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Com.testi
Materiali e interventi per una cultura della comunicazione
diretta da Mario Morcellini
-l-
FworiLuogo
L' immigrazione e i media italiani
A cura di
Marco Birtotto e Valentina Martino
Saggi di
M. Ilitrotto, M. Bruno, A. Cerase, S. Chiarello Ciardo,
l;. I)'Anrato, P. Dominici, P. Latrrano, V. Martino, A. Miconi,
K. Mornamji Keboti, P. Panarese, V. Thlucci
Postfazioni di
liclourulo Potriarca e Vittorio Roidi
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9. f)entro la cittadella
6. "L'ennesimo sbarco di clandestini,,. di Murcct Binotto
La tematica dell,arrivo nella comunicazionc itullnnu t6r
9.1. La causa perduta e il male comune
di Marco Bruno ........
9.2. Analizzare le emittenti
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6.1. L'analisi dei dati t).3. lpotesi e verifiche
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6.2. Gli eventi "sbarchi,, e l,attenzione clei nrccliu, (),4. Notizie r65
tipiche e tipiche cause r66
Alcuni casi............ ,,,,r,,,,r,r, 9..5. Aspcttarsi l' inaspettato
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La mobilità migratoria tra gli stati non rappresenta più una sfida quanto una
realtà in atto della società globalizzata. Un fenomeno non solo ampio ma anche
generalizzato verso paesi che, come l’Italia, fino a qualche decennio fa erano
invece terra d’emigrazione.
La contemporanea affermazione di realtà prodotte dai mezzi di comunica-
zione (sempre più padroni di spazio e tempo) ha portato ad allargare le coordi-
nate del conoscere, ponendo inevitabilmente il tema del confronto tra culture,
saperi, identità dapprima separati. Il contatto con l’esterno è diventato totale
ed inevitabile nella metropoli, ponendo all’individuo nuovi problemi per la
gestione di questo spazio di socialità.
Storicamente la perdita di certezze è stata sempre fattore di mutamento, ma
molto più problematico è tentare di cogliere il destino di uno società globale che
si fonda (o meglio pretende di fondarsi) sull’incertezza. Non a caso la ricerca
sociale sull’immigrazione ha evidenziato fenomeni di chiusura e di timore nei
paesi d’arrivo: l’abbandono del proprio sicuro orizzonte di conoscenze e certezze
è messo in dubbio e sfidato dalle novità, culturali e sociali, portate dall’arrivo
di mondi diversi all’interno del nostro mondo quotidiano.
Il razzismo che emerge come “sottofondo” da questo tipo di analisi si pro-
pone con caratteristiche piuttosto diverse da quello “duro e rozzo” delle prime
teorizzazioni. Se infatti quest’ultimo è oramai tabù sociale, sembra cioè essere
entrato nell’interiorizzazione collettiva come una forma degenerata e fonda-
mentalmente sbagliata nel rapporto con la diversità, tipi di razzismo più sottili e
differenziati rimangono maggiormente giustificabili culturalmente e accettabili
moralmente. Da un lato, abbiamo il cosiddetto razzismo inegualitario, che si
sostanzia in una difesa del privilegio, inteso come status economico e sociale
e come accesso alle risorse e al potere; dall’altro, un razzismo differenzialista,
prodotto invece dalla riscoperta del particolare e dello specifico comunitario
di fronte alla destrutturazione delle identità sociali tradizionali.
Questi due tipi di discriminazione, che portano sia a processi di inferioriz-
zazione dell’altro che a progetti di esclusione della diversità, appaiono radicati
su elementi “culturalisti” e sono spesso interiorizzati e messi in atto in maniera
quasi involontaria ed inconscia dalla popolazione accogliente.
L’interrogativo, a questo punto, riguarda il peso dei mass media nell’age-
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FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
volare processi di questo tipo, così come emerge dalle analisi delle notizie di
immigrazione. Il frame interpretativo adottato dai media inserisce l’immigra-
zione nel triangolo “clandestinità – criminalità – carrette del mare”, sottoline-
ando i temi della legalità, della devianza e della sicurezza. Sebbene con tutte
le attenuanti dovute ai processi di routine produttive proprie della professione
giornalistica, alla forza degli eventi nell’informazione, alla necessaria velocità
e brevità oggi richiesta dall’interconnessione mondiale delle notizie, la visione
triangolare proposta dai media appare comunque una visione distorta del feno-
meno migratorio che non agevola certamente l’integrazione sociale.
