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classico fino al XIX secolo, dal XIX secolo in poi si parlerà di periodo moderno-contemporaneo.
Dal 1580 al 1640 si apre la monarchia duale, dal punto di vista storico, dal punto di vista linguistico
e culturale questo periodo fu l’unico periodo di bilinguismo castillano e portoghese. Spesso i
proverbi e i modi di dire di questo periodo sono gli stessi, alcune parole magari sono scritte con dei
cambiamenti, anche i temi e i contenuti affrontati dai vari poeti sono gli stessi. Se da un l’unto di
vista politico e storico questo periodo 1580-1640 ha significato una frustrazione per la perdita della
propria indipendenza politica, parallelamente da un punto di vista culturale fu un periodo
ampiamente rigoglioso e produttivo sia dal versante castillano che da quello portoghese, vengono
pubblicate tantissime opere in prosa, in versi e teatrali all’interno dei quali è possibile riscontrare
tanti aspetti in comune, molti poeti e scrittori portoghesi di questo periodo arrivarono a scrivere le
proprie opere sia in lingua portoghese che castillana, ad esempio il padre del teatro portoghese Gil
Vicente scriveva delle pieces teatrali usando sia la lingua castillana e portoghese, proveniente da
una formazione colta per loro era normale usare le due lingue, per altri poeti e scrittori la cui
formazione non era così colta, l’utilizzo della lingua Castillana non era così spontanea, ma
nonostante queste diversità di formazione quello che fu un denominatore comune fu l’utilizzo di
entrambe le lingue. Nonostante ciò solo pochi poeti castillani arrivarono a scrivere opere in
portoghese, come simbolo di egemonia sulla corona portoghese la lingua più usata era il castillano.
Durante il siglo de oro Lope de Vega in alcune delle sue opere reca dei contenuti portoghesi, in
alcune opere parla del Brasile, in altre opere ricorda Camões.
Il 1640 fu l’anno della restaurazione dell’indipendenza portoghese, dal punto di vista linguistico gli
altri prestiti linguistici che adotterà il Portogallo saranno sopratutto prestiti francesi, la Francia
diventerà il modello culturale per eccellenza per la cultura portoghese, dal 1640 fino a tutta l’epoca
dei Lumi penetreranno non solo parole francese di uso comune ma anche tante mode di origine
francese, ad esempio nel vestire, molti tessuti arriveranno da Parigi, le dame, nobili portoghesi
seguiranno anche molti modelli comportamentali portoghesi e ovviamente in questo periodo
classico continueranno a entrare nelle la lingua portoghese parole italiane, castillane. Viceversa dal
XIX a tutto il XX secolo il nuovo modello culturale sarà quello inglese. La Gran Bretagna da un
punto di vista politico dal 1640 in poi diventerà una figura ostile apparentemente amica, nel 1640 la
restaurazione dell’indipendenza portoghese avvenne grazie all’intervento della Gran Bretagna in
cambio il Portogallo poteva importare solo merci inglesi e questo danneggiò l’economia
portoghese, dal 1640 in poi il Portogallo visse una grave crisi economica a causa di questo
compromesso con la Gran Bretagna, a partire dalla seconda metà del 700 e all’interno del 800 il
Portogallo iniziò ad esplorare le zone interne del Brasile, scopre tantissime miniere di pietre
preziose e giacimenti minerari, l’illusione è quella di riuscire a rimpinguare le casse portoghesi
grazie a questa grandissima ricchezza mineraria brasiliana ma in realtà andranno solo a beneficio
dei reali. Sempre nel XIX secolo ricompare l’ombra oscura della Gran Bretagna perché nel 1890 la
Gran Bretagna proclama un ultimatum al Portogallo, ovvero lo obbliga a rinunciare a un progetto
espansionistico nel sud dell’Africa ovvero nel XIX secolo sia la Gran Bretagna che i, Portogallo
avrebbero voluto occupare dei territori africani per poter collegare e unire i loro possedimenti
africani che già avevano conquistato, nello specifico il Portogallo avrebbe voluto unire l’Angola e il
Mozambico occupando i territori africani intermedi, anche la Gran Bretagna che aveva già molti
territori africani avrebbe voluto unire il sud Africa all’Egitto, quando si crea questo contenzioso fra
Gran Bretagna e Portogallo a causa del territorio della Rodesia, l’Inghilterra invia al Portogallo
l’ultimatum obbligandolo a rinunciare a questo progetto altrimenti avrebbe bombardato, fu costretto
a rinunciare a questo progetto e ad accettare questo ultimatum firmato nel 1890. Anche in questo
caso come conseguenza di questo ultimatum dal 1890 in poi il Portogallo vivrà un nuovo momento
di profonda crisi economica, politica, mentale collettiva, si instaura all’interno della collettività un
profondo sentimento di impotenza e debolezza e questo sentimento andrà a creare in ambito
letterario soprattuto due correnti, per cercare di studiare questa nuova situazione di lacerazione
creata a livello nazionale col tentavo di uscire da questi sentimenti, gli atteggiamenti più propositivi
si sono avuti in ambito letterario, con le correnti del:
• Saudosismo la più propriamente portoghese che si basava sul concetto della Saudade, azione
propositiva del recupero della propria tradizione lusitana, speravano e credevano in una rinascita del
Portogallo, cercando di focalizzarci sul recupero della propria storia. Atteggiamento propositivo e
collettivo.
