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FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE – ETÀ EVOLUTIVA

SUDDIVISIONE DEL CORPO UMANO


Il corpo umano può essere suddiviso in parti:
- Testa, formato dal capo (fronte e occipite posteriore)
- Collo
- Tronco, formato da torace, addome e bacino
- Arti superiori, composti da spalla, braccio, avambraccio, mano
- Arti inferiori, composti da anca, coscia, gamba, piede.
Due o più ossa vicine sono unite da un'insieme di parti molli e dure chiamate articolazioni:
a mk

ASSI E PIANI DEL CORPO UMANO


Assi e Piani definiscono tridimensionalmente i movimenti che il corpo umano può svolgere:
- Asse Longitudinale (capo – piedi) - Piano Orizzontale (superiore - inferiore)
- Asse Trasversale (spalla – spalla) - Piano Sagittale (destra - sinistra)
- Asse Frontale (petto – schiena) - Piano Frontale (davanti – dietro)

ATTEGGIAMENTO
L'atteggiamento, in tema ginnico, è la figura che assume il corpo, considerato indipendente dai
rapporti con ciò che lo circonda.

ATTEGGIAMENTI DEL BUSTO


- Lungo: testa alla massima distanza dalle ossa iliache (tuberosità ischiatiche)
- Breve: testa avvicinata alle ossa iliache → busto flesso avanti, di lato o indietro.
- Torto o Ruotato: rotazione lungo l'asse longitudinale → verso destra o verso sinistra

ATTEGGIAMENTI DEGLI ARTI


- Lungo: massima distanza tra le estremità dell'arto
- Breve: breve distanza tra le estremità, il gomito forma un angolo acuto
- Semibreve: breve distanza tra le estremità, il gomito forma un angolo retto o ottuso
- Torto o Ruotato: rotazione lungo l'asse longitudinale, verso l'interno o verso l'esterno.

ATTEGGIAMENTI DEL CORPO


- Ritto: posizione eretta, capo alla massima distanza dai piedi
- Torto: testa, busto e arti inferiori sono, tra di loro, torte verso destra o verso sinistra.
- Arco: busto flesso indietro e la testa si avvicina al bacino.
- Ginocchio: busto lungo, cosce in linea con il busto. Gambe e busto formano un angolo di 90°.
- Raccolta: Arti inferiori piegati (ossa iliache vicino ai talloni) e busto retto
- Massima Raccolta: Arti inferiori piegati (ossa iliache vicino ai talloni) e busto flesso avanti
- Squadra: Busto e arti inferiori formano un angolo di 90°.
- Massima Squadra: Busto e arti inferiori formano un angolo inferiore a 90°.
BARICENTRO
Il baricentro del corpo umano è il punto di applicazione della risultante, o somma di forze, del
peso di tutti i segmenti corporei.
In posizione eretta, il baricentro è localizzato centralmente al proprio corpo.
Quando il corpo assume posizioni diverse da quella eretta, il baricentro cambia, determinando
un cambio di posizione.
POSIZIONE
La posizione, in tema ginnico, è il rapporto del corpo o di parte di esso con il mondo esterno.
La stazione è il mantenimento di una posizione. Vi sono quattro tipi di stazione:
- Eretta
- Seduta: atteggiamento a squadra, con gambe divaricate o incrociate
- In ginocchio: busto in linea con le cosce, busto e gambe formano un angolo di 90°
- Decubito: Prono (petto al suolo), Supino (schiena al suolo), Laterale (fianco al suolo).

POSIZIONE DEL CAPO


- Eretto: allineato con l'asse longitudinale del tronco
- Flesso: avanti, indietro, laterale, e posizioni intermedie ad esse
- Torto o Ruotato: sull'asse longitudinale
- Spinto: (totò) avanti o indietro

ESERCIZI DINAMICI DEL CAPO


- Flessione avanti, dietro, destra sinistra
- Torsione a destra e a sinistra
- Spinta avanti e indietro
- Semicirconduzioni: passaggio dalla posizione di capo flesso all'analoga opposta (frontale,
dorsale, laterale)
- Circonduzione: passaggio per le 4 posizioni di capo flesso

POSIZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI


Gli arti superiori possono disporsi in quattro posizioni differenti per ogni atteggiamento:
Posizioni atteggiamento lungo: Braccia in basso, in avanti, in alto, in fuori.
Posizioni atteggiamento breve: mani alla nuca, al petto, alle spalle, braccia flesse.
Posizioni atteggiamento semibreve: mani ai fianchi, braccia incrociate, braccia a cerchio/arco

ESERCIZI DEGLI ARTI SUPERIORI


- Torsione delle braccia: attorno all'asse longitudinale specificata dal palmo che può essere
rivolto in alto, in basso, in fuori o in dentro.
- Flessione delle braccia: Passaggio da atteggiamento lungo ad atteggiamento breve (arto
non in appoggio). Il movimento opposto è chiamato estenzione
- Spinta delle braccia: passaggio rapido da atteggiamento breve ad atteggiamento lungo,
come le mani che, appoggiate inizialmente alle spalle, vengono spinte in alto, in fuori, in
avanti..
- Slancio delle braccia: passaggio rapido da atteggiamento lungo ad atteggiamento lungo.
- Elevare o abbassare le braccia: movimento lento sul piano frontale e sagittale (aprire e
chiuderle sul piano trasversale)
- Oscillazioni delle braccia: movimento pendolare (caduta e sospensione) mediante il quale le
braccia passano da atteggiamento lungo, breve o semibreve all'analoga opposta.
- Circonduzione delle braccia: sul piano sagittale o sul piano frontale
Gli esercizi degli arti superiori possono essere svolti in 3 forme differenti:
- Simultaneo (nello stesso momento),
- Successivo (prima uno e poi l'altro),
- Alternato (nello stesso momento, uno all'andata ed uno al ritorno).
POSIZIONE DEGLI ARTI INFERIORI
Le gambe, una rispetto all'altra, possono assumere 3 posizioni:
- Gambe unite
- Gambe divaricate
- Gambe incrociate
Gli arti inferiori in atteggiamento lungo possono assumere 4 posizioni differenti:
- Posata: uno dei due arti è disgiunto dall'altro e un piede è appoggiato a terra, peso su
entrambi i piedi, il movimento di ritorno prende il nome di Riunita.
Posizioni: avanti, indietro, laterale
- Protesa: uno dei due arti è disgiunto dall'altro, avampiede in leggero contatto con il terreno.
Posizioni: avanti, indietro, laterale
- Sollevata: piede sollevato dal suolo di 20cm. Posizioni: avanti, indietro, laterale
- Elevata: piede sollevato il più possibile dal suolo
Posizioni possibili: Avanti, Indietro, Laterale, Orizzont.Prona, Orizz.Laterale
Gli arti inferiori, in atteggiamento breve, possono assumere due posizioni differenti.
- Gamba Flessa: arto in atteggiamento breve, non in appoggio. Piede in estensione.
Posizioni possibili: Avanti, Indietro, Laterale.
- Gamba Piegata o Semipiegata: Da gambe ritte perpendicolari al terreno, ruotare i piedi in
fuori e divaricare le gambe senza muovere i piedi (Plie delle ballerine).
Semipiegata: posizione intermedia tra atteggiamento lungo e attegg. breve.

