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Uno stop e un respiro. Lo stop dell’uomo e il respiro della Terra. Facile a dirsi: l’uomo
si è fermato per mesi, le auto sono rimaste nei garage, gli aerei non hanno volato; e il
pianeta ha ringraziato, ha respirato a pieni polmoni, ha immagazzinato energia; e si è
ripreso gli spazi, come un Blob virtuoso che è arrivato ovunque. Tra i tanti esseri che
rischiavano di scomparire e che si sono ripresi lo spazio, ci sono le api. Piccole,
leggere, bizzose, snervanti, ma splendide nella loro infallibile compattezza: c’è un
uomo che le cura, le ama, le tratta, si chiama Michele Bonfoco e la sua
azienda, Apiamo, è nel Parco del Ticino Pavese. Il suo viso, che racconta vita all’aria
aperta, è stato scelto dal pittore Igor Scalisi Palminteri per la personificazione
di Sant’Ambrogio, che apparirà venerdì 4 dicembre sulla facciata di un palazzo di
corso XXII marzo, a Milano. Un murale che vuole essere nello stesso tempo un
omaggio alla città, al lavoro, alla natura; alla città che combatte il Covid, al lavoro dei
milanesi, alla natura che sta riprendendo il suo spazio, anche qui, tra edifici, strade e
palazzi metropolitani.
Il progetto - ideato e curato da Stefania Morici - nasce con il sostegno del Comune
di Milano e dell’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici - Direzione Cultura e sotto il
patrocinato del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno di Tearose, un’azienda familiare, fondata da creativi, artigiani e
visionari, che affonda le proprie radici nel territorio Milanese da oltre 25 anni, creando esperienze e momenti di
bellezza attraverso lo stile italiano ed il gusto internazionale, tra tradizione ed elementi contemporanei. Spaziando
dal retail all'ospitalità e alla produzione di eventi, Tearose invita le persone ad esplorare la vita con eleganza e
ispirazione perpetua. “Un omaggio a Milano – dice Alessandra Rovati Vitali, fondatrice del brand - la città che ci
ha accolto 25 anni fa, per augurarle la rinascita e condividere il messaggio di Ambrogio, uomo semplice e
contemporaneo, dalle radici e dai valori profondi, come quelli sui quali noi fondiamo la crescita della nostra
azienda, ormai giunta alla quarta generazione. Ambrogio ricerca il benessere psicofisico, la salvaguardia
dell'ambiente e, in questo progetto che abbiamo scelto di sostenere, fa delle api un simbolo di vita”.
“Sant’Ambrogio diventa uno di noi. Un supereroe del nostro tempo come il medico, l’infermiere, persino il vicino
che ti aiuta con la spesa. Il Covid ha unito tutti, ci ha resi amici, fratelli, solidali – dice Stefania Morici di
Arteventi -; tutti parte di un unico movimento collettivo di aiuto alla comunità. Per questo abbiamo pensato
Sant’Ambrogio con il volto di un apicoltore lombardo, non solo perché è uno di noi, ma anche per tutto quello che
le api rappresentano per il nostro pianeta. La loro estinzione, conseguenza delle azioni umane, metterebbe a
rischio tutto l’ecosistema: salvando le api, salveremo il pianeta! Il murales di Igor è un monito, un invito a
prenderci cura di noi e di ciò che ci circonda”.
“Questo muro esula da ciò che faccio di solito: io, uomo di periferia, oggi lavoro nel centro della metropoli, sulla
parete di un palazzo elegante – interviene Igor Scalisi Palminteri –. Ma mi chiedo cosa sia, oggi, una periferia:
può anche essere un luogo centrale in cui si vive ai margini dell’amore, dell’attenzione dovuta agli altri. Qui si ha
bisogno di questa edicola votiva, gonfia di una religiosità naturale che ti fa alzare gli occhi quando sei in
difficoltà. Sant’Ambrogio e le api diventano così solo un pretesto per raccontare uno spazio sacro. Nell’alveare
ogni ape sa quale sia il suo posto; alla base della vita di ognuno di noi c’è un compito da svolgere: quello
dell’accoglienza e dell’amore nei confronti degli altri”.
L’immagine scelta per il murales è un’anticipazione di un progetto pubblico, più ampio e variegato, che prenderà
corpo a Milano nei prossimi mesi, dal titolo “La Campana di Sant’Ambrogio”.
