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AMERICA LATINA: GEOGRAFIA

Cristoforo Colombo nel 1492 giunse alle isole Bahamas, nell’Oceano Atlantico, mentre cercava un
cammino più corto per arrivare alle Indie.
La prima isola che incontrò la chiama “San Salvador”, poiché si trovava in una situazione critica.
Amerigo Vespucci scopre anni dopo che “Le Indie” erano in realtà un nuovo continente, che fu
chiamato America in suo onore.
L’America è divisa in 3 subcontinenti:
• Nord America
• Centro America
• Sud America

L’America Centrale è al centro di un dibattito: alcuni sostengono che faccia parte dell’America del
Nord, mentre altri sostengono che esista e che vada dall’istmo di Guhantepec all’istmo di Panama.
Un altro dibattito molto importante riguarda il Messico e la sua appartenenza al Nord o al Sud
America. Si è giunti quindi alla conclusione che geograficamente il nord del Messico appartiene al
Nord America e che il sud appartiene al Sud America; mentre culturalmente e antropologicamente
appartiene completamente all’ America Latina.
Il termine America Latina fu introdotto da Napoleone III; fu colonizzata da spagnoli e portoghesi e
per questo si diffusero le lingue romanze. Tuttavia ciò che unisce America latina non è solo la
lingua, ma anche la religione e la cultura.

America del Sud si divide in


• REGIONE ANDINA
Cile, Perù, Ecuador, Colombia, Bolivia
• REGIONE AMAZZONICA
Surinam, Venezuela, Brasil, Guyana
• REGIONE DEL CONO SUD
Paraguay, Uruguay, Argentina (+ Sud del Brasile)

PAESI E CAPITALI
Argentina – Buenos Aires El Salvador – San Salvador
Belice – Belmopan Guatemala – Città del Guatemala
Bolivia – Sucre Haiti – Puerto Principe
Brasile – Brasilia Honduras – Tegucigalpa
Cile – Santiago del Cile Jamaica – Kingston
Colombia – Bogotà Messico – Messico D.F.
Costa Rica – San Josè Panama – Città di Panama
Cuba – La Habana Paraguay – Asunciòn
Ecuador – Quito Perù – Lima
Porto Rico – S. Juan Repubblica Dominicana – Santo Domingo
Trinidad e Toboga – Porto Spagna Venezuela – Caracas
Uruguay – Montevideo
La popolazione dell’America Centrale è molto varia: ci sono popolazioni indigene, popolazioni
europee e anche persone di colore (discendenti degli schiavi africani).
Con il passare del tempo queste popolazioni si mischiarono e originarono i cosiddetti “mestizos”.

CARATTERISTICHE GEOGRAFICHE AMERICA DEL SUD


• Cordigliera delle Ande:
Monte Aconcagua (Argentina) è il punto più alto.
• Nelle falde che uniscono Cile e Bolivia si trova il punto più secco del mondo: il Deserto di
Atacama
• La Selva Amazzonica Colombiana è la parte più umida del mondo
• In Argentina si trova la pianura chiamata La Pampa, importante per l’allevamento
• Argentina e Uruguay sono divise dal Rìo La Plata
• Un altro fiume importante è il Rìo Orinoco
• Per quanto riguarda la vegetazione, la Selva Amazzonica (il polmone verde) è molto
importante

IL CLIMA
• Subtropicale → Colombia, Venezuela, Guyana, isole
• Continentale → condizionato dalla presenza delle Ande
• Presenza dell’Equatore che divide in due il paese → stagioni invertite

LA POPOLAZIONE
C’è un equilibrio etnico molto vario:
• In Perù, Ecuador, Nord Bolivia è dove si trovata l’antico impero Inca (durante la colonizzazione
si rifugiarono sulle montagne); per questo oltre a spagnoli ci sono anche popolazioni
autoctone
• In Paraguay e nel Nord Argentina vivevano i Mapuches. Oggi sono presenti anche qui
popolazioni europee
• Nella Selva Amazzonica vivono ancora oggi popolazioni indigene
• Nella costa nord del Sudamerica sono presenti delle popolazioni nere (schiavi)
In America Latina c’è un sentimento sopranazionale quando si parla di cultura, tuttavia bisogna
parlare anche di differenze per via della composizione etnica molto variata.

Alla fine del XIX secolo terminano le guerre di indipendenza. Nasce così il progetto di realizzare una
repubblica centroamericana, che però non si realizza. Come risultato si giunge alla divisione
geopolitica di oggi.
LE CULTURE MESOAMERICANE
Nell’attuale penisola dello Yucatan si sviluppò la prima cultura, la cosiddetta “Cultura madre”: la
cultura Olmeca.
Viene detta cultura madre perché diede origine alle altre culture:

Olmeca Anáhuac Maya


Mexicas
Tolteca
Aztechi (Tenochtitlan)

Gli Olmeca si originarono 2000 a.C.; in Messico soprattutto vengono considerati la Cultura Madre
perché furono loro ad iniziare a sviluppare la cultura.
Diedero vita al dio Quetzalcóatl, rappresentazione del sole e filo conduttore di tutte le civiltà.
La civiltà Olmeca durò circa 3000 anni e da essa si originarono:
• I Tolteca nel 700 a.C.; si dice che assimilarono gli Olmeca
• Gli Anàhuac nel 750 a.C.
Nelle civiltà Olmeca e Anahuac si trovano le radici degli Aztechi e dei Maya; Gli Anahuac in
particolare compresero che il territorio in cui vivevano era molto più ampio rispetto a ciò che
possedevano. Si divisero così in due: I Maya nel Sud della penisola dello Yucatan, e i Mexicas nel
nord.

GLI AZTECHI
Si svilupparono dai Mexicas nel nord dell’attuale Messico. Il loro impero fu distrutto con l’arrivo
dei conquistatori spagnoli (secoli XIV – XVI), aiutati dalle popolazioni sottomesse dagli Aztechi che
volevano vendicarsi.
Ciò accadde durante il regno di Moctezuma II: egli ricevette Hernan Cortez e i conquistatori
pensando fossero commercianti. Inoltre Cortez si presenta travestito da Quetzalcóatl, ingannando
così il sovrano e iniziando la conquista del Messico.

Gli Aztechi arrivarono ad un lago nel nord-ovest del Messico e trovano alcune isole, dove si
stabilirono. Iniziarono poi a disseccare il lago, ottenendo delle terre molto fertili. Così dal lago
Texcoco sorge la città chiamata Tenochtitlan (oggi Messico D.F.)
La città fiorì: era molto organizzata, aveva un mercato che permise agli Aztechi di espandersi anche
con il commercio, iniziando a stabilire anche unioni militari.
Si creò così un impero Azteca che si estendeva per quasi tutto il Messico; gli Aztechi crearono con
la forza, il commercio e la diplomazia quella che si chiamava Confederazione Azteca: arrivarono
addirittura al confine con Guatemala, dove si scontrarono con i Maya che si spostarono poi più a
sud.
Alla fine del regno di Moctezuma I c’erano 38 province tributarie. Iniziarono però lotte interne e
questa fu un’altra delle cause che permisero a Cortez di sconfiggerli
LA SOCIETA’
C’erano 3 classi principali
• Nobili (Famiglie nobili, sacerdoti e capi guerrieri)
• Plebei + Guerrieri
• Schiavi (dopo del tempo potevano acquistare la libertà)

PANTEON AZTECO
• Quetzalcóatl → dio della resurrezione e della scrittura; associato a venere
• Huitzilopochtli → dio del sole
• Coyolxahuqui → dea della luna
• Tlaloc → dio della pioggia
Gli aztechi praticavano il sacrificio umano, considerato come onore massimo, soprattutto per i
guerrieri.
Inoltre, sacrificavano anche i prigionieri delle “Guerre floride”, che erano incursioni nei territori di
altre popolazioni.

CULTURA
Era molto sviluppata: rappresentazioni grafiche sulle pelli animali, la scrittura, ma soprattutto il
calendario astrale. Questo calendario era composto di 365 giorni, divisi in 18 mesi da 20 giorni. I 5
giorni rimanenti non appartenevano a nessun mese ed erano considerati giorni di mala sorte.
SCRITTURA: Gli aztechi svilupparono un sistema ideografico molto simile a quello egizio, che
includeva numeri e ideogrammi di carattere fonetico. Utilizzavano questo tipo di scrittura per
redigere le regole dell’impero.
ARTE: l’arte era influenzata dagli Olmeca e dalla loro cultura statuaria. In quel periodo nacque
anche un’arte molto importante per il Messico di oggi, ovvero il muralismo, che aveva un carattere
religioso e mistico.
Molto importante era anche l’arte piumaria, che consisteva nella rappresentazione degli dei con le
piume (Quetzalcóatl → serpente alato). Le piume utilizzate non erano solo bianche, ma anche
colorate.
ASTRONOMIA: secondo loro l’astronomia influiva nel mondo agricolo, nell’organizzazione e nella
pianificazione della guerra (grazie alle guerre anche sviluppo medicina).
Gli Aztechi concepivano il tempo come ciclico e consideravano quindi la vita come una
preparazione alla morte.

SISTEMA DI EDUCAZIONE
L’educazione era molto rigida, simile a quella spartana, che formava gli Aztechi ad essere guerrieri.
Si insegnava storia, musica, scrittura, in modo che il popolo azteca potesse accedere a una cultura
sviluppata in modo importante.
Le donne erano meno istruite, allenate semplicemente ad essere donne di casa.
Inoltre l’educazione era diversa anche per quanto riguarda le classi: per i nobili il programma
didattico era più ampio, studiavano la disciplina delle guerre, il diritto, la storia, la religione, la
poesia e il canto. I plebei invece erano prevalentemente preparati al lavoro “forte”.
SVILUPPO SCIENTIFICO
Per quanto riguarda la medicina, consisteva nell’utilizzo di farmaci per curare traumi e ferite.
Naturalmente era presente l’aiuto dei principali dei. Di fatto tutti gli aspetti della cultura azteca
erano relazionati con la presenza degli dei.

GUERRA
La guerra per gli Aztechi era fondamentale. Si consideravano un popolo eletto per mantenere in
vita il dio Sole, che si alimentava con il sangue.
Molto importante era il sangue delle donne perso durante il sangue, perché credevano avesse
caratteristiche speciali. Per questi motivi pensavano che la guerra fosse giustificata.

RELIGIONE
La preoccupazione principale della religione era la cura dei propri guerrieri.
Oltre a quelli già citati, ci sono altri dei relazionati con la vita reale.
Quetzalcóatl era il dio più antico e credevano che avesse creato l’uomo. Per altre civiltà era dio
della civiltà.
Cortez riesce ad ingannare Moctezuma utilizzando questo dio: era raffigurato come un uomo
bianco con la barba, che indossava piume, e per questo fu facile ingannarlo.
Inoltre gli aztechi erano convinti che un giorno Quetzalcóatl sarebbe tornato sulla terra per salvarli.
Anche questo contribuì alla distruzione della civiltà Azteca.

