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• W19
Obiettivi di apprendimento
Dopo aver studiato questo capitolo, dovresti essere in grado di fare le seguenti cose:
1. Determinare la magnetizzazione dei materiali in gine del ferrimagnetismo, nelle ferriti cubiche.
base alla loro suscettività magnetica ed all’in- 5. (a) Descrivere l’isteresi magnetica; (b) spiegare
tensità del campo magnetico applicato. perché i materiali ferromagnetici e ferrimagne-
2. Osservare e spiegare brevemente, da un punto tici presentano isteresi magnetica e (c) spiegare
di vista elettronico, le due sorgenti di momenti perché questi materiali possono diventare
magnetici nei materiali. magneti permanenti.
3. Spiegare brevemente la natura e l’origine di 6. Rilevare le caratteristiche magnetiche specifi-
(a) diamagnetismo, (b) paramagnetismo e che sia per i materiali magnetici duri che dolci.
(c) ferromagnetismo. 7. Descrivere il fenomeno della superconduttività.
4. Spiegare, in base alla struttura cristallina, l’ori-
20.1 INTRODUZIONE
Il magnetismo, quel fenomeno per cui i materiali presentano una forza attrattiva o repulsi-
va o comunque un’influenza sugli altri materiali, è conosciuto da migliaia di anni. Ciono-
nostante, in tempi relativamente recenti non erano ancora perfettamente noti alla scienza i
principi basilari ed i meccanismi complessi e delicati che spiegano il fenomeno magneti-
co. Eppure numerosi dispositivi della moderna tecnologia fanno affidamento sul magneti-
smo e sui materiali magnetici; basti pensare ai generatori ed ai trasformatori di energia
elettrica, ai motori elettrici, alla radio, alla televisione, ai telefoni, ai computer ed ai com-
ponenti di sistemi di riproduzione di suoni e di immagini.
Il ferro, diversi acciai e la magnetite, minerale che si trova in natura, sono esempi ben
conosciuti di materiali che presentano proprietà magnetiche. Non è così familiare, tuttavia, il
fatto che tutte le sostanze subiscono l’influenza in un modo o nell’altro di un campo magne-
tico. In questo capitolo viene brevemente descritta l’origine dei campi magnetici e vengono
definiti i vettori del campo magnetico ed i parametri magnetici; vengono anche illustrati i
fenomeni di diamagnetismo, paramagnetismo, ferromagnetismo e ferrimagnetismo; infine
vengono descritti alcuni materiali magnetici ed il fenomeno della superconduttività.
S
W22 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
I I B= H
B0 = 0 H
H H
l
N spire
I
I
(a) (b)
Figura 20.3 (a) Il campo magnetico H generato da una bobina cilindrica dipende dalla corrente
I, dal numero di spire N e dalla lunghezza l della bobina, in accordo all’Equazione 20.1. La
densità del flusso magnetico B0 nel vuoto è uguale a µ0H, dove µ0 è la permeabilità del vuoto,
4π × 10–7 H/m. (b) La densità del flusso magnetico B all’interno di un materiale solido è uguale
a µH, dove µ è la permeabilità del materiale solido. (Da A. G. Guy, Essentials of Materials
Science, McGraw-Hill Book Company, New York, 1976).
Densità del flusso L’intensità del campo magnetico e la densità di flusso sono correlate dalla relazione
magnetico in un
materiale in funzione B = µH (20.2)
della permeabilità e
dell'intensità del
campo magnetico Il parametro µ è chiamato permeabilità ed è una proprietà specifica del mezzo attraver-
so cui il campo H passa ed in cui viene misurata B, come illustrato nella Figura 20.3b. La
permeabilità permeabilità ha dimensioni di weber per ampere-metro (Wb/A-m) o henry per metro
(H/m).
Nel vuoto,
Densità del flusso
magnetico nel vuoto B0 = µ0H (20.3)
Definizione di µ
permeabilità relativa µr = (20.4)
µ0
Relazione tra la I parametri del campo magnetico fino ad ora definiti hanno analogie dielettriche. I
suscettività magnetica campi B ed H sono infatti analoghi, rispettivamente, allo spostamento dielettrico D ed al
e la permeabilità
relativa campo elettrico e, mentre la permeabilità µ è in parallelo con la permettività e (vedi Equa-
zioni 20.2 e 18.30). Sono inoltre correlate la magnetizzazione M e l’intensità di polarizza-
zione P (Equazioni 20.5 e 18.31).
Le unità magnetiche possono essere fonte di confusione poiché, in realtà, nell’uso
comune esistono due sistemi. Uno usa il SI [MKS (metro-kilogrammo-secondo) raziona-
lizzato]; l’altro deriva dal sistema cgs-emu (centimetro-grammo-secondo-unità elettroma-
gnetiche). Nella Tabella 20.1 vengono fornite per entrambi i sistemi le unità di misura ed
i fattori di conversione.
1
χm viene considerato come suscettività di volume in unità SI, che, una volta moltiplicato per H,
diventa la magnetizzazione per unità di volume (metro cubo) di materiale. Sono anche possibili altre
suscettività; vedi Problema 20.3.
W24 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
(b)
Paramagnetici
Vuoto
Diamagnetici
0
0
Intensità del campo magnetico, H
W26 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
relativa µr, che è maggiore di uno, ed una suscettività magnetica piccola ma positiva. La
suscettività per i materiali paramagnetici varia da circa 10–5 a 10–2 (Tabella 20.2). Nel-
la Figura 20.6 viene rappresentata la variazione di B rispetto ad H per un materiale para-
magnetico.
Sia i materiali diamagnetici che i paramagnetici non sono considerati magnetici in
quanto la magnetizzazione compare solo in presenza di un campo esterno. Inoltre per
entrambi la densità di flusso B è all’incirca quella che si avrebbe nel vuoto.
20.4 FERROMAGNETISMO
Certi materiali metallici possiedono un momento magnetico permanente in assenza di un
campo esterno e manifestano magnetizzazioni molto intense e permanenti. Queste sono le
ferromagnetismo caratteristiche del ferromagnetismo e vengono presentate dai metalli di transizione: ferro
(come ferrite α ccc), cobalto, nichel ed alcuni metalli delle terre rare come il gadolinio
(Gd). Per i materiali ferromagnetici sono possibili suscettività magnetiche fino a 106. Di
conseguenza, H << M ed in base all’Equazione 20.5
Relazione tra densità
di flusso magnetico e
magnetizzazione per B ≅ µ0M (20.8)
un materiale
ferromagnetico
I momenti magnetici permanenti nei materiali ferromagnetici sono dovuti ai momen-
ti magnetici atomici che non sono stati annullati, per compensazione, fra tutti i momenti
degli spin elettronici, a causa della particolare struttura elettronica. Vi è anche un contri-
buto del momento magnetico orbitale che è piccolo rispetto al momento di spin. Inoltre,
in un materiale ferromagnetico, le interazioni da accoppiamento forzano i momenti
magnetici di spin degli atomi adiacenti ad allinearsi gli uni con gli altri, anche in assen-
za di un campo esterno. Questo viene illustrato in modo schematico nella Figura 20.7.
