA
L’ISOLALIBRI
LIBRI
PIERO CARBONE
CARBONE,, Il giardino della discordia - Racalmuto nella
Sicilia dei Whitaker
Presentazione di Rosario Lentini, 2006, f.to 17 - 24 cm, 8 °, pp. 176, €uro 18,00
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