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Il sistema endocrino è costituito da ghiandole endocrine che secernono ORMONI. Gli ormoni sono
dei messaggeri chimici che vengono riversati direttamente nel sangue per essere trasportati in
organi bersaglio (target) dove esercitano la loro funzione. Una volta giunti sull’organo bersaglio,
essi si legano a recettori specifici presenti nelle suddette cellule. Un ormone può esplicare effetti
molteplici sullo stesso tessuto bersaglio.
Gli ormoni possono classificarsi in: Ormoni peptidici (costituiti da tre o più amminoacidi); Ormoni
steroidei (derivanti dal colesterolo) e Ormoni amminici (derivanti da un solo amminoacido).
1.SINTESI:
Gli Ormoni Peptidici vengono sintetizzati e immagazzinati in vescicole secretorie, con il seguente
meccanismo: Preproormone diventa proormone, che a sua volta si trasforma in ormone attivo
(contenuto in vescicole secretorie) che grazie ad un input compie l’esocitosi;
Gli Ormoni Steroidei sono lipofili e non sono immagazzinati in vescicole secretorie; dunque, grazie
ad uno stimolo, il precursore è convertito in ormone attivo e avviene la diffusione semplice;
Gli Ormoni Amminici sono sintetizzati a partire da un solo amminoacido ed hanno caratteristiche
intermedie tra ormoni proteici e gli ormoni steroidei.
2.MECCANISMO D’AZIONE:
Gli Ormoni Peptidici si trovano in vescicole secretorie fino a quando la cellula non riceve un
messaggio per la secrezione. Essi sono idrofili e viaggiano nel plasma in forma libera e si legano
ad un recettore specifico. Poi, il complesso ormone-recettore innesca la risposta cellulare. I
recettori per gli ormoni peptidici sono situati nella membrana cellulare e determinano la sintesi
di secondi messaggeri (cAMP, cGMP, DAG, Ca++). I secondi messaggeri determinano
modificazioni enzimatiche dentro la cellula.
Gli Ormoni Steroidei hanno come precursore centrale il colesterolo. Non sono solubili nel plasma e
per questo si legano a proteine trasportatrici. Essi sono lipofili e attraversano facilmente la
membrana cellulare. I recettori per gli ormoni steroidei si trovano nel compartimento
intracellulare. Il complesso ormone-recettore si lega al DNA attivando uno o più geni e l’mRNA
dirige la sintesi di nuove proteine.
3.INTERAZIONE
Sinergismo: Due ormoni hanno lo stesso effetto anche se agiscono su meccanismi diversi.
La loro interazione produce un effetto maggiore della somma dei loro singoli effetti. Ad
esempio:
Glucagone > Livelli di glicemia nel sangue di 10 mg/ml;
Adrenalina > Livelli di glicemia nel sangue di 5 mg/ml;
Glucagone + Adrenalina > Livelli di glicemia nel sangue di 22 mg/ml
Permissivismo: Un ormone non può espletare completamente il suo effetto se non è
presente un secondo ormone. Ad esempio:
Ormoni tiroidei e fattore di crescita insulino-simile IGF-1: Quest’ultimo stimola la crescita
scheletrica in presenza di ormoni tiroidei, mentre questi, direttamente, stimolano poco la
crescita ossea.
Antagonismo: Due ormoni hanno azione fisiologica diversa. Ad esempio:
Glucagone > Livelli di glicemia nel sangue
Insulina < Livelli di glicemia nel sangue.
L’Ipofisi è stata definita la ghiandola principale del nostro organismo perché i suoi ormoni
controllano la maggior parte delle funzioni vitali.