• Simbolismo-Decadentismo, sono stati intellettuali che non sono mai riusciti a credere in un vero
recupero del Portogallo, e come conseguenza di questo atteggiamento più pessimista l’unica
soluzione più concreta era per loro la fuga, visto che per loro il Portogallo non sarebbe mai riuscito
a risorgere la soluzione migliore era quella di lasciare il Portogallo e andare in altri paesi spesso
molto lontani ed esotici, perché recandosi in Brasile, India, Cina e Giappone sarebbe stato più facile
ricreare un futuro migliore. Atteggiamento individuale e frustrante.
• Afro/asiatico:
LESSICO EXTRA-EUROPEO- di utilizzo attuale.
Mandarim= funzionario, consigliere< Malesia. Bengala=bastone da passeggio, Xale=Scialle<
India. Chá=the, Chávena=tazza da the<Cina. Biombo=paravento<Giappone.
Ananás<África bantu.
• Brasiliano (tupi)
Flora: buriti, jocarandá, caju, maracujá, abacaxi.
Fauna: capivara, piranha.
Personaggi mitologici/leggendari: sacri=folletto/elfo dispettoso e neretto che porta sempre un
berretto dai poteri magici.
Caipora=guardiano della natura, della flora, e fauna.
ASPETTI LINGUISTICI DEL PERIODO CLASSICO
• ancora confusione nella grafia, anche se si stavano diffondendo già nel periodo medio alcune
regole fonetiche a livello grafico ancora avremo una certa confusione e cioè libertà grafica. Una
lettera dell’alfabeto poteva essere scritta in più di un modo, soprattutto per la vocale “i”, poteva
essere scritta con la “i” ma anche con la “y” o la “h”. es. MINHA (port.attuale), sia in epoca media
che in epoca classica poteva essere scritto MIA, MYA e MHA.
• presenza del suono affricato palatale [t] che si afferma nel periodo classico = c dolce, CHAMA,
CHUVA, CHAMA.
In questo periodo classico penetrano parole di origine:
francese CHAPÉU< CHAPEAU in Francese.
• Italianismi.
• Latinismi classici.
• Castillano viene usato come seconda lingua dai portoghesi colti grazie alla monarchia duale,
periodo del bilinguismo.
•
TRE GRAMMATICHE PORTOGHESI CINQUECENTESCHE
• 1536 prima grammatica propriamente portoghese, scritta in lingua, il titolo fu la “Grammatica da
lingoagem portughusa” di Fernão de Oliveira, “grammatica” veniva scritto con due m, rientrava
nella libertà grafica. Questa del 1536 non è una vera e propria grammatica come la intendiamo noi,
non troveremo spiegazioni e regole grammaticali ma solo tante parole in lingua portoghese, più che
una grammatica è una sorta di vocabolario ma oltre a elenchi di tante parole troviamo anche qualche
piccola spiegazione più grammaticale che permette di comprendere certi passaggi vocalici e
consonantici avvenuti dal latino volgare al portoghese.
