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Ma poi gettò la lama in mezzo al fuoco di foglie secche e rami che ardeva
in mezzo al campo, a pochi passi da loro.
«Mia Signora, me devi scusare», disse Prete Olivo, «ma sto dolce sapore
de succhero m’ha ricordato de quante amarezze hanno da patire quelli
disgraziati che ospito. Se trapasso, chi ce pensa?
Mentre diceva questa parole, Prete Olivo s’era chinato sopra il falò e ne
aveva estratto un ramo che ardeva come una fiaccola.
«No, nun è colpa tua», rispose Prete Olivo. «È na vecchia amica ch’è
venuta a riscuote no vecchio debito.
Prete Olivo seguì Sorella Morte fuori dalla canonica, nel freddo della notte.
«Da quanto tempo c’è questa fossa dietro sto albero?», chiese.
Una profonda voragine si apriva nel terreno. Degli scalini entravano nel
buio.
Scesero per un tempo infinito, fino a una grande sala illuminata da torce
sulle pareti.
Sul lato sinistro c’era un’apertura ad arco dalla quale venivano una luce
rossastra, fumo e puzza di zolfo.
«Non è posto per te, questo, prete». Era la voce più profonda e terrificante
che si possa immaginare.
«L’anima mia», rispose sorridente Prete Olivo, tirando fuori il suo mazzo di
carte. «Ma se vinco me piglio l’anima de chi dico io. Se gioca a Tressette
spizzichino».
E giocarono.
«La voglio»
«Vattene, prima che ci ripensi. Ma prima devi dirmi che ci devi fare con
tutte queste anime lorde».
Approfondimenti
La leggenda di Prete Olivo viene dalla tradizione romanesca, ma ha origini
misteriose.
Oliu era un uomo molto colto e le sue tesi furono ovviamente combattute
dalla Chiesa: almeno un paio di volte dovette sottomettersi ad alcuni
esami, ma riuscì a cavarsela.
Che sia riuscito a evitare di essere condannato per eresia potrebbe essere
all’origine della leggenda del frate capace di farsi beffe della morte.
Tanto più che gli Spirituali, anni dopo la sua scomparsa, furono invece
perseguitati