L’ipofisi è un organo impari e mediano ancorato alla faccia inferiore del cervello mediante un
peduncolo di tessuto nervoso (peduncolo ipofisario o infundibulo), allocata nella sella turcica. È’
costituita da due parti:
L’eminenza mediana è composta da terminazioni nervose ed è l’area da cui nascono i vasi portali
ipofisari. La sua irrorazione deriva dall’arteria ipofisaria superiore (che a sua volta deriva
dall’arteria carotide interna). Quest’ultima si dirama in anse capillari che formano anastomosi e si
riversano nei sinusoidi, che danno inizio alle vene portali ipofisarie che partecipano al sistema
vascolare ipofisario (vasi fenestrati).
Tra i neuroni ipotalamici che agiscono sull’ipofisi abbiamo due diverse categorie:
Il trasporto, accumulo e rilascio degli ormoni della neuroipofisi avviene secondo diversi
procedimenti:
1. Gli ormoni peptidici sono sintetizzati nel reticolo endoplasmatico rugoso e impacchettati nel
Golgi;
2. Le vescicole secretorie contenenti l’ormone vengono trasportate per via neuronale
dall’ipotalamo all’ipofisi posteriore;
3. Le vescicole vengono accumulate nella terminazione distale nell’ipofisi posteriore;
4. Gli ormoni vengono rilasciati in circolo per esocitosi;
5. Il sangue contenente gli ormoni si porta nella circolazione generale.
L’Attività secretoria dei tessuti endocrini è controllata con un meccanismo a feedback negativo.
Esistono due tipi di retroazione:
1. Breve: Nel feedback a circuito breve, la risposta del tessuto bersaglio principale viene a
ricadere sulla ghiandola endocrina.
2. Lungo: Nel feedback a circuito lungo, un segnale proveniente da tessuti bersaglio
secondari controlla l’attività secretrice dei tessuti endocrini.
SOMATOTROPINA (GH)
La secrezione di GH è regolata dall’azione contrapposta di due ormoni ipotalamici (GHRH,
o somatoliberina che ne stimola il rilascio; e GHIH o somatostatina che ne impedisce il
rilascio). La secrezione di GH è influenzata da diversi fattori. E’ stimolata dal sistema
simpatico, dallo stress, dall’attività fisica e dall’ipoglicemia.
Il GH viene secreto soprattutto durante infanzia e gioventù. Dopo i 20 anni, la sua sintesi
diminuisce velocemente al punto che di solito la concentrazione di tale ormone in una
persona di 50 anni è circa la metà di una di 20.
I tessuti bersaglio di questo ormone sono principalmente quelli implicati
nell’accrescimento: tessuto osseo, muscolare scheletrico e adiposo.
La somatotropina è utilizzata in modo dannoso dagli atleti che vogliono aumentare la
propria massa muscolare. Tale pratica è molto pericolosa in quanto la somministrazione
esogena determina atrofia delle cellule dell’adenoipofisi, preposte alla sue secrezione.
Il GH stimola la sintesi epatica del fattore di crescita insulino-simile (IGF-I o
Somatomedina C). L’IGF-I viaggia nel plasma legato a proteine specifiche, soprattutto di
origine epatica, che ne regolano la biodisponibilità. Il GH riduce l’assunzione di glucosio del
muscolo, tendendo ad aumentare la glicemia.
Il GH e l’IGF-I stimolano:
Ingresso di aminoacidi e la sintesi proteica nelle cellule epatiche, muscolari
scheletriche e particolarmente nelle zone di accrescimento osseo-cartilagineo,
regolando l’accrescimento in altezza;
Lipolisi e catabolismo lipidico per utilizzare acidi grassi liberi a scopo energetico e
per risparmiare le proteine;
Gluconeogenesi e glicogenolisi nel fegato.
TIROIDE
La tiroide è un organo impari e mediano, costituita da due lobi e un istmo che li unisce ed è situata
anteriormente alla porzione superiore della trachea. Essa è avvolta da una capsula fibrosa con dei
sepimenti interni che la suddividono in lobuli. Ciascun lobulo è costituito da numerose vescicole
chiuse, dette follicoli tiroidei.