L’origine di queste forze di accoppiamento non è completamente conosciuta, ma si ritie-
ne derivi dalla struttura elettronica del metallo. Questo mutuo allineamento di spin si
domini ritrova su regioni relativamente ampie del cristallo che vengono chiamate domini (vedi
Sezione 20.7).
magnetizzazione di La massima magnetizzazione possibile, o magnetizzazione di saturazione Ms, di un
saturazione materiale ferromagnetico rappresenta la magnetizzazione che si può ottenere quando tutti
i dipoli magnetici in una parte di solido vengono allineati con il campo esterno; Bs è la cor-
rispondente densità di flusso di saturazione. La magnetizzazione di saturazione è uguale al
prodotto del momento magnetico utile di ciascun atomo per il numero di atomi presenti.
20.4 Ferromagnetismo • W27
H=0 Figura 20.7 Illustrazione schematica del mutuo allineamento dei dipoli
atomici di un materiale ferromagnetico, presente anche in assenza di un
campo magnetico esterno.
Per il ferro, cobalto e nichel, i momenti magnetici utili per atomo sono, rispettivamente,
2.22, 1.72 e 0.60 magnetoni di Bohr.
Soluzione
(a) La magnetizzazione di saturazione è il prodotto del numero di magnetoni di
Bohr per atomo (0.60 come sopra riportato), il valore del magnetone di Bohr µB ed
il numero N di atomi per metro cubo:
ρN A (20.10)
Calcolo del numero N=
di atomi per unità di ANi
volume per il nichel
(8.90 × 10 6
Mg/m 3 )( 6.023 × 10 23 atomi/mol )
=
58.71 g/mol
= 9.13 × 10 28 atomi/m 3
Infine
−24
0.60 magnetoni di Bohr 9.27 × 10 A-m 9.13 × 10 atomi
2 28
Ms =
atomo magnetoni di Bohr m3
= 5.1 × 10 5 A/m
Bs = µ0 M s
4π × 10 −7 H 5.1 × 10 5 A
=
m m
= 0.64 tesla
W28 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
Mn2+
02–
20.5 ANTIFERROMAGNETISMO E
FERRIMAGNETISMO
Antiferromagnetismo
Nei materiali non ferromagnetici si possono verificare fenomeni di accoppiamento dei
momenti magnetici fra ioni o atomi adiacenti. In tali materiali questi accoppiamenti por-
tano ad allineamenti antiparalleli; l’allineamento dei momenti di spin, di atomi o ioni con-
antiferromagnetismo finanti, in direzione esattamente opposta, viene definito antiferromagnetismo. Un mate-
riale che presenta questo comportamento è l’ossido di manganese (MnO). Si tratta di un
materiale ceramico a carattere ionico, con ioni Mn2+ e O2–. Negli ioni O2– sia i momenti
orbitali che quelli di spin si annullano reciprocamente per cui il momento magnetico risul-
tante è nullo. Gli ioni Mn2+ hanno invece un momento magnetico risultante che è dovuto
essenzialmente agli spin. Questi ioni Mn2+ sono disposti nella struttura cristallina in modo
tale che i momenti degli ioni adiacenti siano antiparalleli. Una tale disposizione viene rap-
presentata in modo schematico nella Figura 20.8. Ovviamente, i momenti magnetici in
opposizione si annullano e, di conseguenza, il solido nel suo insieme non ha momento
magnetico risultante.
Ferrimagnetismo
ferrimagnetismo Anche alcuni ceramici presentano magnetizzazione permanente, denominata ferrimagne-
tismo. Le caratteristiche magnetiche macroscopiche dei materiali ferromagnetici e ferri-
magnetici sono simili; la differenza risiede nell’origine dei momenti magnetici risultanti.
I principi del ferrimagnetismo si possono illustrare prendendo in considerazione le ferriti
cubiche.2 Questi materiali ionici vengono rappresentati con la formula chimica MFe2O4,
in cui M rappresenta un elemento metallico qualsiasi. Il prototipo di ferrite è Fe3O4, la
magnetite minerale, in genere chiamata semplicemente magnetite.
La formula per Fe3O4 può essere scritta come Fe2+O2– – (Fe3+)2(O2–)3 in cui gli ioni
Fe esistono in entrambi gli stati di valenza +2 e +3 nel rapporto di 1:2. Per ogni ione Fe2+
e Fe3+ vi è un momento magnetico di spin risultante che corrisponde a 4 e 5 magnetoni di
Bohr, rispettivamente, per i due tipi di ioni. Gli ioni O2– sono invece magneticamente neu-
tri. Tra gli ioni Fe si determinano, inoltre, interazioni di accoppiamento di spin antiparal-
leli con caratteristiche simili a quelle dell’antiferromagnetismo. Di conseguenza, il
momento ferrimagnetico che può risultare ha origine dall’annullamento incompleto dei
momenti di spin.
2
La ferrite nel significato magnetico non deve essere confusa con la ferrite a del ferro discussa nel-
ferrite la Sezione 9.18; nel prosieguo di questo capitolo, con il termine ferrite ci si riferisce al ceramico
magnetico.
20.5 Antiferromagnetismo e ferrimagnetismo • W29
Le ferriti cubiche hanno la struttura cristallina dello spinello inversa, che è di simme-
tria cubica e simile alla struttura dello spinello (Sezione 12.2). Tale struttura inversa si può
pensare generata dall’impilaggio di piani compattati di ioni O2–. I cationi di ferro possono
occupare due tipi di posizioni, come illustrato nella Figura 12.7. Nel primo caso, con un
numero di coordinazione 4 (coordinazione tetraedrica), ciascun ione ferro è circondato da
quattro ossigeni immediatamente vicini. Nel secondo caso, assume un numero di coordi-
nazione 6 (coordinazione ottaedrica). In questa struttura dello spinello inversa, metà degli
ioni trivalenti (Fe3+) sono disposti in posizioni ottaedriche, l’altra metà in posizioni tetrae-
driche. Gli ioni bivalenti Fe2+ sono tutti localizzati in posizioni ottaedriche. Il fattore cri-
tico è la disposizione dei momenti di spin degli ioni Fe, come rappresentato nella Figura
20.9 e nella Tabella 20.3. I momenti di spin di tutti gli ioni Fe3+ nelle posizioni ottaedri-
che sono fra loro allineati e paralleli, ma hanno direzione opposta agli ioni Fe3+ disposti
nelle posizioni tetraedriche, anch’essi allineati. Questo è il risultato dell’accoppiamento
antiparallelo degli ioni adiacenti di ferro. Pertanto, i momenti di spin di tutti gli ioni Fe3+
si annullano l’uno con l’altro e non danno alcun contributo alla magnetizzazione del soli-
do. Tutti gli ioni Fe2+ hanno, invece, i loro momenti allineati nella stessa direzione, per cui
si ottiene una magnetizzazione che risulta dalla somma di tali momenti (vedi Tabella 20.3).
La magnetizzazione di saturazione di un solido ferrimagnetico può quindi essere calcola-
ta dal prodotto del momento magnetico di spin risultante di ogni ione Fe2+ per il numero
di ioni Fe2+; questo corrisponderebbe al mutuo allineamento di tutti i momenti magnetici
degli ioni Fe2+ nel campione di Fe3O4.
