Indice
1 Introduzione al calcolo tensoriale 1
1.1 Prime definizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Alcune operazioni tensoriali (I) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 Spazio dei tensori di ordine r T r (V) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.4 Alcune operazioni tensoriali (II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.5 Cosa non `e stato detto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.6 Calcolo vettoriale e tensoriale in coordinate curvilinee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.7 Coordinate curvilinee ortogonali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
1.8 Esempio: coordinate cilindriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1.9 Equazioni di Navier-Stokes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Le equazioni che descrivono i fenomeni fisici hanno carattere tensoriale, cio`e sono indipendenti dal sistema
importante capire la natura tensoriale delle leggi fisiche, capirne
di coordinate nelle quali vengono scritte. E
lindipendenza dal sistema di coordinate ed essere in grado di scrivere correttamente le componenti nei
sistemi di coordinate che sono pi` u vantaggiosi per una descrizione semplice del fenomeno fisico e per la
soluzione di problemi.
In questo capitolo verr`
a usata la notazione di Einstein: `e sottointesa la sommatoria sugli indici ripetuti
in una espressione. Per chiarezza X
ak bk = ak bk (1)
k
v = v k bk (2)
bi bk = ki (3)
dove con ki `e stata indicata la delta di Kronecker, uguale a 1 quando gli indici sono uguali, uguale a 0
altrimenti.
Il vettore v pu`
o essere scritto anche in termini della base reciproca
v = v k bk = vk bk (4)
Le componenti vk vengono definite componenti covarianti del vettore. Poiche in generale la base reciproca
{bk }k=1:N non coincide con la base {bk }k=1:N , le componenti espresse nelle due basi sono diverse tra di loro.
v k 6= vk (5)
Osservazioni. La base {bk }k=1:N di V in generale non `e ortogonale. Risulta fondamentale prestare atten-
zione alla posizione degli indici e dei pedici. In seguito, dopo aver ristretto la trattazione generale a casi pi`
u
particolari, si ridurr`
a lesigenza di prestare attenzione alla posizione degli indici: un esempio di situazione
in cui `e possibile fare meno attenzione alla posizione degli indici `e costituito dalle componenti fisiche di
tensori espressi in sistemi di coordinate curvilinei ortogonali (capiremo meglio in seguito).
1
Legame tra coordinate controvarianti e coordinate covarianti: regola per alzare e abbassare
gli indici. E stato fatto notare come gli elementi di una base di uno spazio non siano necessariamente
ortogonali (ne tantomeno ortonormali) tra di loro. Si definiscono i valori dei prodotti scalari degli elementi
della base {bk }k=1:N e della base reciproca {bk }k=1:N come
gij = bi bj 6= 0 in generale
ij i j
(6)
g =b b 6= 0 in generale
La regola per ricavare il vettore di una base rispetto a quella dellaltra `ei
bi = gik bk
(8)
bi = g ik bk
Si ricava ora il legame tra le componenti covarianti e contravarianti di un vettore v. Il vettore v viene
scritto in componenti rispetto alle due basi e vengono usate le regole per esprimere gli elementi di una base
rispetto allaltra. ( (
v i bi = v i gik bk = vk bk v k = g ik vi
v= (9)
vi bi = vi g ik bk = v k bk vk = gik v i
Per ricordarsi la trasformazione, `e sufficiente ricordarsi che
gli indici non ripetuti a destra e a sinistra delluguale devono trovarsi nella stessa posizione: lindice k
si trova in alto
gli indici ripetuti a destra delluguale si trovano uno in alto, laltro in basso
bk = Tkq
bq , bk = Tkq bq
(10)
bk = Tqk
bq , bk = Tqk bq
(12)
Le componenti degli elementi (vettori) v dello spazio V si trasformano secondo la trasformazione inversa
degli elementi della base {bk }k=1:N di V, mostrando carattere contravariante al quale sono associati gli apici;
da questo il nome componenti contravarianti.
(
q q k k vk = Tqk v q
v = v bq = v Tq bk = v bk (13)
v k = Tqk vq
i
Infatti
bi bj = gik bk bj = gik jk (7)
ii
Inserendo la trasformazione riportata, si verifica che
bi
bk = bi bq = Tkq (Tli bl ) bq = Tkq Tli ql = Tli Tkl = ki
bi (Tkq bq ) = Tkq (11)
2
Allo stesso modo le componenti vk si trasformano con la stessa trasformazione degli elementi della ba-
se {bk }k=1:N di V, mostrando carattere covariante al quale sono associati i pedici; da questo il nome
componenti covarianti.