Questo atteggiamento dell’informazione se poteva essere in qualche modo giu-
stificato all’inizio del fenomeno migratorio, quando l’Italia si è trovata sprovvista
di mezzi materiali e morali per affrontare la massa di individui che si riversavano
sul suo territorio in cerca di fortuna, oggi – all’interno di uno scenario stabilizzato
e normalizzato di flussi di individui, peraltro ancora inferiore rispetto alle medie
europee – appare, oltre che pericoloso, distante dalla realtà.
L’analisi delle notizie relative alle aree problematiche “economia” e “cul-
tura” evidenzia in maniera netta la tematizzazione accolta nei nostri media
del fenomeno migratorio ed evidenzia una singolare contraddizione di fondo.
I due campi qui presi in considerazione, infatti, raccolgono una percentuale
decisamente bassa sia nell’informazione televisiva che in quella stampata, a
fronte di una indiscutibile predominanza delle notizie di cronaca (Tab. 32).
Notevolmente, per quanto minoritario, il campo economico-culturale è l’uni-
co a trattare l’immigrazione come realtà presente e operante nella società di
accoglienza, non centrandosi invece sui fatti e sulle persone nello specifico
momento migratorio.
quotidiani telegiornali
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Capitolo VII - Migrazioni
stituire l’evidenza più significativa. Il potere euristico delle due macroaree deve
così essere utilizzato in negativo: il tema immigrazione non si presenta con una
distribuzione omogenea fra i diversi settori considerati, ma viene schiacciato
su quelle aree tematiche meno utili a cogliere il fenomeno nella sua integrità e
complessità. Questo risultato appare ulteriormente confermato dall’analisi delle
sezioni del quotidiano in cui troviamo articoli sull’immigrazione. Le notizie,
infatti, che riportano argomenti di economia, ad esempio, non occupano – come
sarebbe logico aspettarsi – la sezione economica-finanziaria se non in minima
parte (2 articoli, ne Il Messaggero 1) ma la sezione di cronaca, nazionale (10
articoli) e locale (21 articoli)2.
1
Un articolo, del 9/12/2002, riguarda i termini per la regolarizzazione di colf e badanti;
il secondo, del 15/01/2003 , sul rapporto consegnato dal Comando carabinieri ispettorato del
Lavoro al ministro del Welfare, Roberto Maroni riguardo il lavoro nero.
2
Questo discorso non può essere applicato al quotidiano IlSole24ore che ha carattere pretta-
mente economico e presenta una suddivisione in sezioni diversa dalla altre testate. Ad esempio,
molti articoli relativi all’immigrazione, in particolare alla legge Bossi-Fini, sono presenti nella
sezione “Norme e tributi” e presentano dati ed informazioni anche di carattere molto tecnico
(scadenze, moduli, leggi, …) non confrontabili con nessun altro quotidiano.
3
Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo, organizzata dall’ONU a Il
Cairo nel settembre 1994.
4
Secondo i dati del Dossier Statistico 2004 sull’immigrazione presentato dalla Caritas i due
terzi (66,1%) degli immigrati sono tenuti in Italia per motivi di lavoro.
111
FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
5
Cfr. Dossier Statistico Immigrazione 2003. Dai dati emersi dal Dossier statistico 2004
sull’immigrazione presentato dalla Caritas emerge inoltre che, dal 2000 al 2003, le assunzioni
dei lavoratori extracomunitari sono quasi raddoppiate.
6
Gli immigrati rappresentano il 30% della popolazione carceraria (e oltre il 50% nelle carceri
minorili) e risultano in leggera diminuzione (un punto e mezzo) rispetto allo scorso anno. I reati
sui quali negli anni scorsi si è registrato il maggiore coinvolgimento di cittadini immigrati (quelli
in materia di prostituzione e droga) sono quelli in cui si è verificata la flessione più consistente
durante il 2002. Le statistiche sembrano escludere un diretto rapporto fra criminalità e immi-
grazione: le percentuali, infatti, con maggior numero di immigrati sul totale della popolazione
– come Vicenza, Reggio Emilia, Perugina – sono tra le più sicure.
112
Capitolo VII - Migrazioni
7
Dai controlli effettuati dall’Ispettorato del lavoro costituito dai Carabinieri presso il Mini-
stero del lavoro risulta, nel biennio 2000-2001, una qualche irregolarità contributiva per il 40%
degli immigrati e la mancanza di un permesso di soggiorno per 1/5 dei lavoratori impiegati
nelle aziende ispezionate. Risulta alta anche l’incidenza degli infortuni sul lavoro, soprattutto
nel settore agricolo.
