Sei sulla pagina 1di 5

Fine della Cavalleria - Conferenza di Hans Schmitt per il convegno revisionista 2002 per la Rivista "Barnes

Review" di Washington, D.C. 14 - 15 - 16 Giugno 2002

Buona sera!

desidero ringraziare Willis Carto ed il personale della Rivista Barnes per avermi invitato, ed esprimere il mio
compiacimento a voi tutti per il coraggio di ascoltare ciò che ho da dire. Ho scelto un argomento che,
secondo me, non è sufficientemente affrontato dai mezzi di comunicazione americani, in special modo da
coloro che pretendono di difendere l'etica e la morale in questo Paese, cioè il clero cristiano. La "fine della,
cavalleria" - Das Ende der Ritterlichkei t, in Tedesco, mi fu evidente quando ebbi un assaggio di ciò che
stava per arrivare. lo personalmente non soffrii molto, ma vidi e sperimentai cose che apparivano terribili
perfino ad un diciottenne sopravvissuto alla più tremenda guerra che ha devastato il cuore dell'Europa. Più
di mezzo secolo dopo sono ancora sconcertato dal fatto che ufficiali alleati di alto rango che si ritenevano
soldati d'onore siano stati così imbevuti di odio contro il nemico appena debellato, come vedemmo nel
1945. Erano caduti nella trappola della propria propaganda.

In base alla mia esperienza personale ed agli accadimenti a partire dalla capitolazione della Germania, ho
espresso le mie preoccupazioni sulla fine della cavalleria quando scrissi le note seguenti negli ultimi giorni
dello scorso secolo in uno dei notiziari mensili:

"Le leggi che regolano i rapporti fra i popoli e le Nazioni da molti secoli sono state scartate. La cavalleria e la
ragione sono morte. Il trattamento corretto nei confronti dei vinti sembra essere divenuto uno sciocco
sentimento. Le norme sulle prescrizioni sono state messe da parte. Franchi tiratori sono adesso diventati
eroi mentre soldati regolari che hanno compiuto soltanto il loro dovere nei confronti del loro popolo e del
loro Paese sono chiamati assassini e terroristi. Temo che mentre entriamo nel nuovo millennio stiamo per
affrontare una era che supera in ferocia e brutalità i tempi peggiori della Storia umana".

Due anni dopo i miei timori sono diventati realtà. Ho qui davanti a me una foto dello sfortunato giovane
americano John Walker Lindh che ha compiuto l'errore di cadere nelle mani dei soldati americani inviati a
far guerra in Afghanistan. Ne Lindh né alcun altro del popolo americano avrebbe potuto immaginare che
cosa sarebbe avvenuto quando egli incautamente si arruolò con i Talebani. Tuttavia le gerarchie americane
presumono che Lindh avrebbe dovuto aspettarsi che le forze degli SS.UU avrebbero impegnato in battaglia
questo gruppo religioso nel profondo dell'Asia, e questo ne fa un traditore degli SS.UU.

