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Nelle applicazioni alla meccanica dei solidi, e non solo, hanno particolare importanza alcuni
tensori che hanno la proprietà di essere simmetrici, come il cosiddetto tensore degli sforzi e
il tensore di deformazione.
Dal punto di vista degli autovalori e degli autovettori ogni tensore simmetrico possiede
speciali e importanti proprietà, alle quali dedichiamo questo capitolo.
Il nostro principale risultato consisterà nel dimostrare che per ogni tensore simmetrico S
del piano o dello spazio esiste almeno un sistema di riferimento (formato da due vettori nel
piano e da tre vettori nello spazio) tale che, rispetto ad esso, la matrice delle componenti del
tensore prende forma diagonale, e cioè ha tutti gli elementi nulli tranne quelli collocati sulla
diagonale principale, che vengono a coincidere proprio con gli autovalori del tensore stesso.
Daremo infine una interpretazione geometrica dell’azione di un tensore simmetrico espri-
mendolo come una combinazione di proiezioni ortogonali sugli autospazi (la cosiddetta de-
composizione spettrale). Vedremo inoltre che gli autovalori che sono soluzioni singole dell’e-
quazione caratteristica sono associati ad autospazi di dimensione uno, mentre gli autovalori
corrispondenti a soluzioni multiple sono associati ad autospazi di dimensione due o tre.
Procediamo seguendo quest’ordine:
• Nel caso di un tensore simmetrico S del piano verifichiamo che l’equazione caratte-
ristica, che in questo caso è del second’ordine, ammette sempre due soluzioni reali,
eventualmente coincidenti. Per dimostrare questa proprietà si ricorre alla formula riso-
lutiva delle equazioni di secondo grado. In questo modo deduciamo poi che esiste nel
piano un sistema di riferimento formato da autovettori del tensore, rispetto ai quali la
matrice delle componenti di S ha forma diagonale.
• Ricordiamo inoltre che, come abbiamo dimostrato in precedenza, ogni tensore dello
spazio tridimensionale ammette sempre almeno un autovalore reale e quindi un auto-
spazio. Mostriamo poi che un tensore simmetrico S trasforma ogni vettore del piano
perpendicolare a questo autospazio in un altro vettore appartenente al medesimo piano.
Da qui deduciamo che esiste certamente una terna di riferimento nello spazio formata
da autovettori del tensore, rispetto alla quale la matrice delle sue componenti ha forma
diagonale.
83
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 84
Prima di procedere nella dimostrazione ricordiamo che per ogni tensore T e ogni coppia
di vettori a e b
Ta · b = a · TT b
e quindi per ogni tensore simmetrico S, per il quale ST = S, si ha
Sa · b = a · Sb (5.1)
Sv1 · v2 = v1 · Sv2
Sv1 ·v2 = v1 · Sv2
| {z } | {z }
λ 1 v1 λ 2 v2
λ1 v1 · v2 = v1 · λ2 v2
λ1 (v1 · v2 ) = λ2 (v1 · v2 )
e perciò
(λ1 − λ2 )(v1 · v2 ) = 0
Dal momento che λ1 − λ2 6= 0 dovrà essere
v1 · v2 = 0
e quindi possiamo concludere che v1 e v2 sono perpendicolari fra loro (si ricordi che due
vettori sono ortogonali se e solo se il loro prodotto scalare è nullo).
La conseguenza di questo teorema, che vale sia nel piano che nello spazio tridimensionale,
è che se S1 è l’autospazio associato all’autovalore λ1 e S2 quello associato all’autovalore
distinto λ2 allora
S1 ⊥ S2
vale a dire che i due autospazi sono ortogonali (questa conclusione non sarebbe vera per
tensori non simmetrici).
T11 T12
" #
[T] = Tij = ei · Tej (i, j = 1, 2)
T21 T22
Le componenti Ti1 (che formano la prima colonna della matrice) sono date da
T21 T22 v2
dove v1 , v2 sono le componenti di v.
Anche qui, come nel caso dei tensori dello spazio, il problema degli autovalori e
autovettori consiste nella ricerca delle soluzioni dell’equazione
Tv = λv
det(T − λI) = 0
dove però
T11 − λ T12
" #
[T − λI] =
T21 T22 − λ
e perciò il polinomio caratteristico è qui di secondo grado, e cioè
T11 − λ T12
" #
det = λ2 − (T11 + T22 )λ + (T11 T22 − T12 T21 ) = 0
T21 T22 − λ
λ2 − I1 λ + I2 = 0 (5.2)
Ora abbiamo posto I1 = tr T (primo invariante) e I2 = det T (secondo invariante, che qui
coincide con il determinante del tensore).
Per la Proposizione 13, che vale sia nel piano che nello spazio, ad un tensore piano sim-
metrico ad autovalori distinti λ1 6= λ2 sono associati autospazi ortogonali (evidentemente in
un piano questi autospazi possono solo essere rette).
Prima di procedere dimostriamo che, nel caso di un tensore simmetrico S del piano, gli
autovalori sono sempre due, eventualmente coincidenti.
a c
" #
[Sij ] = (5.3)
c b
invece che con la solita notazione ad indici. L’equazione caratteristica si ottiene con
a−λ c
" #
det = (a − λ)(b − λ) − c 2 = λ2 − λ(a + b) + ab − c 2 = 0
c b−λ
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 86
che è una quantità maggiore o uguale a zero, e cioè non negativa. Per questo motivo il tensore
simmetrico S possiede certamente due autovalori λ1 e λ2 che sono coincidenti quando ∆ = 0.