La TPO catalizza la formazione di: T4, da due molecole di DIT (diidiotirosina) e T3, da una
molecola di DIT e una di MIT (monoiodiotirosina). Nel processo di sintesi degli ormoni tiroidei si
possono formare anche molecole diverse da T3 e T4, che vengono però metabolizzate all’interno
del tireocita, recuperando iodio e il residuo tirosinico.
La SINTESI DEGLI ORMONI TIROIDEI è possibile in presenza di una sufficiente quantità di iodio,
che deve essere introdotto con la dieta. A livello gastrointestinale, si forma ioduro, che viene
assorbito e passa in circolo, e così ha inizio la sintesi:
1. Nelle cellule follicolari viene ossidato ioduro per azione della TPO;
2. La TPO lega lo iodio a livello dei residui di tirosina della tireoglobulina (lunga catena
proteica presente nella colloide);
3. Il tireocita ingloba, per pinocitosi, la colloide;
4. Sulla vescicola convergono i lisosomi attivati e la tireoglobulina viene scissa per dare
origine agli ormoni T3 e T4;
5. T3 e T4 vengono liberati nel sangue capillare, insieme a MIT, DIT e aminoacidi.
Gli ormoni tiroidei in circolo sono rappresentati soprattutto dalla T4. Il T3 circolante deriva per
l’80% dalla deiodazione di T4 in periferia. T3 e T4 circolano legati a proteine plasmatiche:
La forma attiva a livello cellulare è rappresentata dal T3, che deriva per metabolizzazione del T4.
Gran parte del T3 si forma all’interno delle cellule bersaglio. Le deiodinasi sono gli enzimi che
tolgono un atomo di iodio dall’anello esterno del T4. Il T3 ha affinità per i recettori nucleari specifici
per gli ormoni tiroidei, 15 volte maggiore rispetto a T4.
Le AZIONI DEGLI ORMONI TIROIDEI sono molto importanti per l’organismo. Tra esse abbiamo:
Essi sono necessari per lo sviluppo del sistema nervoso centrale nel feto e nelle fasi post-
natali;
Hanno importanti effetti sul differenziamento cerebrale nelle prime settimane di vita;
Sono necessari per lo sviluppo dello scheletro fetale;
Sono indispensabili per il normale accrescimento corporeo nel bambino, e la maturazione
dei vari apparati, soprattutto quello scheletrico.
Inoltre, essi hanno molteplici effetti su:
CALCITONINA (CAL)
Il ruolo fisiologico della calcitonina non è ancora del tutto chiaro. A differenza del paratormone, non
si verificano nell’uomo modificazioni del metabolismo del calcio e del fosforo quando la
disponibilità dell’ormone subisce variazioni, anche grandi, e non risultano effetti sicuri attribuibili
alla deficienza di CAL. Si pensa, tuttavia, che la CAL prevenga l’ipercalcemia dopo un pasto che
comporti l’immissione di calcio in circolo. La sintesi di CAL diminuisce con l’età. Questa
diminuzione potrebbe contribuire in parte alla progressiva decalcificazione ossea nella
senescenza.
PARATIROIDI
Le paratiroidi sono piccole masse endocrine addossate alla superficie dorsale della tiroide. Sono
essenziali per la vita. Generalmente le paratiroidi sono quattro, una coppia per ciascun lobo della
tiroide, di cui una superiore ed una inferiore.
L’ormone prodotto da queste ghiandole è il PARATORMONE (PTH) che regola il metabolismo del
calcio e del fosforo, controllando, con la forma attiva della vitamina D3 (calcitriolo), l’equilibrio fosfo-
calcico. Le funzioni del paratormone sono quelle di elevare la concentrazione plasmatica di calcio
e diminuire la concentrazione plasmatica di fosforo. I valori normali di calcemia totale nell’adulto
sano corrispondono a 10 mg/ml di sangue.