lo vedo la faccenda in modo diverso. Detesto vedere dipinto un sempliciotto come qualcosa che con ogni
verosimiglianza non era. Se si è arruolato con i Talebani ha fatto ciò che migliaia di ebrei americani hanno
fatto servendo l'esercito di lsraele. L'accusa che J.W. Lindh avrebbe, a quanto pare, sparato sui soldati
americani può essere attenuata dalla possibilità che alcuni aviatori o marinai israeliani tentarono nel 1967
di affondare la nave statunitense "Liberty", uccidendo o ferendo nella azione più di 200 militari americani,
ed essi erano pur loro cittadini americani. Sfortunatamente il sistema politico americano ha sempre bisogno
di capri espiatori allo scopo di dimostrare la sua presunta superiore moralità, e John Walker Lindh faceva al
caso loro. Ciò che mi ha scosso è stato vedere Lindh, manifestamente ferito, su una barella, bendato e
contemporaneamente legato crudelmente da non potersi muovere. C'è da credere che parecchi militari
armati fino ai denti gli stessero intorno., assicurandosi che la benda sugli occhi stesse ben ferma ed i
legacci, mani gambe e braccia ben stretti. Forse ne avevano una paura matta anche nel suo stato di
impotenza. Ma la paura non è una scusa per il maltrattamento dei prigionieri di guerra. Qualche settimana
dopo la cattura di Lindh, ufficiali delle forze statunitensi in Afghanistan hanno superato sè stessi in crudeltà
inviando parecchie centinaia dì Talebani e combattenti di Al Qaida alla base navale di Guantanamo a Cuba.
In questo viaggio particolarmente lungo sono stati incatenati mani e piedi, batuffoli di cotone in bocca, le
teste incappucciate, per giunta legati all'interno degli aerei in posizione prona. In tal modo furono trasferiti,
contro tutte le convenzioni di guerra; molte migliaia di chilometri dal Paese di origine; sono tuttora tenuti in
isolamento. Sono certo che tutti abbiate letto delle condizioni inumane a Guantanamo, almeno per i primi
mesi dopo l'arrivo di questi prigionieri, cui il Governo degli SS.UU. rifiuta di riconoscere lo stato di
prigionieri di guerra. Non occorrono altri particolari.

Probabilmente l'affermazione più irresponsabile e crudele del Governo americano è quella che i prigionieri
a Guantanamo non meritano perfino le garanzie legali accordate generalmente agli omicidi ed altri criminali
comuni. Può benissimo essere che siano confinati negli SS.UU. per un periodo di tempo indefinito, forse per
il resto dello loro vita, senza che nessuna istituzione legale li abbia mai accusati di alcun delitto. Nel
contesto, si potrebbe affermare che la vita di centinaia di uomini, cosiddetti terroristi, non abbia
importanza; ma guardo ad un futuro non troppo lontano, quando dei soldati americani disarmati, caduti in
mano nemica, subiranno lo stesso trattamento dagli asiatici, africani o sud-americani che non siano stati
imbevuti del concetto di cavalleria europeo. Vi è stata protesta mondiale contro il trattamento crudele
inflitto ai prigionieri cosiddetti detenuti a Guantanamo, ma la reazione di coloro che hanno voce in capitolo
è stata di totale indifferenza. Questo mi ha rammentato l'abrogazione unilaterale delle Convenzioni di
Ginevra riguardanti i prigionieri di guerra da parte del GeneraleDwight Eisenhower. Nella primavera del
1945 ordinò che i prigionieri tedeschi catturati dagli "alleati" erano suscettibili di qualifica "D.E.F.", cioè
"Forze nemiche disarmate" invece di prigionieri di guerra. Ciò ebbe l'effetto di impedire che le centinaia di
staccionate e recinti per bestiame fossero ispezionate dalla Croce Rossa Internazionale. Con il risultato che
fino ad un milione di prigionieri tedeschi furono destinati a morire per fame, sete ed incuria generale. Il
Generale Eisenhower che, per quanto io ne sappia, in tutta la sua carriera non aveva udito un colpo di
fucile sparato per rabbia, eccetto che le batterie antiaeree che proteggevano il suo Q.G. a Londra, può
essere scusato per non avere avuto l'innata cavalleria che distingue i soldati di molte Nazioni. Un
combattente sa che dall'altra parte c'è,un uomo che fa soltanto il suo dovere, come sè stesso, che soffre
delle stesse paure, privazioni, mancanza di agi. Sono gli uomini nelle retrovie, "ETAPPENHEGSTE”, gente
come Eisenhower, che ritengono di compensare la mancanza di ardimento angariado il nemico vinto in suo
potere. Sfortunatamente, ciò non spiega il silenzio di molti soldati leali, ufficiali di molte nazioni che
vedevano o sapevano del maltrattamento ed ingiustizia provocati ai loro colleghi della altra parte. Ancora
mi domando come gran parte degli ufficiali americani non parlarono quando i Generali Keitel e Jodl, uomini
d'onore, furono condannati a morte nel processo illegale di Norimberga. Personalmente, ritengo ciò sia
dovuto alla loro innata mancanza di cavalleria. La pubblica difesa che fece l'Ammiraglio Nimitz fu una
importante eccezione.

