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an = f(n)
del numero n secondo la funzione f. L'insieme A può essere ad esempio l'insieme dei numeri reali.
A seconda di come sia definito il codominio A, le successioni possono essere costituite da semplici
numeri reali o complessi, le successioni numeriche; ma anche da funzioni e in questo caso di parla
di successioni di successione di funzioni, oppure ancora da altri oggetti matematici, come matrici
(le matrici identità di dimensione ), figure geometriche (poligoni regolari, piramidi regolari)
o di strutture (gruppi ciclici di ordini successivi , spazi vettoriali Rn), ecc...
Per ogni ε > 0 esiste un numero naturale N tale che | an − a | < ε per ogni n > N.
La definizione di limite può essere estesa al caso nel modo seguente: la successione {an}
ha limite se raggiunge valori arbitrariamente alti, cioè se
Per ogni M > 0 esiste un numero naturale N tale che an > M per ogni n > N.
Analogamente, ha limite se an < − M per ogni n > N. In entrambi i casi si dice che la
successione è divergente o convergente a .
Per il teorema di unicità del limite, una successione può avere un limite (finito o infinito) oppure
nessuno (non può quindi averne più di uno).
Successioni limitate
Una successione a valori reali an si dirà:
Una successione a valori in uno spazio metrico è limitata se tutti i suoi valori sono inclusi un una
palla.
Successioni monotone
Una successione {an}n si dice:
D'altro canto, non è vero in generale che una successione {an} di termini positivi an > 0 convergente
debba avere un limite strettamente positivo a > 0: ad esempio, la successione an = 1 / n è fatta di
termini positivi, ma converge a zero.
Valori assoluti
Se una successione {an} converge ad un limite (finito o infinito) a, la successione dei valori assoluti
{ | an | } converge al valore assoluto del limite | a | .
Non è vero l'enunciato opposto: esistono successioni non convergenti, i cui valori assoluti però
convergono. Ad esempio, la successione an = ( − 1)n.
Successione monotona
Per il teorema di esistenza del limite di successioni monotone, una successione monotona {an}
converge sempre ad un limite (che può essere infinito). Il limite è dato dall'estremo superiore (se è
monotona crescente) o inferiore (se è decrescente) dei valori della successione. In altre parole, nel
caso crescente:
Il fatto che an sia monotona e converga ad un limite a è spesso espresso con una freccia
oppure .
Sottosuccessioni
Una sottosuccessione di una successione {an} è ottenuta prendendo un sottoinsieme infinito di
questa, e si indica con . Vale la proprietà seguente:
per ogni n, e se
allora anche
Ad esempio, la successione
per ogni n. Poiché entrambe an e cn sono infinitesime (convergono cioè a zero), anche bn è
infinitesima.
Per il criterio di convergenza di Cauchy, una successione di numeri reali è convergente se e solo
se è di Cauchy.
Numero di Nepero
Una successione di numeri razionali di Cauchy non è necessariamente convergente ad un numero
razionale (ma lo è ad un numero reale). Ad esempio,
La Funzione Fattoriale
La funzione fattoriale può anche essere elegantemente definita in modo ricorsivo:
Per questa ragione, viene spesso utilizzata nell'insegnamento dell'informatica per fornire il primo
esempio di calcolo ricorsivo.
I fattoriali innanzitutto sono importanti nel calcolo combinatorio. In particolare vi sono n! diverse
sequenze formate da n oggetti distinti, cioè vi sono n! permutazioni di n oggetti; i fattoriali quindi
enumerano le permutazioni.
Disuguaglianza di Bernoulli
Successioni notevoli
E’ opportuno conoscere un congruo numero di successioni notevoli alle quali ricondursi, ove ciò sia
possibile, per stabilire il carattere della successione.
•
Successione armonica. E’ monotona decrescente e limitata quindi converge (a 0+ ) e il
limite della successione si ricava facilmente applicando la definizione.
•
Successione armonica generalizzata. E’ monotona decrescente e limitata quindi converge
(a 0+ ) ∀ p > 0 . E’ monotona crescente e illimitata quindi diverge (a +∞ ) ∀ p < 0 . E’
costante e converge a 1 per p = 0.
•
Successione aritmetica. E’ monotona (il verso dipende dal segno di d ) ma non è limitata
quindi diverge.