• 1540 seconda grammatica portoghese, “Grammatica da Lingua Portuguesa” di João de Barros,
lieve distinzione nel titolo rispetto la 1536, la parola “Lingua” nella prima grammatica comprare
come Lingoagem di chiara provenienza latina, nel secondo caso la parola Lingua appare in una
forma più moderna. Anche in questo caso i contenuti sono molto simili.
(1572 pubblicazione del l’epopea nazionale Os Lusiadas di Camões, grazie a questo componimento
la lingua portoghese diventa lingua classica, scrive con una lingua portoghese aulica e colta, sarà
considerata da qui in poi una lingua classica.)
• 1576 viene stampata la grammatica di Duarte Nunes de Leão, Orthographia da Lingoa Portuguesa
ritenuta necessaria per scrivere bene la lingua portoghese, spagnola e latina e qualsiasi altra che
dalla latina abbia origine. Fornisce indicazioni sull’ortografia delle parole, viene definita la terza
grammatica cinquecentesca. All’interno vengono esplicitati anche i problemi di scrittura dell’epoca.
DIZIONARI PORTOGHESI PIÙ IMPORTANTI
• Il primo dizionario risale al 1562, l’autore e Jerónimo Cardoso, il titolo è Dictionarum ex
Lusitanicum in Latinum Sermonem. È un titolo latino, fino al 1562 gli altri prototipi di dizionari
venivano tutti stampati e scritti in lingua latina, fino al XVIII la lingua latino volgare verrà usata
come lingua di riferimento. Troviamo singole parole portoghesi derivanti dal latino volgare e ogni
tanto spiegazioni dei passaggi fonetici e ortografici dalla lingua latino volgare a quella portoghese.
• Agostinho Barbosa, Dictionarium Lusitanicum-Latinum, 1611, col titolo sempre in latino.
• Amaro Roboredo, Raizes da lingua latina mostra dal em hum tratado e diccionario, 1621
spiegazioni sulle radici della lingua latina.
• Raphael Bluteau, Vocabulario Portuguez e Latino, stampato nel 1712-1713 a Coimbra.
L’autore è francese ed è un bibliografo. É il primo vero dizionario in 4 tomi. Fra il 1716 e il 1721
c’è la seconda edizione pubblicato in 8 volumi a Lisbona.
• Secondo dizionario più importante settecentesco, Diccionario da lingua Portuguesa composto
pelo padre D. Rafael Bluteau reformado, e accrescentado por Antonio de Morales Silva do Rio
de Janeiro, 1789. Questo dizionario fu scritto prendendo ad esempio quello di Bluteau.
• Diccionario da lingua portugueza, scritto e pubblicato dalla prima accademia reale delle scienze
di Lisbona, 1793.
• Diccionario bibliographico portuguez di Innocencio da Silva nel 1858. È un dizionario
bibliografico, ci sono tutte le opere scritte dagli autori portoghesi importanti, anche se non tutte
sono arrivate ai nostri giorni. Documento comprobatorio.
• Antonío Houaiss, Dicionário da língua portuguesa, 2003. Edizione in tre tomi. É il primo
dizionario lessicografico, di ogni parola riporta l’origine etimologica e l’anno di comparsa della
parola scritta nella lingua portoghese.
GRAMMATICHE BRASILIANE
• Padre José de Anchieta, 1595. prima grammatica brasiliana fu scritta da un padre gesuita. Questa
prima grammatica brasiliana non venne stampata in Brasile ma in territorio portoghese, nel XVI
secolo in Brasile ancora non esisteva la stampa che arriverà solo nel XIX secolo. Tutti i testi scritti
in Brasile dovevano essere stampati in altri paesi, primo fra cui in Portogallo. Il titolo è “Arte de
grammatica da lingoa mais ufada na cofta do Brafil. Feyta pelo padre Iofeph de Anchieta de IESU.”
Abbiamo nel titolo la parola Arte, anche in questo caso non si tratta di una vera e propria
grammatica ma è un trattato che parla anche di questioni grammaticali, ma include informazioni
riguardanti la storia della formazione della lingua brasiliana. Nella seconda parte del titolo viene
sottolineato anche che questa lingua era parlata lungo la costa brasiliana. All’interno di questo
trattato si parla anche della lingua geral. Nel frontespizio troviamo anche l’autore, il luogo in cui fu
scritto, Coimbra, e la data.