LA COSMOVISIONE AZTECA
Quetzalcóatl era considerato colui che diede origine a tutto. Secondo gli aztechi c’è una sequenza
di mondi chiamati “soli”. Si erano susseguiti 5 soli e ciascun sole era un dio con una propria era
cosmica.
• 1° sole: creazione del mondo da parte del dio della terra. Il mondo era imperfetto: non c’era
cibo, gli animali erano deboli… per questo sparirono.
• 2° sole: creato da Quetzalcóatl (vento). Anche in questo caso mancava il cibo, infatti gli uomini
si alimentavano con semi. Unito a delle catastrofi naturali questo comportò la sparizione.
• 3° sole: creato da Tlaloc (qui dio del fuoco). In questo sole c’erano cereali, che era un alimento
importante per tutta mesoamerica. Gli uomini li mangiavano, infatti la vita era un po' meglio.
La causa della sparizione furono le catastrofi naturali. Tuttavia alcuni uomini per sopravvivere
si trasformarono in passeri.
• 4° sole: creato dalla dea dell’acqua. Gli esseri umani avevano un’alimentazione migliore e
riuscirono a mantenersi. La causa della sparizione furono delle inondazioni dal centro della
terra. Qui alcuni per salvarsi si trasformarono in pesci.
• 5° sole: In questo mondo si arriva al concetto di riproduzione e di famiglia. Il dio del sole e la
dea della notte (oppure un dio che aveva entrambi i generi) ebbero dei figli. Uno dei figli
doveva essere sacrificato e così si buttò nel fuoco come offerta. Questo dio era Nanahuatl che
si trasformò egli stesso in sole radiante e quindi nel 5° sole che ebbe la forza di arrivare ai
nostri giorni.
Gli aztechi credevano di esistere per dare la forza a questo sole e per permettere la sua
sopravvivenza.
STRUTTURA BASICA DEL MONDO MEXICA/AZTECO
• Cielo: dove andranno gli eletti, i glorificati, i martirizzati. Aveva la forma di piramide ed era
diviso in 13 livelli.
• Terra: dove si viveva di passaggio. Aveva la forma di un disco situato al centro dell’universo e
intorno c’era un filo di acqua.
• Inframondo: equivalente all’inferno cattolico. Aveva 9 cerchi, dove andavano quelli che non
meritavano il cielo. Li si trovava Mictlan, il padrone e il dio del regno della morte.
Alcuni morti potevano essere salvati da Quetzalcóatl (per questo da molti è considerato come
il dio principale del 5° sole).

IL MITO DI COATLICUE
Coatlicue si trovava al centro della cosmovisione azteca come dea madre, dea della vita e della
morte. Era considerata la madre degli altri dei e delle stelle.
Si dice che fu fecondata da una piuma e rimase incinta: avrebbe partorito il dio Huitzilpochtli.
Questa gravidanza misteriosa offese gli altri figli, che istigati dalla sorella Coyolxauhqui, decisero di
uccidere la madre.
Huitzilpochtli nacque completamente armato e vinse, tagliò la testa della sorella e la lanciò in cielo,
dove si trasformò in luna.

GLI 8 DEI AZTECHI PIU’ IMPORTANTI


• QUETZALCOATL: serpente piumato che rappresenta la dualità umana: il serpente è il corpo
fisico con le limitazioni, le piume sono i principi spirituali.
È il dio della vita, della luce, della sapienza, della fertilità e della conoscenza. Patrono del
giorno e dei venti.
È considerato il dio principale e creatore di tutto.
• HUITZILOPOCHTLI: colibrì del sud.
Principale dio dei Mexicas ed era associato al sole.
Gli Aztechi lo consideravano la divinità patrona del loro impero, visto che era considerato un
sanguinario.
Era il dio della guerra e a lui venivano sacrificati gli umani.
È il figlio di Coatlicue.
• COATLICUE: dea del fuoco, della fertilità, della vita e della morte.
È venerata come madre degli dei e delle stelle del sud.
• TLALOC: “nettare della terra”.
Dio della pioggia, responsabile della stagione della pioggia e venerato per questo.
• MICLATECUTLI: dio dell’inframondo e dei morti.
• TEZCATLIPOCA: dio del cielo e della terra.
Fonte della vita; origine del potere e della felicità. Padrone delle battaglie
• XOCHIPILLI: “principe dei fiori”, “fiore preziosa”, “fiore nobile”
dio dell’amore e del piacere, dei giochi, della bellezza, dei fiori del mais, delle arti e delle
canzoni.
• TONATIUH: dio del sole e anche del quinto sole. Si identificava anche con Huitzilopochtli.
IL SINCRETISMO DEGLI AZTECHI
Si parla di sincretismo quando due culture (o religioni) si mescolano e si uniscono.
In questo caso le culture che si uniscono, partendo dalle religioni, sono quella Azteca e quella dei
conquistatori/colonizzatori.
Per salvaguardare la propria religione, gli aztechi cercarono di “nasconderla” dietro a quella che gli
era imposta: è così che il panteon azteco e quello cattolico si fondono, unendo gli dei aztechi a Dio
e ai santi cattolici.
Il sincretismo religioso diede origine poi al sincretismo culturale: si mischiarono canti, strumenti,
balli e anche la lingua (introduzione nuove parole)

Il concetto di sincretismo è diverso da quello di transculturazione: quest’ultimo significa che una


cultura viene eliminata perché totalmente assorbita da un’altra.

Il processo di sincretismo inizia nello stesso momento della conquista. Sempre nel momento della
conquista inizia anche il processo di evangelizzazione, portato avanti dai frati domenicani. Si parla
di una evangelizzazione fatta con la croce e la spada: infatti chi non accettava di convertirsi veniva
ucciso.
Perché il cattolicesimo doveva essere imposto?
• Cristoforo Colombo arrivò in America grazie all’appoggio dei Sovrani Cattolici, che
finanziarono il suo viaggio.
• La civiltà azteca praticava il sacrificio umano, che agli occhi dei cattolici era qualcosa di
disumano e diabolico.
• Assieme ai conquistatori arrivano i frati domenicani.
• La conversione è qualcosa che gli spagnoli hanno sempre imposto (basti pensare alla
Reconquista). Era il loro modo di agire: imporre prima il potere e poi la religione.

Il primo momento in cui si uniscono i concetti cattolici e aztechi fu il riadattamento dei funerali
aztechi (qualcosa di simile al cattolicesimo c’era già: la loro cosmovisione era molto simile ai
concetti di paradiso e inferno dei cattolici.)
Da lì in poi si originarono nuovi culti e cerimonie funebri in cui gli aztechi rimodellarono le proprie:
un esempio è il giorno dei morti (dìa de los muertos). Esiste sia in America Latina, dove è una vera
e propria festa, sia in Europa, dove è una semplice commemorazione.

Si sviluppa grazie al sincretismo anche il concetto di religione popolare: in America Latina la gente
fa un uso popolare della religione. Questo perché è mischiato ai riti autoctoni delle antiche
religioni.
I MAYA
I Maya si sviluppano nel 2500 a.C. circa in America Centrale: dall’istmo di Tegualtepec fino al
confine dell’attuale Messico con gli altri paesi. (l’attuale sud del Messico)
È la civiltà mesoamericana più antica e una delle più sviluppate, nonostante si dedicassero
soprattutto all’agricoltura.
Si possono individuare 3 periodi
• 2000 a.C. – 300 d.C. → periodo formativo (influenza Olmeca)
• 300 – 900 d.C. → periodo classico; si sviluppa la cultura, l’agricoltura, l’architettura…
• 900 – 1492 → periodo post classico; continue invasioni di altri popoli (Tolteca e Mexicas) fino
all’arrivo dei conquistatori.
In particolare nel periodo post classico furono invasi dai Tolteca e dai Mexicas che tentarono di
distruggere i loro stabilimenti nella penisola dello Yucatan. Tuttavia i Maya riuscirono a difendere
le loro città e arrivarono a una pace, firmata nella città di Mayapan, che dura per molto tempo. Ad
un certo punto, quando la situazione si fa insostenibile, si spostano ancora più a sud, fin quando
arrivano i conquistatori.
In realtà i Maya non furono eliminati, ed è per questo che ancora oggi i loro discendenti vivono.

AGRICOLTURA
Coltivavano soprattutto mais, fagioli, cacao e cotone. Quest’ultimo è molto importante ancora
oggi, come si può notare dalle industrie tessili.
I Maya avevano inventato delle macchine che altro non erano se non le antenate dei moderni telai.
In questo modo potevano creare tessuti, anche di differenti colori.
Fabbricavano anche la ceramica, di qualità molto alta.
Tuttavia c’erano delle limitazioni: la mancanza di una moneta, infatti usavano il cacao al suo posto;
oppure la mancanza delle ruote. Questo rendeva più difficoltoso il commercio.

ARCHITETTURA
Molto importante era la loro architettura: avevano costruito città enormi con centri dedicati a
cerimonie religione (i monumenti esistono ancora oggi).
Svilupparono anche diversi stili: crearono le volte; utilizzavano il marmo con cui realizzavano gli
architravi (dinteles); utilizzavano finestre molto piccole (probabilmente per evitare l’invasione
della selva, nonostante vivessero in un paese molto caldo.); utilizzavano colori molto brillanti;
costruivano molte sculture, non solo di carattere religioso.

LINGUA
La lingua Maya era molto difficile, con molte variazioni. Oggi è parlata da mezzo milione di
persone. All’interno della civiltà maya si svilupparono altre lingue minori, ma la principale restava
quella maya.
Svilupparono anche una scrittura geroglifica, tramite la quale riuscirono a diffondere la loro
cosmovisione, la loro mitologia e la loro sapienza.
Per scrivere utilizzavano diverse risorse: pietra, corteccia, pelli animali.
I testi maya che sono stari redatti si chiamano codici. Di tutti quelli scritti ne esistono oggi solo 3
(Dresda, Parigi e Madrid).
L’opera più importante è il Popol Vuh, che per loro era come una bibbia.
ASTROLOGIA
Anche loro come gli Aztechi avevano un calendario, basato sugli studi astrologici e agli dei.