Si possono produrre ferriti cubiche con composizione diversa mediante aggiunta di
ioni metallici che vanno a sostituire atomi di ferro nella struttura cristallina. Per cui, la for-
Fe3+ ↑ ↑ ↑ ↑ ↓ ↓ ↓ ↓
↑ ↑ ↑ ↑ ↓ ↓ ↓ ↓ Eliminazione
completa
Fe2+ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑
↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑
—
a
Ogni freccia rappresenta l’orientazione del momento magnetico per uno dei
cationi.
W30 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
Fe3+ 5
Fe2+ 4
Mn2+ 5
Co2+ 3
Ni2+ 2
Cu2+ 1
mula chimica della ferrite può essere espressa nella forma M2+O2– – (Fe3+)2(O2–)3, in cui
M2+, oltre a Fe2+, può rappresentare ioni bivalenti, come Ni2+, Mn2+, Co2+ e Cu2+, ciascu-
no dei quali possiede un momento magnetico utile di spin differente da 4, come riportato
nella Tabella 20.4. Quindi, modificando la composizione, si possono produrre ferriti con
proprietà magnetiche diverse. Per esempio, la ferrite di nichel ha la formula NiFe2O4. Si
possono anche produrre altri composti contenenti miscele di due ioni metallici bivalenti
come (Mn,Mg)Fe2O4, in cui si può variare il rapporto Mn2+: Mg2+; questi composti ven-
gono denominati ferriti miste.
Oltre le ferriti cubiche anche altri materiali ceramici sono ferrimagnetici; fra questi vi
sono le ferriti esagonali ed i granati. Le ferriti esagonali hanno una struttura cristallina
simile a quella dello spinello inverso, con simmetria esagonale anziché cubica. La formu-
la chimica di questi materiali è del tipo AB12O19, in cui A è un metallo bivalente come
bario, piombo o stronzio e B è un metallo trivalente come alluminio, gallio, cromo o fer-
ro. I due esempi più comuni di ferriti esagonali sono PbFe12O19 e BaFe12O19.
I granati hanno una struttura cristallina molto complessa, che può essere rappresenta-
ta dalla formula generale M3Fe5O12; qui M rappresenta uno ione di terra rara, come sama-
rio, europio, gadolinio o ittrio. Il granato di ittrio e ferro (Y3Fe5O12), talvolta indicato con
“YIG”, è il materiale più comune di questo tipo.
La magnetizzazione di saturazione per i materiali ferrimagnetici non è così elevata
come per i ferromagnetici. D’altra parte, le ferriti, come materiali ceramici, sono buoni
isolanti elettrici. Per diverse applicazioni magnetiche, come nel caso dei trasformatori ad
elevata frequenza, è molto ambita una bassa conduttività elettrica.
Soluzione
Questo problema si risolve in modo simile a quello dell’Esempio di problema
20.1, considerando che la base di calcolo è per cella unitaria invece che per atomi
o ioni.
La magnetizzazione di saturazione sarà uguale al prodotto del numero N9 di
magnetoni di Bohr per metro cubo di Fe3O4, con il momento magnetico per magne-
tone di Bohr µB,
Magnetizzazione
di saturazione Ms = N9 µB (20.11)
per un materiale
ferrimagnetico (Fe3O4)
Ora, N9 è pari al numero di magnetoni di Bohr per cella unitaria nB diviso per il
volume della cella VC,
Calcolo del numero nB
di magnetoni di Bohr N9 = (20.12)
per cella unitaria VC
La magnetizzazione utile è dovuta solo agli ioni Fe2+. Poiché vi sono 8 ioni
Fe per cella unitaria e 4 magnetoni di Bohr per Fe2+, nB è pari a 32. Essendo inol-
2+
nB µB
Ms = (20.13)
a3
=
( 32 magnetoni di Bohr/cella unitaria ) ( 9.27 × 10 −24 A-m 2 /magnetoni di Bohr )
( 0.839 × 10 −9 m )3 / cella unitaria
= 5.0 × 10 5 A/m
Soluzione
Dall’Esempio di problema 20.2, la magnetizzazione di saturazione del Fe3O4 risul-
ta pari a 5.0 × 105 A/m. Per aumentare il valore di Ms è necessario sostituire parte
di Fe2+ con ioni metallici bivalenti con momento magnetico più grande – per esem-
pio Mn2+; dalla Tabella 20.4 si rileva che lo ione Mn2+ ha 5 magnetoni di Bohr/ione
in confronto ai 4 del Fe2+. Mettiamo allora questo valore nell’Equazione 20.13 per
il calcolo del numero di magnetoni di Bohr per cella unitaria nB, assumendo che la
W32 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
sostituzione degli ioni Fe2+ con quelli Mn2+ non modifichi le dimensioni della cel-
la (a = 0.839 nm). Pertanto,
M s a3
nB =
µB
8 [ 5x + 4 (1 – x)] = 33.45
da cui x = 0.181. Quindi, se il 18.1% atomico di Fe2+ nella Fe3O4 viene sostituito
da Mn2+, la magnetizzazione di saturazione aumenta fino a 5.25 × 105 A/m.
0 0
–200 0 200 400 600 800 1000
Temperatura (°C)
Parete di separazione
dei domini
W34 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
Parete di separazione
dei domini
i
0
U Intensità del campo magnetico, H
H=0
20.7 Domini ed isteresi • W35
S'
Questo processo continua con il crescere dell’intensità del campo fino a che tutto il
materiale diventa un unico dominio, approssimativamente allineato con il campo (riquadro
Y). Si raggiunge la saturazione quando questo dominio, per rotazione, diventa orientato
con il campo H (riquadro Z). Nelle foto, all’inizio del capitolo, viene illustrata la dinami-
ca con cui si modifica la struttura di un dominio di un cristallo di ferro con il campo
magnetico.
Se dal punto S di saturazione (Figura 20.14) si inverte la direzione del campo H, la
isteresi curva non ripercorre il suo cammino originale. Si verifica infatti un effetto di isteresi dovu-
to ad un ritardo del campo B rispetto al campo applicato H, vale a dire che B decresce a
velocità più bassa. Quando il campo H si azzera (punto R sulla curva), rimane un campo
induzione residua residuo B che è chiamato induzione residua, o densità di flusso rimanente, Br; il materia-
le rimane pertanto magnetizzato in assenza di un campo H esterno.
Il comportamento di isteresi e la magnetizzazione permanente possono essere inter-
pretati in base al movimento delle pareti del dominio. Quando, giunti alla saturazione
(punto S nella Figura 20.14), si inverte la direzione del campo, viene invertito anche il pro-
cesso che modifica la struttura del dominio. Per prima cosa, ogni dominio tende a ruotare
con l’inversione del campo. In seguito si formano e si accrescono domini con momenti
magnetici allineati secondo il nuovo campo, a spese dei domini originari. In base a questo
meccanismo risulta critica la resistenza al movimento da parte delle pareti dei domini,
movimento dovuto al crescere del campo magnetico in direzione opposta; questo spiega il
ritardo di B con H, ovvero l’isteresi. Quando il campo applicato diventa nullo, sussiste
ancora una certa frazione di volume di domini orientati nella direzione originaria che spie-
ga l’esistenza dell’induzione residua Br.
