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CIG IN
DEROGA
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Aprile 2020
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CIG IN DEROGA

Sommario
Emergenza Coronavirus: CIG in deroga - Tratto dalla Nota Redazionale di
Tuttolavoro ............................................................................................................................... 4
CIG in deroga: Decreto “Cura Italia” e Decreto “Liquidità”......................................... 4
CIG in deroga: zona rossa .................................................................................................. 10
CIG in deroga: zona gialla ...................................................................................................12
Richiesta di CIG in deroga - Causale Covid-19 nazionale - Tratto da In Pratica.... 14
Chi...............................................................................................................................................14
Datori di lavoro interessati.................................................................................................14
Datori di lavoro esclusi........................................................................................................14
Lavoratori interessati............................................................................................................14
Disciplina speciale per ex “zona rossa”..........................................................................15
Precondizioni...........................................................................................................................15
Flusso di lavoro......................................................................................................................15
Scade il..................................................................................................................................... 16
Sanzioni.....................................................................................................................................17

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CIG IN DEROGA

Emergenza Coronavirus: CIG in deroga - Tratto


dalla Nota Redazionale di Tuttolavoro
Il D.L. 17 marzo 2020, n. 18, c.d. Decreto “Cura Italia”, per fronteggiare l’emergenza
sanitaria ed economica da COVID-19 (Coronavirus), ha previsto una serie di misu-
re di sostegno ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese.
In particolare, ha introdotto nuove disposizioni in materia di Cassa integrazione
in deroga, oltre a quelle già introdotte dal D.L. 2 marzo 2020, n. 9 per le zone rosse
(Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Co-
dogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vò) e per
le zone gialle (Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna).
In seguito il D.L. 8 aprile 2020, n. 23, (c.d. decreto Liquidità), per favorire la ripresa
economico finanziaria del Paese a seguito dell’emergenza Coronavirus (COVID-19),
ha introdotto una serie misure economiche urgenti di aiuto alle imprese.

CIG in deroga: Decreto “Cura Italia” e Decreto “Liquidità”


Secondo le previsioni contenute nel D.L. n. 18/2020, le Regioni e Province autono-
me, con riferimento ai datori di lavoro del settore privato, ivi inclusi quelli agricoli,
della pesca e del terzo settore compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti,
ad eccezione dei datori di lavoro domestico, per i quali non trovino applicazione
le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione
di orario, in costanza di rapporto di lavoro, possono riconoscere, in conseguenza
dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, previo accordo che può essere con-
cluso anche in via telematica con le organizzazioni sindacali comparativamente
più rappresentative a livello nazionale per i datori di lavoro, trattamenti di cassa
integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rapporto
di lavoro e, comunque, per un periodo non superiore a 9 settimane (art. 22, D.L.
n.18/2020; ML circ. n. 8/2020).
Secondo gli accordi assunti a livello territoriale e in relazione agli stanziamenti
regionali o delle Province autonome disponibili, è possibile il ricorso alla CIG in
deroga anche con riferimento ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato del

