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La Calabria nel mondo

il mondo della Calabria

PERIODICO TRIMESTRALE - ANNO XII - N. 47 - Settembre/Ottobre 2019


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I
dibattito è aperto. A livello Oltre dieci anni fa, o forse più, l’Assessore
internazionale. Scienziati e ricercatori regionale Mario Pirillo, sollecitato da Enzo
da Oriente a Occidente esprimono Monaco, Presidente dell’Accademia
tesi opposte, sostenute a loro dire, del Peperoncino di Diamante, aveva
da ricerche approfondite. presentato a Bruxelles la richiesta
Primo e fondamentale interrogativo: di riconoscimento di prodotto IGP
“Il peperoncino fa male al cervello?”. (Indicazione Geografica Protetta)
“Sì” è la risposta poco rassicurante del nostro “oro rosso”.
del dott. Zumin Shi che ha condotto Ma da quelle parti non si accontentano
una lunga ricerca presso una Università della sola domanda anche se su carta intestata
del Quatar. della Regione, occorre star dietro
“No” è la risposta della prestigiosa rivista diligentemente a queste pratiche.
Nature, anzi la capsaicina, sostanza E per farla breve, non se ne fece nulla
fondamentale del peperoncino, rappresenta, e il peperoncino che arriva anche in Calabria
una speranza per la terapia dell’Alzheimer, da tutto il mondo, in bustine che non
senza dimenticare che nel peperoncino indicano il paese di provenienza ma soltanto
ci sono molte altre sostanze utili alla salute, di lavorazione, bluffando magari
perfino nelle terapie del cancro. d’esser calabrese, soffocano un mercato
«La capsaicina e il peperoncino che potrebbe essere di qualità.
costano poco e quindi pensare di combattere Ma attenzione, Bruxelles non ha detto “no”
il cancro con poca spesa suscita certamente perché se lo dicesse la richiesta sarebbe
grande preoccupazione nelle multinazionali per sempre improponibile. Aspetta...
del farmaco». Firmato Prof. Bruno Amantea, Ci sarà qualcuno che dalla Cittadella
Università Magna Graecia, Catanzaro. o dall’Astronave si farà avanti?
E andando avanti tra i “sì” e i “no”,
eccoci alla più recente e clamorosa
scoperta: “La capsaicina
allunga la vita!”
Che bello per noi calabresi
che di peperoncino
ne consumiamo tanto!
Si aprono nuovi orizzonti
di buona salute e di utilità
per le tasche.
Già per le tasche, perché abbiamo
un peperoncino da alta classifica,
quello di Diamante e già il nome
costituisce innegabilmente un plus.
Ma anche stavolta è inevitabile recriminare
sulla nostra classe dirigente
e le sue insopportabili pigrizie.

2/3 4/5 6/7 8/9 10/11 12/13 14/15


Le Associazioni Occhialì MirellaMuià Mondo A region veduta A guidare Mario Gallo
degli emigrati perno rapito dai turchi una vocazione Peperoncino i Fratelli Bandiera nel nome
della nostra identità diventò Pascià nel segno dell’unità S’incrociano un calabrese accusato del cinema
tra l’oriente sguardi giovani di brigantaggio
Osservatorio Mio caro Leonida... e l’occidente cristiani e antichi
di memorie sradicate Montreal/Il Simposio
Esperienze
da non disperdere Profumi e sapori
di Calabria
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la promozione dei “grandi progetti” e le Federazioni attive e cancellare


Orlandino Greco Carlo De Rose Osservatorio
di memorie sdradicate
che, come ha affermato Antonio quelle che non svolgono alcuna
Galati, vice presidente della Consulta,
«chiude se non completamente,
attività o svolgono attività
non conformi a quelle individuate La Calabria Una ricerca
il tempo degli aiuti frammentati,
assolutamente inefficaci
con la legge regionale n. 8.
Sarebbe utile costituire, a questo fine, è senso di appartenenza a tu per tu Con questo suggestivo titolo ma quanto mai pertinente, si sono svolti i corsi
per sostenere qualsiasi attività dei gruppi di lavoro, che possano più recenti di giovani calabresi residenti all’estero giunti in Calabria
per frequentare i corsi di lingua italiana e di Storia, cultura e tradizioni
d’impatto positivo e significativo».
Insomma «iniziative innovative
che possano coinvolgere
supportare l’amministrazione
regionale nel gravoso compito
di effettuare tutti gli opportuni
«C alabria è senso di appartenenza. Il futuro è quello che
racconteremo domani dell’oggi».
Così l’on. Orlandino Greco, delegato dal Presidente Oliverio
C arlo De Rose, sociologo, docente
dell’UNICAL, ha relazionato, dando
alcune anticipazioni, sulla sua attività
calabresi realizzati dalla Regione in collaborazione con il Dipartimento
di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’Università della Calabria
e quella per stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
trasversalmente le diverse e necessari controlli, per poter ai rapporti con la Consulta dell’Emigrazione. di ricerca sull’“Esperienza dei Calabresi Enorme l’interesse e l’entusiasmo dei giovani che vi hanno partecipato
generazioni di calabresi nel mondo». riformare i registri regionali». Nel suo intervento in particolare ha sottolineato l’importanza all’estero”, finanziata dalla Regione e documentato, nel corso della Consulta, da alcuni degli stessi partecipanti
Un passaggio questo di destagionalizzare il turismo utilizzando l’importante Calabria. I risultati sono sorprendenti, e dal video realizzato da Daniella Santoro di Rio de Janeiro, membro
delicato che sollecita ruolo che i borghi possono ricoprire, per il raggiungimento grazie al metodo utilizzato, ossia quello del Direttivo della Consulta. Qui di seguito alcune testimonianze.
la consapevolezza

Le associazioni degli emigrati


di tale obiettivo. Ha segnalato, poi, che grazie alla politica delle interviste a un elevato numero
di nuovi assetti regionale sull’internazionalizzazione, l’export ha avuto di emigrati. E in questo suo impegno
organizzativi un’impennata, soprattutto grazie ai progetti avviati con le Camere De Rose ha ricevuto un efficace supporto Chiara Gouvêa Readi Mell Siciliano

perno della nostra identità


e operativi. di Commercio Italiane all’estero. da parte dei consultori dei rispettivi Sono stata in grado di condividere
L’aspettativa per «La Consulta in questi anni ha svolto un lavoro egregio. Paesi nei quali ha svolto il suo programma questo momento magico con altri
il futuro da parte delle Bisogna sempre più coinvolgere le nuove generazioni di studio. Il primo saggio sarà pubblicato che avevano storie simili alle mie,
comunità emigrate è, e questo sarà certamente l’obiettivo della prossima Consulta». a breve dalla casa editrice Rubettino. alcuni sono diventati solo
da lungo tempo, coetanei, altri sono diventati

È
stato un dibattito molto È stato l’incontro di fine legislatura. L’emigrazione più antica fatalmente che la Consulta fratelli. Ogni conoscenza appresa
intenso, venato da un filo Anni contrassegnati da significative si affievolisce e il ricambio finisca di essere in quelle lezioni, ho imparato
di nostalgia ma ricco novità a cominciare dalla doppia con le nuove generazioni è quanto considerata una nei vecchi rituali delle tradizioni, con la Struttura regionale così come chiede con forza un po’di me, della mia
di propositi per il futuro quello della revisione della legge regionale istitutiva mai indispensabile se si vuol piccola isola dispersa immigrate con esse, il che non di competenza, per favorire Elio Orsara, grande chef personalità e mi ha dato
Consulta dei Calabresi nel mondo della Consulta. Un aggiornamento mantenere un collegamento Gina Aquino nel grande mare significa abbandonarle, piuttosto scambi di esperienze e potenziali in quel di Tokio, raccontando la forza di conoscere una parte
che si è riunita, alla fine di settembre, la cui novità più rilevante è stato ben radicato tra la Calabria della Regione affiancarle con attività di diffusione iniziative comuni. del cruciale ruolo che la sua delle mie storie che sono
a Catanzaro, nella Cittadella, l’ingresso, a pieno titolo, dei giovani e le numerosissime comunità e sia integrata della cultura, di promozione Una collaborazione che consenta Associazione svolge in Giappone, state sepolte. Mell Siciliano
sede della Regione Calabria. nella Consulta e nel suo Direttivo. di calabresi sparsi nel mondo. Su queste problematiche ha fatto definitivamente nell’Assessorato del turismo – non soltanto di ritorno – ad esempio a giovani che vivono anche in termini di volontariato, Posso dire che non si trattava Dopo il corso la vita ha guadagnato
A questo problema una risposta chiarezza nel suo intervento della Internazionalizzazione. di collaborazione al progresso in Calabria di recarsi per periodi e del suo lavoro a favore del turismo solo di lezioni, ma di intensi nuovi colori. Per tutti gli studenti.
convincente è giunta dai corsi l’avv. Gina Aquino, Dirigente Certo, ciò comporta l’attribuzione economico regionale. programmati all’estero e viceversa. e dell’importazione in Giappone momenti di conoscenza dei Quelli che non studiavano davvero
realizzati in Calabria negli ultimi anni, del Settore Affari Generali della meno risicata dell’attuale bilancio Dal dibattito e dai contributi e dalle Ipotesi questa che chiama in causa di prodotti tipici calabresi. miei antenati. l’italiano, dopo il corso hanno
con la partecipazione di giovani Regione Calabria con la responsabilità cominciato a seguire nel paese
calabresi – anche se nati all’estero – anche del Settore Emigrazione. Fernanda Teles Gullo d’origine sul serio i corsi d’italiano.
Berenice Vilardo Anna Barcellini Annalisa Mazzei
in collaborazione con le università Introducendo l’illustrazione del Piano Tante cose abbiamo imparato Altri hanno cominciato a lavorare,
di Arcavacata e quella per stranieri degli Interventi 2020, ne ha tracciato in questo viaggio in Calabria! nel paese d’origini,
“Dante Alighieri” di Reggio Calabria. per grandi linee i contenuti, ribadendo La lingua italiana, ma anche nell’associazione calabrese,
È insomma, il “capitale umano” che le risorse finanziarie ammontano la ricchezza dei dialetti, la storia, aiutando a divulgare la nostra
il più prezioso, che oggi la Calabria sempre a 300.000 euro. la musica tradizionale e moderna, terra, ed io, in Brasile,
possiede e che va speso Guardando al futuro la riflessione i ritmi, le danze, la tarantella. ho cominciato a studiare di più
e incrementato con modalità sempre si è spostata sugli interventi La Sila, l’Aspromonte, il mare. su Calabria e Italia, e adesso faccio
più coinvolgenti e convincenti. necessari da attivare, al fine Le molte leggende, le tradizioni, parte della Confederazione
A questa iniziativa se ne associa di rendere ancora più efficace il teatro, il cinema. degli Italiani nel Mondo (CIM).
un’altra ancora più recente: il supporto della Regione Antonio Galati
Il cibo, quello buonissimo! E perché il corso ha cambiato così
alle Associazioni e Federazioni La pasta fresca, il sugo, la pizza, tanto la vita di tutti?
dei Calabresi all’estero. il peperoncino, l’oliva, il fungo, A me sembra che la ragione
«Innanzitutto è fondamentale», di trecentomila euro l’anno testimonianze dei Consultori soprattutto il coinvolgimento delle Nel corso dei lavori i Consultori il bergamotto, la liquirizia, principale sia che la Calabria,
«La nostra terra deve fare ha detto Gina Aquino, «aggiornare e nello stesso tempo pure la presa è emersa anche la necessità Università calabresi. hanno voluto esprimere l’annona, il gelato, il pesce spada, che prima sembrava un posto
leva sulle proprie risorse. i Registri Regionali, al fine d’atto da parte delle comunità di un più solido collegamento “Fare network” deve essere un affettuoso “grazie” per il lavoro il maiale... delle favole, delle storie dei nonni,
Abbiamo imboccato questa di mantenere in vita le Associazioni che la “calabresità” non si esaurisce reciproco e, nello stesso tempo, un obiettivo da realizzare, fatto insieme, alla dott.ssa Anna E ancora molto di pìu! adesso diventò un luogo reale,
Mario Oliverio strada, un percorso in cui c’è qualcosa che si muove, Barcellini per molti anni Non si può scrivere di tutti i tanti che appartiene non solo ai miei
e con fermento. Il vostro è stato un apporto importante. responsabile dell’Ufficio gusti di questo viaggio... nonni, ma anche a me.
Calabresi nel mondo I problemi che abbiamo dovuto affrontare,
la limitazione delle risorse, ci hanno messo nelle
L’on. Orlandino Greco, il Presidente Mario Oliverio, l’on. Nicola Carè
e la giornalista Maria De Vincenti che ha guidato l’apertura dei lavori della Consulta
I giovani dell’Argentina – Julio Croci primo da sinistra – che hanno realizzato
il progetto di Confederazione delle Associazioni calabresi nel loro Paese Emigrazione che ha lasciato
il lavoro per anzianità di servizio.
una strada che condizioni di non poter realizzare tutto quello Un ringraziamento per

ci proietta nel futuro che avremmo voluto ma abbiamo imboccato comunque


una strada giusta.
“essere stata sempre disponibile,
professionale ed attenta ai bisogni
«Questa strada credo debba proiettarci nel futuro, di tutti” è stato espresso