Però questo si verifica solo se a = b e c = 0. In questo caso particolare la matrice (5.3) diventa
un multiplo dell’identità
a 0
" # " #
1 0
[Sij ] = =a
0 a 0 1
Supponiamo di essere nel primo caso. Come possiamo determinare le equazioni dei due
autospazi, ortogonali fra loro?
Dopo aver ottenuto λ1 e λ2 scriviamo i sistemi
dove le incognite sono le componenti (v1 , v2 ) degli autovettori. Ciascuno di questi è un siste-
ma di due equazioni in due incognite, dove però le equazioni risultano dipendenti. Avremo
perciò infinite soluzioni per ognuno di essi e queste soluzioni formano per l’appunto i due
autospazi S1 e S2 , che saranno ortogonali fra di loro.
Esempio 5.1 Consideriamo il tensore simmetrico del piano che rispetto a un assegnato
sistema di riferimento e1 e e2 ha componenti
" # " #
0,7 0,2 7/10 2/10
[S] = = (5.4)
0,2 1 2/10 1
e vediamo come sia possibile dedurre le caratteristiche essenziali della trasformazione del
piano generata da questo tensore, che è visualizzata nella Figura 5.1. I vettori e01 e e02 che si
vedono sono i trasformati di e1 ed e2 , e cioè
(i versori e1 ed e2 del sistema di riferimento assegnato non sono qui disegnati ma si vedono
nella parte sinistra delle figura successiva).
Poiché
tr S = 17/10 det S = 7/10 − 4/100 = 66/100
1 La generica equazione di secondo grado αx 2 + βx + γ = 0 ha soluzioni
q
−β ± β2 − 4αγ
x=
2α
e la quantità ∆ = β2 − 4αγ è detta discriminante.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 87
x2
" #
7/10 2/10
[Sij ] =
2/10 1
e02
e01 x1
e01 = 7/10 e1 + 2/10 e2
e0 = 2/10 e1 + e2
2
x2 x2
r1 r1
α α
e2 e02
e1 x1 e01 x1
r2 r2
x2 x2
r1 r1
α α
x1 x1
r2 r2
e ha come soluzioni
λ1 = 11/10
(
λ2 = 6/10
(Il fatto che l’equazione caratteristica avesse due soluzioni è stato anticipato dal Teorema 14.)
Abbiamo quindi raggiunto un primo obiettivo, il calcolo degli autovalori, ma non sap-
piamo ancora come siano orientati i due autospazi ortogonali S1 e S2 . Per ottenere questa
informazione consideriamo il valore λ1 = 11/10 e risolviamo il sistema
v1
" #" # " #
7/10 − 11/10 2/10 0
(S − λ1 I)v = 0 ⇐⇒ =
2/10 1 − 11/10 v2 0
Come si vede, e come ci si deve aspettare, le due equazioni sono dipendenti ed equivalgono
alla sola relazione
2v1 − v2 = 0
I vettori che appartengono a questo autospazio sono quelli che per i quali
v2 = 2v1 (5.5)
Pensiamo ora alla retta formata dagli infiniti vettori uscenti dall’origine che soddisfano que-
sta condizione e per descrivere questa retta poniamo x = v1 e y = v2 . La relazione (5.5) si
legge allora come
y = 2x
Questa retta ha un coefficiente angolare pari a 2 e quindi l’angolo α che forma con l’asse x1
è individuato dalla condizione tan α = 2.
La retta che descrive l’autospazio associato all’autovalore λ1 = 11/10, è indicata con r1
nella Figura 5.2.
Per il teorema sulla ortogonalità degli autospazi dei tensori simmetrici già sappiamo che il
secondo autospazio sarà descritto da una retta r2 perpendicolare a r1 , e quindi è facilmente
individuabile. Proviamo comunque a svolgere i calcoli risolvendo il sistema
v1
" #" # " #
7/10 − 6/10 2/10 0
(S − λ2 I)v = 0 ⇐⇒ =
2/10 1 − 6/10 v2 0
Anche in questo caso le due equazioni si riducono di fatto a una sola (come ci si deve
aspettare per l’annullarsi del determinante della matrice dei coefficienti del sistema) e cioè a
v2 = −v1 /2
y = −x/2
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 89
che, come si vede, è perpendicolare alla retta r1 ottenuta in precedenza2 (il prodotto dei
coefficienti angolari è infatti uguale a 2 · (−1/2) = −1).
Abbiamo quindi dedotto che la trasformazione dei vettori del piano realizzata dal tensore
(5.4) possiede i due autospazi paralleli alle direzioni ortogonali individuate dagli angoli α1 e
α2 tali che
tan α1 = 2 tan α2 = −1/2
(tutto questo è descritto nella Figura 5.2, dove l’angolo α è quello che qui sopra abbiamo
indicato con α1 ).
È interessante visualizzare la trasformazione di un quadrato inizialmente allineato secon-
do le direzioni di r1 e r2 . Si vede nella Figura 5.3 il quadrato che si allunga nella direzione
di r1 secondo un coefficiente 11/10 e si contrae nella direzione r2 secondo un coefficiente
6/10, proprio i due autovalori, soluzioni dell’equazione caratteristica.
