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La condizione di disabilità, a Milano, è di fatto una condizione “fantasma”.

Nulla, nella
programmazione del territorio e nella gestione dei servizi, è pensato in funzione dei
diritti essenziali delle persone con disabilità. La premessa generale è dunque
l’indispensabilità di un forte “pensiero inclusivo”, trasversale a tutti i settori della
amministrazione civica. Le politiche di settore, infatti, non possono risultare efficaci se
si inseriscono in un contesto programmatico di fatto discriminatorio. Il Comune di
Milano deve dunque recepire e fare propria la Convenzione Onu sui diritti delle persone
con disabilità, già legge dello Stato, e conformare il proprio operato ai principi contenuti
nella Convenzione.

In questa prospettiva possiamo dunque indicare alcune azioni positive e concrete:

1) MOBILITA’: Ripresa del Peba, piano eliminazione barriere architettoniche, con una
consultazione organica delle associazioni e dei coordinamenti territoriali, per realizzare un
piano per l'accessibilità universale della nostra città sul modello delle grandi metropoli
europee. Realizzazione, di conseguenza, di un piano per la mobilità urbana e metropolitana.

2) SERVIZI: Ripensamento dei Cdd, i Centri diurni, nati per consentire formazione e
preparazione all'inserimento sociale e lavorativo nel territorio di appartenenza, e divenuti nel
tempo luoghi di parcheggio post-scolastico, con poche opportunità reali di uscita Per cambiare
rotta consultazione famiglie, operatori, associazioni, raccordo con i consigli di zona.
Costruzione di un piano per l'attuazione del progetto individuale (L.328 di riforma dei servizi
sociosanitari); valorizzazione e finanziamento dei progetti di Vita indipendente in alternativa
all'istituzionalizzazione e all'aumento di posti di RSD.

3)LAVORO: Riapertura di opportunità lavorative anche in collegamento con le associazioni


degli industriali, degli artigiani, della cooperazione sociale. Facilitazione di reti wireless, e
fornitura di collegamenti veloci a domicilio, specie nelle periferie, per favorire anche
esperienze di telelavoro.

4) TEMPO LIBERO E CULTURA: Azioni simboliche di attenzione all'accessibilità per tutti:


Circolo della Stampa, Loggia Mercanti, Casa della Cultura. Revisione accessibilità teatri e
impianti sportivi (specie piscine comunali e impianti di basket), sostituzione dei percorsi
ghiaiosi nei giardini pubblici del centro.

5) COORDINAMENTO DEI SERVIZI: Individuazione, in Consiglio Comunale, di un consigliere


di riferimento per le politiche sulla disabilità, con il potere di facilitare una visione trasversale
delle competenze fra i diversi assessorati, rileggendo il bilancio comunale alla luce dei diritti di
cittadinanza delle persone con disabilità.

6) CONSULTA: Revisione della composizione della Consulta per l'handicap, prevista dallo
Statuto Comunale, alla luce della Convenzione Onu (e dei piani di zona) con la presenza delle
associazioni effettivamente rappresentative della realtà milanese (disabilità fisica, sensoriale,
intellettiva).

7) TUTELA: Ripristino del ruolo del difensore civico, che aveva rappresentato, negli ultimi
anni, uno dei pochi punti di riferimento per verificare la correttezza di comportamento del
Comune nei confronti delle persone con disabilità.

8) PARTECIPAZIONE: Organizzazione, entro un anno dall'insediamento della Giunta, di una


conferenza cittadina sui diritti di cittadinanza delle persone con disabilità.

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