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2 marzo

genere:
Il concetto di ”genere” non ha un significato univoco
Al contrario, è un concetto altamente dibattuto nelle scienze sociali e nei gender studies sia nei suoi usi che
nei suoi contenuti specifici
Esso è, quindi, il risultato di una sedimentazione, a livello teorico, di processi storico-sociali à è
continuamente sottoposto a tensioni da quegli stessi processi cui dà forma e senso
Il concetto di genere è stato elaborato come strumento concettuale per comprendere il rapporto tra
“natura” (corpo) e “cultura” (identità)
Esso, infatti, nasce infatti in relazione al concetto di sesso
Obiettivo della lezione di oggi è quello di mostrare come, nel tempo, si sia evoluto il concetto di genere e il
modo di intendere il rapporto tra genere e sesso

• Sesso = differenze fisiche e fisiologiche tra donne e uomini, comprendenti sia le caratteristiche
primarie (apparato riproduttivo) che le caratteristiche secondarie (voce, muscolarità, barba, ecc…).

• Genere = caratteristiche sociali e culturali associate con l’essere donna o uomo

il two sex model


Il modello dei due sessi consiste nell’idea che oggettivamente esistano due sessi (maschile e femminile) e
che essi siano legati a differenze biologiche
Thomas Laqueur (1990) à Making Sex: Body and Gender from the Greeks to Freud.
Dall’antica grecia al XVIII secolo, infatti, prevaleva il cosidetto «one-sex model»
Uomini e donne rappresentavano due diversi gradi di sviluppo dello stesso sesso à le donne erano uomini
«sottosviluppati»

Il ‘two-sex model’ come strumento concettuale per comprendere le differenze tra uomini e donne si è
sviluppato nel corso del XVIII secolo e consolidato nel corso del XIX secolo per rispondere ad una serie di
cambianti storico-sociali
È nel corso del XVIII secolo che si assiste, per esempio, organi che prima avevano lo stesso nome iniziano ad
essere chiamati in modi diversi («pene» e «vagina» anziché «pene» e «pene interno»)
«It was not until the 1750s in […] that genuine sex differences were discovered in every bone, muscle, nerve
and cell of the human body and a specifically female skeleton emerged» (Laquer 1990)
Il passaggio à non fu legato a scoperte scientifiche, ma da cambiamenti sociali a cui venne associata una
spiegazione biologica
Nel XVIII modello dei due sessi offriva una soluzione culturale alle contraddizioni esistenti tra i principi di
libertà, uguaglianza, fraternità e la permanenza di disuguaglianze tra donne e uomini
Se le donne sono «uomini meno sviluppati», ma pur sempre uomini (one sex-model) --> le differenze sul
piano dei diritti sociali, politici e civili non sono giustificate.
Affinché le disuguaglianze possano continuare ad essere socialmente giustificate, è necessario trovare
un’altra soluzione culturale à sviluppo del two-sex model
Le disuguaglianze vengono «naturalizzate», ovvero spiegate sulla base di fattori biologici à in questo
modo, i principi di libertà, uguaglianza, fraternità tra gli uomini non sono contraddetti à perché le donne
non sono uomini.

Il two sex model cristallizza le disuguaglianze sociali nelle differenze biologiche.

• Idea che le donne e gli uomini siano inerentemente differenti

• Idea che l’eterosessualità sia la sola e naturale forma di sessualità.

«Both men and women were created as ‘naturally’ and biologically sexed […]. What occurred was not a
liberation. For woman it heralded a period of intense patriarchal oppression, but for men as well, it
reflected an increasingly restrictive form of masculinity» (Laquer 1990)

genere e seso:
Le origini “intellettuali” del concetto di genere vengono solitamente rintracciate ne:

• Déclaration des droits des femmes et des citoyennes di Olimpia de Gouges (1791)

• Vindication of Rights of Women di Mary Wollstonecraft (1792).

• scritti di Stuart Mill (The subjection of women 1869 + On Liberty 1859)

Denuncia dell’esclusione delle donne dalla neonata “cittadinanza universale” sulla base della loro
appartenenza di sesso.
Queste prime riflessioni:

• affermano l’uguaglianza di capacità e diritti tra uomini e donne à

• al contempo, affermano l’esistenza di una diversità tra i due sessi à donne e uomini sono
intrinsecamente differenti.