«N el corso di questi anni» ha affermato


il Presidente Mario Oliverio portando
il suo saluto ai Consultori «c’è stato un rapporto molto
guardando soprattutto ai nostri giovani che ne sono
la parte essenziale. Vi dico grazie poiché siete un grande
punto di riferimento. Attraverso voi abbiamo tenuto
dalla dott.ssa Berenice Vilardo,
consultrice per il Belgio.
“Non avremmo potuto avere
più intenso tra la Calabria e i suoi figli nel mondo e consolidato il filo dei rapporti con le nostre comunità. di meglio per la sua preparazione,
e ciò è stato fatto attraverso la Consulta, ma anche La Calabria è una, tutti i calabresi che vivono qui per il suo spirito di servizio.
per il tramite della presenza della Regione nei paesi e che sono nel mondo sono figli di questa terra. “Cara Anna, non ti dimenticheremo.
dove lavorate, dove siete insediati con le vostre famiglie. Una terra di cui dobbiamo essere orgogliosi Goditi questo nuovo periodo della
«I Calabresi nel mondo rappresentano una grande e che dobbiamo sentire la necessità di servire, vita, ne vale la pena”.
risorsa, in grado di garantire crescita e sviluppo, ognuno con il proprio piccolo contributo. Subentra l’avv. Annalisa Mazzei
e in futuro bisognerà intensificare ulteriormente Perché con il contributo di ognuno di noi la Calabria con l’augurio di benvenuto
la collaborazione tra queste comunità e la Regione. può crescere e può guardare al futuro con fiducia». di tutta la Consulta.
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Ma non si era limitato a questo, perché

Mio caro Leonida ...


aveva anche appreso da suo padre il mestiere
di marinaio, era capace di affrontare il mare,
di interpretare i segni del cielo, del vento
e delle onde, di leggere una rotta guardando
il sole o le stelle, di capire se le nuvole erano
portatrici di burrasca o di bonaccia.
Una volta schiavo, ci mise del tempo e i sacrifici
non furono pochi ma dopo anni passati ai remi Natale Pace, fin da giovane legato da una
di un’imbarcazione turca, riuscì a far valere vicinanza affettuosa a Leonida Repaci, propone,
le sue capacità di marinaio, arrivando dello scrittore una ri-lettura dell’opera
a comandare una nave che lo portò però letteraria, dell’attività politica, della lunga
a compiere quelle scorrerie nel bacino e complicata gestione del Premio Viareggio,
del Mediterraneo e anche sulle coste calabresi attraverso lo studio-analisi di documenti
di cui lui stesso era stato vittima.
epistolari da lui inviati o ricevuti.
Ma il suo cursus honorum non si fermò qui
perché sarebbe diventato perfino ammiraglio
In particolare rivela retroscena inediti
della flotta musulmana che partecipò alla
nei rapporti di Repaci con Antonio Gramsci
battaglia navale di Lepanto, una delle più grandi
Il monumento a Occhialì, nei panni di pascià, Giuseppe Antonio Martino
erettogli a Isola Capo Rizzuto
e cruente della storia, che si concluse
con la schiacciante vittoria dei cristiani.

M
Sopra, Le Castella Ma Occhialì poté comunque trarne un vantaggio io caro Leonida… di Natale Pace, edito anni dopo i fatti
personale, perché riuscì a catturare la nave recentemente dall’editore Pellegrini che, molto proba-
ammiraglia dei Cavalieri di Malta e a condurla (Cosenza, 2019), è un libro diverso dai bilmente lo avevano generato, in particolare le Aprile 1980. Leonida e Albertina Repaci
all’inaugurazione della Mostra di pittura
nostalgia, la propria terra. Ma forse possiamo a Costantinopoli, dove fu accolta come tanti volumi che quotidianamente sono pubbli- dimissioni di Repaci dal Partito Comunista, pro- di Natale Pace (in questa foto fra i due)
azzardare che non sia stata proprio questa un trofeo che mitigava in qualche modo cati su autori celebri e meno noti del nostro fir- prio nel 1926, in seguito al suo proscioglimento
la prima generazione di migranti. la cocente sconfitta. mamento letterario. Prendendo spunto da ven- dall’accusa di concorso in omicidio per la morte
Che siano stati preceduti da altri calabresi ancora Oggi di Occhialì potremmo dire che si integrò tisei lettere tratte dall’epistolario di Leonida Re- di un dirigente fascista, a Palmi, durante della fe- idilliaco, o dal Prof. Bruno Bagalà per molti anni
più sfortunati: tutti quelli che venivano rapiti dai perfettamente nella cultura che lo aveva ospitato paci, emerge un interessantissimo spaccato del- sta della Varia, nell’agosto del 1925. sindaco di Sarmura (questo il nome che egli diede
pirati saraceni nel XVI secolo, una “emigrazione e che ne aveva percepito il valore. Divenne la realtà politica e letteraria di tutto il Novecento Di quei drammatici momenti molto si è detto e a Palmi, quasi a stigmatizzare il legame di amore-
forzata” ricca di nefaste prospettive. un turco a tutti gli effetti, vestiva come un turco, italiano con testimonianze di personaggi del ca- scritto e l’assoluzione di Repaci è stata da più odio tra lui e il paese natale dal qua-
Se si accetta questa tesi, allora uno dei primi sposò una donna turca e divenne perfino libro di Umberto Terracini, Cesare Pavese, Luigi parti considerata, a torto o a ragione, le, comunque, non allontanò mai il
giovani a emigrare dalla Calabria, e in questo musulmano o almeno lo dichiarò per avere salva Longo, Maria Bellonci, Mara Fida Moro, Matilde ma certamente anche dal suo cuore).
caso non certo per scelta personale ma per pura la vita. Ma è certo che, come i tanti calabresi Finzi Bassani. politico sardo, il
costrizione, fu proprio Occhialì, un giovinetto, o i loro discendenti sparsi per il mondo, Queste pagine fresche di stampa suscitano par- frutto del diretto in-
appena sedicenne, di Le Castella, il borgo marino non dimenticò mai la Calabria. Inoltre, come ticolare interesse, forse, anche perché tracciano tervento del Duce per
di Isola di Capo Rizzuto. Una località celebre sembra, in punto di morte si raccomandò l’anima la vita quasi dannunziana dello scrittore di Palmi, intercessione di suo
proprio per la sua fortezza, il castello aragonese al Dio dei cristiani, restando comunque ancorato diversa da quella di decine di altri letterati, spe- fratello Arnaldo i cui fi-
a quella cultura d’origine che in cuor suo non cialmente meridionali, a lui coevi: l’autore de La gli erano pazienti di
quanto inutile resistenza della popolazione, aveva evidentemente mai del tutto abbandonato. storia dei Rupe ha infatti vissuto la sua esistenza Gaetano Repaci, fratello

OCCHIALÌ dovette rassegnarsi a un’inevitabile E anche la Calabria, tra gli inevitabili alti e bassi, in maniera titanica, senza chiedersi quali doves- di Leonida e primario pe-
capitolazione. Fu così che lo stesso Occhialì non ha mai dimenticato questo personaggio che sero essere i “limiti” etici e morali da non oltre- diatra nel capoluogo lom-
fu rapito e fatto schiavo. ben rappresenta il carattere dei suoi figli migliori, passare, ma mostrando sempre atteggiamenti di bardo. Certo l’autore de
Ma Occhialì non era un ragazzo qualsiasi. Era per la tenacia, la capacità di adattamento, superiorità o sufficienza verso tutto e verso tutti. L’ultimo Cireneo e de Il de-
piuttosto un antesignano di quella folta schiera la voglia di migliorarsi e di non rassegnarsi mai Io ebbi raramente l’occasione di incontrarlo per- serto del sesso ignorava l’in-
di giovani calabresi che nel mondo portano, a un destino contrario. A dimostrarlo, proprio sonalmente, ma quelle poche volte restarono im- famante giudizio del suo vec-
Raffaele Cardamone

rapito dai turchi ancora oggi, saperi, abilità, creatività, idee


che la loro terra forse non è capace di valorizzare
abbastanza. Aveva capito fin da piccolo
a Le Castella, c’è un busto bronzeo di Occhialì,
presumibilmente realizzato dallo scultore
Giuseppe Rito nel 1961, e collocato il 23 aprile
presse nella mia memoria per l’irruenza del suo
agire e delle sue parole.
Al contrario di me, Natale Pace ebbe familiarità
chio maestro, che aveva recen-
sito un suo libro ne l’Avanti to-
rinese e che lo aveva chiamato a