Nell’esempio appena discusso e visualizzato con l’aiuto delle Figure 5.1 e 5.2 diciamo
quindi che:
λ2 − tr(S)λ + det(S) = 0
(S − λ1 I)v = 0 (S − λ2 I)v = 0
λ1 0
" #
[S̄ij ] =
0 λ2
Per calcolare le componenti S̄ij sfruttiamo il fatto che, per la definizione stessa di
autovettore e autovalore,
Sē1 = λ1 ē1 Sē2 = λ2 ē2
Quindi,
S̄11 = ē1 · Sē1 = ē1 · λ1 ē1 = λ1 (ē1 · ē1 ) = λ1
|{z} | {z }
λ1 ē1 =1
S̄11 S̄12 λ1
" # " #
0
[S̄ij ] = = (5.6)
S̄21 S̄22 0 λ2
e, alla luce della (5.6), quest’ultima uguaglianza può essere riscritta come
Sv = λ1 v1 + λ2 v2
che può essere riletta così: Per trasformare un vettore v sotto l’azione del tensore simmetrico
S si scompone v secondo le direzioni degli autospazi, si moltiplicano le due parti v1 e v2 per i
corrispondenti autovalori e poi si sommano i due vettori così ottenuti.
Esempio 5.2 Riprendiamo l’esempio precedente, relativo al tensore piano S con componenti
(5.4). I versori {ē1 , ē1 } paralleli alle direzioni degli autospazi sono evidenziati nella Fig. 5.4.
L’azione del tensore trasforma ē1 in ē01 = 11/10ē1 e trasforma ē2 in ē02 = 6/10ē2 .
Scegliendo una quadrettatura del piano parallela agli autospazi si vede chiaramente che
il tensore S agisce con una estensione secondo lo spazio associato all’autovalore λ1 = 11/10
e una contrazione con un coefficente pari a λ2 = 6/10 nella direzione ortogonale.
Nella Fig. 5.5 si vede invece un vettore v generico e la sua decomposizione nella parti v1 e
v2 parallele agli autospazi. Per ottenere v0 = Sv si moltiplica v1 per 11/10 e v2 per 6/10 e si
sommano i due vettori così ottenuti, come si può osservare nella parte destra della figura.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 91
x2 x2
λ1 = 11/10 λ1 = 11/10
λ2 = 6/10 λ2 = 6/10
Figura 5.4: L’azione del tensore descritta utilizzando un sistema di riferimento formato dagli
autovettori {ē1 , ē2 }
x2 x2
r1 r1
v1 v01
v0 = Sv
v
x1 x1
v2 v02
r2 r2
Figura 5.5: Un vettore v scomposto secondo le direzioni degli autospazi e il suo trasformato
v0 , ottenuto moltiplicando v1 e v2 per i corrispondenti autovalori e poi sommando: v0 =
λ1 v1 + λ2 v2 (qui λ1 = 11/10, λ2 = 6/10).
Sê = λ̂ê ,
Figura 5.6: Ogni vettore v del piano P, ortogonale all’autovettore ê, viene trasformato da S
in un vettore v0 = Sv ancora appartenente al medesimo piano. Il tensore S agisce quindi su
P come un tensore piano, e perciò possiede in P due autospazi ortogonali, individuati dai
versori ē1 , ē2 . La terna ortogonale {ē1 , ē2 , ē3 } è perciò formata da autovettori di S.
v · ê = 0
dove, nella seconda uguaglianza, è stata usata la proprietà Sa · b = a · Sb, che vale per ogni
tensore simmetrico. Quindi anche il vettore v0 = Sv (il trasformato di v) è perpendicolare a ê
e appartiene perciò al piano P.
Possiamo quindi dire che, limitatamente alla sua azione su P, il tensore S si comporta
come un tensore piano simmetrico. Ma allora, per quanto abbiamo visto prima, in questo
piano esisteranno sicuramente due autospazi ortogonali, con versori ē1 e ē2 e autovalori
associati λ1 e λ2 .
In definitiva, se rinominiamo per comodità ê con ē3 e λ̂ con λ3 , possiamo dire di aver
costruito tre autovettori {ē1 , ē2 , ē3 }, di modulo unitario e ortogonali fra loro, tali che
Ragionando adesso come abbiamo fatto nel caso piano possiamo dedurre che, utilizzando
la terna di riferimento {ē1 , ē2 , ē3 } la matrice delle componenti del tensore prende la forma
diagonale
λ1 0 0
[S̄ij ] = 0 λ2 0
0 0 λ3
La formula (5.7) nel caso tridimensionale si traduce in
Tutto quanto abbiamo visto fino ad ora si può riassumere nel Teorema di Decompo-
sizione Spettrale, che sintetizza le proprietà dei tensori simmetrici nello spazio Euclideo
tridimensionale per quel che riguarda autovalori, autovettori e autospazi.
λ1 0 0
0 λ2 0 (5.8)
0 0 λ3
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 93
Il risultato più importante che riguarda i tensori simmetrici nello spazio si articola quindi
in due punti:
• Le radici del polinomio caratteristico sono sempre tre, se contate con la dovuta mol-
teplicità. Ciò significa che solo i casi illustrati nelle Figure 4.5, 4.6, 4.7 sono possibili,
mentre per un tensore simmetrico non si verifica mai quanto si vede nella Figura 4.4.