• Catecismo Brasílico, stampata nel 1618 a Lisbona. Non si tratta di una vera e propria grammatica
ma di un testo con informazioni e insegnamenti prettamente religiosi all’interno del quale vengono
inserite spiegazioni linguistiche sulla lingua geral e sulle lingue Indios brasiliane. Fu composto non
da un solo padre gesuita ma da padri dotti della compagnia di Gesù.
DIZIONARI BRASILIANI
• “Diccionario da Lingua Geral do Brazil”, 1771 scritto nella città del Pará regione del nord est
brasiliano non sappiamo con certezza dove è stato stampato perché nel frontespizio non è
evidenziato, probabilmente fu stampato o a Coimbra o a Lisbona ma non ne abbiamo la certezza. É
il primo esempio di dizionario brasiliano, incentrato sulle parole della lingua geral e non su quella
portoghesi brasiliane. È circoscritto solo all’interno dello stato del Pará, non riguarda la lingua geral
di altri stati del Brasile. Possiamo immaginare che anche questo sia stato scritto da dei padri gesuiti
perché ancora non erano stati espulsi dal Brasile avvenuto nel 1775.
• “Dicionário da Lingua Tupi” di Gonçalves Dias, è il secondo dizionario brasiliano più importante,
pubblicato in una libreria di San Paolo nel 1858. È il primo vero e proprio dizionario riguardante la
lingua indigena Tupi. Ci sono un elenco di parole Tupi seguite dal corrispettivo Portoghese.
GRAMMATICHE CAPOVERDIANE
Tutte le altre grammatiche di lingua portoghese che si affermeranno in Africa, usciranno solo
all’interno del XIX secolo per lo stesso motivo per cui anche in Brasile abbiamo avuto il vero e
primo dizionario solo nel XIX secolo. Sia in Brasile che nei territori africani la stampa si afferma
solo nel XIX secolo. Un aspetto che accomuna il Brasile e i territori africani è la comparsa della
stampa. Nei 5 territori africani di lingua portoghese le prime grammatiche usciranno nel XIX
secolo.
• La prima grammatica Capoverdiana, risale al 1887 ed è curata da Antonio de Paola Brito. Il titolo
è “Dialectos crioulos-portugueses. Apuntamentos para a grammatica do crioulo que se fala na iha de
Santiago de Cabo Verde.” Cioè: Annotazioni per la grammatica del creolo che si parla nell’isola di
Santiago di Capo Verde. In questo titolo viene evidenziata la presenza sia della parola “dialetto” che
della parola “creolo”. Questi creoli di base portoghese non sono dialetti. Nel XIX secolo sia in
Portogallo che nelle colonie non esisteva la differenza fra creolo e dialetto, i linguisti avevano
difficoltà e confusione a illustrare e definire un creolo o un dialetto, si pensava che potessero essere
la stessa cosa. È una grammatica che parla del creolo che si concentra solo sul creolo capoverdiano
parlato solo nell’isola di Santiago dove c’è la capitale Praia.
Il dialetto è una variante della lingua ufficiale, è una parlata, è qualcosa che ha a che fare con la
lingua ufficiale ma se ne distacca. Ha a che fare con un contesto popolare non è qualcosa di aulico o
colto. Il creolo deve essere inteso come una lingua nuova. I creoli di base portoghese sono delle
lingue nuove, non sono dialetti. A differenza dei dialetti I creoli possono avere un’evoluzione
diversa ed essere usati in ambiti e contesti dove i dialetti non sono mai usati. Il creolo capoverdiano
viene usato ancora oggi in tutti gli ambiti cultuali, musicale, letterario, pubblicitario della società ad
eccezione delle ambito governativo ecco perché la lingua ufficiale è
il portoghese. Ci sono case editrici e tipografie a Capo Verde che fanno uscire cd e libri di cantanti
e scrittori capoverdiani che cantano e scrivono in creolo.
Le altre grammatiche usciranno nel 900. Quest’ultime si differenzieranno molto e andranno ad
approfondire il discorso linguistico e grammaticale usato e parlato anche nelle altre isole
dell’arcipelago. Gli studiosi si recheranno anche nelle altre isole per mettere in risalto anche altre
specificità appartenenti ad ogni singola isola. Essendo isole in quanto tali nel corso dei secoli sono
subentrati varietà dialettali del creolo.