(
q vk = Tkq vq
v = vq bq = vq Tk
bk = vk
bk (14)
vk = Tkq vq
Si indica con T r (V) lo spazio vettoriale dei tensori di ordine r (con moltiplicazione per uno scalare e
somma definiti in seguito). Un tensore di ordine 0 `e uno scalare, un tensore di ordine 1 un vettore.
3
Legame tra indici componenti con indici contravarianti e covarianti: regola per alzare e
abbassare gli indici. Nei paragrafi precedenti `e stata ricavata la regola per ricavare le componenti
contravarianti di un vettore dalle compontenti covarianti e viceversa. In questo paragrafo verranno ricavate
le regole per alzare e abbassare gli indici in un tensore di ordine r generico, seguendo un procedimento simile
a quello seguito in precedenza. Come primo esempio, si parte da un tensore scritto nella base prodotto
covariante, con indici bassi (quindi le coomponenti hanno tutti indici contravarianti, alti): lobiettivo `e
scrivere le componenti in una base con il primo vettore appartenente alla base reciproca (indice alto) e tutti
gli altri uguali (indici bassi). Le componenti avranno quindi il primo indice basso e gli altri alti.
dove `e stata usata la simmetria dei simboli gij = gji e sono stati invertiti gli indici ripetuti (sono indici
dummy, saturati dalla sommatoria). Risulta quindi
dove come sempre `e sottointesa la sommatoria sugli indici ripetuti (qui solo k1 ). Una volta capito il ruolo di
gij nellabbassamento e nellinnalzamento degli indici, la stessa regola pu`o essere applicata a qualsiasi indice
di un tensore di ordine qualsiasi.
e le componenti di un tensore A T r (V) rispetto alle due basi sono legate davi
Usando la multilinearit`
a del prodotto vettoriale
k
bi1
bir =(Tik11 bk1 ) (Tirp bkr ) =
(27)
=Tik11 . . . Tikrr bk1 bkr
vi
Le componenti si trasformano con la legge inversa agli elementi della base. Il tensore A espresso in componenti nelle due
basi prodotto `e (
Ai1 ...ir bi1 bir
A= (29)
Ai1 ...ir
bi1
bir
La legge di trasformazione delle componenti si ricava grazie alla legge di trasformazione della base prodotto
4
1.4 Alcune operazioni tensoriali (II)
Come le operazioni elencate nel paragrafo Alcune operazioni tensoriali (I), anche le operazioni in questo
paragrafo operano su tensori e restituiscono tensori.
Doppio Dot product. Siano A T r (V), B T s (V), il prodotto dot A : B `e un tensore di ordine
r + s 4 definito tramite il prodotto tensoriale e una doppia contrazione. In particolare si definisce
r1,r
A : B = Cr+1,r+2 (A B) (35)
Per esempio con A T 4 , B T 3 :
A : B = (Aijkl bi bj bk bl ) : (Bmnp bm bn bp ) =
(36)
= Aijuv Buvp bi bj bp
Si presti attenzione allordine con il quale avviene la doppia contrazione: il penultimo indice di A si contre
con il primo di B, lultimo di A con il secondo di B. E possibile definire dot product multipli estendendo
la contrazione a un numero maggiore di indici.
5
Riferimenti. Il testo di Bowen e Wang, Introduction to vectors and tensors. Linear and multilinear
algebra pu`o essere considerato un valido e completo riferimento, anche per il futuro. La lettura di questo
testo non `e sempre agevole e contiene sicuramente molto pi`u di quanto sia indispensabile presentare in una
prima e breve introduzione ai tensori, come `e questa. Oltre alla qualit`a `e da apprezzare la disponibilit`
a in
rete dei due volumi, seguendo i seguenti collegamenti (sperando che siano ancora validi):
Vol. 1: Linear and Multilinear Algebra
Vol. 2: Vector and Tensor Analysis
Cosa ` e utile ripassare. Forse questa `e una buona occasione per ripassare alcuni concetti, tra i quali
quello di spazio vettoriale (definizione e propriet`a, dimensione e base, . . . ), prodotto interno, linearit`
a (e la
differnza con lessere affine), e in generale rispoleverare e approfondire la propria conoscenza di algebra
lineare (o almeno intuirne limportanza e lalta probabilit`a di imbattercisi nel futuro).