Igor Scalisi Palminteri è un artista palermitano da sempre impegnato nel sociale, già molto conosciuto in Italia e
in altre città europee: suoi murales sono spuntati su parecchi muri di diverse città, dal centro storico alle periferie.
Tra i più famosi: “San Benedetto Il Moro”, “La Santa Morte”, “Viva Santa Rosalia”, “Sangu e latti”, “Help” e,
ultima in ordine di tempo, “Io sono te”, opera nata per il progetto internazionale “OneVoice” su un palazzo del
quartiere dimenticato di Palermo, Sperone, a pochi metri di distanza da una scuola vandalizzata durante il
lockdown. Murales di grande impatto visivo, certo, ma che raccontano altro: spesso il disagio sociale dei luoghi o
dei tempi, di frequente personaggi iconografici legati ai siti, riletti in una chiave anche anacronistica, ironica, ma
mai disturbante. Scalisi Palminteri preferisce far pensare piuttosto che gridare: artista erudito, elegante, si concentra
spesso sul Sacro e sulle Scritture, da cui trae spunti per opere d’arte contemporanee.
Quando è giunto l’invito per questo Sant’Ambrogio, l’artista ha studiato a lungo e ha trovato una chiave di lettura
per la rappresentazione del patrono di Milano. Punta sulle api, piccole, laboriose, simbolo di fattività, di voglia di
andare avanti, di riprendersi. Sant’Ambrogio patrono dei milanesi, delle api, dei gabbiani (liberi, bellissimi) e delle
start up, è raffigurato con la protezione dell’apicoltore lombardo, la mani aperte in un gesto di accoglienza, delle
api certo, ma anche del mondo: l’artista palermitano renderà il santo familiare, leggero, un uomo tangibile,
spogliandolo della pesantezza della carica, ma regalandogli una bontà innata che traspare dagli occhi. L’intento di
Igor Scalisi Palminteri è sempre lo stesso: la possibilità latente ma ineffabile di leggere il Sacro nei nostri tempi, di
produrre una sorta di corto circuito che avvicina i santi e tutto il Sacro al comune, destrutturandone la devozione e
riaffermandola allo stesso tempo come un fenomeno figlio dei nostri giorni. I santi non sono più depositari lontani
della Dottrina, ma uomini del nostro tempo appartenenti alla cultura più accessibile; che hanno vinto – oggi – la
più terribile delle guerre, rimanendo integri.
Fondata da un team di professionisti specializzati nel settore dell’entertainment, Show Bees è un’agenzia che opera a 360°
nel settore dell’arte e dello spettacolo, con attività di produzione, distribuzione e gestione degli esercizi teatrali.
Nata nel 2012 grazie a Marzia Ginocchio e Gianmario Longoni, a seguito della chiusura dello storico Teatro Smeraldo di
Milano, l’azienda ha innovato il mercato dell'intrattenimento dal vivo introducendo in Italia i grandi musical di Broadway e
affiancando alla distribuzione di spettacoli classici celebri artisti e show legati al mondo della musica, della danza, del cabaret,
del teatro alternativo e degli eventi culturali in genere, di respiro nazionale e internazionale.
In questi anni Show Bees ha programmato oltre 1100 giornate di spettacolo in tutta Italia con i più grandi artisti del settore
come ad esempio la Prima mondiale di Sergei Polunin in Romeo e Giulietta nell’agosto del 2019 all’Arena di Verona o gli
incredibili spettacoli del Cirque du Soleil a Roma e Milano. In particolare, l’azienda ha programmato i migliori spettacoli del
panorama mondiale. Basti pensare alle versioni originali dei musical di Broadway quali Disney’s Beauty and the Beast e
Mamma Mia, a Swan Lake di Matthew Bourne, Carolyin Carlson diretta da Bob Wilson e dell'incipiente Rasputin
interpretato dalla rock star della danza Sergei Polunin, o ai Blue Man Group, icona assoluta dello spettacolo mondiale.
Il Teatro degli Arcimboldi ha accolto il debutto nazionale degli spettacoli prodotti da Show Bees come il successo pluriennale
di Peter Pan, Pinocchio Reloaded, con le musiche di Edoardo Bennato e Ghost il musical, acclamato dal pubblico milanese
poco prima del lockdown dello scorso febbraio.