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settore agricolo, qualora l’azienda non possa chiedere la tutela ordinaria per aver
fatto ricorso, per altre causali, al numero massimo annuale di giornate fruibili.
Pertanto, sono esclusi dalla CIG in deroga i datori di lavoro domestico e i datori
di lavoro rientranti nel campo di applicazione della CIGO, del FIS o dei Fondi di
solidarietà che devono, pertanto, richiedere la prestazione con causale “COVID-19
Nazionale” alla propria gestione di appartenenza (INPS mess. n. 1287/2020).
Possono, altresì, accedere alla prestazione in parola le aziende che, avendo di-
ritto solo alla CIGS, non possono accedere ad un ammortizzatore ordinario con
causale “COVID-19 nazionale” (a titolo meramente esemplificativo e non esausti-
vo, rientrano nella fattispecie descritta le aziende del commercio e le agenzie di
viaggio e turismo sopra i 50 dipendenti) (INPS circ. n. 47/2020).
La prestazione è aggiuntiva rispetto alle disposizioni già adottate per i trattamen-
ti in deroga concessi alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e per la
cosiddetta “zona rossa” dal D.L. n. 9/2020 (INPS mess. n. 1525/2020; v. infra).
L’accordo non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti.
Per i lavoratori è riconosciuta la contribuzione figurativa e i relativi oneri acces-
sori (ANF).
Il trattamento in deroga, limitatamente ai lavoratori del settore agricolo, per le
ore di riduzione o sospensione delle attività, è equiparato a lavoro ai fini del cal-
colo delle prestazioni di disoccupazione agricola.
Inizialmente l’art. 22 del D.L. n. 18/2020 aveva disposto che il trattamento in de-
roga fosse riconosciuto a decorrere dal 23 febbraio 2020 e limitatamente ai di-
pendenti già in forza alla medesima data. Tra tali lavoratori rientravano anche
i lavoratori intermittenti occupati alla data del 23 febbraio 2020. L’accesso dei
lavoratori intermittenti al trattamento in deroga è riconosciuto ai sensi della cir-
colare INPS n. 41/2006e nei limiti delle giornate di lavoro effettuate in base alla
media dei 12 mesi precedenti (INPS circ. n. 47/2020).
Il D.L. 8 aprile 2020 n. 23 (c.d. decreto Liquidità), in vigore dal 9 aprile 2020, mo-
dificando le norme speciali del decreto Cura Italia, estende le norme sulla cassa
integrazione COVID nazionale di cui all’art. 22, D.L. n. 18/2020 ai lavoratori assunti

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tra il 24 febbraio 2020 e il 17 marzo 2020. Di grande rilievo è poi la novità introdot-
ta dall’art. 41, comma 3 del D.L. n. 23/2020: l’esenzione dall’imposta di bollo per
le domande di cassa in deroga presentate alle regioni in base all’art. 22, comma
4, del D.L 18/2020.
Ai fini del riconoscimento del trattamento in deroga non si applicano le disposi-
zioni relative:
• al requisito dell’anzianità di effettivo lavoro;
• al contributo addizionale;
• alla riduzione in percentuale della relativa misura in caso di proroghe dei trat-
tamenti di cassa integrazione in deroga.
Anche per la CIG in deroga richiesta con la causale COVID-19 nazionale, come per
la CIGO e l’assegno ordinario, l’eventuale presenza di ferie pregresse non è osta-
tiva all’accoglimento dell’istanza (INPS circ. n. 47/2020).
I trattamenti sono concessi con decreto delle Regioni e delle Province autonome
interessate, da trasmettere all’INPS in modalità telematica entro 48 ore dall’ado-
zione, la cui efficacia è in ogni caso subordinata alla verifica del rispetto dei limiti
di spesa previsti. Le Regioni e le Province autonome, unitamente al decreto di
concessione, inviano la lista dei beneficiari all’INPS, che provvede all’erogazione
delle prestazioni, previa verifica del rispetto, anche in via prospettica, dei limiti
di spesa.
Le domande sono presentate alla Regione e alle Province autonome, che le istru-
iscono secondo l’ordine cronologico di presentazione delle stesse.
Qualora dal monitoraggio effettuato dall’INPS emerga che è stato raggiunto, an-
che in via prospettica il limite di spesa, le Regioni non potranno in ogni caso
emettere altri provvedimenti concessori.
Il monitoraggio avviene tenendo conto della stima dell’impegnato di CIG in de-
roga effettuata sulle domande di CIG in deroga concesse a fronte di un decreto
della Regione o Provincia autonoma e la spesa effettiva delle domande per le
quali l’INPS ha effettuato l’istruttoria ed emesso la relativa autorizzazione (au-
torizzazione INPS). Il calcolo è effettuato moltiplicando le ore autorizzate per il

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costo medio di un’ora di CIG stimato per l’anno 2020 in un importo medio orario
di 8,10 euro, comprensivo di contribuzione figurativa e ANF.
Le risorse finanziarie messe a disposizione per l’erogazione dei trattamenti in
deroga sono ripartite tra le Regioni e le Province autonome interessate con uno
o più decreti del Ministro del lavoro di concerto con il Ministro dell’Economia e
delle finanze.
Le risorse finanziarie relative ai trattamenti in deroga, destinate alle Province
autonome di Trento e di Bolzano, sono trasferite ai rispettivi Fondi di solidarietà
bilaterali del Trentino e dell’Alto Adige.