8
La Banca d’Italia ha stimato un incremento del volume di rimesse canalizzate attraverso il
sistema bancario da 749,3 milioni di euro nel 2001 a 1.167,1 milioni di euro nel 2003. A questo
bisogna aggiungere i trasferimenti attraverso gli operatori di intermediazione finanziaria, stimabili
in circa 1-1,2 miliardi di euro. Cfr. Bocconi, DIA, DNA, UIC, Immigrazione e flussi finanziari.
Secondo rapporto, Egea, Milano 20003.
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FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
La capillare diffusione della rete Western Union ha fatto dell’Italia il secondo mercato al
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Capitolo VII - Migrazioni
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FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
che appare più sensibile a questa tematica. Non risulta inoltre discriminante, nel
caso dei quotidiani, la differenziazione fra la sezione nazionale e quella locale 12,
che si è invece dimostrata significativa nel caso di altre aree problematiche. Il
discorso, però, non si può limitare esclusivamente ad una constatazione di tipo
numerico: alla scarsa presenza corrisponde, infatti, anche una scarsa visibilità
degli articoli e dei servizi dedicati a questo tema. Nei quotidiani, prendendo in
considerazione come indicatori la grandezza del titolo e la posizione all’interno
della pagina, troviamo che la maggioranza degli articoli dedicati a questa area
ha una bassa visibilità (34 casi su 57). Gli articoli che hanno un testo più lungo
ed occupano una posizione più centrale nel quotidiano sono 10, di cui 4 nella
cronaca locale. Le notizie che ottengono un indice di visibilità più alto, quindi,
sono soprattutto a livello nazionale (6 casi) e si trovano in maggioranza nel
quotidiano Il Tempo, che dà particolare rilevanza alla denuncia delle regioni di
una minore assistenza sanitaria, dovuta alla regolarizzazione degli immigrati e
dei loro familiari, poiché, all’aumento di popolazione da assistere, non aumenta
il budget stanziato per le cure13. La notizia viene ripresa dal quotidiano anche
successivamente, sempre con un’alta visibilità. In questo secondo articolo è
riportata la dichiarazione del prefetto Anna Maria D’Ascenzo, capo dipartimento
Immigrazione del ministero dell’Interno, nel corso di un’audizione davanti al
Comitato Schengen sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari. Il
prefetto, annuncia anche la futura realizzazione di nuovi centri di permanenza
temporanea e di identificazione per immigrati, ed invita “i cittadini ad essere
“aperti” verso gli stranieri che giungono in Italia”14. Altra notizia con un alto
indice di visibilità ne Il Tempo riguarda i dati emersi dossier sul “sommerso”
consegnato dai carabinieri al ministro del welfare Maroni, secondo i quali
un’azienda su due utilizza lavoratori in nero, in particolare studenti, clandestini
e minorenni15. Il Corriere della Sera, invece, dà alta visibilità al decreto sulle
locazioni agevolate firmato dal viceministro alle infrastrutture, Ugo Martinat,
e controfirmato dal ministro dell’economia Giulio Tremonti, che dà attuazione
alla legge del 1998 sulle locazioni e che offre ai datori di lavoro l’opportunità
di stipulare contratti di locazione a favore dei dipendenti immigrati o non
residenti16.
12
Nel caso dell’economia, non c’è praticamente differenza: la nazionale raccoglie il 29 dei
casi, quella locale il 28.
13
17/01/2003, sez. nazionale.
14
20/02/2003, sez. nazionale.
15
15/01/2003, sez. nazionale.
16
18/01/2003, sez. nazionale.
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Capitolo VII - Migrazioni
Anche dall’analisi della tipologia degli articoli esaminati viene confermata una
bassa visibilità, in media, delle notizie di carattere economico sull’immigrazione.
