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Nel caso particolare in cui la funzione f : D ⊆ R2 → R (caso n = 2), per studiare i punti critici
è sufficiente che:
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia maggiore di zero (det(Hf (P )) >
0) e la derivata seconda rispetto alla prima variabile calcolata nel punto P sia maggiore di
2
zero ( ∂ ∂x
f (P )
2 > 0), allora il punto critico è di minimo locale (stretto);
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia maggiore di zero (det(Hf (P )) >
0) e la derivata seconda rispetto alla prima variabile calcolata nel punto P sia minore di zero
2
( ∂ ∂x
f (P )
2 < 0), allora il punto critico è di massimo locale (stretto);
• Il determinante della matrice hessiana calcolata nel punto P sia minore di zero (det(Hf (P )) <
0), allora il punto critico non è di minimo nè di massimo, ma è un punto di sella.
Se il determinante della matrice hessiana è uguale a zero (det(Hf (P )) = 0), non ho informazioni
sul punti critico considerato.
∂2 ∂2 ∂2
f (x, y) = −2x, f (x, y) = −y f (x, y) = 0.
∂x2 ∂y 2 ∂x∂y
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Elena Piretto Analisi Matematica II: Esercitazione IV 24 Ottobre 2018
per cui il gradiente di annulla nell’origine. Scriviamo la matrice Hessiana. Le derivate seconde
sono:
p 2
− −x2 − y 2 + 3 − √ 2x 2
∂2 −x −y +3 y2 − 3
f (x, y) = =
∂x2 −x2 − y 2 + 3
p
(−x2 − y 2 + 3) −x2 − y 2 + 3
2
− −x2 − y 2 + 3 − √ 2y 2
p
∂2 −x −y +3 x2 − 3
f (x, y) = =
∂y 2 −x2 − y 2 + 3
p
(−x2 − y 2 + 3) −x2 − y 2 + 3
∂2 xy
f (x, y) = − p
∂x∂y (−x − y + 3) −x2 − y 2 + 3
2 2
e la matrice hessiana è
−2 0
Hf (x, y) = ,
0 −2
da cui concludiamo che l’origine è un punto di massimo. Fare molta attenzione però al fatto che
stiamo osservando una funzione con un domnio differente (lo studio dei punti di massimo e minimo
sarebbe diverso).
2
Elena Piretto Analisi Matematica II: Esercitazione IV 24 Ottobre 2018
Da cui si ricavano i punti stazionari: (x, 0), con x ∈ R, e (0, y), con y ∈ R: ovvero gli assi cartesiani.
Osserviamo che lo studio della matrice hessiana non ci permette di concludere nulla sulla natura
dei punti critici. Infatti
2 2
2y 4xy 0 0 2y 0
Hg (x, y) = =⇒ H g (x, 0) = , e H g (0, y) = ,
4xy 2x2 0 2x2 0 0
vi è sempre un autovalore nullo. Osserviamo che
g(x, y) = 1 + x2 y 2 ≥ 1, ∀ (x, y) ∈ R2 ,
mentre nei punti critici abbiamo g(P ) = 1. Di conseguenza tutti i punti critici P sono tali che
g(x, y) ≥ g(P ), ∀ (x, y) ∈ R2 . Risultano quindi essere punti di minimo.
Da fare a casa. Si studino i punti critici di f (x, y) = xy + x8 − y.
L’unica soluzione di ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0), e quindi l’unico punto critico della funzione, è l’origine
(0, 0, 0). Calcoliamo la matrice hessiana:
2 2 2 2
−10e5x +4z (1 + 10x2 ) 0 −80xze5x +4z
Hg (x, y, z) = 0 −8 0 .
2 2 2 2
−80xze5x +4z 0 −8e5x +4z (1 + 8z 2 )
Nell’origine abbiamo
−10 0 0
Hg (0, 0, 0) = 0 −8 0 .
0 0 −8
La matrice è diagonale, per cui è immediato ricavare gli autovalori −10, −8, −8. Essi sono tutti
negativi, quindi la l’origine è un massimo.
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Elena Piretto Analisi Matematica II: Esercitazione IV 24 Ottobre 2018
f (x, y) = x2 + y 2 − cxy + 2,
per ogni valore del parametro c ∈ R. Classificare quindi il punto critico al variare di c ∈ R.
Soluzione. Osserviamo che D = R2 . Calcoliamo le derivate parziali:
∂ ∂
f (x, y) = 2x − cy, f (x, y) = 2y − cx
∂x ∂y
per cui l’origine (0, 0) soddisfa sempre ∇f (0, 0) = (0, 0). Per classificarla, scriviamo la matrice
Hessiana. Le derivate seconde sono:
∂2 ∂2 ∂2
f (x, y) = 2, f (x, y) = 2 f (x, y) = −c.
∂x2 ∂y 2 ∂x∂y
La matrice Hessiana nell’origine risulta quindi
2 −c
Hf (x, y) =
−c 2
(2 − λ)2 − c2 = 0 =⇒ λ1 = 2 − c, λ2 = 2 + c.
Osserviamo che per c ∈ (−2, 2), entrambi gli autovalori sono positivi, quindi l’origine è un punto
di minimo. Per c > 2 e c < −2, gli autovalori hanno segni opposti, quindi l’origine è una sella.
Occorre ancora studiare i casi c = 2 e c = −2. Nel primo caso si ottiene la funzione
Osserviamo che f (0, 0) = 2 e che f (x, y) ≥ 2, per ogni (x, y) ∈ R2 . Di conseguenza, riconosciamo
nell’origine un punto di minimo, utilizzando la definizione (esiste un intorno in cui f (x, y) ≥
f (0, 0)). Osserviamo inoltre che il punto di minimo risulta essere un minimo globale. Analogamente
possiamo analizzare il secondo caso. Concludiamo quindi che l’origine è un punto di minimo per
c ∈ [−2, 2] e un punto di sella altrimenti.