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Elena Piretto Analisi Matematica II: Esercitazione IV 24 Ottobre 2018

Funzioni di più variabili


Punti critici e studio dei massimi e minimi

Richiami di teoria. Data una funzione f : Rn → R. Il punto P ∈ D è un punto critico di


f se ∇f (P ) = (0, . . . , 0). In particolare i punti critici possono essere punti di minimo, punti di
massimo oppure punti di sella.
Un metodo per caratterizzare i punti critici consiste nello studiare la matrice Hessiana.
• Se essa ha tutti gli autovalori negativi in P , allora P è un punto di massimo,
• Se essa ha tutti gli autovalori positivi in P , allora P è un punto di minimo,
• Se essa ha almeno una coppia di autovalori con segni opposti in P , allora P è un punto di
sella.
Nota. Purtroppo questo metodo non permette di caratterizzare i punti critici in tutti i casi (ad
esempio quando in 2 variabili si hanno autovalori nulli).

Nel caso particolare in cui la funzione f : D ⊆ R2 → R (caso n = 2), per studiare i punti critici
è sufficiente che:
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia maggiore di zero (det(Hf (P )) >
0) e la derivata seconda rispetto alla prima variabile calcolata nel punto P sia maggiore di
2
zero ( ∂ ∂x
f (P )
2 > 0), allora il punto critico è di minimo locale (stretto);
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia maggiore di zero (det(Hf (P )) >
0) e la derivata seconda rispetto alla prima variabile calcolata nel punto P sia minore di zero
2
( ∂ ∂x
f (P )
2 < 0), allora il punto critico è di massimo locale (stretto);
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia minore di zero (det(Hf (P )) <
0), allora il punto critico non è di minimo nè di massimo, ma è un punto di sella.
Se il determinante della matrice hessiana è uguale a zero (det(Hf (P )) = 0), non ho informazioni
sul punti critico considerato.

Esercizio 1. Trovare e classificare i punti critici di


1 1
f (x, y) = x + 2y − x3 − y 3
3 6
Soluzione. Osserviamo che D = R2 . Calcoliamo le derivate parziali:
∂ ∂ 1
f (x, y) = 1 − x2 , f (x, y) = 2 − y 2 .
∂x ∂y 2
per cui  
2 1 2
∇f (x, y) = 1 − x ,2 − y .
2
I punti critici, calcolati risolvendo ∇f (x, y) = 0 sono:

A = (1, 2), B = (1, −2), C = (−1, 2), D = (−1, −2).

Per classificarli, scriviamo la matrice Hessiana. Le derivate seconde sono:

∂2 ∂2 ∂2
f (x, y) = −2x, f (x, y) = −y f (x, y) = 0.
∂x2 ∂y 2 ∂x∂y

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Elena Piretto Analisi Matematica II: Esercitazione IV 24 Ottobre 2018

La matrice Hessiana risulta quindi


 
−2x 0
Hf (x, y) =
0 −y

Nel punto A = (1, 2) abbiamo  


−2 0
Hf (1, 2) =
0 −2
essendo Hf una matrice diagonale è immediato osservare che ha autovalore −2 con molteplicità 2.
Di conseguenza A è un massimo. Nel punto D = (−1, −2) abbiamo che l’hessiana ha entrambi gli
autovalori positivi, di conseguenza D è un minimo. Nei punti B e C l’hessiana ha autovalori di
segno opposto, quindi i punti sono selle.

Esercizio 2. Trovare e classificare i punti critici di


p
f (x, y) = −x2 − y 2 + 3

Soluzione. Osserviamo che la√condizione di esistenza è data da x2 + y 2 ≤ 3, ovvero all’interno


della circonferenza di raggio 3 centrata nell’origine (compresa). Il testo dell’esercizio chiede di
trovare i punti critici, pertanto non ci si deve preoccupare del bordo del dominio, ma considerare
il più grande aperto contenuto nella regione chiusa e limitata di esistenza. Calcoliamo le derivate
parziali:
∂ −x ∂ −y
f (x, y) = p , f (x, y) = p
∂x 2 2
−x − y + 3 ∂y −x − y 2 + 3
2

per cui il gradiente di annulla nell’origine. Scriviamo la matrice Hessiana. Le derivate seconde
sono:
p 2
− −x2 − y 2 + 3 − √ 2x 2
∂2 −x −y +3 y2 − 3
f (x, y) = =
∂x2 −x2 − y 2 + 3
p
(−x2 − y 2 + 3) −x2 − y 2 + 3
2
− −x2 − y 2 + 3 − √ 2y 2
p
∂2 −x −y +3 x2 − 3
f (x, y) = =
∂y 2 −x2 − y 2 + 3
p
(−x2 − y 2 + 3) −x2 − y 2 + 3
∂2 xy
f (x, y) = − p
∂x∂y (−x − y + 3) −x2 − y 2 + 3
2 2

La matrice Hessiana, calcolata nell’origine, risulta quindi


 √ 
3
− 0
Hf (0, 0) =  3 √ 

3

0 −
3
L’origine è quindi un punto di massimo per la funzione.

Nota. Osserviamo p che la funzione f (t) = t è strettamente crescente su R. Di conseguenza, i
punti criticipdi g(x, y) coincidono con quelli di g(x, y) e hanno le stesse caratteristiche. Quindi,
invece che −x2 − y 2 + 3 è possibile studiare g(x, y) = −x2 − y 2 + 3, il cui gradiente

∇g(x, y) = (−2x, −2y) = 0 ⇐⇒ (x, y) = (0, 0),

e la matrice hessiana è  
−2 0
Hf (x, y) = ,
0 −2
da cui concludiamo che l’origine è un punto di massimo. Fare molta attenzione però al fatto che
stiamo osservando una funzione con un domnio differente (lo studio dei punti di massimo e minimo
sarebbe diverso).