In prevalenza, infatti, si tratta di servizi di redazione: 30 casi, soprattutto de Il
Messaggero e de IlSole24ore ma significativamente anche da brevi e box (17
casi). Come prevedibile conseguenza, la presenza in prima pagina (anche solo
come richiamo) è poco frequente (13 casi su 57, di cui 9 nella sezione nazionale
e 4 in quella locale). Il Messaggero sopravanza nettamente gli altri quotidiani,
con 6 casi equamente divisi fra nazionale e locale, mentre La Repubblica si
evidenzia per non avere, nel periodo considerato, nessun riferimento in prima
pagina, nonostante abbia un discreto numero di articoli sull’immigrazione (7),
con una visibilità, però, piuttosto bassa. Fra gli articoli con un richiamo in prima
pagina de Il Messaggero, uno è dedicato alla presenza musulmana in Italia, sulla
scia delle dichiarazioni del ministro Pisanu, in cui il giornalista plaude all’“in-
contro di alto livello politico […] promosso […] in una delle sedi del Senato e
dedicato proprio all’Islam in Italia”, giudicando “ingiusto, oltre che dannoso,
continuare a ignorare la realtà dei musulmani nel nostro paese, non affrontare
i nodi politici che precludono una piena definizione dei loro diritti e dei loro
doveri” 17. Un altro pezzo è dedicato alle difficoltà di curare gli immigrati dalla
pelle scura, perché occorre “usare parametri diversi, a tenere conto di differenze
comportamentali e biochimiche che variano da continente a continente” 18. Fra
gli articoli di cronaca locale de Il Messaggero che presentano richiami nella
prima pagina di questa sezione troviamo la notizia di tre ginecologhe afgane che
seguono un tirocinio di formazione coordinato all’Ospedale Fatebenefratelli di
Roma e la situazione del quartiere Esquilino, teatro di una lunga battaglia fra
i commercianti cinesi che aprono negozi per la vendita all’ingrosso e comune
di Roma, che invece vieta questa formula 19.
Sono, infine, il Corriere della Sera ed Il Tempo a presentare due articoli con
richiami in prima pagina, il primo riferendo le parole del presidente Ciampi
sulla dignità degli immigrati e riportando notizia del decreto sulle locazioni,
di cui abbiamo già accennato; il secondo, invece, con due articoli dedicati alla
spesa sanitaria. Come prevedile, le notizie che conquistano almeno un richiamo
in prima pagina sono anche quelle con una maggiore visibilità, cioè più lunghe
e più evidenti all’interno della pagina del quotidiano.
Nei servizi dei telegiornali questa situazione si riflette in servizi filmati, di
media lunghezza (il TG3 si distingue per il maggior numero di servizi lunghi:
5 casi, infatti, rientrano nella classe 91-120 secondi) e praticamente mai pre-
senti nel sommario iniziale (l’unica eccezione è rappresentata nuovamente dal
17
10/02/2003, sez. nazionale.
18
19/01/2003, sez. nazionale.
19
15/02/2003, sez. locale.
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FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
TG3, anche se con un unico caso). In questo caso, però, il dato maggiormente
evidente riguarda l’assenza complessiva dei telegiornali: tranne il telegiornale
della terza rete ed un unico servizio sul TG5, gli altri telegiornali sono com-
pletamente assenti.
Spostandosi verso il contenuto delle notizie economiche sull’immigrazione
troviamo una divergenza interessante. Nei quotidiani abbiamo una netta preva-
lenza di articoli su eventi o fatti e sui loro aggiornamenti (37 casi su 57), seguiti
a distanza da articoli in cui si riportano dati statistici (8 casi). Se il primo dato
è in linea con gli articoli delle altre aree, la presenza di otto articoli dedicati
ai dati statistici rappresenta un fattore veramente peculiare di quest’area. Ciò
non toglie che la carta stampata conferma un “giornalismo alla deriva degli
eventi” 20, cioè una preponderanza di narrazione di fatti che, rispondendo ai
criteri di notiziabilità richiesti dalla professione giornalistica, entrano di diritto
nelle notizie selezionate ogni giorno. Talvolta la presenza di particolari eventi
riesce, in virtù di una propria forza ed evidenza, ad imporre una tematizzazione
che esula dal fatto raccontato ed approfondisce la riflessione intorno ad esso.
Spesso, però, l’informazione non sembra in grado di “prescindere dal concreto
prodursi degli eventi per orientarsi verso un output informativo che offra oc-
casioni di riflessione, di problematizzazione ed analisi, in grado di esplicitare
delle alternative rispetto alle questioni cruciali”21 imposte, nel nostro caso, dal
fenomeno immigratorio.
20
Cfr. C. Marletti, Mass media e società multietnica, Anabasi, Milano 1995, p. 14.
21
G. Buso (a cura di), Osservatorio sulle manifestazioni del razzismo, dell’antisemitismo e
della xenofobia in Italia, supplemento di “Sisifo”, n. 2, secondo semestre 1996, p. 66.
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Capitolo VII - Migrazioni
22
Cfr. a questo proposito l’analisi del pubblico (Parte III, infra) che, attraverso la sommi-
nistrazione di un questionario, ha rivelato come gli atteggiamenti e le credenze diffuse nella
popolazione siano spesso distanti dai dati reali.