Istruzioni operative e modalità di pagamento


Le Regioni, verificati i requisiti di accesso, trasmettono all’INPS i provvedimenti di
concessione, unitamente alla lista dei beneficiari, corredati dalle relative doman-
de aziendali (modello SR 100).
La predetta trasmissione deve avvenire esclusivamente per il tramite del Sistema
Informativo dei Percettori (SIP), attraverso l’utilizzo del cosiddetto Flusso B, in-
dicando il numero di decreto convenzionale 33193, appositamente istituito (INPS
mess. n. 1525/2020).
Il trattamento può essere concesso esclusivamente con la modalità di pagamen-
to diretto della prestazione da parte dell’INPS, applicando la disciplina di cui
all’art. 44, comma 6-ter, del D.Lgs. n. 148/2015) (art. 22, D.L. n.18/2020).
Ne consegue che il datore di lavoro è obbligato ad inviare all’INPS tutti i dati
necessari per il pagamento dell’integrazione salariale (modello SR 41), entro 6
mesi dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata
della concessione o alla data del provvedimento di autorizzazione al pagamento
da parte di INPS, se successivo. Trascorso inutilmente tale termine il pagamento
della prestazione e degli oneri ad essa connessi rimangono a carico del datore di
lavoro inadempiente (INPS mess. n. 1287/2020; INPS circ. n. 47/2020).
Solo successivamente alla ricezione del provvedimento di autorizzazione, i datori
di lavoro dovranno inoltrare all’INPS la documentazione per la liquidazione dei
pagamenti, avvalendosi del modello SR 41, al fine di consentire alle Strutture ter-

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ritoriali di erogare le prestazioni in argomento con le stesse modalità in uso per


le prestazioni di CIG in deroga. Non si potrà dare luogo a pagamenti in assenza
del numero di autorizzazione.
Inoltre, per la gestione straordinaria dell’emergenza da Coronavirus, sono state
apportate semplificazioni alla compilazione e trasmissione del modello “IG Str
Aut” (cod. “SR41”): in particolare, non è più obbligatoria la sottoscrizione del mo-
dello da parte dei lavoratori e la compilazione di alcuni dati specifici non indi-
spensabili alla gestione della pratica istruttoria (INPS mess. n. 1508/2020).

CIG in deroga per le aziende plurilocalizzate


Con il D.M. 24 marzo 2020, n. 3 si è stabilito che laddove ci siano datori di lavoro
con più unità produttive (rientrando nel concetto di unità produttive anche i pun-
ti vendita di una stessa azienda), site in 5 o più Regioni o Province autonome, “c.d.
plurilocalizzate”, la prestazione è concessa con decreto del Ministero del lavoro,
similmente a quanto già previsto in passato per la cassa integrazione in deroga
(ML circ. n. 8/2020).
In tale caso, le domande sono presentate al Ministero del lavoro che le istru-
isce secondo l’ordine cronologico di presentazione e devono essere corredate
dall’accordo sindacale, come previsto espressamente dall’art. 1, comma 1, del D.L.
n. 18/2020 e dall’elenco nominativo dei lavoratori interessati dalle sospensioni
o riduzioni di orario dal quale emerga la quantificazione totale delle ore di so-
spensione (con suddivisione a seconda della tipologia di orario prescelto ad es.
full-time, part-time) con il relativo importo, i dati relativi all’azienda (denomi-
nazione, natura giuridica, indirizzo della sede legale, codice fiscale, numero ma-
tricola INPS, i dati anagrafici del rappresentante legale), i dati relativi alle unità
aziendali che fruiscono del trattamento, la causale di intervento per l’accesso al
trattamento e il nominativo del referente della domanda con l’indicazione di un
recapito telefonico e di un indirizzo e-mail. L’accordo non è richiesto per i datori
di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti.
Inoltre, in considerazione della eccezionale sospensione delle attività industriali
e commerciali disposta allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del
contagio, l’integrazione salariale in deroga può essere riconosciuta anche in fa-