“Il sesso superiore sia in bellezza che in coraggio, nelle sofferenze dell’umanità”- Olimpia de Gouges
Wollstonecraft accompagnò la propria difesa dei diritti “uguali” delle donne con l’affermazione della loro
differenza rispetto agli uomini in quanto madri
Assumono che genere e sesso siano un binomio.

Le prime teorizzazioni del concetto di genere non mettono in discussione il two-sex model, ma lo assumono
come punto di partenza.

• Affermare dell’esistenza di una condizione femminile specifica à consente lo sviluppo del


proto-femminismo.
• Sviluppo di una tensione costante derivante dalla simultanea affermazione dell’uguaglianza
e della differenza à dilemma di Wollstonecraft

genere e scienze sociali:


L’introduzione del concetto di “genere” nel vocabolario anglofono avviene solo intorno al 1975.
Inizialmente, il termine “genere” nasce soprattutto per spiegare le conseguenze del venire al mondo con
un corpo sessuato, in particolare con un corpo femminile
Anche le prime teorizzazioni nelle scienze sociali:

• Assumono l’esistenza di due (soli e) distinti sessi;

• Assumono che genere e sesso siano un binomio (non affrontano possibilità di conflitto tra
identità di genere e sesso biologico);

• Assumono che l’eterosessualità sia l’unica forma naturale di comportamento sessuale.

“Che gli individui siano maschi o femmine può abitualmente giudicarsi attraverso l’evidenza biologica. Che
essi siano maschili o femminili non lo si giudica per la stessa via: i criteri sono culturali e variano con
l’epoca e il luogo. La persistenza del sesso va ammessa, ma altrettanto bisogna fare con la variabilità del
genere” (Ann Oakley, Sex Gender and Society ).

“Gli uomini e le donne sono, è ovvio, diversi. Ma non sono così diversi come il giorno e la notte, la terra e il
cielo, lo Yin e lo Yang, la vita e la morte. Dal punto di vista della natura gli uomini e le donne sono più simili
gli uni alle altre che a qualsiasi altra cosa – alle montagne, ai canguri o alle palme di cocco. L’idea che siano
diversi tra loro più di quanto ciascuno di essi lo è da qualsiasi altra cosa deve derivare da un motivo che
non ha niente a che fare con la natura” (Gayle Rubin, 1975)

Pur non discutendo il “two-sex model”, sin dalle loro prime riflessioni, le scienze sociali utilizzano il concetto
di genere per riferirsi simultaneamente a:

• questioni di identità à che cosa è una donna, che cosa implica nascere al mondo con un
corpo di donna.

• questioni di potere à chi ha il potere di definire che cosa sia una donna e quale sia lo
standard di normalità femminile.

genere, potere e identità:

Secondo Joan Scott (1988), il genere è il primo terreno nel quale il potere si manifesta.
Le prime ricerche sul genere si concentrano su:

• Dominazione esplicita/primaria à Come le differenze tra i sessi in natura si prestano alla


costruzione di disparità e asimmetrie (dalla divisione del lavoro, alle competenze,
all’accesso alla sfera intellettuale e simbolica) a svantaggio del genere femminile à
femminismo marxista

• Dominazione simbolica/complementare à genere come categoria tramite cui interpreta il


mondo, si costruiscono gerarchie di rilevanza à Bourdieu, La dominazione maschile
• “Imparare la maschilità o la femminilità” significa imparare rapporti di dominio o di
subordinazione come se fossero naturali; ma anche imparare e sviluppare, più o meno
consapevolmente rapporti e modi di resistenza a quelle forme di dominio.

il genere come fenomeno plurale:


Le prime analisi delle scienze sociali e le prime teorie femministe si concentrano:

• Si concentrano esclusivamente sulla condizione femminile à scarsa attenzione al maschile


che, implicitamente, viene riaffermato come standard di normalità

• riflettono il punto di vista di donne appartenenti comunque a gruppi sociali dominanti à


Primariamente sulla condizione femminile propria delle donne bianche di classe media nel
contesto occidentale.