Q
uando si dice “il destino”! l’importanza dello studio e sapeva leggere 1989 in una piazzetta che porta il suo nome, con Leonida e Albertina Repaci e la sua amicizia, collaborare alla sua rivista L’Or-
L’imprevedibilità del futuro
che può rovesciare progetti
e aspettative in cocente
sconfitta ma anche
in successo memorabile.
diventò Pascià e scrivere, competenze a quei tempi poco diffuse
e che certamente costituivano un elemento
di distinzione.
proprio di fronte all’antico e famoso castello
aragonese.
oltre che nel volume appena pubblicato, egli l’ha
testimoniata anche in Il Debito. Leonida Repaci
nella storia, edito da Laruffa nel 2006. I due vo-
lumi sembrano integrarsi e, per quanto riguarda
dine Nuovo, quando, nel 1948,
volle fortissimamente assegnare alle gram-
sciane Lettere dal Carcere il prestigioso premio
da lui fondato.
È alla Pietrosa, la casa della sua famiglia, della
sua Jenia, tra le cui mura aleggiano ancora l’im-
ponente figura di suo fratello Mariano e quella
L’esistenza di Occhialì, al secolo Gian Luigi Calabria, si riversò verso aree del pianeta ritenute costruito su un’isoletta vicinissima alla costa energica di sua madre, donna Mara del Patire, co-
Galeni, maturò tra questi due estremi. più adatte a garantire migliori condizioni di vita. e completamente circondato dal mare, collegato Villa Repaci me egli la chiama nelle sue opere, che ha voluto
Ma la sua storia non è una novità dato che il suo E su quei bastimenti che partivano dai porti alla terra solo da un’esile lingua di sabbia, Lepanto 7 ottobre 1571 nel Mare nostrum, quell’isola di Cipro
alla Pietrosa di Palmi.
Qui, alla “guardiola”
radunare tutte le testimonianze dell’arte sua e di
luogo natio è la Calabria, una regione che
ha visto partire tanti giovani, verso tutti i punti
cardinali, in cerca di fortuna o semplicemente
di Napoli e Palermo, solcando faticosamente
l’oceano fin dagli inizi del Novecento, c’erano
anche tanti ragazzi calabresi costretti a lasciare,
che doveva servire proprio a contrastare
gli sbarchi e i saccheggi a opera dei saraceni.
Ma non bastò quella fortezza a proteggere dalla
Da qui passò che all’epoca era un possedimento veneziano.
A Lepanto si fronteggiarono due grandi flotte,
il punto più amato
dallo scrittore
decine di suoi compagni di vita che con lui hanno
fatto la storia artistica e letteraria dell’Italia del
Novecento.
di quel pane negato dall’estrema povertà
o da forze esterne che contro di essa, nel corso
loro malgrado e con un grande carico di furia dei pirati il borgo che, dopo una strenua la Storia ciascuna delle quali composta da centinaia
di navi. Ma l’ago della bilancia si spostò presto
dalla parte cristiana grazie soprattutto alle navi
Il poeta Paolo Ruffilli, dopo aver vistato quella ca-
sa, così gli scrisse in una lettera del 18 settembre
dei secoli, si sono puntualmente accanite. La Battaglia di Lepanto di Antonio de Brugada (1804-1863). Museo Marittimo di Barcellona veneziane, le galeazze, più alte delle normali 1982: Quante cose improvvisamente mi si sono
Tra queste le scorrerie dei saraceni,
che tormentavano le coste calabresi arrivando
via mare e compiendo i più efferati delitti,
I l 7 ottobre 1571, a Lepanto, nel golfo
greco di Corinto, la flotta della Lega Santa
e quella turca, si affrontarono in una
galee, quindi impossibili da abbordare,
e con cannoni, oltre che sui lati, anche a poppa
e a prua, con la possibilità quindi di far fuoco
chiarite e illuminate, della tua narrativa, del tuo
mondo, della tua stessa personalità. È stata una
esperienza che io ritengo decisiva.
contribuendo a impoverire ulteriormente questi memorabile battaglia. Più che uno scontro in qualunque direzione. Repaci lottò inutilmente, come è documentato
territori e costringendo le popolazioni di guerra fu uno scontro di civiltà La battaglia ebbe per esito una schiacciante nel libro, perché quella sua villa avesse una
ad abbandonare le località rivierasche, più ricche che si protraeva da tempo tra cristiani vittoria cristiana sulla flotta musulmana. strada e nella tenuta che la circonda aveva scel-
e accoglienti, per rifugiarsi nelle aree interne e musulmani, in particolare tra il Regno Ma fu anche teatro di una sorta di paradosso to di essere sepolto. Voleva che quella casa co-
dove erano spesso costrette a condurre una vita di Spagna e l’Impero Ottomano. della storia, perché vide fronteggiarsi ottocento struita da suo padre, dove si narra che France-
piena di disagi e privazioni. La Lega Santa, voluta da papa Pio V fanti calabresi imbarcati sulle navi cristiane sco Cilea abbia composto alcune delle sue mu-
E proprio durante una di queste scorrerie, e comandata da Giovanni d’Austria, fratello e Occhialì, comandante calabrese di un’intera alcuni fatti determinanti, il secondo sembra com- Di non secondaria importanza sono, tra gli altri siche, diventasse tempio di cultura, punto di in-
secondo gli storici risalente all’anno 1536, del re di Spagna Filippo II, era costituita ala dello schieramento turco. E nello scontro, pletare il primo: basti pensare ai rapporti tra temi trattati, la sua attiva partecipazione alla Re- contro di artisti e letterati: per questo, ancora
inizia la storia del nostro Occhialì, una storia da un’alleanza tra la Spagna, Venezia, l’unico tra i turchi a conseguire un successo Gramsci e Repaci e alla stroncatura che il fonda- sistenza e la sua alacre attività di giornalista e di vivo, la donò al Comune, ma tolti i mobili, i qua-
mirabilmente narrata da due opere letterarie, il papato, altri Stati italiani e i Cavalieri fu proprio Occhialì, che catturò la nave ammiraglia tore del Partito Comunista d’Italia riservò, nei fondatore di nuove testate, specialmente nel se- dri e quanto conteneva non è più tolda di nave,
che sembrano rincorrersi a distanza di Malta, contrapposta alle forze turche dei Cavalieri di Malta e la condusse con sé, suoi Quaderni del Carcere, allo scrittore palmese, condo dopoguerra, ma è nostra intenzione ri- ma relitto affondato, come scrisse Natale Pace
di un trentennio l’una dall’altra: il romanzo comandate da Alì Pascià. come un trofeo, fino a Costantinopoli, mitigando dopo il 1925, cioè dopo l’evento più drammatico chiamare all’attenzione del lettore di queste no- in Il debito, eppure resta ancora lì, affacciata sul
storico di Nino Gimigliano Occhialì historiae A scuotere il mondo cristiano e a scatenare così il peso della sconfitta. che segnò la vita di quel giovane che aveva avuto te il particolare rapporto di Repaci con la Cala- mare di Ulisse, spogliata dei suoi “tesori”, co-
e il recente saggio di Enzo Ciconte Il grande la reazione che si concretizzò in questa Il trionfo fu accolto con grande entusiasmo nel l’ardire, poco più che ventenne, di assumere, a bria, e specialmente con la sua città, come emer- me una cambiale scaduta, a testimoniare l’in-
ammiraglio, entrambe edite da Rubbettino. battaglia decisiva, una vera e propria mondo cristiano, segnò un periodo di decadenza Milano, la difesa degli imputati dell’attentato al ge dai suoi scritti e dalle lettere a lui indirizzate solvenza degli uomini o, forse, un antico ranco-
Una storia, in fondo, di emigrazione che “resa dei conti”, aveva concorso soprattutto marittima ottomana e il conseguente rifiorire dei teatro Diana. da intellettuali calabresi come lo scrittore Fortu- re mai sanato dei suoi concittadini, come qual-
ci fa inevitabilmente pensare a quella prima l’occupazione turca, avvenuta l’anno commerci lungo le sponde del Mediterraneo. Quel giudizio negativo comparve nell’edizione nato Seminara e il giornalista Domenico Zappo- cuno vuole insinuare?
grande ondata migratoria che da tutta l’Italia, precedente, di un avamposto strategico R. F. integrale dell’opera gramsciana, nel 1974, molti ne, con i quali il confronto non è sempre stato
ma in particolare dal Sud e naturalmente dalla
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Madre Mirella Muià con Mons. GianCarlo Bregantini.


mondo. Ed è stato proprio que-
Nella pagina accanto, la piccola Chiesa di Santa Maria di Monserrato,
il momento solenne della pronuncia dei voti e sotto la cappella.
La “sacra scrittura delle icone” nelle foto sotto
Quando nacque la TVregionale st’ultimo filone che ha portato
alla Sede regionale RAI apprez-
Le foto sono di Giulio Archinà
Esperienze zamenti importanti come l’at-
tribuzione di due delle tre edi-

da non disperdere zioni del “Premio Vallombro-


sa”, il più alto riconoscimento
per le televisioni regionali in
Italia: con Canada, Canada An-

A
rrivò puntuale l’ennesi- A un «neonato innocente», da narosa Macrì ha raccontato la
ma telefonata. Era il tutelare con vigile attenzione, comunità calabrese di Toronto;
parroco di un piccolo da seguire con interesse, para- Lidia Ravera e Mimmo Rafele
centro della Piana di Gioia Tau- gonavano i calabresi la Terza hanno esplorato la vita degli
ro. Ero arrivato da poco più di un Rete che stava per nascere. immigrati a Torino (Terroni) e a
anno alla Sede RAI di Cosenza Dalla stessa indagine emerge- New York (Paisà).
per avviare la partenza dei nuo- vano, insieme alla speranza, Poi il progressivo ridimensio-
vi programmi regionali della chiara, che una terza rete regio- namento in neppure un decen-
Terza Rete e il reverendo mi nale fosse una occasione da nio. I capi-struttura di program-
chiedeva perché mai, io Capo- non perdere, anche una serie di mazione furono richiamati a
struttura, originario della pro- paure, dovute a secoli di colo- Roma, scomparvero Ie trasmis-
vincia reggina privilegiassi ad- nìa culturale: che la loro cultura sioni regionali. Rimase in piedi
dirittura una iniziativa dell’area non avesse i carismi giusti per il TG regionale.
Mirella Muià, una vocazione nata cosentina – il Presepe vivente essere rappresentata, e poi at- Si disse che fosse insostenibile

MirellaMuià
di Celico – anzichè il ”suo”. traverso un medium amplifi- il costo di 21 Strutture di Pro-
in giovanissima età, custodita Il programma fu, ovviamente, cante come la televisione; che, grammazione ma forse anche
nella vita normale dello studio, rispettato e da Palermo arrivò la viceversa, una televisione «fat- l’impossibilità di un “controllo
il ’68, la laurea in lingue squadra di riprese esterne TV, ta in Calabria», fosse di secon- politico” così disseminato e la
e letteratura straniere. Poi, ancora altrimenti, con la modesta dota- da categoria rispetto a quella forza d’urto delle Redazioni per
studio e insegnamento in Germania, zione dei mezzi di Sede, avrem- romana, e comunque un ulte- espandersi in tempi e orari di
mo dovuto rinunciare. riore mezzo di emarginazione trasmissione, scelta gradita e
in Francia alla Sorbona. Non avevamo neppure uno per il Sud. sostenuta dalle forze politiche,
Scopre, intanto, il mondo
dell’iconografia. Le fa da maestro
il gesuita padre Egon Sendler.
Una nuova esperienza
una vocazione nel segno dell’unità studio televisivo degno di que-
sto nome allocati come erava-
mo al piano terra di una palaz-
zina di via Montesanto e quan-
La Terza Rete ha cominciato a
operare in Calabria, trovando-
si subito assediata da una ri-
chiesta enorme di accesso o
hanno fatto il resto.
Di quegli anni di programma-
zione regionale e anche nazio-
nale la Sede conserva grande
che l’avvicina alla spiritualità
della tradizione cristiana d’Oriente.
Nello stesso tempo cresce
tra l’oriente e l’occidente cristiani do sulla strada transitava un
bus, dovevamo fermare le ri-
prese e per il rumore e per i
sussulti del pavimento.
meglio sarebbe dire, di biso-
gno prepotente di autorap-
parte. Alcuni programmi – ma
pochi – sono andati dispersi nel

