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Introduzione
tratta perciò di uno strumento di tipo voltmetrico; ciò non è limitativo in quanto
Per questo motivo l'oscilloscopio risulta essere uno dei principali strumenti ado-
perati da ingegneri e scienziati. Tuttavia per misure speciche quali intervalli tem-
mentale per visualizzare gracamente l'andamento della tensione nel tempo ai capi
di un determinato bipolo, non è molto accurato per quanto riguarda i valori precisi
Occorre sottolineare che sul display dello strumento la riproduzione di una ten-
sione in funzione del tempo non è l'unica modalità di visualizzazione possibile; esiste
infatti la possibilità di tracciare due dierenti tensioni variabili nel tempo, x(t) e
una conversione nel dominio numerico con un processo detto di conversione ana-
logico/digitale e lo salva in una memoria RAM. Da ciò si evince che mentre per
za non troppo bassa (a causa del tempo limitato di persistenza dei fosfori per la
denizione dell'immagine), nel caso del digitale essendo il segnale memorizzato, può
1
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE 2
tempi: infatti questa è determinata dalla linearità della rampa di tensione che ef-
Uno dei vantaggi del digitale è proprio la maggiore accuratezza, anche per quanto
sto che possono essere anche più di uno) può applicare dei fattori di correzione ai
dati acquisiti per correggere eventuali errori dovuti ad un'errata calibrazione dello
strumento.
numerici con elevata rapidità, risulta vantaggioso eettuare una conversone A/D e
lavorare nel campo del numerico. Ciò ha impatto anche sulla versatilità dello stru-
segnale in ingresso, non porta a dover utilizzare uno strumento diverso. Ne deriva
evidentemente un impatto sui costi: un sistema hardwired progettato ad hoc per
razioni più complesse (vedi il processo di conversione), l'aliasing (di cui si parlerà
nel Paragrafo 2.1.1) e le prestazioni del display, la cui risoluzione è inferiore rispetto
all'analogico.
I DSO oltre ad essere utilizzati come strumenti stand alone, cioè con ne a se
deniti sistemi ATE (Automatic Test Equipment, cioè sistemi automatici di misura).
I modelli più recenti di oscilloscopi digitali sono da considerarsi come veri e propri
PC, in quanto possiedono oltre alla RAM anche uno o più processori, un opportuno
Una tabella che mostra i vantaggi e svantaggi relativi ai due tipi di oscilloscopio
è la seguente:
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE 3
Il rapido sviluppo del digitale a partire dalla ne degli anni '90 è dovuto alla
Signal Oscilloscope (MSO) che devono il loro nome al fatto che in ingresso, oltre
(generalmente non più di 16) e ciò consente di visualizzare a schermo sia i segnali
1. Campionamento
2. Quantizzazione
3. Codica
4
CAPITOLO 2. CONVERSIONE A/D 5
Supponiamo di voler campionare un segnale x(t); dalla teoria dei segnali, il se-
P+∞
gnale campionatore sarà c(t) = n=−∞ δ(t − nTc ).
P+∞
xc (t) = x(t) · c(t) = n=−∞ x(nTc ) δ(t − nTc )
Gracamente:
Vediamo cosa comporta questa operazione nel dominio della frequenza; trasfor-
x(t) → X(f )
P+∞
c(t) → C(f ) = fc n=−∞ δ(f − nfc )
1
P+∞
Xc (f ) = X(f ) ⊗ C(f ) = Tc n=−∞ X(f − nfc )
che rappresenta lo spettro del segnale campionato e che come si vede è costituito
mativamente) del segnale, allora tali repliche non si sovrappongono fra loro. Tale
ciò signica che il segnale deve essere strettamente limitato in banda, altrimenti le
code dello spettro si sovrappongono dando luogo all' aliasing ; si denisce frequenza
di folding, cioè di ripiegamento, la frequenza ff = fc
2
. Ricordiamo che nessun segnale
limitato nel tempo è limitato in banda; si può tuttavia supporre trascurabile il con-
tenuto spettrale da una certa fM in poi. Se c'è il sospetto che il segnale che si va a
a monte del campionatore (ovviamente ciò porterà a perdere parte del segnale).
