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STATUS SOCIALE E DEWEY:

Con il termine latino status intendiamo la posizione occupata da un individuo nella


società.
La società complesse come quella occidentale può essere definita una società
piramidale, nella quale lo status rappresenta qualsiasi posizione che l’individuo
occupa all’interno di questa piramide.
La società piramidale è formata da ceti ovvero, da macroragruppament sociali
individuati in base a diversi parametri. Vi sono tre tipi di ceti: il ceto privilegiato che
possiede una condizione economica elevata, poi il ceto medio che ha una condizione
media e il ceto basso.
La posizione sociale ognuno di noi lo possiede in base alla combinazione di tre
fattori: ricchezza, potere e prestigio.
Si può arrivare a possedere un determinato status in due diversi modi: per il
possesso naturale di determinati requisiti o per averli in vario modo conquistati.
Quindi la posizione sociale può essere acquistato ma può anche essere persa.
L’individuo possiede la capacità di muoversi all’interno della piramide grazie alla
mobilità sociale presente nella società; infatti l’indice di mobilità sociale indica il
grado di democrazia di un paese, quindi più un paese è democratico più vi è
mobilità.
I movimenti interni alla società possono essere di due tipi: verticale e orizzontale.
Il movimento verticale può far muovere un individuo dal basso verso l’alto ma può
anche avvenire il contrario cioè, l’individuo può perdere il suo status e in questo
caso il movimento sarà dall’alto verso il basso.
Nel movimento orizzontale vi è un passaggio tra due posizioni sociali collocate sullo
stesso livello gerarchico.
La mobilità sociale comporta quindi acquisto, perdita, ritiro e riconquista di status.
Mentre nell’acquisto e nella perdita di status si è in presenza di circostanze in grado
di indebolire o rafforzare la posizione economica e il prestigio sociale del portatore,
il ritiro di status è dovuto all’azione intenzionale di un gruppo esterno. Gli ebrei della
Germania nazista subirono un massiccio ritiro di status da parte del Reich.
Il concetto di flessibilità viene collegato a quello di mobilità, poiché per mantenersi
all’interno di un certo ceto bisogna essere flessibili, bisogna essere capaci di
cambiare e di essere disponibili a modificare le proprie attività e competenze sulla
base delle richieste del mercato. Concetto molto importante nel mondo
contemporaneo non solo per ascesa sociale ma anche per rimanre nella propria
posizione (società in qualche modo tende a far peredre status se sta fermo, e si
devedar da fare attraverso la flessibilità per rimanere dove sta)
Come gia detto, la mobilità indica un certo grado di democrazia nel paese, più un
paese è democratico più vi è mobilità e movimento al proprio interno.
La società democratica infatti si fonda, su due principi fondamentali: ‘Eguaglianza’
e ‘Libertà’; dove la libertà è a servizio dell’eguaglianza in quanto costituisce
l’elemento che deve essere equamente distribuito tra i cittadini; una società
egualitaria implica un’eguaglianza nelle libertà individuali.
Questo implica un abbandono della logica preponderante nelle società pre-
moderne, cioè l’assegnazione delle posizioni sociali di rilievo per ascrizione e
ereditarietà, a favore di una società in cui la carriera sia aperta ai talenti, nella quale
tutti possano avere la possibilità di partire da un medesimo punto e avere le
medesime prospettive.
In via definitiva, solo in un contesto in cui ‘Eguaglianza’ e ‘Libertà’ sono le
fondamenta della società è possibile la piena attuazione di un meccanismo come
quello della mobilità sociale.

Questo tema della mobilità sociale e della democrazia viene analizzato da uno dei
principali esponenti del pragmatismo e attivismo americano John Dewey, ma in
chiave prospettica diversa; analizza questo rapporto sulla base delle interazioni che
vi sono tra scuola e democrazia. Il tema della democrazia che noi abbaimo osservato
nella prospettiva dello status viene posto al centro della riflessione pedagogica

Dewey sostiene che la scuola fa parte della società in quanto istituzione sociale, il
cui scopo è l’educazione dei fanciulli.
L’educazione è un processo sociale che porta il bambino alla conoscenza della
tradizione culturale e del progresso compiuto dall’umanità nel corso del tempo.
L’educazione non è preparazione alla vita, bensì vita stessa. Le conoscenze acquisite
attraverso l’educazione non sono fini a se stesse, bensì sono applicate alla vita, al
contesto in cui il bambino vive: attraverso tali conoscenze, il fanciullo vive il
presente nel migliore dei modi e si prepara a fare altrettanto nel futuro.
Perciò nella scuola devono essere utilizzati tutti gli strumenti e riprodotte tutte le
situazioni necessarie per rendere il bambino partecipe del patrimonio culturale e
per conoscere il passato.
La scuola perciò deve rappresentare un luogo di vita sociale semplificata (che faciliti
la vita sociale esistente). Infatti, la vita esistente è così complessa che il bambino non
può entrarvi in contatto senza confusione o distrazione.
La vita sociale che la scuola rappresenta si deve sviluppare gradualmente, partendo
dalle esperienze che il bambino conduce in famiglia e nell’ambiente sociale in cui
cresce.
L’educazione quindi ha una funzione fondamentale di trasmissione sociale ed essa
trova piena realizzazione nell’ambiente scolastico. La scuola assolve la funzione di
mediare tra società e fanciullo, fornendogli esperienze semplificate che gli
impediscano di essere travolto dall’ambiente sociale.
Egli infatti afferma che la scuola è lo snodo fondamentale tra società e democrazia,
la scuola deve concorrere alla realizzazione dell’educazione come valore
democratico, attraverso anche il metodo dei problemi. Quando l’educazione fa si
che tutti i membri di una società attraversino i campi problematici vi è più
interazione e miglioramento sociale. Endosmosi, esperienza educativa e dis-
educativa nucleo centrale di dewey ha a che fare con il fondo di adattamento
Obiettivo di dewey cercando di rendere l’individuo di adattarsi efficacmente alla
società possa essere collegato alla flessibilità disponibilità per il sistema

Capacità sull’azione e progresso sociale, non vuole creare automi(realtà trasformata


obiettivo della democrazia, non subita passivamente la realtà,come disponibilità e
piegarsi)

L’impianto pedagogico di Dewey però non mira a quella flessibilità che porta
all’assoggettamento della società sull’individuo, il quale viene inglobato in questo
contesto e perde la possibilità di crearsi un progetto di vita. L’uomo deve cercare di
essere flessibile ed elastico nei confronti degli scopi del mercato, deve essere
sempre disponibile a cambiare per gli scopi del sistema.
Di questo assoggettamento ne parla anche il filosofo e sociologo Marcuse, che
faceva parte della scuola di Francoforte insieme ad Horkheimer e tanti altri.
Marcuse parla di razionalità strumentale cioè calcola la razionalità rispetto allo
scopo. L’uomo viene assoggettato agli scopi della società, viene visto al pari con la
natura, cioè qualcosa da poter sfruttare. Ma l’uomo non viene sfruttato solo come
forza-lavoro, ma in tutto il suo insieme, infatti la sfera esistenziale viene piegata
all’interno del sistema perciò l’uomo diviene più utile e funzionale nel suo tempo
libero che in quello lavorativo perché utilizza il tempo libero per gli scopi del
sistema. Utilizza questo tempo per perseguire quei falsi bisogni appartenenti alla
società, ma che l’uomo interiorizza come propri e li persegue. Perciò nello stato
dell’apparente benessere regna l’illibertà perché l’individuo si trova in una
prospettiva falsa e totalizzante dove ogni ambito della via umana ne è condizionato.

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