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vore di lavoratori che siano tuttora alle dipendenze di imprese fallite, benché
sospesi (ML circ. n. 8/2020).
L’istanza, unitamente alla documentazione come sopra evidenziata, deve essere
inoltrata in modalità telematica tramite la piattaforma CIGS online con la causale
“COVID - 19 Deroga”.
Nel caso di datori di lavoro richiedenti la prestazione con unità produttive site
in 5 o più Regioni o Province autonome, il Ministero del lavoro, entro 30 giorni
dall’invio della domanda da parte dell’azienda, effettua l’istruttoria e, nel caso
in cui accerti la sussistenza dei presupposti, quantifica l’onere previsto e lo tra-
smette all’INPS. Il provvedimento di concessione è emanato con decreto del Mini-
stero del lavoro, nel rispetto dei limiti di spesa programmati. Al fine di consentire
un corretto monitoraggio della spesa, il provvedimento di autorizzazione deve in-
dicare il numero dei beneficiari coinvolti, il periodo dell’intervento e le ore com-
plessivamente autorizzate.
A seguito dell’avvenuta emanazione, l’azienda invia la richiesta di pagamento di
CIG in deroga all’INPS sulla piattaforma CIGWEB indicando il numero del decreto
di concessione. L’INPS, effettuata l’istruttoria, emette l’autorizzazione inviandola
all’azienda a mezzo PEC. Successivamente alla ricezione del provvedimento di
autorizzazione, i datori di lavoro devono inoltrare all’Istituto la documentazio-
ne per la liquidazione dei pagamenti, avvalendosi del modello SR 41, al fine di
consentire alle Strutture territoriali di erogare le prestazioni in argomento con le
stesse modalità in uso per le prestazioni di CIG in deroga.
Nel caso delle plurilocalizzate si applicano le disposizioni previste per la decreta-
zione regionale in relazione al requisito soggettivo dell’anzianità lavorativa, all’e-
senzione del contributo addizionale e alla riduzione percentuale.
Anche a questo trattamento, concesso direttamente dal Ministero del lavoro, si
applica l’art. 44, comma 6-ter, del D.Lgs. n. 148/2015.
Per i datori di lavoro plurilocalizzati, ma con unità produttive site in meno di 5 Re-
gioni o Province autonome, la domanda è effettuata, ove ricorrono i presupposti,
presso le Regioni dove hanno sede le singole unità produttive (INPS circ. n. 47/2020).

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CIG in deroga: zona rossa


Il D.L. “Cura Italia” (art. 22, comma 7) fa salve le previsioni di cui all’art. 15 del D.L.
n. 9/2020 relative alla Cassa integrazione in deroga nella zona rossa (Comuni di
Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fom-
bio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vò).
Per quanto riguarda i Comuni individuati nella zona rossa (allegato 1 al D.P.C.M. 1º
marzo 2020), i datori di lavoro del settore privato, compreso quello agricolo, con
unità produttive site nei suddetti Comuni nonché i datori di lavoro che non hanno
sede legale o unità operativa nei Comuni suddetti, limitatamente ai lavoratori già in
forza alla data del 23 febbraio 2020, residenti o domiciliati nei predetti Comuni, per
i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in mate-
ria di sospensione o riduzione di orario in costanza di rapporto di lavoro, possono
presentare domanda di cassa integrazione in deroga per la durata della sospensio-
ne del rapporto di lavoro stesso e, comunque, per un periodo massimo di 3 mesi a
decorrere dalla predetta data. Per i suddetti lavoratori è assicurata la contribuzione
figurativa e i relativi oneri accessori (ANF) (art. 15, comma 1, D.L. n. 9/2020).
Dall’applicazione di tale misura sono esclusi i datori di lavoro domestico.
La prestazione deve essere concessa con decreto delle Regioni interessate, che
provvedono anche alla verifica della sussistenza dei requisiti di legge. Le Regioni
inviano all’INPS, entro 48 ore dall’adozione, il decreto di concessione, unitamente
alla lista dei beneficiari.
Pertanto, le domande di accesso al beneficio devono essere presentate esclusi-
vamente alle Regioni interessate, che effettueranno l’istruttoria secondo l’ordine
cronologico di presentazione delle stesse.
L’INPS provvede al monitoraggio della spesa, fornendo i risultati dell’attività al
Ministero del Lavoro e alle Regioni interessate. Al raggiungimento del limite di
spesa, anche in via prospettica, le Regioni non potranno emettere altri provvedi-
menti concessori.
Poiché l’emergenza epidemiologica COVID-19 rientra nel novero degli eventi og-
gettivamente non evitabili (c.d. EONE), in base alle regole generali, in analogia a
quanto già previsto per le integrazioni salariali ordinarie, non è dovuto il paga-

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mento del contributo addizionale.