ltraggio si può a questo punto recuperare lo spettro del segnale originale; ltro
H(f ) = Tc rectfc (f )
X(f ) = Xc (f ) · H(f )
sin(πfc t)
Poichè antitrasformando h(t) = πfc t
, allora si ha:
P+∞
x(t) = xc (t) ⊗ h(t) = n=−∞ x(nTc ) sin[πfc (t−nTc )]
πfc (t−nTc )
essere prevista la dinamica dello stesso, che delimita un campo di valori assegnabili.
a quanticarla.
nendo che la tensione abbia dinamica con campo di misura bipolare [−VM , +VM ] si
ha che:
2VM VM
Q= 2n
, e quindi l'errore di quantizzazione sarà EQ ≤ 2n
za dei vari intervalli in modo tale da ridurre l'incertezza assoluta relativa ai campioni
di minore valore (anche se ciò porta una perdita di accuratezza negli altri). Sono
statistici eettuate sull'andamento del segnale in esame: nella parte di campo in cui
ciò comporterà una perdita maggiore di informazione per i campioni esterni a tale
parte di campo).
non silenziata
silenziata
CAPITOLO 2. CONVERSIONE A/D 8
n intervalli di ampiezza uguale pari a Q (chiamato anche LSB , che sta per Less
Signicant Bit ) e tali che la coppia di intervalli centrali abbia in comune lo 0.
Ciò può creare problemi per la presenza del rumore: infatti un segnale nullo avrà
del rumore sovrapposto che lo farà oscillare intorno allo zero e quindi la tensione
quello a destra.
2.1.3 Codica
Ad ogni intervallo in cui è stato suddiviso il campo di misura viene associato un
codice, tipicamente binario, che lo identica: viene cioè eettuato il passaggio dal
segnale analogico quantizzato al segnale digitale. Come visto prima il numero di bit
utilizzati per la codica determina il massimo numero di intervalli con cui si può
diuse abbiamo:
binario con oset ovvero OB code: per campi bipolari deniti nell'intervallo
binario con oset complementato a due ovvero COB code: per campi bipolari
deniti nell'intervallo
di Sample And Hold (S/H): campionamento del segnale, mantenimento del valore
graco a gradino, in cui ogni gradino mantiene il livello di tensione per tutto
al DAC arriva il codice a N bit che rappresenta il valore zero e quindi in uscita
minore di un quanto), il convertitore farà in modo che tale valore sia inseguito dalla
tensione Vc , come è evidenziato in Figura 2.10. Anchè ciò sia possibile il segnale
Vx deve avere una velocità di variazione massima non troppo elevata, cioè tale da
1 LSB 1
risultare minore del rapporto
Tc
, con Tc = fc
.
1 1 LSB =
Vref
2N
CAPITOLO 2. CONVERSIONE A/D 12
Nell'istante in cui si verica |Vx − Vc | < 1LSB , può essere attivata la fase di
Il tempo di conversione dipende dalla tensione Vx : più è alto il suo valore, mag-
sive utilizza un DAC con la dierenza che al posto del contatore UP/DOWN c'è
ticato da N bit posti a uno si procede dividendo di volta in volta per 2); si confronta
V
Vx con ref2
e si hanno due possibilità che porteranno a impostare diversamente il
Quindi a seconda del risultato del confronto, il bit più signicativo viene posto a 0
oppure a 1. Si continua mettendo a 1 il secondo degli N bit e si attua una seconda
3 V
comparazione rispettivamente con V o con ref
4 ref 4
, ottenuti sommando o sottraendo
Vref Vref
a in base al risultato del primo confronto, cioè:
4 2
Vref
con
3
V se
4 ref
Vx > 2
Vref Vref
con
4
se Vx < 2
quantizzazione;
Vref
non linearità del DAC (es. non si somma esattamente
4
);
incertezza di Vref .
CAPITOLO 2. CONVERSIONE A/D 14
uscita).
Abbiamo tre livelli di tensione generati dal partitore con cui confrontare la Vx
Vref 3 5
di ingresso: , Vref , Vref . Se Vx è minore di tutti e tre, allora in uscita avrò il
8 8 8
numero binario poichè mi troverò all'interno del 1° quanto, visto che la tensione
00
V Vref
Vx è al di sotto di ref
8
. Invece se Vx >
8
, ma minore delle altre, allora in uscita
avrò il numero binario 01, che corrisponde al 2° quanto e così via. Il circuito logico
2 Le variazioni di valore dovute alla temperatura possono essere arginate se i resistori sono
fabbricati con lo stesso coeciente di temperatura.
