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Bibliografia 24
1 La valutazione dell’inversione del ciclo produt-
tivo rispetto alla dottrina aziendale.
1.1 L’attività assicurativa.
Assicurazioni individua una categoria logica, interna alla macro-classe
1
I rapporti assicuratore-cliente si basano sulla negoziazione di polizza. La nozione
del contratto è rinvenibile all’art. 1882 C.C. L’assicurazione è il contratto col quale
l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i
limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o
una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.
2
La qualità del richio contenuto in un prodotto finanziario è di natura pura o spe-
culativa. Un rischio viene definito puro qualora l’evento collegato generi esclusivamente
perdite ovvero viene definito speculativo quando l’evento produce perdite e guadagni da
rilevare rispetto al punto di vista assunto (domanda/offerta) [Biffis (a cura di), 2005: 31].
3
Lo schema di polizza è formulato in modo da attribuire all’assicurato la qualità di
richiedente di una copertura, a prescindere dalla dinamica di formazione del consenso
[Biffis, 2006: 36]
4
La polizza può prevedere prestazioni di servizio tra le quali si ricordano prestazioni
sanitarie, assistenziali e legali.
5
L’operazione permette all’assicurazione di cedere quote di rischi assunti ad aziende di
riassicurazione. L’offerta di operazioni di riassicurazione deve trovare richiamo nell’oggetto
sociale come attività esclusiva. L’azienda di riassicurazione, dietro pagamento di una
parte del premio introitato dall’assicuratore, si impegna a concorrere nella liquidazione
della prestazione sottostante [Selleri, 2003: 128].
J.C. Prova Finale 2
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L’attività assicurativa deve svolgersi da imprese che soddisfino le condizioni dell’art.
1883 C.C. L’impresa di assicurazione non può essere esercitata che da un istituto di
diritto pubblico o da una società per azioni e con l’osservanza delle leggi speciali.
7
Il vocabolo ricomprende tutti i portatori di interessi rispetto all’attività di impre-
sa; l’imprenditore deve essere in grado di gestire le divergenze, ponderando gli interes-
si complessivi, al fine di ottenere condizioni di compatibilità necessarie per l’esistenza
dell’impresa [Pin, 2005: 11].
8
Il principio di competenza economica regola l’attribuzione dei componenti di reddito
al fine di rilevare i costi ed i ricavi effettivamente maturati nell’esercizio. Il codice civile
richiama due volte il principio di competenza: i) Impone di tener conto dei proventi e
degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del
pagamento (art. 2423-bis, 1◦ comma, n. 3); ii) Obbliga a tener conto dei rischi e delle
perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo (art.
2423-bis, 1◦ comma, n. 3) [E. Santesso, U. Sostero, 2006: 39].
J.C. Prova Finale 3
Per sottoporre a verifica tale asserzione può essere utile iniziare da una
visione semplificata dell’attività assicurativa: si ipotizzerà che gli incassi dei
premi e l’esborso degli indennizzi avvenga in tempo reale, senza situazioni
incerte o pendenza residua, e che l’assicuratore non effettui operazioni di
riassicurazione [A. Pin, 2006: 43].
L’inversione del ciclo produttivo definisce una condizione gestionale ecce-
zionale per l’assicuratore il quale sostiene anticipatamente i ricavi, dovendo
stimare i costi futuri delle prestazioni; il rischio gestionale deriva dall’in-
certezza delle previsioni sulle prestazioni dovute. Questa interpretazione è
ricavata dallo schema di negoziazione previsto per ogni polizza, indipenden-
temente dal tipo di copertura offerta: il soggetto versa anticipatamente il
premio per assicurarsi una prestazione in caso di sinistro.
La gestione di un contratto assicurativo viene riferita ad una collettività
di polizze di pari tipologia, costituendo la base operativa per la gestione
J.C. Prova Finale 4
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La legge, fissato un tasso di valutazione i, computa il montante di un capitale per
periodi superiori all’anno, capitalizzando gli interessi al tasso i [A. Basso, P. Pianca, 20048 :
16].
15
D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 173 - Attuazione della direttiva 91/674/CEE in materia
di conti annuali e consolidati delle imprese di assicurazione - in G.U. del 21 giugno 1997.
n. 143. Le disposizioni del D.Lgs. 173/97 devono essere rivalutate in base al Decreto
legislativo 28 febbraio 2005 n. 38 il quale ha disciplinato l’obbligo, per le società che
rientrano nell’ambito di applicazione dello stesso D.Lgs. 173/97, di redigere i bilanci
secondo i principi contabili internazionali emanati dallo IASB (International Accounting
Standard Board) ed omologati in sede comunitaria secondo la Procedura di cui all’art.6
del Regolamento n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 luglio 2002.
