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Esteri
Consiglia 211
TUNISIA

Opposizione nel governo di unità nazionale


Un incarico anche per il blogger della rivolta
Il nuovo esecutivo si impegna a liberare tutti i prigionieri politici. Confermati il premier Ghannouchi, i ministri della Difesa, degli Esteri e dell'Interno. Slim
Amamou ha raccontato la rivolta sul web e ora è sottosegretario. Elezioni entro sei mesi, non più entro due
TUNISI - Tre giorni dopo la fuga all'estero del presidente Zine el Abidine Ben Ali, al
termine di un mese di gravi disordini e violenze, le autorità tunisine hanno annunciato la
formazione di un nuovo governo di unità nazionale. A guidare l'esecutivo è il
riconfermato premier Mohammed Ghannouchi che si è impegnato a far liberare tutti i
detenuti politici e ad aprire inchieste su chi possiede enormi ricchezze o sospettate di
corruzione. Il primo ministro ha quindi fatto sapere che le elezioni legislative e
presidenziali si terranno entro sei mesi, non più entro due come era stato detto in
precedenza.

Centinaia di cittadini tunisini stamani si sono radunati sulla centrale Avenue Bourghiba e hanno dato vita a una nuova
manifestazione di protesta. Per disperdere la folla, la polizia ha esploso colpi in aria e ha usato lacrimogeni e idranti. I dimostranti
hanno scandito slogan contro l'inclusione nel nuovo governo di rappresentanti del vecchio regime e contro la polizia che, a loro
avviso, lavora ancora per la cerchia di Ben Ali: "Non vogliamo nessuno dell'Rdc nel prossimo governo, compreso il premier"
Ghannouchi, ha dichiarato un manifestante. E, invece, il premier è stato confermato e ha annunciato che restano nell'esecutivo il
ministro della Difesa, quelli degli Esteri e quello dell'Interno. Entra nella compagine governativa il leader del partito
dell'opposizione, Najib Chebbi, come ministro dello Sviluppo regionale. Insieme a lui altri due esponenti dello schieramento che
ha contrastato il regime di Ben Ali, Ahmed Ibrahim e Mustafa Ben Jaafar. Incarico di governo anche per Slim Amamou, il blogger
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che ha raccontato la rivolta : tornato in Rete tre giorni fa dopo un periodo di detenzione, è stato nomianto sottosegretario alla
Gioventù e allo Sport.

Leader dell'opposizione si candida. La nascita del nuovo governo lascia comunque molta perplessità. Lo storico oppositore
Moncef Marzuki, che vive in esilio in Francia, l'ha bollata come una "pagliacciata", puntando il dito contro quella che a suo avviso
è una "falsa apertura". Il leader del Congresso per la Repubblica, partito della sinistra laica messo fuori legge da Ben Ali, ha poi
annunciato la sua candidatura alle elezioni previste nel giro dei prossimi due mesi. "Ma il problema non è questo - ha aggiunto -
la questione è invece se ci saranno o meno elezioni libere e oneste e se sarà possibile a tutti, uomini e donne di buona volontà,
di presentarsi alle elezioni. Verrà abolita la legge elettorale in vigore attualmente, che è stata concepita dalla dittatura per la
dittatura. Sotto quale costituzione andremo al voto?".

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Sabato, il Consiglio costituzionale ha proclamato la "vacanza definitiva del potere" e la nomina di Foued Mebazaa , presidente
del Parlamento, al posto di presidente della Repubblica ad interim. "Al momento siamo davanti a un paradosso - ha commentato
Marzouki - la Tunisia ha cacciato il dittatore, ma la dittatura resta là. La dittatura non è solo Ben Ali, la dittatura è il sistema. E il
sistema si basa sul partito, l'Rdc (Rassemblement constitutionnel democratique) al potere sotto Ben Ali". Si tratta di un partito
"clientelare" che esercita il potere su tutto il Paese, "un'autentica piovra, e questo partito è ancora là e mantiene i posti chiave del
governo".

Pretoriani assicurano fedeltà a nuovo governo. Accusati di essere i responsabili delle violenze degli ultimi giorni, alcuni
membri della guardia presidenziale, un corpo molto temuto dalla popolazione, assicurano di voler cooperare con le forze di
sicurezza del regime di transizione. "Alcuni di noi hanno servito addirittura sotto Bourghiba, poi abbiamo lavorato per Ben Ali,
proteggeremo anche il prossimo presidente. Siamo qui per proteggere il presidente, chiunque sia", garantisce un agente della
guardia presidenziale, davanti al palazzo situato a Cartagine, a nord di Tunisi.

Cecchino uccide un uomo a Biserte. Un uomo è stato ucciso questa mattina a Biserte, colpito da un cecchino. Secondo
quanto riferisce la tv araba Al-Jazeera, continua l'attività delle bande armate nella città settentrionale. La televisione di Stato ha
reso noto che l'esercito ha arrestato trenta persone.

Sempre oggi, il ministro dell'Interno Ahmed Friaa ha reso noto che le violenze dei giorni scorsi hanno provocato almeno 78 morti.

Morto il fotografo franco-tedesco. Lucas Mebrouk Dolega, 32 anni, lavorava per l'agenzia europea Epa. Era rimasto ferito
venerdì durante gli scontri a Tunisi.

Segretario Onu: "Torni l'ordine". Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon si è detto "estremamente inquieto" per le
violenze in Tunisia e ha chiesto a tutte le parti coinvolte di adoperarsi affinché torni immediatamente "l'ordine".

Napolitano: "Ue dia risposte ad attese popolazioni Sud Mediterraneo". Su quanto sta avvenendo in Tunisia e sulla
necessità che l'Unione europea risponda alle necessità di sviluppo dei Paesi del Sud del Mediterraneo è intervenuto anche il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ha sottolineato "la necessità che l'Europa dia risposte
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concrete e convincenti alle attese della popolazione e dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, attese di sviluppo congiunto
con l'Europa per il prossimo futuro". Dal canto suo, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che non c'è alcun rischio
per gli italiani in Tunisia: ''Noi abbiamo già consentito a 400 italiani di rientrare in Italia. Non c'é nessuna emergenza per i nostri
connazionali, non c'é nessuna evacuazione in corso''. I collegamenti aerei e marittimi, per esempio, ha aggiunto Frattini ''sono

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