LA COSMOVISIONE MAYA
Dato che i Maya esistono ancora oggi, i nomi degli dei sono stati tradotti in spagnolo.
Così come gli Aztechi, credevano che il nostro mondo fosse stato distrutto e ricostruito diverse
volte.
I Maya di oggi si trovano nel 4° mondo. Secondo la leggenda, al finale del 3° sorge quello che loro
chiamano “Primo Padre” o “Mais Rivelato”. I signori del regno del male (Xibalbà) lo uccidono e lo
sotterrano nel campo da calcio (luogo quasi santo per i Maya). I suoi figli gemelli però lo salvarono
e poté resuscitare, preparandosi per creare il 4° mondo.
Di questo mito si parla nei codici e viene specificato che ha luogo il 13 agosto 1314 a.C.
La prima cosa che fa P.P. è separare la terra dal cielo: fece crescere una pianta di mais, in modo
che alla terra arrivò la luce (la pianta fu chiamata albero del mondo).
Questa pianta mantenne il cielo sollevato, come un asse: infatti il cielo viene detto cielo elevato.
La pianta si presentava piena di pannocchie: era un’allegoria del benestare agricolo dei Maya, ma
anche la rappresentazione grafica del P.P.
La terra invece era sostenuta da un animale, un enorme coccodrillo, per questo si poteva muovere.
Al di sotto di questo coccodrillo si trovava l’Inframondo, il luogo dove vivevano i morti, insieme
agli animali notturni e pericolosi.
Il cosmo era così strutturato:
• Inframondo: 9 strati, dove si trovavano i diversi esseri che vivevano a Xibalbà
• Cielo: 8 direzioni, rappresentavano i diversi aspetti della vita sulla terra. I Maya si riferivano a
quelle con i “punti cardinali”, dividendolo in 4 angoli (i 4 angoli dell’universo).
Sostenevano che in questi 4 angoli si trovassero degli esseri celesti che reggevano la propria
parte del cielo sulle spalle.
Al centro della terra si trovava la pianta di mais, che emetteva i colori che corrispondevano ai
4 angoli:
❖ Nord = bianco
❖ Sud = giallo Ognuno degli esseri si chiamava CABAB
❖ Ovest = nero
❖ Est = Rosso

P.P. disegnò anche la struttura sociale della terra:


• Governanti: solo famiglie nobili, con il potere solo nella linea maschile. Erano nobili perché
designate dagli dei a comandare. Alla nobiltà appartenevano anche i sacerdoti, i capi guerrieri
e i commercianti.
• Guerrieri minori: servivano per mantenere l’ordine nella società, fungendo anche da giudici.
Si occupavano anche dei tributi che il popolo doveva pagare.
• Uomini inferiori: erano coloro che lavoravano e quindi mantenevano la società, la parte
materialmente produttiva.
• Schiavi: prigionieri di guerra e prigionieri detenuti perché avevano commesso delitti. Anche
coloro che nascevano schiavi.
Le classi si differenziavano in base a ciò che indossavano.
IL POPOL VUH
Il Popol Vuh si trasmette all’inizio oralmente; quando inventano la scrittura trascrivono i testi
principali e poi, dopo la colonizzazione, un frate domenicano attua una traduzione al latino.
Il P.V. tratta della storia dei Maya e della loro formazione sociale.
Quest’opera fa parte della ricchezza culturale degli indigeni del Messico del sud: contiene la loro
ricchezza sociale, spirituale e letteraria.
Nel 1524 sparisce per poi ricomparire nel XVIII secolo nelle mani di un frate domenicano: F.
Jimenez.
Questo frate opera una prima traduzione della lingua Quiche al castigliano, facendo attenzione a
non violare i canoni della religione cattolica e, al tempo stesso, di rispettare la religione maya
(sincretismo).
Il P.V. è diviso in varie parti:
• Il creatore e la formazione del mondo
• Formazione della società a partire dal creatore
• Creazione dell’uomo a partire dal mais
Questa è un’opera in continua evoluzione dove viene fissata l’oralità maya: la storia viene
teatralizzata.

La versione spagnola è divisa in:


• 1a parte – 9 capitoli: creazione e norme etiche del popolo + relazione con gli dei
• 2a parte – 14 capitoli: storie memorabili del popolo +della sfida ad accettare le regole degli dei
• 3a parte – 10 capitoli: organizzazione del popolo nel territorio dove oggi vivono i Quiche
• 4a parte – 12 capitoli: discendenza dell’uomo Quiche e la sua espansione territoriale

Il P.V. parla anche della bellezza della musica e dei silenzi che coprono la terra; dei balli e dell’uso
delle maschere. A questo proposito hanno un ruolo importante la voce e la parola: infatti il P.V.
nasce con la nascita della scrittura.

Il primo grande diffusore del P.V. fu uno scrittore di nome Miguelangel Asturias, che ottiene la
fama negli anni 60/70. Scrive “miti e leggende del mondo Maya” che è importante perché si basa
nel P.V.
Un altro scrittore importante fu Manuel Galich, folklorista ed etnologo che studiò molto il P.V. e
promuove una sua revisione negli anni 60/70: si ottiene così una riedizione.

Nel P.V. si parla dell’uso della maschera che serviva per occultare il proprio io e diventare un altro.
La maschera più usata era quella della morte, Xibalbà.

IL SINCRETISMO MAYA
I maya avevano la stessa origine degli Aztechi, di conseguenza anche la loro religione ha radici
nella civiltà Olmeca.
Quando gli spagnoli giunsero nel nuovo continente, non capirono l’importanza della religione, che
era presente in tutti i campi. La civiltà maya era infatti teocratica, ossia fondata sulla religione.
Questa religione fu definita esoterica: il clero era ben organizzato, e come religione era talmente
complessa che fu definita “la più chiusa e complessa del Mesoamerica”. La complessità stava nella
gran quantità di dei, che spesso erano duali.

I maya consideravano il tempo ciclico, e questo permetteva agli dei e agli esseri umani di risorgere.
Per questo erano importanti le celebrazioni religiose che servivano per comunicare con gli dei.
Importante era anche la concezione tributaria: facendo sacrifici, alimentavano gli dei con il sangue.

I sacerdoti avevano sotto il loro controllo lo sviluppo scientifico, culturale, medico… perché erano
connessi agli dei e avevano conoscenze religiose.

Gli dei nel cosmo avevano una struttura sociale simile a quella terrena.

I maya credevano che quando la gente moriva, andava direttamente all’inframondo: da li gli eletti
viaggiano grazie a potermi magici fino al cielo, dove si trasformavano in dei. I non eletti venivano
sotterrati nel terreno della propria casa, assieme ad oggetti religiosi che li avrebbero accompagnati
nell’aldilà.

IL PANTEON MAYA
Era molto complesso per via della grande quantità di dei (tra i 180 e i 200).
La maggior parte di essi personificavano le forze della natura.
I maya avevano elaborato una religione ufficiale che si basava in centri, dove celebravano le
cerimonie, e in città con templi. Dal 900 d.C. questa ufficialità si trasformò in religiosità popolare.
La loro religione era un contratto tra umani e dei, i quali aiutavano gli uomini a realizzare il loro
lavoro e gli facilitavano gli alimenti.

GLI DEI MAYA PIU’ IMPORTANTI


• HUNAB-KU: dio unico Maya, che non poteva essere rappresentato materialmente perché
incorporeo.
Nonostante tutto fosse originato da lui, essendo incorporeo, non lo adoravano.
• ITZAMNA’: rappresentato come una specie di coccodrillo o un serpente bicefalo.
Originariamente era il dio del firmamento: reggeva il giorno e la notte, ed era il dio del sole,
della luna, della pioggia, dell’agricoltura, del mais, della medicina, della divinazione, delle
stelle e di venere.
Con il passare del tempo arrivò ad essere il dio della sapienza, il progenitore delle scienze,
dell’arte, inventore del calendario, della scrittura geroglifica e delle tavole della cronologia
maya.
• IX AXAL UCH/IXCHEL: dea maya della luna, compagna del sole e dea creatrice.
la sua influenza si manifestava nelle maree, nelle piogge che producevano inondazioni, nelle
mestruazioni e in alcune malattie. Inoltre, era la patrona della fecondità, della procreazione,
della nascita, della medicina, della divinazione e del tessuto.
• KUKULCAN: serpente piumato, dio dei tuoni, della pioggia e delle tormente.
Una delle relazioni più oscure nel culto tra i Maya e gli Olmeca: questo dio altro non è se non
Quetzalcoatl. Tuttavia qui possiede una certa negatività.
• ZOTZILAHA CHIMALMAN: figura sinistra, principe delle legioni maya dell’oscurità. Era un dio
pipistrello, che viveva nella “casa dei pipistrelli”, ovvero una caverna orripilante nel cammino
verso la casa dell’oscurità e della morte.

Questo panteon è relazionato con la vita terrena e per questo questa religione continua ad essere
viva ancora oggi: nel sud del Messico, in Guatemala e nell’isola El Salvador ci sono i discendenti dei
Maya e la vecchia cultura è ancora molto radicata, infatti portano vestiti tipici e vivono relazioni
con gli dei.

IL SINCRETISMO MAYA
Il sincretismo qui consiste nell’unione tra la religione maya e il cattolicesimo. Inizialmente i
conquistatori volevano realizzare una deculturazione religiosa, ovvero volevano evitare l’unione
delle due religioni. Per fare questo imponevano castighi e portarono avanti una vera e propria
tragedia nei confronti di chi non voleva sottomettersi.
La maggior parte del popolo infatti rifiutò una totale assimilazione della propria religione con
quella cattolica: questo si chiama dualità di culto e consiste nel desiderio di mantenere vivo il loro
mondo religioso.

In questo processo di evangelizzazione e di eliminazione dei culti pagani, i conquistatori portarono


dalla Spagna le confraternite cattoliche. Queste erano unioni clericali intorno alle quali si dovevano
unire le popolazioni autoctone per celebrare i santi proposti da questa. In realtà era
un’organizzazione sociale e di potere che permise ai conquistatori di manipolare queste
popolazioni, imponendogli un sistema simile al loro.
Il processo sincretico ebbe luogo all’inizio della conquista (secoli XVI – XVII): i fenomeni di
evangelizzazione e di unificazione iniziarono assieme.

I Maya cercarono di assimilare i santi cattolici alle antiche personalità che veneravano nella loro
religione. Di questo la confraternita si rese ma conto, ma lo accettò.
Inizia così questo miscuglio (es. confraternita cattolica con sacerdoti maya) che si protrae fino al
presente: un esempio di questo è la santificazione del vescovo Romero.

Una delle figure più venerate nella religione attuale è Maximon. L’origine di questa figura è
sconosciuta, molto probabilmente è la forma cristiana del dio Mam.
Oggi è venerato soprattutto in Guatemala e ha diverse rappresentazioni visuali, come per esempio
S. Giorgio o S. Andrea, altre volte è una figura che porta vestiti tipici maya.
Si crede che il nome sia la combinazione di Simon e Max, che nella lingua maya significa tabacco
(→ divinità del tabacco).

MANIFESTAZIONE SINCRETICHE
• Giorno dei Morti
• Pasqua (Semana Santa), soprattutto in Guatemala. Qui è importante la figura di Maximon, che
è venerato fino al Venerdì Santo: viene portato in giro per le strade perché benedica i luoghi
in cui passa.
La Pasqua, a differenza del Giorno dei Morti, è una tradizione assunta da una commemorazione
che non gli apparteneva, bensì introdotta dagli spagnoli. I latinoamericani l’hanno fatta loro e
hanno messo Maximon al posto di Cristo.

Le comunità indigene hanno incorporato nei loro culti anche celebrazioni e santi cattolici: la
venerazione dei loro santi passa così attraverso la venerazione dei santi cattolici.
Il cristianesimo che si diffonde in America Latina presenta sì elementi simili, ma anche differenze:
ad esempio si pensi all’uso popolare della religione. La loro religione non è solo cattolica e non è
solo maya. È formata da due parti e il popolo le utilizza a volte assieme e a volte separate
(cattolicesimo ritualista → si riferisce ai riti celebrativi degli dei maya).
Un culto molto radicato nella cultura di molti paesi latinoamericani è il culto al Santissimo
Sacramento e alla rappresentazione del Sacro Cuore di Gesù.
GLI INCA
Sono una civiltà che si sviluppò tra il 1200 e il 1533. Occuparono un territorio vastissimo, che
corrisponde attualmente a Perù (Ande), Bolivia, Ecuador, nord del Cile e il nord-ovest
dell’Argentina. Questo era un territorio ricco, adatto all’agricoltura, ricco anche di elementi
naturali e di risorse dell’oceano Pacifico.

L’impero Inca era conosciuto come Tahuantinsuyo, che in Quechua significa “i 4 angoli del
mondo”. Questo impero ebbe come capitale Cusco.
Al governo c’era il Sapa Inca, titolo attribuito al re/imperatore inca, che aveva un contatto diretto
con il popolo.
Il titolo del re era ereditario e lo ereditava il figlio più abile e adatto a governare il popolo. In caso
di più figli si teneva una specie di “concorso”.
Si svilupparono due dinastie:
• Hanan Cusco = Cusco alto
• Hurin Cusco = Cusco basso
Queste contribuivano alla forza dell’impero, anche se a volte tra le due c’era rivalità.