x = x(q 1 , q 2 , q 3 ) (37)
Per ogni punto dello spazio tridimensionale vengono definite la base naturale {bi } e la base reciproca {bi }
x
bi = (40)
q i
gij = bi bj , g ij = bi bj (41)
Il tensore metrico `e simmetrico. Il tensore metrico caratterizza al geometria dello spazio (o meglio di una
variet`a). Si possono introdurre i concetti di distanza, angolo, lunghezza di una curva, . . . Ad esempio la
x i i e
lunghezza ds dellelemento elementare dx = q i dq = bi dq `
ds2 = dx dx = bi dq i bj dq j = bi bj dq i dq j = gij dq i dq j
(42)
6
Il tensore metrico risulta utile nel passaggio dalla componenti contravarianti a quelle covarianti e vice-
versa. Consente di esprimere un vettore della base {bk } nella base {bk } e viceversa.vii
gij = bi bj bi = gik bk
(43)
g ij = bi bj bi = g ik bk
Simboli di Christoffel. I simboli di Christoffel del primo tipo sono definiti come
bi bi
= ijk bk ijk = bk (46)
q j q j
I simboli di Christoffel del secondo tipo sono definiti come
bi bi k
= kij bk kij = b (47)
q j q j
Sfruttando la definizione di base naturale `e possibile scrivere (non si riporta qui la dimostrazione):
T
gradT = bi (49)
q i
Il gradiente di un campo scalare pu`
o essere scritto in componenti come
f i f
gradf = f = i
b = k g ik bi (50)
q q
o essere scritto in componenti comeviii
Il gradiente di un campo vettoriale pu`
i
v
gradv = + lk v bi bk =
i l
q k
(52)
vi
= ki vl bi bk
l
q k
vii
Infatti bi bj = gik bk bj = gij
viii
Si ricava qui la prima forma in componenti miste del gradiente per un campo vettoriale.
v
gradv = bk =
q k
(v i bi )
= bk =
q k
i
v i bi
= bi + v bk = (51)
q k q k
i
v i l
= b i + v ik b l bk =
q k
i
v l i
= + v lk bi bk
q k
In maniera analoga `e possibile ricavare la forma del gradiente scritto con qualsiasi combinazione di componenti contravarianti
e covarianti.
7
Il gradiente di un campo tensoriale del secondo ordine pu`o essere scritto in componenti (le prime due
contravarianti, lultima covariante) come
ij
S j il
gradS = + kl S + kl S bi bj bk =: k S ij bi bj bk
i lj
(53)
q k
Il contenuto delle parentesi definisce la derivata covariante della componente S ij rispetto alla coordi-
nata q k : questa `e una generalizzazione delle derivate parziali. Una componente `e costante nello spazio se ha
derivate covarianti rispetto a tutte le coordinate.
La forma in qualsiasi combinazione di componenti contravarianti e covarianti e la generalizzazione a
tensori di ordine superiori non comportano nessuna difficolt`a aggiuntiva, che non sia una trasformazione di
coordinate o un aumento del numero di termini presenti nelle espressioni.
Si noti come il gradiente aumenti di 1 lordine del tensore al quale `e applicato.
Derivata covariante. . . . Un campo tensoriale `e uniforme in una direzione se `e nulla la derivata covariante
rispetto alla relativa coordinata . . . Verr`
a messo un esempio sul sito.
Divergenza. Loperatore di divergenza pu`o essere definito dalla contrazione degli ultimi due indici del
gradiente. Per esempio, per il caso di divergenza di un tensore S del secondo ordine
ij
S i lj j il
divS = + jl S + jl S bi (57)
q j
Nel caso di divergenza di un vettore, questa definizione si riduce alla traccia del gradiente.
divv = v = tr(v) (58)
Conviene prestare attenzione alla distinzione tra la definizione di divergenza e delloperatore ( )x quando
applicati a tensori di ordine maggiore o uguale a 2. La contrazione nelloperatore ( ) avviene tra il primo
e lultimo indice del gradientexi .
ix
E possibile pensare al vettore formale come il vettore che scritto in una base contravariante ha come componenti gli
operatori di derivata covariante k , appena incontrati nella scrittura del gradiente in componenti.
