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Dolore alle Spalle

La Spalla è una struttura articolare molto complessa, composta di ossa, muscoli, tendini, legamenti, nervi e vasi in cui l'arto superiore contatta e si
articola sul tronco.
Per quanto riguarda la componente ossea, la spalla è composta dalla testa omerale, dalla glenoide scapolare, dall'acromion scapolare e dalla
clavicola.
La componente articolare è data dall'articolazione scapolo-omerale (diartrosi) e dall'articolazione acromion-claveare (anfiartrosi).
La componente vascolare è data dall'arteria e vena ascellare, mentre la componente nervosa è assai più complessa con la presenza del plesso
brachiale composto da vari nervi.
Ben più complessa è la struttura muscolare, composta dai seguenti muscoli:

 Muscolo Trapezio - A seconda della porzione che si contrae e dello stato degli altri muscoli; può elevare, abbassare o ruotare la scapola e/o
elevare la clavicola; può infine estendere il collo;
 Muscolo Deltoide - Abduzione dell'omero; parte anteriore: flessione e rotazione media dell'omero; parte posteriore: estensione e rotazione
laterale dell'omero
 Muscolo Bicipite - Flessione dell'avambraccio e flessione del braccio; supinazione
 Muscolo Infraspinoso - Extrarotazione dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Grande e Piccolo Rotondo - Estensione, adduzione e intrarotazione dell'omero all'articolazione scapolo omerale - Extrarotazione
dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Tricipite - Estensione dell'avambraccio; estensione e adduzione dell'omero
 Muscolo Gran Dorsale - Estensione, adduzione e intrarotazione dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Grande Pettorale - Flessione, adduzione e intrarotazione dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Piccolo Pettorale - Porta in basso e in avanti la spalla; ruota la scapola in modo che la cavità glenoidea si sposti inferiormente
 Muscolo Coracobrachiale - Adduzione e flessione dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Sottoscapolare - Intrarotazione dell'omero all'articolazione scapolo-omerale
 Muscolo Succlavio - Porta in basso e in avanti la clavicola (e la spalla)
9. Estremità acromiale della clavicola; 10. Articolazione acromionclaveare; 11. Acromion; 12. Tendine del muscolo sovraspinoso; 13. Legamento
acromioncoracoideo; 14. Tendine della porzione lunga del muscolo bicipite; 15. Tendine del muscolo sottoscapolare; 16. Doccia bicipitale (Solco
intertubercolare; 17. Capsula articolare dell'articolazione scapoloomerale; 18. Omero; 19. Legamento trapezoide; 20. Apofisi coracoide; 21. Bordo glenoideo;
22. Articolazione scapolo-omerale; 23. Scapola; 24. Muscolo sovraspinoso; 25. Cavità glenoidea; 27. Testa dell'omero; 28. Linea epifisaria

Il dolore alle spalle può essere determinato da problemi muscolari, legamentosi, tendinei ed ossei.
• Secondo le 5 Leggi Biologiche

È anzitutto necessario stabilire cosa crea dolore, se esso sia spontaneo o provocato dal movimento o dalla palpazione. Occorre altresì avere ben
chiaro un quadro radiologico (Ecografia, TC, RNM) che definisca se ci sono lesioni ossee o articolari. È necessario definire il tipo di dolore, se
pungente, sordo, urente.
È poi necessario stabilire se sia contemporanea una limitazione funzionale a carico dei movimenti propri dell'articolazione scapolo omerale.
1. Porzione discendente del muscolo trapezio; 2. Apofisi spinosa (vertebre toraciche); 3. Porzione ascendente del muscolo trapezio; 4. Muscolo grande
romboide; 5. Angolo inferiore della scapola; 6. Muscolo gran dorsale; 7. Porzione trasversa del muscolo trapezio; 8. Spina della scapola; 9. Porzione spinosa
del muscolo deltoide; 10. Muscolo infraspinoso con la sua fascia; 11. Muscolo piccolo rotondo con la sua fascia; 12. Porzione larga del muscolo tricipite; 13.
Muscolo grande rotondo; 14. Muscolo vasto laterale; 15. Muscolo vasto mediale; 16. Setto intermuscolare mediale del braccio; 17. Nervo ulnare; 18. Olecrano.