il desiderio di tornare in Calabria Padre”. Nonostante i miei molti pregiudizi, cristiani. «Dobbiamo dare testimonianza di unità
Eppure che stagione eroica,
facoltà di lingue e letteratura straniera. al monachesimo e che la Calabria era il luogo
e accoglie, alla fine, l’offerta Entra nei gruppi studenteschi protagonisti cominciai ad avvicinarmi alla Chiesa e a cullare giusto per coniugarla con la spiritualità orientale. nell’unico battesimo, nell’unico Corpo
indimenticabile, fu quella! E
di Mons. GianCarlo Bregantini ora a ripensarla a 40 anni esat-
del ’68: assemblee, occupazioni, proteste, il desiderio di tornare in Calabria». Ho compreso, inoltre, che la mia era una del Signore, condividendone le piaghe e la gioia
ti è uno scorrere di volti, fatti,
della piccola chiesa di Santa Maria fantasia al potere… «Lottavamo per rinnovare Intanto scopre il mondo dell’iconografia. chiamata ecumenica. La Chiesa è il corpo della resurrezione». emozioni…
di Monserrato, a Gerace. il sistema universitario, ma non mi ritrovavo Le fa da maestro padre Egon Sendler, gesuita del Risorto, ma è ferito. Io dovevo vivere l’unità Le giornate sono scandite dalla meditazione Fino ad allora l’impegno pro-
Nel 2012 emette i voti perpetui. nella visione marxista dominante, l’ideologismo di origini tedesche, che si era innamorato delle della Chiesa e le ferite delle divisioni». della parola di Dio e dall’aghiagrafia, la “sacra duttivo della Sede si fermava ai
condizionava ogni cosa e ogni scelta». icone durante la ritirata di Russia, nella Seconda Nel gennaio 2012 emette la professione perpetua scrittura” delle icone. Non un semplice dipingere,
Nasce così l’Eremo dell’Unità Dopo la laurea approfondisce gli studi in Guerra Mondiale. Sendler conosce tutti i segreti come eremita diocesana. A ricordarlo le palpita ma una preghiera che si fa immagine.
giornali radio e a un program-
e Madre Mirella scopre Germania e in Francia. Nel ’70 approda a Parigi di quest’arte; Mirella lo osserva e ne ripete il cuore: «Nella penombra della cattedrale Quel che ricava dalle offerte le serve per
ma pomeridiano d’intratteni-
mento a base musicale. L’arrivo
che la Calabria è il luogo giusto e comincia a insegnare nei licei e a tenere i gesti. «Ci incontravamo in quella che fu la casa di Gerace mi è stato detto di inginocchiarmi. mantenersi. «Il resto viene dalla provvidenza», della Terza Rete come si chiamò
per coniugare la sua vocazione conferenze di letteratura italiana alla Sorbona. di Jaques Maritain. Un’esperienza fondamentale Il vescovo mi ha imposto lungamente le mani, dice. «Quest’eremo è luogo di incontri, anzi all’inizio, (Raitre più tardi), fu
al monachesimo con La sua è la vita di una giovane intellettuale laica. per me. Ero digiuna di tutto e mi nutrii con invocando lo Spirito. Per me è stato l’ingresso dire che è ormai un santuario dell’ecumenismo. come un terremoto?, no, piutto-
la spiritualità orientale. Un capitolo di cui preferisce non parlare perché la spiritualità della tradizione cristiana d’Oriente». definitivo del mistero della Chiesa, con una Vengono tra gli altri gli amici della comunità sto un “lievito” che produsse
appartiene ormai al passato. Stavolta si fida del suo istinto, prende il treno densità mai assaporata prima». bizantina di Reggio e quelli dell’eparchia Cosenza. La Sede regionale della RAI è stata inaugurata nel 1993,
«La vita eremitica – afferma – «Spesso, nella Bibbia, una chiamata assomiglia e sbarca a Cosenza, accolta da un altro gesuita, Questa donna minuta, il capo avvolto nel velo di Lungro. Celebriamo la divina liturgia
programmisti, registi, tecnici di
quando la Struttura di Programmazione aveva di fatto chiuso ogni attività.
ripresa, di montaggio, di colla-
non è una chiusura nell’isolamento, tanto a una cacciata, che causa dolore padre Pino Stancari. Per dieci anni prega e lavora delle monache ortodosse, l’abito color sabbia e meditiamo la sacra scrittura».
Lo scorso anno, agli inizi di dicembre, è stato celebrato il sessantesimo
boratori esterni che si propone- anno di esistenza della Sede. Enrico Mascilli Migliorini fu il primo Direttore
né una fuga dalle relazioni umane. e confusione anche in chi resta. Ma dura il tempo a Rende, fin quando nel 2001 l’allora vescovo mutuato dalla Piccola Famiglia dell’Annunziata C’è una piccola foresteria, una struttura in legno, vano con progetti che spesso
È una forma di condivisione del passaggio, fino all’approdo sull’altra di Locri, GianCarlo Bregantini, le propone di don Dossetti, è ormai un’altra persona rispetto l’isba, dove chi viene può vivere in autonomia, coglievano l’esigenza di una presentazione. Ogni iniziativa trasferimento dalla vecchia se-
spirituale». sponda». Mirella sente di dover dare un senso di trasferirsi nella piccola chiesa di Santa Maria alla professoressa dell’avanguardia parigina. condividendo la preghiera, le meditazioni e, rappresentazione della Cala- meritevole o immeritevole di de di via Montesanto all’attuale
diverso alla propria esistenza. «A un certo punto di Monserrato, a Gerace. «Pensare che quando Fin nella divisa che si è scelta, vuole richiamare se necessario, un aiuto nel lavoro. bria fuori dagli schemi abituali attenzione, esigeva la presen- di via Marconi.
ho avvertito che Qualcuno si chinava su di me. ero a Parigi per ricordare la mia terra tenevo l’incontro e la sintesi tra l’Oriente e l’Occidente «La vita eremitica non è una chiusura per non dire stantii. za delle telecamere: era con- La parte più significativa della
Enzo Romeo Fu quella che oggi chiamo “l’esperienza del nel mio studio una vecchia fotografia che ritraeva nell’isolamento, né una fuga dalle relazioni Il 15 dicembre 1979, dunque, si vinzione diffusa che l’omolo- produzione di allora è stata ac-
umane. È una forma di condivisione spirituale. partì, una data importante per gazione televisiva ne consa- quistata, almeno 20 anni fa –ma

Q
uesta è la storia di un’emigrata proprio questo luogo». L’edificio fu rifatto in stile Per questo è essenziale il silenzio, soprattutto la Calabria se dobbiamo dar crava il successo. E qui rispun- forse più – dalla Regione Cala-
di ritorno. Ma è una storia barocco nel XVII secolo, durante la dominazione interiore, condizione necessaria per l’ascolto credito a una indagine realizza- tavano antichi vizi clientelari bria, ma è finita inutilizzata in af-
davvero speciale. Perché spagnola (da cui deriva anche il titolo della chiesa), di Dio e dei fratelli». ta, nei mesi precedenti, dal Ser- e/o campanilistici. fidamento ad altro soggetto.
il ri-approdo in Calabria passa con l’altare posto a Occidente, ma la cupola L’Eremo dell’Unità di madre Mirella è oggi vizio Opinioni della RAI sulle La scelta di fondo, del nostro Occorre ragionare sul modo più
attraverso una strada bizantina rimanda al periodo precedente, innestato nel tessuto religioso locale e la piccola aspettative del pubblico verso palinsesto regionale, è stata in- efficace di utilizzo, costruendo
impalpabile, ma che attrae come una calamita: quando vigeva la liturgia greca e il rito orientale. monaca è un riferimento per la diocesi, dove la Terza Rete televisiva. Aspet- nanzitutto quella di tentare di un Archivio audiovisivo e multi-
quella dello Spirito. La protagonista è madre «Bregantini mi disse: “Se vieni, ti darò è invitata a guidare ritiri ed esercizi spirituali. tative, per un certo verso, con- ricostruire una coscienza unita- mediale che sia accessibile fisi-
Mirella Muià, religiosa eremita. una chiesa da far rinascere”. Queste parole Sono caduti i sospetti e le diffidenze con cui fermate dagli indici di ascolto ria della regione, soprattutto camente, e pure on line, a scuo-
Ad appena quattro anni lascia Siderno corrispondevano alla chiamata che avvertivo era stata accolta all’inizio dai geracesi. registrati nei primi mesi di avvio dopo i fatti laceranti di Reggio, le, università e istituzioni cultu-
per Genova, seguendo la mamma che desiderava da tempo: una chiesa che rinasca nel segno «Il deserto è il nostro mondo. Non c’è bisogno delle trasmissioni: la Calabria cercando di individuare pur rali, ma anche a singoli opera-
avvicinarsi al marito, lavoratore marittimo dell’unità fra Oriente e Occidente e dell’eredità di cercarlo fuori, è nelle nostre città insieme con il Trentino e la Valle nella diversità di situazioni sto- tori che ne facciano richiesta.
sulle rotte transoceaniche. monastica dei padri del deserto. e il monachesimo porta un respiro di vita d’Aosta mantenne infatti le pri- riche e culturali (le «Calabrie», Se poi l’Archivio fosse dotato di
«Ancora ragazzina sentìi una forte chiamata Nello stesso anno, venne in visita in Calabria battesimale. Di questo ha bisogno la gente. Non missime posizioni di ascolto ricordate?), gli elementi di pos- adeguate risorse, potrà attivar-
alla vita consacrata, che durò per quasi tutta il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. di idee, ma della pienezza del Signore nella vita». della fascia oraria 19,00 - 20,00, sibile aggregazione. si come soggetto proponente
la mia adolescenza». Sono gli anni del boom Parlai con lui del progetto e lo approvò a pieno Ogni giorno, da tanti anni ormai, Mirella guarda cioè quella a prevalente diffu- Sarebbe troppo lungo enume- nuove acquisizioni, mirate ope-
economico, delle prime battaglie sociali e nella perché si innestava nella storia del monachesimo dalla rupe di Gerace l’azzurro intenso del Mar sione regionale. Dato questo ve- rare i personaggi e le situazioni razioni editoriali, attività di stu-
Genova operaia di allora non c’è posto per italo-greco della nostra regione. Jonio, spazia lo sguardo su quel pezzo ramente singolare, perchè note- che la Terza Rete in quegli anni dio, ricerca, sperimentazione, in
le stravaganze misticheggianti di una ragazzina. L’anno successivo venni dunque a Gerace». di Magna Grecia che va da Capo Zefìrio a Roccella, volmente difforme anche da ha raccontato; i protagonisti particolare sui temi della storia,
«Mi consigliarono di non andare dietro a inutili Monserrato pian piano riprende vita. e assapora la dolcezza del suo sogno realizzato: quello delle altre regioni meri- della società civile cui ha dato dell’arte, delle tradizioni popo-
sogni e di vivere come tutte le altre ragazze Mirella crea un luogo di preghiera verso Oriente, essere una donna di preghiera nell’amata dionali, e quindi riconducibile voce; la grande attenzione al- lari, dell’emigrazione.
della mia età». accanto al portale d’ingresso, dove su un altare Calabria, come le aveva chiesto il suo cuore ad una situazione più specifi- l’altra Calabria, quella dispersa
Mirella smette di scrivere poesie, ripone i suoi pone due icone dipinte da lei. «Ho capito di bambina. camente regionale. nelle altre regioni italiane e nel Antonio Minasi
sogni nel cassetto e si iscrive all’università, che dovevo ricominciare dalla mia vocazione
8 ANNO XII - n. 47 - Settembre/Ottobre 2019 ANNO XII - n. 47 - Settembre/Ottobre 2019 9

I frutti di questo peperoncino sono Il Diavolicchio Diamante viene tagliuzzato marrone e Habanero yellow (Costarica). Il Rocoto, dice il Prof. Fernando Cabieses, della produzione di Serrano è destinata il successo ottenuto con una serie infinita
molto piccoli, quando sono rossi e maturi e servito ai concorrenti in piattini Altri tre hanno la forma classica allungata: “non ha abitudini libidinose”. al consumo fresco e solo il restante di guerre giudiziarie.
Storie si staccano facilmente dal picciolo
e per questo possono essere preda
di cinquanta grammi.
La gara dura mezz’ora e vince chi riesce
Habanero long Island rosso (USA),
Habanero Yellow fatalii rosso
Non si accoppia “con qualsiasi cugina,
zia nonna o con la vicina più prossima”.
10% è utilizzato per preparare
conserve in barattolo.
Nel 1929 la sentenza definitiva.
Stabiliva che il nome del marchio
di peperoncini più facile per gli uccelli. a mangiare il maggior numero di piattini. (America centrale) In una parola “ è sdegnoso di genomi Proprio per consumarlo come se fossero era nato prima del nome della varietà

agenda
con l’ Sono molto piccanti ma tutti i volatili
non hanno i ricettori della capsaicina
Arturo Rencricca campione in carica
e più volte campione nazionale,
e Habanero bianco (USA).
Il modo migliore per conservarli
altrui”.
“È forte ed orgoglioso della sua identità”
freschi questi peperoncini vengono
surgelati per essere utilizzati durante
del peperoncino utilizzato e quindi
“nessun altro poteva utilizzare il nome

pic 2020 e non avvertono il bruciore dei frutti.