= k bk (54)
Non `e la prima volta che incontrate un vettore formale: pensate al determinante formale per il calcolo del rotore, in coordinate
cartesiane o in coordinate curvilinee ortogonali.
x
La relazione di Cauchy sugli sforzi t = n T , in componenti ti = nj Tji (qui senza prestare attenzione alla posizione degli
indici), lega un versore n
, il tensore degli sforzi T e il vettore sforzo t. Nel
H procedimento che permette di ricavare le equazioni
di bilancio in forma differenziale da quelle in forma integrale, il termine S t che compare nellequazione della quantit` a di moto,
viene prima trasformato usando la relazione di Cauchy e poi, utilizzando una conseguenza del Lemma di Green, in un integrale
di volume I I I I
t= nT = ti = nj Tji =
S
ZS S
ZS (59)
= T = Tji/j
V V
xi
o pensare alloperazione T come lazione del vettore formale nabla sul tensore T . Per esempio su un tensore T
Si pu`
del secondo ordine
i bi T = i bi T jk bj bk = i T ik bk (60)
8
Operatore S. Nel caso di tensore del secondo ordine `e possibile definire loperatore S partendo
dallidentit`a
(S c) = ( S) c + S : c (61)
per ogni campo vettoriale c e per ogni campo tensoriale S. La divergenza di un campo vettoriale v coincide
con v pu`o essere scritta in componenti come
v i
v = + ili v l (62)
q i
Loperatore applicato a campo tensoriale del secondo ordine pu`o essere scritta in componenti (contrava-
rianti) comexii ij
S i lj j il
S = + il S + il S bj (64)
q i
Si noti la differenza con la divergenza di un tensore del secondo ordine. Questo `e loperatore che agisce sul
tensore degli sforzi nella forma differenziale dellequazione della quantit`a di moto per i mezzi continui.xiii .
Si noti infine come la divergenza e loperatore riducono di 1 lordine del tensore (se S `e del secondo
ordine, S del terzo ordine, S del primo).
Termine advettivo. Il termine di advezione di una quantit`a tensoriale S da parte di un campo vettoriale
u `e scritto come
(u )S = u S (65)
In componenti (se S tensore del secondo ordine)
u S = uk k S ij bi bj =
(66)
ij
k S i lj j il
= u + kl S + kl S bi bj
q k
Quando u, v sono vettori, il termine advettivo (u )v pu`o essere scritto anche come
(u )v = gradv u (67)
(u )v = (u v) ( u)v (68)
In componenti contravarianti j
i v j l
(u )v = u + il v bj (69)
q i
dove si `e usato bi bj = ji e i indica la derivata covariante rispetto alla coordinata q i .
xii
La contrazione `e intesa tra il primo indice (contravariante) e lultimo (covariante). Si ricorda che loperazione di contrazione
deve avvenire tra indici di carattere differente. Si pu` o pensare a S come risultato del prodotto dot tra il vettore simbolico
= k bk (`e espresso nella base contravariante; le componenti covarianti sono le derivate covarianti rispetto alle coordinate q i )
con il tensore S
S = (k bk ) (S ij bi bj ) =
= i S ij bj =
ij (63)
S i lj j il
= + il S + il S bj
q i
xiii
Per continui non polari, il tensore degli sforzi T `e un tensore del secondo ordine simmetrico T ij = T ji . Una volta che si `e
capita la differenza tra T e divT , per tensori simmetrici del secondo ordine le due operazioni portano allo stesso risultato.
Limprecisione in questa miriade di indici, ha non ha nessun effetto rilevante.
