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Modulo 04
Questo modulo prende in esame (in modo non esaustivo) l'evoluzione dell'artefatto
multimediale e ipermediale e pone l'accento sull'utilizzo di strumenti software per attività in
classe.
Connettere l’intelligenza
(Derrick de Kerckhove in Psico-tecnologie:
Interfaccia del Linguaggio, dei Media e della Mente)
“Mentre riflettiamo sulla nuova relazione introdotta dall’ipertesto tra lettura, scrittura e
pensiero, sospettiamo che le nette distinzioni che tendiamo a tracciare intuitivamente tra il
parlare e il pensare dopotutto non sono poi così chiare. E se il pensiero non fosse solo un
parlare interiorizzato e formalizzato – disciplinato, e cioè il “parlare nella propria testa”, ma
se il linguaggio stesso fosse pensiero esternalizzato?
E se quello che le persone si dicono anche durante la più insignificante delle conversazioni,
fossero realmente "pensare fuori delle proprie teste e condividere il processo".
Psicopedagogia dell'insegnamento e tecnologie educative-Verona Modulo 0.4 Online. Autore: Luisanna Fiorini
Le teste sembrano essere fatte per interpretare la complessità del pensiero a diversi livelli.
Supponiamo di voler affidare il controllo e la disciplina di pensiero che è già disponibile in
una mente allenata dalla logica, filosofia o
matematica ad un gruppo di brainstorming o a un workshop? Oggi è possibile sperimentare
questa ipotesi online e con ipertesti, proprio perché l’ipertesto abbina l’esternalizzazione del
discorso tramite la scrittura, l’accesso non lineare della mente al sapere associativo, la
proprietà archivistica della scrittura, una flessibilità nella gestione del linguaggio che è vicina
al quella del pensiero e una relazione basata sul contesto che si approssima alle condizioni
orali. Finora, le persone utilizzano e pensano all’ipertesto come ad un sistema di accesso e
di visualizzazione per documenti correlati, non soprattutto come uno strumento di
condivisione delle idee. Ma l’ipertesto è una condizione del linguaggio che può unire le
persone e fornire una base condivisa per pensare, scrivere e leggere simultaneamente sia in
tempo reale o durante un dato periodo di collaborazione.
Combina un certo grado di fluidità del pensiero e l’immediata pertinenza del parlare con la
qualità duratura della scrittura. Lo schermo diventa il luogo in cui il pensiero viene scritto,
ma simultaneamente, è anche il luogo il cui il pensiero viene condiviso e elaborato da
diverse persone.
Con link ipertestuali reciproci e legati ad un numero qualsiasi di database online pertinenti,
le persone possono incontrarsi da qualunque posto si trovino, quando vogliono per dare il
proprio contributo ad un processo di pensiero comune. Questa è una forma di intelligenza
connessa.
In questo modo è possibile condividere e combinare non solo gli oggetti della visione, ma
anche i contenuti del pensiero così come sono espressi nelle frasi e nelle immagini.
L’esplorazione e lo sviluppo di questo tipo di ambiente è appena cominciato, ma è evidente
che richiede una combinazione di competenze cognitive, architetturali e progettuali per
conseguire struttura, efficienza e coerenza. Potrebbe sicuramente rivelarsi una area
privilegiata di architettura.>>
<<Ma, qualcuno oggi ci dice, anche i personaggi letterari rischiano di diventare evanescenti,
mobili, incostanti, e di perdere quella loro fissità che ci imponeva di non negarne i destini.
Siamo entrati nell’era dell’ipertesto, e l’ipertesto elettronico non solo ci permette di
viaggiare attraverso un gomitolo testuale (sia esso un’intera enciclopedia o l’opera omnia di
Shakespeare) senza necessariamente “sfilare” tutta l’informazione che contiene,
penetrandolo come un ferro da maglia in un gomitolo di lana. Grazie all’ipertesto è nata
anche la pratica di una scrittura inventiva libera.