LA LINGUA PORTOGHESE IN MOZAMBICO
In Angola e Mozambico il procedimento linguistico e culturale è ancora in corso di formazione, ci
sono ancora oggi una serie di questioni culturali, identitarie che devono essere risolte e devono
ancora arrivare a completamento, ancora oggi non sono esistite vere grammatiche angolane e
mozambicane ma questo non vuol dire che nel corso degli anni non siano comparsi degli strumenti
di supporto grammaticali ritenuti dei prototipi di grammatiche.
A lingua Portuguesa em Mozambique di Mia Couto, 2003.
È un articolo, scritto da uno degli scrittori mozambicani di lingua portoghese più importante a
livello internazionale, ha una formazione di biologo ha sviluppato poi un interesse verso le arti
umanistiche , le letterature ma è sempre stato uno scrittore attento al discorso linguistico e culturale
del Mozambico. L’articolo riguarda la lingua portoghese in Mozambico. Questa sua osservazione
attenta riguarda anche il rapporto che continua a essere molto forte fra i vari abitanti del Mozambico
e la natura. Questo è un rapporto simbiotico sia in Mozambico che in Angola. In questo articolo
ricorda che solo il 40% dei Mozambicani sia di formazione portoghese , questo 40% parla e usa il
portoghese europeo come seconda lingua, la prima lingua è una di quelle africane, solo il 3% usa il
portoghese europeo come propria lingua materna. L’idioma portoghese non è la lingua
mozambicana è una lingua aggiuntiva, a volte veicolare. L’idioma portoghese non è la lingua dei
mozambicani ma parallelamente è la lingua della “mozambicaneità” cioè della cultura
mozambicana. Nel periodo coloniale nelle colonie si sviluppò il vero colonialismo, Mia Couto
vuole spiegare il rapporto che la lingua portoghese ha avuto nel periodo coloniale, questo periodo
che va dal XIX secolo fino agli anni 70 del secolo scorso, dal 1975 i paesi hanno ottenuto
l’indipendenza, in questo momento la lingua portoghese fu considerata dal popolo angolano e
mozambicani una lingua imposta, legata alle guerre coloniali, sentito come un obbligo politico,
questo fu il periodo più buio e difficile della lingua portoghese. Nel 1975 circa l’80% dei
mozambicani non parlava portoghese. L’utilizzo del portoghese come lingua culturale è subentrato
dopo il 1975. Come garantire una convivenza senza nuove egemonie fra la lingua portoghese
europea e le lingue mozambicane? Questa è tutt’oggi una domanda attuale. L’obiettivo sta nel
trovare sempre meglio un equilibrio culturale e linguistico fra queste lingue, questo è l’obiettivo
ultimo da concretizzare e ci stanno ancora oggi lavorando. Secondo lui già nel 2003, ma ancora
oggi, c’erano i segnali salubri per realizzare una convivenza pacifica, ci sono segnali propositivi, ci
sono le premesse per poter realizzare questo progetto linguistico di convivenza, perché esistono già
altre esperienze che hanno portato avanti un bilinguismo. Una soluzione sarebbe quella di osservare
tutti quei territori che nel corso dei secoli hanno dato vita a dei fenomeni di bilinguismo. Tutti gli
scrittori mozambicani scrivono in portoghese per un discorso strategico, per poter essere letti da un
pubblico più ampio ma anche perché altri scrittori mozambicani sentono la lingua portoghese come
propria lingua culturale, c’è una rispondenza ad utilizzare questa lingua come la propria. Tuttavia
questa lingua portoghese non è la lingua propria del Portogallo, è comunque una lingua portoghese
mozambicanizzata, risente degli elementi culturali prettamente mozambicani.
PROTOTIPI DI GRAMMATICHE MOZAMBICANE
“A construção de una gramatica de português em Mozambique: aspectos da estrutura argumental
dos Verbos” di Perpetua Gonçalves. Pubblicato nel 1991 a Lisbona, è la sua tesi di dottorato, è stato
il primo tentativo di parlare, da un ottica grammaticale, della lingua portoghese usata in
Mozambico.
• Faria. “Aspectos da sintaxe do Português de Moçambique.” Pubblicato nel 1996, è uno studio
dove si evidenziano gli aspetti sintattici del portoghese in Mozambico.