CAPITOLO 2. CONVERSIONE A/D 16
Tc
Il circuito di scansione fa in modo che i convertitori campionino sfasati di uno
4
dall'altro (con Tc passo di campionamento dei convertitori).
ADC.
sull'utilizzo dei così detti Charge Coupled Devices, cioè dispositivi ad accoppiamento
di carica.
Questi dispositivi si basano sul fatto che, anzi che memorizzare i valori dei cam-
cioè delle memorie analogiche. Ciò può essere realizzato in linea di principio con
(sul quale viene memorizzata), per cui su di essi saranno immagazzinati i valori
condensatore (uno per volta). Di fatto il limite di questa soluzione è dato dalla
limitata tenuta dei condensatori nel tempo, motivo per cui il numero di campioni
tuito da una griglia di elementi semiconduttori (cioè una matrice di regioni quadrate
cinque blocchi principali (come in Figura 3.1): una unità di ingresso, una di conver-
In realtà c'è anche un altro canale e quindi, a parte CPU e trigger che sono unici,
quest'ultimo raramente si trova nella forma che più ci è comoda per analizzarlo e
18
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 19
1. DC: quando accoppiamo in questo modo, il segnale viene preso così come è
che venga eliminata l'eventuale componente in continua. E' utile nel caso in
3.1.2 Preamplicatore
La sensibilità di uno strumento rappresenta la risoluzione che si ha in corrisponden-
un ADC con dinamica di 10 V : ciò signica che bisogna fare in modo che i 40 mV
diventino 10 V in ingresso al convertitore A/D, cioè saturino la dinamica dello stru-
3.1.3 Attenuatore
L'attenuatore compensato permette di impostare anche delle sensibilità maggiori;
infatti con questo elemento si attenuano i segnali quando si usano sensibilità mag-
giori della minima, che altrimenti andrebbero a uire al di fuori della dinamica del
mV mV
convertitore. Se si vuole passare da 5 DIV a 25 DIV bisognerà attenuare il segnale:
AT T = 5.
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 20
sato. Si ha:
1 R1
Z1 = 1
+jωC1
= 1+jωC1 R1
R1
R2
Z2 = 1+jωC2 R2
R2
pari a:
R1 R2 R1 +R2
Zin = Z1 + Z2 = 1+jωC1 R1
+ 1+jωC2 R2
= 1+jωC1 R1
1+jωC1 R1
Yin = R1 +R2
= 1
R1 +R2
+ jω RC11+R
R1
2
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 21
che rappresenta il parallelo di due termini, una resistenza e una capacità equi-
valenti.
C1 R1 C1 R 1 C1 C2
Req = R1 + R2 e Ceq = R1 +R2
= C 1 R1 = C1 +C2
R1 + C
2
Poichè le sensibilità che si possono scegliere sono tante, allora si avrà una se-
rie di questi blocchi RC. Sono presenti due modalità che permettono di variare la
sensibilità:
Inoltre esiste anche un altro comando chiamato Position V che, agendo sul pream-
plicatore, aggiunge una tensione continua (oset), positiva o negativa, alla forma
za un accessorio chiamato sonda (probe ), che di fatto è un cavo coassiale ai cui capi
ci sono da un lato un connettore BNC per il collegamento con il CH1 o CH2 e dal-
l'altro due terminali, uno positivo che è costituito dal puntale di misura (da collegare
è dierential ) per cui per misurare tensioni ai capi di un bipolo (che non abbia
nessuno dei due terminali a massa) è necessario prelevare la tensione ai due capi
Gli estremi del cavo coassiale (connettore BNC e puntale di misura) sono i punti
di usura più critici a causa dei continui ripiegamenti che subiscono e ciò provoca
il deterioramento sia della calza (vedi Figura 3.4), cioè della parte metallica che
scherma elettricamente il cavo, che del dielettrico presente come isolante tra calza e
conduttore del segnale; l'usura colpisce anche il conduttore stesso essendo costituito
da un lo di acciaio molto sottile per rendere minima la capacità del cavo anchè
Un cavo coassiale in realtà non è altro (per le frequenze in gioco) che un con-
tra una resistenza e una capacità; considerando anche l'eetto della presenza della
Vediamo cosa comporta ciò: nel caso reale, trascurando gli eetti reattivi, il
RIN
VIN = Vo RIN +Ro
risultare Ro 1 M Ω
VIN = Vo RoZ+Z
IN
IN
RIN
RIN
ZIN = 1+jωRIN (CD +CIN )
⇒ VIN = V o
1+jωRIN (CD +CIN )
RIN = Vo Ro +RIN +jωRRoIN
RIN (CD +CIN )
Ro + 1+jωR (C
IN D +CIN )