Gli Inca riuscirono a stabilire una organizzazione sociale e statale originale ed importante che unì i
popoli che occuparono. Il loro scopo era, oltre che imporre il loro dominio, valorizzare anche la
cultura.

ORGANIZZAZIONE POLITICA
Gli inca erano organizzati secondo una monarchia assoluta, dove il monarca non aveva limiti di
poteri. In realtà c’era un contrappeso: il consiglio degli anziani.
Il potere era centralizzato nel Sapa Inca e il popolo era unificato grazie alla lingua e alla religione (in
Perù le lingue ufficiali sono 2: castigliano e quechua).
Nonostante questo assolutismo, il re governava con l’approvazione del popolo: questo perché
regnavano per il benessere del popolo.
Altre figure importanti sono:
• Chasquis: aveva un ruolo importante, era il messaggero che trasportava i vari messaggi e
controllava la amministrazione
• Coya: era la sposa del Sapa Inca (poteva essere anche la sorella). Coya era anche un titolo di
nobiltà che si estendeva a tutte le donne della famiglia imperiale
In quanto sposa del re, la Coya era la sovrana e quindi la prima donna.
• Auqui: principe ereditario, eletto in base alle doti che possedeva (intelligenza, abilità
guerriera, astuzia).
Regnava per un periodo insieme al padre per apprendere l’arte di governare.
• Consiglio imperiale: capi inca, formato da anziani. Si riuniva sotto direttive del re.
• Capac Apo: governatori regionali, vigilavano, controllavano il rispetto della legge, la
fiscalizzazione.
• Tucuy Ricuy: aiutanti dei Capac Apo, erano funzionari statali, controllavano la stabilità del
sistema.
• Curaca: capi delle tribù sottomesse; erano in contatto diretto con il popolo.
PIRAMIDE SOCIALE

Sapa Inca

Nobleza: Coya, principi e sommi sacerdoti

Bassa nobiltà: nobiltà di Cusco, inca


di privilegio e nobiltà di provincia

Popolo: al servizio dello stato (mita)


e della nobiltà (minga).

Sotto il punto di vista culturale, era molto importante l’architettura: un chiaro esempio è Machu
Picchu.
Gli Inca erano una civiltà guerriera; come gli Aztechi imponevano un’educazione spartana. Un
personaggio guerriero importante fu Atahualpa, il quale affrontò le truppe spagnole che arrivano
nel 1533. Purtroppo, fu reso prigioniero e giustiziato.

Molte delle notizie di ciò che accadeva nel Nuovo Mondo arrivavano in Europa grazie a Garcilazo
de la Vega, uno dei primi mestizos (padre spagnolo e madre inca). Egli si convertì infatti in un
“cronista” del Nuovo Mondo. Il suo obiettivo era far arrivare in Europa la vera visione del Nuovo
Mondo attraverso miti e leggende.
Uno dei miti più importanti è il mito di Capac Manco e Mama Occlo :
in passato, nei pressi del lago Titicaca (attualmente in Bolivia), gli uomini vivevano come animali;
non avevano leggi, religione, organizzazione sociale, selvaggi.
Un giorno il sole, Inti, ebbe compassione di loro e inviò i suoi figli Capac Manco e Mama Ocllo per
aiutarli. Inti diede ai suoi figli un bastone dorato: per scoprire quale fosse la terra più fertile
dovevano infilarlo nel terreno; laddove fosse penetrato facilmente ci sarebbe stata una terra
fertile.
Sorsero così dal lago e iniziarono a cercare un luogo fertile. Quando lo trovarono fondarono Cusco.
Successivamente radunarono gli uomini intorno a loro, educandoli e civilizzandoli: Capac Manco
insegnò agli uomini l’agricoltura, la caccia e come costruire capanne; Mama Ocllo insegnò alle
donne a tessere e a lavorare in casa.
Successivamente la città fu divisa in due parti:
• Hanan Cusco = Cusco alta → Capac Manco
• Hurin Cusco = Cusco bassa → Mama Ocllo

Lingua Quecha, lingua aggregante, legante cosi come la lingua Spagnola successivamente
Due elementi importanti della cultura Inca, dopo la Figura degli dei, sono la lingua e la religione
LA COSMOVISIONE INCA
Gli Inca credevano che il tempo fosse ciclico e che si alternassero periodi di caos e periodi di pace,
in un’eterna successione. (concezione molto moderna)
Lo spazio terreno secondo loro era diviso in:
• Piano orizzontale: Sopra (Hanan) e Sotto (Hurin)
• Piano verticale:
❖ Uku Pacha = mondo di sotto, dove stavano i morti.
❖ Kay Pacha = mondo del presente, dove stavano i vivi.
❖ Hanan Pacha = mondo celestiale, dove vivevano i morti giusti e gli dei.
I due piani si completavano a vicenda.
Questa visione del cosmo si basava nello studio e nell’osservazione delle stelle (dell’emisfero
australe). In particolare, la costellazione Crux era il centro stellare del mondo; intorno a questa gli
Inca creano la loro cultura, la loro cosmovisione, la loro origine e lo sviluppo del mondo.
L’analisi del cosmo diede come risultato la spiegazione del sorgimento e dello sviluppo della vita
nel mondo. L’uomo è sorto dalla terra, dai luoghi naturali: questo concetto di relazione tra uomo e
natura era molto radicato nella cultura andina. La terra era vista come elemento complementare
dell’uomo: questa cambiava e l’uomo doveva adattarsi ed integrarsi.
Gli inca credevano anche che il tempo ciclico fosse relazionato con lo spazio.
Portavano avanti il concetto di interrelazione tra cosmo e terra, venerando questi due e gli dei che
li reggevano.
Inoltre, la cosmovisione Inca era caratterizzata da una forte dualità, così come la religione: la terra,
dove stavano gli uomini, era relazionata con il cielo, dove stavano gli dei.

LA RELIGIONE INCA
La religione inca era una religione animista, poiché l’anima degli dei era in continua evoluzione, e
panteista, poiché c’era un panteon di dei, una varietà enorme, ognuno con la propria
rappresentazione.
Il centro terrenale, storico e religioso era (ed è ancora oggi) Cusco, dove nacque l’impero. Qui
confluirono i differenti popoli della valle del Cusco, dove iniziarono poi ad espandersi, ad assumere
forza, cultura ecc.
L’espansione fu mitificata: si sosteneva infatti che questi popoli si svilupparono perché erano visti
come eletti dagli dei per essere civilizzati. Cusco assume così una connotazione religiosa/magica e
si considera come “l’ombelico” del mondo e dell’universo.
Gli dei per gli Inca non erano solo divinità, erano energia, forza che muoveva il mondo, che
interveniva per il loro sviluppo, anche culturale.
La religione si basava in una mitologia attorno a Inti: infatti l’impero inca viene anche detto
“impero dei figli del sole”. Influenzarono la cultura dei popoli che conquistarono, integrando in
modo coerente la loro ideologia: la cultura e la religione Inca erano il punto d’incontro e unione fra
i popoli conquistati in un territorio molto ampio.
La cultura delle popolazioni di oggi (Perù, Bolivia, Ecuador) è influenzata da quella inca. In un
territorio così vasto a volte le figure cambiano di nome, ma sono pur sempre le stesse.
IL PANTEON INCA
• Wiracocha: figura del maestro, prima divinità degli Inca, creatore del cielo e della terra. Si
trova nel punto più alto del panteon inca.
• Inti: in Quechua significa “sole”. È la divinità più significativa della mitologia Inca e
rappresenta la relazione tra Wiracocha e gli uomini.
• Mama Quilla: madre della luna, del firmamento e sposa di Inti. Quest’ultimo e Mama Quilla
erano quasi allo stesso livello, poiché erano entrambi importanti nei cambi della natura.
• Pacha Mama: madre terra o madre cosmica. È la forza femminile dalla quale proviene tutto il
mondo materiale, il sostentamento della natura e tutta la realtà.
• Pachacamac: sovrano del mondo, una riedizione dii Wiracocha. Venerato soprattutto nella
costa centrale dell’impero inca, era conosciuto come il dio dei terremoti. Era considerato il
creatore di varie civiltà andine.
• Mama Sara: madre del grano. Era la più importante delle rappresentazioni religiose del cibo,
assieme alla Coca e alla Papa (patata).
• Mama Cocha: dea dell’acqua, a lei si rendeva conto per calmare le acque agitate e per una
buona pesca. Rappresentava tutto ciò che era femminile.
• Illapa: dio dei lampi, dei tuoni e dei fulmini, e quindi dio della battaglia.

SINCRETISMO ED EVANGELIZZAZIONE DEGLI INCA


È importante distinguere tre tappe nell’arrivo dei conquistatori:
• Scoperta, 1492: arrivano gli europei e scoprono che dopo l’oceano c’è un nuovo continente.
• Conquista, 1532: dopo la scoperta inizia la conquista. I conquistatori sono coloro che iniziano
l’evangelizzazione; conquistare un nuovo mondo per loro significava togliere questi popoli
dalla barbarità → evangelizzazione con la spada e la croce.
• Colonizzazione: impiantazione di un sistema “copiato” dalla spagna.

Nella seconda metà del XX secolo si inizia a parlare di sincretismo ed evangelizzazione. Prima si
parlava di deculturazione, che era ciò che volevano fare i conquistatori. Pretendevano di
impiantare in questi territori il loro sistema, ovvero sostituire un sistema religioso con un altro.
Tuttavia, non fu solo una sostituzione, ma anche un tentativo di eliminazione della prima. Non
riuscirono a portare a termine questo, sfociando nel sincretismo.
Ci furono fondamentalmente due momenti:
• 1°: all’inizio non si opposero in maniera forte ed erano abbastanza disposti a praticare il
cattolicesimo
• 2°: si resero conto che stavano perdendo le proprie tradizioni e che professando il
cattolicesimo, negavano i loro simboli.
Iniziarono quindi i conflitti: solo con la forza gli spagnoli riuscirono a imporre il loro sistema,
eliminando quello precedente.
In quel momento sorsero le Ayllus, delle strutture sociali molto unite e radicate dove il popolo
continuava a professare la propria religione e a sviluppare i miti e le celebrazioni e a venerare gli
elementi naturali. Erano come una sorta di universo alternativo dentro il quale si mantenevano le
radici inca (comprese le istituzioni).
Francisco Pizarro inizia la conquista sottomettendo e facendo riconoscere il podere assoluto della
Spagna, imponendo delle regole. Questo porta a una crisi di valori nel mondo inca: il Sapainca non
era più quello che possedeva il potere e l’impero. In questo momento di debolezza inizia il violento
momento della deculturazione.

