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Disturbo da uso di alcool

ALCOL

E’ un liquido con formula bruta C2H5‐OH, incolore, molto volatile e
infiammabile.


L’alcol presente nel vino e nelle bevande alcoliche si forma per la
fermentazione degli zuccheri. Tali zuccheri, in presenza di funghi
microscopici, i saccaromiceti, vengono trasformati in alcol etilico.


Durante questo processo si sviluppa un gas, anidride carbonica, in
modo così tumultuoso che la massa liquida sembra bollire.


Il liquido alcolico viene poi distillato per eliminare l’acqua e le altre
sostanze estranee formatesi durante la fermentazione.
ALCOL

Il consumo dell’alcol è un comportamento comune che provoca gravi
danni alla salute.


L’alcol (vino, birra, liquori) è una sostanza psicotropa, ossia è in grado
di produrre a chi beve alterazioni dei processi psichici: si beve per
rilassarsi, dimenticare, stare in allegria, ma si può finire ubriachi, in
preda ad eccessi di violenza o di depressione.


Si usa dire, per questo, che l’alcol è una droga legale, anzi, la droga di
gran lunga più diffusa nella popolazione.


Consumatori eccessivi (bevitori): soggetti la cui assunzione alcolica
eccede il consumo alimentare o terapeutico e le abitudini sociali della
comunità considerata


La patologia alcolica comprende quei disturbi fisici, psichici e di
funzionamento sociale, nel determinismo dei quali l’alcool è
direttamente implicato
TIPOLOGIE DI BEVITORI
Bevitore compulsivo: beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non
riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o
interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o
intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento
del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a
colpevolizzarsi, talvolta è aggressivo e desideroso di affetti , ma in fase di intossicazione
alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.

Bevitore gregario: corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde
totalmente il controllo: ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in
compagnia. L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo
personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule
semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi
e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari
frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In
questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello
culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di
bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche
a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere
colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.
TIPOLOGIE DI BEVITORI
Bevitore autistico: corrisponde al clochard, al mendicante ‐assistito, al barbone per vocazione,
all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per
rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie
all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il
mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo
tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati
e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il
punto di arrivo di altre forme di alcolismo, soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione
violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia
difficile da curare e da disintossicare.

Bevitore solipsistico: corrisponde al professionista che si chiude nello studio e passa buona
parte del tempo a bere, soprattutto superalcolici. Questo tipo di bevitore sfoga nell'alcol le tensioni
della vita quotidiana, la sua paura di non farcela e di non essere all'altezza. La società o, a suo
tempo, la famiglia contribuiscono a creare la paura di non essere all'altezza, di non essere capace
di soddisfare il suo compito e a creare, quindi, una situazione di grande conflitto. Il soggetto
spesso diventa alcolista non quando si impegna per soddisfare la sua immagine, ma piuttosto
quando si accorge che questa era coatta. Può essere definito un alcolismo da successo, e si può
manifestare in tutte le classi sociali quando il punto d'arrivo non è in sintonia con i reali investimenti
personali. L'alcolista solipsistico nega la sua dipendenza, la nasconde, se ne vergogna e la
giustifica.
TIPOLOGIE DI BEVITORI
Bevitore regressivo: è colui che beve periodicamente, intervallando mesi di eccessi a mesi di
bevute normali. E' un soggetto che cerca di controllarsi, ma in situazioni a rischio, come in
compagnia, a un ricevimento o quando la scelta delle bevande è ampia, difficilmente riesce a
mantenere i buoni propositi. Il soggetto insomma è consapevole del problema e pur essendo in
grado di autocontrollarsi, si lascia coinvolgere facilmente in situazioni di tipo disinibitorio e di
eccesso. La ricaduta lo riempie di vergogna, d'impotenza, ma anche di aggressività.

Bevitore reattivo: incontra l'alcol in conseguenza di una situazione dolorosa, come un lutto, e il
tutto assume il carattere di una crisi. Non essendo in grado di reagire diversamente, beve e questo
accentua la disperazione che ha scatenato la situazione. La battaglia contro l'alcol diventa
particolarmente fallimentare e destinata a cocenti sconfitte., perché l'alcol diviene il mezzo per
sopportare, per lenire le paure e il dolore, diventando così un sostituto affettivo gratificante e
soddisfacente. Anche la casalinga frustrata e insoddisfatta del suo ruolo corrisponde a questa
tipologia di bevitore, perché l'alcol diventa il mezzo compensatorio della situazione a cui non riesce
a ribellarsi e diviene una forma di aggressione nei confronti dell'uomo che la fa sentire una
donnaoggetto.