Non trova parimenti applicazione il requisito dell’anzianità di effettivo lavoro e,
nel contempo, non si applica la riduzione in percentuale della relativa misura del
trattamento di cui all’art. 2, comma 66, della legge n. 92/2012, in caso di successive
proroghe dei trattamenti di cassa integrazione in deroga (INPS circ. n. 38/2020).
Per l’anno 2020 l’importo medio orario della prestazione di integrazione salariale,
comprensivo di copertura figurativa e ANF, corrisponde a 8,10 euro.

Istruzioni operative e modalità di pagamento


Le Regioni interessate, verificati i requisiti di accesso, trasmettono all’INPS i prov-
vedimenti di concessione, unitamente alla lista dei beneficiari, corredati dalle
relative domande aziendali (modello SR100).
La trasmissione deve avvenire esclusivamente per il tramite del Sistema Infor-
mativo Percettori (SIP), attraverso l’utilizzo del cosiddetto Flusso B, indicando il
numero di decreto convenzionale 33191, appositamente istituito.
Per il trattamento è prevista esclusivamente la modalità di pagamento diretto
della prestazione da parte dell’INPS, applicando la disciplina di cui all’art. 44,
comma 6-ter, del D.Lgs. n. 148/2015.
Ne consegue che il datore di lavoro è obbligato ad inviare all’INPS tutti i dati ne-
cessari per il pagamento dell’integrazione salariale (modello SR41) entro 6 mesi
dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della
concessione o dalla data del provvedimento di autorizzazione al pagamento da
parte dell’Istituto, se successivo. Trascorso inutilmente tale termine il pagamento
della prestazione e degli oneri ad essa connessi rimangono a carico del datore di
lavoro inadempiente.
Successivamente alla ricezione del provvedimento di autorizzazione, i datori di
lavoro devono inoltrare all’INPS la documentazione per la liquidazione dei paga-
menti, avvalendosi del modello SR41, al fine di consentire alle Strutture territo-
riali di erogare le prestazioni in argomento con le stesse modalità in uso per le
prestazioni di CIG in deroga (INPS circ. n. 38/2020).

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CIG in deroga: zona gialla


Il D.L. “Cura Italia” (art. 22, comma 7) fa salve le previsioni di cui all’art. 17 del
D.L. n. 9/2020 relative alla Cassa integrazione in deroga nella zona gialla (Regioni
Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna).
Al di fuori dei casi di cui all’art. 15 del D.L. n. 9/2020, le Regioni Lombardia, Veneto
ed Emilia Romagna con riferimento ai datori di lavoro del settore privato, com-
preso quello agricolo, con unità produttive ivi situate, nonché ai datori di lavoro
che non hanno sede legale o unità produttiva od operativa in dette Regioni, limi-
tatamente ai lavoratori residenti o domiciliati nelle predette Regioni, per i quali
non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia
di sospensione o riduzione di orario in costanza di rapporto di lavoro, possono
riconoscere trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga, per la durata
della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo massimo
di un mese, limitatamente ai lavoratori già in forza alla data del 23 febbraio 2020
(art. 17, comma 1, D.L. n. 9/2020).
Tale trattamento è riconosciuto, limitatamente ai casi di accertato pregiudizio, in
conseguenza delle ordinanze emanate del Ministero della Salute, d’intesa con le
Regioni nell’ambito dei provvedimenti assunti con il D.L. n. 6/2020, e previo accor-
do con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative.
La prestazione, limitatamente ai lavoratori del settore agricolo per le ore di ridu-
zione o sospensione delle attività, nel limite ivi previsto, non può essere equipa-
rata a lavoro ai fini del calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola.
Dall’applicazione di tale misura sono esclusi i datori di lavoro domestico.
La prestazione è concessa con decreto delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e
Veneto, che provvedono anche alla verifica della sussistenza dei requisiti di legge.
Le Regioni, entro quarantotto ore dall’adozione, inviano all’INPS il decreto di con-
cessione, unitamente alla lista dei beneficiari per l’erogazione della prestazione,
il quale ne provvede all’erogazione.
Pertanto, le domande di accesso al beneficio in parola devono essere presentate
esclusivamente alle Regioni interessate, che effettueranno l’istruttoria secondo

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CIG IN DEROGA

l’ordine cronologico di presentazione delle stesse.