taglio ωT pari a:
1
ωT ' Ro (CD +CIN )
1
fT = 2πRo (CD +CIN )
Quindi quello che accade è che vengono tagliate tutte le componenti del segnale
Per alleviare il problema si ricorre alla sonda compensata : proprio come visto
per l'attenuatore compensato, anche qui si modica lo schema nel seguente modo:
Il blocco RS //CS si trova all'interno della sonda; vediamo come cambia Vo pas-
0 RIN
RS CS = RIN (CIN + CD ) ⇒ VIN = V RIN +RS
passabasso. Tutto ciò che c'è a destra di Ro può essere ricondotto a un parallelo tra
CS (CIN +CD )
Ceq = CS +CIN +CD
(serie delle capacità)
0
Il valore di V è dato dal partitore di tensione nel nuovo circuito equivalente:
0 Req
V = Vo Ro +Req +jωR o Req Ceq
0 1
V = Vo 1+jωR o Ceq
0 1
La nuova frequenza di taglio pertanto è fT = 2πRo Ceq
; confrontandola con la
precedente fT = 2πRo (C1IN +CD ) e da come si è denita Ceq , risulta che Ceq < CIN +CD
0
e quindi fT > fT , cioè la nuova frequenza di taglio risulta spostata più in alto rispetto
Come detto inizialmente le sonde possono essere compensate oppure no; quelle
compensate più semplici hanno un rapporto di partizione sso 1x, 10x, 100x, 1000x,
dove 1x indica che il rapporto di partizione è posto a 1 e quindi la sonda porta
il segnale così come è all'oscilloscopio senza modicarlo (in questo caso la sonda
sonda compensata 10x (è il tipo più diuso, attenua di 10 volte il segnale in ingresso):
RIN 1
RIN +RS
= 10
⇒ 9RIN = RS
CIN +CD
9CS = CIN + CD ⇒ CS = 9
(CIN +CD )2
CIN +CD 0
Ceq = 9
(CIN +CD )(1+ 19 )
= 10
⇒ fT = 10fT
che si vuole misurare è molto debole non è conveniente utilizzare la sonda in quanto
un selettore posto sulla sonda stessa. Bisogna ricordare che quando si utilizza una
un apposito menu.
Il valore di CIN + CD non si può conoscere in anticipo e per questo motivo, per
tramite la regolazione di una vite posta sulla sonda. La regolazione della compen-
sul connettore BNC no a che sullo schermo non è visualizzata un'onda quadra
Level (livello)
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 27
Slope (pendenza)
Con slope che può avere valore + o − si identica un unico riferimento sulla
segnale di ingresso attraversa un livello di tensione scelto con una certa pendenza.
Il livello di trigger è scelto tramite un potenziometro (che alla ne non è altro che
ogni volta che il comparatore commuta la sua uscita, c'è stato cioè un attraversa-
positivo o negativo.
Il comparatore di soglia può essere con o senza isteresi: quello senza isteresi ha
seconda che il risultato dell'operazione sia positivo o negativo dà due uscite diverse.
livello di trigger.
superato il quale commuta; la stessa cosa avviene passando dall'uscita alta a quella
mantieni spento) per il trigger: denisce un intervallo di tempo dopo ciascun evento
di trigger durante il quale il trigger non può riscattare. Con riferimento alla Figura
3.12, ssando il livello di trigger a VR con slope +, l'attraversamento avverrà due
volte in un periodo e ciò porta ad aver ssato due istanti di trigger. Per evitare questo
certo valore di partenza, e si attiva ogni qual volta avviene un evento di trigger;
ntanto che il contatore non giunge al valore zero gli impulsi di trigger vengono
ignorati.
segnale periodico: in questo caso, per esempio usando il clock dello strumento,
del segnale. In una situazione di questo tipo ci sono due possibilità: o si utilizza la
erà alcun impulso (sullo schermo dell'oscilloscopio digitale si vede l'ultima traccia
ad una frequenza che decide il generatore di trigger stesso. Quindi il vantaggio della
seconda sta nel fatto che, anche se l'oscilloscopio acquisisce in maniera non sincrona,
permette però di capire se c'è un segnale; per cui nel caso in cui si voglia visualizzare
determinato circuito. Si pensi infatti al caso in cui si voglia mantenere nel circuito
elettronico una tensione variabile limitata tra un valore massimo e uno minimo, e
Utilizzando un solo livello di trigger uno dei due glitch 1 non verrebbe individuato;
nel caso di due livelli, il trigger si attiva quando la forma d'onda supera il livello
individuarne le cause.
