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Guida al Diritto
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SEMPLIFICAZIONE
Occorre osservare che l'atto ricognitivo non è fonte del diritto e che esso non può costituire altro che
una mera indicazione, per l'interprete, delle norme ritenute implicitamente abrogate
Con la legge 9/2009 il Parlamento ha convertito in legge il decreto 200/2008 (si veda per il testo del Dl
200/2008 «Guida al Diritto» n. 2/2009, pagine 38 e seguenti), recante «Misure urgenti in materia di
semplificazione normativa». Si tratta come è noto, del secondo provvedimento a ciò dedicato, dopo
l'intervento già disposto con l'articolo 24 del decreto 112/2008.
La conversione del decreto legge - Vengono introdotte disposizioni volte a:
a) realizzare l'informatizzazione e la classificazione della normativa vigente «per facilitarne la ricerca e
la consultazione gratuita da parte dei cittadini», anche con riferimento alla normativa regionale (articolo
1);
b) disporre l'abrogazione espressa di ulteriori leggi, indicate nell'allegato 1 al decreto (articolo 2);
c) correggere in corsa l'elenco delle abrogazioni già disposte di leggi incluse nell'allegato A al decreto
legge 112/1998 (articolo 3). Si tratta di una «revoca di abrogazione già disposta» e non già di un
fenomeno di riviviscenza normativa, in quanto l'abrogazione delle leggi disposta dal citato articolo 24
ha effetto al centoottantesimo giorno dalla data di entrata in vigore del decreto 112/2008 (pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 25 giugno 2008) e, pertanto, non si è ancora verificata alla data di entrata
in vigore del presente decreto.
Non altrettanto può dirsi, invece, per le ulteriori «esclusioni dall'abrogazione» previste dal Dl 112/2008
ora introdotte dall'articolo 3, comma 1 bis. Infatti, tale esclusione si è fatta decorrere dalla data di
entrata in vigore del decreto 200/2008, che è antecedente al termine previsto per il prodursi dell'effetto
abrogativo, ma ciò si è fatto con norma aggiunta in sede di conversione, e quindi entrata in vigore solo
il 21 febbraio 2009, giorno successivo alla pubblicazione della legge di conversione, e, soprattutto,
successiva all'abrogazione già verificatasi. Occorre dunque, in quest'ultimo caso, parlare di
reviviscenza, sottolineando come - e a maggior ragione in sede di semplificazione normativa - non si
sia di fronte a un ordinato modo di legiferare.
Banca dati pubblica e gratuita della normativa vigente (Dl 200/2008) - L'articolo 1 del decreto
attribuisce al ministro per la Semplificazione normativa il compito di promuovere, assumere
direttamente e coordinare tutte le attività «volte a realizzare l'informatizzazione e la classificazione
della normativa vigente per facilitare la ricerca e la consultazione gratuita da parte dei cittadini». Allo
stesso tempo, viene disposta la convergenza, presso il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi
della presidenza del Consiglio dei ministri, di «tutti i progetti di informatizzazione e di classificazione
della normativa statale e regionale in corso di realizzazione da parte delle amministrazioni pubbliche».
A tali fini, il ministro per la semplificazione normativa adotta, entro 180 giorni dalla data di entrata in
vigore della legge di conversione del decreto, uno o più decreti volti a coordinare le attività con quelle
già in corso per l'attuazione dell'articolo 14 della legge 246/2005, e - sentito il ministro per la pubblica
amministrazione e l'innovazione - le attività svolte da enti e organismi pubblici in materia di
informatizzazione e classificazione normativa, coordinando l'utilizzo del personale in queste impegnato
(comma 2). Inoltre, il ministro per la Semplificazione, di concerto con il ministro della Giustizia,
definisce criteri per le procedure di pubblicazione degli atti normativi in via telematica, onde superare
l'edizione cartacea della Gazzetta Ufficiale (che, ai sensi dell'articolo 27 comma 2, del Dl 112/2008, è
già sostituita dall'abbonamento telematico).
Per effetto delle modifiche operate in sede di conversione, viene ora previsto, sia che Camera e
Senato collaborino, sulla base di intese, alle attività di informatizzazione, sia che, per quanto riguarda
la normativa regionale, ciò avvenga in cooperazione con la «Conferenza dei Presidenti delle
Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome».
Infine, viene ora espressamente inserito il divieto di finanziare, con somme «a carico dei bilanci
pubblici», «progetti di classificazione e di accesso alla normativa vigente» non rientranti tra le attività
disciplinate dal decreto in esame.
Abrogazioni espresse ( Dl 200/2008, articolo 2) - L'articolo 2 dispone l'abrogazione di una pluralità di
leggi, indicate nell'allegato 1, a decorrere dal 16 dicembre 2009, in tal senso sostituendo il precedente
termine rappresentato dal 60° giorno successivo all 'entrata in vigore del decreto legge medesimo.
La semplificazione normativa - La incongruità del termine originariamente previsto sia dal decreto
200/2008, sia dal precedente decreto 112/2008, era già stata rilevata, segnalando l'opportunità
dell'ampliamento dello spazio di riflessione lasciato allo stesso Governo e agli operatori, onde poter
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intervenire con correzioni. La modifica operata dal Parlamento (anche superiore, quanto alla durata, a
quella in precedenza disposta con riferimento al Dl n. 112) non può che essere pienamente condivisa.
Viene ora previsto che, per l'adozione dei decreti legislativi di cui all'articolo 14 comma 9, della legge
246/2005 (cioè ai fini del riassetto normativo ivi previsto), il ministro per la Semplificazione normativa,
sentito il ministro dell'Economia, «verifica la natura e le finalità dei soggetti che ricevono finanziamenti
a carico del bilancio dello Stato», tenendo conto di tali risultanze ai fini dell'emanazione dei predetti
decreti legislativi.
L'articolo 2, comma 2, del decreto in esame (come già l'articolo 24 del Dl 112/2008), affida
all'esecutivo il compito di definire «con atto ricognitivo», (da adottarsi, come ora previsto, entro il 16
dicembre 2009) le abrogazioni implicite di norme regolamentari.
Il Parlamento, che pure ha prescritto un termine (chiaramente ordinatorio) all'adozione dell'atto
ricognitivo e che lo stesso sia accompagnato «da una relazione volta ad illustrare i criteri adottati nella
ricognizione e i risultati della medesima», non ha invece ritenuto di prescrivere che l'abrogazione delle
norme regolamentari avvenga per il tramite di un apposito regolamento, preferendo quindi l'indubbia
chiarezza dell'abrogazione espressa.
È appena il caso di osservare, ancora una volta, che l'atto ricognitivo non è fonte del diritto e che esso
non può costituire altro che una mera indicazione, per l'interprete, delle norme da ritenere
implicitamente abrogate, senza alcuna cogenza.
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