9
Rotore di un campo vettoriale. Gli strumenti matematici necessari a comprendere a fondo loperatore
rotore sono pi`u complicati di quelli presentati qui. Per quanto ci serve, `e pi` u che sufficiente saper operare
con il rotore su campi vettoriali e sapere esprimere le componenti fisiche del rotore in sistemi di coordinate
cartesiane (per le quali non `e importante la distinzione tra indici covarianti e contravarianti) tramite lutilizzo
dei simboli ijk
a=b , ai = ijk j bk (70)
I simboli ijk assumono valore 1 se gli indici {ijk} formano una permutazione pari di {1, 2, 3}, 1 se gli
indici {ijk} formano una permutazione dispari di {1, 2, 3}, 0 se ci sono degli indici ripetuti. Identificando
con 1 la coordinata x, con 2 la coordinata y, con 3 la coordinata z, i simboli ijk diversi da zero sono
123 = 1 132 = 1
231 = 1 213 = 1 (71)
321 = 1 312 = 1
Si osservi che si `e ottenuto lo stesso risultato che si ottiene usando il determinante simbolico
x y
z
a = b = x y z
(73)
bx by bz
T = div(gradT ) (74)
...
Il laplaciano lascia inalterato lordine del tensore al quale `e applicato.
Alcune osservazioni. Le definizioni degli operatori date nei paragrafi precedenti possono risultare astrat-
te, in quanto non `e mai stato fatto riferimento ai teoremi integrali (Stokes, divergenza, rotore) nei quali
compaiono e dai quali si pu` o intuirne il significato fisico. La forma in componenti degli operatori a par-
tire dai teoremi integrali verr`
a ricavata in un paragrafo dedicato esclusivamente ai sistemi di coordinate
curvilinee ortogonali.
bi = gii bi , bi = g ii bi (76)
10
Componenti contravarianti, covarianti e fisiche. In generale, le componenti espresse nella base natu-
rale non hanno le dimensioni fisiche della quantit`a tensoriale, poich`e `e possibilie che gli elementi della base
abbiano una dimensione fisica. Si pensi al caso di sistema di coordinate polare (q 1 , q 2 ) = (r, )
x L
[b1 ] = = =1
r L
(78)
x L
[b2 ] = = =L
1
Mentre il primo elemento della base naturale non ha dimensione fisica, poich`e proviene da un rapporto
(derivata) tra lunghezze, il secondo elemento della base ha la dimensione di una lunghezza, poich`e `e la
derivata di una lunghezza rispetto a un angolo (e langolo non ha dimensioni!).
Questa situazione `e scomoda: `e sensato desiderare una base formata da vettori privi di unit`a fisiche.
Inoltre si pu`o desiderare una base ortonormale. I due problemi vengono risolti definendo la base fisica come
bi
bi = (no sum) (79)
gii
Questo si pu`o verificare immediatamente ricordando che gii = bi bi = |bi |2 . Facendo lo stesso procedimento
sulla base contravariante {bi }, si scopre che la base fisica contravariante coincide con quella covariante (e
quindi non ha senso fare questa distinzione). Infatti:
bi bi
bi = p = gii bi = = bi (80)
g ii gii
Poich`e per coordinate curvilinee ortogonali le basi fisiche coincidono, anche le componenti fisiche otte-
nute partendo dalle componenti contravarianti coincidono con le componenti fisiche ottenute partendo dalle
componenti contravarianti: ha quindi senso parlare di componenti fisiche (senza fare riferimento a covarianza
e contravarianza). Per esempio, le componenti fisiche vk di un vettore v possono essere ottenute come segue
( ( p
v k bk = v k gkk bk v k gkk = v k / g kk
v = vk bk = p vk = p (81)
vk bk = vk g kk bk vk g kk = vk / gkk
Ora, e solo ora, che sono state introdotte le componenti fisiche in sistemi di coordinate curvilinee ortogonali
`e possibile confondere i pedici con gli apici nelle componenti dei tensori.