• Esiste sempre almeno una terna di riferimento ēi , formata da autovettori di S, rispetto
alla quale la matrice delle componenti ha forma diagonale (tutti gli elementi collocati
fuori dalla diagonale principale sono nulli) e gli autovalori λ1 , λ2 , λ3 sono proprio i tre
elementi che si trovano su tale diagonale.
Il vettore Sv è perciò somma di tre parti, ognuna parallela a un versore della terna di
autovettori ēi e ottenuta proiettando ortogonalmente v su uno degli spazi caratteristici Si e
moltiplicando poi il vettore v̄i così ottenuto per il corrispondente autovalore λi .
L’azione di un tensore simmetrico S su di un vettore v è descritta nella Figura 5.7, do-
ve a sinistra si vedono i vettori v̄i che compongono v costruiti per proiezione ortogonale
sugli spazi caratteristici Si , e a destra si vede il vettore Sv somma dei vettori λi v̄i ottenuti
moltiplicando ciascun v̄i per l’autovalore λi del tensore simmetrico S.
È importante comprendere che mentre rispetto a una terna di riferimento generica la ma-
trice delle componenti di un tensore simmetrico ha una forma generica (anche se ovviamente
simmetrica), rispetto a una terna di riferimento formata da autovettori la matrice delle com-
ponenti dello stesso tensore prende forma diagonale. Ciò che cambia è appunto la matrice
delle componenti che, utilizzando una speciale terna di riferimento, si diagonalizza, come
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 94
Figura 5.7: Il vettore Sv ottenuto da v decomposto nelle sue parti v̄i parallele agli spazi
caratteristici Si e moltiplicate per gli autovalori λi .
ēi =⇒ [S] = 0 λ2 0
0 0 λ3
|{z}
terna autovettori
La terna ēi , detta anche terna principale per il tensore stesso, è formata da autovettori
e quindi dipende da S e deve essere calcolata di volta in volta. L’importanza del Teorema
di Decomposizione Spettrale consiste quindi nel garantire l’esistenza di almeno una terna
principale per ogni tensore simmetrico e nell’illustrarne le proprietà.
Riassumiamo quello che si è dimostrato nella sezione precedente presentando i risultati
in una forma sintetica e più facilmente memorizzabile. La distinzione fondamentale che si
deve fare è basata sul numero di autovalori distinti posseduti da un tensore simmetrico S,
vale a dire le radici del suo polinomio caratteristico.
Discutiamo perciò i tre casi possibili:
• tre autovalori distinti;
• due autovalori coincidenti e distinti dal terzo;
• tre autovalori coincidenti.
0 λ2 0
0 0 λ3
e S stesso può essere scritto come
S = λ1 ē1 ⊗ ē1 + λ2 ē2 ⊗ ē2 + λ3 ē3 ⊗ ē3
Se i tre autovalori λ1 , λ2 , λ3 sono distinti, come descritto dalla Figura 4.5, gli autospazi in
questo caso sono tre rette perpendicolari fra loro e parallele ai versori ēi . Questa situazione
è illustrata nella Figura 5.8.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 95
p(λ)
+∞
λ3 λ1
λ2 0 λ
−∞
Figura 5.8: A sinistra il grafico del polinomio caratteristico p(λ) di un tensore simmetrico nel
caso in cui l’equazione p(λ) = 0 abbia tre soluzioni distinte λ1 , λ2 , λ3 . A destra i versori dei
tre autospazi ortogonali associati agli autovalori.
p(λ)
+∞
λ3 λ1 = λ2
0 λ
−∞
Figura 5.9: A sinistra il grafico del polinomio caratteristico p(λ) di un tensore simmetrico
nel caso in cui l’equazione p(λ) = 0 abbia due soluzioni coincidenti (λ = λ1 = λ2 ) e una
distinta (λ3 ). A destra l’autospazio associato all’autovalore λ, che in questo caso è un piano,
e l’autospazio associato all’autovalore λ3 , che è una retta perpendicolare al piano.
[S] = 0 λ 0 (5.11)
0 0 λ3
Così possiamo esprimere S come
v = v1 ē1 + v2 ē2
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 96
λ 0 0 v1 λv1 v1
Perciò ogni vettore nel piano ortogonale a ē3 è un autovettore di S associato all’autovalore
λ di molteplicità due. Per questo motivo possiamo certamente scegliere in infiniti modi una
terna di autovettori per S: qualsiasi terna ortonormale che comprenda il versore ē3 o il suo
opposto e abbia quindi gli altri due versori nel piano di ē1 ed ē2 è certamente formata da
autovettori di S.
Gli autospazi o spazi caratteristici sono quindi costituiti dalla retta dei vettori paralle-
li ad ē3 (associati all’autovalore λ3 ) e da tutto il piano ad essa perpendicolare (associato
all’autovalore doppio λ = λ1 = λ2 ). Questa situazione è illustrata nella Figura 5.9.
[S] = 0 λ 0 = λ 0 1 0 (5.12)
0 0 λ 0 0 1
| {z }
[I]
e quindi
S = λI
Per l’effetto dell’azione di S ogni vettore v viene perciò moltiplicato per λ
Sv = λIv = λv
Ogni tensore simmetrico dotato di tre autovalori coincidenti è quindi un multiplo dell’i-
dentità. L’autospazio o spazio caratteristico associato all’unico autovalore (di molteplicità
tre) coincide con la totalità dei vettori e la matrice delle componenti di S in questo caso
possiede sempre la forma (5.12) rispetto a una qualsiasi terna di riferimento.