Si instaura il sistema delle Riduzioni: per governarli, gli spagnoli creano un sistema di gruppi
concentrati in diversi territori limitati. Qui tutto era limitato, ridotto, anche la relazione che loro
avevano con la terra in quanto le terre da coltivare erano poche.
Con l’arrivo degli spagnoli arrivano anche molte malattie come vaiolo, pertosse, morbillo. Gli inca,
estranei a queste, si ammalarono e iniziarono a morire. Questo portò a una crisi sociale e
demografica. Paradossalmente, gli Inca pensavano fosse colpa loro, credevano che queste malattie
fossero una punizione degli dei per non averli difesi.
In questo clima di distruzione gli Spagnoli iniziano l’evangelizzazione.
Durante questo processo tentarono di imporre il crocifisso come simbolo di salvezza e di una
nuova religione. Gli Inca non rinunciano però ai loro Huacas (simboli religiosi), ma convertono la
croce nel simbolo di venerazione dei loro Huacas.
Con questa sovrapposizione di simboli inizia la sovrapposizione dei due mondi: si impiantano
chiese nei centri religiosi inca, Wiracocha viene sovrapposto a Dio ecc.
Gli inca riconobbero il culto alla vergine Maria poiché ricordava Mama Occlo.
LA SCOPERTA E LA CONQUISTA DELL’AMERICA
Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo scopre l’America.
Nei secoli XV e XVI ci sono stati molte grandi scoperte geografiche e scientifiche. Per quanto
riguarda quelle geografiche sono stati scoperti nuovi strumenti e nuove barche, chiamate
caravelle. Fu questo tipo di imbarcazione che Colombo utilizzò nel suo viaggio: la Niña, la Pinta e la
Santa Maria.

C. Colombo nacque a Genova nel 1451 e morì a Valladolid nel 1506. Viaggiò per tutto il
Mediterraneo, percorrendo e studiando tutte le vie commerciali. Inoltre, Genova a quei tempi era
uno dei centri di navigazione più importanti.
Colombo voleva trovare un’altra strada che conducesse in Asia poiché il passo dello Stretto del
Bosforo era dominato dai turchi. Una delle vie avrebbe potuto essere circumnavigare l’africa per
poi salire verso il pacifico.
Nel suo affanno di trovare questa nuova rotta, si trasferisce in Portogallo nella seconda metà del
1470, per studiare le mappe che Toscanelli aveva presentato al re del Portogallo, Alfonso V, nel
1474. Presentò così il suo progetto al re, il quale lo rifiutò.
Alla fine degli anni 70 si sposta in Spagna per proporre il suo progetto ai Sovrani Cattolici.
Tuttavia, in quel momento la Spagna era occupata nella Reconquista.
Nel 1492 cadde l’ultima roccaforte araba in Andalusia; lo stesso anno i due sovrani firmarono la
Capitolazione di Santa Fè: accettarono il progetto di Colombo, includendo una serie di benefici per
lui, come il 10% di tutto ciò che sarebbe stato scoperto, il titolo ereditario di viceré e di ammiraglio
della flotta.
Il 3 agosto 1492 parte con la sua flotta, si dirige verso le Canarie, dove si ferma fino al 6 settembre,
per poi ripartire.
Il 12 ottobre uno dei marinai inizia a vedere terra: scoprono una prima isola nei Caraibi (arcipelago
Bahamas) che chiamano San Salvador perché quest’isola salvò la spedizione.
Continuano a navigare e scoprono Cuba e La Española.
Colombo però morì senza rendersi conto che non era arrivato in India, ma che aveva scoperto un
nuovo continente.
La scoperta di Colombo e le risorse portate in Spagna marcarono un nuovo apporto economico
importante: la Spagna si convertì in un ponte tra il Nuovo Mondo e l’Europa. Di conseguenza il
traffico per il Mediterraneo diminuisce.
L’arrivo in questo nuovo continente portò una nuova aria in Europa: iniziarono ad arrivare
naviganti da tutta Europa, inclusa la Chiesa Cattolica.
Papa Alessandro VI regala ai Sovrani Cattolici una delle bolle pontificie dove gli da l’autorizzazione
a colonizzare queste terre e ad espandere il regno di Castiglia. Inoltre, li nomina sovrani di queste
terre.
Nel 1494 viene firmato il Trattato di Tordesillas, con il quale vengono eliminati i conflitti tra
Portogallo e Spagna. I Portoghesi furono i secondi a partire ed arrivarono all’attuale Brasile.
Iniziò l’occupazione e la dominazione Iberica del nuovo continente, che non si chiamò America fino
a che Amerigo Vespucci non si rese conto che non erano le Indie, ma un altro continente.

Colombo fece 3 viaggi:


• 1492: scoperta, San Salvador
• 1493-1496: Cuba, La Española, Jamaica, costa nord Venezuela
• 1498-1500: Trinidad, percorre la costa fino a Panama

Nel 1500 arrivarono i primi commendatori, anche se questa fu una contraddizione perché doveva
essere Colombo il governatore di tutto. Si oppose e per questo fu arrestato e portato in Spagna
assieme a suo figlio come prigioniero.
Dopo essere stato liberato, fa un 4° viaggio, scoprendo le coste dell’America Centrale. Questa
venne chiamata Terra Firme.
Su incarico dei Sovrani Cattolici arriva nel nuovo continente Nicolas Orlando, che ha il titolo di
governatore delle isole e della terraferma. Colombo rientra così definitivamente in Spagna e si
presenta alla corte per reclamare i suoi diritti, non ottenendo nulla.
Muore poi nel 1506 nella totale miseria. Suo figlio inizia un processo legale, chiamato “Los pleitos
colombinos” e nel 1509 ritorna in America, dove viene nominato governatore per risolvere il
processo.

Orlando impiantò un sistema di governo per regolare la vita dei coloni che vivevano tra gli indigeni.
Iniziò anche a sfruttare il lavoro di queste popolazioni, in particolare per la ricerca dell’oro nella
sabbia dei fiumi.
Furono create le Encomiendas, ovvero territori delimitati dove misero le tribù per sottometterle e
sfruttarle. Nel 1503 fu emesso un documento che le rendeva legali.
Gli indios venivano divisi in modo arbitrario in:
• Indios di guerra, che andavano a lottare.
• Indios di ragione, che stavano nelle encomiendas, sotto la protezione dell’encomendero,
come fossero una sua proprietà.
Il lavoro forzato fu il primo passo per lo sterminio delle popolazioni dei Caraibi, assieme alle
malattie. Questo portò a un disastro demografico che lasciò l’isola senza gente per il lavoro; come
soluzione gli spagnoli diedero il via alla tratta degli schiavi.

Una figura importante di questo periodo è Vasco Nuñez de Balboa, personaggio che più tardi si
unirà a Cortez nella conquista e colonizzazione del Messico.
Di lui si parla con dignità, perché nonostante occupasse i territori, evitava la violenza il più
possibile. Instaurò un’amicizia con i Caciques (capi tribù), provando a evitare la violenza contro di
loro.

Nel 1517 gli Spagnoli arrivano nello Yucatan. Diego Velazquez, governatore di cuba, aveva
autorizzato la spedizione, con le risorse dei coloni impiantati a Cuba e che avevano capito che
l’isola non era più produttiva e quindi approvavano questa spedizione.
Però prima del permesso dei sovrani e di Velazquez, Cortez organizzò la spedizione e la seguente
conquista del Messico.
Nel 1519 Cortez sbarca nell’attuale Veracruz ed entra in contatto con i Maya, dominati dagli
Aztechi. I Maya gli danno informazioni sulla capitale azteca e così iniziò la conquista.
Cortez instaura un rapporto di amicizia con Moctezuma; questo non era approvato da Velazquez
che invia l’esercito per fermarlo. Cortez però li convince a unirsi a lui.
Nel 1522 il Messico centrale e buona parte di quello meridionale si trova in mano a Cortez: gli
venne dato il nome di Nuova Spagna.
Cortez seppe mantenere il contatto con la Spagna e per questo fu uno dei conquistatori che
ricevette maggiori benefici.
Nel 1535 arriva nella Nuova Spagna il primo viceré, poiché la Spagna ha deciso di dividere i territori
in vicereami.
Contemporaneamente si stava conquistando ciò che rimaneva dell’America Centrale in due
direzioni: da nord verso sud e viceversa.
Nel 1546 tutta America Centrale si trovava sotto il comando della Nuova Spagna.

Nel 1522, in contemporanea, si facevano i primi viaggi di esplorazione in Sudamerica.


Nel 1519 Pizarro occupa il sud di Panama e nel 1522 inizia a penetrare il continente. Gli erano
arrivate notizie dell’impero Inca: nel 1532-33 occupa l’impero, entrando a Cusco senza nessuna
opposizione.
Nel 1535 fonda la città di Lima e chiama tutto il territorio conquistato Nuova Castiglia. Fino a quel
momento non c’erano state grandi violenze.
Queste iniziarono nel 1536/37 a causa del cattivo governo di Pizarro che saccheggia Cusco,
provocando l’ira degli Inca. Scatta una pericolosa ribellione che ebbe ripercussioni negative per il
dominio coloniale. La rivolta fu però sedata e gli Inca sconfitti.
Nel 1534 i conquistatori arrivano nel Cile. Pizarro dopo aver terminato la conquista di Cusco di
unisce a Diego de Almagro: si stabiliscono nel sud del Perù e fondano la Nuova Toledo.
Dopo che entrano nel Cile iniziano a combattere tra loro e nel 1538 Pizarro vinse, iniziando a
instaurare le prime città.
Nel 1542 si da un nuovo carattere alle encomiendas, che diventano ereditarie. Inoltre, viene
eliminata la schiavitù e si decide che alla morte dell’encomendero gli indigeni sarebbero diventati
impiegati del re.
Nel 1570 sale al trono Tupac Amaru che cercò di mantenere la società e l’orgoglio inca, ma nel
1572 fu ucciso. Passò alla storia come simbolo di indipendenza.

L’AMERICA COLONIALE SPAGNOLA


La corona separò i territori colonizzati in 4 dipendenze amministrative chiamate vicereami, ognuna
regnata da un viceré. All’inizio erano ereditari i titoli, dal 1535 circa cambia.
Il viceré governava in rappresentanza del re in questi territori. Sotto di lui c’erano nobili,
intellettuali, e i discendenti degli spagnoli chiamati creoli.
Si diffonde il fenomeno del Criollismo, differente in ciascuno dei paesi dell’America Latina. Questo
fenomeno è ciò che porta le colonie a iniziare le guerre di indipendenza nel XIX secolo.
Oltre ai vicereami si crearono anche le capitanie generali, territori indipendenti uniti ai vicereami,
governati dai capitani generali.
I vicereami erano: Nuova Spagna, Vicereame del Perù, Vicereame del Rìo de la Plata, Nuova
Granada; le capitanie generali erano Cuba, Portorico, Cile, Yucatan, Santo Domingo.
VICEREAME DELLA NUOVA SPAGNA
Occupa quasi tutta America Centrale, inclusa la capitania di Cuba.
Fu creata nel 1535. In seguito alla conquista degli Aztechi, si costruì al posto di Tenochtitlan la
nuova capitale del vicereame: Città del Messico.
Qui si costruisce una società a immagine e somiglianza di quella spagnola: si cancella tutto ciò che
c’era prima e se ne impianta una nuova.
In questo vicereame ci fu un impatto demografico importante: la maggioranza della popolazione
originaria era morta e, dalla fusione con altre popolazioni, nacquero i creoli.
Dal punto di vista economico erano importanti l’industria mineraria, data la ricchezza minerale del
Centro America, e il commercio, attraverso Cuba.