L’INPS provvede al monitoraggio della spesa, fornendo i risultati dell’attività al
Ministero del Lavoro e alle stesse Regioni interessate. Qualora, sia stato raggiun-
to il limite di spesa, anche in via prospettica, le Regioni non potranno in ogni caso
emettere altri provvedimenti concessori.

Istruzioni operative e modalità di pagamento


Le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, verificati i requisiti di accesso,
trasmettono all’INPS i provvedimenti di concessione, unitamente alla lista dei
beneficiari, corredati dalle relative domande aziendali (modello SR100).
La trasmissione deve avvenire esclusivamente per il tramite del Sistema Infor-
mativo Percettori (SIP), attraverso l’utilizzo del cosiddetto Flusso B, indicando il
numero di decreto convenzionale 33192, appositamente istituito (INPS mess. n.
1525/2020).
Per il trattamento economico è prevista esclusivamente la modalità di pagamen-
to diretto della prestazione da parte dell’INPS, applicando la disciplina di cui
all’art. 44, comma 6-ter, del D.Lgs. n. 148/2015.
Il datore di lavoro, pertanto, è obbligato ad inviare all’Istituto tutti i dati necessa-
ri per il pagamento dell’integrazione salariale (modello SR41) entro 6 mesi dalla
fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della con-
cessione o dalla data del provvedimento di autorizzazione al pagamento da parte
dell’INPS, se successivo. Trascorso inutilmente tale termine il pagamento della
prestazione e degli oneri ad essa connessi rimangono a carico del datore di lavo-
ro inadempiente.
Successivamente alla ricezione del provvedimento di autorizzazione, le aziende
devono inoltrare all’INPS la documentazione per la liquidazione dei pagamenti,
avvalendosi del modello SR41, al fine di consentire alle Strutture territoriali di
erogare le prestazioni in argomento con le stesse modalità in uso per le presta-
zioni di CIG in deroga (INPS circ. n. 38/2020).

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CIG IN DEROGA

Richiesta di CIG in deroga - Causale Covid-19


nazionale - Tratto da In Pratica

Chi
In conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus COVID-19, con rife-
rimento ai datori di lavoro del settore privato, le Regioni e le Province autonome
interessate possono riconoscere in costanza di rapporto di lavoro, trattamenti di
cassa integrazione salariale in deroga, per la durata della sospensione del rap-
porto di lavoro e comunque per un periodo non superiore a nove settimane. Le
Regioni, previa verifica di mancato superamento dell’intero periodo concedibile,
possono con ulteriore decreto, concedere il periodo residuo, sempre nel rispetto
del limite delle nove settimane di concessione.

Datori di lavoro interessati


Datori di lavoro del settore privato, inclusi agricoli, della pesca e del terzo settore,
nonché enti religiosi civilmente riconosciuti, per i quali non trovino applicazione
le tutele CIGS e CIGO.

Datori di lavoro esclusi


Datori di lavoro domestico e datori di lavoro che hanno diritto di accedere alle
prestazioni ordinarie (CIGO e assegno ordinario garantito dal FIS o dai Fondi di
solidarietà bilaterale).

Lavoratori interessati
Lavoratori in forza al 23 febbraio 2020. Sono inclusi i lavoratori intermittenti per
i quali l’accesso al trattamento è riconosciuto nei limiti delle giornate di lavoro
effettuate in base alla media dei 12 mesi precedenti.

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CIG IN DEROGA

Disciplina speciale per ex “zona rossa”


Per i datori di lavoro della ex “zona rossa” sono in vigore  disposizioni specifi-
che (art. 15 D.L. n. 9/2020; INPS mess. n. 1118/2020; INPS circ. n. 38/2020). Peral-
tro le misure adottate a livello nazionale sono aggiuntive rispetto ai trattamenti
specifici di cui sopra nonché rispetto alle disposizioni già eventualmente adottate
per i trattamenti in deroga.

