7/ SOCIETA’ SEGRETE (1) L’opposizione ai regimi assolutistici si espresse in Italia tramite le
LE I MOTI DEL VENTI NELLA società segrete. La prime sommosse scoppiarono a Napoli e in Dopo il Congresso di Vienna si diffuse, grazie PENISOLA IBERICA (2) Sicilia. A Nola, vicino a Napoli, scoppiò una insurrezione che agli intellettuali ed alla borghesia, una generale Ferdinando VII aveva abolito la costituzione costrinse Ferdinando I a concedere la costituzione. In Sicilia si opposizione alle forme di governo assolutistico, di Cadice del 1814, sciogliendo il parlamento combatteva per evitare l’unione con il Regno di Napoli; i siciliani una opposizione che si manifestò in maniera e dando vita ad una politica rigida e Insorsero a Messina e a Palermo ma i napoletani riportarono clandestina attraverso le società segrete. La repressiva. Ma la rivoluzione si accese nel l’ordine. Intervenne l’Austria che ripristinò l’ordine, restaurò il maggior parte della popolazione, a causa della 1820 a Cadice, causando l’intervento della governo di Ferdinando I e condannò a morte molti rivoluzionari. loro ignoranza, era all’oscuro dei problemi Santa Alleanza che represse l’opposizione e In Piemonte si lottò contro la politica di Vittorio Emanuele I e gli politici. ristabilì l’ordine costituito. insorti cercarono l’appoggio di Carlo Alberto, cugino del re e Le due società segrete più importanti furono la Anche in Portogallo scoppiò una contrario alla politica di quest’ultimo. Carlo Alberto però Carboneria e la Massoneria. La Massoneria insurrezione, a causa della quale il re all’ultimo cambiò idea, ma l’insurrezione scoppiò ugualmente. aveva lo scopo di elevare culturalmente i suoi Giovanni VI concesse la costituzione che fu Vittorio Emanuele abdicò a favore del fratello Carlo Felice che in adepti, se in un primo momento aderiva alla abolita dal suo successore Pedro. quel momento non era in Piemonte e al suo posto fu nominato politica dello stato, ben presto si trovò in reggente Carlo Alberto che concesse la Costituzione che fu abolita conflitto con la politica del governo. dopo l’intervento della Santa Alleanza chiamata in Italia da Carlo La Carboneria aveva una organizzazione Felice. piramidale molto rigida e predicava, con un I MOTI DEL 1820/21 La Lombardia divenne il centro più importante della rivoluzione, linguaggio tipico dei carbonari, idee ma l’Austria impose una forte censura e arrestò molti oppositori. rivoluzionarie E DEL 1830 I MOTI DEL VENTI IN GRECIA (4) I MOTI DEL TRENTA IN ITALIA (6) Nel 1821 scoppiò in Grecia una sommossa e si proclamò A Modena, Bologna e Parma scoppiò un moto rivoluzionario che fu l’indipendenza dello stato dall’impero ottomano, la cui reazione represso grazie all’intervento dell’Austria. Ciò dimostrò la debolezza violenta mobilitò i liberali europei che partirono per la Grecia per delle società segrete, legate a particolarismi e estranee alle masse portare il loro contributo. popolari. Mazzini rifiutò la cospirazione segreta e voleva seguire la rivoluzione popolare e il coinvolgimento dei giovani; per questo fondò I MOTI DEL TRENTA IN FRANCIA (5) la Giovine Italia e la Giovine Europa. Nonostante l’organizzazione di Dopo la morte di Luigi XVIII salì al trono di Carlo X, che cercò di restaurare l’ancien regime. moti insurrezionali gli obiettivi di Mazzini non furono raggiunti, anzi Carlo X soppresse la libertà di stampa, venne sciolta la Camera e furono indette nuove elezioni, lui stesso dovette fuggire in America Latina, mentre molti adepti alla visto nelle elezioni precedenti il primo ministro di Carlo X aveva subito una scottante sconfitta. Giovine Italia furono incarcerati. La popolazione si ribellò alle misure adottate da Carlo X e combatterono duramente per tre giorni. Il re scappò e fu nominato Luigi Filippo d’Orleans, che adottò il tricolore rivoluzionario, abolì la censura, abolì il cattolicesimo come religione di Stato e istituì la guardia nazionale. Il nuovo sovrano, però, mostrò una certa simpatia per la classe borghese e questo determinò la reazione delle forze di sinistra e ciò portò a violenti moti popolari. Luigi d’Orleans sostenne il principio di non intervento, cioè gli stati non dovevano intervenire negli affari interni di un altro stato, schierandosi così contro i principi della Santa Alleanza, anche se il suo atteggiamento mutò sulla base degli interessi della Francia.