L’aumento della calcemia provoca una riduzione della secrezione di PTH e deposizione di
calcio nelle ossa;
La diminuzione della calcemia determina un incremento della sua secrezione e, quindi,
del riassorbimento di calcio dalle ossa.
1. RENE: Nel tubulo contorto distale e porzione ascendente spessa dell’ansa di Henle,
esso stimola il riassorbimento di calcio. Mentre, nel tubulo prossimale inibisce il
riassorbimento di fosfato (HPO42-) e bicarbonato (HCO3-).
2. OSSO: Stimola il rilascio di calcio e di fosforo, inibendo gli osteoblasti e attivando,
indirettamente, gli osteoclasti attraverso il rilascio di IL-1 da parte degli osteoblasti, i soli ad
avere il recettore per l’ormone e per la vitamina D3.
3. INTESTINO: L’azione del PTH sull’intestino è indiretta. Infatti, l’ormone stimola
direttamente il tubulo prossimale renale a produrre la forma attiva della vitamina D3,
attivando l’enzima renale 1 alfa-idrossilasi. L’aumentata sintesi di 1,25-
diidrossicolecalciferolo calcitriolo o ormone D a sua volta si traduce in un incremento
dell’assorbimento intestinale di calcio e del riassorbimento osseo; ne deriva un ulteriore
incremento del carico di calcio filtrato dal rene.
La produzione di Vitamina D3 o Colecalciferolo avviene per il 90% a livello cutaneo dal
colesterolo, attraverso i raggi UVA solari; ed il 10% viene introdotta con la dieta. Dopo la
produzione, l’attivazione avviene prima nel fegato, dove avremo la prima idrossilazione, e
poi nel rene dove l’1 alfa-idrossilasi viene attivata dal PTH, e conseguentemente si ha la
produzione di calcitriolo o vitamina D3.
Le MALATTIE CORRELATE ALLE PARATIROIDI sono:
Le malattie di Tipo primitivo sono di grande interesse clinico, ma sono meno comuni. Invece, il
Tipo secondario (tiroidectomia e paratiroidectomia) è il più frequente. La chirurgia può
comportare ablazione o devascolarizzazione delle paratiroidi portando carenza di calcio ematico
(Ca2+), causa di ipereccitabilità, insorgenza spontanea di potenziali d’azione nei motoneuroni e
conseguente tetania muscolare. La carenza del minerale, senza interventi, porta in breve tempo a
morte.
Le ghiandole surrenali sono organi pari di forma piramidale che poggiano sul polo superiore dei
reni. Il parenchima surrenale è costituito da:
Una porzione CORTICALE, più periferica e compatta, che costituisce l’80%. La corticale
del surrene, o corticosurrene, secerne gli ormoni corticosteroidi o corticoidi. Tra essi
possiamo distinguere:
Mineralcorticoidi: tra i quali abbiamo l’Aldosterone;
Glucocorticoidi: Cortisolo e corticosterone;
Androgeni: Deidroepiandrosterone (DHEA) e Deidroepiandrosterone fosfato
(DHEAS).
Il colesterolo, proveniente dalle LDL o sintetizzato ex novo dall’acetato, è il precursore degli
ormoni corticoidi. Le cellule corticali inoltre contengono depositi intracellulari di colesterolo,
prevalentemente sotto forma di estere.
Una porzione MIDOLLARE, più centrale, che costituisce il 20%. Secerne le cosiddette
Catecolammine, che sono: Adrenalina e Noradrenalina.
ORMONI DELLA CORTICALE DEL SURRENE
1.MINERALCORTICOIDI
ALDOSTERONE
Il principale mineralcorticoide prodotto dalla ZG è l’aldosterone. La secrezione di
aldosterone è stimolata poco dall’ACTH, ma è stimolata soprattutto dal sistema Renina-
Angiotensina II e dal tasso ematico dello ione K+.