Precondizioni
• Il datore non deve avere accesso ad alcun altro strumento ordinario di tutela
previsto dalle vigenti disposizioni (CIGO e assegno ordinario garantito dal FIS o
dai Fondi di solidarietà bilaterali).
• Il datore di lavoro deve aver operato nel periodo emergenziale da Coronavirus,
che ha avuto inizio il 23 febbraio 2020; è richiesta un’anzianità di servizio del
dipendente decorrente dal 17 marzo 2020 (art. 41 D.L. n. 23/2020; precedente-
mente l’art. 19 D.L. n.18/2020 aveva fissato l’anzianità al 23 febbraio 2020).
• L’eventuale presenza di ferie pregresse non è ostativa all’accoglimento dell’i-
stanza.

Flusso di lavoro
Il datore di lavoro deve:
1) concludere un accordo (anche in via telematica) con le organizzazioni sindacali
comparativamente più rappresentative sul territorio nazionale, per la richiesta
del trattamento; l’accordo non è necessario per i datori di lavoro che occupano
meno di cinque dipendenti; l’accordo si considera esperito con la finalizzazione
della procedura di informazione, consultazione ed esame congiunto INPS circ.
n. 47/2020);
2) presentare la  domanda alla Regione  (o Provincia autonoma) interessata; le
pratiche sono istruite in ordine cronologico di presentazione;
3) una volta ottenuta l’autorizzazione (ricevuta tramite PEC), trasmettere all’INPS a
consuntivo i dati necessari per il  pagamento diretto  da parte dell’ente ai

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CIG IN DEROGA

lavoratori beneficiari, utilizzando il modello SR41, che è stato opportunamente


semplificato (ad es. non richiede più la firma del lavoratore e può essere in-
viato anche per periodi superiori al mese). Nel caso di aziende plurilocalizzate
(con unità produttive site in più regioni) la prestazione è autorizzata dal Mini-
stero del Lavoro.
Attenzione. Il pagamento diretto può essere anticipato al lavoratore da un Isti-
tuto bancario  tramite l’apertura di credito in un conto corrente apposito, se
richiesto dalla Banca, per un importo forfettario complessivo pari a 1.400 euro,
parametrati a 9 settimane di sospensione a zero ore (ridotto proporzionalmente in
caso di durata inferiore), da riproporzionare in caso di rapporto a tempo parziale.
Il lavoratore deve presentare la domanda alla banca con modalità telematiche;
l’apertura di credito in conto corrente cessa con il versamento da parte dell’INPS
del trattamento di integrazione salariale ovvero in caso di esito negativo della
domanda, anche per indisponibilità̀ delle risorse. In caso di mancato accogli-
mento della richiesta di integrazione salariale, ovvero allo scadere del termine
dei sette mesi dall’apertura del credito qualora non sia intervenuto il pagamento
da parte dell’INPS, la Banca può richiedere l’importo dell’intero debito relativo
all’anticipazione al lavoratore, che deve provvedere ad estinguerlo entro 30 gior-
ni dalla richiesta. In mancanza, il saldo a debito è comunicato al datore di lavoro,
il quale, responsabile in solido con il lavoratore, resta obbligato al versamento
fino a concorrenza del debito. (ABI, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
parti sociali, convenzione 30 marzo 2020).
Si ricorda che non è dovuto contributo addizionale sull’integrazione salariale in
deroga; è riconosciuta ai beneficiari la contribuzione figurativa ed i relativi oneri
accessori (ANF) ove spettanti.

Scade il...
Durata dell’integrazione salariale: nove settimane.
Trasmissione dei dati all’INPS per il pagamento diretto: entro sei mesi dalla fine
del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della concessione
o dalla data del provvedimento di concessione se successivo.

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CIG IN DEROGA

Sanzioni
Mancata trasmissione dei dati necessari per il pagamento diretto all’INPS: il pa-
gamento della prestazione e gli oneri ad essa connessi rimangono in capo al da-
tore di lavoro inadempiente.

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