λ1 0 0
0 λ2 0
0 0 λ3
In base alle definizioni dei tre invarianti si ottiene subito
I 1 = λ1 + λ2 + λ3 I 2 = λ2 λ3 + λ1 λ3 + λ1 λ2 I3 = λ1 λ2 λ3 (5.13)
• L’invariante quadratico è la somma dei prodotti degli autovalori presi a due a due;
Ovviamente questo risultato ha grande importanza concettuale ma non è utile al fine del
calcolo degli autovalori, per il quale dobbiamo comunque risolvere l’equazione caratteristica.
Si osservi infine che esiste una corrispondenza biunivoca fra autovalori e invarianti: dati
gli uni è concettualmente possibile determinare gli altri. Infatti: la conoscenza dei tre autova-
lori ci permette di dedurre gli invarianti in modo banale, per mezzo delle relazioni (5.13), e,
d’altra parte, la conoscenza degli invarianti permette di scrivere l’equazione caratteristica (??)
della quale gli autovalori sono le radici (questo passaggio inverso non è ovviamente banale dal
punto di vista del calcolo, e ci riporta di fatto alla risoluzione dell’equazione caratteristica).
−1 4 1
2 1 5
arriviamo all’equazione caratteristica
che non riusciamo a scomporre in modo da poterla risolvere per via elementare. Esiste in
effetti una “formula” per la risoluzione delle equazioni di terzo grado, ma è molto complessa
e in ogni caso non è conveniente nel suo uso. Cosa possiamo fare, allora, se, come può
succedere in un caso reale, troviamo un’equazione come quella appena scritta?
Di fatto sono noti vari metodi “numerici”, implementati in alcune calcolatrici anche da
tavolo e in numerosi programmi di calcolo, che ci permettono di trovare le soluzioni del-
l’equazione in forma decimale, con l’approssimazione desiderata. Nel caso dell’equazione
caretteristica (5.14) con l’aiuto di un tale programma si ottiene
(dalla teoria sappiamo già che l’equazione deve avere tre radici reali, come in effetti si veri-
fica). Come si vede ci siamo limitati alle prime 4 cifre decimali, ma in sostanza è possibile
raggiungere qualunque precisione desiderata.
Per il calcolo degli autovettori si scrivono poi i 3 sistemi
3 − λi 2 v1 0
−1
−1 4 − λi 1 v2 = 0 (i = 1, 2, 3)
2 1 5 − λi v3 0
ciascuno dei quali fornisce gli infiniti vettori che appartengono al corrispondente autospazio
Si (tre spazi mondimensionali, in questo caso). Evidentemente il risultato ottenuto contie-
ne una imprecisione dovuta al fatto che abbiamo utilizzato solo le prime 4 cifre decimali
degli autovalori λi . L’imprecisione introdotta può essere anche significativa, e non è banale
comprendere questi aspetti del calcolo numerico degli autovalori e degli autovettori.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 98
Qual’è quindi il significato degli esercizi e degli esempi proposti, quando è chiaro che si
tratta solo di casi speciali e semplificati? Servono a favorire la comprensione dei concetti
introdotti, per permettere il dialogo con gli specialisti che, di fatto, eseguono poi i calcoli
nelle situazioni reali con l’aiuto di programmi appositi.
Esercizi
Calcolare la tangente dell’angolo formato fra l’asse x e l’autospazio che interseca il primo
quadrante per i tensori assegnati. Nella risoluzione degli esercizi che seguono sarà spesso
necessario usare l’identità algebrica (a + b)(a − b) = a2 − b2 :
5.1 " #
7 4
[T] =
4 1
7−λ
" #
4
p(λ) = det
4 1−λ
= (7 − λ) (1 − λ) − 16 = (λ − 7) (λ − 1) − 16
= λ2 − 8λ − 9
λ1 = −1
(
λ1,2 = 4 ± 16 + 9 = 4 ± 5 =
p
λ2 = 9
Osservazione: Il problema chiede di trovare l’autospazio (in questo caso la retta) che
si trova nel primo quadrante. Non possiamo dire a priori se questo autospazio sia
associato all’autovolare λ1 o λ2 . Per questo proviamo con uno a caso: se scopriremo
che è quello cercato, il problema sarà risolto, altrimenti dovremo fare un passo ulteriore.
x x
" #" # " # " #" # " #
7−9 4 0 −6 4 0
= ⇒ =
4 1−9 y 0 4 −8 y 0
−2x + 4y = 0
(
4x − 8y = 0
Osservazione: Si vede subito che le due equazioni del sistema sono la stessa equazione
(la seconda coincide col doppio della prima cambiata di segno): questo era prevedibile,
perché il sistema è stato ricavato proprio imponendo la condizione det(T−λ1 I) = 0, cioè
che il sistema avesse infinite soluzioni, equivalente a richiedere che le due equazioni del
sistema fossero una multiplo dell’altra.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 99
Quindi si può risolvere indifferentemente una delle due equazioni, a piacere. Si ottiene
subito:
1
y= x (5.15)
2
o, in modo equivalente:
x=α
1 (5.16)
y = α
2
con α reale qualsiasi. L’equazione (5.15) o equivalentemente il sistema (5.16) rappre-
sentano la retta nel piano x, y passante per l’origine e con coefficiente angolare m = 21 .