Tensore metrico. Il sistema di coordinate cilindriche `e ortogonale. Il tensore metrico `e diagonale gij =
0, i 6= j. In particolare, dallelemento di lunghezza si ricavano le componenti del tensore metrico
2
g11 = 1, g22 = q (1) , g33 = 1 (componenti covarianti)
(83)
11 22 (1)2 33
g = 1, g = 1/q , g =1 (componenti contravarianti)
2 + sin q 2 y 1
b1 = cos q x
b = b1
b2 = q 1 sin q 2 x
+ q 1 cos q 2 y
b2 = g 22 b2 (85)
3
b3 = z b = b3
11
Componenti contravarianti, covarianti e fisiche. Osservando le basi contravarianti e covarianti si
deve osservare come i vettori b1 , b3 , b1 , b3 siano privi di dimensioni fisiche, mentre il vettore b2 abbia
la dimensione di una lunghezza (la coordinata q 1 coincide con il raggio r) e il vettore b2 linverso di una
lunghezza. E quindi necessario definire una base fisica e le componetni fisiche di un vettore (in maniera
analoga si definiranno le componenti fisiche di un tensore di ordine qualsiasi). Si definisce la base fisica come
p
bi = bi / g ii (86)
I vettori della base fisica hanno modulo unitario e costituiscono una terna ortonormale se il sistema di
coordinate `e ortogonale. La base fisica nel sistema di coordiante cilindriche `e quindi
r = b1 = b1 = cos q 2 x
+ sin q 2 y
p
= b2 = b2 / g 22 = sin q 2 x + cos q 2 y
(87)
z = 3 3
b =b = z
Simboli di Christoffel. Si pu` o verificare tramite calcolo diretto che gli unici simboli di Christoffel del
secondo tipo diversi da zero sono
Gradiente di uno scalare. Utilizzando la forma in componenti del gradiente, il legame tra compo-
nenti contravarianti, covarianti e fisiche, si pu`o scrivere il gradiente di un campo scalare in componenti
contravarianti, covarianti e fisiche.
f 1 f 2 f 3
gradf = b + b + b =
r z
f 1 f f
= b1 + 2 b2 + b3 = (89)
r r z
f 1 f f
= r + + z
r r z
Divergenza di un vettore.
v i
divv = + iil v l =
q i
v 1 v 2 v 3
= 1 + 2 + 3 + 212 v 1 =
q q q (90)
vr 1 v vz 1
= + + + vr
r r z r
1 (rvr ) 1 v vz
= + +
r r r z
12
Gradiente di un vettore.
i
v
gradv = + lk v bi bk =
i l
q k
v 1
1
v 1
1 v 1 2 2
= 1 b1 b + + 22 v b 1 b + b1 b3 +
q q 2 q 3
2 2
v 2
v 2 2 1 v 2 1 2
+ 21 v b 2 b + + 12 v b 2 b + b2 b3 +
q 1 q 2 q 3
v 3 1 v 3 2 v 3 (91)
b 3 b + b 3 b + b3 b3 =
q 1 q 2 q 3
vr 1 vr vr
= r r + v r + r z+
r r z
v 1 v v
r + + vr + z+
r r z
vz 1 vz vz
z r + z + z z
r r z
v 1
1
v 1
2 1
22 v 1 2 22 1 v 2 1 2 v
v =b1 + 2 g + 22 v + 3 3 + g 22 + 12 v + 21 2
q 1 q 1 q q 2 q q q 2 q
+ b2 {. . . } + b3 {. . . } =
= =
(92)
ur 2 u
= ur 2 2 r+
r r
2 u u
+ u + 2 2 +
r r
+ [uz ] z
1 2f 2f
1 f
f = r + 2 2 + 2 (93)
r r r r z
Termine advettivo.
i
v
(a )v = i l
+ lj v aj bi =
q j
v 1 v 2 v 3
= ak k + a2 122 v 2 b1 + ak k + a1 112 v 2 + a2 121 v 1 b2 + ak k b3 =
q q q
= =
(94)
vr a vr vr a v
= ar + + ar r+
r r r r
v a v v a vr
+ ar + + ar + +
r r r r
vz a vz vz
+ ar + + ar z
r r r
13
1.9 Equazioni di Navier-Stokes
Utilizzando lespressione in coordinate cilindriche degli operatori ricavate nel paragrafo precedente, `e ora
possibile scrivere le equazioni di Navier-Stokes in coordinate cilindriche.
u + (u ) u 1 u p = f
t Re (95)
u = 0
u2
ur ur u ur ur 1 ur 2 u p
+ ur + + ur ur 2 2 + = fr
t r r r r Re r r r
u u u u u u u 1 2 ur u 1 p
+ ur + + ur + r
u + 2 2 + = f
t r r r r Re r r r (96)
uz + u uz + u uz + u uz 1 u + p = f
r r z z
t r r r Re z
1 (rur ) + 1 u + uz = 0
r r r z
dove si `e usato il laplaciano di un campo scalare, definito in precedenza. Si ricorda che le equazioni hanno
bisogno di condizioni iniziali, condizioni al contorno e, quando necessario, di condizioni di compatibilit`
a.
14