Gli effetti che questo ormone ha sul rene sono: la ritenzione di ioni Na+ e la secrezione di
ioni K+ e H+. I suoi siti d’azione sono la porzione terminale de tubulo contorto distale e il
dotto collettore. Inoltre, l’aldosterone ha un effetto sodioritentivo anche in altre sedi, come
le ghiandole salivari, le ghiandole sudoripare e la mucosa gastrointestinale.
L’aumento netto dell’aldosterone fa aumentare il volume del liquido extracellulare e anche il
volume del sangue. Di fatti, grazie al rilascio di questo ormone avremo un aumento della
pressione sanguigna e della gittata cardiaca.
La regolazione negativa di questo ormone è effettuata dal Peptide Natriuretico Atriale, che,
prodotto dal cuore, inibisce il rilascio di aldosterone e permette l’abbassamento del volume
ematico e conseguentemente della pressione arteriosa.
2.GLUCOCORTICOIDI
CORTISOLO
Il principale glucocorticoide prodotto dalla ZF è il cortisolo. La secrezione di cortisolo è
stimolata dall’ACTH, indotto dall’ormone ipotalamico specifico per il suo rilascio, il CRH.
Il cortisolo viene spesso definito "ormone dello stress" perché la sua produzione aumenta,
appunto, in condizioni di stress psico-fisico severo, per esempio dopo esercizi fisici
estremamente intensi e prolungati o interventi chirurgici.
Il cortisolo:
Induce un aumento della gittata cardiaca;
Aumenta la glicemia, incrementando la gluconeogenesi epatica, stimolando la
secrezione di glucagone;
Riduce le difese immunitarie diminuendo, di conseguenza, anche le reazioni
infiammatorie;
Diminuisce la sintesi di collagene e matrice ossea, accelerando l’osteoporosi;
Favorisce il metabolismo proteico e la mobilitazione degli acidi grassi ed il loro
conseguente utilizzo.
3.ANDROGENI (ZR)
Nel maschio, gli androgeni prodotti dal surrene hanno un significato biologico marginale,
perché il testosterone ottenuto da essi è secondario a quello prodotto ex novo nelle gonadi
maschili;
Nella femmina, gli androgeni sono convertiti in estrogeni nel tessuto adiposo, grazie alle
aromatasi. Un eccesso di androgeni surrenalici può causare virilizzazione della donna.
ORMONI DELLA MIDOLLARE DEL SURRENE
I fattori che stimolano la secrezione delle catecolammine sono ad esempio: Ansia, Freddo, Dolore,
Traumi, Sforzi fisici, Ipotensione, Paura, Piacere intenso E Fame.
ADRENALINA (o EPINEFRINA)
L'adrenalina, oltre che nella parte midollare del surrene, viene liberata anche a livello di
sinapsi del sistema nervoso centrale, dove svolge il ruolo di neurotrasmettitore.
La sintesi dell'adrenalina avviene principalmente nelle cellule cromaffini, e in secondo
luogo in alcuni neuroni, di tipo catecolaminergico.
L'adrenalina viene secreta dalle cellule cromaffini della midollare del surrene in seguito alla
stimolazione da parte del sistema nervoso simpatico. L'innervazione simpatica è l'unica che
raggiunge la midollare del surrene.
L’adrenalina: Aumenta la gittata cardiaca e la pressione arteriosa sistolica; aumenta il
flusso ematico renale, muscolare e cutaneo; aumenta glicogenolisi e lipolisi ed aumenta
anche il metabolismo.
Dal punto di vista metabolico, l’adrenalina:
Nelle cellule muscolari, stimola la glicogenolisi, ed ha dunque effetto
iperglicemizzante;
Nelle cellule epatiche, oltre alla glicogenolisi, stimola anche la gluconeogenesi;
Negli adipociti, stimola la lipolisi, e dunque la liberazione di acidi grassi e glicerolo
nel sangue;
Sul pancreas endocrino, stimola la secrezione di glucagone e inibisce quella
dell’insulina (effetto iperglicemizzante).