•
2n √
1 n − n + n2
a) lim 1 + b) lim
n→∞ 3n n→∞ 2n2 − n3/2 + 1
2n − 3n 2n + n2
c) lim d) lim n
n→∞ 1 + 3n n→∞ 3 + n3
n log n 1 + log n
e) lim f ) lim √
n→∞ (n + 1)(n + 2) n→∞ n − log n
n n2 + 1
g) lim (−1)n 2 h) lim (−1)n
n→∞ n +1 n→∞ n+1
√ 2n
i) lim n 2n + 3n ) lim n
n→∞ n→∞ 3n2 + 1
n2 (3n − 3−n ) n6 + log n + 3n
m) lim n) lim n
n→∞ 4n + n 2 n→∞ 2 + n4 + log5 n
n n2
n+3 n−1
o) lim p) lim
n→∞ n + 1 n→∞ n
(n2 + 1)n log(n + 1)
q) lim r) lim
n→∞ n2n n→∞ log n
√ n
3−1
n
s) lim t) lim n n log n
n→∞ n→∞
√ √
u) lim n2 2− n
v) lim n n − 2n .
n→∞ n→∞
1. a)
2n 3n 2/3
1 1
lim 1+ = lim 1+ = e2/3 .
n→∞ 3n n→∞ 3n
b)
√
n − n + n2 n/2 1 − n1 − n3/2
1
1
lim = lim = .
n→∞ 2n − n
2 3/2 + n n→∞ n/2 2 − √1 + 1 2
n n
c)
2n − 3n 3/n (−1 + ( 23 )n )
lim = lim = −1.
n→∞ 1 + 3n n→∞ 3/n (1 + 1n )
3
d)
n2 n
2n + n2 2n (1 + 2n ) 2
lim = lim n3
= lim = 0.
n→∞ 3n + n3 n→∞ 3n (1 + n→∞ 3
3n )
e)
f)
1
1 + log n log n 1 + log n log n
lim √ = lim √ = lim √ = 0.
n→∞ n − log n n→∞ n 1 − log
√n n→∞ n
n
g) Il limite vale zero perche la successione (−1)n è limitata mentre n2n+1 è infinitesima.
h) Il limite non esiste perchè la successione dei termini di indice pari tende a +∞,
mentre quella dei termini di indice dispari tende a −∞. Se il limite esistesse (= l) queste
due successioni dovrebbero invece tendere entrambe a l (vedi anche esercizio 4). Notiamo
2
che non è sufficiente dire che “(−1)n è oscillante e nn+1 +1
tende a +∞” per concludere che
il limite non esiste. Per esempio la successione an = ((−1)n + 5) n tende a +∞ perchè
an ≥ 4n ∀n, pur essendo il prodotto di una successione oscillante per una successione
infinita.
i)
n n1
√ 2
lim n 2n + 3n = lim 3 1 + = 3.
n→∞ n→∞ 3
l) √
√
2n n
nn2
lim n
= lim = 1.
n→∞ 3n2 + 1 n→∞ ( √
n 2
n) n 3 + 1
n2
m)
n2 (3n − 3−n ) n2 3n (1 − 3−2n ) n2
lim = lim 2 = lim = 0.
n→∞ 4n + n 2 n→∞ 4n (1 + 4nn ) n→∞ (4/3)n
n)
6 n
n6 + log n + 3n 3n (1 + 3nn + log n
3n ) 3
lim = lim = lim = +∞.
n→∞ 2n + n4 + log5 n
5
n→∞ 2n (1 + n4 + log n ) n→∞ 2
2n 2n
o)
n n n+1 n+1
2n
n+3 2 1 2
lim = lim 1+ = lim 1+ n+1 = e2 .
n→∞ n+1 n→∞ n+1 n→∞
2
p)
n2
n n
n−1 1
lim = lim 1− = (e−1 )+∞ = 0,
n→∞ n n→∞ n
essendo 1/e < 1.
q)
n n2 n1
(n2 + 1)n n2 + 1 1
lim = lim = lim 1+ 2 = e0 = 1.
n→∞ n2n n→∞ n2 n→∞ n
r) Si ha
log(n + 1) log[n(1 + n1 )] log n + log 1 + n1
= = ,
log n log n log n
e dunque
log(n + 1) 1 1
lim = lim 1 + log 1 + = 1.
n→∞ log n n→∞ log n n
s) √ n
3−1 = 0+∞ = 0.
n
lim
n→∞
u) Si ha
√ √ √
n(− log 2+2 log n
n2 2− → e−∞ = 0.
n √ )
= e2 log n− n log 2
=e n
v) Si ha
√ √ √
n n
− 2n = e n log n
− en log 2 = −en log 2 1 − e n log n−n log 2 .