In virtù delle disposizioni del D.Lgs. 38/2005 le imprese assicurative devono: a) redigere
il bilancio consolidato in conformità agli IAS a partire dall’esercizio 2005; b) redigere il
bilancio di esercizio individuale sulla base delle disposizioni del D.Lgs. 173/97; c) redigono
il bilancio di esercizio individuale conformemente agli IAS a partire dall’esercizio 2006
qualora emettano strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati
di qualsiasi Stato membro dell’Unione Europea e non redigano il bilancio consolidato
[ISVAP, 2006: 1].
J.C. Prova Finale 6
CONTO ECONOMICO t1
I Conto tecnico dei rami danni
01. Premi di competenza, al netto delle cessioni in riassicurazione ...
02. Quota dell’utile degli investimenti trasferita dal conto non tecnico (+) ...
03. Altri proventi tecnici al netto delle cessioni in riassicurazione ...
04. Oneri relativi ai sinistri al netto dei recuperi e delle cessioni in ...
riassicurazione
05. Variazioni delle altre riserve tecniche, al netto delle cessioni in ...
riassicurazione
06. Ristorni e partecipazione agli utili, al netto delle cessioni in ...
riassicurazione
07. Spese di gestione ...
08. Altri oneri tecnici, al netto delle cessioni in riassicurazione ...
09. Variazioni delle riserve di perequazione (+/-) ...
10. Risultato del conto tecnico dei rami danni ...
II Conto tecnico dei rami vita
01. Premi dell’esercizio, al netto delle cessioni in riassicurazione ...
02. Proventi da investimenti ...
03. Proventi e plusvalenze non realizzate relativi a investimenti a beneficio ...
di assicurati i quali ne sopportano il rischio e a investimenti derivanti
dalla gestione dei fondi pensione
04. Altri proventi tecnici al netto delle cessioni in riassicurazione ...
05. Oneri relativi ai sinistri, al netto delle cessioni in riassicurazione ...
06. Variazione delle riserve matematiche e delle altre riserve tecniche, al ...
netto delle cessioni in riassicurazione
07. Ristorni e partecipazione agli utili, al netto delle cessioni in ...
riassicurazione
08. Spese di gestione ...
09. Oneri patrimoniali e finanziari ...
10. Oneri patrimoniali e finanziari e minusvalenze non realizzate relativi a ...
investimenti a beneficio di assicurati i quali ne sopportano il rischio e a
investimenti derivanti dalla gestione dei fondi pensione
11. Altri oneri tecnici, al netto delle cessioni in riassicurazione ...
12. Quota dell’utile degli investimenti trasferita al conto non tecnico (-) ...
13. Risultato del conto tecnico dei rami vita ...
III Conto non tecnico
01. Risultato del conto tecnico dei rami danni ...
02. Risultato del conto tecnico dei rami vita ...
03. Proventi da investimenti dei rami danni ...
04. Quota dell’utile degli investimenti trasferita dal conto tecnico dei rami ...
vita
05. Oneri patrimoniali e finanziari dei rami danni ...
06. Quota dell’utile degli investimenti trasferita al conto tecnico dei rami ...
danni (-)
J.C. Prova Finale 7
CONTO ECONOMICO t1
07. Altri proventi ...
08. Altri oneri ...
09. Risultato dell’attività ordinaria ...
ATTIVO PASSIVO
t1 t1
A. Capitale sottoscritto non versato ... A. Patrimonio netto ...
B. Attivi immateriali ... B. Passività postergate ...
C. Investimenti ... C. Riserve tecniche ...
D. Investimenti a beneficio degli D. Riserve tecniche allorché il rischio
assicurati vita che sopportano il rischio dell’investimento è sopportato dagli
dell’investimento e derivanti da convenzioni assicurati e riserve derivanti da
con fondi pensione ... convenzioni con fondi pensione ...
D.bis Riserve tecniche a carico dei riassicuratori ... E. Riserve per rischi ed oneri ...
