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2. SCLEROSI CALCIFICA DELLA MEDIA DI MÖENCKEBERG: depositi calcifici nelle arterie muscolari (in
soggetti >50 anni). Le calcificazioni sono radiologicamente visibili e non si aggettano nel lume
vascolare.
3. ARTERIOLOSCLEROSI: colpisce le arterie e le arteriole. È un ispessimento della parete dei vasi
con restringimento del lume e danno ischemico a valle. Si associa all’ipertensione o al diabete.
Esistono due varianti anatomiche: - IALINA
- IPERPLASTICA
• Ispessimento della parete delle arterie (confinata all’intima ), con conseguente perdita di elasticità.
• Si caratterizza per la presenza di lesioni intimali (ateromi o placche ateromatose) che protrudono
all’interno del lume vasale ostruendolo.
• Colpisce soprattutto le grosse arterie (aorta, carotidi, arterie
muscolari), ma è assente nei capillari, nelle vene o nei vasi linfatici.
• Diventa malattia diffusa tra i 40-60 anni.
• 2) La tunica media: strato intermedio è formata da diversi strati di fibre muscolari lisce disposte
ordinatamente e intercalate da fibre elastiche e collagene.
• La parete dei grossi vasi arteriosi ha però uno spessore maggiore ed è più elastica
ATEROSCLEROSI
• E’ una malattia focale dello strato interno (tonaca intima) delle arterie di medio e grande calibro
• Può essere intesa come una malattia infiammatorio/fibrotica della parete interna arteriosa
• La lesione elementare dell’aterosclerosi (capace di corrispettivo clinico) è l’ateroma o placca, cioè una
deposizione rilevata, focale, fibro-adiposa della parete arteriosa
• L’ateroma è costituito da un centro (core) lipidico (prevalentemente colesterolo) circondato da un
cappuccio fibroso (cellule muscolari lisce, collageno, matrice extracellulare)
• Lo sviluppo dell’aterosclerosi è aggravato dai fattori di rischio (fumo, ipertensione, dislipidemia, diabete,
ecc)
Fattori di rischio
Fattori non modificabili
• Età
• Sesso: generalmente i maschi sono più soggetti allo sviluppo di questa patologia rispetto alle femmine,
nelle quali, prima della menopausa, gli elevati livelli di estrogeni sembrano possedere effetti protettivi.
• Predisposizione genetica: presenza del gene ACE con genotipo DD.
Fattori modificabili
• Diabete
• Ipertensione arteriosa: una PA >110/70 mmHg può aumentare il rischio di infarto di 5 volte
• Fumo: legato alla produzione di radicali liberi e di altri composti ossidanti che contribuiscono al danno di
parete.
• Elevati livelli di omocisteina: può causare un danno endoteliale o ridurre l’attività vasodilatatrice e
antitrombotica dell’ossido nitrico (NO)
• Iperlipidemia
Patogenesi: fase precoce
1. L’evento primario è l’infiltrazione delle LDL nel connettivo sotto-endoteliale.
2. Le LDL vanno incontro ad ossidazione. La Apo B 100 così ossidata non viene riconosciuta dai
recettori normalmente presenti sulle cellule endoteliali, ma viene riconosciuta dai recettori «scavenger» dei
macrofagi residenti.
3. L’attivazione macrofagica comporta la fagocitosi delle LDL ossidate (diventano cellule schiumose) e la
sintesi di citochine pro-infiammatorie, che danno vita al processo infiammatorio (produzione di
chemochine).
4. I macrofagi contribuiscono alla migrazione delle cellule muscolari lisce nell’intima e negli strati
sottoendoteliali sotto stimolo di PDGF (platelet derived growth factor), e del fattore di crescita dei
fibroblasti FGF 2, TGF-β.
• Si forma la placca formata da un core lipidico, che si caratterizza per la presenza di cellule schiumose
che vanno incontro ad apoptosi, e da una capsula fibrosa.
• Rottura della placca: evento rapido e imprevedibile che porta all’attivazione delle piastrine e della
coagulazione con conseguente formazione di un trombo che può occludere il vaso.
PATOGENESI
Ipotesi della reazione al danno
• Risposta infiammatoria cronica della parete arteriosa scatenata da un danno a carico dell’endotelio.
• La progressione della lesione è sostenuta dalle continue interazioni tra lipoproteine modificate,
macrofagi, linfociti T e i normali costituenti cellulari della parete arteriosa.
MORFOLOGIA
• Il processo dell’aterogenesi inizia con accumulo di lipidi nella parete delle arterie
• Le lesioni aterosclerotiche rappresentano una serie di risposte altamente specifiche sia cellulari sia
molecolari che possono essere descritte come una malattia infiammatoria
• Le lesioni dell’aterosclerosi si verificano soprattutto nelle grosse e medie arterie elastiche e muscolari,
dove la pressione arteriosa è elevata
• Queste lesioni possono portare ad ischemia del cuore, e/o del cervello, che, se critica, è causa di infarto
ALTERAZIONI PRECOCI: LESIONI FONDAMENTALI
Macroscopicamente l'aterosclerosi si manifesta fondamentalmente con tre lesioni elementari, che
rappresentano le fasi evolutive della malattia:
• Macchia o stria lipidica
• Placca fibrosa
• Lesione complicata
LA PLACCA ATEROSCLEROTICA
Consiste di un ispessimento circoscritto, sporgente sul piano
dell'intima, di colorito bianco perlaceo o lievemente giallognolo, di
dimensioni varie, da qualche millimetro a diversi cm.