Essendo m positivo, la retta si trova nel primo e terzo quadrante e il problema è quindi
risolto.
• (Una verifica finale). Possiamo verificare la correttezza del risultato ottenuto nel modo
1
seguente: dalla (5.16) vediamo che il generico autovettore è dato da: v = αi + 2 αj, cioè
1
[v] = [α, 2 α]T . Abbiamo allora (supponiamo α 6= 0):
α 7α + 42 α 9α α
" #" # " # " # " #
7 4
Tv = 1 = 1 = 9 =9 1
4 1 2 α 4α + 2 α 2 α 2α
cioè Tv = 9v.
5.2 " #
5 2
[T] =
2 3
5−λ
" #
2
p(λ) = det
2 3−λ
= (5 − λ) (3 − λ) − 4 = (λ − 5) (λ − 3) − 4
= λ2 − 8λ + 11
Si noti che:
λ1 + λ2 = (4 + 5) + (4 − 5) = 8 I1 = tr T = 5 + 3 = 8
p p
λ1 λ2 = (4 + 5)(4 − 5) = 16 − 5 = 11 I2 = det T = 15 − 4 = 11
p p
√
• (Calcolo della direzione principale associata all’autovalore λ1 = 4 + 5). √ Detto x il
corrispondente autovettore, esso deve soddisfare all’equazione T x = (4 + 5) x, o equi-
√
valentemente T − (4 + 5)I x = 0. Sostituendo i valori assegnati per T e ponendo
x = [x, y]T si trova (attenzione ai segni in questo passaggio!):
√ √
5 − (4 + 5) x x
" #" # " # " #" # " #
2 √ 0 1− 5 2√ 0
= ⇒ =
2 3 − (4 + 5) y 0 2 −1 − 5 y 0
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 100
y y
√
5−1 v
2 α √ v
5−1
α x 2 x
Vediamo ora un caso in cui il primo autospazio trovato non è quello cercato.
5.3 " #
2 4
[T] =
4 −1
Svolgimento.
2−λ
" #
4
p(λ) = det
4 −1 − λ
= (2 − λ) (−1 − λ) − 16 = (λ − 2) (λ + 1) − 16
= λ2 − λ − 18
3 1p
+ 73 x + 4y = 0
2 2
4x + − 3 + 1 73 y = 0
p
2 2
Moltiplicando entrambe le equazione per 2 per eliminare i denominatori si ottiene:
(3 + 73)x + 8y = 0
p
8x + (−3 + 73)y = 0
p
e quello di destra:
√ " # " √ # " √ #
1+ 73 √ 8 4 + 4 73 4 + 4√ 73
= 1 √ √ =
2 73 − 3 2 73 − 3 + 73 − 3 73 35 − 73
5.4 " #
2 −1
[T] =
−1 3
2−λ
" #
−1
p(λ) = det
−1 3−λ
= (2 − λ) (3 − λ) − 1 = (λ − 2) (λ − 3) − 1
= λ2 − 5λ + 5
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 103
(La verifica delle relazioni sulla somma e il prodotto degli autovalori può essere fatta a
memoria (entrambi sono uguali a 5).
equivalente al sistema
1 √5
− + x−y =0
2 2
1 1p
5 y =0
−x + +
2 2
che ha soluzione √
5−1
y=
2
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 104
√
quindi l’autospazio cercato è la retta di equazione y = 5−1
2 x e la tangente dell’angolo
formato dall’asse x con l’autospazio che interseca il primo quadrante è
√
0 5−1
m =
2
Possiamo eseguire un controllo dei risultati, verificando che il prodotto dei due
coefficienti angolari ottenuti per i due autospazi sia uguale a −1. Infatti
√ √
0 5+1 5−1 5−1
mm = − =− = −1
2 2 4
Come già accennato, i problemi 3-d sono assegnati in modo tale che la matrice delle
componenti del tensore sia di tipo particolare (sostanzialmente deve avere nulli tutti i termini
di una riga e di una colonna, escluso il termine al loro incrocio). Il risultato è che uno degli assi
coordinati è un autospazio ed il problema si riduce a un problema 2-d nel piano ortogonale
a quell’asse. Questo è mostrato negli esercizi che seguono.