Per portare a zero il campo B all’interno del materiale (punto C nella Figura 20.14),
è necessario applicare, in direzione opposta al campo originale, un campo H di valore
coercitività –Hc; Hc è chiamato coercitività, o in genere forza coercitiva. Continuando ad applicare
il campo nella direzione inversa, come indicato nella figura, alla fine si arriva alla satura-
zione in senso opposto, in corrispondenza del punto S9. Una seconda inversione del cam-
po fino al punto della saturazione iniziale (punto S) completa il ciclo di isteresi simmetri-
co e produce anche una induzione residua negativa (–Br) ed una forza coercitiva positiva
(+ Hc).
La curva di B in funzione di H nella Figura 20.14 descrive un ciclo di isteresi por-
tato a saturazione. Naturalmente, non è necessario portare il campo H fino a saturazione
prima di invertirne la direzione; nella Figura 20.15, il ciclo NP è una curva di isteresi
inferiore alla saturazione. È inoltre possibile invertire la direzione del campo in ogni pun-
to lungo la curva e generare altri cicli di isteresi. Un tale ciclo è indicato sulla curva di
saturazione nella Figura 20.15: per il ciclo LM, il campo H viene invertito in corrispon-
W36 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
A questo punto è istruttivo confrontare tra loro i comportamenti B-H dei materiali
paramagnetici, diamagnetici e ferromagnetici/ferrimagnetici; tale confronto è mostrato
nella Figura 20.16. Il comportamento lineare dei materiali paramagnetici e diamagnetici
può essere osservato nel piccolo riquadro della figura, mentre il comportamento di un tipi-
co materiale ferromagnetico/ferrimagnetico non è lineare. Inoltre, il fondamento logico
per definire non magnetici i materiali paramagnetici e diamagnetici è dimostrato dal con-
fronto delle scale di B sugli assi verticali dei due grafici – per un valore di intensità del
campo H pari a 50 A/m, la densità del flusso per i materiali ferromagnetici/ferrimagneti-
ci è dell’ordine di 1.5 tesla, mentre per i materiali paramagnetici e diamagnetici è dell’or-
dine di 5 × 10–5 tesla.
Figura 20.16
Comportamento B-H per i
1.5 materiali
Ferromagnetici
ferromagnetici/ferrimagnetici
e ferrimagnetici
e paramagnetici/diamagnetici
(curva nel riquadro). Si può
Densità di flusso, B (tesla)
0
0 25 50
0
0 25 30
Intensità del campo magnetico, H (A/m)
20.8 Anisotropia magnetica • W37
[1020]
[1110]
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8
Intensità del campo magnetico, H (106 A/m)
– –
per il cobalto (es.c) nelle seguenti direzioni: [0001] e [10 10]/[11 20]. Questa dipendenza
del comportamento magnetico dall’orientazione cristallografica è chiamata anisotropia
magnetica (o magnetocristallina).
Per ciascuno di questi materiali esiste una direzione cristallografica lungo la quale la
magnetizzazione è più facile – vale a dire che si ottiene la saturazione (di M) con un cam-
po H minore; questa direzione è detta direzione di facile magnetizzazione. Ad esempio,
tale direzione per il nichel (Figura 20.17) è la [111] dal momento che la saturazione si
verifica al punto A; mentre per le direzioni [110] e [100] i punti di saturazione corrispon-
dono, rispettivamente, ai punti B e C. Analogamente, le direzioni di facile magnetizzazio-
ne per il Fe ed il Co sono, rispettivamente, la [100] e la [0001] (Figure 20.17 e 20.18).
Una direzione di difficile magnetizzazione è quella per la quale la magnetizzazione di
saturazione risulta più difficile; tali direzioni per il Ni, Fe e Co sono [100], [111] e
– –
[10 10]/[11 20].
Come visto nella sezione precedente, i riquadri della Figura 20.13 rappresentano le
configurazioni dei domini lungo la curva di B (o M) in funzione di H nel corso della
magnetizzazione di un materiale ferromagnetico/ferrimagnetico. Ciascuna freccia indi-
ca la direzione di facile magnetizzazione del dominio; quei domini le cui direzioni di
facile magnetizzazione sono più strettamente allineate con il campo H crescono a spese
degli altri domini che si restringono (riquadri da V a X). Anche la magnetizzazione del
singolo dominio del riquadro Y corrisponde ad una facile direzione. La saturazione vie-
ne raggiunta quando la direzione di questo dominio ruota, allontanandosi dalla direzio-
ne di facile magnetizzazione per allinearsi con la direzione del campo applicato (riqua-
dro Z).
ARGOMENTI DI APPROFONDIMENTO
Una lega ferro-silicio impiegata nei nuclei dei trasformatori
mazione plastica, ottenuta ad esempio con la lamina-
C ome gia accennato in questa sezione, per i nuclei
dei trasformatori si devono impiegare materiali
magnetici dolci, ovvero materiali che possano essere
zione (Sezione 11.4, Figura 11.8b); la laminazione
costituisce il processo con cui vengono fabbricati i
facilmente magnetizzati e smagnetizzati (e che possie- lamierini del nucleo dei trasformatori. Una lamina pia-
dano anche alta resistività elettrica). Una lega comune- na, deformata plasticamente per laminazione presenta
mente usata per questa applicazione è la lega ferro-sili- una tessitura di laminazione, ovvero presenta una
cio presentata nella Tabella 20.5 (97% Fe-3% Si, in orientazione cristallografica preferenziale dei grani.
peso). I singoli cristalli di questa lega presentano ani- Questo tipo di tessitura si ottiene durante la laminazio-
sotropia magnetica, allo stesso modo dei singoli cri- ne, in cui nella maggior parte dei grani presenti nella
stalli di ferro (come spiegato in precedenza). Di conse- lamina, uno specifico piano cristallografico (hkl) viene
guenza, le perdite di energia dei trasformatori potreb- allineato parallelamente (o quasi parallelamente) alla
bero essere minimizzate se i loro nuclei fossero realiz- superficie della lamina, ed una direzione [uvw] in tale
zati con i cristalli orientati in modo tale che la direzio- piano diventa parallela (o quasi parallela) alla direzio-
ne [100] [la direzione di facile magnetizzazione (Figu- ne di laminazione. In questo modo, la tessitura di lami-
ra 20.17)] sia parallela alla direzione del campo nazione viene indicata dalla combinazione piano-dire-
magnetico applicato; questa configurazione per un zione, (hkl)[uvw]. Per le leghe cubiche a corpo centra-
nucleo di trasformatore è rappresentata schematica- to (come la lega ferro-silicio summenzionata), la tessi-
mente nella Figura 20.20. Purtroppo la produzione di tura di laminazione è (110)[001], ed è mostrata sche-
monocristalli è costosa, per cui questa soluzione è eco- maticamente nella Figura 20.21. I nuclei dei trasfor-
nomicamente poco praticabile. Una alternativa miglio- matori di questa lega ferro-silicio vengono fabbricati
re, che viene usata commercialmente, essendo più eco- in modo tale che la direzione di laminazione (corri-
nomica, è quella di fabbricare i nuclei con lamine poli- spondente ad una direzione del tipo [001] per la mag-
cristalline di questa lega, che sono anisotrope. gior parte dei grani) sia allineata parallelamente alla
In genere i singoli grani dei materiali policristal- direzione di applicazione del campo magnetico.3
lini sono orientati in modo casuale, con il risultato che Le caratteristiche magnetiche di questa lega pos-
le proprietà del materiale, nel suo complesso, risultano sono essere ulteriormente migliorate attraverso una
isotrope (Sezione 3.15). È tuttavia possibile indurre serie di processi di deformazione e di trattamenti ter-
anisotropia nei metalli policristallini mediante defor- mici, volti a produrre una tessitura (100)[001].