Psicopedagogia dell'insegnamento e tecnologie educative-Verona Modulo 0.4 Online. Autore: Luisanna Fiorini
Su Internet trovate programmi con cui potete scrivere collettivamente delle storie,
partecipando a narrazioni di cui è possibile modificare l’andamento, all’infinito. E se potete
fare questo con un testo che, insieme a un gruppo di amici virtuali, state inventando, perché
non farlo anche per i testi letterari esistenti, acquistando programmi grazie ai quali potrete
cambiare le grandi storie che ci stanno ossessionando magari da millenni?
Pensate, voi leggevate con passione Guerra e Pace, chiedendovi se Natascia avrebbe
finalmente ceduto alle lusinghe di Anatolio, se quel meraviglioso principe Andrea sarebbe
davvero morto, se Pierre avrebbe avuto il coraggio di sparare su Napoleone, ed ora
finalmente potrete rifare il vostro Tolstoj, conferendo ad Andrea una lunga vita felice,
facendo di Pierre il liberatore dell’Europa, e non solo, riconciliando Emma Bovary col suo
povero Charles, madre felice e pacificata; e potrete decidere che Cappuccetto Rosso entra
nel bosco e v’incontra Pinocchio, oppure viene rapita dalla matrigna e messa a lavorare col
nome di Cenerentola al servizio di Scarlett O’Hara, o che essa incontra nel bosco un
donatore magico che si chiama Vladimir Ja. Propp, il quale le regala un anello incantato,
grazie al quale essa scoprirà, alle radici del baniano sacro dei Tughs, l’Aleph, quel punto da
cui si vede tutto l’universo, Anna Karenina che non muore sotto il treno, perché le ferrovie
russe a scartamento ridotto, sotto il governo di Putin, funzionano peggio dei sommergibili,
e, lontano lontano, al di là dello specchio di Alice, Jorge Luis Borges che ricorda a Funes el
memorioso di non scordarsi di restituire Guerra e pace alla biblioteca di Babele...
Sarebbe male? No, perché anche questo la letteratura ha già fatto, e prima degli ipertesti,
con il progetto di Le Livre di Mallarmé, i cadaveri squisiti dei surrealisti, i miliardi di poemi di
Queneau, i libri mobili della seconda avanguardia. Ed è questo che ha fatto la Jam Session
Jazz.
Ma il fatto che esista la pratica della Jam Session, che muta ogni sera il destino di un tema,
non ci esenta, né ci scoraggia, dall’andare nelle sale di concerto dove la Sonata in Si
bemolle minore opera trentacinque finirà ogni sera sempre nello stesso modo.>>
L'ipertesto non nasce né con il computer né con l'avvento della rete Internet. La logica
ipertestuale è presente nella nostra cultura, anche in questo mio scritto apparentemente
lineare e che invece è fatto di nodi propri e di rimandi a scritti altrui che compongono i nodi
di un unico reticolo ipertestuale.
L'ipertestualità non è solo nell'artefatto culturale ma principalmente nell'inferenza del
fruitore che sceglie, viaggia, approfondisce, salta, collega.
Non trovo corretta, per le argomentazioni appena portate, la definizione che Wikipedia da
dell'Ipertesto:
<<L'ipertesto è un insieme di testi o pagine leggibili con l'ausilio di un'interfaccia
elettronica, in maniera non sequenziale, per tramite di particolari parole chiamate
collegamenti ipertestuali (hyperlink o rimandi), che costituiscono un rete raggiata o
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Sito Web
Gli standard di compatibilità e portabilità
Multipiattaforma
FLOSS
Le ricadute pedagogiche e didattiche sugli autori
Brainstorming
Dal pensiero divergente alla convergenza connettiva
Apprendimento significativo
Apprendimento tecnico-disciplinare
Apprendimento di metodi per costruire conoscenza
Competenze tecnologico-informatiche
Metariflessione
Questa rappresenta una possibile checklist organizzativa, che serve al gruppo per
comprendere cosa si sta facendo, quale è lo scopo, quali i tempi, quale è il compito di
ognuno. Il vantaggio cognitivo maggiore è nella consapevolezza del processo di creazione.
La stessa checklist puo' essere resa proficuamente con una Mappa mentale digitale.