Calcolare gli autovalori e le direzioni principali dei tensori di componenti assegnate:
5.5
7 0 0
[A] = 0 2 2
0 2 5
= (7 − λ) (λ − 2)(λ − 5) − 4
= (7 − λ)(λ2 − 7λ + 6)
(7 − λ)(λ2 − 7λ + 6) = 0 (5.21)
λ1 = 7
√
λ2 = 6
(
7± 49 − 24 7±5
λ2,3 = = =
2 2 λ3 = 1
Possiamo eseguire un verifica della correttezza dei valori trovati ricordando le relazioni
tra autovalori ed invarianti principali:
I 1 = λ1 + λ2 + λ3 I 2 = λ1 λ2 + λ2 λ3 + λ3 λ1 I 3 = λ1 λ2 λ3 (5.22)
k θ
j
y
Ax = 7x ⇒ (A − 7I)x = 0
Essendo
7−7 0 0 0 0 0
[A − 7I] = 0 2−7 2 = 0 −5 2
0 2 5−7 0 2 −2
troviamo
0=0 x=α
0 0 0 x 0
0 −5 2 y = 0 ⇒ −5y + 2z = 0 ⇒ y =0
0 2 −2 z 0
2y − 2z = 0
z=0
Ax = 6x ⇒ (A − 6I)x = 0
7−6 0 0 1 0 0
[A − 6I] = 0 2−6 2 = 0 −4 2
0 2 5−6 0 2 −1
da cui
x=0 x=0
1 0 0 x 0
0 −4 2 y = 0 ⇒ −4y + 2z = 0 ⇒ 2y − z = 0
0 2 −1 z 0
2y − z = 0 2y − z = 0
la cui soluzione è
x=0
x=0
(
oppure y =α
z = 2y
z = 2α
e una (ortogonale alla precedente) nel piano (y, z) con coefficiente angolare uguale a
2. Per la proprietà degli autovettori dei tensori simmetrici possiamo dire che la ter-
za direzione principale deve essere perpendicolare all’asse x (quindi giacere nel piano
(y, z)) ed essere perpendicolare alla retta z = 2y. Senza ulteriori calcoli, applicando
la ‘’regola mm0 = −1”, possiamo affermare che la terza direzione principale (associata
all’autovalore λ3 = 1) è la retta z = − 12 y.
Per una volta eseguiamo in modo esplicito i calcoli:
Ax = 1x ⇒ (A − 1I)x = 0
7−1 0 0 6 0 0
[A − 1I] = 0 2−1 2 = 0 1 2
0 2 5−1 0 2 4
da cui
6x = 0 x=0
6 0 0 x 0
0 1 2 y = 0 ⇒ y + 2z = 0 ⇒ y + 2z = 0
0 2 4 z 0
2y + 4z = 0
y + 2z = 0
la cui soluzione è
x=0
x=0
y =α
1 oppure
z = − y
z = −1α
2
2
Ancora, la direzione principale associata al terzo autovalore è la retta di equazione
z = − 21 y nel piano (y, z), cioè la retta passante per l’origine degli assi e che forma con
l’asse y un angolo φ tale che tan φ = − 12 .
1
x1 = αi, x2 = αj + 2αk, x3 = αj − αk
2
Si ha:
7 0 0 α 7α α
5.6
6 7 0
[A] = 7 −8 0
0 0 −3
= −(λ + 3) (λ − 6)(λ + 8) − 49
(λ + 3)(λ2 + 2λ − 97) = 0
λ1 = −3
√
√ λ2 = −1 − 7 2
λ2,3
p
= −1 ± 1 + 97 = −1 ± 7 2 = √
λ = −1 + 7 2
3
I1 = tr(A) = 6 − 8 − 3 = −5
√ √
λ1 + λ2 + λ3 = −3 + (−1 −
72) + (−1 +
72) = −5
√ √ √ √
λ1 λ2 + λ2 λ3 + λ3 λ1 = (−3) · (−1 − 7 2) + (−1 − 7 2) · (−1 + 7 2) + (−1 + 7 2) · (−3)
√ √
= 3 +
212 + 1 + −98 + 3 −
212 = −91
• (Calcolo della direzione principale associata all’autovalore λ1 = −3). Dalla struttura del-
la matrice si vede che la direzione principale associata all’autovalore λ1 = −3 coincide
con l’asse z. Infatti:
6 7 0 0 0 0
7 −8 0 0 = 0 = −3 0
0 0 −3 α −3α α
In alternativa si può eseguire il calcolo esplicito come nel punto (3) dell’esercizio
precedente.
√
• (Calcolo della direzione principale associata all’autovalore λ2 = −1 − 7 2). Essendo il
tensore dato simmetrico, le due restanti direzioni principali sono perpendicolari alla
prima e si trovano pertanto nel piano (x, y) (una nel primo e terzo quadrante e una
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 108
y
√
y = ( 2 − 1)x
j
22.5
i x
√
Figura 5.11: Direzione principale dell’autovalore λ3 = 2−1
nel secondo e quarto). Non potendo dire a priori a quale dei due autovalori λ2 o λ3
corrisponda la direzione principale che si trova nel primo e terzo quadrante, andiamo
per tentativi e proviamo con λ2 .
√ √
Ax = (−1 − 7 2)x ⇒ A + (1 + 7 2)I x = 0
√
7+7 2 7 √ 0
√
[A + (1 + 7 2)I] = 7 −7 + 7 2 0 √
0 0 −2 + 7 2
da cui √
7+7 2 7 √ 0 x 0
7 −7 + 7 2 0 √ y = 0
0 0 −2 + 7 2 z 0
√
(1 + 2)x + y = 0
√
x + ( 2 − 1)y = 0
z=0
√
Le prime due equazioni coincidono, come si vede moltiplicando la seconda per 2 + 1.
Il sistema è equivalente a √
y = −(1 + 2)x
(
z=0
La direzione
√ principale associata all’autovalore λ2 è quindi la retta di equazione y =
−(1 + 2)x: essa giace nel secondo e quarto quadrante perché il suo coefficiente
angolare è negativo.