VICEREAME DELLA NUOVA GRANADA


Composto dal Sud dell’America Centrale, Ecuador, Colombia, Cap. Gen. Venezuela e Panama.
Fu creato nel 1717, con capitale Quito. Anche qui era importante l’industria mineraria.
Per alcuni anni questo vicereame fu sospeso a causa di alcune alterazioni sociali, ma nel 1740
venne rifondato.
Nel 1816 si trasforma nella Grande Colombia, assieme a Ecuador e Venezuela (→S. Bolivar).

VICEREAME DEL PERU’


Formato da Perù, Ecuador, Bolivia, Colombia, Nord Cile, Nordovest Argentina, ovvero i territori
Inca. La capitale era Città dei Re/Cusco, trasformata poi il Lima.
I primi insediamenti furono nella zona del Cusco, con F. Pizarro. Il possesso termina nel 1534 e il
vicereame si crea nel 1542.
Anche in questo vicereame si ebbe un calo demografico; non grande come in quello della Nuova
Spagna, poiché gli Inca fuggirono dagli spagnoli salendo sulle Ande.
Dal punto di vista economico anche in questo caso si sviluppa l’industria mineraria e il commercio.

VICEREAME DEL RIO DE LA PLATA


Composto da Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia, Cile e parte del sud del Brasile.
La zona di questo vicereame era molto ricca.
Fu creato nel 1776, con un carattere provvisorio, e definitivamente nel 1778. La capitale era
Buenos Aires.
Questo vicereame sorge per la necessità delle colonie di penetrare territori colonizzati da altre
potenze.
Dal punto di vista economico, inizialmente si diffuse l’industria mineraria, in seguito si cedette il
passo al commercio, all’agricoltura e all’allevamento di animali.

Per regolare la vita nelle colonie, la Spagna promulgò una serie di leggi, chiamate Leggi delle Indie.
Queste leggi avevano lo scopo di:
• Creare un apparato burocratico: vicereami, capitanie, Casa di Contrattazione (commercio
America – Spagna) e Consiglio delle Indie (funzione legale).
• Regolare la vita sociale e politica delle colonie
Per quest’ultimo punto nel 1542 si promulgarono altre leggi, le Nuove Leggi, volte anche a
migliorare la situazione esistente tra coloni e nativi.
Per esempio, si trattò della questione delle Encomiendas. Furono stabilite senza frontiere e senza
ordine, assegnando terre e schiavi a un colono, detto encomendero, che doveva pagare un tributo
ed era responsabile dei suoi indigeni (anche di evangelizzarli).
Per questa questione, esistevano già le Leggi di Burgo (1512), per stabilire ordine sul lavoro nelle
encomiendas ed evitare lo sfruttamento.
Dopo il 1545, teoricamente, la schiavitù fu abolita. In realtà diventa una semi-schiavitù in alcuni
territori, e in altri rimane uguale (per esempio a Cuba fu abolita nel 1878, dopo la 1 a guerra
d’indipendenza).

L’INFLUENZA DELLE POPOLAZIONI NERE


In seguito al calo demografico nei Caraibi, nel golfo del Messico e della costa nord del Sudamerica,
si ebbe una mancanza di mano d’opera.
I coloni quindi si recarono nella costa ovest dell’Africa e prendono persone, portandole nel Nuovo
Continente su barconi in condizioni disastrose: iniziò così nel 1501 la tratta degli schiavi, arrivando
al picco massimo nel XVII secolo.
La presenza dei neri la si vede soprattutto nei Caraibi e nella costa nord del Sudamerica (nel resto
ce n’erano di meno). Questa presenza portò un apporto culturale molto grande; di fatto la
popolazione nera si sviluppò culturalmente sotto gli Spagnoli.
La miscela ebbe luogo quasi fin dall’inizio della formazione dei nuovi territori; America acquisisce
un nuovo elemento antropologico: quello africano.
La miscela avviene fra 3 componenti antropologico:
• Quello autoctono dell’America Latina
• Quello europeo
• Quello africano → portano la loro religione, lingua, musica…
Aumenta il fenomeno del criollismo, si arricchisce quell’area geografica e, come conseguenza
dell’apporto di una nuova cultura, aumenta il fenomeno del sincretismo.

SINCRETISMO NEI CARAIBI


La parte più evidente era la musica (Bachata, Cha Cha Cha).
Un ruolo importante lo ha avuto anche la Santerìa, dando luogo a un tipo di sincretismo differente.
Era infatti una nuova religione, creata dall’unione dei culti africani con quelli cattolici, poiché gli
schiavi si videro obbligati a nascondere le loro divinità.

Erano raggruppati in base all’origine, in modo che potessero capirsi meglio.


I popoli principali che arrivarono ai Caraibi furono:
• Yorubas
• Dahomeyanos
• Bantus

IL PANTEON YORUBA
• Olofi: padre di tutti. I figli prediletti erano Obatalà (M), Yemayà (F) e Ochùn (F).
• Obatalà: si dice che Olofi convocò tutti i figli per un pranzo. Obatalà non arrivava e il pranzo
ritardò, con le conseguenti lamentele dei presenti.
Una volta arrivato, mangiarono e, in seguito, Olofi prese il figlio e gli chiese il motivo del
ritardo. Questo gli spiegò che incontrò diverse persone che avevano bisogno di aiuto e si
fermò per risolvere i loro problemi. Il padre gli disse che aveva fatto bene e lo nominò Testa di
tutti gli uomini.
È rappresentato come Cristo vestito di bianco.
• Yemayà: dea della maternità. Anch’essa fu chiamata da Olofi e non arrivò.
Olofi aveva castigato gli uomini togliendogli l’acqua. Yemayà vide, mentre andava a casa del
padre, una pozzanghera. Allora si mise del sale sotto la lingua e la mattina dopo andò dal
padre, malata, per mostrargli come stavano gli uomini. Olofi le da ragione e la nomina anche
dea delle acque mansuete.
È rappresentata come la Vergine della Grazia.
• Ochùn: dea della fertilità. Aveva un corpo meraviglioso. Un giorno, dopo aver avuto 2 figli
gemelli, si recava ad un monte ed era preoccupata per il suo corpo. Vede una zucca e fa un
trattamento per la pancia, per conservare la sua bellezza.
È rappresentata come la Vergine della Carità (mulatta), patrono di Cuba.
• Changò: dio della forza e del combattimento. Marito di Ochùn, che abbandonò. Olofi lo
chiamava quando aveva problemi di guerra, dato che era il capo dell’esercito e aveva il
compito di difendere il popolo.
• Elegguà: non era uno dei figli prediletti; era il portiere del Monte (colui che apriva il cammino
della vita). Non aveva caratteristiche particolari.
Un giorno Olofi scoprì che chiedeva cose materiali in cambio dell’apertura della porta.
Non ha un’immagine propria.

La Santerìa presenta alcune differenze con rispetto al Cattolicesimo:


• Non ci sono templi per venerare gli dei; si facevano degli altari.
• L’aiuto per il prossimo era solo spirituale → il sacerdote era il Babalao
• Aveva un carattere utilitario
• Aveva un sistema di divinazione (in mano al Babalao)
Il nome Santerìa viene dal fatto che gli dei si nascondevano dietro ai Santi.

IL PROCESSO DI INDIPENDENZA DI AMERICA LATINA


Nei secoli XVI, XVII e XVIII si sviluppa in America Latina qualcosa a immagine e somiglianza della
Spagna.
Nei secoli XVII e XVIII si sviluppa un sentimento nazionale, il Criollismo. (diverso dal nazionalismo)
Sorgono persone di una nuova identità umana, ad esempio i mulatti (spagnoli+indigeni/africani) o
gli zambos (africani+indigeni).
Il processo di indipendenza dura tutto il secolo XIX.
Ciascuna guerra ha durata e percorsi diversi. Tuttavia, lo scopo era lo stesso: indipendizzarsi.
CAUSE ESTERNE:
• Desiderio di indipendenza politica, economica e sociale.
• Indipendenza Nordamerica; i creoli volevano fare lo stesso.
• Debolezza Spagna: era stata sconfitta nella battaglia di Trafalgar e inizia il declino
CAUSE INTERNE
• Carattere psicologico; per esempio i creoli figli degli spagnoli avevano certi benefici rispetto
ad altri creoli.
• Differenza di classi, di risorse e di vita in ciascun gruppo sociale (Bianchi, figli spagnoli, creoli
spagnoli, indigeni, neri)

Avevano la necessità di indipendizzarsi. Nel 1810 circa iniziano le prime rivolte.


1°: Rivolta degli indios del vicereame del Perù, diretta da Tupac Amaru, motivata dalle condizioni
sociali degli Inca.
2°: nel 1806 nel territorio della Nuova Granada e della Nuova Spagna sorgono alcune delle prime
rivolte per ottenere l’indipendenza → nessun successo.
3°: a Buenos Aires, nel vicereame del Rìo de la Plata, per un breve lasso di tempo il governo si
indipendizza dalla Spagna. Ma a causa di contraddizioni tra i creoli stessi, il potere passa di nuovo
alla corona.

Nel 1810 iniziano le rivolte in Messico che sfociano in una guerra d’indipendenza. Chiedono la
separazione dalla Spagna, la divisione delle terre e l’uguaglianza dei diritti. Questo provocò la
paura della classe principale creola, che si oppose alla guerra.

Nel 1811 il vicereame del Perù e quello della Nuova Granada, Colomba e Venezuela si uniscono in
un congresso nazionale che proclama l’indipendenza del Venezuela.

Nel 1820 il vicereame della Plata crea un esercito capeggiato da creoli e nel 1823 ottengono
l’indipendenza di Argentina, Uruguay e Paraguay.
Le ultime colonie ad indipendizzarsi furono Cuba, Portorico e Venezuela.

Cuba inizia nel 1868 con la rivolta di un terra tenente spagnolo. Il suo primo atto d’indipendenza fu
liberare gli schiavi. Nel 1878 arriva un rappresentante della Spagna per un atto di pace. La cosa
importante di questo atto fu l’eliminazione ufficiale della schiavitù.
Nel 1895-98 si ha una seconda guerra d’indipendenza che termina con l’indipendenza. Cuba ebbe
l’aiuto degli USA: in seguito all’esplosione di una nave degli USA dichiarano guerra alla Spagna.
Nel 1901 venne firmato il Trattato di Parigi: Cuba, come segno di riconoscimento cede agli USA un
territorio a vita, ovvero la città di Guantanama; la seconda concessione fu in canale di Panama, con
il vincolo che potevano averlo solo per 100 anni.

CONSEGUENZE DELL’INDIPENDENZA
ECONOMICHE:
• Indipendenza dal monopolio spagnolo. Tuttavia, non avendo una struttura economica propria
dovettero chiedere aiuto ad altri paesi (USA+UK) →invasioni straniere che portarono alla
retrocessione dell’industria mineraria e allo sviluppo dell’agricoltura.
SOCIALI:
• Riconoscimento classi sociali.
• Istituzionalizzazione dei paesi con costituzioni che proteggevano i diritti.
• Esodo alle città → deterioro sociale delle attuali grandi città.
POLITICHE:
• Nacquero le repubbliche con sistemi politici deficienti: passarono da liberali ad autoritarie.
All’inizio del XX secolo la terra del Messico stava in mano al solo 1% della popolazione →
rivoluzione messicana nel 1910 (guerra civile).

AMERICA LATINA NEL XIX SECOLO: DALL’INDIPENDENZA ALLA FINE DEL SECOLO
Come risultato delle varie guerre d’indipendenza, i vari leader avevano pensato a delle unificazioni,
mantenendo gli aggruppamenti dei vicereami. Tuttavia, non riuscirono a realizzare questo
progetto.