Tuttavia può capitare, nel caso di glitch inferiori ai livelli massimo e minimo
imposti, che con due livelli di trigger non si riescano a rilevare tali picchi. E' il caso
In una situazione del genere, mediante un solo livello di trigger, è possibile uti-
al livello o alla pendenza un parametro temporale. Infatti si può imporre che gli
attraversamenti del livello di trigger da parte della forma d'onda si verichino neces-
sariamente con una stessa pendenza (in modulo) in un intervallo temporale inferiore
1 Con il termine glitch si intende un picco (in questo caso di tensione) breve ed improvviso
che avviene indesideratamente, prima che il segnale raggiunga il valore voluto. E' un disturbo
abbastanza frequente durante le transizioni di valori nei circuiti digitali.
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 31
Questo tipo di modalità risulta utile anche in un altro caso, cioè quello in cui
da uno lungo di completa inattività; un esempio di ciò è dato dai segnali a burst, i
valore minimo di tempo che deve trascorrere, tra due successivi attraversamenti del
livello di trigger, prima che questo venga riabilitato (ricorda il tempo di hold o, ma
che il valore ∆T deve essere maggiore della durata T di un singolo burst: in questo
viene inviato all'ingresso del comparatore (cioè quello da cui prendere gli istanti di
1. INT (CH1 o CH2): si usa come segnale di trigger lo stesso segnale che stiamo
andando a visualizzare;
2. EXT (external): è un trigger esterno, usa un segnale esterno che viene manda-
3. LINE (50 Hz): il termine line sta per linea di alimentazione; il trigger viene
preso dalla frequenza di rete di 50 Hz e ciò signica che gli impulsi di trigger
quella causa.
di analisi che si vuole eseguire, è preferibile utilizzare una modalità piuttosto che
tempo equivalente.
(frequenza fc dell'ADC).
di un evento di trigger e quindi metterà una tacca sul campione, che diventerà un
TW = SH · 10DIV
deve essere collocato l'istante corrispondente all'evento di trigger nello spazio tem-
porale TW .
Quindi nel campionamento in tempo reale, il convertitore continua a campionare
sempre il segnale e quando arriva l'evento di trigger, a seconda di come è ssato Posi-
transitori e fenomeni che si riproducono una sola volta; tuttavia anchè ciò sia
Sequenziale
del segnale; ciò non avviene immediatamente appena arriva un evento di trigger, ma
così via per i successivi come evidenziato in Figura 3.17 (si è considerato slope -);
TW = M · tc
Quello che si ottiene è un tc indipendente dalla velocità del convertitore, ma
con lo svantaggio di avere dei tempi di acquisizione lunghi; quindi in questo caso,
non avendo la necessità di avere una velocità di conversione A/D elevata, possono
essere utilizzati convertitori con un numero elevato di bit per avere una maggiore
accuratezza.
3.3.3 Casuale
Questa modalità generalmente è presente negli oscilloscopi che hanno anche il cam-
temente dal trigger e l'ADC converte in continuazione lavorando col suo clock; gli
eventi di trigger sono agganciati al segnale di trigger e quindi gli istanti di campio-
namento e l'evento di trigger sono asincroni tra loro. L'evento di trigger scatta a
cavallo tra due campioni presi dal convertitore; attraverso un opportuno circuito è
possibile misurare quale è l'intervallo di tempo che intercorre tra l'evento di trigger
segnale e sfruttando il fatto che ogni volta il ritardo rispetto all'evento di trigger è
diverso, si hanno una serie di campioni che sono distribuiti lungo tutto il periodo del
segnale e si troveranno spaziati tra loro di una distanza di molto inferiore al passo
campioni, una volta riordinati grazie alla conoscenza delle dierenze temporali con
segnale.
Il tempo necessario per nire l'operazione dipende dall'aleatorietà dei ritardi tra
La memoria viene gestita in modalità FIFO (First In-First Out) dalla CPU; ciò
signica che il primo dato che viene memorizzato dentro la RAM è anche il primo
che esce.