Checklist organizzativa per la creazione di un ipermedia collaborativo. Creata con FreeMind 0.8
Psicopedagogia dell'insegnamento e tecnologie educative-Verona Modulo 0.4 Online. Autore: Luisanna Fiorini
Mappa mentale per lavoro collaborativo sull'energia, anno 2004 Classe IIIC Scuola Media Alfieri, Bolzano
Progetto:Mappe mentali e Learning Circles, di Luisanna Fiorini Istituto Pedagogico di Bolzano
www.ipbz.it/ip/mappementali/index.htm
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<<La possibilità di rappresentare in modo visivo e grafico processi di pensiero si basa sulle
teorie elaborate da D.P. Ausubel nei primi anni ’60 e riprese successivamente da J.D. Novak
alla Cornell University e rielaborate in modo differente da T.Buzan.
Mentre J.D. Novak ha elaborato la tecnica della mappe concettuali come strumenti
cognitivi ad uso euristico e formativo, sia per l’insegnamento, sia per l’apprendimento, T.
Buzan, sulla base degli studi compiuti sulla capacità di associazione di idee e pensieri in
modo non lineare, ha creato la tecnica della mappe mentali che, in modo più semplice
rispetto alle mappe concettuali, permette lo sviluppo degli argomenti combinando concetti e
relazioni tra essi.
Le mappe concettuali sono una rappresentazione grafica della conoscenza in cui i concetti
sono inseriti in forme geometriche dette nodi ed i collegamenti tra questi, che esplicitano le
relazioni attraverso parole-legame, sono espressi attraverso linee o frecce.
Le mappe concettuali si basano sulla distinzione tra concetti, intesi come regolarità più o
meno ricorrenti, e relazioni tra essi.
Le mappe mentali sono una rappresentazione grafica per la generazione delle idee
mediante associazione, e più in generale per tutte le applicazioni nelle quali la creatività
assume un’importanza di primo piano. La mappa mentale evidenzia un solo argomento
centrale dal quale si dipartono tutte le derivazioni e associazioni con ramificazione
gerarchica a disposizione radiale; non viene effettuata distinzione tra concetti e relazioni,
ma i concetti sono considerati argomenti da sviluppare intorno all’idea centrale di partenza.
Ogni ramo della mappa potrebbe a sua volta essere il centro di un’altra mappa mentale.
[...] Una delle differenze che emergono dall’analisi dei modelli delle mappe concettuali e
delle mappe mentali è sicuramente riferita ai collegamenti, ovvero all’attribuzione di
etichette per i legami o links che sono espliciti nelle mappe concettuali mentre non sono
dichiarate nel modello delle mappe mentali.
[...]
Nella costruzione di una mappa concettuale le parole – legame definiscono i rapporti
esistenti tra i concetti, permettendo di costruire una comunicazione dotata di senso. Le
relazioni tra i concetti servono per affermare qualcosa e determinano conoscenze, sono
pertanto elementi fondamentali. Dal punto di vista grammaticale le parole – legame
corrispondono generalmente a forme verbali variamente coniugate e, alcune volte,
accompagnate da una preposizione. Inoltre anche preposizioni e congiunzioni connettive
possono essere utilizzate come parole – legame.
Il modello delle mappe mentali risulta privo delle parole – legame intese in senso stretto
poiché la struttura radiale prevede un argomento centrale da cui si dipartono tutte le altre
idee secondo un paradigma di tipo associativo. Il modello però è estremamente flessibile ed
Psicopedagogia dell'insegnamento e tecnologie educative-Verona Modulo 0.4 Online. Autore: Luisanna Fiorini
Tavola sinottica riassuntiva delle principali caratteristiche delle mappe mentali e concettuali
Luisanna Fiorini, tavola sinottica in un articolo per la rivista My Media anno 2004
Vediamo ora due mappe concettuali di Marco Guastavigna (create con il software Cmap,
programma sviluppato dall'Institute for Human and Machine Cognition della Cornell University
of West Florida grazie alle teorie e alle ricerche di Joseph D. Novak) che esplicitano le
differenze tra mappe mentali e mappe concettuali.
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Bibliografia consigliata
Novak J.D., "L'apprendimento significativo", Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2001
Mappe mentali e mappe concettuali non sono le sole tipologie di mappe possibili.