La superficie è liscia o alquanto scabra ma continua, la consistenza è
dura. Alla sezione, l'aspetto può essere omogeneo oppure variegato
per la presenza di un centro decisamente giallo, molle o poltaceo,
unto e asportabile (la cosiddetta pappa ateromasica), ricoperto
verso l'intima da un rivestimento fibroso, detto cappa, duro e
biancastro.
Rappresenta la prima alterazione della parete vasale nello sviluppo dell’aterosclerosi, ed è presente fin
dalle prime decadi di vita.
Si forma attraverso le seguenti tappe:
5. Trasformazione dei macrofagi in cellule schiumose per azione dell’MCSF (perdita dell’autoregolazione)
6. Formazione della STRIA LIPIDICA
Se lo stimolo persiste la stria lipidica progredisce verso forme aterosclerotiche più complicate, LA PLACCA
FIBRO-LIPIDICA
- La trasformazione in placca è dovuta alla migrazione di cellule muscolari lisce che secernono matrice
extracellulare e formano un cappuccio fibroso che separa il cuore lipidico dal lume vasale (PDGF, bFGF)
- Stimoli meccanici (stress di parete) determinano la secrezione da parte dei macrofagi e delle piastrine di
sostanza che stimolano la crescita delle cellule muscolari lisce
- La placca, a differenza della stria, protrude nel lume vasale determinando un ostacolo al flusso ematico
- La lesione della placca è dovuta ad una degradazione del cappuccio fibroso per rilascio di enzimi
proteolitici (metalloproteinasi) da parte dei macrofagi attivati
• La disfunzione endoteliale si osserva in una serie di patologie e condizioni associate ad un aumento del
rischio cardiovascolare
ATTIVAZIONE ENDOTELIALE
‘LESIONE INTERMEDIA’
‘LESIONE AVANZATA’
PATOLOGIE CONSEGUENTI ALLA PROGRESSIONE DELL’ ATEROSCLEROSI
FATTORI DI RISCHIO PER ATEROSCLEROSI
Fattori di Rischio
- Biologici
- Familiarità
- Età
- Etnia
- Peso corporeo elevato
- Comportamenti
- Eccesso di alcol
- Dieta ricca di sale
- Fumo
- Mancanza di esercizio
- Psicosociali
- Depressione
- Stress
- Ictus Cerebrale
emorragico: rottura di un piccolo vaso cerebrale
trombotico: una placca aterosclerotica nelle carotidi si frammenta in piccoli pezzi che occludono un
vaso cerebrale
- Retinopatia ipertensiva
I vasi arteriosi della retina sono alterati in misura proporzionale alla gravità dell’ipertensione
Il colesterolo
La parola colesterolo deriva dal greco ‘chole’ = bile e ‘stereos’ = solido, ed è stata utilizzata per la prima
volta nel 1894. -> ”bile solida”
L’uomo produce per biosintesi autonoma la maggior parte del colesterolo necessario, negli adulti tra 1 e 2
grammi al giorno. È più quello che produciamo noi piuttosto che quello che assumiamo con la dieta.
Solo una piccola parte viene assunta con l’alimentazione: la maggior parte del metabolismo del colesterolo
avviene nel fegato.
Il contenuto di colesterolo nell’organismo umano è circa 150 grammi
Funzioni
• Il colesterolo è un ingrediente essenziale della membrana cellulare di tutte le cellule animali: si inserisce
fra i due strati di fosfolipidi orientandosi con il gruppo –OH vicino alle teste polari dei fosfolipidi,
diminuendo così la fluidità del mosaico ma aumentando la stabilità meccanica e la flessibilità delle cellule.
Così facendo però diminuisce la permeabilità a piccole molecole idrosolubili.
Diminuisce in questo modo però la permeabilità di membrana perche delle molecole idrofobiche di
colesterolo si inseriscono tra i foglietti idrofilici.
• Il colesterolo si aggrega con alcune proteine della membrana plasmatica per staccare pezzi di membrana
stessa e formare vescicole che portano il loro contenuto ai vari organuli cellulari.
IL COLESTEROLO:
ingrediente fondamentale delle membrane cellulari
• Diminuisce la fluidità
• Aumenta la stabilità
• Aumenta la flessibilità
• Diminuisce la permeabilità di piccole molecole idrofiliche
COLESTEROLO e TRIGLICERIDI vengono incorporati in strutture chiamate lipoproteine per essere distribuiti
alle cellule adipose attraverso il circolo sanguigno.
IPERLIPIDEMIE
Il fenomeno di iperlipidemia è rappresentato da valori sopra la norma dei lipidi nel sangue:
• Ipercolesterolemia
• Ipertrigliceridemia
• Iperlipidemia combinata
PREVENZIONE
1. SANA ALIMENTAZIONE 2. ESERCIZIO FISICO