Avvolgimento
primario
Avvolgimento
secondario
Campo B
Figura 20.20 Rappresentazione schematica del nucleo di Figura 20.21 Rappresentazione schematica della tessitura
un trasformatore e della direzione del campo B che viene di laminazione (110)[001] per il ferro cubico a corpo
generato. centrato.
3
Per i metalli e le leghe cubiche a corpo centrato, le direzioni [100] e [001] sono equivalenti (Sezione 3.10) - e quindi entram-
be sono direzioni di facile magnetizzazione.
20.10 Materiali magnetici duri • W41
4
MGOe è definito come
Magneti samario-cobalto
SmCo5 fa parte di un gruppo di leghe formate dalla combinazione di cobalto o di ferro con
un elemento leggero delle terre rare; un certo numero di queste leghe mostra alta energia
e comportamento magnetico duro, ma solo SmCo5 riveste importanza commerciale. I pro-
dotti di energia di questi materiali SmCo5 [tra 120 e 240 kJ/m3 (15 e 30 MGOe)] sono con-
siderevolmente più alti rispetto ai materiali magnetici duri convenzionali (Tabella 20.6);
inoltre, hanno coercitività relativamente grandi. Per fabbricare i magneti SmCo5 si usano
le tecniche della metallurgia delle polveri. Il materiale, una volta alligato appropriatamen-
te, viene macinato in una polvere fine; le particelle di polvere vengono allineate mediante
un campo magnetico esterno e quindi pressate nella forma desiderata. I pezzi vengono sin-
terizzati ad elevata temperatura, a cui si fa seguire un trattamento termico per migliorare
le proprietà magnetiche.
Magneti neodimio-ferro-boro
Il samario è un materiale raro e relativamente costoso ed il cobalto ha un prezzo variabile
e di produzione incostante. Di conseguenza, le leghe Nd2Fe14B stanno diventando i mate-
riali preferiti per un gran numero di differenti applicazioni che richiedono materiali
magnetici duri. La coercitività ed i prodotti di energia di questi materiali sono competitivi
con quelli delle leghe samario-cobalto (Tabella 20.6).
Il comportamento magnetizzazione-smagnetizzazione di questi materiali è funzione
della mobilità delle pareti dei domini che, a sua volta, è controllata dalla microstruttura
finale, e quindi dalla dimensione, forma ed orientazione dei cristalliti o dei grani, e dalla
natura e distribuzione delle particelle di una seconda fase eventualmente presente. La
W44 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
I materiali magnetici duri di alta energia sono impiegati per numerosi dispositivi in
diversi settori tecnologici. Un’applicazione molto comune è nei motori. I magneti perma-
nenti sono di gran lunga superiori agli elettromagneti in quanto possono mantenere in
modo continuo il campo magnetico senza consumare energia elettrica; inoltre, durante il
funzionamento non si genera calore. I motori che usano magneti permanenti sono molto
più piccoli dei loro analoghi con elettromagneti e sono utilizzati diffusamente per piccole
potenze. Sono esempi familiari di applicazione i motori per: trapani ed avvitatori a batte-
ria; nelle automobili (motorini di avviamento, alzacristalli elettrici, tergicristallo, lavavetro
e ventola del motore); nei registratori audio e video e negli orologi. Altri esempi di impie-
go li troviamo negli altoparlanti dei sistemi audio, degli auricolari leggeri, degli apparec-
chi acustici e delle periferiche di computer.
Segnale Segnale
in ingresso in uscita
Scrive Legge
vengono allineate con i loro assi maggiori in direzione parallela a quella con cui passano
davanti alla testina (vedi Figure 20.23 e Figura 20.24). Ciascuna particella costituisce un
singolo dominio e può essere magnetizzata solo con il suo momento magnetico allineato
lungo questo asse. Sono possibili due stati magnetici, che corrispondono alla magnetizza-
zione di saturazione in direzione assiale ed in quella opposta. Questi due stati rendono pos-
sibile l’immagazzinamento delle informazioni in forma digitale, come 1 e 0. Ogni 1 viene
rappresentato, in ciascun sistema, dalla inversione della direzione del campo magnetico
che si verifica non appena le particelle di forma aciculare di ciascuna di tali regioni passa-
no davanti la testina. Lo zero viene invece rappresentato dalle regioni che non hanno subi-
to inversioni.
La tecnologia di immagazzinamento a film sottile è relativamente nuova e fornisce
più elevate capacità di memorizzazione a costi più bassi. Viene impiegata principalmente
su drive di dischi rigidi e consiste in una struttura multistrato. Il componente effettivo di
immagazzinamento magnetico è formato da uno strato di film sottile magnetico (vedi
Figura 20.25). Il film è di norma una lega CoPtCr o CoCrTa, con uno spessore compreso
fra 10 e 50 nm. Il film sottile viene supportato al di sopra ed al di sotto da un substrato di
cromo puro o di una lega di cromo. Il film sottile di per sé è policristallino, con una dimen-
(b)
20.12 Superconduttività • W47
sione media del grano tipicamente compresa fra 10 e 30 nm. I grani, ciascuno dei quali
all’interno del film sottile costituisce un singolo dominio magnetico, devono avere dimen-
sioni e configurazioni il più possibile uniformi. Per i dischi di memoria magnetica che
impiegano tali film sottili, la direzione cristallografica di facile magnetizzazione per ogni
grano è quella corrispondente alla direzione di movimento del disco (o quella opposta)
(vedi Figura 20.25). Il meccanismo di immagazzinamento magnetico all’interno di ciascu-
no di questi grani a singolo dominio magnetico è lo stesso di quello visto per le particelle
aghiformi, come descritto in precedenza: i due stati magnetici corrispondono alla magne-
tizzazione del dominio in una direzione o in quella opposta.
La densità di immagazzinamento dei film sottili è superiore a quella dei particellari
perché per i film sottili è maggiore l’efficienza di compattazione dei domini rispetto a
quella delle particelle aciculari, che sono sempre separate da spazi vuoti. Attualmente, le
densità di immagazzinamento per i particellari sono dell’ordine di 1.5 × 105 bit/mm2; per
i film sottili, le densità di immagazzinamento sono all’incirca di due ordini di grandezza
maggiori (8 × 107 bit/mm2).