• (Seconda direzione principale). Per trovare la direzione principale che si trova nel primo
e terzo quadrante, non è necessario eseguire nuovamente i calcoli per l’autovalore λ3 ,
perché sappiamo che la direzione cercata è perpendicolare a quella appena trovata e
quindi possiamo applicare la ‘’regola mm0 = −1”: il coefficiente angolare cercato m0
deve essere tale che √
−(1 + 2)m0 = −1
da cui √ √
1 1− 2 2−1 √
m0 = √ = √ √ = √ √ = 2−1
1+ 2 (1 + 2)(1 − 2) ( 2 + 1)( 2 − 1)
√
Quindi la direzione cercata forma con l’asse x un angolo φ tale che tan φ = 2 − 1.
Notiamo che questo è il valore della tangente di un angolo notevole (cioè di 22, 5◦ =
1 ◦ 1
2 45 = 8 π ). Nella Figura è rappresentata la direzione principale cercata.
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 109
Vediamo ora un esercizio nel quale due autovalori sono coincidenti. Anche in questo caso
la teoria ci assicura che esistono (almeno) tre autospazi mutuamente ortogonali. In realtà,
come sappiamo, in questo caso esiste un autospazio monodimensionale (una retta) e uno
bidimensionale (un piano ortogonale alla retta precedente).
5.7 √
3 0 3
[A] = √0 2 0
3 0 5
= (2 − λ) (λ − 3)(λ − 5) − 3
= (2 − λ)(λ2 − 8λ + 12)
(2 − λ)(λ2 − 8λ + 12) = 0
λ1 = 2
λ2 = 2
(
λ2,3 = 4 ± 16 − 12 = 4 ± 2 =
p
λ3 = 6
Osserviamo che λ1 = λ2 , quindi abbiamo due autovalori coincidenti.
Ax = 2x ⇒ A − 2I x = 0
√
1 0 3 x 0
√0 0 0 y = 0
3 0 3 z 0
Qui solo √
un’equazione del sistema è indipendente: infatti la prima equazione moltipli-
cata per 3 coincide con la terza e la seconda è identicamente soddisfatta. La soluzione
del sistema è √
x = − 3α
p
z = − 3x
3 oppure z=α (5.23)
y =β
y =β
Allora
√ √ √ √ √ √
3 0 3
− 3α −3 3α + 3α −2 3α − 3α
[Av] = √0 2 0 β = 2β = 2β = 2 β = 2[v]
3 0 5 α −3α + 5α 2α α
⇒ Av = 2v
√
Analogamente, per u = γi + 3γk (autovettore relativo all’autovalore λ3 ):
√
3 0 3 γ 3γ + 3γ 6γ γ
Per ogni tensore del piano con matrice delle componenti indicata determinare l’autovalore
λ che corrisponde all’autospazio (direzione principale) che interseca il I quadrante e calcolare
la tangente dell’angolo α che questa direzione forma con l’asse x1 .
Txx Txy 0
ha tre autovalori reali e uno di essi è certamente pari a Tzz , con l’ autospazio corrispondente
parallelo al versore k. I rimanenti autovettori ī, j̄ si trovano perciò nel piano perpendicolare
a k e gli autospazi corrispondenti sono perciò due rette ortogonali fra loro che giacciono nel
piano generato da i e j, come illustrato nella Figura 5.12.
Si osservi che uno e uno solo degli autospazi interseca necessariamente il primo quadran-
te. Negli esercizi seguenti si chiede di individuare per ogni tensore dalle componenti indicate
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 112
λ̄
y
j α
i x
λ̂
Figura 5.12: Due autospazi nel piano, associati agli autovalori λ̄, λ̂.
λ̄ =?
y
j α =?
i x
5.20 √
9 − 109
λ̄ =
2
6 0
−5
√
−5 3 0 ⇒ 3 + 109
tan α =
0 0 2 10
◦
α ≈ 53.34
5.21
λ̄ = −5 + 34
p
5 0
−8 √
3 + 34
5 −2 0 ⇒ tan α =
0 0 2
5
◦
α ≈ 60.48
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 113
5.22 √
1 + 65
λ̄ =
2
2 0
−3
√
2 4 0 ⇒ 7 + 65
tan α =
0 0 7 4
α ≈ 75.12◦
5.23 √
7 + 101
λ̄ =
2
4 5 0
√
5 3 0 ⇒ 101 − 1
tan α =
0 0 −5 10
α ≈ 42.14◦
5.24 √
157 − 3
λ̄ =
2
3 0
−7
√
3 4 0 ⇒ 157 + 11
tan α =
0 0 8 6
◦
α ≈ 75.69
5.25
λ̄ = −3
6 0
−3
−3 −2 0 ⇒ tan α = 3
0 0 3
α ≈ 71.56◦
5.26
λ̄ = 13
p
3 0
−2 √
13 + 2
3 2 0 ⇒ tan α =
0 0 4
3
α ≈ 61.84◦
5.27
λ̄ = 10 − 3
p
3 0
−2 √
10 − 1
3 −4 0 ⇒ tan α =
0 0 3
3
α ≈ 35.78◦
5.28
λ̄ = 9 + 29
p
11 5 0
√
29 − 2
5 7 0 ⇒ tan α =
0 0 −3
5
α ≈ 34.099◦
CAPITOLO 5. AUTOVALORI E AUTOVETTORI DI UN TENSORE SIMMETRICO 114
5.29 √
λ̄ = 3 − 17
4 0 √
−4
1 + 17
−4 2 0 ⇒ tan α =
0 0 5
4
α ≈ 52.018◦