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PREMESSA
3.4 Tempistica
Dobbiamo cominciare con il dire che la valutazione che ogni insegnante mette
in atto esprime il suo giudizio per confrontarlo ed integrarlo con quello dei suoi
colleghi e per comporre in questo modo un quadro più equilibrato ed esaustivo
possibile della situazione di ciascun alunno.
La valutazione viene quindi fatta in collaborazione dagli insegnanti, in questo
modo è possibile avere dati più significativi, completi ed esaustivi, ciò accade
in quanto gli alunni possono manifestare attitudini, capacità, comportamenti ed
atteggiamenti talvolta anche molto diversi con insegnanti diversi.
L’art. 16 della L.104/1992 dispone che la valutazione degli alunni con disabilità
debba essere effettuata da tutti i docenti e che debba avvenire sulla base del PEI
(Piano Educativo Individualizzato), nel quale dev’essere indicato per quali di-
scipline siano stati adottati particolari criteri didattici e quali attività integrative
e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti
programmatici di alcune discipline.
Nella scuola dell’obbligo sono predisposte prove d’esame corrispondenti agli
insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell’allievo in rapporto
alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Nell’ambito della
scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni disabili sono consentite pro-
ve equipollenti e tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove e la presenza
di assistenti per l’autonomia e la comunicazione. Tali prove sono diverse nei
modi di accertamento, ma non dei risultati. Esse cioè debbono consentire l’ac-
certamento di risultati finali tali da permettere una valutazione legale idonea al
rilascio della promozione alla classe successiva o del titolo di studio, del diplo-
ma dia ualifica professionale o del diploma conclusivo degli studi superiori. Se
il Consiglio di classe, cioè, ritiene che l’apprendimento sia globalmente ricon-
ducibile agli apprendimenti ritenuti idonei per una valutazione positiva riferita
al curricolo, promuove l’alunno alla classe successiva, come avviene per tutti
gli alunni. La valutazione degli alunni con disabilità del primo ciclo di istruzio-
ne è regolata anche dall’ art. 11 del D.Lgs 62/2017 che ha modificato la norma-
tiva esistente, pur confermandone gli aspetti sostanziali.
La valutazione degli alunni con disabilità certificata è espressa in decimi (art 2)
ed è riferita:
-al comportamento
-alle discipline curricurali
-alle attività svolte sulla base del PEI e degli altri documenti previsti dalla L.
104.
L’ammissione alla classe successiva avviene tenendo conto del PEI. Nella valu-
tazione degli alunni con disabilità, i docenti presumono l’obiettivo dello svilup-
po delle potenzialità nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e
nella socializzazione. Agli alunni con disabilità del primo ciclo si applicano le
norme generali relative alla valutazione degli alunni del primo ciclo di istruzio-
ne (artt.1-10, D.Lgs 62/2017).
Esistono però situazioni in cui gli apprendimenti non sono riconducibili a quelli
ritenuti idonei alla classe di riferimento. A seguito della sentenza n.215/87 della
Corte Costituzionale, con riferimento agli alunni con ritardo mentale significa-
tivo, è stata consentita una valutazione commisurata allo svolgimento di un per-
corso didattico differenziato rispetto alle indicazioni per il curriculo. Tale orien-
tamento è stato ribadito negli atti normativi successivi e nell’O.M 126/2000, in
cui si precisa che in tale caso la valutazione è finalizzata allo svolgimento del
PEI e all’esercizio del diritto allo studio, ma non consente il rilascio di un titolo
di studio. Ne deriva che gli apprendimenti dei contenuti del PEI differenziati
devono essere valutati con i voti, come per gli altri studenti, ma sono riferiti al
contenuto del PEI e non alle indicazioni per il curricolo. Di ciò deve essere dato
annotazione sui tabelloni esposti nell’albo della scuola, a tutela della privacy.