ESERCIZI DEGLI ARTI INFERIORI


- Piegamento – Semipiegamento: da gambe ritte (atteggiamento lungo) a gambe piegate
(atteggiamento breve). Esercizio a contatto con il suolo
- Piegamento: talloni a contatto con il suolo.
- Semipiegamento: talloni sollevati dal suolo.
- Flessione: da atteggiamento lungo ad atteggiamento breve senza il contatto con il suolo.
Posizioni: avanti, indietro, laterale
- Spinta: movimento rapido della gamba da flessa a tesa. Movimento lento → Estensione.
- Slancio: passaggio rapido della gamba da atteggiamento lungo ad atteggiamento lungo.
Posizioni: avanti, indietro, laterale.
- Rotazione: arto in atteggiamento lungo, ruota sul suo asse longitudinale in dentro o in fuori.
- Piccola circonduzione: Sollevando l'arto, disegnare con la punta del piede dei piccoli cerchi.
- Circonduzione: Passaggio diretto e successivo della gamba per quattro posizioni opposte,
mantenendo il busto eretto o opposto alla gamba.
Possibili circonduzioni: anteriormente, posteriormente o lateralmente al corpo.
I MOVIMENTI FONDAMENTALI
Abdurre: Allontanamento di un arto dall’asse longitudinale del corpo.
Addurre: Avvicinamento di un arto all’asse longitudinale del corpo.
Aprire: Allontanamento lento e reciproco degli arti superiori (sul piano trasversale)
Chiudere: Movimento inverso all'aprire
Divaricare: Allontanamento reciproco degli arti inferiori in direzioni opposte
Riunire: Movimento inverso al divaricare
Piegare: Passaggio da posizione in atteggiamento lungo a posizione in atteggiamento breve in
attitudine di appoggio.
Rizzare: Passaggio da posizione in atteggiamento breve ad posizione in atteggiamento lungo in
attitudine di appoggio.
Capovolgere: Movimento di rotazione del corpo di 180° intorno al proprio asse trasversale
Spingere: Estensione rapida degli arti.
Tirare: Flessione rapida degli arti
Flettere: Passaggio di un segmento corporeo da un atteggiamento lungo ad uno breve.
Se riferito agli arti si intende che questi non sono in appoggio al suolo.
Estendere: Passaggio di un segmento corporeo da un attegg. breve/semibreve ad uno lungo.
Se riferito agli arti si intende che questi non sono in appoggio al suolo.
Elevare: Movimento lento dal basso verso l'alto
Abbassare: Movimento lento dall'alto verso il basso
Oscillazione: è il movimento pendolare di tutto o di parti del corpo, in atteggiamento lungo.
Slanciare: passaggio rapido di un arto fra due posizioni in atteggiamento lungo. Può essere
eseguito in fuori, in dentro, in avanti, indietro.
Circondurre: Passaggio diretto e successivo di una parte del corpo per quattro direzioni
diametralmente opposte, descrivendo un cerchio.
È il movimento rotatorio di un arto attorno alla propria articolazione che si ottiene
dalla combinazione dei movimenti di flessione, estensione, abduzione, adduzione
Incrociare: Sovrapporre un arto all'altro arto omologo
Inclinare: Movimento del busto, mantenendo l'atteggiamento lungo, dalla posizione eretta ad
una posizione intermedia rispetto all’orizzontale, nelle varie direzioni dello spazio.
Torcere: Movimento di una parte del corpo attorno al proprio asse longitudinale mantenendo
ferma un'estremità.
Affondo: Posizione che assume il corpo quando un arto inferiore risulta semipiegato, con il
ginocchio verticalmente sopra al tallone, l'altro arto è proteso con la pianta del piede
aderente al suolo, il busto è inclinato e in linea con l'arto proteso. Si esegue in avanti,
in indietro o laterale.
Piegamento: Passaggio degli arti, in appoggio al suolo o su di un attrezzo tramite il contatto
delle mani o dei piedi, da un atteggiamento lungo a un atteggiamento breve.
MOVIMENTI
- Attivi, ovvero prodotti dalla contrazione dei muscoli striati.
- Passivi, riguardanti la gravità o prodotti da mezzi esterni.
ESERCIZI GINNICI
- Semplici: interessa solo una parte del corpo e non è possibile scomporlo in altri movimenti.
- Composti o misti: interessa una sola parte corporea, la quale si può scomporre in movimenti.
- Combinato: interessa più parti corporee che eseguono insieme esercizi semplici o composti.
POSIZIONI DEGLI ARTI SUPERIORI IN ATTEGGIAMENTO LUNGO
- Dirette: gli arti sono paralleli rispetto agli arti (braccia in alto, in avanti, in fuori, in basso)
- Intermedie: gli arti non sono paralleli rispetto agli arti (braccio avanti basso, avanti alto, fuori
basso, fuori alto, dietro basso)
PRINCIPALI FORME DI COMBINAZIONE PER GLI ESERCIZI GINNICI
- Forma successiva: un arto alla volta
- Forma simultanea: Gli arti eseguono contemporaneamente lo stesso movimento
- Forma alternata: gli arti eseguono contemporaneamente lo stesso movimento, con la
differenza che uno esegue il movimento di andata e l'altro il movimento di ritorno.
NORMALI ATTIVITÀ MOTORIE EDUCATIVE
- Passi: movimento naturale degli arti inferiori in avanzamento con costante contatto al suolo.
- Corsa: movimento degli arti inferiori simile ai passi ma avente una fase di volo.
- Balzi: maggiore spinta e fase di volo rispetto alla corsa.
- Saltelli: breve sollevamento del corpo dal suolo.
- Salti: energica spinta degli arti inferiori che comporta un elevato sollevamento dal suolo.
QUANTITÀ DI LAVORO PRODOTTO
- Blandi: producono una scarsa quantità di lavoro.
- Moderati: producono un'apprezzabile quantità di lavoro.
- Intensi: producono un'elevata quantità di lavoro.
L'ASSISTENZA
L'assistenza è l'insieme di azioni che l'insegnante compie per garantire agli allievi la massima
sicurezza sia fisica che morale per l'esecuzione di un esercizio di difficile esecuzione o di un
esercizio non eseguibile individualmente
- Assistenza preventiva: accorgimenti indirizzati a salvaguardare la salute degli allievi.
- Assistenza ginnica: si effettua durante l'esecuzione di movimenti o esercizi ai grandi attrezzi.
L'assistenza può essere:
- Diretta, se eseguita personalmente dall'insegnante.
- Indiretta, quando viene eseguita da un allievo.

PREREQUISITI MOTORI
All'origine di qualsiasi movimenti volontario c'è la rappresentazione mentale di esso.
Gli schemi motori e posturali sono costituiti da tutte le forme naturali del movimento e delle loro
combinazioni più spontanee, tipiche della motricità del bambino
- Gli schemi motori di base sono forme di movimento semplici e naturali
- Gli schemi motori complessi prevedono schemi combinati in stretta successione temporale.
Le capacità motorie sono i presupposti essenziali per svolgere le attività motorie.
Le abilità motorie sono movimenti che si apprendono grazie alla continua ripetizione del
movimento fino al raggiungimento dell'automatismo del movimento stesso.
PRINCIPALI SCHEMI MOTORI DI BASE
Camminare: schema motorio naturale di movimento per eccellenza
Correre: evoluzione del camminare nel quale si aggiunge una fase aerea
Saltare: schema motorio che necessita di prerequisiti coordinativi
Lanciare – Afferrare: evoluzione del riflesso di prensione
EVOLUZIONE DELLE COMPETENZE MOTORIE (3 tappe)
- Apprendimento e consolidamento degli schemi motori di base.
- Apprendimento e consolidamento delle abilità motorie generali.
- Apprendimento e sviluppo delle abilità motorie sportive.

TERMINI PER DEFINIRE LE POSIZIONI E I MOVIMENTI


Prossimale: parte del corpo più vicina rispetto a un dato punto di riferimento.
Distale: parte del corpo più lontana rispetto a un punto di riferimento.
Mediale: parte del corpo posta più vicina all’asse longitudinale rispetto a un’altra.
Laterale: parte del corpo più lontana rispetto all’asse longitudinale del corpo.
Ventrale: sinonimo di anteriore.
Dorsale: sinonimo di posteriore.
LATERALIZZAZIONE
La lateralizzazione è una tappa importante nello sviluppo motorio dell'individuo che regola
l'orientamento del proprio corpo.
La dominanza laterale è determinata dalla predominanza di uno dei due emisferi cerebrali:
- la dominanza dell'emisfero cerebrale destro comporterà il destrismo.
- La dominanza dell'emisfero cerebrale sinistro comporterà il mancinismo.
L'emisfero dominante è la sede dell'iniziativa motoria e della funzione simbolica ed ha un ruolo
importante nella strutturazione dello schema corporeo
L'emisfero complementare svolge la funzione spaziale, rappresentando mentalmente lo spazio.
La lateralizzazione è la conclusione del processo di dominanza, che prevede la scissione dei
due emisferi da un punto di vista nervoso. Avremo quindi nella metà dominante le funzioni di
attacco e slancio e nella metà complementare le funzioni di difesa e appoggio.
Una scarsa affermazione della lateralizzazione rende difficile la coordinazione delle prassie
elementari relative al movimento naturale, precludendo lo sviluppo delle coordinazioni ed
influendo negativamente sulla capacità di orientamento nello spazio.

LO SCHEMA CORPOREO o IMMAGINE DEL CORPO


Lo schema corporeo o immagine del corpo è una costruzione lenta e progressiva che avviene
nel soggetto passando da più stadi di sviluppo:
- Corpo vissuto, che delinea una prima immagine del corpo
- Corpo percepito, organizzando lo schema corporeo mediante giochi o attività espressive
Il bambino, in questo modo, può portare la propria attenzione sulla totalità del proprio corpo
- Corpo rappresentato, riuscendo a rappresentare l'immagine del proprio corpo.
L'argomento è stato studiato da molti esperti, tra cui Bonnier, LeBoulch, Wallon, Vayer, Gozzano
I vari studi hanno permesso di definire l'elaborazione dello schema corporeo come
l'organizzazione delle sensazioni relative al proprio corpo in relazione al mondo esterno e
all'importanza del ruolo del nostro corpo (e dell'immagine che abbiamo di esso) in relazione al
nostro modo di essere e alla nostra capacità espressiva e d'apprendimento.
Uno schema corporeo mal strutturato determina svariati deficit sul piano percettivo, motorio e di
relazione con l'altro:
Sul piano percettivo, provoca confusione riguardo alle lettere simmetriche (b-d), inversione del
senso alto-basso (d-p), inversione del posto delle lettere e delle sillabe.
Sul piano motorio, provoca difficoltà riguardo alla percezione delle traiettorie, alla valutazione
della distanza e delle velocità relative.
Sul piano relazionale si hanno difficoltà di relazione con il proprio ambiente.