Ora √
n − log 2+ log n
→ e−∞ = 0,
n log n−n log 2 √
e =e n
e quindi
√
lim n n
− 2n = − lim en log 2 = −∞.
n→∞ n→∞
2. a)
(n + 3)! − n! (n + 3)(n + 2)(n + 1) − 1
lim 2
= lim = 1.
n→∞ n (n + 1)! n→∞ n2 (n + 1)
b)
n
log 1 + n1 1 1
lim 1 = lim n log 1 + = lim log 1 + = log e = 1.
n→∞
n
n→∞ n n→∞ n
3. a) Si ha
2n − 1 (2n − 1)! (2n − 1)(2n − 2)(2n − 3) 4
= = ∼ n3 .
3 3!(2n − 4)! 6 3
b) √
√ n
2n3 1 − 2n3 − 2n2
log n
n − 2n3 + n log n 2
=− log n
∼ − n2 .
5n + log n 5n 1 + 5n 5
4. È facile verificare dalla definizione di limite che una successione an tende a l ∈ R∗ se
e solo se le due successioni dei termini di indice pari e di indice dispari, bn = a2n =
{a0 , a2 , a4 , . . . } e cn = a2n+1 = {a1 , a3 , a5 , . . . }, tendono entrambe a l. Nel nostro
caso a2n → l mentre a2n+1 → −l. Quindi se l = −l cioè l = 0 allora limn→∞ an = 0;
se invece l = 0 il limite di an non esiste.
5. Scrivendo per esteso 3n /n! possiamo effettuare la seguente maggiorazione:
3n 3 · 3···3 3 3 3 3 3 3 27
0< = = 3 · · 1 · ··· · ≤3· · = .
n! 1 · 2···n 2 4 n−1 n 2 n 2n
Passando al limite per n → ∞ e applicando il teorema del doppio confronto otteniamo
3n
lim = 0.
n→∞ n!
ESERCIZI SULLE SUCCESSIONI
NUMERICHE
Esercizio 1
Calcolare i seguenti limiti facendo uso, se occorre, dei limti notevoli:
³√ ´
n2 +1
(i) limn→∞ n2 + 1 − n+1
√
(ii) limn→∞ ln n
1 + an , a ≥ 1
√
(ln n)2 +ln n2
2
(iii) limn→∞ n2 +1
√
(ln n)2 +ln n2
10
(iv) limn→∞ n2 +1
¡ ¢n
(v) limn→∞ 1 + tan n1
¡ ¢
1 3n+ln n
(vii) limn→∞ 1 + 2n
2+n2
(viii) limn→∞ n3 cot n1
¡ 2
¢
1 cot
1
(ix) limn→∞ 1 + n3 + n
n
√ √ √
(x) limn→∞ ( n + 1 − n − 1) n
n
(xi) limn→∞ n2 23n
n2 −sin n
(xii) limn→∞ n2 +n
√ n
(xiii) limn→∞ ( n a − 1) , a ∈ R+
n3 +n2 sin 1
(xiv) limn→∞ n2 +1
n
1
(xv) limn→∞ (cos πx)2n determinare per quali x ∈ R la successione converge.
n2 sin n
1
(ln n)2
(xvi) limn→∞ (n+1)2
h 1 1
i
(xvii) limn→∞ n (n + 2) 3 − n 3
³ ´ n+1
n
n
(xviii) limn→∞ n−1
³ 2 ´n
(xix) limn→∞ n2n−n+2
+n
1
(xx) limn→∞ (2n + 3n ) n
¡ 1 n
¢
(xxi) limn→∞ 1 − n2
n2 +2
√
(xxii) limn→∞ n − n2 + 4
Esercizio 2
Usando la definizione di limite dimostrare che:
n2 −8n+4
(a) limn→∞ n−4 = +∞
Esercizio 3
Dire per quali valori del parametro reale a ∈ IR la seguente successione ammette
limite finito o infinito:
(−1)n
xn = an .
(n2 + 1) sin n12
Esercizio 4
Teoremi di Cesaro:
Teorema 1 : Se la successione di termine generale an ha per limite l, finito o
infinito, allora si ha limn→∞ a1 +...+a
n
n
= l.
Teorema 2 : Se an > 0 é tale che limn→∞ an = l, finito o infinito, allora si ha
1
limn→∞ (a1 · . . . · an ) n = l.
Teorema 3 : Se an é tale che limn→∞ (an+1 − an ) = l, finito o infinito, allora
limn→∞ ann = l.