Nel 1995, esattamente 50 anni dopo la fine della più feroce guerra della Storia, Erich Priebke, ex-Capitano
delle SS, è stato strappato dalla sua quarantennale casa in Argentina e processato in Italia. Priebke non ha
fatto altro ch il suo dovere quando nel 1944 fu coinvolto nella rappresaglia di più di 350 ostaggi (furono
335, n.d.t.) vicino Roma. Partigiani comunisti avevano fatto esplodere una bomba ed ucciso una quarantina
di soldati tedeschi di un distaccamento di polizia, equipaggiati con armamento leggero, ch marciavano in
formazione lungo le strade della capitale italiana. Questo ignobile gesto costò la vita anche di parecchi civili
e bambini italiani. Questo accadde in un periodo nel quale Roma era stata dichiarata "Città aperta" allo
scopo di salvare inestimabili monumenti storici e culturali della Capitale italiana. Gli ostaggi che furono
fucilati erano stati prelevati dalle carceri italiane, e secondo una relazione del 1998, quasi l’ intero gruppo di
dirigenti comunisti clandestini di "Bandiera Rossa" (oppositore del P.C.I., nota d.t.) era fra loro. La corte
militare italiana che nel 1995 fu convocata per giudicare il Capitano accolse tutte le prove a discarico e lo
prosciolse da ogni accusa. Ma qualcosa cui siamo abituati fin dalla fine della guerra nel 1945 accadde. Come
conseguenza del subbuglio in aula da parte delle eterne vittime la cui sete di vendetta non conosce confini,
e per i quali: il termine cavalleria non ha alcun significato, Erich Priebke fu ri-arrestato dalle autorità civili
italiane e condannato all'ergastolo, poiché questo processo fu impostato su basi retroattive. Attualmente il
Capitano Priebke è incarcerato a Roma, ed alla età veramente biblica di 89 anni resta separato da migliaia
di chilometri da sua moglie, i suoi figli, i suoi nipoti. Perfino il governo vassallo della Germania ha
riconosciuto la sua condizione di prigioniero di guerra, come risulta dalla Posta militare. Ho in possesso
delle cartoline per i vostri archivi.

Per quanto io ne sappia, nelle migliaia di anni della storia europea non era mai accaduto che la parte
perdente di un conflitto fosse perseguitata e processata per le azioni intraprese in guerra. Ciò non accadeva
nemmeno quando si riferivano a persone notoriamente responsabili di azioni atroci. Ahimè, doveva
accadere nella nostra era cosiddetta illuminata, un’era dove tolleranza, libertà, democrazia, amore per il
prossimo vengono predicati quotidianamente, perché tutto cambiasse.

Che cosa impedisce a soldati di professione dal denunciare il comportamento criminale inflitto ad uomini
d'onore come il Capitano Priebke, o degli attuali, egualmente senza difesa, prigionieri di guerra di
Guantanamo? L'Italia potrebbe fornire una risposta.