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Da fare a casa. Studiare i punti critici di f (x, y) = arctgx3 + x2 + y 2 .

Esercizio 3. Studiare i punti critici di


1
f (x, y) = .
x2 + 2y 2
Soluzione. Osserviamo che il dominio della funzione è D = R2 r (0, 0). Calcoliamo il gradiente:
 
−2x −4y
∇f (x, y) = , .
(x2 + 2y 2 )2 (x2 + 2y 2 )2
Osserviamo che ∇f (x, y) nell’origine non è definito (anche se l’origine era esclusa dal dominio),
mentre in tutti gli altri punti del dominio è diverso da zero =⇒ non esistono punti critici.

Esercizio 4. Studiare i punti critici di


f (x, y) = ln(1 + x2 y 2 ).
Soluzione. Innanzitutto osserviamo che D = R2 . La funzione ln è strettamente crescente nel
suo dominio. Di conseguenza possiamo studiare i punti critici della funzione g(x, y) = 1 + x2 y 2 .
Calcoliamo il gradiente:
∇g(x, y) = 2xy 2 , 2x2 y .


Da cui si ricavano i punti stazionari: (x, 0), con x ∈ R, e (0, y), con y ∈ R: ovvero gli assi cartesiani.
Osserviamo che lo studio della matrice hessiana non ci permette di concludere nulla sulla natura
dei punti critici. Infatti
 2     2 
2y 4xy 0 0 2y 0
Hg (x, y) = =⇒ H g (x, 0) = , e H g (0, y) = ,
4xy 2x2 0 2x2 0 0
vi è sempre un autovalore nullo. Osserviamo che
g(x, y) = 1 + x2 y 2 ≥ 1, ∀ (x, y) ∈ R2 ,
mentre nei punti critici abbiamo g(P ) = 1. Di conseguenza tutti i punti critici P sono tali che
g(x, y) ≥ g(P ), ∀ (x, y) ∈ R2 . Risultano quindi essere punti di minimo.
Da fare a casa. Si studino i punti critici di f (x, y) = xy + x8 − y.

Esercizio 5. Studiare i punti critici di


2
+4z 2
f (x, y, z) = 1 − 4y 2 − e5x .
Soluzione. Osserviamo che D = R3 . Calcoliamo quindi il gradiente
 2 2 2 2

∇f (x, y, z) = −10xe5x +4z , −8y, −8ze5x +4z .

L’unica soluzione di ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0), e quindi l’unico punto critico della funzione, è l’origine
(0, 0, 0). Calcoliamo la matrice hessiana:
2 2 2 2
−10e5x +4z (1 + 10x2 ) 0 −80xze5x +4z
 

Hg (x, y, z) =  0 −8 0 .
2 2 2 2
−80xze5x +4z 0 −8e5x +4z (1 + 8z 2 )
Nell’origine abbiamo  
−10 0 0
Hg (0, 0, 0) =  0 −8 0 .
0 0 −8
La matrice è diagonale, per cui è immediato ricavare gli autovalori −10, −8, −8. Essi sono tutti
negativi, quindi la l’origine è un massimo.

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Esercizio 6. Mostrare che l’origine è un punto critico per la funzione

f (x, y) = x2 + y 2 − cxy + 2,

per ogni valore del parametro c ∈ R. Classificare quindi il punto critico al variare di c ∈ R.
Soluzione. Osserviamo che D = R2 . Calcoliamo le derivate parziali:
∂ ∂
f (x, y) = 2x − cy, f (x, y) = 2y − cx
∂x ∂y

per cui l’origine (0, 0) soddisfa sempre ∇f (0, 0) = (0, 0). Per classificarla, scriviamo la matrice
Hessiana. Le derivate seconde sono:
∂2 ∂2 ∂2
f (x, y) = 2, f (x, y) = 2 f (x, y) = −c.
∂x2 ∂y 2 ∂x∂y
La matrice Hessiana nell’origine risulta quindi

2 −c
Hf (x, y) =
−c 2

Gli autovalori sono dati dalla soluzione del polinomio caratteristico:

(2 − λ)2 − c2 = 0 =⇒ λ1 = 2 − c, λ2 = 2 + c.

Osserviamo che per c ∈ (−2, 2), entrambi gli autovalori sono positivi, quindi l’origine è un punto
di minimo. Per c > 2 e c < −2, gli autovalori hanno segni opposti, quindi l’origine è una sella.
Occorre ancora studiare i casi c = 2 e c = −2. Nel primo caso si ottiene la funzione

f (x, y) = x2 + y 2 − 2xy + 2 = (x − y)2 + 2.

Osserviamo che f (0, 0) = 2 e che f (x, y) ≥ 2, per ogni (x, y) ∈ R2 . Di conseguenza, riconosciamo
nell’origine un punto di minimo, utilizzando la definizione (esiste un intorno in cui f (x, y) ≥
f (0, 0)). Osserviamo inoltre che il punto di minimo risulta essere un minimo globale. Analogamente
possiamo analizzare il secondo caso. Concludiamo quindi che l’origine è un punto di minimo per
c ∈ [−2, 2] e un punto di sella altrimenti.

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