Teorema 4 : Se an > 0 é tale che limn→∞ aan+1 n
= l, finito o infinito, allora
1
limn→∞ (an ) n = l.
Utilizzando i teoremi di Cesaro calcolare i seguenti limiti:
1 1 1
(a) limn→∞ 1+2 2 +3 3n+....+n n
1
(b) limn→∞ (n!) n
2
1
(n!) n
(c) limn→∞ n
1
limn→∞ (n!)n
2n
(d)
Esercizio 5
Verificare che una successione an converge ad un numero l se e soltanto se
entrambe le sottosuccessioni a2n e a2n−1 convergono allo stesso limite l.
Esercizio 6
Supponiamo che le sottosuccessioni a2n e a2n−1 estratte da una successione an
siano entrambre monotone. Dimostrare che , se limn→∞ (a2n − a2n−1 ) = 0,
allora an ammette limite.
Esercizio 7
Verificare con un esempio che l’enunciato dell’esercizio precedente non é invert-
ibile, ovvero esistono successioni an che ammettono limite, tali che a2n e a2n−1
sono monotone ma limn→∞ (a2n − a2n−1 ) 6= 0.
3
ESERCIZI SULLE SUCCESSIONI
NUMERICHE-SOLUZIONI
Esercizio
³√1 ´
2
(i) limn→∞ n2 + 1 − nn+1+1
.
Razionalizziamo:
µp ¶ µp ¶ µp ¶−1
2
n2 + 1 2
n2 + 1 2
n2 + 1
n +1− · n +1+ · n +1+ =
n+1 n+1 n+1
" µ ¶2 # Ã √ !−1
n2 + 1 (n + 1) n 2 + 1 + n2 + 1
= (n2 + 1) − · =
n+1 n+1
· 2 ¸ µ ¶
(n + 1)[(n + 1)2 − n2 − 1] n+1
· √ =
(n + 1)2 (n + 1) n2 + 1 + n2 + 1
(n2 + 1)[(n + 1)2 − n2 − 1]
= √ .
(n + 1)2 n2 + 1 + (n + 1)(n2 + 1)
Dividiamo numeratore e denominatore per n3 , e la frazione diventa:
¡ ¢
2 1 + n12
¡ ¢2 q ¡ ¢¡ ¢
1 + n1 1 + n12 + 1 + n1 1 + n12
(ii) · µ ¶¸
√ 1 1
lim ln n
ln an
1 + an = lim + 1
n→∞ n→∞ n an
µ ¶
1 n 1 1
= lim ln a + lim ln +1 .
n→∞ n n→∞ n an
Il primo termine¡ é esattamente
¢ ln a, mentre il secondo tende a zero, dato che
a ≥ 1, quindi ln a1n + 1 < ln2.
√ √ √
(ln n)2 +ln n2 (ln n)2 +ln n2 ¡ ¢ (ln n)2 +ln n2
(iii) limn→∞ 2 n2 +1 = limn→∞ e n2 +1 2
e .
1
¡ ¢√(ln n)2 +ln n2
Il termine 2e tende a zero perché 2 < e. D’altra parte, studiando
separatamente la radice esponente di e :q
p n)2
limn→∞ (ln n)2 + ln n2 = limn→∞ ln n (ln ln n2
(ln n)2 + (ln n)2 = ln n.
Quindi √
(ln n)2 +ln n2
eln n
limn→∞ e n2 +1 ' limn→∞ n2 +1 → 0.
Quindi il limite √iniziale é 0.
(ln n)2 +ln n2
(iv) limn→∞ 10 n2 +1
Questo limite e’ molto simile al precedente, c’e’ un 10 al posto di 2, ma in
realta’ il risultato e’ molto diverso perche’ e’ +∞, quello che quindi conta e’
il rapporto tra la base dell’esponenziale, 10 oppure 2 e e che invece e’ la base
del logaritmo naturale a cui tende la radice all’esponente. Si procede come nel
limite precedente per cui il termine
µ ¶√(ln n)2 +ln n2
10
→∞
e
¡ ¢n ¡ ¢ 1 1 n tan n1
(v) limn→∞ 1 + tan n1 = 1 + tan n1 tan n = e.
1
Si e’ tenuto conto dei limiti notevoli limn→∞ (1 + an ) an = e se limn→∞ an = 0,
e limn→∞ n sin n1 = 1.