Tom Conlon, della School of Education, University of Edinburgh, indica in Information mapping
Al mio secondo anno di università, sono entrato deciso nella biblioteca, e ho chiesto alla
bibliotecaria dove avrei potuto trovare un libro sul mio cervello e su come usarlo. Mi ha
immediatamente indirizzato alla sezione della biblioteca dedicata alla medicina. Quando le ho
spiegato che non desideravo operarmi al cervello, ma imparare a usarlo, sono stato
cortesemente informato che non c'erano libri simili. Ho lasciato la biblioteca sorpreso.
Come altri intorno a me, stavo attraversando la tipica fase dello studente in cui si prende
lentamente coscienza che mentre la mole di lavoro universitario aumenta, il cervello inizia a
cedere sotto lo sforzo di tutti i compiti richiesti quali il pensare, la creatività, la memoria, il
problem-solving, l'analisi e lo scrivere. Inoltre come altri, avevo iniziato non soltanto a
sperimentare un rendimento decrescente ma anche una progressiva mancanza di risultati. Più
prendevo appunti e studiavo, meno, paradossalmente, sembravo riuscire!
Se libri simili non erano disponibili, allora ero capitato su un territorio vergine della più
sbalorditiva importanza. Ho iniziato a studiare ogni area di conoscenza che sentivo avrebbe
potuto fare luce sulle questioni fondamentali:.
• Quali sono le migliori attuali tecniche per una più veloce ed efficace lettura?
• C'è qualche possibilità di sviluppare nuove tecniche di pensiero o una tecnica generale?
I più piccoli accorgimenti producevano i più significativi e soddisfacenti risultati. Per esempio,
semplicemente la combinazione delle due capacità corticali della parola e del colore
trasformava il mio prendere appunti. La semplice aggiunta di due colori ai miei appunti
migliorava la mia memoria di quegli stessi appunti di più del 100%, e forse, cosa ancora più
importante, mi ha fatto iniziare a godere quello che stavo facendo.
Poco a poco, una struttura globale ha cominciato a emergere, e come poi è successo, ho
iniziato a insegnare, come hobby, ad alunni che erano stati etichettati come "incapaci di
apprendere", "senza speranza", "dislessici", ESN, "ritardati" e "delinquenti". Tutti questi così
detti "fallimenti" molto rapidamente si sono trasformati in buoni studenti, molti dei quali hanno
scalato la vetta dei migliori delle loro rispettive classi.
A una ragazzina, Barbara, era stato detto che aveva il più basso QI che la sua scuola avesse
mai registrato. In un mese di studio su come apprendere, ha aumentato il suo QI a 160, e
infine si è diplomata come miglior studente del suo college. Pat, una giovane americana di
straordinario talento, che era stata falsamente classificata come affetta da disturbi
dell'apprendimento, successivamente ha detto (dopo aver mandato in frantumi parecchi test
sulla memoria e sulla creatività): "Non ero incapace di apprendere; ero stata PRIVATA
dell'apprendimento! Dai primi anni settanta è arrivata l'intelligenza artificiale e perciò potevo
comprare un computer da un megabyte e con quel computer avere un manuale di 1000
pagine. Eppure, perfino, nel nostro presumibilmente avanzato stadio di civilizzazione, stavamo
venendo al mondo con il più sbalorditivo complesso biocomputer, un quadrilione di volte più
potente di qualsiasi computer conosciuto, e dove era il manuale di istruzioni?>>
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In quale situazione didattica e per quali processi di apprendimento è utile l'utilizzo delle Mappe
mentali? Le mappe mentali digitali possono essere un valido ausilio per:
• attività di brainstorming;
• dinamiche
• distribuibili
• condivisibili
• archiviabili
• collaborative
CMAP, programma specifico per l’elaborazione di mappe concettuali , che può essere utilizzato per realizzare
anche altre rappresentazioni delle conoscenza. E' un programma Open Source multipiattaforma.
http://cmap.ihmc.us/
MindManager, ottimo software commerciale, con ampia documentazione, che dialoga con FreeMind
(condividono alcune librerie in XML) distribuito in Italia da http://www.scatolepensanti.it
http://www.mnemo.org/
http://www.kartoo.net/e/eng/index.html
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Nel percorso di costruzione dell'ipertesto, sia esso una attività collaborativa (cosa auspicata) o
del singolo, l'attenzione va riposta alla matrice generativa del processo (esplicitata e
rappresentata con l'ausilio delle Mappe Mentali) e alla fase della metariflessione in cui si
“ripensano” le fasi, i nodi, le relazioni, i contenuti, i perchè.