Con gli uccelli però questi peperoncini
hanno un particolare rapporto.
nel 2018 ha mangiato 21 piattini
per un totale di 1020 grammi.
Con i frutti seccati al sole e macinati
è quello di metterli nel frigorifero
avvolti in un sacchetto di plastica.
e poi “pizzica da morire”.
Il prof. Cabieses, presidente della
Universidad Cientifica del Sur Lima,
tutti i mesi dell’anno.
Un’operazione che i messicani fanno
in casa disponendoli ordinatamente
Tabasco come marchio mentre era
possibile elencare il peperoncino
Tabasco nella lista degli
Quando si parla di peperoncini, per prima cosa Le piante di Chiltepin crescono si ottiene una polvere particolarmente è “innamorato” del Rocoto del quale su di un vassoio e poi in un sacchetto ingredienti della Salsa”.
tutti vogliono sapere quanto sono piccanti. allo stato selvatico in tutti profumata, molto buona per insaporire dice testualmente: prima di conservarli nel freezer.
gli Stati Uniti ma la coltivazione l’impasto dei salami calabresi, “Cresce meglio in un clima poco caldo Raramente il Serrano viene essiccato
Come se la piccantezza fosse l’unico requisito. Invece fatta dagli uomini risulta abbastanza con l’aggiunta del finocchietto selvatico. nelle zone altoandine come Cusco perché ha una polpa consistente e non
non è così. I peperoncini sono anche profumati e aromatici. Cayenna difficile. Con i frutti freschi si preparano le famose ed Arequipa e i fortunati che sono si presta a questo tipo di conservazione.
A secondo della varietà si possono utilizzare meglio freschi o secchi, Il peperoncino amato Mangiati dagli uccelli i semi, in natura, collane di peperoncini che seccati al sole Naga Morich nati in quelle città, difendono È un capiscum annuum poco piccante,
in polvere o con le salse. Possono insaporire meglio un piatto di trascorrono un certo tempo si possono conservare per tutto l’inverno Un peperoncino i loro diritti di proprietà intellettuale raggiunge al massimo le 20.000
carne o di pesce. E soprattutto hanno una loro storia strettamente
dagli Erboristi nel tratto intestinale dei volatili prima fino alla stagione successiva. poiché si considerano i creatori Unità Scoville.
ricco di misteri
collegata ai paesi di origine che hanno abitudini e tradizioni diverse.
Una storia a volte lunga di millenni, a volte conosciuta, a volte miste- I l nome di Cayenna si riferisce ad una
particolare cultivar pre-colombiana
catalogata per la prima volta nel 1542.
di essere espulsi insieme alle feci
e nel frattempo il rivestimento
del seme subisce una trasformazione
Un ricercato souvenir che appeso
in cucina è utile e fa arredamento.
L a provenienza è l’unica cosa certa.
Il Naga Morich, come i suoi “fratelli”
di quest’ardente specie.
Cresce e si coltiva solamente in Perù,
e coloro che cercarono di portarlo via,
Ne esistono tre varietà diverse.
Il Chico detto anche balin che significa
pallottola di piccolo taglio.
riosa. A volte simbolo di un solo popolo o di popoli diversi. A volte Secondo lo studioso Dave De Witt è un fisica e chimica diventando più morbidi Dorset Naga, Naga Jolokia, Bhut Jolokia, fallirono”. Piccolo e di forma arrotondata è quello
fortunata e famosa a volte poco conosciuta o addirittura bistrattata. nome che potrebbe derivare da “Kian” il e quindi con una germinazione Bih Jolokia proviene dall’India. In effetti per lungo tempo il Rocoto che si presta meglio ad essere
Così allo Jalapeño è toccato di andare sulla luna, all’Habanero nome del pepe tra i Tupi indiani del sud più rapida. E più precisamente dalla regione è cresciuto con successo solo in alcune conservato.
di diventare il “Principe dei peperoncini” e al Tabasco di rendere ricchi America. Un baccello originario del sud In assenza di questo passaggio di Assam o dal Bangladesh. zone del Perù, ad altitudini medie Il Tipico di forma un po’ più allungata
e famosi i McIlhenny con una salsa che ha conquistato il mondo. America, precisamente della Guyana la germinazione è molto più incerta. Sono peperoncini diversi fra loro? che vanno dai 1200 ai 2000 metri è quello che è più preferito e perciò Trinidad
L’agenda pic 2020, realizzata dall’Accademia del Peperoncino francese, che deve il suo nome al fiume Per sopperire a questa particolarità O sono tanti nomi per indicare lo stesso sul livello del mare. più diffuso e venduto. Moruga Scorpion
presenta le storie di 12 peperoncini famosi. Una al mese. Cayenna che attraversa quelle terre. Dalla vengono ricreate in laboratorio peperoncino? Nel centro America e in Messico E infine il Largo dal baccello più lungo Un superpiccante
Guyana poi si è diffuso ad opera dei delle condizioni sostitutive del Peperoncini comunque che hanno è arrivato nei tempi recenti. e leggermente ricurvo.
Con mille curiosità e tanti aneddoti sconosciuti. Portoghesi che lo hanno portato in India e passaggio naturale. tenuto banco negli ultimi dieci anni, Qui lo chiamano frequentemente
da Guinness
in Oriente. Oggi è uno dei peperoncini più
coltivati a scopo commerciale sia nelle
La pianta appartiene al genere Capsicum
annuum varietà Gabrisculum. Jalapeño
mettendo lo scompiglio fra studiosi
e appassionati. Con mille dubbi,
Chile manzano che significa
Peperoncino mela o Chile peron, I l peperoncino Trinidad Moruga
Scorpion è uno dei peperoncini
Americhe che in Europa, Asia e Africa. I piccoli frutti sono piccanti, superano Il peperoncino mille incertezze, mille misteri in italiano Peperoncino a pera più piccanti che conosciamo.
Sono molte e ben organizzate le le 100.000 Unità della Scala Scoville. ma con una incontrovertibile verità: con l’allusione alla sua forma somigliante Raggiunge 2.000.000 di Unità Scoville,
coltivazioni intensive ma questa cultivar Hanno un sapore deciso che in Messico
dell’astronauta hanno defenestrato il mitico ai due frutti. circa cinque volte il mitico Habanero
cresce facilmente anche nei giardini. In
Louisiana è molto diffusa la coltivazione
è detto arrebbazzato un’espressione
intraducibile che nella nostra lingua Habanero L’ astronauta Bill Lenoir ne aveva
una scorta sulla navicella Columbia
Habanero Red Savina che dall’alto
della sua piccantezza di 400.00
È un peperoncino particolarmente
piccante.
e quaranta volte più piccante
del calabrese Diavolicchio Diamante.
in vaso. Quando viene coltivata in luogo significa “dal bruciore particolarmente Il principe lanciata nello spazio a Novembre Unità Scoville si era conquistato il titolo Il frutto è tondeggiante e assomiglia Appartiene alla specie Capsicum chinense
soleggiato o in serra la piantina produce piccante che tende a scomparire del 1982. Così lo Jalapeño è diventato di “Peperoncino più piccante del mondo”. a una piccola mela di 5-6 centimetri ed è originario dei Caraibi, precisamente
frutti per tutto l’inverno. velocemente”.
dei peperoncini il primo capsicum-spaziale. Le prime notizie sui Naga risalgono di diametro. del Distretto di Moruga.
La maggior parte della produzione
mondiale, dovunque coltivata, arriva negli
USA dove viene utilizzata per fare salse
Le principali specie sono due:
una piccola di forma ovoidale detta
Chiltepin e un’altra di forma più allungata
Q uando si parla di Habanero si dice
che questo peperoncino
fa la differenza fra gli uomini e i ragazzi.
Un grande momento di gloria che
ha suggellato la fama di un peperoncino
già conosciuto come il più famoso
all’Agosto del 2000 ma è nell’Aprile
del 2006 che i Naga attirano
l’attenzione di tutto il mondo.
È un Capsicum Pubescens con fiori viola
e semi rugosi di colore marrone scuro.
La piccantezza varia dalle 30.000
Deve il suo nome alla particolare forma
che hanno i frutti, uncinati alla base
come la coda di uno scorpione.
piccanti. Una piccola parte viene essiccata e appuntita chiamata Chilli piquin. Perché è molto piccante e solo i veri del mondo. La notizia è questa: alle 60.000 Unità nella Scala Scoville. Ha un gusto particolare che lo rende
Ancho, Poblano e trasformata in polvere per un In gastronomia i frutti freschi, uomini riescono a mangiarlo. In Messico e in tutte le Americhe infatti due agronomi inglesi, Michael Sono consumati esclusivamente freschi molto apprezzato in cucina.
Il peperoncino importante commercio nell’ambito verdi o rossi, sono utilizzati per mille tipi Una cosa però bisogna chiarire subito: non si contano più le gare gastronomiche, e Joy Michaud, titolari della società e ben maturi per preparare salse, I coraggiosi che lo hanno assaggiato
farmaceutico. I Cayenna infatti sono di salsa o per aromatizzare l’olio, l’habanero non si fa apprezzare solo i concorsi e le manifestazioni che Sea Spring Farm, rendono pubblici condimenti o per accompagnare verdure. in purezza descrivono un iniziale
Aji, baccatum con due nomi considerati un toccasana per la salute. l’aceto e anche il vino e i liquori. per la sua piccantezza. lo vedono protagonista. i risultati di un test di piccantezza piacevole gusto dolce e fruttato
L’altro peperoncino
peruviano Q uando è verde si chiama Poblano.
Seccato al sole diventa Ancho.
Così questo peperoncino messicano
di un peperoncino che chiamano
Naga Dorset.
Naga è il nome noto già dal 2000,
che lascia subito spazio a un bruciore
insopportabile.
Per questa elevata picantezza il Moruga