E. Crediti ... F. Depositi ricevuti da riassicuratori ...
F. Altri elementi dell’Attivo ... G. Debiti e altre passività ...
G. Ratei e risconti ... H. Ratei e risconti ...
coprono una specifica tipologia di eventi; la frequenza dei sinistri deve essere
misurabile e il concretizzarsi del danno non deve coinvolgere la maggioranza
degli assicurati. L’equilibrio finanziario di un portafoglio, viste le premesse
del Pin, viene valutato ex-post in quanto il processo computato prevede che
l’assenza di sinistri per la maggioranza delle polizze renda disponibili risorse
finanziarie per la copertura degli indennizzi. La mutualità permette all’as-
sicuratore di offrire elevate coperture a pochi sinistrati grazie ai modesti
premi introitati dalla collettività degli assicurati.
Dall’analisi emergono gli elementi per confutare l’elemento dell’inver-
sione del ciclo produttivo: la natura di costo e ricavo tipici di un’azienda
di assicurazioni non possono essere assegnati a premi ed indennizzi. Pin
utilizza questa base concettuale per rivisitare il bilancio di un’azienda di
assicurazioni, proponendo uno schema semplificato d’analisi.
CONTO ECONOMICO
t1 t1
Provvigioni di Acquisizione e Incasso Proventi da Investimenti
Costo del Lavoro subordinato Premi lordi meno Variaz. Riserve
Ammortamenti e Oneri di Assicurazione
Altri Oneri Altri Proventi
Imposte
Utile dell’Esercizio
Totale Costi + Imposte e Utile Totale Ricavi
• Prestazioni lavoro;
• Prestazioni macchina;
• Proventi da Investimenti;
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Il codice delle assicurazioni all’art.1, 1◦ comma, definisce:gg) margine di solvibilità
disponibile: il patrimonio dell’impresa, libero da qualsiasi impegno prevedibile ed al netto
degli elementi immateriali; hh) margine di solvibilità richiesto: ammontare minimo del
patrimonio netto del quale l’impresa dispone costantemente, secondo quanto previsto nelle
direttive comunitarie sull’assicurazione diretta.
J.C. Prova Finale 12
• Gestione delle risorse finanziarie nel tempo con modelli di calcolo delle
riserve tecniche.
– Rischi di invalidità;
– Rischi di anzianità;
– Rischi di invecchiamento dell’assicurato;
Gli eventi aleatori sopra elencati sono accomunati dalla durata aleatoria
della vita: la valutazione può operarsi sul singolo individuo o sulla durata
aleatoria riferita ad una collettività [Biffis, 2006: 26].
indica il tasso di interesse i20 , utilizzato per il calcolo del fattore di attua-
lizzazione v 21 , e la durata aleatoria residua di vita Tx della testa [P. Biffis,
2006; 31].
La trattazione si avvarrà di schemi contrattuali su una testa; la valuta-
zione sarà operata con variabili casuali discrete22 , utilizzando il valore medio
delle stesse.
Una proposizione ottenuta con l’assunzione dell’elemento dell’inversione
del ciclo produttivo è la considerazione dei premi lordi come componen-
ti positive di ricavo: il dato può essere valutato rispetto ai principi della
matematica attuariale.
Un assicurato, stipulando una polizza vita di capitale differito e premio
unico, verserà il premio A al tempo zero, negoziando un indennizzo aleatorio
X ad una data n. La prestazione dell’assicuratore è aleatoria perché la
liquidazione è collegata alla sopravvivenza della testa all’epoca n.
n o
(A, 0) , (−X, n) lato offerta (5)
Il valore attuariale dimostra che nella valutazione del premio equo l’assi-
curatore sopravvaluta la condizione di equilibrio al fine di incorporare una
componente reddituale positiva chiamata caricamento di sicurezza; il pre-
mio equo ‘sopravvalutato’ rispetto alla probabilità realistica viene definito
premio puro.
Il premio puro non rappresenta la configurazione finale del premio nego-
ziato perché l’assicuratore, in misura discrezionale, aggiunge un caricamento
per spese di gestione che definisce il premio di tariffa sul quale calcolare le
imposte.
Il ricavo ottenuto dall’assicuratore con i due caricamenti non trova rap-
presentazione articolata nei prospetti di bilancio poiché l’informativa socie-
taria non prevede rilievi in materia [Pin, 2006: 50].
L’andamento dei premi naturali rispetto gli incassi annui può essere rappre-
sentato: il grafico corrisponde ad una assicurazione vita, temporanea, caso
morte, a capitale (copertura) costante e premio annuo costante.