Bevitore pulsionale: è colui che, pur bevendo in modo eccessivo se sollecitato emotivamente,
pur ricorrendo all'alcol per eludere l'ansia e i conflitti, è consapevole della sua dipendenza, ma
cerca l'alcol volontariamente, perché questo assume il significato di sedativo e diventa una fonte di
piacere. Anche se è consapevole dei danni che si procura, preferisce bere per affrontare situazioni
di tensione o di noia quotidiana. La pulsione di bere è intimamente accettata e lo smettere viene
vissuto come un tremendo dispiacere e un progetto sempre futuro. Questa dipendenza ricorda
molto quella del fumatore che considera il fumo come una parte del suo vivere normale.
ALCOL-DIPENDENTE

Alterato comportamento del soggetto riguardo al bere: l’assunzione
alcolica non si accorda con i patern culturali dell’ambiente sociale, per
quantità, tempi e circostanze; brevi intervalli tra le assunzioni alcoliche
(la dipendenza implica livelli alcolemici elevati per prevenire i sintomi di
astinenza)


Alterato stato soggettivo: peridta di controllo nei riguardi del bere;
craving (desiderio compulsivo del bere sino a raggiungere lo stato di
ebrezza); “centralità del bere” nella vita intelettiva e nelle fantasie del
soggetto e il suo costituirsi come unico obiettivo gratificante e come
fondamentale progetto esistenziale


Alterate condizioni psicobiologiche: sindrome astinenziale

E’ frequente il riscontro di alcol-dipendenti che sviluppano la capacità di


assumere sempre maggiori quantità di alcolici senza raggiungere lo stato
di ebbrezza
Intossicazione acuta
Livelli di alcolemia Manifestazioni comportamentali e altro

100 mg/dl Incoordinazione motoria e disartria; alterazioni


comportamentali. Interferisce con le prestazioni
sociali e professionali; alterazioni della critica;
linguaggio indistinto , andatura incerta; labilità
affettiva; loquacità

200 m g/dl Effetto profondo sull’area mototria del cervello

300 mg/dl Ridotta responsività (stupore)

400 mg/dl Reattività assente (coma)

500 mg/dl Paralisi dei centri respiratori, acidosi metabolica,


morte

Ebbrezza semplice: umore euforico, disinibizione, ipervalutazione delle capacità, percezioni e


rappresentazioni vivide, associazioni ideiche agili, mimica e gestualità esagerate. Residua
malessere generale con malumore, astenia e cefalea.
Ebbrezza complicata: eccitamento imponente e successivi fenomeni di depressione del SNC.
Residua ricordo confuso dell’episodio.
Ebrezza patologica: insorgenza improvvisa e contemporanea dell’eccitamento psichico e dei
disturbi di coscienza. Illusioni, alucinazioni visive, deliri persecutori, comportamento clastico.
Spesso amnesia completa.
ALCOLISMO CRONICO

Deterioramento della personalità da ricondurre alla compromissione delle attività
metaboliche del SNC e al danno organico cerebrale

Precoce invecchiamento, aspetto trascurato, appare denutrito

Espressività mimica povera, coartazione dell’affettività, comportamento rigide e
stereotipo, discorsi monotoni e prolissi

Deficit affettivo-volitivo

Compaiono turbe della memoria di fissazione e della rievocazione

Emotività superficiale e incontrollata, umore di fondo instabile

Progressivo decadimento etico

L’alcolista si comporta in modo villano e grossolano, è litigioso, bugiardo,
manesco, violento, perde ogni autorità e dignità

Trascura il lavoro, ricorre a qualsiasi mezzo ‐anche illecito per saziare la sua
incessante brama del bere e precipita nell’abbruttimento, nella depravazione,
nell’immoralità

L’indebolimento dei poteri inibitori lo porta al vagabondaggio, all’accattonaggio,
al delirio, degenerazione morale dell’alcolista .
EFFETTI DELL’ETANOLO
Effetti acuti

Apparato cardiovascolare: vasodilatazione, dispersione di calore

Apparato renale: azione diuretica

Apparato gastrointestinale: iperscrezione gastrica, attività erosiva

Effetti cronici

Malattie a carico dell'apparato cardiocircolatorio:
Ipertrofia cardiaca
Ipertensione arteriosa
Miocardite cronica

Malattie a carico dello stomaco:
Gastrite cronica

Malattie a carico del fegato:
Steatosi
Epatiti
Cirrosi epatica

Altre patologie:
Pancreatite cronica
Infertilità
Calo della libido
alterazioni ormonali
SINDROME D’ASTINENZA
Insorge dopo un periodo di parziale o totale astensione dall’alcool