Più della valutazione etero-condotta è questo il vero momento della verifica degli
apprendimenti. Il singolo o, meglio, il gruppo, è stimolato dal docente a ripensare, a rivedere,
a ripercorrere, in un processo ricorsivo e chiarificatore.
E' il momento della costruzione delle ancore di significato, il momento della sedimentazione
della pertinenza.
Le prove di verifica possono essere preparate dagli studenti per altri studenti. Il guadagno è
molteplice: lo studente che predispone le prove deve conoscere l'argomento in modo
approfondito, lo studente che le riceve le fruisce con un linguaggio vicino al proprio,
l'insegnante osserva come vengono predisposte e comprende il grado di approfondimento e
conoscenza degli argomenti, il tutto in un circolo virtuoso e paritetico di retroazione feconda.
In questa ottica è qui che proponiamo l'utilizzo del software Hot Potatoes.
Spesso utilizzato per erogare test e giochi di apprendimento (a questo proposito si consulti il
sontuoso repositorio di test e prove disciplinari raccolto da Paolo Cutini su
http://www.cyberteacher.it), Hot Potatoes è utile per la predisposizione di prove di
autovalutazione. Il software, di Martin Holmes, Half-Baked Software e Humanities Computing
and Media Centre dell’Università di Victoria, gratuito ma non OpenSource, è liberamente
scaricabile da http://web.uvic.ca/hrd/hotpot/ . Per le funzioni complete richiede la
registrazione gratuita.
Key: BHAOPDFEWNQS
<<Lo scopo di Hot Potatoes è quello di consentire di creare esercizi interattivi in formato Web,
che possano essere usati con un computer connesso ad Internet e dotato di un browser. L’uso
dei programmi e degli esercizi NON richiede la conoscenza dei linguaggi HTML e JavaScript, sui
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quali è basata la loro interattività. Basta semplicemente inserire i dati necessari (domande,
risposte, ecc.) e premere un pulsante. Il programma creerà da solo le pagine Web che potrete
trasferire sul vostro server.La suite Hot Potatoes è costituita da cinque programmi:·
JQuiz serve a creare questionari basati su domande. Le domande possono essere di quattro
tipi diversi, comprese quelle a scelta multipla e a risposta breve. E’ possibile assegnare
specifici commenti sia alle risposte esatte, sia a quelle sbagliate o ai distrattori. Nelle domande
a risposta breve, la risposta dello studente viene analizzata e, se non è completamente
corretta, riceve un commento che mostra quale parte della risposta sia esatta e quale
sbagliata. Se necessario, lo studente può richiedere un suggerimento, che consiste nel
mostrare la risposta esatta, svelando una lettera alla volta.·
JCloze serve a creare esercizi di riempimento. Per ciascuno spazio da riempire, potrete
specificare un numero illimitato di risposte esatte e lo studente potrà chiedere un
suggerimento e vedere una lettera della risposta. Per ciascuno spazio, potrete inserire anche
un particolare indizio. Il programma, che comprende anche il calcolo automatico del punteggio,
consente l’inserimento di spazi per determinate parole scelte dal docente o quello automatico
ogni n parole di un testo.·
JCross consente di creare cruciverba che possono essere completati on-line. Potrete usare
griglie di dimensioni virtualmente illimitate. Come in JQuiz e JCloze, in caso di necessità, un
pulsante di suggerimento consente allo studente di richiedere una lettera.·
JMix serve a creare esercizi di ricostruzione di frasi. Potrete specificare un numero illimitato di
possibili risposte esatte, basate sulle parole e sulla punteggiatura della frase di riferimento; in
caso di necessità, il pulsante di suggerimento fornisce allo studente la parola o il segmento di
frase seguente. ·