NORADRENALINA (o NOREPINEFRINA)
Rilasciata dalle cellule cromaffini come ormone nel sangue, è anche un neurotrasmettitore
nel sistema nervoso, dove è rilasciato dai neuroni noradrenergici durante la trasmissione
sinaptica. Insieme all'epinefrina, provoca la risposta di 'attacco o fuga' (fight or flight),
attivando il sistema nervoso simpatico per aumentare il battito cardiaco, rilasciare energia
sotto forma di glucosio dal glicogeno e aumentare il tono muscolare. Le funzioni della
noradrenalina sono quelle di: Aumentare la gittata cardiaca, aumentare le resistenza
periferiche totali ed aumentare la pressione arteriosa e il flusso coronarico.
GONADI
Esocrina: consiste nella produzione di gameti, fluidi e molecole nutritive facilitanti la fusione
dei gameti del sesso opposto;
Endocrina: consiste nella produzione di ormoni sessuali:
Nell’uomo, avremo testosterone e diidrotestosterone;
Nella donna, avremo estradiolo, estrone, estriolo e progesterone.
Il Testosterone inibisce il rilascio di LH in entrambi i sessi, nel maschio anche di FSH. Inibina e
Follistatina (fattori gonadici peptidici) inibiscono il rilascio delle gonadotropine (particolarmente
dell’FSH). La secrezione delle Gonadotropine presenta nel maschio dei picchi con intervalli di 60-
120 minuti, mentre nella femmina varia secondo la fase del ciclo mestruale. Gli Androgeni sono
precursori obbligati degli estrogeni in cui sono trasformati ad opera delle aromatasi. Gli ormoni
sessuali circolano nel sangue legati a proteine plasmatiche, come albumina e SHGB.
PANCREAS ENDOCRINO
Il pancreas è una ghiandola con funzione sia esocrina (97-99%) che endocrina (1-3%). Le “isole
pancreatiche di Langerhans”, sparse nel tessuto esocrino, secernono nel sangue ormoni regolatori
del metabolismo e sono costituite da quattro tipi di cellule, ciascuno secernente un ormone distinto:
GLUCAGONE
Il glucagone è un ormone peptidico trasportato in forma libera nel plasma. La sua
secrezione è stimolata dall’ipoglicemia ed è inibita, contrariamente, dall’iperglicemia.
Esso agisce soprattutto tramite il fegato, dove stimola le cellule epatiche a rilasciare
glucosio, attivando gli enzimi preposti alla glicogenolisi e alla gluconeogenesi.
Se il livello ematico di glucosio scende sotto una soglia di circa 80 – 100 mg/dl, le cellule α
cominciano a secernere glucagone. Questo si lega immediatamente ai suoi recettori
presenti principalmente sugli epatociti, attivando la degradazione del glicogeno
(glicogenolisi) e un conseguente rilascio di glucosio nel sangue. Il glucagone non agisce
sulla glicogenolisi muscolare, perché invece stimolata dall'adrenalina. Al contrario, quando i
livelli di glucosio sono elevati la concentrazione di glucagone diminuisce e quindi viene
attivata a livello cellulare la glicolisi, ovvero il processo catabolico del glucosio.
L’azione iperglicemizzante del glucagone si sovrappone a quella di: Adrenalina, GH,
ormoni tiroidei e glucocorticoidi.
Nelle cellule epatiche, il glucagone stimola l’ingresso di aminoacidi gluconeogenetici dal
plasma perché li trasformino in glucosio. Nel fegato, il glucagone stimola inoltre il
metabolismo dei lipidi, attivando la lipolisi, da cui sono ottenuti glicerolo per la
gluconeogenesi e NEFA (acidi grassi non esterificati) per la beta-ossidazione, mentre è
inibito il loro utilizzo nella sintesi dei trigliceridi. La funzione del glucagone è importante in
condizioni di digiuno, attività fisica e situazioni di stress.