•
PRIMO DIZIONARIO MOZAMBICANO
• 2011, “Dicionário Changana-Português apresentado em Maputo”. Fu il primo esempio di
dizionario mozambicano focalizzato sulla lingua Changana del Mozambico, fu realizzato da Ezra
Chambal Nhampoca docente dell’Università in Mozambico, è uno dei tre dialetti parlati in
Mozambico e più usati nella regione del Maputo dove si trova la capitale Luanda.
LA LINGUA PORTOGHESE IN ANGOLA, dizionari e grammatiche.
Il procedimento angolano ha dato più frutti in confronto al contesto mozambicano. In Angola sono
già state pubblicati molti studi e saggi riguardanti l’utilizzo del portoghese in Angola. Ecco le più
antiche:
• 1804, primo dizionario curato da un frate Bernardo Maria de Canicattìm, il nome è “Diccionario
da lingua bunda ou angolense explicada na portuguesa e latina”, dizionario della lingua bunda o
angolana spiegata sia nella lingua portoghese che in quella latina. Fu stampato nel 1804 a Lisbona
presso la tipografia della casa reale.
• 1964, pubblicata la prima grammatica angolana chiamata Gramatica Umbundu a Lingua do centro
de Angola, pubblicata da un frate Josè Valente a Lisbona. La grammatica riguardava una delle
lingue più diffuse in Angola parlata soprattutto nella zona centrale, la lingua Umbundu.
• 2012, presentato a Luanda il libro “Livro da gramatica tchokwe” , riguardava la lingua tchokwe
dell’Angola, pubblicato nella capitale dell’Angola.
RIFORME ORTOGRAFICHE DELLA LINGUA PORTOGHESE NEL ‘900.
La lingua portoghese che ci viene insegnata e utilizzata è frutto di una serie di riforme ortografiche
che hanno interessato la lingua portoghese parlata ed usata nei vari territori a partire dal 900,
riguardano la messa a punto di norme ortografiche che servivano per scrivere in modo corretto in
lingua portoghese.
• Le prime riforme ortografiche vanno dal 1907 al 1943, hanno riguardato solo la lingua portoghese
del Portogallo quindi della PE. Sistemano e aggiustano alcuni aspetti ortografici. Dal 1911 al 1943
queste riforme hanno visto il coinvolgimento della PE e della PB.
• Dal 1986 al 2009, le ulteriori riforme ortografiche hanno riguardato la messa a punto di aspetti
ortografici di tutti i territori di lingua portoghese. Hanno visto il coinvolgimento della lingua
portoghese in tutti i territori, CPLP (Comunidade dos Paises de Lingua Portuguesa) con l’obbiettivo
di unificare la lingua in tutti i territori.
LESSICOGRAFIA
• Lusitani (1572): < lat. lusitãnus= della Lusitania; relativo alla Lusitania, regione della Hispania
romana; relativo al Portogallo o ai suoi abitanti.
• Lusófono (1950)= colui che parla portoghese come lingua ufficiale.
• Lusofonia (1950)=insieme dei territori dove il portoghese è lingua ufficiale: Brasile, Capo Verde,
Guinea Bissau, São Tomè e Príncipe, Angola, Mozambico, Macao, Timor-est.
• Portogallo:< lat. Portu cales = caletta del Porto, Portucale.
• Saudade (XIII sec):<lat. solitãtis= solitudine, ritiro; sentimento malinconico di incompletezza che
include anche la nostalgia.
• Fado (XV sec):< fãtum= profezia, oracolo; sorte, destino; musica e canto popolare tipicamente
portoghese.
• Mouraria (XIV sec): < port. mouro + aria= quartiere dei mori, quartiere di epoca antica dove i
cristiani obbligarono gli arabi a vivere.
• Mouro (XI sec):< lat. maūrus= della Mauritania; relativo ai mori= ai musulmani, a coloro che
seguivano la fede islamica e avevano un colore di pelle scura; berberi del Nord Africa, arabi
della penisola iberica, abitanti del Sahara Occidentale.
• Lisboa: fenicio Alis Ubbo (1200 a. C.); epoca romana Olissipo/ Ulissipo/ Ulyssipo: arabo
Lixbuns/ Al Usbuna; Lisbõa (XIV sec).
• Brazil:< port. braça/brasa+il = pau-brasil, albero autoctono del Brasile dalla corteccia color
cenere.