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 36
Si deve pensare alla memoria come a un buer circolare di capacità N per cui una
il nuovo campione andrà a rimpiazzare il più vecchio che c'è in memoria (cioè il
primo acquisito). Per capire meglio questo concetto riferiamoci alla Figura 3.19:
3.4.2 CPU
Una volta che i campioni sono depositati in memoria, questi vengono manipolati in
modo tale da ricostruire la forma d'onda originaria di una porzione del segnale di
Interpolazione
nel ricostruire la forma d'onda negli istanti in cui i campioni non sono stati pre-
levati. Negli oscilloscopi digitali, in cui si ha il tubo raster (vedi Paragrafo 3.5.1),
L'interpolazione eseguita dalla CPU può essere svolta sia tramite algoritmi li-
neari, sia attraverso l'utilizzo della funzione sinc in base al teorema di Shannon;
CAPITOLO 3. STRUTTURA DELL'OSCILLOSCOPIO DIGITALE 37
di segnale da ricostruire (se a banda larga o a banda stretta per esempio) e dalla
Nel primo caso, presente negli oscilloscopi più economici, si eettua una inter-
polazione lineare : si presuppone che l'andamento del segnale originario sia lineare
nell'intervallo compreso tra due campioni adiacenti e si può dimostrare che è possi-
bile utilizzare un ltro con risposta impulsiva di tipo triangolare al posto di quello
e altezza pari al valore del campione stesso; il segnale ricostruito corrisponde alla
somma dei valori delle ampiezze dei triangoli nei vari istanti.
P+∞
x(t) = n=−∞ x(nTc ) sin[πfc (t−nTc )]
πfc (t−nTc )
corrispondente campione.
è determinato dalla somma dei contributi di ciascun campione istante per istante
moltiplicato per la funzione sinc nell'istante relativo; invece, negli istanti di campio-
namento, cioè multipli di nTc , il valore è determinato esclusivamente dal campione
Come abbiamo visto, l'oscilloscopio digitale ha una memoria nella quale i dati sono
contando manualmente le divisioni sullo schermo dello strumento, nel digitale pos-
nano i possibili errori in fase di lettura da parte dell'utilizzatore. Tali misure auto-
picco-picco, tempi di salita, valori ecaci, frequenze, etc. e il tutto può essere svolto
per essere visualizzata sul diplay dello strumento secondo le modalità selezionate
dall'utente. La traccia occupa solo una parte del monitor LCD (Liquid Crystal
Display), sulla restante sono presenti informazioni riguardanti il tipo di misura che
ria, ottenuti con una delle modalità di campionamento di cui si è parlato nel Para-
grafo 3.3 e che sia N il numero di locazioni in memoria. Anchè il segnale ricostruito
non sia aetto da aliasing è necessario secondo il teorema di Shannon, come visto
nel Paragrafo 2.1.1, che la frequenza di campionamento sia pari almeno al doppio
della frequenza massima del segnale; tuttavia esistono altre condizioni da rispettare
segnale sia sovrapposto del rumore e che il convertitore A/D a frequenza fc riesca
campioni in corrispondenza del disturbo, che quindi non verrebbe visualizzato. Per
max che il min dei campioni contenuti in ciascun intervallo temporale (a patto che
della presenza del rumore esiste una seconda modalità, chiamata Averaging, con cui
viene eettuata una media delle ultime N tracce consentendo così di eliminare il
disturbo.
seno cardinale, poichè bisogna ricostruire campioni che si trovano tra due di quelli
in realtà questo criterio è valido solo se è stata eettuata un'interpolazione seno car-
dinale con inniti campioni, ma ciò è impossibile. Quello che si fa è utilizzare una
condizione più stringente per l'interpolazione sinc con un numero nito di campioni:
feq ≥ 4fM .
Perciò abbiamo visto due diversi tipi di aliasing: uno, quello standard, si ha se
Esiste un terzo tipo di aliasing chiamato aliasing percettivo : infatti bisogna tenere
conto del fatto che il nostro cervello tende ad associare insieme i punti sullo schermo
campioni anchè il nostro occhio percepisca che tipo di onda stanno a rappresentare,
Figura 3.24.
cazioni per le quali è stato progettato. Nonostante alcuni di essi siano deniti in
maniera arbitraria dai vari costruttori (anche a causa del rapido sviluppo del digitale
negli ultimi anni), ci sono parametri chiave quali la banda passante, il tempo di salita
accuratezza
e l' che sono riportati universalmente nei datasheet. C'è da evidenziare
cioè una diminuzione del 30% del valore della tensione; questa variazione non è
campi di impiego dello strumento e, per fare ciò, è necessario conoscere l'andamento
DC, è possibile approssimarla a una funzione del primo ordine (un polo dominante):
1 1 1
F (jω) = 1+jωτ
, ed essendo τ= 2πfT
e ω = 2πf , risulta F (jω) = 1+j ff
.