L’O.M 128/1999 stabilisce che, qualora un Consiglio di classe decida di adotta-
re la valutazione differenziata, deve informare la famiglia, fissando un termine
per l’acquisizione del consenso. Trascorso il termine, se non interviene dissenso
espresso, la modalità di valutazione differenziata si intende accettata. In caso di
diniego, l’alunno deve essere valutato come se non fosse in situazione di disabi-
lità. La disciplina dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione
è, invece, contenuta nell’art. 20 DlGS 62/2017. Per l’ammissione all’esame si
applicano le norme generali (art.13 D.Lgs. 62/2017) previste per tutti gli alunni.
Il consiglio di classe stabilisce, però, la tipologia delle prove d’esame e le stesse
hanno valore equipollente all’interno del Piano educativo individualizzato PEI.
La Commissione d’esame, sulla base della documentazione fornita dal Consi-
glio di classe, relativa alle attività svolte, predispone una o più prove differen-
ziate in linea con il PEI e con l modalità di valutazione, che se hanno valore
equipollente, determinano il rilascio del titolo di studio conclusivo del secondo
ciclo di istruzione.
La Commissione può avvalersi dei docenti di sostegno o degli assistenti che
hanno seguito l’alunno durante l’anno, per la predisposizione, lo svolgimento e
la correzione delle prove d’esame. Agli studenti con disabilità per i quali sono
state predisposte dalla Commissione prove non equipollenti a quelle ordinarie
sulla base del PEI o che non partecipino agli esami o che non sostengano una o
più prove, viene rilasciato un attestato di credito formativo.
Come nell’esame conclusivo del primo ciclo, dopo aver introdotto la norma se-
condo la quale agli alunni con disabilità assenti agli esami viene comunque rila-
sciato l’attestato dei crediti formativi maturati (art.20, comma5).
Viene inoltre confermato che il riferimento allo svolgimento di prove differen-
ziate non venga indicato sui tabelloni affissi, ma solo sull’attestazione data allo
studente (art.20 comma6).
Anche gli alunni con disabilità devono partecipare alle prove INVALSI come
requisito di ammissione agli esami, secondo la normativa vigente, anche con
specifici adattamenti delle stesse, ove necessario, ma non è previsto l’esonero
delle prove.
Le prove equipollenti sono utili ad accertare se il candidato, pur nella diversità
della situazione, sia in grado di raggiungere la soglia di competenza necessaria
per il conseguimento del titolo di studio. Ci si può giovare sia di strumentazione
tecnica, sia di contenuti culturali differenti da quelli predisposti per gli altri
candidati ad hoc: ad esempio dettatura all’insegnante di sostegno, computer etc.
La prova può essere svolta anche con modalità diverse, ad esempio sostituendo
una prova aperta con un test sui medesimi contenuti di riferimento. Anche i
tempi concessi possono essere diversi da quelli previsti per il resto della classe.
Può essere prevista una presenza dell’assistente all’autonomia e comunicazione.
L’O.M.90/2001 stabilisce che nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche
sensoriali non si proceda, di norma ad una valutazione differenziata; è consenti-
to, tuttavia l’uso di particolari strumenti didattici appositamente individuati dai
docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attra-
verso un colloquio o prove scritte tradizionali. Per gli alunni con disabilità di
tipo psichico, la valutazione verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi
prefissati dal PEI. Qualora esso sia diversificato in funzione di obiettivi didattici
e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe
valuta i risultati dell’apprendimento, con l’attribuzione di voti relativi unica-
mente allo svolgimento del PEI. Tali voti hanno valore legale solo ai fini della
prosecuzione degli studi. Gli alunni disabili che svolgono PEI differenziati, in-
fatti, in possesso dell’attestato di credito formativo, possono iscriversi e fre-
quentare le classi successive. Al termine della frequenza dell’ultimo anno di
corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l’esame di
Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finaliz-
zate solo al rilascio dell’attestazione. Per gli alunni che seguono un PEI diffe-
renziato, nello scrutinio finale, ai punteggi assegnati si aggiunge, nelle certifi-
cazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al PEI e non ai pro-
grammi ministeriali. Nella scelta del percorso di scuola secondaria di secondo
grado più idoneo per l’alunno certificato, si possono sostanzialmente seguire
due itinerari:
- una programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai pro-
grammi ministeriali, è possibile per tale percorso prevedere un programma
per gli studenti con i contenuti essenziali delle discipline, oppure un pro-
gramma equipollente con la riduzione parziale o la sostituzione dei contenuti,
ricercando la medesima valenza formativa.
- Una programmazione differenziata, con obiettivi appunto differenziati, tale
percorso si predispone su un piano di lavoro ad hoc e , alla fine del percorso,
in sede di esame finale, essi svolgeranno prove differenziate omogenee al
percorso svolto, finalizzato al conseguimento di un attestato delle competenze
maturate.
In base alle norme vigenti, per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali non ri-
conducibili a disabilità ai sensi della L.104/1992, si può rendere necessaria la
stesura di un Piano Didattico Personalizzato. Nello specifico, ai sensi della L.
170/2010 ed al D.M,5669/2011 esso è obbligatorio in presenza di diagnosi di
Disturbi Specifici dell’Apprendimenti (DSA); invece come sottolineato dal
D.M.27-12/2012, Dalla C.M. 8/2013 e dalla nota ministeriale n.2563/2013, per
quelle situazioni eterogenee individuabili come altri Bisogni Educativi Speciali
(BES) , la sua stesura è rimessa alla decisione del Consiglio di classe. In questo
secondo caso, cioè , la compilazione del PDP da parte dei docenti non è obbli-
gatoria. Questi ultimi, infatti, possono attivare i percorsi di individualizzazioni e
personalizzazione già previsti, rispettivamente, dal D.P.R 275/1999 dalla L.
53/2003 senza ricorrere alla stesura di un PDP. Qualora i BES dell’alunno siano
però particolarmente importanti sarà opportuno farvi riscorso, in modo da pro-
spettare un piano di lavoro composito e pienamente condiviso. Per la valutazio-
ne e la verifica degli apprendimenti degli alunni con DSA comprese quella ef-
fettuata in sede di esame conclusivo dei cicli, occorre tener conto delle specifi-
che situazioni soggettive; a tal fine nello svolgimento delle attività didattiche e
delle prove di esame, sono adottati gli strumenti metodologico-didattici com-
pensativi e le misure dispensative ritenute più idonee. In questi casi è inoltre
specificato che nel diploma rilasciato al termine degli esami non si faccia pen-
sione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.
Il D.M.5669/2011 e ora l’art.11, comma 9, e 20, comma 10, D. Lgs. 62/2017
stabilisce che la valutazione scolastica periodica e finale, degli alunni con DSA
deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici programmati nel
PDP; le modalità valutative devono dimostrare il livello di apprendimento rag-
giunto, verificando la padronanza dei contenuti disciplinari e prescindendo da-
gli aspetti legati alla abilità deficitaria.
Le commissioni degli esami di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo
di istruzione, tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggetti-
ve, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito del
PDP. Le prove di esame possono essere svolte con tempi più lunghi di quelli
ordinari e con idonei strumenti compensativi. La decodifica delle consegne del-
le prove scritte può avvenire attraverso testi trasformati in formato MP3 audio,
lettura effettuata da un docente trascrizione del testo su supporto informatico da
parte della commissione e suo utilizzo attraverso un softwair di sintesi vocale.
Nella valutazione delle prove di esame, sia per gli scritti che per il colloquio
orale si adottano criteri volti a verificare i contenuti piuttosto che la forma. Per
le verifiche scritte di lingua straniera si possono progettare e valutare prove
compatibili con le difficoltà connesse al DSA. inoltre, è prevista la possibilità
che gli alunni con DSA possono essere esonerati dallo studio della lingua stra-
niera o dispensati dalle prove scritte con conseguenze diverse ai fini del titolo
conseguito al termine del percorso di istruzione.
La novità introdotta dall’art 11, comma 13 D. Lgs. 62/2017 consiste nel fatto
che l’alunno con DSA esonerato dalle lingue in sede di esame di Stato conclu-
sivo del primo ciclo d’istruzione sostiene prove differenziate, coerenti con il
percorso svolto, con valore equivalente ai fini del superamento dell’esame e del
conseguimento del diploma ( art.11, comma 13 D. Lgs. 62/2017). Invece, nel-
l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, in caso di esonero dallo studio
delle lingue straniere, l’alunno effettua prove differenziate con conseguente ri-
lascio del solo attestato dei crediti formativi ( art. 20, comma 13, D. lGS
62/2017).
Ai fini dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione l’esito è in-
vece, diverso nei casi di dispensa rispetto ai casi di esonero. I candidati con
DSA che abbiano seguito un PDP con dispense dalla prova scritta di lingua
straniera conseguono il titolo di studio valido per l’iscrizione alla scuola seco-
daria di secondo grado. La dispensa dallo scritto della lingua straniera prevede
l’accertamento dei contenuti da parte della commissione di esame con la verifi-
ca orale. I candidati con DSA che hanno invece eseguito un PDP con esonero
dall’insegnamento della lingua straniera sono ammessi all’esame di Stato e con-
seguono il diploma senza menzione della non conoscenza delle lingue ( art 11,
comma 15, D. Lgs 62/2017).
Gli studenti con DSA devono partecipare alle prove standardizzate (INVALSI)
con requisito di ammissione agli esami, se necessario, disponendo di strumenti
compensativo ( art.11, comma 14 e art.20, comma 14).
In conformità a quanto indicato nelle diverse parti del PDP, andranno specifica-
te le modalità attraverso cui si intende valutare i livelli di apprendimento nelle
diverse discipline. Gli obiettivi fondamentali che gli alunni con DSA devono
raggiungere in ogni materia sono identici a quelli dei compagni. Anche nella
fase conclusiva del percorso scolastico, in occasione degli esami di maturità,
non è prevista dispensa da alcuna materia. Le indicazioni sono relative all’ado-
zione di strumenti compensativi e dispensativi di modalità differenti di verifica
e di valutazione che afferiscono ai modi, ma non alla sostanza: le prove scritte e
orali devono essere uguali a quelle dei compagni e non differenziati.
Per gli alunni con altre situazioni BES come anticipato, la scuola può interveni-
re in diversi modi, informali o strutturati. tuttavia, la direttiva del 27-12-2012 ha
la finalità di tutelare le situazioni in cui sia presente un disturbo clinicamente
diagnosticatile ma non ricadente nell’ambito della L. 104/1992 o della L.
170/2010. Quindi il Consiglio di classe può prevedere l’uso di strumenti com-
pensativi e di particolari metodologie didattiche, al fine di aiutare l’alunno nel
percorso scolastico ed affrontare gli esami conclusivi dei diversi cicli di istru-
zione. Nel PDP dovrà essere previsto l’utilizzo di particolari metodologie didat-
tiche individualizzate e personalizzate nonché di eventuali compensazioni o di-
spense. ai fini della valutazione degli alunni con altri BES occorre tener presen-
te i livelli di partenza degli alunni, i risultati raggiunti nei percorsi personali di
apprendimento ed i livelli essenziali di apprendimento previsti per la classe. Il
Consiglio di classe deve definire i criteri e i contenuti della valutazione, curan-
do principalmente il processo di apprendimento piuttosto che il prodotto elabo-
rato. Ai fini dell’esame di Stato non sono previste, differenziazione nella verifi-
ca degli apprendimenti.