Riguardo alle proprietà magnetiche specifiche, i cicli di isteresi per questi mezzi di
immagazzinamento magnetico dovrebbero essere relativamente grandi e quadrati. Queste
caratteristiche assicurano che l’immagazzinamento sia permanente e che, inoltre, l’inver-
sione della magnetizzazione si produca in un intervallo ristretto di campi magnetici appli-
cati. Per mezzi di registrazione particellari, la densità del flusso di saturazione normalmen-
te oscilla fra 0.4 e 0.6 tesla (4000 e 6000 gauss); per i film sottili, Bs si trova fra 0.6 e 1.2
tesla (6000 e 12000 gauss). I valori di coercitività sono compresi tipicamente nell’interval-
lo fra 1.5 × 105 e 2.5 × 105 A/m (2000 e 3000 Oe).
20.12 SUPERCONDUTTIVITÀ
La superconduttività è sostanzialmente un fenomeno elettrico; viene trattata in questo
capitolo perché nello stato di superconduttività vengono coinvolti aspetti che riguardano il
magnetismo e, inoltre, i materiali superconduttori vengono utilizzati soprattutto nei
magneti in grado di generare campi elevati.
Per la maggior parte dei metalli di elevata purezza, la resistività elettrica diminuisce
gradualmente mano a mano che vengono raffreddati a temperature prossime a 0 K, avvi-
cinandosi ad un valore piccolo ma ancora apprezzabile, caratteristico per ogni metallo. Per
alcuni materiali, tuttavia, la resistività, a temperature molto basse, crolla bruscamente da
un certo valore a praticamente zero e rimane tale per ulteriore raffreddamento. I materiali
che presentano questo comportamento vengono chiamati superconduttori e la temperatu-
superconduttività ra a cui manifestano superconduttività viene detta temperatura critica TC .5 Nella Figura
20.26 viene messo a confronto il tipico comportamento resistività-temperatura dei mate-
riali superconduttori e di quelli non superconduttori. La temperatura critica varia da super-
conduttore a superconduttore, ma oscilla fra 1 K e circa 20 K per i metalli e leghe metal-
liche. Recentemente, per alcuni ossidi ceramici complessi sono state rilevate temperature
critiche di oltre 100 K.
A temperature inferiori alla TC , lo stato di superconduttività cessa se si applica un
campo magnetico sufficientemente grande, denominato campo critico HC , che dipende
dalla temperatura e diminuisce al crescere di quest’ultima. Si può dire la stessa cosa per la
densità di corrente; esiste cioè una densità di corrente applicata critica JC al di sotto della
quale un materiale diventa superconduttivo. La Figura 20.27 rappresenta in modo schema-
tico la delimitazione dello spazio densità di corrente-campo magnetico-temperatura che
5
Il simbolo Tc viene usato per rappresentare sia la temperatura di Curie (Sezione 20.6) che la tem-
peratura critica di superconduttività nella letteratura scientifica. Queste sono entità completamente
differenti e non devono essere confuse. In questa discussione sono indicate con Tc e TC, rispettiva-
mente.
W48 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
Resistività elettrica
Superconduttore
Metallo normale
0
0 TC
Temperatura (K)
HC (T = 0 K, J = 0)
TC (H = 0, J = 0)
Temperatura T Campo magnetico H
20.12 Superconduttività • W49
(a) (b)
pletamente diamagnetici per bassi campi applicati e l’esclusione del campo è totale.
Tuttavia, la transizione dallo stato superconduttivo allo stato normale è graduale e si
verifica tra i campi critici inferiori e quelli superiori, designati, rispettivamente, HC1 e
HC2. Le linee di flusso magnetico cominciano a penetrare all’interno del materiale ad
HC1 e, all’aumentare del campo magnetico applicato, la penetrazione continua; ad HC2,
la penetrazione del campo è completa. Fra i campi HC1 e HC2, il materiale si trova in
quello che è definito stato misto – sono presenti regioni a conduzione normale e super-
conduttive.
I superconduttori di tipo II sono preferiti a quelli di tipo I per le maggiori applicazio-
ni pratiche in virtù delle loro più elevate temperature critiche e campi magnetici critici. Al
momento i tre superconduttori più comunemente utilizzati sono le leghe niobio-zirconio
(Nb-Zr) e niobio titanio (Nb-Ti) ed il composto intermetallico niobio-stagno (Nb3Sn). Nel-
la Tabella 20.7 vengono elencati alcuni superconduttori di tipo I e di tipo II, con le loro
temperature critiche e densità di flusso magnetico critiche.
Recentemente è stata trovata una famiglia di materiali ceramici che normalmente
sono elettricamente isolanti ma che diventano superconduttori a temperature critiche
sorprendentemente elevate. Le prime ricerche sono state focalizzate sull’ossido di rame
bario e ittrio, YBa2Cu3O7, che ha una temperatura critica di circa 92 K. Questo materia-
le ha una complessa struttura cristallina tipo perovskite (Sezione 12.2). Nuovi materiali
ceramici superconduttori mostrano di avere temperature critiche ancora più elevate di
quelle che sono state e si stanno attualmente sviluppando. Alcuni di questi, con le loro
temperature critiche, sono elencati nella Tabella 20.7. Il potenziale tecnologico di que-
sti materiali è estremamente promettente dal momento che hanno temperature critiche
superiori a 77 K, ciò che consente l’uso di azoto liquido, un refrigerante molto poco
costoso in confronto all’idrogeno liquido ed all’elio liquido. Questi nuovi ceramici
superconduttori non sono senza inconvenienti, il principale dei quali è la loro natura fra-
gile. Questa caratteristica limita la possibilità di poterli fabbricare in normali forme d’u-
so, come i fili.
Il fenomeno della superconduttività ha diverse ricadute pratiche importanti. Magneti
superconduttori capaci di generare alti campi con basso consumo di energia stanno per
essere impiegati in prove scientifiche ed apparecchiature di ricerca. Inoltre, essi sono
anche usati per la formazione di immagini da risonanza magnetica (MRI) in campo medi-
co come strumento diagnostico. Le anormalità nei tessuti e negli organi del corpo posso-
no essere rilevate sulla base di immagini di sezioni trasversali. È anche possibile effettua-
re l’analisi chimica dei tessuti corporei con la spettroscopia di risonanza magnetica
(MRS). Esistono numerose altre potenziali applicazioni dei materiali superconduttori.
Alcuni di questi settori comprendono: (1) la trasmissione della corrente elettrica attraver-
so materiali superconduttori – le perdite di energia sarebbero estremamente basse e le
apparecchiature potrebbero funzionare a bassi livelli di potenziale; (2) i magneti per acce-
leratori di particelle di alta energia; (3) la commutazione e trasmissione dei segnali ad ele-
W50 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
Tabella 20.7 Temperature critiche e flussi magnetici per alcuni materiali superconduttori
Temperatura Densità del flusso
critica magnetico critica
Materiale TC (K) BC (tesla)a
Elementi b
Tungsteno 0.02 0.0001
Titanio 0.40 0.0056
Alluminio 1.18 0.0105
Stagno 3.72 0.0305
Mercurio (a) 4.15 0.0411
Piombo 7.19 0.0803
Composti e legheb
Lega Nb-Ti 10.2 12
Lega Nb-Zr 10.8 11
PbMo6S8 14.0 45
V3Ga 16.5 22
Nb3Sn 18.3 22
Nb3Al 18.9 32
Nb3Ge 23.0 30
Composti ceramici
YBa2Cu3O7 92 —
Bi2Sr2Ca2Cu3O10 110 —
Tl2Ba2Ca2Cu3O10 125 —
HgBa2Ca2Cu2O8 153 —
a
La densità di flusso magnetico critica (µ0HC) per gli elementi è stata misurata a 0 K. Per le leghe ed i composti, il flusso è
preso come µ0HC2 (in tesla), misurato a 0 K.
b
Fonte: Da Materials at Low Temperatures, R. P. Reed and A. F. Clark, (Editors), American Society for Metals, Metals Park,
OH, 1983.
vata velocità per i computer e (4) i treni ad alta velocità sospesi magneticamente, in cui la
levitazione si ottiene da repulsione del campo magnetico. Il principale deterrente alla dif-
fusione delle applicazioni di questi materiali superconduttori è, certamente, la difficoltà di
ottenere e mantenere temperature estremamente basse. Si spera di superare questo proble-
ma con lo sviluppo di nuove generazioni di superconduttori con temperature critiche ragio-
nevolmente elevate.