T
43
CAPITOLO 4. PARAMETRI E PRESTAZIONI 44
Suppondendo di dare alcuni valori alla frequenza del segnale in funzione del-
zione di trasferimento):
da cui
VV 1
VI
= 10− 20 ' 0, 89
gresso; se lo stesso calcolo viene fatto ponendo fS = 0, 1fT risulta che la tensione
quelle dovute all'asse verticale e orizzontale, che sono dell'ordine di qualche per-
cento, anchè queste siano comparabili con quella dovuta alla banda passante si
taglio.
Inoltre bisogna tenere presente che la banda passante a cui ci si riferisce è quella
su segnali ripetitivi, che può essere anche molto superiore alla frequenza di cam-
nel leggere le speciche dell' oscilloscopio per capire se sia adatto o meno a una
valore di banda passante più favorevole, mentre quello di eettivo interesse è quello
forme d'onda che hanno dei fronti molto ripidi, ad es. onde quadre; questo perchè
Il tempo di salita, che è denito come l'intervallo temporale che il segnale im-
piega per portarsi dal 10% al 90% del suo valore nale è legato alla banda tramite la
relazione BW · tS = 0, 35; da ciò è evidente che all'aumentare della banda si ha una
diminuzione del tempo di salita dell'oscilloscopio e quindi il sistema ha una risposta
loscopio un'onda quadra di cui si vuole misurare il tempo di salita tx ; vorremmo che
il tempo di salita misurato fosse tm = tx , ma a causa del ltraggio dovuto agli eetti
passabasso, anche ipotizzando un'onda quadra perfetta, in realtà verrà misurato un
0,35
tempo di salita t0 6= 0 dovuto all'amplicatore, con t0 = B0
. Poichè nel caso reale
p q
tm ' t2x + t20 = tx 1 + ( ttx0 )2
t0
Denendo ε= tx
, la precedente relazione diventa:
√ .
tm = tx 1 + ε2 =
.
= tx (1 + 21 ε2 )
relativo.
Quindi, quando si eettua una misura di tempo di salita, una volta misurato il
pressato:
tm −tx p%
tx ≤ 100
q
p%
1 + ( ttm0 )2 − 1 ≤ 100
CAPITOLO 4. PARAMETRI E PRESTAZIONI 46
e quindi:
t0
tx ≥ √ p%
( 100 +1)2 −1
Dal legame tra tempo di salita e banda passante il precedente risultato si può
tx ≥ q 0,35
p%
B0 ( 100 +1)2 −1
Queste ultime relazioni indicano a quanto deve essere pari il minimo tempo di
valore limite prende il nome di URR, che sta per Usable Repetitive Response.
verticale e quello orizzontale. Anche in questo caso i datasheet non sono scritti
1
in modo universale , ma vi sono modalità per lo più condivise per l'espressione
4.3.1 Asse V
L'accuratezza verticale di un oscilloscopio digitale, spesso riportata nei datasheet
come DC Accuracy, è denita dal numero di bit del convertitore A/D (visto che
si ha quindi un termine di incertezza del tipo a · % rdg , cioè una certa percentuale
Bisogna considerare anche gli errori di non linearità e di oset dovuti anche questi
alla parte del blocco analogico e dell'ADC (c'è dentro anche l'errore di quantiz-
1 Ciò è giusticato anche dal fatto che i modelli, avendo costi e quindi prestazioni diverse, devono
necessariamente essere caratterizzati dierentemente.