23
Si nota dai risultati una certa sovrapposizione fra gli articoli riguardanti l’immigrazione:
nonostante la suddivisione delle notizie in diverse sezioni (particolarmente evidente in un quo-
tidiano, ma ugualmente riscontrabile in un telegiornale), gli elementi che connotano le notizie
sull’immigrazione sembrano accomunati dalle stesse caratteristiche. Nell’economia, come già
nella sezione politica o di cronaca, si incontrano gli stessi temi, la clandestinità, i permessi di sog-
giorno, il lavoro e spesso anche le stesse persone che parlano di immigrazione, politici e autorità.
24
Cfr. il caso di Le Pen in Francia ed il successo della lista di Pim Fortuyn in Olanda.
119
FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
Sintomo, in realtà, di una richiesta verso i propri governi di attuare misure con-
crete per regolarizzare “un’immigrazione selvaggia”. In Italia la prima legge
sull’immigrazione (e con essa le prime regolarizzazioni) risale al 1988 25; nel
2002 abbiamo l’ultima integrazione della normativa in materia (legge Bossi-
Fini 26) e soprattutto le due distinte regolarizzazioni ad essa seguite 27: una per
collaboratrici domestiche e badanti (aggettivo curiosamente trasformato in
sostantivo per non utilizzare una terminologia professionale più appropriata)
e l’altra per gli irregolari che lavorano alle dipendenze delle imprese italiane.
Da questo traspare inevitabilmente la corrispondente lentezza, non solo nel
meccanismo di decisione ma nell’adeguare le categorie di lettura, dell’elabora-
zione politica 28, sottolineata nuovamente dalle recenti sentenze con cui la Corte
Costituzionale ha giudicato incostituzionali due norme della legge Bossi-Fini 29.
Il ritardo dell’agenda politica non può che accompagnarsi ad un ritardo dei
media: il discorso adottato dai mezzi di comunicazione sul fenomeno migra-
torio non appare infatti arrivato ad una soglia di maturità, di consapevolezza
e di approfondimento, ma resta ancorato alle prime immagini delle “carrette
dei mari”, come se l’Italia non fosse pronta a considerasi paese di accoglienza
e terra di opportunità per coloro che, come gli italiani di qualche decennio fa,
cercano un lavoro e migliori condizioni di vita.
25
Legge, n. 400 del 23 agosto 1988.
26
Legge n. 189 del 30 luglio 2002.
27
D.L. n. 195 del 9 settembre 2002.
28
Le politiche governative sembrano comunque non in grado di cogliere la dinamicità dei
fenomeni che attraversano la nostra società e rispondono in maniera inadeguata alle esigenze ed
ai bisogni dei cittadini. In riferimento all’ultima sanatoria, infatti, più voci del mondo imprendi-
toriale del nord hanno lamentato una percentuale troppo bassa di accoglimento di manodopera
extracomunitaria rispetto al fabbisogno industriale. La società, come spesso accade, sembra
molto più avanti della politica.
29
Si tratta della sentenza 222 15 luglio 2004 per l’art. 13 comma 5 bis e per l’art. 14 comma
5 ter e della sentenza 223 15 luglio 2004 per l’art.14, comma 5 quinques.
120
Capitolo VII - Migrazioni
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In Italia, è pari al 4,2%.
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Conseguenza di queste politiche è che appena un terzo delle persone coniugate ha i figli
con sé.
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Capitolo VII - Migrazioni
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26/01/2003, sez. nazionale.
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26/01/2003, sez. nazionale.
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9/12/2002, sez. nazionale.
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18/01/2003, sez. nazionale.
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21/01/2003, sez. locale.
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12/12/2002, sez. locale.
123
FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
Riguardo alla tipologia di articolo, anche per la cultura è forte il peso dei
servizi di redazione (33 casi), mentre perdono importanza brevi e box (4 casi,
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12/12/2002, sez. locale.
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12/02/2003, sez. locale.
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20/02/2003, sez. locale.
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19/01/2003, sez. locale.
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16/12/2002, sez. locale.
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20/01/2003, sez. locale.
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22/01/2003, sez. nazionale.
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10/02/2003; 11/02/2003, sez. nazionale.
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18/01/2003; 19/01/2003, sez. nazionale.
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26/01/2003, sez. nazionale.
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Capitolo VII - Migrazioni
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10/02/2003; 11/02/2003, sez. nazionale.
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14/01/2003, sez. locale.
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26/01/2003, sez. nazionale.
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26/01/2003, sez. nazionale.
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9/12/2002; 14/01/2003.
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FuoriLuogo - L’immigrazione e i media italiani
anche se con percentuali piuttosto basse. Essi testimoniano, però, una certa
vitalità del mondo dell’associazionismo e, in generale, della società civile.
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M. Corte, op. cit.
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