INSULINA
L’insulina è una proteina costituita da due catene lineari (Catena A e Catena B) unite da
due ponti disolfuro. La liberazione in circolo dell’insulina è stimolata primariamente dalla
concentrazione plasmatica del glucosio (iperglicemia) alla quale le cellule beta sono
specificatamente sensibili.
L’azione dell’insulina è potenziata da aminoacidi, NEFA e corpi chetonici, che agiscono
come stimolatori secondari. L’efficacia degli stimolatori secondari dipende ovviamente dalla
concentrazione ematica di glucosio: se la glicemia è alta, la loro azione sarà alta, e
viceversa.
L’effetto ipoglicemizzante dell’insulina è ottenuto attraverso:
La stimolazione della captazione di glucosio ematico all’interno dei tessuti insulino
dipendenti. Quindi, nel muscolo e nel fegato è inibita la glicogenolisi e la
gluconeogenesi;
L’utilizzazione del glucosio: a scopo energetico (glicolisi) e nella sintesi e deposito
del glicogeno (tessuti muscolare ed epatico).
Inoltre l’insulina favorisce:
Ingresso di aminoacidi, che inibisce la proteolisi e stimola la sintesi delle proteine;
Ingresso di NEFA (Acidi Grassi Non Esterificati), che promuove la sintesi dei
trigliceridi;
Sintesi di trigliceridi, colesterolo, proteine e VLDL (lipoproteine a densità molto
bassa).
I suoi ormoni antagonisti sono il cortisolo (ormone alla base dell'insulino-resistenza),
l'adrenalina, il glucagone, l'aldosterone e il GH. Gli ormoni che invece migliorano la sua
azione sono il testosterone, il fattore di crescita insulino-simile e, in minor misura gli
estrogeni.
ORMONI GASTROINTESTINALI
Ormoni prodotti da cellule endocrine distribuite in modo diffuso nella mucosa dello stomaco e
dell’intestino. Alcuni dei prodotti dell’attività di queste cellule sono veri ormoni, nel senso che
vengono immessi nel sangue e sono trasportati a distanza per esplicare la loro attività su cellule
bersaglio lontane. Altre sostanze invece agiscono localmente, su cellule bersaglio vicine in questo
caso si parla di attività paracrina, che consiste a volte nella modulazione delle risposte di diversi
tipi cellulari effettori agli stimoli provenienti dal sistema nervoso vegetativo.
Nelle mucose digerenti sono stati identificati 15 tipi di cellule endocrine: alcune di esse si trovano
esclusivamente in determinati distretti, altre sono invece distribuite più diffusamente, anche se con
possibili differenze da una sede all’altra. Tali cellule rispondono a vari stimoli, di natura chimica o
nervosa, e ai diversi tipi cellulari corrispondono altrettanti ormoni, i quali agiscono su cellule
bersaglio localizzate prevalentemente nell’ambito del tratto gastroenterico.
Gli ormoni sono sostanze polipeptidiche, formate da sequenze di aminoacidi di varia lunghezza,
che spesso hanno caratteri comuni essi agiscono influenzando le attività secretive e motorie dei
vari tratti del tubo digerente, influenzandosi a vicenda a volte con attività sinergica, a volte invece
come antagonisti. Gli ormoni meglio conosciuti come attività e sede di produzione sono
GASTRINA, SECRETINA, PANCREOZIMINA, POLIPEPTIDE PANCREATICO (PP),
POLIPEPTIDE INTESTINALE VASOATTIVO (VIP), MOTILINA, ENTEROGLUCAGONE,
SOMATOSTATINA. Oltre a ormoni di natura polipeptidica, vengono prodotti da cellule endocrine
delle mucose digerenti anche due ammine, l’enteramina e l’istamina.