CAPITOLO 4. PARAMETRI E PRESTAZIONI 47
in verticale sullo schermo). Questi errori sono riportati nella formula dell'incertezza
∆V = a · % rdg + b · div + c
Inne, poichè a volte il segnale sul quale si vuole operare può presentare una
comando tarato), e in tal caso nella formula sopra vista va aggiunto un ulteriore
potenziale tra due punti della traccia, l'oset non va considerato proprio perchè la
Sull'asse verticale si può trovare una specica particolare, i bit eettivi : suppo-
nendo che l'unico errore che si commette nella conversione sia quello dovuto alla
tore, si avrà che δVT OT > δVq . I bit eettivi per denizione rappresentano proprio i
bit che dovrebbe avere un convertitore ideale anchè abbia la stessa incertezza del
δVT OT 1
V = 2Ne
da cui:
CAPITOLO 4. PARAMETRI E PRESTAZIONI 48
E' evidente che il numero di bit N del convertitore A/D è inferiore al numero di
bit eettivi Ne . Tanto più δVT OT è grande rispetto a VQ , tanto più Ne diminuisce
4.3.2 Asse H
L'incertezza dell'oscilloscopio digitale per misure sull'asse temporale è determinata
principalmente da due fattori: l'accuratezza con cui il clock invia gli istanti di cam-
pionamento e quella con cui sono misurati i ritardi dei campioni rispetto al trigger
Come per quanto riguarda l'asse verticale, anche qui l'accuratezza può essere
espressa come un certo valore percentuale del fondo scala; negli oscilloscopi più co-
stosi invece è fornita nella forma di una somma di termini pesati rispetto a valori
costanti, similmente alla formula mostrata per l'incertezza dell'asse verticale. Poichè
TW
il segnale è stato campionato con passo di campionamento pari a teq = N
, un pri-
dato dall'incertezza degli oscillatori al quarzo che, essendo molto precisi, contribui-
sce relativamente poco: b · % rdg dove b è data in ppm, cioè parti per milione. E'
∆T = a · teq + b · % rdg + c
Inne in alcuni casi è possibile che sia presente l'accuratezza specicata sia
come valore percentuale del fondo scala, sia come valore costante con la richiesta di
mento è:
Sostituendo i valori:
1,0115·10−6 1,1044·10−6
δ∆ϕx = 38, 423 · 111·10−6
+ 1,04·10−3
°∼
= 0, 39094° ∼
= 0, 39°
Modalità X-Y
il Formato dello strumento mediante le opzioni del menu DISPLAY in tale moda-
lità. Le altre opzioni, rispetto alla misura precedente, possono rimanere invariate.
di loro, sullo schermo si visualizza un'immagine stabile (una curva chiusa) sulla
quale è possibile eettuare misurazioni; in caso contrario sul display sarà mostrata
frequenza di x(t) e y(t), deve valere la seguente condizione (con m e n numeri interi):
mfx = nfy
Quindi, il segnale x(t) pilota l'asse orizzontale, mentre y(t) quello verticale; in-
x(t) = Xsin(ωt)
3
In questo caso la gura che viene rappresentata sullo schermo è un'ellisse :
3 L'aspetto dell'ellisse varia a seconda della dierenza di fase tra i due segnali e del rapporto tra
le ampiezze degli stessi.
CAPITOLO 5. MISURE CON L'OSCILLOSCOPIO 87
dell'ellisse con l'asse verticale centrale e con B la distanza tra i due punti di tan-
genza orizzontale della gura (cioè l'estensione massima dell'ellisse). Noti i valori di
queste due grandezze è possibile valutare lo sfasamento. Infatti visto che y(t) pilota
l'asse verticale si ha:
A
A = 2Y sin(∆ϕ) ⇒ ∆ϕ = arcsin B
L'ellisse è solo una delle possibili gure di Lissajous; vediamo altri due casi
di interesse (che in realtà sono degenerazioni del precedente). Nel caso in cui il
segmento A sia pari a zero, signica che ∆ϕ = 0; ciò vuol dire che a schermo sarà
uguali (X = Y ), l'inclinazione della retta sarà pari a 45° (a patto che le sensibilità
Invece, se le frequenze delle due sinusoidi sono diverse, cioè mfx = nfy , si otten-
gono delle gure tali che il rapporto tra il numero dei punti di tangenza orizzontale
e quello dei punti di tangenza verticale coincide col rapporto delle frequenze. Per
esempio (questi graci sono stati ottenuti, come i precedenti, mediante simulazione
con MATLAB):
CAPITOLO 5. MISURE CON L'OSCILLOSCOPIO 89
Figura 5.31: Figure di Lissajous per segnali a frequenze diverse, ma con sfasamento
nullo
Nella Figura 5.31(a) si hanno due punti di tangenza orizzontale e un solo punto
digitale, visto che ci troviamo nelle stesse condizioni del primo esempio mostrato, è
un'ellisse: