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San Marzano
Italo Giordano
www.colturaecultura.it
Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.
San Marzano
Dal San Marzano al pomodoro da industria
Agro Sarnese-Nocerino, centro
Quando, agli inizi del ’900, Francesco Cirio, pioniere dell’industria
di origine del San Marzano conserviera, avviò nell’Agro Sarnese-Nocerino, in Campania, i
• L’Agro Sarnese-Nocerino è un primi tentativi di conservazione industriale del pomodoro in sca-
comprensorio omogeneo, situato nella tola sotto forma di frutti interi sbucciati (i famosi pelati), utilizzò le
Piana del fiume Sarno, i cui comuni bacche del San Marzano, la varietà locale che, fra le tante allora
ricadono tutti nella provincia di presenti negli orti familiari delle popolazioni rurali della Campa-
Salerno. Il suo territorio è compreso tra nia, meglio si prestava a questo tipo di conservazione. Nell’Agro
i monti Picentini, i monti Lattari – che Sarnese-Nocerino (la Campania felix degli antichi Romani), il San
lo dividono dalla Costiera Amalfitana – Marzano ha trovato le condizioni pedo-climatiche ideali per svi-
e il Vesuvio lupparsi e per esprimere appieno le caratteristiche morfologiche e
organolettiche tipiche che ne hanno decretato il successo. Anco-
• La zona è caratterizzata da un clima ra oggi, San Marzano è sinonimo, nel mondo, di pomodoro ed è
mite e da suoli di origine vulcanica,
il simbolo dell’industria conserviera italiana, conosciuto e apprez-
molto fertili e sciolti
zato per le sue pregevoli caratteristiche organolettiche, per il suo
• Vi si pratica un’agricoltura particolare gusto ricco e per la polpa succosa.
specializzata, sia in pien’aria sia sotto Le peculiari caratteristiche qualitative dei frutti di questa varietà
serra, molto intensiva, con rapida permisero alle industrie conserviere campane di mantenere e, in
successione di colture orticole (fino alcuni momenti, addirittura rafforzare le posizioni di mercato ac-
a sei in uno stesso anno), spesso quisite, anche quando, nel decennio compreso tra la metà degli
consociate fra loro e/o con colture anni ’60 e la metà degli anni ’70 del secolo scorso, si registrò
arboree (arancio, noce, kaki) una grave crisi di vendite dei derivati di pomodoro dell’industria
• È famosa, in quest’area, la cosiddetta italiana, determinata dagli elevati costi di produzione e dalla forte
coltivazione a staffetta, con l’impianto e agguerrita concorrenza di Paesi esteri. A partire dalla fine degli
di nuove colture tra i filari di colture anni ’70 del secolo scorso, furono introdotte, nelle coltivazioni,
ancora in corso, poco prima della
raccolta di queste ultime Cartina della Campania: in colore rosa è evidenziato
l’areale di coltivazione del San Marzano
• La zona è ricca di ortaggi autoctoni
tipici: oltre al famoso San Marzano,
si ricordano il pomodorino di Corbara,
la cipolla bianca di Pompei (da cui
si ricava il cipollotto di Nocera),
Benevento
il peperone quadrato di Nocera, Caserta
il peperoncino dolce friariello della
valle del Sarno Avellino
Napoli
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Caratterizzazione molecolare
L’identificazione varietale attraverso la sola caratterizzazio-
ne morfo-fisiologica non può dirsi esaustiva e il più delle volte
non è sufficiente per valutare le caratteristiche di distinguibilità,
uniformità e stabilità, in quanto la maggior parte dei descrittori
morfologici si basa su caratteristiche che possono variare con
l’età della pianta e le condizioni ambientali. Nel caso del San
Marzano, poi, i marcatori morfologici disponibili non hanno una
capacità discriminatoria tale da poter distinguere tra biotipi fe-
notipicamente simili.
Con l’analisi molecolare può essere definita una vera e propria
carta di identità (fingerprinting molecolare) del San Marzano, che
ne permette il riconoscimento in qualsiasi momento del ciclo e Grappolo di frutti San Marzano ben maturi
consente anche di discriminare genotipi a esso morfologicamente
molto simili. Una ricerca condotta in proposito presso la Facoltà di
Agraria di Portici, mediante l’utilizzo di un microsatellite (GATA)4,
ha evidenziato la presenza di un pattern di ibridazione San Marza-
no specifico, composto da sei frammenti di dimensioni comprese
tra 11 e 2,8 kbp, differente, per uno o più frammenti, da altre va-
rietà similari. In un altro esperimento, condotto presso il C.R.A. –
Foto R. Angelini
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Frutti della varietà Kiros (ex Cirio 3), unica varietà migliorata ammessa
dal Disciplinare DOP, oltre agli ecotipi locali
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