La N.A.T.O. è una istituzione americana il cui scopo primario è proteggere il predominio statunitense
sull'Europa, e l'Italia è un membro della N.A.T.O. Non ho dubbi che quindi il Governo degli SS.UU., e perciò
le sue strutture militari, abbiano una certa responsabilità per il trattamento ingiusto del Capitano E.
Priebke. Detto chiaramente, nell'attuale congiuntura storica, quasi niente avviene nel continente europeo
che vada "contro" gli interessi degli SS.UU. Può benissimo essere che un ufficiale, che per cavalleria protesti
energicamente contro l'incarcerazione di E. Priebke non sia mai in grado di raggiungere i gradi di comando
perché ha difeso qualcuno che, secondo i comandanti N.A.T.O., cioè i più alti ufficiali americani, non
dovrebbe essere difeso. Considerando il trasferimento in condizioni estremamente crudeli di centinaia di
presunti Talebani e prigionieri di Al Qaida a Guantanamo, ricordo di aver letto le seguenti frasi in un trattato
firmato dal Governo degli SS.UU. molto tempo fa, che riproduco: “ Art. 24: Allo scopo di evitare la
distruzione di prigionieri di guerra inviandoli in Paesi lontani, o ammassarli in luoghi chiusi e perniciosi, le
due parti contraenti solennemente si impegnano fra loro e rispetto al mondo a non adottare alcuna di tali
norme. (I prigionieri di guerra) saranno sistemati in situazioni decenti, non saranno confinati in prigioni
sotterranee, navi-carceri, galere, non saranno messi ai ferri, non in vincoli, né altrimenti ristretti nell'uso
degli arti. Gli ufficiali saranno sistemati su parola d'onore in zone convenienti ed avranno ambienti
confortevoli, i soldati comuni saranno sistemati in alloggiamenti aperti ed ampi sufficientemente da
consentire aerazione ed esercizio fisico ed ospitati in baracche che siano adeguate alle necessità come
quelle fornite al proprio esercito . Si dichiara altresì che né il pretesto che la guerra dissolve tutti i trattati nè
altra scusa sarà utilizzata per annullare o sospendere questi articoli, ma al contrario che lo stato di guerra è
precisamente quello per il quale (questi articoli) sono previsti, e durante il medesimo (stato ,di guerra) sono
sacrosantemente osservati come convenzioni universalmente accettate di legge di natura o delle Nazioni."
Queste parole sono state in gran parte scritte dal grande Federico Secondo di Prussia, Federico il Grande,
ad ogni tedesco che ancora ricordi la sua storia. L'art. 24 fa parte del Trattato di amicizia e commercio
firmato fra la Prussia ed i neonati SS.UU. nel 1785.

Mi domando che cosa avrebbe detto il Generale Dwight D. Eisenhower se nel 1945 avesse visitato uno dei
suoi campi della morte, e se un ufficiale tedesco avesse avuto la possibilità di mostrargli questo trattato,
valido allora quanto adesso. Potrei menzionare che nel 1945 lo Stato di Prussia era ancora esistente, e che
negli affari internazionali il Reich germanico era il suo successore legale. Cioè: il Governo degli S8.UU. violò
questo 'trattato già allora nel modo peggiore. Non pretendo di dire che durante la II G.M., un conflitto che
per la Germania durò sei lunghi anni e più, i soldati tedeschi si attennero sempre alle Convenzioni di
Ginevra, o che essi si comportarono con cavalleria. In particolare il fatto che la Unione Sovietica non avesse
firmato queste Convenzioni e la guerriglia illegale partigiana degli "alleati" alle spalle dei fronti, rese difficile
agli ufficiali tedeschi e parimenti dei soldati trattare con cavalleria molti nemici. Mentre all'inizio della
guerra accadde che un Generale tedesco rese l'onore delle armi alla guarnigione della città di Lilla prima di
farla prigioniera, tale azione sarebbe stata impensabile qualche anno più tardi nella penisola balcanica,
quando bande assassine di Tito furono costrette ad arrendersi. Ciò nonostante, l'Alto Comando germanico
cercò di infondere nei soldati della Wehrmacht il senso europeo della cavalleria, come risulta dal libretto di
istruzioni di ogni soldato germanico:

1 Il soldato tedesco combatte con cavalleria per la vittoria della sua gente. Crudeltà e distruzione non
necessaria sono indegni di lui.

2. Il soldato deve indossare l'uniforme o qualche distintivo che possa essere visto da lontano. Combattere
senza uniforme o in assenza di tali emblemi è vietato.

3. Il personale nemico che intende capitolare non può essere ucciso, nemmeno se è un partigiano o una
spia. Quest'ultimo riceverà il giusto trattamento in un tribunale.

4 I prigionieri di guerra non possono essere maltrattati o insultati. Le loro armi, carte tipografiche e rapporti
devono essere confiscati. Nient'altro che sia in loro possesso può essere preso.

5 I proiettili dum-dum sono vietati .I soldati tedeschi non sono autorizzati a trasformare proiettili regolari in
dum-dum.