ANALIZZATORI DEL MOVIMENTO


Gli analizzatori del movimento sono legati alle capacità motorie. Sono meccanismi di controllo e
regolazione del movimento strettamente legati ai canali sensoriali (sensi legati al movimento).
Esterocettori: in contatto con l'esterno del corpo (analizzatore acustico, ottico, tattile).
Propriocettori: interni al corpo, come l'analizzatore statico-dinamico interno all'orecchio
(apparato vestibolare) che permette la regolazione dell'equilibrio.
Tali recettori ricevono informazioni motorie, traducono l'informazione e la inviano al cervello,
organo responsabile della decodifica dell'informazione e dell'invio della risposta motoria.
CAPACITA' MOTORIE
Le capacità motorie sono le attitudini che ogni individuo possiede. Tali capacità dipendono dalla
crescita mentale, ovvero dallo sviluppo del sistema nervoso centrale.
CAPACITÀ CONDIZIONALI
Le capacità condizionali sono determinate da processi energetici che si possono allenare.
RESISTENZA
La resistenza è la capacità di prolungare nel tempo l'attività muscolare
FORZA
La forza è la capacità di resistere o vincere una resistenza esterna.
Veloce: capacità del sistema neuromuscolare di superare le resistenze con elevata rapidità di
contrazione.
Resistente: capacità dell'organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza
Massimale: forza più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di sviluppare con una
contrazione volontaria.
RAPIDITÀ
La rapidità è la capacità di compiere un movimento nel più breve tempo possibile.
MOBILITÀ ARTICOLARE
Considerabile come capacità condizionale, la mobilità articolare è la capacità di effettuare
movimenti utilizzando la massima escursione articolare
CAPACITÀ COORDINATIVE
Le capacità coordinative sono determinate da processi neuromuscolari che permangono nella
memoria, senza doverle continuamente allenare.
CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI (determina la destrezza dell'individuo)
Le capacità coordinative generali sono requisiti motori diffusi e consolidati tra le persone.
Capacità d'apprendimento motorio
Si manifesta nell'acquisizione di gesti motori precedentemente non posseduti.
Tale apprendimento motorio si manifesta attraverso 3 fasi:
- Coordinazione grezza
- Coordinazione fine
- Stabilizzazione della coordinazione fine
Capacità di controllo motorio
Si manifesta nella capacità di controllare l'esecuzione di un movimento
Capacità di adattamento e trasformazione
Si manifesta nella capacità di modificare il movimento in modo da adattarlo alle situazioni.
CAPACITÀ COORDINATIVE SPECIALI
Le capacità coordinative speciali sono:
- Destrezza fine: capacità di risolvere in modo rapido un compito motorio.
- Capacità d'equilibrio: capacità di mantenimento e controllo dell'equilibrio in posizione statica,
dinamica e di volo.
- Elasticità del movimento: capacità di coordinare la propria esecuzione motoria con l'azione
delle varie forze prodotte.
- Capacità di combinazione motoria: capacità di ordinare e combinare più movimenti isolati o
singole fasi di movimento in un unico esercizio combinato da più movimenti.
- Fantasia motoria: capacità di arricchire di idee l'esecuzione del movimento/esercizio.
Una capacità coordinativa rimane permanente nel bagaglio delle possibilità motorie
dell'individuo, una capacità condizionale deve essere mantenuta allenata per conservarla.
LE CARATTERISTICHE DELL'APPRENDIMENTO
MOTORIO NELL'ETÀ EVOLUTIVA
LO SVILUPPO PSICO-SOCIALE
Educare il corpo significa favorirne lo sviluppo fisico, intellettuale e psico-sociale.
Attività motoria ed educazione della mente sono strettamente correlate tra loro.
Un'adeguata proposta di educazione motoria favorisce lo sviluppo di abilità motorie e sociali:
- Maturazione dell'individuo e condizionamento sociale.
- Offrire al bambino una pluralità d'esperienza e relazioni sociali.
- Proporre giochi aventi funzione educativa
- Proporre attività che includano tutti gli allievi, senza l'esclusione di allievi dal gioco.
- Proporre attività varie ed innovative, per mantenere alta la concentrazione dell'individuo.
- Proporre attività che includano azioni globali, interessanti tutto il corpo.
Le attività da privilegiare sono: camminare, correre, saltare, rotolare, controllo respiratorio,
attività a coppie
RUOLO DELL'ATTIVITÀ MOTORIA DURANTE LA CRESCITA PERSONALE
5 - 9 anni: l'allievo consegue gli schemi motori di base, attuando movimenti finalizzati precisi.
6 - 8 anni: sviluppo rapido dell'equilibrio e miglioria della stabilità di movimento
7 - 10 anni: l'allievo migliora la rapidità dei movimenti e la propria sensibilità muscolare.
L'età d'oro della motricità avviene dagli 8 agli 11 anni
8 - 11 anni: migliora la previsione della velocità / direzione di un oggetto in movimento
9 - 11 anni: evidenti progressi nella coordinazione senso-motoria
11 - 12 anni: raggiungimento del livello più alto dell'attività motoria, sviluppando completamente
la lateralizzazione
Dopo i 12 anni, il progresso delle abilità motorie inizia il suo rallentamento.
AUXOLOGIA E FASI AUXOLOGICHE
L'auxologia è la scienza che studia la crescita e lo sviluppo dell'individuo.
- Per crescita si intende quella fisica, ovvero l'aumento delle dimensioni corporee
- Per sviluppo di intende l'avanzamento progressivo della crescita individuale verso la maturità.
La crescita è possibile suddividerla in fasi:
- Turgor Primus (0-4 anni) : Aumento ponderale (peso) – Scuola d'infanzia
- Proceritas Prima (5-7 anni) : Aumento di statura (altezza) – Scuola primaria
- Turgor Secondus (8-11 anni) : Aumento di ponderale (peso) – Scuola primaria
- Proceritas Seconda (F: 11-13anni / M: 12-14anni) : Aumento di statura – Scuola 1°grado
- Turgor Tertius (F: 14-18anni / M: 15-20anni) : Aumento ponderale – Scuola 2°grado
L'attività motoria nel periodo dell'età evolutiva deve comprendere attività globali e multifunzionali
Per un'adeguata attività motoria, che favorisca l'acquisizione di abilità motorie ed uno sviluppo
psico-fisico dell'individuo, occorre:
- Allenamento multilaterale, senza coltivare una singola capacità o qualità
- Fare attenzione ai carichi
ASPETTI MORFOLOGICI, FUNZIONALI, PSICOLOGICI E SOCIOLOGICI
PERIODO 6-7 ANNI
Aspetti morfologici → tono muscolare e posturale insufficiente, sufficiente sviluppo osseo
degli arti inferiori, difficoltà di controllo posturale.
Aspetti funzionali → inadeguatezza dell'apparato cardio-polmonare (stancandosi facilmente),
scarso senso ritmico e scarsa conoscenza del proprio corpo, difficoltà d'orientamento e
organizzazione spazio-temporale.
Aspetti psicologici → passaggio dal periodo dell'esplorazione a quello della creatività,
desiderando di gratificazione, di competizione, buona capacità di concentrazione, capacità di
simbolizzare il pensiero.
Aspetti sociologici → prime forme di socializzazione, nonostante dipenda ancora all'adulto.
PERIODO 8-11 ANNI (ETÀ D'ORO DELLA MOTRICITÀ)
Aspetti morfologici → Aumento di peso, buona proporzione somatica e strutturale
Aspetti funzionali → disinvoltura nei movimenti, migliore funzionalità respiratoria, definizione
dello schema corporeo, sviluppo della resistenza
Aspetti psicologici → desiderio di giocare, consapevolezza delle proprie possibilità,
disponibilità per le forme competitive, buone capacità attentive
Aspetti sociologici → Buona socialità, accetta le regole del gruppo, affievolimento della
dipendenza all'adulto, conoscenza degli altri.