A ssieme al Rocoto i peruviani sono


orgogliosi di un altro peperoncino:
l’Aji, conosciuto con diversi nomi.
si presenta con due nomi.
È stato coltivato in tempi antichi nella
valle di Puebla situata a sud est di Città
Dorset è la contea inglese
dove si trova la loro società.
l certificato ha risultati strabilianti:
Scorpion, come tutti i superpiccanti,
deve essere trattato con attenzione.
In piccolissime dosi può essere utilizzato
Nei mercati peruviani si trovano in grossi del Messico, e dal nome della valle ha 876.000 e 970.000 Unità Scoville! Tabasco in tutte le preparazioni che richiedono
mucchi, raccolti su tovaglie ricamate preso il nome Poblano. Gli stessi Michaud, in un’intervista Peperoncino o salsa? il peperoncino.
a mano. Le donne che lo utilizzano Oggi è coltivato in tutta la parte successiva, precisano che si tratta Tenendo presente che un solo frutto
quotidianamente per i loro piatti
lo chiamano “peperoncino verde”
anche se è quasi sempre di un bel giallo
centrale del Messico, nelle vallate
dove c’è maggiore disponibilità
di acqua per le irrigazioni.
di un peperoncino del Bangladesh,
non lontano dalle regioni di Assam,
una varietà che gli indigeni
È una salsa o un peperoncino?
Questa la prima domanda che viene
fatta ogni volta che si parla del Tabasco.
è sufficiente a rendere piccanti i piatti
di un’intera famiglia, per una settimana.
La raccomandazione è di non mangiare
arancione oppure rosso e qualche volta Seccato al sole col nome di Ancho consumano da sempre e che In effetti salsa e peperoncino sono mai un peperoncino intero.
color cioccolato. è disponibile tutto l’anno e rappresenta chiamano Naga Morich. indissolubilmente legati e le due storie Per apprezzare il suo gusto fruttato
Appartiene alla specie baccatum varietà da solo, un quinto del consumo totale La sua “fama terapeutica” è dovuta Il suo profumo e il suo aroma sono Senza contare le caramelle, i lecca lecca, La conferma ufficiale che Dorset Naga, si intrecciano e si confondono. si può infilare uno stuzzicadenti nella
pendulum, una pianta che ha le sue di peperoncini. soprattutto all’erborista americano inconfondibili. Per questo viene definito i locali e anche gli spettacoli musicali Naga Jolokia, Bhut Jolokia, Bih Jolokia Anche perché la salsa è diventata polpa del frutto e poi gustare il sapore
origini in Bolivia e in Perù dove è stata Nei periodi di festa come la Quaresima, Samuel Thomson (1769-1843) che ha il “Principe dei peperoncini”. che lo glorificano. sono nomi diversi per indicare uno straordinario business e alla storia dallo stuzzicadenti.
addomesticata nel 2500 a.C.. tutti i Santi e Natale se ne fa grandissimo dedicato la sua vita a guarire le malattie Lo chef Mark Miller afferma che Non ci vuole molto a riconoscerlo. lo stesso peperoncino, il Naga Morich. si è sovrapposta la leggenda. Precise raccomandazioni sono necessarie
Delle tracce della specie baccatum infatti uso. Sicuramente è il peperoncino secco con le erbe. un Habanero fresco ha “toni di frutta Le bacche, di forma conica, arrivano Un Capsicum Chinense come affermano Il nome di un peperoncino chiamato anche solo per maneggiare i frutti.
sono state trovate nel sito di Huaca Prieta più utilizzato in Messico. Si contano in tutto una diecina di varietà. Diavolicchio che ben si accompagnano ai piatti fino a otto centimetri di lunghezza la maggior parte degli studiosi. Serrano Tabasco compare per la prima volta Queste in sintesi: indossare sempre
e gli studi archeologici dimostrano Per gli amanti delle statistiche Tutte con una piccantezza elevata che Diamante preparati con frutta tropicale e pomodori” e a due di diametro vicino al peduncolo. O forse, come dicono altri, un incrocio Il peperoncino nel 1850 in un articolo intitolato Tabasco guanti, meglio in nitrile; lavare
che la specie è stata gradualmente c’è da aggiungere che tutta la produzione oscilla fra le 30.000 e le 50.000 Unità Protagonista mentre quelli secchi hanno “sentori Nella prima fase e in quella intermedia, fra un Capsicum Chinense
di montagna red pepper, pubblicato dal quotidiano accuratamente tutti gli strumenti
migliorata dalle civiltà pre-Incan. è equamente suddivisa. Metà viene Scoville. Tutte della specie Capsicum di cocco e papaia, accenni di bacche sono di colore verde scuro brillante, e un Capsicum Frutescens. Dayly Delta di New Orleans. che vengono a contatto
al Peperoncino Festival
Oggi l’Aji baccatum è coltivato
in Argentina, Colombia, Ecuador, Cile, Perù,
Brasile e Bolivia ed è stato introdotto
consumata fresca e metà seccata.
Il Poblano appartiene alla specie
dei Capsicum annuum.
annuum. Tutte assai richieste. Tutte poco
carnose con corteccia sottile. Perciò
facilmente essiccabili. E facilmente portati S i coltiva in Calabria, in tutto il Tirreno
cosentino, da Tortora ad Amantea.
ed un piccante intenso e acido”.
Altri chef li descrivono come “fruttati”,
“floreali”, “aromatici” e “alquanto
mature diventano rosse.
Hanno sempre una sottile striatura che
le avvolge come una retina fino alla punta.
U n peperoncino che viene
dalle montagne. Questo significa
il nome Serrano che indica chiaramente
Con questo peperoncino nel 1869
il banchiere Edmund MeIlhenny creò
una salsa che chiamò Tabasco in ricordo
con le bacche; lavare bene
e ripetutamente le mani
e comunque non strofinare
anche in Costarica, India e Stati Uniti. È poco o mediamente piccante in giro per il mondo. È stato sempre chiamato Diavolicchio. affumicati”. Tutti d’accordo a ribadire E questo aumenta la simpatia la sua area geografica di origine, di quell’articolo. gli occhi; tenere i frutti
In California è coltivato, confezionato (1.000-1.500 Unità Scoville) e di solito Negli ultimi anni ha conosciuto che la fama e la notorietà dell’Habanero e la popolarità dei Jalapeño perché le serranias, le cime dei monti messicani Ma la storia continua. Nel 1888 McIlhenny sempre lontani dalla portata
e commercializzato col nome di Mild viene consumato allo stato naturale. una grande notorietà grazie è dovuta alla combinazione di tre fattori: li rende inconfondibili agli occhi situati a nord di Puebla ed Hildago. regalò alcuni semi delle sue piantine dei bambini.
Italian e in Nevada col nome di Chileño. Quando si utilizzano i frutti freschi, al Peperoncino Festival e all’originale la sua elevata piccantezza, dei consumatori. Il Serrano non ha la stessa fama al botanico E. Lewis Sturtevant In ogni caso per combattere
I frutti non sono molto piccanti. si toglie la pelle e si farciscono nome Diavolicchio è stato aggiunto l’inconfondibile aroma che resiste Per quanto riguarda la piccantezza e la stessa popolarità dello Jalapeño che le coltivò a New York e le descrisse la piccantezza niente acqua
Raggiungono le 30.000/50.000 Unità di formaggio o di carne. quello della città di Diamante che ospita alla cottura e alla lavorazione ci sono molte leggende. ma nel Messico e nel Sud Ovest col nome di Tabasco, lo stesso nome ma mollica di pane,
Scoville ma sono aromatici e profumati Sono i famosi Chile rellenos. ogni anno la manifestazione. ed il suo sapore accostato a quello della In molti lo considerano degli Stati Uniti è forse più utilizzato. della salsa prodotta dai McIlhenny. latte o yogurt.
con un sapore particolarmente fruttato. Altre volte sono tagliati a listarelle È una varietà di Capiscum annuum frutta e più spesso a quello dell’albicocca. piccantissimo e solo per Probabilmente perché viene consumato Più tardi H.C. Irish li classificò
Perciò sono usati soprattutto freschi dette rajas e utilizzati nella abbastanza diffusa in tutta la Calabria. L’Habanero appartiene al genere “peperoncinomani” incalliti. crudo, così come si raccoglie e quindi erroneamente come capsicum annuum
per la preparazione di splendide salse. preparazione di piatti a base I frutti sono lunghi come un Cayenna, Chinense e raggiunge una piccantezza Ma non è sempre vero, perché con una utilizzazione più semplice della varietà conoides. Il Diavolicchio.
In tutto il Sud America servono di verdura, uniti alle salse o alle zuppe. a maturazione completa hanno un bel di 400.000 Unità Scoville. la piccantezza dei jalapeños è assai e immediata. Solo nel 1951 Smith e Heiser Negli ultimi anni
a preparare le Ceviche piatti di pesce Il prodotto seccato viene utilizzato colore rosso e raggiungono una discreta Le varietà sono molte e spesso sono variabile. Nella scala Scoville vanno Chi lo preferisce allo Jalapeño è attratto li classificarono definitivamente ha conosciuto
crudo marinato. Seccati al sole vengono per fare la polvere, le salse e in parte piccantezza, almeno 50.000 Unità Scoville. confuse fra di loro. da 2.500 a 10.000 Unità e possono Rocoto soprattutto dal profumo che emana come Capsicum frutescens. una grande notorietà
grazie
macinati per ottenere una polvere anche come colorante naturale. Chiltepin Al Peperoncino Festival questo peperoncino Le più importanti sono nove. essere definiti “piccanti di mezzo”. Il peperoncino quando è fresco. La conclusione della storia ci dice al Peperoncino
colorata ed aromatica. L’uso maggiore è quello delle salse. Il peperoncino è sempre grande protagonista. Sei hanno frutti con la classica forma Nella cucina messicana lo Jalapeño
che non si accoppia Con facilità le bacche sono spezzettate quindi che il peperoncino ha preso Festival
Le varietà sono molte e hanno molti nomi Si trova in commercio anche sotto forma È presente nella grafica pubblicitaria, “a lanterna” più o meno tozza è grande protagonista. sulle pietanze direttamente nel piatto. il nome dalla salsa.
degli uccelli
ma, sono soltanto due le distinzioni
da fare nei nomi: Aji amarillo quando
il colore dei frutti è giallo arancio
di pasta, venduto in barrette simili
a quelle del cioccolato. Questa pasta
si chiama Chile pisano e in genere G li uccelli ne vanno pazzi. Tanto
che in Messimo i Chiltepin sono detti
con le collane in tutti gli stand e viene
utilizzato nella finalissima del
Campionato italiano mangiatori
o leggermente allungata alla base.
Sono Habanero rosso (Messico);
Red Savina rosso (USA);
La tradizione e la fantasia degli chef
hanno creato una varietà infinita di piatti.
La “morte” dello jalapeño però sono
I n Perù lo adorano. Lo considerano
una loro proprietà esclusiva.
Perché è deliziosamente piccante
Oppure, sempre spezzettate fresche,
sono aggiunte a salse crude come
nella famosa Guacamole.
Quasi un ritorno a quel nome Tabasco
col quale i mitici baccelli erano apparsi
nel 1850 sul Dayly Delta.
e Aji colorado quando il suo colore ogni quadrato equivale ad un cucchiaio “i peperoncini che piacciono di più agli di peperoncino in programma Habanero rojo (Belize); le salse, il modo migliore per gustarne ma soprattutto perché è “diverso” Le statistiche, fotografano perfettamente Molti gli imprenditori che hanno tentato
è rosso fuoco. di peperoncino in polvere. uomini e agli uccelli”. in Piazza Municipio. Habanero chocolate (Wiest Indies), l’aroma e l’inconfondibile profumo. dagli altri peperoncini. questa abitudine e ci dicono che il 90% di imitare la salsa Tabasco e di sfruttare
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LA CALABRIA COM’ERA FOTOGRAFIA E FOTOGRAFI TRA ’800 E ’900

S’incrociano sguardi giovani e antichi


Queste fotografie riguardandole oggi le leggiamo a partire
dalle sollecitazioni del nostro tempo, per cui
la Mostra dice anche La Calabria com’è.

Un eccezionale
E dal momento che solo dalla consapevolezza Sandra Giuliana Granata

album fotografico,
del nostro presente, recuperata attraverso una ricognizione
critica del passato, possiamo delineare i tratti del nostro futu-
Pochi incontri sembrano lontani fra loro quanto quelli
pazientemente di sguardi antichi che si specchiano in occhi di fanciulli.
ro, la Mostra dice anche, e significativamente,

e instancabilmente E, in realtà, poche cose si rivelano inaspettatamente


La Calabria come sarà.

messo insieme vicine e in grado di comprendersi quanto le vite vissute


Luigi M. Lombardi Satriani

dall’“archeologo che si comunicano a vite che stanno sbocciando


delle immagini”
del nostro passato,
Accanto
GIUSEPPE

Antonio Panzarella,
PALMIERI
Dasà Palazzo Arnone a Cosenza, che Ma c’è una foto in particolare (a centro pagina,

di recente scomparso,
ha trovato spazio
1886 – 1934

A ha ospitato fino al 22 febbraio scorso


la splendida mostra itinerante
La Calabria com’era: fotografie
e fotografi fra ‘800 e ‘900, l’incontro
N.d.R.) sulla quale si sofferma lo sguardo
di tutti, una splendida immagine che ritrae
la famiglia borghese del maestro Vincenzo
Sestito di Curinga, scattata da Umberto Stranges

nella programmazione
fra i calabresi immortalati in fotografie antiche di Conflenti.
e gli studenti di seconda media del convitto Quella foto – osserva Panzarella – potrebbe

televisiva in quella
Sopra Accanto “Galluppi” di Catanzaro fa comprendere meglio essere stata scattata da Luigi Pirandello
GERHARD ROHLFS ANTONIO

irripetibile stagione
quanto sia preziosa l’opera del curatore della o da Anton Cecov per via dell’alta teatralità
Berlino 1892 CESARELLI
Tubinga 1986 Arena mostra, Antonio Panzarella, docente delle pose: la figlia adolescente, in piedi, riempie

che fu Raitre
1865 – 1936 di Scenografia all’Accademia di Belle Arti con premura la tabacchiera che le porge il padre,
di Roma. Sotto la sua guida esperta, la Catanzaro seduto su un basto d’asino posato per terra,

in Calabria,
immortalata nel 1940 dall’insegnante ligure mentre la matriarca le chiavi di casa e della
Giuseppe Isnardi, narra agli sguardi attenti dispensa alla cintura osserva il gesto con sguardo

negli anni ottanta


Sotto dei ragazzi la storia della loro città non ancora pensoso; la bambina più piccola tiene in mano
DOMENICO
SCARPINO UMBERTO STRANGES deturpata dai bombardamenti della seconda un libro aperto senza leggerlo, lo sguardo
Carlopoli 1839 Conflenti guerra mondiale. rivolto ai tre polli che sembrano in posa
Catanzaro 1917 1878 – 1959 Le tre lavandaie immortalate dal glottologo anch’essi, mentre beccano il mangime
tedesco Gerhard Rohlfs, nella Motta Santa Lucia appositamente sparso sul selciato perché
dei primi anni Venti, non raccontano soltanto facciano parte del gruppo da immortalare.

