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e charitas nella Traviata Paolo Gallarati* (Quando il sipario della Fenice di Venevia si chiuse sullultimo atto della Traviata, 16 marzo 1853, Verdi registrava uno dei fiaschi pid clamorosi di tuta Ia sua carriera. IL siomo dope scriveva al direttore Angelo Mariani hanno riso, Eppute, che vuoi? Non ne sono turbato. Ho t to loo? Per me credo che Fultima parola Sulla Travioto non sia quella ds ierera, La rivedranno...e vedremo! Intanto, cv ro Mariani opistra il fiasco ‘Come si deduce dalle recensioni spparse nei giorni successvi alla prima se, esagerava perehé 'esito dello speltacolo non fu lusinghiero, ma neppure disastroso, {© migliord durante le repliche, La tepida approvazione cui La traviaia ando incontro fu dovuta essenzialmente alla mediozrita della compagnia di canto, in eu, aceanto all protagonista, Fanny Salvini Donatelli che Verdi non avrebbe voluto, il tenore Ludovi 0 Graziani i eelobre baritono Fel cui Verdi aveva gid composto le par- ti di Macbeth e di Ri vosi decisamente logore e una preparazione affrettata, A queste cicostanze si aggiunse la natura del soggetto, la cui provocatoria ‘ioderita aveva alfascina la letora a Cesare De Sanctis del 1 gennaio 1853 A Veneria faccio La dame au ° forse, Travian Un soggetto dell epoca. Un alto forse non Vavrebbe fatto per cstumi pei tempi e per mille alti gotl srupot: con tut il piacere, Tutt gridavano posi un gobbo da mettee in seena, Ebene: o ea felice di serve Proporre sulle scene del melodrmma ottocentesco la vicenda contemporanea di tuna prostituta redenta avrebbe infati spiazzato completamente l'orizzonte dattesa del Stara a9 Sion, Rosie Verh ore pe sea ith saya ofa pare nore dees Sosa eda da Bente. LA TRAVIATA LIBRETTO Dt PRANEGBSEO MARIA PLAVB mustea Bi CLOSEPPE VERO espressamente composta PEL GRAN TEATRO LA FENICE da vappreseutied ‘all stagione di Carnovate ¢ Quadragesima 1852-55. pubblico di allora,abituato a vedere sul paleoscenico delVopera in musica personaget ‘dealizzati della storia o del mito che appartenevano a un mondo remoto nello spazio & nel tempo, e avevano poco da condividere con gli spettatori, se non le emozioni, sem: pre attuali, delle vicende amorose. Ma sin dallinizio della sua produzione Verdi aveva Noltato le spalle al gusto di Bellini e Donizetti, che incentravano le loro opere essen Zalmente sul tema damore, mentre nella Traviata vengono in primo piano i motivi Gella solitudine, del sacrficio e delta redenzione attraverso la completa donazione di ‘6. Verdi ricercava espressamente la novita, come si legge nella citata lettera a Cesare De Sanctis: lo desidero soggetti nov, grandi, bel, vara, ard. ed adit lestremo punto, con forme nuove ec, ec, e nella stesso tempo musicabili.. Quando mi Er Uice ho fatto cost perche cos han fatto Roman, Cammarano ee. ttn © {endiamo pits appunto perché cos! han fatto que eran, io vorrei si facesse d= versamente I soggetto della Traviata era infatti nuovissimo, Dopo mote incertezze.’ Francesco Maria Piave Faveva tratto da Lar dame aux camélis, il dramma che Alexandse Dumas figlio aveva derivato da un suo romanzo, fatto rappresentare a Pargi, nel Théitre du Vaudeville, 2 febbraio 1852. Era il debutto in teatro di Alexandre fils, e fu un trionfo degno della gloria paterna. Tuto era sorprendentemente attuale in questo dramma, di teui Théophile Gautier deserive le novita che, ovidentemente,folgorarono Verdi duran teil soggiomno parigino di quellanno: semplicit di situazioni animate da un “soffio in namorato e giovane”;“passione ardente e vera”; osservazione “esattae fine” dei costu~ mi di quella societa, rappresentati con un “toceo molto giusto e molto naturale”; 'abi- Tita nel trasportare in teatro “delle scene della vita moderna come si svolgono nell reall, senza mascherarle con qualche soterfugio" e, ancora, it dislogo, earatterizzato da “attacchi risposte che scintilano e risuonano come colpi di spade”. I tutto anima to da “uno spirito nuovo e fresco”, espresso dalla bravura degli attori con un tipo di re- citazione naturale, del tutto estranea sia alla gestcolavione stereotipa del melodramma italiano sia all’enfasi spettacolare della tragedia o del grand opéra.’ Semplicta, so- brieta, cleganza erano richieste da Alexandre Dumas stesso, che deserive le proprie esigenve estetiche nei Nouvenux Enaractes: Personalmente ho tuna grande predilevione per le scene e{ mobil pid sempli. Tt mel lavor teatrl x svolgono in inter. libri come i manoseniti non pottano altro slfinizio di ciaseun atto che quelle parole Iaconiche ed insieme Elastiche: un salto a cast di questo 0 quel personaguio. Non so neppure se, fuando bisogno di una fiesta, io aggiunga questa indicazione. E ancora {mia preferenca & sempre per una Scena molto semplics, unzionae,suficien- te coum arredamento infin ets, Seu personage spgcano vgorst- Ma non } solo la Dame aux camelias a documentare Vinfluenza su Verdi del teatro francese. Nel Thédtre Historique, Dumas padre aveva rappresentato, "11 giugno 1847, Jn trigue et amour, adattamento di Kabale und Liebe di Schiller che il compositore vide nel 1849, traendone il soggetto di Luisa Miller? Le Pasteur ou 'Evangile et le foyer di Eraile Souvestre ¢ Eugene Bourgeois (1849) cosituira a sua volta, la fonte di Sifelio, Lo stesso enere del nélo lsciatracce vstose nel teatro musicale verdiano: 'assolo di oboe nella soena della letera in Traviata, lo stile ‘parlante” del dueto tra Rigoletto e Sparafucileri- chiamano iresistbilmente la ombinazione di parlato e musica tipica del mélodrame. In Luisa Miller e Suiffelio,solitamente accomunate dalla critica come opere di svol- ta verso ums nuova maniera verdiana, eulminante nella Traviata, ma anche in Rigoletto cenel Trovaore,non si contano i dialoghi sussurrat, ati a esprimere situazioni di carat- tere intimoe privato, estranee alla tradizione del melodramma e aggiornate, invece, ai ‘gust pid muovi di quel setiore del teatro romantico in eu si gettavano le basi della te ‘gia moderna, basata sulla sottigliezza della recitazione naturale; cosa che Verdi curava, sino al dettaglio, che aveva avuto modo di apprezzare nella frequentazione dei teatri parigini, dove si era affermato un gusto per Vintimita dei soggett e Ia semplicita della Yappresentazione, che faceva da contraltare alla propensione peril gigantismo delle forme e la grandiosita degli effetti scenici che caratteizzava sia la produzione operisti- cca che quella dei teatri di prosa. Nel novembre 1847, ad esempio, proprio mentre Opéra presentava la spettacolare Jérusalem, rfacimento francese dei Lombardi alla ‘prima crociata, al Thé&tre Francais i poteva vedere Un caprice di Alfred de Must, nissimo ato unico a tre personaggi, che si rappresenta tra una tazza di thé e un pia- noforte, piccolo capolavoro di un teatro ineentrato sull’analisi dei sentimenti pit deli- ‘ati. Non seppiamo se Verdi abbia visto Un caprice. Ma il fatto che ambiente teatrale parigino fosse impregnato di questo gusto e di questo nuovo stile appoggia lopinione di chi concorda con Della Seta nellaffermare che Verdi aspirava “a tradurre ia termini ‘musical la eenica del dramma parlato”:" il che, nella Traviata, sirilette nel ritmo del= YYazione, nella naturalezza dei movimenti che la musica suggerisce, in sintonia con i la- vor realist, delicate sfumati,dallo stile cesellato ed elegante, di Alfred de Musset e Alfred de Vigny. Non era dunque solo largomento della Traviata a destare scalpore nell'ambiente

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