Tremori generalizzati, grossi e irregolari

Nausea, vomito, cefalea, tachicardia, sudorazione e aumento della
pressione arteriosa

Ansia, depressione o disforia, insonnia, talora crisi epilettiche (12-48
ore dalla cessazione dell’assunzione di alcool)

Secchezza della bocca, disidratazione per diarrea, vomito, iperidrosi

Sonno frammentato da risvegli, frequenti stati notturni di angoscia
panica

Allucinosi (alucinazioni uditive a contenuto persecutorio) che può
persistere quando dopo che si sono risolti tutti i sintomi dell’astinenza
DELIRIUM TREMENS


La sindrome in genere insorge entro 24-72
ore dall’ultima ingestione di alcol, in un
contesto di astinenza assoluta o relativa dopo
un periodo di intossicazione cronica.

Il quadro clinico può manifestarsi anche dopo
alcuni giorni; nel 90% dei pazienti, il quadro
esordisce nei primi 7 giorni di astinenza.

Il quadro conclamato può esser preceduto da
DELIRIUM TREMENS
Delirium: Alterazione acuta globale delle funzioni
cerebrali che si sviluppa in un lasso di tempo breve
(ore o giorni), con disturbo della coscienza, alterazioni
delle capacità cognitive, anomalie nello stato di veglia.
E’ il più grave e complesso tra i disturbi della
coscienza; si associa sempre a gravi fenomeni
vegetativi e alterazioni dell’equilibrio idroelettrico

Disorientamento nel tempo, nello spazio e
verso le persone

Disturbi mnesici

Compromissione delle funzioni percettive
(illusioni, allucinazioni)

Pensiero incoerente, frammentario,
disarticolato

Reazioni affettive abnormi, incongrue

Inibizione, stupore, stati di eccitamento o
manifestazioni motorie mutevoli
DELIRIUM TREMENS
Caratteristiche cliniche peculiari

Insonnia costante e totale

Tremore generalizzato

Allucinazioni micro/macro-zooptiche e
dermatozoiche

Comuni i falsi riconoscimenti

Pensiero scarsamente strutturato, spesso
con “deliri professionali”

Affettività intensa, rapidamente variabile, con
“umore patibolare”
Prognosi
Il decorso è variabile, con alternanza di periodi di agitazione e di
calma; in genere il quadro si risolve in pochi giorni (2-5) con il trattamento
adeguato, ma può persistere fino a 10 giorni; la risoluzione in genere
avviene per crisi, con un sonno profondo; la guarigione può anche
avvenire per lisi, con regressione dei sintomi in 2-3 settimane. La
mortalità varia dal 5 al 10%, anche nel caso di una terapia ottimale, e
l’esito letale in genere è connesso a deplezione di liquidi, squilibrio
elettrolitico, affezioni polmonari, in particolare polmoniti da
aspirazione, aritmie cardiache o collasso cardiocircolatorio. Secondo
alcuni autori, la mortalità arriva al 25% nei pazienti con concomitanti
complicazioni mediche o chirurgiche. Il disturbo può esitare nella psicosi
di Korsakoff.
Sindrome di Korsakoff

Amnesia di fissazione

Possibile amnesia retrograda di varia entità

Falsi Riconoscimenti

Confabulazione

La Sindrome può innestarsi su un quadro
preesistente di encefalopatia di Wernicke (disturbi
psichici, oftalmoplegia, atassia), anche a seguito di
un episodio di Delirium Tremens.
Trattamento

Intervento ambientale (ambiente tranquillo ed
ordinato, evitare eccesso di rumore o deprivazione
sensoriale,illuminazione adeguata, presentazione
degli stimoli e dei membri dello staff in maniera
tranquilla e rassicurante, etc.)

Mantenimento dell’equilibrio idro-elettrolitico

Mantenimento della nutrizione e dei livelli glicemici

Mantenimento dell’ossigenazione

Mantenimento della temperatura corporea

Mantenimento del sonno con regolarizzazione della
circadianità
Trattamento

Importanti la correzione del deficit di magnesio ed una dieta ad
alto contenuto di carboidrati (da sostituire con infusioni di
glucosate nei primi giorni, quando il paziente non riesce ad
alimentarsi).

Utile la somministrazionedi tiamina (100 mg/die), come
profilassi per la psicosi di Korsakoff.

La sedazione riduce i sintomi vegetativi e l’agitazione: si
consiglia diazepam (5-10 mg iv lentamente), lorazepam o
aloperidolo.

Le convulsioni vanno trattate con fenitoina o benzodiazepine

Le benzodiazepine andrebbero poi ridotte e sospese dopo 7-10
giorni.

La sorveglianza del paziente dovrebbe essere CONTINUA

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