A region veduta
l’antica usanza di lavare i panni alla fontana. I ragazzi del convitto “Galluppi” seguono rapiti
Le donne, dando le spalle alla macchina i racconti dei ritrovamenti delle fotografie
fotografica, offrono il viso all’obiettivo e delle storie che racchiudono.
e sembrano rivolgersi agli osservatori Forse ancora non ne sono consapevoli,
Sotto di un secolo dopo con atteggiamenti ma sembrano già aver raccolto un’eredità
UMBERTO contrapposti: un sorriso gentile la prima, fatta d’immagini e di racconti ritrovati
Antonio Minasi ZANOTTI BIANCO un torvo invito a mantenere le distanze di un secolo e mezzo di storia calabrese.
La Canea 1889 la seconda e un’espressione incuriosita la terza.
Roma 1963

È
stata una stagione “magica” perché di quel tempo passato
quella della Terza Rete RAI – portiamo sicuramente,
come allora si chiamava – consapevolmente o meno, tracce nella
in Calabria. Nella prima nostra realtà personale e comunitaria.
metà degli anni ’80 divenne Immagini fisse, grazie alle possibilità
protagonista sugli schermi del mezzo di ripresa di indagarle
televisivi regionali la realtà calabrese, in dettaglio, hanno acquistato
quella del presente, ma anche nuova vita, supportate anche
occasione preziosa da cogliere, dalle informazioni di commento
quella del passato. della colonna sonora.
Un “come eravamo” non facilmente Delle tante, tantissime immagini
e semplicemente romantico, di quell’album televisivo,
ma la necessità di ricomporre
un quadro di riferimento che il fluire
dell’immagine televisiva per quanto
effimera nel suo momento Sotto Accanto
di proposizione, diventava deposito MARIANO ALFONSO
di memoria per il futuro. LO MORO DE MARIA
Bisogno di raccogliere e conservare Capistrano Cosenza
1896 – 1987 1879 -1940
tracce di vita che altrimenti rischiavano
di andare disperse e che invece
il mezzo televisivo avrebbe consentito un particolare, personale, ricordo,
di raccogliere in un deposito duraturo. è per quelle di Giuseppe Palmieri
Una prospettiva che maturò (1886-1934), prete di Dasà, Le fotografie non erano Insieme alle foto, sono testimoni di un mondo scomparso anche
e si consolidò anche nell’incontro che documentò tutte le espressioni
mai istantanee, grumi gli apparecchi fotografici e i vecchi fondali da studio che sono esposti
con Antonio Panzarella che, di vita della sua comunità
in più occasioni, venne a propormi – matrimoni, lavoro dei campi, gruppi di vita sottratti per così dire in Mostra e che fanno riflettere e anche sorridere noi che viviamo
– ero responsabile della familiari, nascite, morti, borghesi
programmazione regionale della RAI – e contadini – con un “taglio”
al fluire della vita nell’epoca dei selfie scattati ormai in ogni occasione
la realizzazione di trasmissioni che sembra anticipatore di successivi quotidiana, ma richiedevano
dedicate ai fotografi della prima metà e più “moderni” approcci di lettura lunghi tempi di preparazione Sopra
del ’900 della cui produzione della realtà. ANTONIO
era entrato in possesso, non soltanto Don Palmieri in tanti scatti riesce della scena, un’accurata GAMBINO
delle fotografie ma, in molti casi, a cogliere e restituire anche momenti disposizione dei soggetti, Vazzano 1892
dell’armamentario relativo: emozionanti come quello dello sposo Catanzaro 1978
lastre, macchine fotografiche, apparati accanto alla moglie morta una precisa cura
di ripresa… Il campionario speciale o dei giovani sposi che accennano di ogni dettaglio.
di un collezionista “rapace”. una timida stretta di mano. Sono
Fu così che andarono in onda, in rete immagini che in larga parte ritroviamo I fotografi così narrano
regionale e talvolta in replica in Mostra e che fa sintesi di una di se stessi e del loro Accanto
nazionale, sotto la testata di A region stagione storica e di un collezionista
veduta, programmi che mostrarono “testardo” che mai si è arreso
orizzonte valoriale. GIUSEPPE UMBERTO
PALMIERI MAZZOCCA
una Calabria d’antan, ma sicuramente nel suo impegno di ricerca. Dasà Catanzaro
non estranea al nostro presente, Luigi M. Lombardi Satriani 1886 – 1934 1900 – 1978
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A guidare i Fratelli Bandiera MONTREAL al pianoforte e l’altra, il suo lungo percorso.


Ci ha detto, fra l’altro, del suo approdo
in Canada nel ’74; delle diverse trasmissioni
Durante il suo dire, ha letto anche un paio
di poesie: una musica!
Prima della chiusura, la foto ricordo e la consegna

un calabrese accusato Calabresi televisive alle quali ha partecipato;


ai palcoscenici calcati. Ci ha pure parlato
della cittadina, in provincia di Vibo Valentia,
dei fiori alle signore Gagliardi.
I calabresi nel Mondo fanno le cose a modo!
La settimana dopo.

nel Mondo
dove è nato: Tropea. Ah! La spiaggia, dall’acqua Al commiato, l’invito: “ci vediamo domenica, 17,

di brigantaggio
chiara del basso Tirreno, uno specchio! a mezzogiorno”. Era stato programmato chissà
Ora, il nostro caro ed ammirato artista da quando il banchetto annuale. Come l’anno
è al Leonardo Da Vinci, ne è il direttore artistico. scorso, anche quest’anno si è svolto presso
Giuseppe Antonio Martino Avrebbe dovuto essere presente con la moglie, la sala Le Châteaubriand, a Rivière des Prairies,

e ricambiato da Rachele De Nobili


che, dopo la sua morte, durante
contribuito a far fallire l’azione
rivoluzionaria dei due veneziani
Simposio bis Danielle Oddera, cantante.
Un altro impegno l’ha trattenuta altrove...
le tante incombenze è il prezzo pagato
un quartiere metropolitano con tanti italiani.
Centoventi persone, nell’elegante sala dove
un’orchestrina faceva ballare, fra una portata
la permanenza in Grecia dei fratelli, e dei loro compagni. per la notorietà! Ed i due, in fatto di notorietà, e l’altra, giovani e vecchi. Il presidente era
si fece monaca e trascorse il resto Giuseppe Meluso fu ferocemente ucciso non sono certo da poco. sempre in giro fra i tavoli, voleva assicurarsi
della sua vita, a Napoli, nel Convento nel 1848, durante una manifestazione Per ultimo, un nostro corregionale che vive a del buon procedimento della festa. Il colpo
delle “Murate Vive”. di cittadini che rivendicavano Ottawa: Francesco Loriggio, professore emerito d’occhio mostrava tante teste canute:
Emilio, Attilio Bandiera e i loro la spartizione di quelle terre che, dell’università Carleton di Ottawa, proviene l’Associazione invecchia! Le nuove generazioni
compagni della “banda” (in tutto secondo l’eversione della feudalità da Vibo Valentia, la vecchia Monteleone. partecipano poco. Al banchetto, la presenza
ventuno persone) il 13 giugno (legge dell’agosto 1806), sarebbero Mette quasi soggezione parlare dei suoi del console d’Italia, Lorenzo Solinas.
del 1844 partirono da Corfù, dovute diventare demaniali, innumerevoli meriti, tant’è! Ci limitiamo Il prof. Mirarchi ha consegnato, all’invitato
nonostante il parere contrario ma venivano continuamente usurpate a sottolineare la cosa che ci riguarda di più: diplomatico, il libro “Il Portone” di F. Pisani, una
di Giuseppe Mazzini, con l’idea dai “galantuomini”, nonostante il lavoro sull’antologia degli scrittori raccolta di articoli pubblicati sull’Altra Calabria

I
di sostenere la rivolta maturata esistessero su di esse antichi diritti ntendiamoci: non hanno ripetuto Il Presidente calabro/canadesi in collaborazione nel corso della vita della rivista.
il programma dell’anno scorso, hanno fatto Saverio Mirarchi col prof. Vito Teti (San Nicola da Crissa) Ha appuntato poi, al petto dell’autorità italiana,
in ambienti italo-albanesi e scoppiata delle popolazioni locali. rivolge agli
a Cosenza il 15 marzo di quell’anno, Forse non sapremo mai se fu complice un secondo simposio artistico-letterario, intervenuti dell’Università della Calabria. il distintivo della Calabria.
che in realtà era stata già domata dei fratelli De Nobili o se cercò e, tanto per non perdere l’abitudine, il saluto Il professore di italianistica e letteratura Loriggio Alla prossima Calabresi nel Mondo,
hanno avuto successo! di benvenuto ha fatto conoscere al pubblico canadese, attraverso alla prossima!
anche se la sua repressione di dare un leale contributo alla causa al Simposio
era costata la vita, tra gli altri, al dell’unificazione nazionale, certo Anche quest’anno, la manifestazione si è svolta le traduzioni, l’italiano Achille Campanile. F.P.
capitano della gendarmeria borbonica è che fu vittima di personaggi che, nei modernizzati locali della Casa d’Italia.
Vincenzo Galluppi, figlio del filosofo a secondo della loro convenienza, Cara, vecchia, costruzione italiana. ed ecco Nicole Gagliardi sul podio a leggere
Pasquale, colpito da una pallottola diventavano fedeli sudditi Dopo anni di stentata sopravvivenza, quanto aveva scritto Carole, che a causa Nella foto, da sinistra, Saverio Mirarchi, Francesco Pisani, Lorenzo Solinas, console d’Italia a Montreal,
si sta rivelando novella Fenice: rinasce! di un mal di gola si è fatta sostituire dalla Giovanni Chieffallo, Vincenzo Giannini, Leo Samà, Carmelo Morabito
sparata da uno studente del collegio dei Borbone o, al mutare del vento,
di San Demetrio Corone, tal Francesco “intransigenti liberali”. È d’uopo, anzi, doveroso, plaudire. sorella maggiore.
Tavolaro, cognato di quell’Agesilao Quelle persone, che si sono impegnate a fare Il dire di Nicole era corredato di foto proiettate
del vecchio edificio una cosa vivente, meritano sullo schermo: mostravano le tappe, i luoghi,
l’ammirazione e la riconoscenza di tutti quelli i punti salienti della carriera di Carole,
Immagini d’epoca della tragica che sentiamo ancora un briciolo d’italianità. già direttrice, dopo la morte del padre Alfredo,

L
a Storia, è risaputo, l’hanno Sono venuti alla luce, nell’ultimo spedizione dei fratelli Bandiera
sempre scritta i vincitori e, decennio, per esempio contestazioni La Casa d’Italia è la nostra casa! di Teledomenica, un programma televisivo
Sotto, il monumento eretto nel luogo Per il simposio, l’ormai presidente a vita, in lingua italiana durato tanti anni.
come molti sostengono, pare in versi come nel caso dell’abate del loro sacrificio a Rovito (CS)
che a questa regola non sia sfuggito Martino da Galatro, o sono stati prof. Saverio Mirarchi, ha avuto la scelta felice. Presentemente, la signora Gagliardi cura
neppure il Risorgimento che, dal 1861 rinvenuti in polverosi archivi atti A parte il decano Pisani, che come l’anno scorso una rubrica su Panorama, bella, elegante
alla caduta del regime fascista, è stato di processi intentati contro povera (Edizioni Grafica Florens, 1997), ha recitato dei versi vernacolari composti rivista trilingue edita a Montréal.
considerato sacro e indiscutibile. gente o singoli briganti che le autorità il suo nome resterà legato per l’occasione, e Roberto Anania, socio attivo Roberto, Robertissimo, come si chiamava
La messa in discussione degli assunti del nascente regno unitario non a due volumi: La spedizione del sodalizio, questa volta esponente, nel largo un suo ristorante tanti anni addietro, è un artista!
della storiografia risorgimentale si sono preoccupate di distruggere, in Calabria dei fratelli Bandiera locale attiguo alla grande sala che ci ospitava, Avremmo voglia, in questo caso, di scrivere
proviene, da qualche decennio, forse perché li ritenevano di poco (Rubbettino editore, 2001) di bellissimi quanto precisi scatti, ammirati la parola “artista” con la maiuscola: ce lo vieta la
sia da una parte (a dire il vero conto ai fini della grande storia e La guida calabrese dei fratelli dai pochi intenditori, gli altri invitati, col loro dire grammatica! Lo riteniamo un grande (anche qui
ristretta) del mondo accademico o comunque tali da rimanere nascosti Bandiera:vita straordinaria e il loro fare hanno colmato la serata. ci vorrebbe una maiuscola): la sua arte veleggia
che da diversi studiosi indipendenti sotto la cenere dei villaggi incendiati di Giuseppe Meluso, (Calabria Dopo il benvenuto, dato con la solita maestria allegramente dal teatro alla canzone;
che cercano di riesaminare senza svelare le crudeltà letteraria, Soveria Mannelli, 2012). dall’incontestato Presidente, avrebbe dovuto dall’esecuzione al piano, alla chitarra e chissà
quel periodo secondo molteplici e le nefandezze operate senza Avvalendosi di racconti e, molto prendere la parola F. Pisani, presentando, quale altro strumento, alla composizione.
approcci interpretativi.  scrupoli, in nome di una malintesa probabilmente, anche documenti sempre in versi a rima baciata, gli oratori, Roberto Medile, formatosi a Roma,
Anche se oggi esistono, purtroppo, fratellanza mai realizzata. familiari, egli ha svelato che la guida ma, ahinoi! La sincronizzazione non ha funzionato, ci ha raccontato, fra una canzone accompagnata
poche cronache, analisi, ricostruzioni A fronte di tutto ciò non bisogna di Attilio ed Emilio Bandiera fu proprio
critiche ufficiali, capaci di fare luce dimenticare gli episodi di eroismo, un calabrese e, per di più, brigante, Milano che più tardi, l’8 dicembre
su singole vicende, non raramente come quello dei due giovani fratelli incontrato a Corfù dove i due del 1856, avrebbe tentato di uccidere,

in BOSNIA ERZEGOVINA le patate silane IGP sono entrati per

profumi e sapori di Calabria


dolorose, che hanno portato a quella veneziani, disertori della marina eroici fratelli seguaci di Mazzini a Napoli, Ferdinando II di Borbone.
la prima volta nelle cucine dei ristoranti
che molti, a torto o a ragione, austriaca, che per amore dell’Italia si erano rifugiati. Sbarcata alla foce del Neto il 16 giugno,
bosniaco erzegovesi riscuotendo
chiamano non liberazione, sbarcarono sulle coste della Calabria Pare che i due veneziani si fossero la “banda degli esteri” stava
il successo che tanto si sperava.
ma “occupazione sabauda del e, nel vallone di Rovito, versarono posti a capo di una banda, chiamata procedendo verso la Sila, ma alle Angela Barillà Gli chef ringraziano l’Ambasciata
Meridione”, non pochi «buchi storici», il loro sangue nel tentativo di liberare “banda degli esteri”, la cui guida porte di San Giovanni in Fiore, d’Italia per essere riuscita a coordinare
talvolta mitizzati dal Risorgimento, i calabresi dalla miseria a cui era Giuseppe Meluso, di San Giovanni a Stragola, dove oggi sorge un cippo un evento così ricco di attività e per