LA MOTRICITÀ E L'APPRENDIMENTO MOTORIO


Il corpo è il primo mezzo con cui l'individuo sperimenta l'ambiente.
Attraverso l'educazione motoria si realizza un intervento integrato su tutte le componenti del
processo educativo. La capacità di apprendimento motorio comprende la costruzione diretta ed
immediata delle altre capacità umane
Il corpo è un elemento di costruzione della vita mentale
- Il suo linguaggio, universale, ha la funzione di mediazione tra l'individuo e il mondo.
- Il suo movimento concorre al processo formativo unitario.
I principi generali dell'educazione motoria prevedono che, in ciascun stadio di sviluppo motorio,
l'educatore realizzi la più larga base motoria possibile, proponendo e realizzando attività
multilaterali e polivalenti.
L'obiettivo fondamentale dell'attività motoria è quella di far acquisire al bambino l'alfabeto
fondamentale del linguaggio motorio.
Il lavoro del sistema nervoso nell'apprendimento è quello di immagazzinare modelli di
movimento accanto a quelli già esistenti.
EDUCAZIONE MOTORIA ED APPRENDIMENTO DELLA LETTURA
Gli apprendimenti scolastici costituiscono una forma di adattamento ad attività sociali e ad una
educazione della mente del bambino ai fini di una migliore capacità di trasformazione del reale.
Imparare a leggere significa apprendere ad elaborare l'informazione ortografica predente in una
qualunque sequenza di segni alfabetici.
La lettura è un apprendimento complesso che sottende una molteplicità di processi e funzioni,
presupponendo una buona strutturazione spazio-temporale fondata sul proprio corpo.
EDUCAZIONE MOTORIA ED APPRENDIMENTO DELLA SCRITTURA
La scrittura è un apprendimento complesso: richiede la capacità di analizzare e sintetizzare il
linguaggio sonoro e memorizzare i segni grafici che corrispondono alle singole lettere.
Successivamente occorre ristrutturare lo spazio delle successione di elementi percepite nel
tempo, rispettando le relazioni di posizione tra di esse.
Le attitudini motorie, sottese ad un buon apprendimento della scrittura, sono: capacità di
inibizione e di controllo neuro-muscolare, coordinazione funzionale della mano, abitudini neuro-
muscolari corrette e ben stabilite.
EDUCAZIONE MOTORIA ED APPRENDIMENTO DELLA MATEMATICA
Scopo dello studio della matematia è la costruzione della personalità, mettendo insieme le varie
componenti per giungere alla strutturazione di un insieme coerente e ben equilibrato.
Tappe del processo di apprendimento della matematica
- Gioco libero
- Gioco strutturato
- Consapevolezza della struttura del gioco
- Rappresentazione grafica della struttura del gioco
- Studio della rappresentazione grafica della struttura del gioco
- Elaborazione di assiomi e teoremi
DAI PROGRAMMI DEL 1955 ALLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DEL 2007
1955: primi programmi per la scuola elementare
1986/1987: attuazione dei nuovi programmi per la scuola elementare, aumentando il numero
delle ore di lezione e introducendo nuove materie come la seconda lingua, educazione
musicale, educazione artistica ed educazione motoria.
La scuola inizia ad essere vista come un ambiente educativo di apprendimento, sottolineando
l'importanza dell'educazione alla convivenza civile.
Per l'educazione motoria sono state indicate alcune finalità ed obiettivi formativi, finalizzati allo
sviluppo degli schemi motori statici e dinamici di base e allo sviluppo delle capacità e delle
funzioni senso-percettive.
1991: vengono attuati i nuovi orientamenti dell'attività didattica nelle scuole dell'infanzia, per
consentire ai bambini la maturazione della propria identità, la conquista dell'automonia e lo
sviluppo delle competenze.
La scuola ha l'impegno di promuovere la continuità del processo educativo, condizione
essenziale per assicurare agli allievi il positivo conseguimento delle finalità dell'istruzione.
Riforma Moratti → riordino dei cicli scolastici, introduzione della figura del tutor, riordino del
secondo ciclo di studi tramite il sistema dei licei e degli istituti di formazione professionale.
L'autonomia didattica sposta sulla scuola e sui docenti la responsabilità della costruzione dei
percorsi formativi, dei curricoli, oltre alla scelta dell'articolazione dei contenuti d'insegnamento.
Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con
l'originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano
alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e
didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua
articolata identità e delle sue aspirazioni
SCUOLA DELL'INFANZIA
La scuola dell'infanzia deve progettare un curricolo di 3 anni, il quale deve favorire la
sistematizzazione intenzionale nei diversi campi d'esperienza, intesi come la sintesi culturale su
cui strutturare le molteplici esperienze ed attività dei bambini
Ogni scuola dovrà predisporre il curricolo all'interno del proprio piano di offerta formativa (POF),
rispettando le finalità, i traguardi per lo sviluppo della competenza e gli obiettivi d'apprendimento
Un curricolo è un ipotesi di lavoro rivolta ad un gruppo di allievi diversificato e multiforme.
Le indicazioni non fissano i traguardi intermedi per le diverse fasce d'età, ma fanno riferimento
all'intero ciclo della scuola dell'infanzia.
SCUOLA PRIMARIA
La scuola primaria deve organizzare il proprio curricolo di area disciplinare con percorsi
organizzati ed orientati verso le varie discipline studiate dagli allievi.
Le competenze sono traguardi che si verificano al termine della scuola primaria.
Gli obiettivi di apprendimento vengono definiti in riferimento al 3° e al 5° anno scolastico.
La progettazione didattica promuove l'organizzazione degli apprendimenti in maniera
progressivamente orientata ai saperi disciplinari, promuovendo la ricerca delle connessioni tra i
saperi disciplinari e la collaborazione tra i docenti.
La programmazione delle attività comporta una precisa conoscenza dei livelli di partenza e di
abilità posseduti dagli allievi nelle diverse fasce d'età.
EDUCAZIONE AMBIENTALE E SENSORIALE
L'educazione ambientale → insieme di interventi volti a sviluppare le facoltà intellettuali, morali,
fisiche degli individui secondo vari principi che mirano al rispetto e all'integrazione nell'ambiente.
Ambiente → Complesso di condizioni sociali, morali, culturali e naturali in cui l'individuo vive.
Educazione Ambientale ↔ Educazione alla Vita
Le finalità dell'educazione ambientale sono: favorire un'educazione permanente, promuovere la
soluzione dei problemi ambientali, coinvolgere e stimolare la collettività all'individuazione dei
problemi ambientali, creare una coscienza ecologica, adattabilità alle diverse situazioni socio-
economiche.
Educazione ambientale → insegnare a guardare in modo corretto l'ambiente per migliorare la
qualità della vita.
EDUCAZIONE AMBIENTALE A SCUOLA E FUORI DA SCUOLA
i grandi insegnamenti che la natura ci regala derivano dal fatto che essa riesce a mettere in
gioco la dimensione emotiva, pragmatica e cognitiva:
- Emotiva → attraverso il contatto diretto con l'ambiente naturale
- Pragmatica → la natura ci offre esperienze concrete ed attività pratiche
- Cognitiva → attraverso il contatto con ambienti di particolare interesse naturale, ecologico,
storico, sociale, e culturale.
L'educazione ambientale e sensoriale mettono in moto meccanismi che permettono di
sviluppare le capacità intellettive, morali e fisiche dell'individuo, avendo come obiettivo il rispetto
e l'integrazione nell'ambiente.
COME PROGRAMMARE UN PERCORSO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE E SENSORIALE
Un progetto educativo che miri allo sviluppo integrale della persona deve necessariamente
promuovere in ogni allievo delle doti e delle attitudini positive nei confronti dell'ambiente,
attraverso la maturazione del carattere, il pragmatismo, la salute, il senso della natura, la
socializzazione.
Tali obiettivi potranno essere raggiunti attraverso la motivazione e l'interesse, l'azione e la
partecipazione, la responsabilità, il contatto con la natura, il lavoro di gruppo, le regole da
rispettare, l'impegno personale.
La metodologia da utilizzare per la realizzazione di tali obiettivi si deve basare
sull'osservazione, la conoscenza, l'analisi, la sintesi, la valutazione e l'applicazione.
I mezzi e gli strumenti da preferire sono il gioco, l'esplorazione di ambienti, gli esperimenti, gli
strumenti mass-media, le unità di apprendimento a tema, le attività all'aperto.
Esplorare l'ambiente significa andare alla scoperta della natura, delle persone che la vivono,
della storia e delle ricchezze di ogni tipo che ci sono.
L'educazione sensoriale dovrà promuovere dall'associazione del movimento ai cinque sensi.
Solo organizzando attività pratiche che riescono a coinvolgere gli allievi, facendogli toccare con
mano l'importanza della conservazione della natura, si potranno formare persone consapevoli
della necessità di recuperare un positivo rapporto uomo-natura.
L'ALTRO LINGUAGGIO - Parte prima
CAPITOLO 1: LA RIFORMA DELLA SCUOLA PRIMARIA
La parola RIFORMA può avere un doppio significato:
- Cambiamento, Sconvolgimento, Modifica
- Ritorno, Continuità, Fedeltà alla tradizione.
La Legge Delega n°53/54 e il Decreto L.vo n°59/04 (Riforma Moratti) sono tesi riguardanti una
scuola aperta alla Tradizione (vecchia pedagogia) ma anche al Nuovo (nuovi modi di pensare).
I pedagogisti della riforma moratti rivolgono l'attenzione sulla persona, ovvero il soggetto che
genera coscienza in relazione con l'umanità.
La conoscenza fornisce gli strumenti necessari per permettere al soggetto di costruirsi un volto
proprio che gli permetterà di crescere libero.
Essere scuola significa costruire uno spazio gradevole di cultura e vita, facendo diventare gli
allievi consapevoli di una positiva visione comune del mondo.
Quindi la persona è centrale in questa visione.
I documenti della riforma contengono scenari culturali che devono essere interpretati in base ai
diversi sviluppi sociali.
Legge n°59 – Marzo 1997: il sistema scolastico viene ordinato secondo il principio
dell'attribuzione alle scuole dell'autonomia didattica, finanziaria e di ricerca.
TEMI DELLA RIFORMA
PERSONALIZZAZIONE
Grazie alla personalizzazione dei programmi di studio offerti ai ragazzi, non si consegnano più
programmi alla scuola, ma alcuni principi e regole generali, contenuti nel PECUP (profilo
educativo, culturale e professionale dello studente) e nelle Indicazioni Nazionali per i PSP (piani
di studio personalizzati).
A partire dai vincoli imposti da questi documenti, le scuole possono predisporre i PSP (Piani di
Studio Personalizzati), ricorrendo alle forme organizzative e didattiche che reputano più idonee.
Personalizzazione: porre l'alunno al centro del processo di apprendimento, consentendogli di
formarsi o cambiare forma al suo essere attraverso l'apprendimento. Adattandosi alle sue
capacità e conoscenze, la pianificazione dell'attività didattica deve prevedere continui
adeguamenti e ri-articolazioni per essere sempre il più efficiente possibile.
È quindi fondamentale predisporre itinerari differenziati per garantire il formarsi di eccellenze
e il ridursi degli insuccessi, rendendo l'apprendimento significativo e senza difficoltà per tutti.
Parlando di personalizzazione, non si può non parlare del principio della individualizzazione
dell'insegnamento, il quale valorizza tutte le forme cognitive che spesso sono sacrificate dalla
scuola tradizionale (carattere espressivo, carattere musicale, carattere motorio e corporeo).
La personalizzazione del piano studi dovrebbe prevedere il raggiungimento degli stessi obiettivi
ma con l'utilizzo di mezzi diversi a seconda delle esigenze e delle potenzialità dell'allievo
Nella Riforma, il passaggio si compie passando dagli obiettivi generali del processo
educativo e dagli obiettivi specifici di apprendimento agli obiettivi formativi, adattati ai
singoli studenti e per loro resi significativi.
Tale processo di contestualizzazione è stato possibile da alcune operazioni:
- La redazione del POF, documento contenente il progetto educativo di una scuola, il quale
viene messo a disposizione delle famiglie.
- La flessibilità organizzativa, cioè predisporre l'attività oraria e didattica in modo coerente con
le esigenze educative e di apprendimento e in modo efficace per l'attuazione del piano
d'intervento educativo, dando la possibilità di predisporre l'attività didattica in forme differenziate
sul piano della gestione della classe, dei gruppi, dei laboratori.
- La differenziazione didattica, variando le modalità di insegnamento/apprendimento.
- La progettazione di Unità di Apprendimento.
COMPETENZE
Possedere una competenza significa avere il pieno possesso di conoscenze, processi, abilità e
capacità, al fine di sapersi orientare in un determinato campo.
Un soggetto competente attiva tutto se stesso per risolvere problemi, per interagire con gli altri.
La Circolare n°84, riguardante il progetto educativo, prevede il passaggio dalle capacità alle
competenze, tramite:
- Conoscenze, ovvero il sapere, che può essere di natura semantica, dichiarativa, procedurale e
condizionale.
- Abilità, ovvero il saper fare in termini di dimostrazione consapevole, autonoma e concreta.
Non ci si ferma al sapere e al saper fare, ma ci si pongono tutti i vari termini del processo
educativo in interazione secondo l'impegno di favorire la crescita e la valorizzazione umana,
considerando la contestualizzazione e la continua interazione fra persona, ambiente e società.
Lo scopo del processo d'istruzione è infatti l'acquisizione di competenze nelle discipline, oltre
che possedere una macrocompetenza culturale.