CAUSE SMEMBRAMENTO
• Presenza di spazi vuoti tra i vari territori → isolamento + mancanza di comunicazione
• Interessi diversi di ciascun paese che stava nascendo
• Arrivo dei capitali stranieri, soprattutto UK, che ebbe un ruolo importante poiché tentò di
dividere al massimo America Latina (visione separatista del continente)
• La società continuava ad essere divisa in classi; di conseguenza la borghesia territoriale
continuava a sfruttare le classi inferiori

Dopo il 1825 inizia il processo di formazione delle grandi città latinoamericane. In contemporanea
inizia anche il fenomeno migratorio dei contadini per la ricerca di lavoro.

LA NASCENTE ECONOMIA LATINOAMERICANA


Dopo la separazione, i latinoamericani iniziano a cercare di entrare nel mercato europeo. Riescono
ad arrivare al Nord America, con l’aiuto di USA e UK.
Ci furono 2 tappe:
1. Apertura al commercio e commercializzazione delle materie prime, attuando un intercambio
con i prodotti che arrivavano dall’Europa.
(America Latina – materie prime ↔ Europa – prodotti)
2. Nascono le prime banche e conseguente affluenza del capitale straniero. America Latina inizia
così a svilupparsi e sorgono ferrovie, strade, industrie di luce e acqua ecc.

CARATTERISTICHE ECONOMIA LATINOAMERICANA


• Impiantazione della monocultura: basano l’economia sullo sviluppo di un solo settore
• Commercializzazione materie prime
• Invasione dei capitali stranieri: limitazione sviluppo autonomo dei paesi nascenti
• Nascita del fenomeno del latifondo: estensione di terra che appartiene a una sola persona. La
borghesia terriera si trasforma in un elemento importante, che influisce sullo sviluppo politico
delle nuove città

Con il passare del tempo lo sviluppo di un solo settore agricolo portò alla distruzione della terra e
alla deforestazione.
L’economia latinoamericana era fluttuante, tenuta in vita da capitali stranieri e da una ricca
borghesia del settore commerciale.
A metà del XIX secolo il commercio viene liberalizzato.
Nella seconda metà del XIX secolo, grazie ai capitali stranieri, città importanti come Buenos Aires,
La Havana, Lima, furono protagoniste di un grande sviluppo per quanto riguarda il centro (non la
periferia). Tuttavia, ancora oggi “soffrono” il fatto di essere state colonie; di fatto sono trasformate
in nuove colonie.
Josè Martì parlò della presenza di un “mostro che, con una forza enorme, sta arrivando ai paesi
dell’America Latina”. Il “mostro” erano gli USA.

La differenza tra classi sociali rimase invariata, come ai tempi delle colonie.
Un’altra causa della povertà dell’America Latina è la mancanza di un capitale proprio: le potenze
straniere fecero dei prestiti, che un giorno America Latina avrebbe dovuto restituire, ma non ha
mai potuto farlo.
Questa necessità di restituire i prestiti, assieme al basso livello di retribuzione monetaria e al basso
livello di produttività hanno portato alla prima cristi delle repubbliche latinoamericane.

CARATTERISTICHE AMERICA LATINA NELLA POVERTA’


• Predominio società rurale → monocoltura e latifondo
• Produzione di prodotti per la sola esportazione
• Impoverimento dell’industria locale
• Cattiva comunicazione
• Disoccupazione → povertà, fame, mortalità infantile, calo demografico
• Distribuzione non equa della ricchezza
• Differenze tra campo e città → grande percentuale di analfabeti

“L’ignoranza uccide i popoli, ed è necessario uccidere l’ignoranza” – J. Martì

PANORAMA CULTURALE DELLA SECONDA META’ DEL XIX SECOLO


America Latina provò a sviluppare una sua cultura, tenendo come modelli la Spagna e l’Europa in
generale.
Si sviluppa una cultura autoctona, di ciascuno dei paesi, ognuno diverso dall’altro. La cultura
assume un tono nazionale, in ognuno dei campi: letteratura, pittura, musica.

PITTURA
L’obiettivo era esaltare ciò che era nazionale, senza arrivare a folclorismi inutili.
Si svilupparono due scuole, la Scuola Colombiana di Pittura e la Scuola Cubana dii Pittura, e una
accademia, l’Accademia San Alejandro (arti plastiche).
Partirono dal Romanticismo (paesaggi) e poi acquisì toni realistici (anche nella letteratura)

LETTERATURA
La prima fase vide un’esplosione del Romanticismo, e quindi della poesia. I due principali
esponenti furono Josè de Olmedo (Ecuador) e Josè Maria Heredìa (Cuba). Nella poesia di
quest’ultimo erano presenti alcune note del Realismo (repubbliche che si indipendizzano).
La seconda fase è invece caratterizzata dal Realismo, pur mantenendo all’inizio caratteristiche
romantiche. Le prime opere realiste furono:
• “Maria” di Jorge Isac (Colombia)
• “Amalia” di Josè Marmol (Argentina)
• “Cecilia Valdès” di Cirilo Villaverde (Cuba)
Le protagoniste di queste opere soffrono tutte per amore, caratteristica romantica, ma vivono
nella realtà dell’epoca, caratteristica realista: “Maria” e “Amalia” sono ambientate in repubbliche
già indipendenti, “Cecilia” ancora in una Cuba coloniale.

Alla fine del XIX secolo, in America Latina, nasce un movimento autoctono detto Modernismo, che
aveva lo scopo di trovare nuove linee espressive, utilizzando una forma innovativa e uno stile
creativo.
L’iniziatore fu Josè Martì, con una collezione di poemi chiamata “Josè” ma conosciuta come
“Ismaelillo”. L’altro autore molto importante del movimento era Ruben Darìo (Nicaragua), che fu
colui che portò il Modernismo in Spagna.

MUSICA
In ogni paese si usavano strumenti diversi e c’erano quindi ritmi diversi.

IL CONCETTO DI CULTURA LATINOAMERICANA


Questo concetto riporta all’identità del continente: come si è arrivati a una identità nazionale che
prevale?
Tutti questi paesi hanno vissuto la stessa storia:
• Conquista
• Impiantazione di un’altra cultura → deculturazione (non riuscita del tutto, ma ha influito)
• Impiantazione del Castigliano (in alcuni luoghi però ci sono ancora le lingue originarie)
• Religione
• Colonizzazione
• Impiantazione della stessa struttura sociale
Tutto questo contribuisce a completare il concetto di identità latinoamericana.

AMERICA LATINA NEL XX SECOLO


Il XX secolo fu un secolo molto “pieno”: 2 guerre mondiali, la rivoluzione socialista…
Negli ultimi anni del XIX secolo America Latina cercò di creare un’economia autonoma, basata su
due principi:
• La monocoltura → economia verso l’esterno (anche nella prima metà del XX secolo)
• L’importazione → economia verso l’interno → si insediarono compagnie estere importanti
Questo portò però a una debolezza del proprio sistema industriale, il quale dovette poi affrontare
la crisi causata dalla 1a Guerra Mondiale.
Per fronteggiare questa crisi iniziarono a produrre, sviluppando un’economia sostitutiva. Prende
piede l’industrializzazione e si cerca anche di modernizzare l’industria. Questo portò a dei cambi
sociali: + lavoro = + classe operaia.
Nonostante la guerra però, la presenza straniera rimane uguale. Anche con la presenza straniera, si
sviluppò l’oligarchia.
L’oligarchia era composta da terra tenenti, bancari, persone di alte posizioni sociali, che andarono
a governare i paesi dell’America Latina, tenendo nelle loro mani la vita e il destino di questi paesi.
Il ruolo del Caudillo (Caudillo = quello che governava le tribù) si va ad impiantare nella società.
Gli oligarchi imponevano una “democrazia”: teoricamente rappresentavano il popolo, ma in realtà
avevano una bassa considerazione di esso e lo manipolavano perché era ignorante.

A partire dagli anni ’30 diminuisce l’aiuto degli USA, a causa della crisi del 1929. I governi dovettero
regolare il sistema economico e imposero delle misure per fermare la crisi che si stava riflettendo
in America Latina:
• Impongono tasse
• Rivalutano le monete
• Provano a risolvere il problema del debito esterno (nasce a partire dalla crisi del ’29 e con la
rimozione delle restrizioni da parte dei governi → Fidel Castro promuove un movimento che
chiede la cancellazione del debito esterno).
La crisi e i cambi furono così importanti che America Latina chiuse l’entrata ai movimenti migratori
provenienti dall’Europa.

I governi cercarono di industrializzare per sostituire la mancanza dei prodotti causata dalla guerra.
Negli anni ’30 la popolazione era fondamentalmente rurale e con questa industrializzazione forzata
inizia la migrazione verso le città, che causa una degradazione sia della società, sia politica.
Sorse così un fenomeno che si estende fino ai nostri giorni: il Populismo.
Sorsero una serie di personaggi (militari → colpi di stato; politici trasformisti) che crearono questo
movimento per accontentare il popolo. Il loro obiettivo era conquistarlo, dicendo e promettendo
ciò che voleva.
Il caso più evidente di populismo fu il caso di Juan Domingo Peron, che creò un suo partito
chiamato “Los Descamisados”. Al suo lato c’era la moglie, Evita Peron. In realtà quella che
“comandava” era lei; infatti, dopo la sua morte, il potere di Peron si deteriorò.
Altri esempi di populisti sono Getulio Vargas (Brasile) e Lazaro Cardenas (Messico).
Questi movimenti si diffusero soprattutto negli anni ’40 con l’avvento del suffragio universale: un
alleato prezioso per i populisti, perché il popolo avrebbe sempre votato loro.
I movimenti populisti, con il passare del tempo, danno il via al processo delle dittature militari.

Nel 1952 ci fu un colpo di stato a Cuba, fatto dal generale Fulgencio Batista: eliminò tutta la libertà
ed instaura una dittatura militare del terrore.
Nel 1953 Fidel Castro fece una azione militare contro una caserma e nel 1959 diede inizio alla
Rivoluzione Cubana (inizialmente nazionalista).
Questa rivoluzione sottolineò una divisione di tutto.
Tra il 1959 e il 1961 Castro agisce per nazionalizzare molte cose, per il popolo. Per questo motivo
gli USA entrano in conflitto con Cuba.
Castro portò avanti anche una campagna di alfabetizzazione e una riforma agraria, tramite la quale
divise i latifondi e diede le terre ai contadini → l’oligarchia fugge e Cuba resta sprovvista di tutto.
Arrivò però l’aiuto della Russia sovietica, la quale da a Cuba il petrolio, in cambio dello zucchero.
Cuba si trasforma così in una “nuova colonia” dell’URSS. Difatti, la Russia aiutò Cuba perché la
vedeva come un trampolino per la penetrazione degli USA; per questo installa dei missili nucleari.
Nel 1962 però gli USA, sotto il comando di Kennedy, lo scoprono e attuano un blocco navale: se la
Russia non avesse ritirato i missili, loro avrebbero attaccato. La Russia li ritira, facendosi però
promettere dagli USA che non avrebbero mai attaccato Cuba.
La Rivoluzione Cuba si trasforma da nazionalista a socialista e inizia ad espandersi al di fuori di
Cuba: Bolivia, Panama, Messico, Colombia, El Salvador…
Bolivia fu la più eclatante, poiché è dove agì il Che Guevara, iniziandola nel 1967/68. Quest’ultimo
fu ammazzato.
Gli anni ’60 furono quindi anni di rivoluzione in tutto il continente. Questa situazione rivoluzionaria
che causò il malessere del popolo, influenzò anche la Chiesa Cattolica: i sacerdoti si trasformarono
in guerriglieri e promossero la Teologia della Liberazione, attraverso la figura di Cristo. Tuttavia il
Vaticano non era d’accordo con questa teoria, e Paolo VI disse che aveva delle influenze marxiste.