2
2+n3 2 cot 1
µ ¶ n3
2 2+n2
n n
2+n
lim 1+ → e.
n→∞ n3
(x) risultato = 1
(xi) risultato = 0
(xii) risultato = 1
(xiii) risultato = 0
(xiv) risultato = + ∞
(xv) risultato: per x ∈ Z la successione é identicamente uguale ad 1, mentre
per tutti gli altri x reali tende a 0.
(xvi) riscriviamo il limite per sfruttare i limiti notevoli:
1 n (ln n)2
= lim n sin · lim · lim = 1 · 1 · 0 = 0.
n→∞ n n→∞ n + 1 n→∞ n + 1
(xvii) utilizziamo il prodotto notevole a3 − b3 = (a − b)(a2 + ab + b2 ) con
1 1
a = (n + 2) 3 e b = n 3 . Quindi il limite diventa
(n + 2 − n) 2n
lim n 2 1 2 = lim 2 1 2 .
n→∞ (n + 2) + (n(n + 2)) + n
3 3 3 n→∞ (n + 2) + (n(n + 2)) 3 + n 3
3
2
Abbiamo ottenuto un quoziente di polinomi di grado 1 al numeratore e 3 al
denominatore, quindi il limite é 0.
³ ´ a1
(xix) vogliamo ricondurci ad una forma del tipo 1 + a1n
n
con limn→∞ an =
³ ´ an
+∞, e poi usare il limite notevole 1 + a1n → e. Risolviamo quindi l’ equazione
1 n2 + n
=1− 2 ,
an n −n+2
n2 −n+2
che é verificata se an = 2n−2 (→ ∞ per n → ∞). Quindi
µ ¶n ·µ ¶an ¸ ann
n2 + n 2n − 2 n
lim = lim 1+ 2 = elimn→∞ an = e2 .
n→∞ n2 − n + 2 n→∞ n −n+2
3
(xx) riscriviamo il limite come
µµ ¶n ¶ n1
n n
1 2
lim (2 + 3 ) n
= lim 3 +1 .
n→∞ n→∞ 3
Usiamo in teorema dei carabinieri:
µµ ¶n ¶ n1
2 1
3≤3 +1 ≤ 3(1 + 1) n → 3 · 1
3
n2 + 2 p 2 2 p 2 √ 2
− n + 4 = n + − n2 + 4 ≤ n + − n2 = → 0.
n n n n
¡ ¢2
D’altra parte si ha n2 + 4 < n2 + 4 + n22 = n + n2 . Quindi:
µ ¶
2 p 2 2
n + − n2 + 4 > n + − n + = 0.
n n n
Esercizio 2
Richiamiamo la definizione di limite:
¯ ¯
¯ ¯
¯ln(1 + 1 )¯ < ε ∀n > n.
¯ n ¯
4
Tenendo conto che ln(1 + n1 ) > 0, questa disuguaglianza é verificata se
1 1
1+ < eε ⇔ n > ε = n.
n e −1
1
(c) limn→∞ e1+ n = e ⇔ ∀ε > 0 ∃n:
¯ ¯
¯ 1+ n1 ¯
¯e − e¯ < ε.
1
Tenendo conto che e1+ n > e, si ha
1 1 ε 1 ³ ε´ 1
e1+ n − e < ε ⇔ e n < 1 + ⇔ < ln 1 + ⇔n> ¡ ¢ = n.
e n e ln 1 + eε
Esercizio 3
Consideriamo la successione:
(−1)n
xn = an
(n2 + 1) sin n12
n
la frazione tende a (−1)1 , per cui il limite é sicuramente indeterminato se |a| ≥ 1.
Infatti se a = ±1 limn→∞ xn = (−1)n , se se |a| > 1 limn→∞ xn = ±∞. Invece
se |a| < 1 il limite é 0.
Esercizio 5
Se la successione an ammette limite, tutte le successioni estratte devono am-
mettere lo stesso limite, quindi un’ implicazione é ovvia. D’ altra parte, se a2k
e a2k−1 convergono allo stesso limite l, si avrá:
Esercizio 6
Essendo monotone, le due successioni a2n e a2n−1 sicuramente ammettono lim-
ite, finito o infinito. Per ipotesi
5
Esercizio 7
Vogliamo trovare una successione an che ammette limite, ma le due sottosuc-
cessioni degli indici pari e dispari, pur essendo monotone, quindi ammettendo
limite, non verificano la proprietá limn→∞ (a2n − a2n−1 ) = 0. Basta scegliere
an = n, essa ha limite +∞, ma