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IL PRECAMBRIANO

 La formazione di una crosta solida


 La formazione di un’ atmosfera
 La condensazione delle acque
 Un’ intensa dinamica esogena con la conseguente formazione di rocce sedimentarie
 La formazione di zolle litosferiche e l’ avvio di una dinamica endogena della litosfera
 La comparsa della vita con la conseguente graduale modificazione della composizione dell’
atmosfera

Si pensa che la contrazione gravitazionale, il decadimento degli elementi radioattivi e il continuo


bombardamento di meteoriti abbiano causato un considerevole aumento della temperatura
interna della Terra.
Il lento raffreddamento avrebbe causato la solidificazione della crosta e di buona parte del
mantello.
Mentre la crosta solida andava raffreddandosi si differenziava anche l’atmosfera.
All’inizio si formò un’atmosfera primaria, costituita prevalentemente da elio e idrogeno; poi si
formò un’ atmosfera secondaria in seguito ad esalazioni di gas (degassazione), provenienti dall’
interno della Terra. Quest’atmosfera doveva essere composta prevalentemente da gas simili alle
emanazioni vulcaniche (biossido di carbonio, vapore acqueo, ammoniaca…),ma era assolutamente
priva di ossigeno molecolare.
Si formò anche l’ idrosfera ma, vista l’ elevata temperatura della Terra, l’ acqua era presente solo
allo stato gassoso.
Dalla condensazione di buona parte del vapor d’acqua in seguito al progressivo raffreddamento
della crosta, si formarono i primi oceani.
All’inizio dell’ archeano, la temperatura superficiale doveva essere molto elevata. In queste
condizioni prendono l’avvio i primi processi di erosione e si formano le prime rocce sedimentarie.
Inoltre, la litosfera comincia a differenziarsi e si formano i primi nuclei dei continenti.
In seguito a questo scenario compaiono le prime forme di vita.
Le tracce più antiche si trovano in Australia dove sono state scoperte stromatoliti fossili che forse
rappresentano i resti di microscopici organismi unicellulari simili ai cianobatteri.
I primi organismi erano molto semplici, unicellulari anaerobici. In seguito si diffusero organismi
procarioti fotosintetici, quindi l’atmosfera si arricchì di ossigeno.

IL PALEOZOICO
L’era paleozoica inizia 570 milioni di anni fa e termina 245 milioni di anni fa.
Durante quest’era si verificano considerevoli movimenti dei blocchi continentali che si concludono
con la formazione della Pangea. Inoltre si realizzano due importanti cicli orogenetici: il ciclo
caledoniano e il ciclo ercinico.

Nel Cambriano ci fu una vera e propria esplosione di forme di vita. I fossili guida tipici del
cambriano sono i trilobiti, antichi artropodi con un carapace dorsale robusto che protegge un
corpo suddiviso in tre lobi longitudinali.
Vivevano sui fondali, camminando co le numerose appendici di cui erano dotati, o scavando e
diffondendosi nella sabbia.
Nell’ordoviciano il clima favorì la comparsa e lo sviluppo di invertebrati. I fossili guida tipici di
questo periodo sono i graptoliti.
Nell’Ordoviciano compaiono inoltre i primi vertebrati.
Verso la fine del Siluriano si assiste alla colonizzazione delle terre emerse.
Nel Devoniano compaiono le prime piante con seme e le prime foreste.
Nei mari si sviluppano pesci più evoluti, dapprima i placodermi poi i pesci cartilaginei e ossei.
Gli anfibi evolvono lentamente fino alla fine del Carbonifero, nel quale il clima subisce forti
oscillazioni ma è prevalentemente umido.
Durante il Carbonifero si formano grandi foreste di tipo equatoriale, i resti vegetali si accumulano
rapidamente, vengono sepolti sotto depositi detritici e trasformati con il tempo in torba e carboni
fossili.
Il Permiano è caratterizzato da un clima secco e arido e da imponenti glaciazioni.
In pochi milioni di anni scompare più dell’80 % delle specie viventi: è la prima grande crisi
biologica.
I fossili guida del permiano sono le fusuline.

IL MESOZOICO
L’era mesozoica inizia 245 milioni di anni fa e dura circa 180 milioni di anni.
L’avvenimento geologico più importante è la frammentazione della Pangea accompagnata dalla
formazione e dall’ espansione di nuovi bacini oceanici.
Tra gli invertebrati marini hanno enorme sviluppo i molluschi, soprattutto i cefalopodi.
Tra questi ricordiamo le ammoniti, dotate di una conchiglia a spirale, che comparvero nel tardo
paleozoico, e durante il mesozoico subirono una rapida evoluzione, originando molte specie
diverse. Le ammoniti si estinsero verso la fine dell’era e sono utilizzate come fossili guida dell’
epoca.
L’era mesozoica è ricordata come l’ era dei rettili: per quasi 150 milioni di anni tutti gli ambienti
furono dominati da questi vertebrati.
Il grande successo dei rettili è motivato dalla comparsa di strutture completamente nuove rispetto
a quelle di pesci ed anfibi , che garantiscono la sopravvivenza e soprattutto la riproduzione in un
clima costantemente caldo e secco.
Le novità più importanti sono: l’uovo amniotico (che protegge l’embrione dall’essiccamento e ne
consente lo sviluppo fuori dall’acqua), l’ epidermide squamosa e un rene che elimina le sostanze di
rifiuto, concentrandole per trattenere buona parte dell’ acqua.
Nel Giurassico comparve un nuovo gruppo di vertebrati: gli uccelli.
Nella seconda parte del giurassico comparvero anche i mammiferi, che presentavano nuovi
adattamenti: l’omeotermia, un encefalo più complesso, nuove strategie riproduttive(lo sviluppo
embrionale all’ interno del corpo materno, l’ allattamento e le cure parentali).
Nel cretaceo compaiono e si espandono rapidamente le piante co fiori.
La fine del mesozoico avvenne con la seconda grande crisi biologica che causò l’estinzione di tutti i
rettili.

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