LA NORMATIVA
Legge n°53/03: Disposizione obbligatoria emanata dallo stato, la quale favorisce la crescita e la
valorizzazione della persona, nel rispetto dei suoi ritmi, differente e scelte, delegando al
governo la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni
in materia di istruzione e prestazione professionale.
Tale legge è influenzata da precedenti decreti emessi:
- Decreto n°59/97: Legge provvedimento provvisorio, adottato in casi di urgenza dal governo, il
quale descrive le finalità e le attività didattiche ed educative per ogni segmento scolastico.
- DPR 275/99: regolamento relativo a norme in materia di autonomia: POF, Flessibilità, ...
Successivamente sono stati emanati altri decreti a supporto di tale legge:
- Decreto Attuativo 59/04: Descrive le indicazioni nazionali ed il PECUP
- Decreto 286/04: Decreto riguardante l'istituzione del servizio di valutazione (prove invalsi)
- Circolare 84/05: Comunicazione scritta, inviata dalla scuola ad una serie di destinatari, la
quale traccia le linee guida per la definizione e l'impiego del portfolio delle competenze.
I DOCUMENTI DI RIFERIMENTO PREVISTI DALLA RIFORMA
PECUP
Il PECUP, ovvero il Profilo Educativo CUlturale e Professionale dello studente, indica ciò che lo
studente deve sapere e saper fare per essere un uomo e cittadino.
Il documento traccia il profilo atteso dello studente fungendo da bussola per l'orientamento
riguardo alle scelte educativo e didattiche da compiere.
Il PECUP ha carattere educativo, riguardo alla dimensione socio-affettiva, culturale, riguardo
alla dimensione cognitiva, e professionale, delineando le attitudini e competenze per le scelte
relative al proprio futuro.
Il PECUP è articolato in 4 contenitori:
- Identità, ovvero la conoscenza di sé stessi, la relazione con gli altri e l'orientamento.
- Strumenti culturali, ossia i campi del sapere e saper fare
- Convivenza civile, ovvero il profilo civico atteso, di carattere interdisciplinare.
- Sintesi dei traguardi attesi al termine del ciclo di istruzione.
Il PECUP va considerato uno strumento/documento ad uso pedagogico e didattico per:
- Riesaminare il progetto educativo della scuola
- Favorire la continuità tra i vari segmenti della scuola
- Permette un confronto positivo con le famiglie, associazioni territoriali e comunità religiose.
INDICAZIONI NAZIONALI PER I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI
Le Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati indicano i livelli essenziali di
prestazione che devono essere garantiti, il nucleo essenziale dei saperi e gli obiettivi generali
del processo formativo (OGPF) e gli obiettivi specifici di apprendimento (OSA).
Le indicazioni si pongono in relazione al processo di autonomia e sono perciò caratterizzate da
una minore pervasività rispetto ai precedenti programmi. Sono inoltre corredate dalle
Raccomandazioni, documenti necessari alla loro comprensione teorico e pratica (operativa).

INDICAZIONI NAZIONALI PER I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI RIGUARDO ALLE


ATTIVITÀ EDUCATIVE NELLA SCUOLA D'INFANZIA
La Scuola dell'Infanzia si propone come luogo di incontro, partecipazione e cooperazione delle
famiglie, al fine di creare uno spazio di impegno educativo per la comunità.
Gli OGPF, ovvero gli Obiettivi Generali del Processi Formativi hanno come obiettivi la
maturazione dell'identità personale, la conquista dell'autonomia e lo sviluppo delle competenze.
Gli OSA, ovvero gli Obiettivi Specifici di Apprendimento, indicano i livelli essenziali di
prestazione che le scuole sono tenute ad assicurare ai cittadini.
Gli OSA possono essere suddivisi in categorie, ognuna avente specifici obiettivi.
- Il sé e l'altro: Rafforzare la propria autonomia, Rispettare gli altri e aiutarsi reciprocamente,
Lavorare in gruppo, Conoscere la realtà territoriale circostante, Soffermarsi sul concetto di vita.
- Corpo, Movimento e Salute: Rappresentare lo schema corporeo, muoversi con destrezza,
muoversi in base a suoni, curare la propria persona, controllare le proprie emozioni.
- Fruizione/Produzione di Messaggi: Parlare e saper descrivere, Ascoltare e saper
comprendere, Riconoscere e saper elaborare, Disegnare e Utilizzare il proprio corpo
- Esplorare, Conoscere e Progettare: Coltivare gli interessi, Osservare per imparare,
Localizzare e collocare se stessi, Elaborare progetti, Commentare, Saper risolvere problemi.

INDICAZIONI NAZIONALI PER I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI RIGUARDO ALLE


ATTIVITÀ EDUCATIVE NELLA SCUOLA PRIMARIA
La Scuola Primaria si pone come ambiente educativo di apprendimento nel quale ogni fanciullo
può maturare progressivamente le sue capacità, attraverso:
- L'acquisizione di tutti i tipi di linguaggio
- La continua negoziazione operativa con l'esperienza
- Le pari opportunità formative e gli stessi diritti e doveri.
La scuola primaria, inoltre, pone le basi per l'immagine realistica e positiva del sé, anche
considerando le proprie limitazioni.
I termini della Riforma da evidenziare sono:
- Gli OGPF (Obiettivi Generali Processi Formativi) sono i traguardi attesi a livello nazionale al
termine di ogni segmento scolastico, rappresentano l'orizzonte di senso a cui tutte le scuole e
tutti i docenti devono mirare, indicano la rotta nella costituzione dei PSP e si esplicano nelle
seguenti aree:
- Valorizzare l'esperienza del fanciullo
- Dare valore al corpo
- Esplicitare le idee e i valori presenti nell'esperienza
- Dal mondo delle categorie empiriche al mondo delle categorie
- Dalle idee alla vita: il confronto interpersonale.
- La diversità delle persone e delle culture come ricchezza.
- Praticare l'impegno personale e la solidarietà sociale
- Gli OSA (Obiettivi Specifici Apprendimento) rappresentano le conoscenze e le abilità previste
come standard nazionale, che devono essere garantite ad ogni allievo.
Essi sono il punto di partenza per formulare gli obiettivi formativi personalizzati e per
promuovere le competenze personali di ogni allievo.
Gli OSA non sono mai richiusi su se stessi ma sono un continuo rimando al tutto.
Indicano i livelli essenziali di prestazione.
Fanno parte degli OSA:
- Il POF (Piano Offerta Formativo) è il documento che esplica l'identità culturale,
progettuale dell'istituto scolastico. Esso è la dichiarazione di ciò che la scuola intende
fare per svolgere al meglio la sua funzione istituzionale.
- I PSP (Piani Studio Personalizzati) sono costituiti dall'insieme delle UDA, disciplinari e
interdisciplinari, del curricolo obbligatorio e opzionale. Sono dinamici e flessibili.
- Gli OF (Obiettivi Formativi) sono adatti e resi significativi per i singoli allievi e si
raggiungono tramite le UDA che da essi sono legittimati, mirando alla formazione
integrale della persona.
- Il portfolio delle competenze individuali è una raccolta strutturata, selezionata,
commentata e valutata di documenti prodotti dallo studente.Serve per la presentazione
dell'alunno, per la continuità tra ordini e scuole, per l'orientamento e la valutazione.
L'organizzazione dei percorsi formativi si fonda su due principali modalità di lavoro:
- Curricolo obbligatorio,
- Curricolo opzionale, con attività di laboratorio (gruppi di livello, di compito, elettivi, di classe).
L'organizzazione dei tempi della didattica prevede:
- Tempi formali, fissati a livello nazionale;
- Tempi sostanziali, fissati avvalendosi delle facoltà decisionali comportate dall'autonomia.
Il tempo scuola può essere suddiviso in:
- Tempo didattico, necessario alla realizzazione del curricolo complessivo di istruzione
- Tempo educativo, non esplicitamente finalizzato al conseguimento dei saperi disciplinari, come
intervalli, mensa, gioco, ecc.)