6 La Croce Rossa è inviolabile. Gli avversari feriti sono da trattare decentemente. Personale medico e
sacerdoti non possono essere intralciati nelle loro funzioni.

7 La popolazione civile è altrettanto inviolabile. Un soldato tedesco non può prendere bottino o causare
distruzione immotivata. Monumenti storici ed edifici come chiese, musei o quelli di organizzazioni caritative
meritano salvaguardia particolare. Richieste alla popolazione civile possono essere avanzate solo da ufficiali
ed esigono giusto compenso.

8. I territori neutrali non possono essere coinvolti in atti di guerra.

9. Se un soldato tedesco viene catturato, deve fornire il suo nome e grado. Ma in nessun caso gli è permesso
di informare l'inquirente nemico su!la sua unità o sui fatti politici e economici tedeschi. Non può farlo
nemmeno sotto costrizione o false promesse.

10. La violazione di questi ordini sarà punita. Azioni da parte nemica contro gli articoli da 1 a 8 saranno
riportate. Le rappresaglie saranno effettuate soltanto su ordini superiori.

Leggendo queste perentorie prescrizioni mi domando se ai soldati americani stanziati in Afghanistan ed


altrove nel mondo viene impartito qualcosa del genere. Ne dubito. Nel chiudere (queste note), desidero
accennare che oltre ad aver firmato trattati come quello concluso con lo Stato di Prussia, il Governo degli
SS.UU. ha anche firmato tutte le Convenzioni di Ginevra a cominciare dal primo nel 1864 fino a quella
tuttora in vigore nel 1949. Dwight D. Eisenhower era naturalmente al corrente di queste clausole, ma come
egli affermò in una lettera a sua moglie, odiava i Tedeschi con tale veemenza (mi domando perché?) che
cercò vie illegali per aggirare la sorveglianza della Croce Rossa. L'attuale Comando americano sta facendo la
stessa cosa con i prigionieri talebani, probabilmente nella supposizione che dipingendo il nemico come il
diavolo virtuale, le azioni americane siano viste come provenienti dagli angeli. Nello scrivere sulla Fine della
Cavalleria, cosa del quale ora non vi è dubbio, la mia ovvia principale preoccupazione è il destino del
comune soldato americano, perché lui o lei dovranno sopportare le conseguenze di questo travestimento.
Ricordo fin troppo bene che molti miei camerati sono stati trattenuti come lavoratori-schiavi nell'Unione
Sovietica per dieci anni e più dopo la II G.M. Molti erano stati dichiarati morti quando improvvisamente
sono tornati da un qualche campo di lavoro forzato in Siberia. Ricordo anche le migliaia di valorosi soldati
americani tuttora dispersi dalle guerre in Corea e Vietnam. Gran parte di loro probabilmente caddero sui
campi di battaglia o quando i loro aerei caddero nella giungla ma sicuramente molti hanno trascorso anni in
cattività solo per essere giustiziati dal nemico quando Washington aveva violato parecchie promesse che
avrebbero consentito la loro liberazione. La mia paura è che alla fine del grande conflitto mondiale che
attualmente è nella fase iniziale, probabilmente milioni di giovani americani saranno tenuti come schiavi
per decenni, non solo anni,da Stati di tutto il mordo, e la gente d'America non avrà la possibilità di
riscattare i propri figli e figlie.

L'accenno alle ragazze che prestano servizio nelle forse degli SS.UU. genera (il pensiero) che potremmo
vedere durante la nostra vita, giovani donne americane vendute come oggetti negli harem dell'Est. Chi le
difenderà se un grosso contingente di truppe è costretto ad arrendersi come aceadde nella battaglia delle
Ardenne (Bulge? Non trovo la traduzione della località - forse le Ardenne in Belgio). Se ciò accadrà, e
preghiamo che non accada, allora, certamente, un cerchio storico si concluderà. Ed allora potremo parlare
della fine della Civiltà Occidentale, perché la cavalleria è stata quasi esclusivamente il prodotto del
pensiero e credo occidentale . O Re Federico il Grande, dove sei quando di Te abbiamo bisogno? Vi
ringrazio.

Potrebbero piacerti anche