Oltre a distribuire spettacoli di vario genere, come Cirque Eloize, Arturo Brachetti, David Parsons, Daniel Ezralow, Dirty
Dancing, Peter Pan Il Musical, Show Bees è il partner italiano di Cirque du Soleil.
Da marzo 2020 Show Bees inizia la gestione del Teatro degli Arcimboldi con un progetto artistico e gestionale di continuità e
di innovazione, che guarda anche ai cambiamenti sociali e al futuro.
La Fondazione organizza mostre con lo scopo di mettere nella giusta luce la personalità, lo stile e la ricerca del Maestro Gianni
Maimeri, uno degli artisti italiani più significativi dalla prima metà del ‘900.
Molti i critici che hanno contribuito a riconoscere il valore artistico e storico delle opere di Maimeri: grandi nomi del passato
come Gustavo Botta, Carlo Carrà, e Gustavo Predaval e i contemporanei Rossana Bossaglia e Emilio Tadini, Paolo Biscottini,
Alberto Fiz, Sergio Rebora, Maurizio Vanni, e Giampiero Tintori. Primo fra tutti Raffaele De Grada, attento conoscitore
dell’opera dell’artista e curatore di molte esposizioni a lui dedicate.
L’arte del Maestro Gianni Maimeri, è emersa nella sua totalità, durante la grande mostra Antologica, organizzata nel 2011 in
Russia, in due sedi espositive d’eccezione: il Museo dell’Accademia di Belle Arti a San Pietroburgo e il Museo Tsaritsyno a
Mosca. L’evento ha ottenuto un’eco sia nazionale che internazionale di grandi dimensioni.
Per proseguire l’esplorazione intrapresa da Gianni Maimeri, nei percorsi e incroci tra arte e musica la Fondazione ha ideato e
promosso la manifestazione “Il Colore della Musica” che si è tenuta dal 1997 al 2005. L’iniziativa unisce l’opera di un artista
visivo con quella di un musicista in un incontro inedito e multidisciplinare. Le grandi firme dell’arte e i protagonisti della
musica uniti da “II Colore della Musica” sono Emilio Tadini e Sarah Jane Morris (1997), Aldo Mondino e Delmar Brown
(1998), Lucio Del Pezzo e Enrico Ruggeri (1999), Marco Nereo Rotelli e Franco Battiato (2000), Marco Lodola, Andy dei
Bluvertigo, Jovanotti, Max Pezzali e i Timoria (2001), Mimmo Rotella e Edoardo Bennato (2003), Valerio Adami e Mario
Lavezzi (2005).
Inoltre la Fondazione Maimeri in collaborazione con curatori tra i quali Angelo Lorenzo Crespi, Luca Beatrice e Alessandra
Redaelli, realizza ogni anno numerose mostre / evento.
Ogni progetto si articola in un mostra e un catalogo edito dalla Fondazione stessa in collaborazione e a sostegno dell’attività di
artisti quali Emanuele Dascanio, Domenico Marranchino, Felipe Cardena, Domenico Pellegrino, Omar Hassan, Max Papeschi,
Alfredo Rapetti Mogol, Fabio Pietrantonio, Massimiliano Alioto, Rudy van der Velde, Beat Kuert, Andrea Saltini.
“La Fondazione - spiega il Presidente Gianni Maimeri (nipote dell’artista ) – intende porsi come interlocutore privilegiato
per gli artisti, sviluppando una politica tesa a divulgare, anche in ambiti non specializzati, la linea creativa dell’estetica
italiana attraverso strumenti innovativi”.
INDUSTRIA MAIMERI
Sono pure emozioni quelle che si provano di fronte al colore, nato come materia inerte, ma vivo e pronto a essere plasmato.
L’opera d’arte prende anima e forma guidata dal naturale talento del pittore, lasciando spazio solo alla creazione. Tutto ciò è
Maimeri. Non una semplice fabbrica di colori, molto di più: un laboratorio di pigmenti puri e di forti sensazioni.
Il successo prosegue ora grazie alla grande passione di tutte le persone che lavorano alla Maimeri e alla sinergia che
esiste da sempre tra ricerca, tecnologia e organizzazione aziendale.
Maimeri produce tutti i colori in Italia per scelta, a vantaggio della qualità, a dimostrazione dell’amore verso il
territorio.