CAPITOLO 2: L'ATTIVITÀ MOTORIA NELLA SCUOLA PRIMARIA


"IL CORPO PARLA"
La società è un'esigenza connaturata dell'essere umano: essa vive grazie all'interazione, la
relazione, la comunicazione, ovvero il mettere in comune esperienze, informazioni e
sensazioni attraverso il simbolico (l'insieme delle forme espressive), che comprende:
- Il sistema dei segni, forme che rimandano a referenti concreti e intellegibili (es. parola)
- L'insieme dei simboli, indirettamente desumibili.
La società deve essere pensata come sistema nel quale una semplice modifica ad un
componente implica la modifica di tutti gli altri, la contestualizzazione implica un continuo
rapporto con l'ambiente. I sistemi umani sono aperti (comunicano con il loro ambiente) e per
essere colti bisogna situarsi a livello di totalità.
I postulati della comunicazione sono:
- È impossibile non comunicare
- La punteggiatura può determinare il senso della comunicazione
- Gli esseri umani comunicano sia in modo digitale (sistemi di comunicazione precisi come il
sistema neurologico) che analogico (i messaggeri chimici del nostro organismo gli ormoni
trasmettono sensazioni ed emozioni su base analogica).
- Ogni interazione è simmetrica o complementare
Nella società la comunicazione svolge diverse funzioni:
- Referenziale, ossia lo scambio di informazioni fra interlocutori
- Metacomunicazione, che riguarda la relazione.
- Espressiva, che riguarda l'identità personale, sociale, le emozioni e i rapporti umani
- Di regolazione e coordinazione, ovvero le regole fra interlocutori.
La competenza comunicativa comprende:
- Abilità linguistiche e grammaticali per produrre ed interpretare frasi
- Abilità sociali per adeguare il messaggio alla situazione
- Abilità semiotiche per utilizzare i diversi codici.
Oltre a queste abilità, il soggetto che comunica possiede altre abilità complementari, come:
- Intelligenza emotiva, ossia la capacità di osservare le proprie ed altrui emozioni.
Goleman basa l'intelligenza emotiva su due competenze: personale e sociale.
- Intelligenza interpersonale, ossia la capacità di comprendere gli altri.
Elementi della comunicazione: emittente, codice, messaggio, contesto, canale e ricevente.
Affinché si attui un evento comunicativo:
- Il ricevente deve comprendere ed interpretare il messaggio ricevuto.
- Sia codificato un messaggio di ritorno.
Aspetti della comunicazione:
- Flessibilità comunicativa, ovvero il sapersi adattare al contesto e all'interlocutore,
- Flessibilità semantica, ovvero il saper interpretare in maniera diversa il significato del contesto.
- Flessibilità di riferimento, ovvero il saper adattarsi al contesto
- Intenzionalità, ossia essere consapevoli della rilevanza e del contenuto del contesto
- Saper ascoltare, per poter dirigere al meglio la comunicazione verso gli obiettivi proposti.
Nella teoria della comunicazione, i due livelli di linguaggio combinabili sono detti:
- Verbale, numerico, logico. È il livello del 'cosa', del contenuto e dell'informazione.
- Non verbale, analogico. È il livello del 'come', della relazione e del modo.
L'aspetto importante del doppio livello della comunicazione comporta che la comunicazione non
verbale può essere interpretato come (meta)messaggio relativo alla comunicazione verbale:
il modo in cui un'informazione viene fornita informa sull'informazione stessa e su alcuni aspetti
psicologici del parlante.
LA COMUNICAZIONE VERBALE
La comunicazione verbale è più recente in termini evolutivi rispetto a quella non verbale: rimane
perciò secondaria rispetto al non verbale, anche perché quest'ultima è anche più complessa.
La comunicazione verbale avviene tramite il linguaggio, caratterizzato dalla natura generativa e
sistemica (fonemi, parole, fonetica, semantica/lessico grammatica/morfosintassi, pragmatica).
Il linguaggio ha una valenza:
- Individuale, come l'espressione di stati emotivi e individuali dell'individuo
- Interpersonale e sociale, ossia la trasmissione di stati emotivi ed individuali ad altre persone.
Tale trasmissione ha funzione di regolamentazione sociale
Il linguaggio verbale va inteso come uno schema di riferimento che collega coloro che parlano,
da qui si può distinguere:
- Linguaggio informale a codice ristretto (usato tra amici e familiari);
- Linguaggio formale a codice elaborato (usato tra persone estranee).
Anche i testi scritti possiedono una parte verbale (parole, contenuto) e una non verbale (stile,
mezzo di scrittura usato).
Il livello 2, quello del 'come' può essere espresso dal codice (scrittura o disegno) o dal canale
(SMS, lettera).
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
La comunicazione non verbale (CNV) rappresenta il 60% della comunicazione umana totale.
Al di là delle differenze culturali, esiste un codice universale che caratterizza la specie umana:
il linguaggio del corpo e il relativo uso di segnali non verbali (abilità sociale).
La CNV viene usata per inviare messaggi del corpo, per esprimere stati emotivi, atteggiamenti,
per rafforzare la comunicazione verbale e inviare feedback.
Le sue funzioni sono:
- Individuale espressiva, la quale soddisfa le esigenze affettive interiori,
- Conoscitiva, la quale è necessaria per relazionarsi al mondo esterno,
- Psicologico evolutiva, che riguarda l'autonomia e consapevolezza rispetto al mondo esterno,
- Culturale e sociale, dato che essa trasmette la storia e la cultura della società.
La CNV è usata per:
- Stabilire rapporti interpersonali, ossia definire le relazioni sociali, esprimere i propri sentimenti,
creare legami tra individui,
- Manifestare la personalità, esternando la propria immagine agli altri,
- Sostenere il linguaggio verbale, se viene utilizzata in contemporanea ad esso, influenzandolo
e arricchendolo di maggiori informazioni,
- Esprimere emozioni, dato che gli stati d'animo non sono espressi con valore intenzionale.
II corpo nella cultura contemporanea non è più considerato in opposizione alla psiche.
Esso è considerato come l'espressione globale del soggetto, connesso con la coscienza, ed in
grado di agire, vedere, sentire, esprimere, comunicare anche senza intenzionalità e senza una
sintassi ben precisa.
Poiché gesti ed atteggiamenti sono tipici di una certa società, essi sono connotati culturalmente
e possono essere appresi: il corpo può essere allenato per raggiungere competenze ed abilità.
I segnali analogici del corpo devono comunque essere considerati come parte integrante dei
messaggio comunicato,e sono:
- Movimento: permette all'individuo di agire, interagire con il mondo e cambiarlo attraverso il
suo corpo (per esprimere, comunicare, conoscere/esplorare)
- Mimica: il viso concretizza oggetti e sentimenti, esprime caratteristiche della personalità, fa da
supporto alla comunicazione verbale.
- Gesti: il movimento diventa gesto se viene visto da un'altra persona.
L'espressione gestuale è immediata (in un solo gesto sono concentrate molte informazioni) e
incisiva (richiede un tempo minimo per l'invio).
- Postura: posizione del corpo durante un'interazione, va considerata come espressione
personale del sé, il modo di porsi e di presentarsi.
È determinata da dinamiche emotive, da componenti anatomiche e capacità propriocettive.
- Prossemica: comportamento spaziale, il collocarsi dell'uomo nello spazio della relazione.
Lo spazio personale dipende dalla cultura e dalla relazione esistente, definendo il rapporto
fra le persone che può essere intimo, personale, sociale, pubblico.
L'orientamento (posizione frontale/di fianco/opposta) è un'altra componente della prossemica.