• Irruzione nel campo delle analisi femministe e delle scienze sociali delle donne di colore e
dei paesi in via di sviluppo à pluralità dei modelli di genere e intersezionalità

• Gerarchie di genere e rapporti di potere non sono solo frutto di una manipolazione da
parte del genere dominante, degli uomini, ma di rapporti di potere materiali e simbolici
tra donne stesse, in cui alcune disconoscono non solo risorse, ma valore alla esperienza e
modi di essere di altre.

Lo sviluppo del black feminism e del concetto di intersezionalità problematizzano il concetto di genere:

• Sarah Delamont (2001) ‘class differences between women are more powerful than any
gender-based similarities’.

• Timido allontamento dal two sex model e dall’idea che sesso e genere siano un binomio à
esistono tanti “modelli di genere” a fronte dello sesso femminile

Fine anni ‘80 à sviluppo progressivo dei men’s and masculinities’ studies
Maschile e femminile si costruiscono e definiscono a vicenda: la comprensione dell’uno non può
prescindere dalla comprensione dell’altro
Se le donne, sottomesse ad un lavoro di socializzazione che tende a diminuirle e negarle, apprendono le
virtù negative della abnegazione, della rassegnazione e del silenzio, anche gli uomini sono prigionieri e
vittime della rappresentazione dominante.
- P. Bourdieu, Il dominio maschile

Men and masculinities studies si sono concentrati, principalmente:

• Variazioni storico-sociali del modello di virilità, di maschio, di uomo

• Gerarchie di modelli di maschilità, così come di femminilità (gender orders)

• Intersezionalità tra questioni di classe, razza, etnia nella costruzione della maschilità.

• Tentativo di mostrare come sia il corpo sessuato femminile che quello maschile sono
oggetto di costruzione sociale.
• Sia il maschile che il femminile, sia gli uomini che le donne, e i rapporti tra loro stanno
all’interno degli stessi complessi processi di costruzione sociale, a livello simbolico e di
potere.

• Ciò significa anche che maschile e femminile sono costruiti simultaneamente e


interattivamente, in rapporto l’uno con l’altro e dagli uni (gli uomini) come dalle altre (le
donne).

• Timido allontanamento dal two-sex model à e dall’idea che l’esperienza maschile e


femminile sia così differente da dover essere affrontata separatamente.

queering gender:
Pensiero postmoderno (dalle scienze sociali ai movimenti sociali) e della queer theory (dai movimenti
sociali alle scienze sociali) à messa in discussione esplicita del two-sex model model.
Ridefinizione del concetto di genere in un’ottica più articolata, capace di includere le differenze, andando
oltre la visione dicotomica per la quale i generi, per quanto socialmente costruiti, sono pur sempre solo
due (perché pur sempre due sono i sessi).
Partendo dall’assunto che gli stessi concetti di genere e sesso siano costruzioni sociali:

• possibilità che la logica binaria non possa essere assunta come immodificabile, oltre che
come identiche ovunque;

• possibilità che la logica binaria (due sessi, due generi) possa essere sostituita da nuove
logiche, da differenze multiple, non binarie.

Linda Nicholson (1996) à corpo come di una stampella


A questo problema sono state offerte due diverse soluzioni.
La prima afferma la rilevanza del corpo: --> femminismo della differenza

• sottolinea le dimensioni biologiche e fisiologiche della differenza sessuale, come origine di


culture specificamente e ontologicamente maschile e femminile.

• Individua la differenza sessuale come origine della dimensione simbolica che presenta il
“maschile” come soggetto universale e presentarsi come donne è necessario per ribaltarla.

• “Ritorno al corpo” visto come origine non neutraleà il suo mutismo sarebbe la
conseguenza del dominio simbolico maschile.

Prospettiva del decostruzionismo:

• Il corpo non “esiste” al di fuori dell’esperienza che se ne ha, dei significati che ad esso sono
attribuiti in dato contesto sociale (Nicholson 1996, Gatens 1996).

• “All’opposto del filo di ragionamento che aveva portato a vedere i processi di costruzione
del genere a partire dall’evidenza del corpo, il decostruzionismo argomenta che occorre
smontare questi processi fino in fondo, coinvolgendo l’ipotesi stessa che esista un corpo-
stampella su cui vengono gettati i vestiti-modelli di genere” (Saraceno 2006)

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