SOMMARIO
Concetti di base
Le proprietà magnetiche macroscopiche di un materiale derivano dall’interazione fra un
campo magnetico esterno ed i momenti dei dipoli magnetici degli atomi costituenti. Ad
ogni elettrone sono associati i momenti magnetici orbitali e di spin. Il momento magneti-
co risultante per un atomo è dato dalla somma dei contributi di ciascun elettrone, tenendo
presente che i momenti orbitali e di spin delle coppie di elettroni si annullano.
Diamagnetismo e paramagnetismo
Il diamagnetismo è dovuto alle variazioni di moto degli orbitali elettronici, indotte da un
campo esterno. L’effetto è estremamente piccolo e si oppone al campo applicato. Tutti i
materiali sono diamagnetici. I materiali paramagnetici sono quelli che hanno dipoli atomi-
Sommario • W51
ci permanenti, singolarmente attivi e che sono allineati nella direzione di un campo ester-
no. Poiché le magnetizzazioni sono relativamente piccole e persistono solo in presenza di
un campo applicato, i materiali diamagnetici e paramagnetici vengono considerati non
magnetici.
Ferromagnetismo
Nei metalli ferromagnetici (Fe, Co, Ni) si possono stabilire magnetizzazioni intense e per-
manenti. I momenti dei dipoli magnetici degli atomi sono originati dagli spin e si accop-
piano e si allineano con i momenti magnetici degli atomi adiacenti.
Antiferromagnetismo e ferrimagnetismo
In alcuni materiali ionici si trovano accoppiamenti antiparalleli dei momenti di spin dei
cationi adiacenti. Quelli in cui i momenti di spin si annullano completamente sono deno-
minati antiferromagnetici. Il ferrimagnetismo consente la magnetizzazione permanente,
poiché l’annullamento dei momenti di spin è incompleto. Nelle ferriti cubiche, la magne-
tizzazione utile proviene dagli ioni bivalenti (p.es. Fe2+), distribuiti nei siti reticolari ottae-
drici, con i momenti di spin reciprocamente allineati.
Domini ed isteresi
Al di sotto della temperatura di Curie, i materiali ferromagnetici o ferrimagnetici sono
composti da domini – regioni di piccolo volume entro le quali tutti i momenti dipolari uti-
li sono reciprocamente allineati e la magnetizzazione diviene satura. La magnetizzazione
totale del solido è pertanto la somma vettoriale opportunamente pesata della magnetizza-
zione di tutti questi domini. Non appena viene applicato un campo magnetico esterno, i
domini che hanno vettori di magnetizzazione orientati nella stessa direzione del campo si
accrescono a spese dei domini che hanno orientazioni di magnetizzazione sfavorevoli. A
saturazione totale, l’intero solido costituisce un unico dominio e la magnetizzazione risul-
ta allineata con la direzione del campo. La variazione della struttura del dominio col cre-
scere o con l’inversione di un campo magnetico si ottiene con il movimento delle pareti
dei domini. Sia l’isteresi (il ritardo del campo B che insegue il campo applicato H) che la
magnetizzazione permanente (o induzione residua) sono dovute alla resistenza al movi-
mento di queste pareti dei domini.
Anisotropia magnetica
Il comportamento di M (o B) in funzione di H per un monocristallo ferromagnetico è ani-
sotropo – cioè, dipende dalla direzione cristallografica lungo la quale è applicato il campo
magnetico. La direzione cristallografica per la quale si raggiunge Ms con il minore campo
H è una direzione di facile magnetizzazione; per il Fe, Ni e Co le facili direzioni sono,
rispettivamente, [100], [111] e [0001].
stretti e basse perdite di energia. Nei materiale magnetici duri le pareti dei domini si muo-
vono con molta difficoltà e danno origine ad ampi cicli di isteresi; poiché vengono richie-
sti campi maggiori per smagnetizzare questi materiali, la magnetizzazione è più perma-
nente.
Memoria magnetica
L’immagazzinamento delle informazioni viene ottenuto con l’impiego di materiali magne-
tici in forma o di particelle aciculari o di film sottili.
Superconduttività
Un certo numero di materiali presenta superconduttività per raffreddamento ed in vicinan-
za della temperatura dello zero assoluto, a cui la resistività elettrica diviene nulla. Lo sta-
to di superconduttività cessa se la temperatura, il campo magnetico o la densità di corren-
te superano un valore critico. I superconduttori di tipo I, al di sotto del campo critico HC,
non vengono attraversati dal campo magnetico, mentre al di sopra di questo valore la pene-
trazione del campo è completa. Nei materiali di tipo II questa penetrazione aumenta gra-
dualmente al crescere del campo magnetico. Sono in via di sviluppo nuovi ossidi cerami-
ci complessi che hanno temperature critiche relativamente alte, che consentono l’uso del
poco costoso azoto liquido come refrigerante.
BIBLIOGRAFIA
Azaroff, L. V. and J. J. Brophy, Electronic Processes in Jiles, D., Introduction to Magnetism and Magnetic
Materials, McGraw-Hill Book Company, New Materials, Nelson Thornes, Cheltenham, UK,
York, 1963, Chapter 13. Reprinted by CBLS 1998.
Publishers, Marietta, OH, 1990. Keffer, F., “The Magnetic Properties of Materials,”
Bozorth, R. M., Ferromagnetism, Wiley-IEEE Press, Scientific American, Vol. 217, No. 3, September
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Brockman, F. G., “Magnetic Ceramics—A Review and Lee, E. W., Magnetism, An Introductory Survey, Dover
Status Report,” American Ceramic Society Bulle- Publications, New York, 1970.
tin, Vol. 47, No. 2, February 1968, pp. 186–194. Morrish, A. H., The Physical Principles of Magnetism,
Chen, C. W., Magnetism and Metallurgy of Soft - Wiley-IEEE Press, New York/Piscataway, NJ,
Magnetic Materials, Dover Publications, New 2001.
York, 1986.