ESPRESSIVITÀ CORPOREA
Espressività corporea significa rivelare se stesso agli altri attraverso il proprio corpo, il quale è
collegato e gestito dal SNC, che organizza diverse funzioni (psichiche affettive, cognitive e
mentali, psicomotorie e operative) in un'unica manifestazione immediata.
L'espressività corporea riflette la vita interiore ed esteriore dell'uomo, è espressione del suo
dinamismo e comportamento sociale.
Il bambino usa il movimento per esprimersi, per conoscere e per esplorare: è fondamentale
perciò che acquisisca la coscienza delle possibilità di movimento, del rapporto schema
corporeo/spazio, delle capacità esplorative, fattori che portano allo sviluppo dell'intelligenza.
Nella Scuola Primaria si prevede lo sviluppo del linguaggio mimico-gestuale e
dell'espressività corporea per l'acquisizione di altre competenze (stimolare la curiosità verso
l'apprendimento). È quindi importante favorire:
- La percezione e la conoscenza del proprio corpo;
- Il consolidamento dello schema corporeo;
- Una piena conoscenza di sé;
- Stimolare fantasia e creatività motoria, al di là delle prime risposte imitative;
- Il giusto equilibrio fra correttezza motoria e spontaneità (uso di attrezzi codificati e non per
sviluppare la creatività e diventare strumento di interazione).
Le finalità della scuola primaria prevedono il passaggio dalla dimensione dell'espressività
spontanea alla comunicazione gestuale intenzionale.
CAPITOLO 3: A SCUOLA CON IL BAMBINO AVENTE DISABILITÀ
Diversamente abile non è riferito a persone aventi handicap o svantaggi socioculturali ma è
riferito a ogni singolo individuo, poiché tutti sono diversamente abili nel fare qualcosa.
Il compito della scuola è considerare la diversità come un valore aggiunto, al fine di fornire le
impalcature per la costruzione di una società civile e cooperativa, in cui i valori sono quelli della
tolleranza, della pace, del rispetto, della reciproca accettazione.
Integrazione è diverso dal semplice “inserimento” che significa semplicemente ammettere,
senza una connotazione qualitativa, senza interventi adattivi nei processi e nelle dinamiche
internazionali. L'esperienza formativa di tutti gli alunni parte dal superamento del concetto di
uguaglianza (il bambino handicappato è il più possibile come gli altri) per arrivare a quello di
diversità (ciascuno è diverso dagli altri ed è una risorsa individuale).
Il percorso normativo ha previsto:
- L. 118/71: riconosce il diritto degli alunni con handicap all'educazione in classi normali
(ad esclusione di chi presenta gravi deficienze intellettive o menomazioni fisiche).
- CM 227/75: estensione della suddetta legge agli handicappati psichici;
- L. 517/77: sancisce il principio della programmazione anche mediante attività scolastiche
integrative, prevede la possibilità di interventi individualizzati, istituisce la figura
dell'insegnante di sostegno, abolisce i voti a favore di giudizi che devono essere subordinati
alla programmazione.
- L. 270/82: si estende alla Scuola Materna l'istituzione di posti di sostegno.
- CM 258/83: si sottolinea il raccordo fra servizi sociosanitari e amministrazione scolastica al
fine di promuovere il diritto allo studio e all'integrazione; si raggiunge un linguaggio comune
nella certificazione dell'handicap.
- CM 250/85: si danno le disposizioni normative sull'azione di sostegno per alunni portatori di
handicap e si definisce la responsabilità collegiale verso l'alunno disabile.
- Sentenza Corte Costituzionale 215/87: si estende la necessità di facilitare la frequenza della
scuola media superiore ai disabili.
- CM 262/88: rende possibile l'iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo
grado a tutti gli allievi con handicap fisico, psichico e sensoriale.
- L 104/92: raccoglie disposizioni precedenti e colma vuoti legislativi in merito al sostegno a
famiglie, scuola, lavoro, salute, tempo libero integrazione.
Sancisce il superamento della cultura dell'assistenza, in particolare gli artt.12e16 riguardano
l'integrazione scolastica volta alla costruzione di un progetto globale e individuale che
coinvolge il singolo come la realtà territoriale, prevedendo larga coordinazione di servizi
culturali, ricreativi, sanitari, scolastici.
- L. 59/97: legge dell'autonomia scolastica che favorisce l'integrazione attraverso il principio
dell'individualizzazione.
- L. 449/97: cambi i criteri per il calcolo numerico degli insegnanti di sostegno.
- Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000).
- L. 289/02: autorizzazione all'attivazione di posti di sostegno in deroga da parte del Dirigente
dell'USP e la proposta di nuove modalità e incarichi per la certificazione.
- Nella L. 53/03 si fa leva sulla personalizzazione per rispondere a esigenze che rispettino
differenze individuali, mentre la pratica didattica ed educativa è personalizzata per tutti.
L'Integrazione è il traguardo di un percorso fatto di 3 I:
- Inserimento: mettere dentro;
- Inclusione: far partecipe del medesimo mondo;
- Integrazione: riconoscimento reciproco dei valori, potenzialità, bisogni, opportunità, diritti,
doveri, realtà, sogni.
Nel caso dell' integrazione scolastica completa (rivolta non solo agli alunni disabili), si può
parlare di “speciale normalità” come idea e pratica pedagogica e didattica rispondente ai bisogni
di ogni bambino: l'intervento educativo è arricchito di una specificità non comune, basata su dati
scientifici e necessaria per la pluralità e complessità di bisogni educativi e speciali.
Oggi le classi sono caratterizzate da eterogeneità crescente che comporta bisogni educativi
speciali in aumento, accanto a una sempre maggiore consapevolezza della singolarità degli
alunni.
Troviamo una speciale normalità nel costruire le risorse:
- Gli insegnanti, che devono abbandonare la visione della specializzazione separata,
condividendo la titolarità della classe e progettando congiuntamente,
- I compagni, che possono essere facilitati da genitori e insegnanti a stabilire le relazioni fra loro
e che possono essere utilizzati come tutor,
- La famiglia, che può offrire un grosso contributo condividendo il progetto di vita del soggetto.
Le attività motorie possono rappresentare forme educative eccellenti per l'integrazione
scolastica e sociale, favorendo la socializzazione e l'accettazione della diversità.
La motricità può essere considerata come un metodo di intervento nel percorso educativo
dell'alunno diversamente abile, affermandosi come attività ludica e di conquista dell'autonomia
personale, di avviamento alla pratica sportiva per il miglioramento dell'autostima e del senso di
gratificazione.
Quando il linguaggio verbale non può svolgere la funzione primaria nella comunicazione, si
possono sviluppare altre modalità e contenuti che danno vita alla relazione e rendono possibile
l'incontro significativo con l'altro.
Il vissuto senso-motorio del bambino parte dall'azione corporea, dalla dimensione non verbale
per stimolare livelli di comprensione logico-concettuali e per giungere a obiettivi di tipo cognitivo
e socio-affettivo.
Il gioco è il grande sfondo integratore all'interno del quale si possono contestualizzare
esperienze emotive, cognitive e relazionali, oltre che favorire i processi creativi.
L'attività motoria e sportiva è fondamentale nell'intervento su soggetti diversamente abili perché:
- Sviluppa le potenzialità individuali
- Incrementa l'integrazione in contesti di vita, ricchi di relazioni significative
Le attività motorie e sportive favoriscono il corretto sviluppo fisiologico, motorio, emotivo,
cognitivo e socio-relazionale della persona.