I tessuti e le strutture che compongono la spalla sono per lo più di derivazione mesodermica. Ossa, muscoli, tendini, legamenti e vasi sanguigni sono
derivati dal mesoderma recente e vengono coinvolti in conflitti di inadeguatezza/svalutazione. Il periostio e i nervi sono di derivazione
ectodermica e sono attivati in modo speciale in caso di conflitti di separazione o impotenza. Le membrane sinoviali sono di derivazione
mesodermica antica e risentono di conflittualità locali legate all'attacco.

In relazione a ciò è importante definire la funzione delle spalle che, in linea generale sono quelle di sorreggere, abbracciare, respingere, consentire
alle braccia di adempiere alle funzioni richieste dal contesto e dalle volontà dell'individuo. Occorre così definire il senso biologico delle funzioni
della spalla per poter comprendere cosa possa aver generato gli eventi speciali che, nella fase di riparazione, generano il dolore.

La spalla è al centro di movimenti come:

 sollevare il braccio
 abbassare il braccio
 abdurre il braccio
 addurre il braccio
 intraruotare il braccio
 extraruotare il braccio
 portare il braccio in avanti
 portare il braccio all'indietro

La spalla può rappresentare la capacità di sostenere qualcuno (soprattutto il versante posteriore) «Sono la sua spalla!». Può anche rappresentare
l'allontanamento brusco di qualcuno (soprattutto l'apice della spalla) «Gli ho dato una spallata!». Può anche rappresentare la capacità di abbracciare
qualcuno (soprattutto versante anteriore nel movimento di adduzione), ma anche la capacità di allontanare qualcuno (abduzione del braccio, versante
laterale) e la capacità di proteggere qualcuno (spostare qualcuno e metterselo dietro, spostando il braccio verso dietro). Le funzioni di intra ed
extrarotazione possono rappresentare la funzione dell'accogliere o respingere qualcuno.
Quando ci si approccia alla persona con un dolore alla spalla è importante pensare alle funzioni biologiche e pratiche dell'articolazione in oggetto,
raccogliere informazioni sul sintomo e la sua localizzazione e convogliare l'indagine verso la scoperta di quale senso biologico c'è sotto al sintomo.
Dal punto di vista della curva bifasica occorre quindi tenere presente che in caso di dolore periostale (reumatismo) il dolore compare nella fase di
conflitto attivo e risponde ad un conflitto di separazione brutale, in cui la persona è stata "strappata" all'abbraccio di un proprio caro, oppure che la
persona stessa si senta molto ferita per la colpa di avere allontanato brutalmente una persona incolpevole o a cui è molto affezionata. Il dolore è
percepito in profondità, come un dolore gelido che "corre nelle ossa".
Il dolore non periosteo, quindi muscolare, fasciale, articolare, tendineo, compare nella fase di post-conflittolisi, a conflitto risolto. Nella fase A della
PCL il dolore è forte, spontaneo, esacerbato dal movimento e dalla palpazione.
Nella Crisi Epilettoide possono comparire tremori, contrazioni muscolari dolorose, crampi od una momentanea diminuzione del dolore.
Nella fase B della PCL il dolore è ancora presente ma solamente evocato dal movimento o dalla palpazione e tende a diminuire.

Perché il dolore dura a lungo?


In Natura l'animale che abbia patito un conflitto del genere è portato ad un rigoroso riposo, ma l'umano no, non può e continua a richiedere alle sue
spalle dolenti di fare ciò che invece non dovrebbero fare. Questo non fa altro che allungare i tempi della guarigione.
Anche e soprattutto le recidive conflittuali tendono a far persistere la sintomatologia.
Non va dimenticata la traslazione conflittuale, come scritto in questo articolo.

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