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DPR 547/55 Il DPR 547/55 e’ l’esempio di questa normativa. Fa parte di quel gruppo di
norme che alla meta’ degli anni ‘50 si e’ occupata della sicurezza del lavoro
e della salute sui luoghi di lavoro (che allora si chiamavano anti infortunistica
e igiene del lavoro).
Se andiamo a vedere quella norma troviamo una definizione dettagliata e
WTD precisa di macchine e attrezzature, con la definizione di requisiti di sicurezza.
Rischio e valutazione del rischio Memo - 2
Nuova normativa negli anni ‘90 Negli anni ‘90 l’Unione europea ha promosso una nuova normativa, che e’
stata recepita nell’ordinamento italiano dal D Lgs 626/94.
Il principio di valutazione del rischio Il principio di valutazione del rischio e’ radicalmente diverso.
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Molte definizioni di rischio, non solo all’interno del D Lgs 81/08, legano il
concetto di rischio al danno, come se questo fosse un elemento essenziale.
Ritengo invece migliore la definizione data all’inizio, in cui il rischio ha sia un
versante down che un versante up (perdita e vantaggio).
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Rischio e valutazione del rischio Memo - 4
Approccio alla sicurezza in termini di E’ un approccio molto piu’ in linea con i tempi che viviamo: non siamo di fronte a
rischio una tecnologia ed un approccio ai problemi organizzativi dati che avranno,
almeno per un medio periodo una certa stabilita’, ma un periodo molto
turbolento suscettibile di grandi cambiamenti che inoltre si realizzano in tempi
molto brevi.
Processo di valutazione del rischio E’ necessario partire dai fattori di rischio più rilevanti e poi scendere per
approfondimenti successivi per arrivare a dei fattori che diventano di poco conto.
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Considerando un luogo di lavoro possiamo avere due situazioni:
Il luogo in cui avviene il lavoro - l’attivita’ avviene all’interno di uno o piu’ immobili che possiamo
esattamente identificare. L’edificio scolastico ha un indirizzo, e’ un luogo
fisico con delle sue caratteristiche.
- In altri casi il luogo di lavoro cambia di continuo e non possiamo
identificarlo esattamente a meno di valutarlo giorno per giorno e magari ora
per ora. Pensiamo al lavoro di un installatore, di un impiantista che si trova
ad operare in luoghi diversi e magari in piu’ luoghi nella stessa giornata.
In questi casi dobbiamo definire uno o piu’ luoghi di lavoro tipo o teorici:
- pensiamo ad un impiantista (elettricista ad esempio) che lavori in un
ambiente domestico, come realizzazione di impianti all’interno di
appartamenti o abitazioni. In questo caso avremmo un ambiente di lavoro
caratterizzato da lavori su impianti a bassa tensione, con un limitato
impiego di lavori in altezza (base di lavoro che non sara’ oltre un metro), in
assenza di fattori esterni che possano comportare un rischio aggiuntivo;
- All’opposto possiamo avere lo stesso lavoro di impiantista, che lavori in un
ambiente industriale: la tensione degli impianti potrebbe essere media o
alta e non solo bassa, i lavori in altezza potrebbero comportare un rischio
ben diverso (con base di lavoro a tre/cinque metri), con un ambiente di
lavoro molto piu’ rischioso. Un impiantista che lavori in azienda si trovera’
ad operare su parti di impianti o su reparti mentre il resto della produzione
va avanti.
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Analisi del rischio Applicando questo schema di analisi si passa all’analisi dei singoli fattori di
rischio, partendo da quelli piu’ rilevanti e passando poi a quelli che hanno una
minore rilevanza.
Nel primo caso non sara’ necessario fare ulteriori azioni, nel secondo occorrera’
agire per eliminare il rischio o se questo non e’ possibile ridurlo ad un livello non
significativo o comunque accettabile.
Rischio accettabile A questo punto si pone il problema di definire il rischio accettabile, che
indicheremo come il massimo livello di danno che potremmo affrontare:
- un danno che sia completamente recuperabile, che non lasci cioe’ delle
conseguenze permanenti e non eliminabili;
- Che il recupero avvenga in un tempo non troppo lungo;
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Datore di lavoro nella scuola La scuola ha un problema particolare: il datore di lavoro e’ il dirigente scolastico,
ma e’ un datore che ha competenza sull’aspetto organizzativo, mentre la
competenza sull’edificio che ospita l’organizzazione spetta all’ente proprietario.
Questo deriva:
(…) il datore di lavoro per gli uffici e le istituzioni scolastiche dipendenti dal
Ministero della Pubblica Istruzione viene individuato, (…)C) Istituzioni scolastiche
ed educative statali: i Capi della Istituzioni Scolastiche ed Educative Statali;
Art. 1 DM 21/6/1996 n. 292
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Chi deve fare la valutazione del rischio Abbiamo parlato lungamente della valutazione del rischio, di quale deve
essere l’approccio, ma non abbiamo parlato di due problemi tutt’altro che
secondari.
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Nello stesso modo i lavoratori, i referenti di plesso, gli eventuali preposti e gli
addetti emergenza e pronto soccorso, devono segnalare i cambiamenti e le
variazioni che possono rilevare affinché vengano recepiti nel documento.
Per ogni questione o domanda relativa ai contenuti di questo modulo di formazione vi chiediamo di inviare una e-mail all’indirizzo
training.wtd@gmail.com
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