CAPITOLO 4: IL LABORATORIO MOTORIO


L'OFFICINA' DI APPRENDIMENTO IN MOVIMENTO
Lo strumento fondamentale per realizzare il principio della personalizzazione dei Piani di Studio
è il laboratorio: esso consente di utilizzare percorsi metodologici diversi, che rispettano gli stili
cognitivi e personali degli alunni, permettendo loro di coniugare attività teoriche e pratico-
tecniche, collegandole anche al mondo esterno alla scuola, in modo che il fare e l'agire,
associati al pensare, siano finalizzati all'azione educativa scolastica.
L'organizzazione dei laboratori è resa possibile dalla flessibilità che prevede dei curricoli
opzionali ma anche un monte ore scolastiche di competenza regionale.
Perché i laboratori?
La didattica laboratoriale trasforma gli OSA in OF, significativi e coinvolgenti per il bambino.
La didattica laboratoriale è un'approccio più idoneo alla costruzione di un sapere collaborativo e
condiviso con una costante metodologica: esso valorizza la dimensione attiva
dell'apprendimento e la rilevanza dell'operatività pratica e mentale, finalizzate ad esaltare il
soggetto nella pluralità delle sue dimensioni, rendendolo attore della propria conoscenza.
Il "fare" e il "sapere" insieme generano apprendimento, due intelligenze (quella della mano e
quella della mente) interagiscono potenziandosi vicendevolmente.
La Riforma sottolinea il collegamento tra il sapere (conoscenze), il saper fare (abilità) e
il saper essere (agire intenzionale e consapevole) come principio pedagogico irrinunciabile,
ed il labotatorio permette la realizzazione di tale principio.
La metodologia che caratterizza i laboratori sottolinea l'unità della persona, della cultura,
dell'educazione, oltre a favorire il processo cooperativo di scoperta della complessità del reale.
Durante le attività laboratoriali, il bambino apprende:
- Non attraverso una trasmissione di tipo verbale ma mettendo in pratica procedure, concetti,
categorie, strumenti;
- In un contesto altamente socializzante: i bambini imparano interagendo tra loro, condividendo
attività e significati.
Un clima positivo e aperto si crea a partire da:
- L'intenzionalità, (tutto è programmato e predisposto),
- La consapevolezza (che possiede l'insegnante che mette in pratica un processo di scoperta),
- L'interazione (la ricerca per prove ed errori è possibile grazie all'interazione con il gruppo),
- La condivisione (la condivisione di significati consente di dare valore alle conoscenze).
La didattica di classe dovrebbe essere di tipo laboratoriale, dando spazio:
- Al "fare" concreto;
- Allo scambio di idee;
- Alla possibilità di differenziare i percorsi educativi "personalizzandoli".
IL MODELLO COOPERATIVO
Il metodo cooperativo, molto diffuso nelle attività di laboratorio, è basato sulla formazione di
piccoli gruppi, nei quali gli studenti lavorano per migliorare i loro apprendimenti (l'importante è
far lavorare tutti affinché nessuno si senta escluso e la formazione di gruppi è fatta sulla
conoscenza diretta delle persone).
Il metodo cooperativo può essere altamente motivante, permettendo di ottenere risultati migliori
nell'apprendimento, accompagnato dal miglioramento della propria autostima e immagine di sé.
Il modello cooperativo prevede cinque elementi essenziali:
- Interdipendenza positiva
- Responsabilità individuale e di gruppo
- Interazione costruttiva
- Abilità interpersonali
- Valutazione del gruppo
All'interno dell'ambito laboratoriale, giocano un compito di elevata importanza:
- Lo spazio: l'organizzazione dell'aula deve essere fatta in modo flessibile e bisogna essere
disponibili a continui cambiamenti. I bambini dovrebbero essere disposti faccia a faccia tra di
loro e, dalle loro postazioni, avere la possibilità di vedere l'insegnante.
- I ruoli: i ruoli devono essere definiti sin dall'inizio. Il ruolo definisce ciò che i membri del gruppo
si aspettano dal bambino, al quale viene assegnato un particolare compito o una determinata
responsabilità. I ruoli vanno assegnati a rotazione per permettere a tutti i bambini di avere lo
stesso trattamento e la stessa importanza riguardo alle attività da svolgere.
LE CARATTERISTICHE DEL LABORATORIO
L'attività laboratoriale ha però dei vincoli da rispettare:
- Esige che si utilizzi costantemente il metodo della ricerca - azione,
- Prevede progettualità e interdisciplinarità,
- È collegato con l'esterno,
- Impone la necessità di usare documentazione pertinente e produttiva,
- Si caratterizza come modalità di apprendimento significativo,
- Diviene l'ambiente in cui mettere alla prova ciò che si sa, prevedendo un percorso di
apprendimento flessibile,
- È un modo collettivo di fare cultura.
Il docente nel laboratorio riveste il ruolo di esperto, ma è anche:
- Regista del processo complessivo
- Esperto conoscitore della epistemologia della disciplina
- Esperto conoscitore degli alunni
- Esperto conoscitore di metodologie didattiche e progettatore.
- Oltre a questo, è accompagnatore, tutore, consulente, negoziatore.
IL LABORATORIO MOTORIO
Il laboratorio motorio è un particolare stile di insegnamento-apprendimento in cui lo sviluppo del
corpo si coniuga con la crescita psichica, cognitiva, affettiva e sociale.
Il corpo può essere inteso come il centro attraverso il quale la persona si manifesta e si esprime
Ogni dimensione simbolica che anima il fanciullo e le sue relazioni familiari e sociali è
inscindibile dalla sua corporeità.
Per permettere di crescere in armonia ed avere una maturazione complessiva del bambino, è
importante promuovere la presa di coscienza del valore del corpo inteso come una delle
espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa
e pratica da sviluppare.
Il corpo, in questo caso, gioca due ruoli: corpo come movimento, riguardo a ciò che sa fare e ciò
che può imparare a fare, e corpo come presenza, individualità. Tali ruoli sono due dimensioni
distinte che si compenetrano reciprocamente.
Nell'attuazione di un laboratorio motorio, occorre rispettare alcuni aspetti dello sviluppo:
- Il controllo globale degli schemi motori dinamici e posturali,
- Il controllo segmentario
- Lo sviluppo della capacità senso-percettiva
- Il riconoscimento di parametri spaziali e temporali
- La costruzione di un'immagine complessivamente positiva di sé.
Il contesto privilegiato è il gioco, diviso in attività motorie e senso-percettive.
Bisogna rispettare le "diversità del corpo": ogni bambino possiede la propria fisicità e va
accettato e rispettato nelle sue diversità.
LE COMPETENZE DEL LABORATORIO MOTORIO
Le competenze che il laboratorio motorio è chiamato a mettere in campo, attraverso
l'organizzazione di situazioni di gioco, riguardano:
- La coordinazione motoria;
- Lo schema corporeo inteso come capacità di controllo della postura, dell'equilibrio, del tono
muscolare, degli schemi d'azione;
- L'accomodamento nello spazio (rapportarsi alla distanza, conoscere direzioni, utilizzare
funzioni topologiche) e nel tempo (capacità di sincronizzarsi a suoni e ritmi, di organizzare le
azioni del corpo in funzione al tempo come velocità, successione e contemporaneità,…)
- La capacità di esprimersi con il corpo
II laboratorio motorio si può svolgere in palestra o all'aperto e può usufruire di:
- Materiale strutturato, come l'asse d'equilibrio, scale, tunnel, palle, cerchi, bacchette, corde…
- Materiale non strutturato, che può essere suddiviso in:
- Artificiale: carta, cartoni, scatoloni, stoffe, nastri, ecc.;
- Naturale: sabbia, sassi, creta, acqua, bastoni, foglie, pigne, ecc).
Nel laboratorio motorio prevale il fare spontaneo, il gioco, il corpo.
- Il bambino è protagonista propositivo, con il proprio corpo e le personali esperienze vissute.
- L'adulto è il regista: predispone l'ambiente e i materiali, coglie gli stimoli dati dal bambino
(sorreggendoli e rinforzandoli), propone per stimolare, fa da moderatore nelle relazioni
interpersonali, osserva e documenta..
UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Sono le unità costituenti il Piano di Studi Personalizzati (PSP) dell'alunno.
Le unità di apprendimento, a differenza delle Unità Didattiche, volgono lo sguardo
all'apprendimento e all'allievo e non all'insegnamento e alle discipline.
Le UDA portano l'alunno ad apprendere in un particolare contesto e con particolari capacità,
attitudini e competenze.
Il cuore dell'UDA è l'alunno, persona-protagonista del processo di insegnamento-apprendimento
Le UDA hanno lo scopo di trasformare il Sapere (conoscenze) ed il Saper Fare (abilità) in
Competenze (saper essere).
L'UDA si compone:
- Degli obiettivi formativi (centro dell'UDA)
- Loro progettazione
- Attività
- Metodi
- Tempi
- Soluzioni organizzate N,
Ognuno degli elementi presenti in tale elenco è necessario per trasformare gli obiettivi e le
capacità in competenze.
Le UDA hanno le seguenti caratteristiche:
- Componibilità fra loro nel Piano di Studi, cioè non distaccate in un Piano che sia
disciplinare o interdisciplinare dell'equipe;
- Unitarietà, essendo i mattoncini di un percorso unitario e non un tassello staccato dagli altri;
- Molarità, devono trasmettere un sapere molare in virtù dell'unitarietà del sapere;
- Significatività, devono riferirsi alle parti più significative delle discipline, ai nuclei fondanti;
- Funzionalità, devono essere in grado di trasformare gli OF in competenze;
- Verificabilità, riguardo al raggiungimento di un determinato livello degli OSA di riferimento.
L'UDA può essere:
- Disciplinare, riguardanti una disciplina del curricolo obbligatorio;
- Interdisciplinari, cioè riguardanti abilità trasversali a più discipline (es. ed. stradale).
Elaborazione di una UDA:
- Precisare le mete in termini di conoscenze, capacità e atteggiamenti;
- Adeguare le mete alle caratteristiche personali dei singoli alunni (OF);
- Individuare percorsi di apprendimento efficaci ed efficienti. Per farlo si richiede:
- La conoscenza approfondita dei contenuti disciplinari;
- La conoscenza delle caratteristiche personali dei singoli alunni;
- L'invenzione di percorsi apprenditivi che siano significativi, adeguati e operativi
- Individuare e approntare le tecnologie educative
- Stabilire criteri e strumenti di monitoraggio.
Costruire una UDA significa prendere atto degli OSA e delle caratteristiche personali dei singoli
alunni cui occorre adeguarli, ma anche creare un percorso di apprendimento, ossia tracciare gli
itinerari che gli alunni devono percorrere per conseguire le competenze previste.
Le attività devono essere:
- Motivate (nascere da un interesse, da un bisogno conoscitivo, da una motivazione);
- Adeguate ai livelli di sviluppo e di apprendimento dei singoli alunni;
- Avere carattere operativo e ludico.

Il processo di formazione dell'identità personale comprende anche la conoscenza del proprio


corpo, fino alla formazione dello schema corporeo. Il linguaggio del corpo è un linguaggio
analogico che veicola molto spesso i contenuti emotivi-affettivi fondamentali.
Il corpo è condizione di base per lo sviluppo di tutte le funzioni psico-fisiche.
Il corpo possiede un suo specifico linguaggio che amplia e a volte sostituisce il contenuto
verbale di una comunicazione (esprime emozioni, invia info su di sé, comunica con gli altri).
Fino a qualche anno fa venivano utilizzati i termini "ginnastica o educazione fisica" in riferimento
al linguaggio del corpo → Attualmente i termini nel linguaggio pedagogico e professionale sono
stati sostituiti con quello di scienze motorie e sportive, questo per sottolineare lo spessore
educativo della motricità e il suo essere linguaggio formativo al pari degli altri linguaggi.
La corporeità, il movimento e lo sport fanno appello ad una prospettiva formativa sotto un
triplice profilo:
- Morfologico-funzionale, riguardante aspetti estetici e caratteristiche fisiche della prestazione;
- Intellettivo-cognitivo, al quale si collegano le capacità senso-percettive, visive-uditive, tattili
e cinestesiche;
- Affettivo-morale-sociale, ossia attività mirate allo sviluppo di coerenti comportamenti
relazionali.
Traguardi da perseguire:
- Sviluppo delle capacità senso percettive;
- Sviluppo degli schemi motori di base;
- Sviluppo della coordinazione dei movimenti;
- L'apprendimento delle abilità grosso e fini motorie e della padronanza del proprio
comportamento motorio nell'interazione con l'ambiente.
Il linguaggio del corpo possiede movimenti espressivi, riguardanti il corpo (mimica), il volto e
le mani, i quali rivelano la personalità del soggetto stesso.
Ogni progetto è strutturato nelle seguenti parti:
- Discipline interessate come formazione;
- Discipline interessate come approfondimento;
- Descrizione della tipologia del Progetto (di istituto, di plesso, di classe,);
- Destinatari;
- Obiettivi;
- Descrizione del progetto;
- Metodologia;
- Tempi;
- Attività;
- Risorse professionali;
- Modalità e strumenti di valutazione.

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