Domande e problemi • W53
DOMANDE E PROBLEMI
20.13 La formula chimica della ferrite di rame può ra e perché, al di sopra della temperatura di
essere scritta come (CuFe2O4)8 poiché vi sono Curie, cessa il comportamento ferromagneti-
8 unità di formula per cella unitaria. Se questo co.
materiale ha una magnetizzazione di saturazio-
ne di 1.35 × 105 A/m e una densità di 5.40
Domini ed isteresi
Mg/m3, stimare il numero di magnetoni di Bohr
associati con ogni ione Cu2+. 20.16 Descrivere brevemente il fenomeno dell’istere-
20.14 La formula del granato di ferro e samario si magnetica e perché si verifica per i materiali
(Sm3Fe5O12) può essere scritta nella forma ferromagnetici e ferrimagnetici.
Sm3c Fe2a Fe3d O12, dove gli apici a, c e d rappre- 20.17 Un solenoide lungo 0.5 m e con 20 spire porta
sentano i siti ove si dispongono gli ioni Sm3+ e una corrente di 1.0 A.
Fe3+. I momenti magnetici di spin degli ioni (a) Calcolare la densità di flusso nel caso che il
Sm3+ e Fe3+, posizionati nei siti a e c, sono solenoide si trovi nel vuoto.
orientati in modo parallelo fra loro e antiparal- (b) Una barra di lega ferro-silicio, il cui com-
lelo agli ioni Fe3+ dei siti d. Calcolare il nume- portamento B-H è riportato nella Figura 20.29,
ro dei magnetoni di Bohr associati con ciascu- viene posizionata all'interno del solenoide.
no ione Sm3+, date le seguenti informazioni: (1) Qual è la densità di flusso all'interno di questa
ogni cella unitaria è formata da otto unità di for- barra?
mula (Sm3Fe5O12); (2) la cella unitaria è cubi-
(c) Supponendo di immettere nel solenoide
ca con lo spigolo pari a 1.2529 nm; (3) la
una barra di molibdeno, quale corrente si deve
magnetizzazione di saturazione per questo
usare per produrre nel Mo lo stesso campo B
materiale è 1.35 × 105 A/m e (4) assumere che
prodotto nella lega ferro-silicio (parte b) con
vi siano 5 magnetoni di Bohr associati ad ogni
1.0 A?
ione Fe3.
20.18 Un materiale ferromagnetico ha una induzione
residua di 1.0 tesla e una coercitività di 15000
Influenza della temperatura sul comportamento A/m. Si raggiunge la saturazione con un campo
magnetico magnetico di intensità di 25000 A/m, in cui la
20.15 Spiegare brevemente perché nei materiali fer- densità di flusso è 1.25 tesla. Con questi dati
romagnetici la magnetizzazione di saturazio- tracciare la curva di isteresi tra H = –25000 e
ne diminuisce all’aumentare della temperatu- + 25000 A/m.
Figura 20.29
Intensità del campo magnetico, H (oersted)
Magnetizzazione
0.2 0.4 0.6
iniziale B in funzione 15000
di H per una lega 1.4
ferro-silicio.
1.2
Densità di flusso, B (gauss)
Densità di flusso, B (tesla)
1.0 10000
0.8
0.6
5000
0.4
0.2
0.0 0
0 10 20 30 40 50 60
Intensità del campo magnetico, H (A/m)
Domande e problemi • W55
20.19 Per un acciaio al carbonio si hanno i seguenti saturazione (Es) è definita dalla seguente equa-
dati: zione:
Ms
H B H B Es m0H dM
(A/m) (tesla) (A/m) (tesla) 0
0 0 80 0.90
15 0.007 100 1.14 Vale a dire che Es è data dal prodotto di µ0 con
30 0.033 150 1.34 l’area sottesa alla curva M-H fino al punto di
saturazione riferito all’asse delle ordinate (o M)
50 0.10 200 1.41 – ad esempio, nella Figura 20.17 l’area tra l’as-
60 0.30 300 1.48 se verticale e la curva di magnetizzazione fino a
70 0.63 Ms. Stimare Es (in J/m3) per monocristalli di
ferro nelle direzioni [100], [110] e [111].
(a) Costruire la curva di B in funzione di H.
(b) Qual sono i valori della permeabilità inizia- Materiali magnetici dolci
le e della permeabilità iniziale relativa? Materiali magnetici duri
(c) Qual è il valore della permeabilità massima? 20.24 Indicare le differenze tra materiali magnetici dol-
(d) A quale valore del campo H la permeabilità ci e materiali magnetici duri in base al comporta-
è massima? mento di isteresi ed in base a tipiche applicazioni.
(e) A quale suscettività magnetica corrisponde 20.25 Assumere che la lega ferro-silicio (97Fe, 3Si)
la permeabilità massima? nella Tabella 20.5 raggiunga il punto di satura-
zione quando inserita entro il solenoide del Pro-
20.20 Si deve smagnetizzare una barra magnetica di blema 20.1. Calcolare la magnetizzazione di
ferro con una coercitività di 7000 A/m. Se la saturazione.
barra viene inserita in un solenoide cilindrico
lungo 0.25 m con 150 spire, quale corrente elet- 20.26 La Figura 20.30 mostra la curva B in funzione
trica viene richiesta per generare il campo di H per una lega ferro-nichel.
magnetico necessario? (a) Qual è la densità del flusso di saturazione?
20.21 Una barra di una lega ferro-silicio, avente il (b) Qual è la magnetizzazione di saturazione?
comportamento B–H rappresentato in Figura (c) Qual è l’induzione residua?
20.29, viene inserita in un solenoide lungo (d) Qual è la coercitività?
0.40 m con 50 spire, attraverso cui passa una
(e) In base ai dati delle Tabelle 20.5 e 20.6, è
corrente di 0.1 A.
possibile classificare questo materiale come un
(a) Qual è il campo B all’interno di questa bar- materiale magnetico duro o dolce? Perché?
ra?
(b) A questo campo magnetico,
Memoria magnetica
(i) Qual è la permeabilità?
20.27 Spiegare brevemente il modo magnetico con
(ii) Qual è la permeabilità relativa? cui vengono immagazzinate le informazioni.
(iii) Qual è la suscettività?
(iv) Qual è la magnetizzazione? Superconduttività
20.28 Per un materiale semiconduttore ad una tempe-
Anisotropia magnetica ratura T al di sotto della temperatura critica TC,
20.22 Stimare il valore di saturazione di H per mono- il campo critico HC(T) dipende dalla temperatu-
cristalli di nichel nelle direzioni [100], [110] e ra secondo la relazione
[111].
20.23 L’energia (per unità di volume) richiesta per T2
H C (T ) = H C ( 0 ) 1 − 2 (20.14)
magnetizzare un materiale ferromagnetico a TC
W56 • Capitolo 20 / Proprietà magnetiche
1.2
0.8
0.4
0
0
60 40 20 20 40 60
0.4 H (A/m)
0.8
1.2
1.6
PROBLEMI DI PROGETTAZIONE
Ferromagnetismo Ferrimagnetismo
20.D1 Si vuole che una lega cobalto-ferro abbia una 20.D2 Progettare un materiale magnetico di ferrite
magnetizzazione di saturazione di 1.47 × 106 mista cubica che abbia una magnetizzazione di
A/m. Specificare la sua composizione in % in saturazione di 4.25 × 105 A/m.
peso di ferro. Il cobalto ha struttura cristallina
es.c con un rapporto c/a di 1.623. Assumere che
il volume della cella unitaria per questa lega sia
lo stesso di quello del Co puro.