Alla fine degli anni ’60 si cercò di instaurare dei governi di sinistra: per esempio in Cile si instaurò il
Partito dell’Unità Popolare con Salvador Allende. Egli non affrontò direttamente gli USA; ma cercò
di utilizzare misure a favore del popolo, senza un aperto carattere rivoluzionario. Ma l’oligarchia
non era d’accordo.
Gli USA creano il “piano Barbarossa”, ovvero volevano intervenire nei regimi popolari di sinistra
che si stavano sviluppando nel Cono Sud. Supportano quindi l’oligarchia e l’esercito.
Li supportarono anche nell’eliminazione di Allende, in seguito alla quale si instaura la dittatura di
Pinochet.

LA CULTURA LATINOAMERICANA NEL XX SECOLO


IL MURALISMO MESSICANO
Fu un fatto culturale caratteristico della Rivoluzione Messicana, che fu la prima dell’America Latina
e la prima di carattere sociopolitico nel mondo.
Inizia nel 1910 e dura fino al 1920, devastando il Messico. Fu di carattere contadino e le cause
furono le condizioni in cui si trovavano i contadini (molto sfruttati) e la dittatura di Porfirio Diaz
(lunga e crudele).
Si formarono 2 eserciti:
• Uno capeggiato da un contadino, Francesco Villa, che si muoveva dal sud verso il centro
• Uno capeggiato da Emiliano Zapata, di origine indigena, che si muoveva dal nord verso il
centro
Nel mezzo si trovava l’esercito messicano che cercava di fermare gli altri 2. Si arriva così ad una
guerra civile.
Alla fine della rivoluzione sale al potere il generale Alvaro Obregon, che nomina come segretario
della cultura un intellettuale, Josè Vasconcelo.
Vasconcelo pensò che doveva sensibilizzare il popolo messicano riguardo la loro storia. C’era però
il problema dell’elevato grado di analfabetismo.
Pensò così alla pittura; non però quella “da cavalletto”, perché il popolo non poteva andare al
museo. Decise di portare la pittura sulle grandi pareti dell’architettura monumentale. Si rivolge a 3
famosi pittori: Diego Rivera, Josè Clemente Orozco e David Alfaro Siquellos.
Si sviluppa il muralismo.
Il muralismo è l’arte che si impone dagli anni ’20 in Messico, tramite la quale i pittori espongono le
loro opere usando la tecnica dei murales per far conoscere al popolo messicano la propria storia e
l’importanza della loro rivoluzione.
Si sviluppa in 3 tappe:
• Anni ’20: creazione, sviluppo e definizione tematica
• Anni ’30: tappa più produttiva
• Anni ’40: declino a causa di contraddizioni interne al movimento → termina nel 1955

Il muralismo non era un’arte nuova, poiché continuava le tradizioni azteche e maya.
Le tecniche fondamentali che usava erano:
• L’affresco: creazione di grandi affreschi, inserendo nell’ultimo strato della parte la pittura.
• L’encausto: utilizzo di cera mischiata alla pittura, che si applicava con la spatola alla parete. Si
aspettava che si seccasse e mettevano un altro stato di cera, senza colore, per fissare il tutto e
proteggere il colore. Alla fine veniva strofinata con della stoffa per far brillare l’opera.
• Il mosaico

INFLUENZE
Realismo: scopo di rappresentare la realtà. Contaminato dagli Ismos, soprattutto
dall’espressionismo tedesco (→ Urlo di Munch). L’intenzione era di esprimere il dolore, il sangue
della rivoluzione.

Realismo socialista sovietico: rappresentava in maniera idilliaca l’uomo socialista. Questa


rappresentazione forte dell’uomo si riflette nel muralismo messicano, che è influenzato solo dal
punto di vista estetico, non del contenuto dato che il popolo messicano fu vinto.

Il manifesto del muralismo fu scritto da Siquellos ed era chiamato “il manifesto del sindacato degli
operai, dei tecnici, dei pittori e degli scultori”.
Il concetto tematico era molto di sinistra e contiene proteste pragmatiche, esaltazione dell’arte
pubblica e traduzioni indigene.
Il muralismo arriva ad una fine perché i pittori non riuscivano a vivere di questa arte.

LA CULTURA LATINOAMERICANA NEL XX SECOLO (2)


LETTERATURA
Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX si sviluppò una forte tendenza regionalista, che durò fino
agli anni ’40. Questo movimento era differenze in ciascun paese, perché ciascun autore realizza
opere a seconda delle caratteristiche del suo paese: l’obiettivo era riflettere la vita di ogni paese.
In un primo periodo il regionalismo trattava delle pampas, di contadini, di caudillos, di cowboy…
Ma dagli anni ’20 passa al tema dello sfruttamento degli indios.
Un’opera importante di quel periodo fu “Doña Barbara” di Romulo Gallegos (Venezuela), che
tratta della borghesia latifondista.
Ad un certo punto si inizia a parlare della vita nelle città, del loro sviluppo, della solitudine. Il
regionalismo si trasforma così in una ricerca esistenziale: meno descrizioni e temi più profondi.

Quiroga, urugayano, tratta il tema della selva. Nell’opera “i racconti della selva” si mescola il reale
con il meraviglioso e viene rappresentata la società di quel tempo.

Negli anni ’30-’40-’50 ci fu una serie di autori importanti che cercano di uscire dal regionalismo per
creare un panorama letterario più ampio.
Intorno agli anni ’40 ci sono in particolare due autori che diventano pietre miliari della letteratura
latinoamericana:
• Jorge Luis Borges: argentino, sviluppa soprattutto la poesia. Fu un uomo che mostrò una
modernità importante. Sviluppò il concetto della vita come labirinto.
• Alejo Carpentier: cubano, fu un narratore e saggista. Scrisse un libro importantissimo con il
tema della ricerca delle proprie radici, intitolato “Viaje a la semilla”. Racconta di come un
uomo delle Antille cerca di trovare le sue radici africane. Qui si mescolano realtà e fantasia,
cosa ancora più evidente nell’opera “Il secolo dei lumi”.
È il primo che parla del “real maravilloso”: dice che in America Latina confluiscono
esperienze di vita, in un luogo dove l’esuberanza del paesaggio, della terra e della
popolazione sono magici.
Si arriva al concetto di REALISMO MAGICO: la realtà in cui i latinoamericani vivono è mischiata alla
magia, ed è qualcosa di normale.

Gli anni ’50 sono un periodo di transizione, finché negli anni ’60 si arriva ad un periodo esplosivo, il
cosiddetto boom letterario. In quegli anni Castro crea la “Casa delle Americhe”, importante per
l’arte. (Calvino faceva parte della giuria)

NOMI IMPORTANTI – ANNI ’50/’60


• Jorge Luis Borges
• Alejo Carpentier
• Julio Cortazar: argentino; “Rayuela”, “Historia de Cronopios y Famas”
• Mario Vargas Llosa: peruviano; libri che parlano attraverso i sentimenti; un po'
tradizionalista
• Carlos Fuentes: messicano; ritorna alle sue tradizioni con il libro “Gringo viejo”
• Octavio Paz: messicano; scrive di tutto
• Gabriel Garcia Marquez: colombiano; scrisse uno dei libri più importanti del XX secolo:
Cent’anni di solitudine.

NOMI IMPORTANTI – ANNI ’70/’80


• Isabel Allende: cilena; scrive “La casa degli spiriti” che è simile all’opera di Marquez.
• Laura Esquivel: messicana; “Como agua para chocolate”
• Marcela Serrano: cilena; le protagoniste delle sue opere sono quasi sempre donne.
• Leonardo Padura Fuentes: cubano; vinse il premio della fondazione Principessa di Asturias.
All’inizio scriveva romanzi polizieschi, si trasformano poi in romanzi di denuncia sociale;
scrive “La historia de mi vida”, “el hombre que amaba a los perros”, “Herejes”.

POESIA
Tono intimo che riflette i toni musicali regionali. Due poeti importantissimi furono:
• Josè Martì
• Ruben Darìo
ANNI ’20/’30
• Nicolas Guillen: cubano; toni musicali degli schiavi africani → Africanismo

ANNI ’40 → poesia esistenziale


• Cesar Vallejo

ANNI ’50 → poesia di carattere sociale

ANNI ’60 → boom letterario


• Mario Benedetti: urugayano
• Gabriela Mistral: cilena; era una maestra e quindi collegata al mondo dei bambini. Scrisse un
ciclo di poesie intitolato “La ronda”.
• Alfonsina Mistral: argentina
• Eliseo Diego: poesia intima; influì negli anni ’60/’70

MUSICA → “anima dei popoli” – J. Martì


• Tango: nasce nel porto, nella periferia. La parola “tango” probabilmente viene dalla pronuncia
sbagliata di “tambor”.
In questo stile 2 suonavano la chitarra e 2 ballavano (all’inizio solo uomini). Le composizioni
erano basate su argomenti tradizionali. Da questo momento la musica regionale inizia a
diffondersi.

Negli anni ’40 c’è il primo boom e sorge, nei caraibi, il fenomeno del Bolero (Messico, Cuba). Era
un genere triste, che parlava di conflitti sociali, ma anche molto sensuale.

• Bachata: Colombia, Venezuela


• Merengue: Repubblica Dominicana
• Salsa: nasce a NY, dove predominava il Jazz. Si riunirono un gruppo di latinoamericani e
creano questo nuovo ritmo che ha come base il “son”

Negli anni ‘60/’70, delle rivoluzioni, nasce la canzone di protesta, genere che si diffonde in tutto il
mondo, avendo una grande influenza:
• Cuba: Rodriguez, Milanis
• Cile: Victor Jara, Violeta Parra (lirica)
• Uruguay: Daniel
• Argentina: Mercedes Sosa, Leon Gieco

CINEMA
Inizia a sorgere negli anni ’40, ma non era un cinema veramente a sfondo sociale.
Negli anni ’60 si sviluppano la cinematografia cubana, con l’Istituto Cubano dell’Arte e la Industria
Cinematografica, e quella brasiliana.
Quella cubana produsse film come “Memorias del sudesarrollo” di T. G. Alea e “Lucia” di V. Zolà.
Cuba perse la sua produttività negli anni ’80.
Dopo la dittatura (anni ’70) esplose il cinema argentino → “La historia oficial” di Puenzo (1985).
PITTURA
Si svilupparono due grandi scuole: quella colombiana e quella cubana.
Negli anni ’20 ci furono i movimenti delle Avanguardie, che permisero di uscire dal Realismo e di
entrare nella pittura contemporanea
I pittori importanti furono:
• Matta: cileno
• Frida Khalo: pittura intimista; arte indipendente; associata ai muralisti
• Guifredo Lam: cubano; era un mestizo (nero e cinese)
• Renè Portocarrero: cubano; tecnica quasi impressionista
• Guallasamil: espressionista

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