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La condizione di squilibrio finanziario nel processo di liquidazione degli indennizzi
viene definita dal rischio di sottofinanziamento il quale deriva a sua volta da tre tipologie
di rischio: i) rischio di sottotariffazione: fissazione, volontaria o involontaria, di premi
inferiori a quelli richiesti per il raggiungimento dell’equilibrio di portafoglio; ii) rischio di
sovrasinistralità: considera la variabilità della sinistralità effettiva rispetto la base tecnica
assunta; iii) rischio di insufficienza delle riserve tecniche: è un rischio che riflette sul valore
della riserva il realizzarsi dei fenomeni connaturati nelle due precedenti tipologie di rischio
(sovrasinistralità/sottotariffazione) [P. Biffis, 2006: 48].
J.C. Prova Finale 18
Questa notazione può essere utilizzata anche per gli argomenti precedenti
infatti il principio di equità si esprime con:
• Riserva retrospettiva;
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Il codice delle assicurazioni prevede all’art.36, 1◦ comma: L’impresa che esercita i
rami vita ha l’obbligo di costituire, per i contratti del portafoglio italiano, riserve tecniche,
ivi comprese le riserve matematiche, sufficienti a garantire le obbligazioni assunte e le spese
future. Le riserve sono costituite, al lordo delle cessioni in riassicurazione, nel rispetto dei
principi attuariali e delle regole applicative individuate dall’ISVAP con regolamento.
J.C. Prova Finale 19
• Riserva prospettiva;
corrisponde a:
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Il premio di rischio corrisponde al premio naturale di una polizza caso morte con
capitale variabile (Cn − Vn ).
J.C. Prova Finale 21
Dalla 23 si rileva che la riserva matematica viene utilizzata nel calcolo del-
l’utile annuo atteso; l’utilizzo potrebbe avvalorare i postulati dell’inversione
del ciclo produttivo ma valutando la 23 alla luce del modello per l’utile to-
tale atteso le tesi dell’inversione non rispecchiano la procedura attuariale. Il
modello dell’utile totale atteso richiede lo sviluppo della 23:
n−1 n−1
Ct+1 (1 + i)−(t+1) t p∗x · qx+t Vt+1 (1 + i)−(t+1) p∗x · p∗x+t
X X
∗
··· − −
t=0
| {z } | {z }
t/1 qx | t=0 {z } t+1 p∗x
sommatoria 2
dove la sommatoria 1 corrisponde a:
· · · − S (1 + i)−n n p∗x
Lo sviluppo del modello definisce in modo univoco il ruolo svolto dalle riserve
nella valutazione dell’utile annuo atteso. L’utile di una polizza non viene de-
terminato dall’andamento temporale della riserva perché l’utile totale atteso
viene valutato dai cash flow monetari attesi.
Da questa dimostrazione si dovrebbe rinvenire la natura della riserva
ed il suo possibile impiego nella rilevazione contabile dell’utile di esercizio.
La riserva è un valore finanziario utilizzabile come fattore di rettifica per il
computo dell’utile annuo ma questa funzione non è sufficiente a giustificare
l’attribuzione di costo alla variazione annuale della riserva.
La simmetria tra principi attuariali e i risultati della tesi elaborata da Pin
è la dimostrazione che il modello economico-finanziario, definito dalla dot-
trina contabile, non richiede alterazioni di sorta per rappresentare l’attività
di un’azienda di assicurazioni.
J.C. Prova Finale 23
Lo schema proposto dal Pin appare una valida base per rivisitare il bilan-
cio codificato dall’ordinamento perché soddisfa la stringente logica contabile
nel rilevare gli elementi di complessità presenti nell’economia dell’azienda di
assicurazioni.
L’inversione del ciclo di produzione sconta l’analisi comparata tra la
disciplina aziendale ed attuariale perché i pur presenti riferimenti della let-
teratura economica non colgono la logica dei modelli attuariali. Il fenomeno
dell’inversione del ciclo sostituisce la finalità di rappresentazione, svolta dalla
dottrina contabile, con la funzione di interpretazione della realtà gestionale
dell’azienda di assicurazioni. La conferma della tesi del Pin, grazie all’au-
silio delle discipline attuariali, sembra rendere paradossale l’interpretazione
desunta dall’inversione del ciclo di produzione.
Riferimenti bibliografici
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20048 Appunti di matematica finanziaria, CEDAM, Padova.
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2006 Intermediari Finanziari non Bancari, e.Book (www.unive.it/biffis),
Venezia.
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IAS, www.isvap.it.
[5] Piccolo, D.
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2006 L’impresa di assicurazione negli studi di economia aziendale: una
rivisitazione propositiva, in “Studi e note di economia”, fasc. 1, pp.
29-60.
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20022 Elementi di matematica delle assicurazioni, LINT, Trieste.
[10] Selleri, L.
2003 Impresa di assicurazione e strategie di valore, Etas, Parma.