L
a cucina calabrese approda
si stanno via via colmando grazie i Borbone li avevano da sempre in Fiore, che era stato presentato loro commemorativo, fu affrontata dalle aver contribuito a tessere dei legami
in Bosnia Erzegovina. erzegovesi aderenti arricchendo i loro membri della Federazione Italiana
anche al lavoro di studiosi locali. condannati. da Giuseppe Miller, un rivoluzionario guardie borboniche ed i suoi Nell’ambito della IV edizione menù con piatti tipici calabresi. Cuochi e della Unione Regionale Cuochi
che si spera possano essere solo
Proprio sulla vicenda di Attilio forlivese, proprio perché conosceva componenti furono tutti catturati, della Settimana della cucina italiana l’inizio di nuovi incontri e scambi futuri.
Gli chef Nicola Galiano, Dino Calabria, hanno accolto l’invito
ed Emilio Bandiera ha cercato di fare a menadito i sentieri calabresi che tranne il brigante Meluso che riuscì nel mondo promossa dal Ministero Perché cucina significa prima di tutto
Cauteruccio e Domenico Trentinella dell’Ambasciatore d’Italia a Sarajevo
nuova luce Salvatore Meluso, la banda avrebbe dovuto percorrere. a scappare. Ufficialmente Pietro degli Affari Esteri e della “Siamo rimasti molto sorpresi dalla scoperte prendendo il meglio l’una condivisione, accoglienza, apertura
originari della provincia di Cosenza Nicola Minasi a partecipare alla
grande disponibilità dimostrata dagli dall’altra. “Abbiamo lavorato come una al prossimo, unione: questo è lo spirito
dirigente dell’Azione Cattolica, Meluso, accusato di brigantaggio, Bocchiciampe, un corso anche lui Cooperazione Internazionale, anche e con una brillante carriera alle spalle, Settimana della Cucina Italiana
l’Ambasciata d’Italia a Sarajevo ha chef locali: è stato un continuo squadra riuscendo ad elaborare dei che ha accompagnato tutti gli eventi
per un decennio consigliere era giunto a Corfù nel 1834 brigante, uno dei compagni di Emilio in Bosnia Erzegovina portando un po’
voluto celebrare la cucina italiana scambio reciproco di ricette, pareri menù che potessero celebrare al meglio della Settimana e che ha permesso che
democristiano nell’amministrazione per sfuggire all’arresto e aveva scelto ed Attilio Bandiera, appresa, durante di Calabria nel cuore dei Balcani.
con un susseguirsi di eventi, cene, e spunti interessanti” ha raccontato la tradizione culinaria calabrese ma due territori apparentemente distanti
comunale di San Giovanni in Fiore, l’isola greca perché non era soltanto la marcia, la notizia che la rivolta di “Un’accoglienza davvero calorosa
degustazioni di vini italiani, e lo chef Domenico Trentinella. sempre nel rispetto della tradizione si potessero raggiungere abbattendo
e una collaborazione piacevole
funzionario della Regione Calabria, il rifugio privilegiato degli esuli politici Cosenza era stata sedata, pensò bene Per un’intera settimana la Calabria locale” ha detto lo chef Nicola Galiano. ogni confine fisico e culturale
momenti di dibattito e costruttiva” sono state le parole
fondatore e condirettore de Il Corriere italiani dopo i falliti moti del 1830-31, di salvare la pelle presentandosi e la Bosnia Erzegovina hanno annullato Prodotti come la cipolla di Tropea, e scoprendosi semplicemente parte
sull’importanza della Dieta dello chef Dino Cauteruccio che
della Sila, un giornale la cui prima ma anche il luogo dove avevano al posto di polizia di Crotone per Mediterranea come stile di vita ogni distanza geografica e si sono il riso carnaroli di Sibari, lo stocco, di una grande famiglia.
si è detto molto soddisfatto del lavoro
uscita risale al 1961 e che, come trovato ospitalità altri calabresi, denunciare i compagni con i quali e modello alimentare. La novità che e dei menù elaborati insieme agli chef
ora Itaca, puntava a fare da ponte ricercati in patria per reati comuni. era partito da Corfù. Gli chef calabresi Nicola Galiano,
ha indubbiamente arricchito l’intera locali. Sin dall’inizio gli chef bosniaco
Dino Cauteruccio e Domenico
ideale tra gli emigrati e il paese Fra gli altri, protetti dal mare Jonio, Dopo l’esecuzione dei fratelli Bandiera iniziativa è stata la partecipazione erzegovesi hanno accolto con enorme Trentinella sono intervenuti
gioco-forza abbandonato. vi erano i tre fratelli De Nobili e dei loro sette compagni nel Vallone di quattro chef professionisti italiani entusiasmo l’intera iniziativ a Saraievo alla Settimana
Appassionato di studi storici, Meluso di Catanzaro, di fede borbonica, di Rovito, però, il 25 luglio 1844, della Federazione Italiana Cuochi, e soprattutto la possibilità di poter della Cucina italiana promossa
tre dei quali provenienti dalla lavorare a stretto contatto con chef dal Ministero degli Esteri,
è autore di diversi scritti che nel regno delle due Sicilie i fratelli De Nobili furono prosciolti nella foto assieme
sul Risorgimento e sul Brigantaggio avevano ucciso, in un agguato, dall’accusa di omicidio e fu consentito Regione Calabria, che durante italiani professionisti per l’ideazione all’Ambasciatore d’Italia,
la settimana hanno affiancato di un menù che potesse rappresentare Nicola Minasi,
nel meridione d’Italia e, anche Saverio Marincola, rampollo loro di tornare in Calabria: pare
i colleghi dei ristoranti bosniaco al meglio l’Italia e la cucina regionale. quarto da destra
se la sua opera più importante di una tra le più antiche e nobili che il reato sia stato loro condonato
è sicuramente La Sila e la sua gente famiglie calabresi, amato proprio perché si ritenne che avessero
14 ANNO XII - n. 47 - Settembre/Ottobre 2019 ANNO XII - n. 47 - Settembre/Ottobre 2019
15

Accanto,
Mario Gallo
(1924-2006).
Alla sua attività

Mario
di produttore
cinematografico
si legano autori e titoli

allo
che hanno caratterizzato
e dato grande lustro

G
al cinema italiano

NEL NOME DEL CINEMA

Critico cinematografico e poi autore e produttore, Mario Gallo


ha attraversato da protagonista, nella seconda metà del secolo
scorso, il periodo più luminoso ed intenso del cinema italiano.
Da produttore ha condiviso i successi di Visconti, Zurlini, In queste pagine,
locandine e fotogrammi
Cavani, Vancini, Giordana e tanti altri, in particolare di alcuni dei film
l’Ecce Bombo dell’esordiente Nanni Moretti. più celebri prodotti
da Mario Gallo
Non dimenticò nei suoi documentari la sua Rovito, rimpianto che raccolse i ricordi
di una vita nel volume
di un universo in estinzione, abbandonato a se stesso Cinema & dintorni,
pubblicato
poche settimane
Massimo Vivarelli prima della morte

M
ario Gallo è un nome I successi di questi anni sono Viaggio
che probabilmente nel terrore: l’Achille Lauro, le serie Un cane
a molti dice poco ma sciolto e Non parlo più. Mario Gallo lascia
il calabrese di Rovito nella storia la sua ultima impronta anche nell’ambito
del cinema italiano del della produzione per il grande schermo
dopoguerra occupa un posto con il lungometraggio La vita sospesa
di prestigio. di Maroun Bagdadi, premiato al Festival
La Cineteca della Calabria per di Cannes nel 1991.
prima – e ormai sono molti anni – Come atto testamentario del suo smisurato
si è adoperata a mettere insieme amore per il cinema, pubblica nel 2006
memorie e opere di quanto il volume Cinema&Dintorni.
la Calabria ha saputo e potuto ad alti livelli anche la serie di produzioni In alto, Gallo con Luchino Visconti. Il 19 giugno dello stesso anno si spegne
Con la sua città natale, Rovito, Gallo mantenne un forte legame
esprimere per il grande schermo per la televisione con Io e il duce del 1985 per tutta la vita, oggi ricambiato dal ricordo dei suoi concittadini
a Roma, all’età di 82 anni.
in termini storici e artistici in cui appaiono, tra gli altri, Anthony che ogni anno gli dedicano un festival
in ambito locale, nazionale, Hopkins, Bob Hoskins e Susan Sarandon.
internazionale. In questi stessi anni, sviluppa la sua
A Mario Gallo (1924 -2006 ) riflessione sui mezzi di comunicazione
autore e produttore a un tempo di massa la cui autorevolezza è coronata Ogni discussione con Gallo portava al Sud d’ogni cosa, ri-
è stato dedicato fin dalla sua che verrà realizzato nel 1972. dalle nomine a docente di Economia corda Maria Rosaria Donato.
scomparsa il Premio Mario Gallo: Comincia così il distacco cinematografica presso il Centro Il tributo a questo costruttore di immagini è dedicato a chi
nel nome del cinema - dalla dimensione registica Sperimentale di Cinematografia avverte un doloroso senso di appartenenza al Sud, ai suoi
Mostra/Rassegna/Incontri, e l’elaborazione dell’intelligente e di Strumenti e metodologie della valori e alla sua cultura.
sostenuto dal Mibac e dalla modo di fare produzione produzione editoriale presso la LUISS La farsa di Carnevale (1957) descrive il ribaltamento paga-
Regione Calabria, ospitato cinematografica. “Guido Carli” di Roma. no dei ruoli, in cui si dimenticano le gerarchie. È un’allego-
quest’anno dalla Biblioteca Gli anni ’70 portano Mario Gallo Gli anni ’90 aprono il ciclo più intenso ria del potere, Carnevale dura un giorno, la Quaresima un
Nazionale di Cosenza, diretta da Rita spaccato di vita quotidiana del mondo all’apice del successo come di produzioni televisive della Filmalpha anno intero. Dopo i tristi fasti delle mascherate scende la
Fiordalisi. Sono stati così proposti contadino da cui proviene per la produzione produttore, a cominciare dalla che in questo decennio vede, nebbia sul borgo.
i più prestigiosi film da Gallo prodotti di Lucisano, Zazzara e Patara. realizzazione di uno dei massimi contestualmente, la cessazione Il mago (1959) è forse l’esperienza documentaristica più
Curata da Eugenio Attanasio, Mariarosaria Nel 1962 riceve il Nastro d’Argento capolavori del cinema italiano, delle attività. alta raggiunta da Gallo. È dedicato a un ricordo dell’infan-
Donato e Antonio Renda, la rassegna per il cortometraggio Dichiarazione Morte a Venezia di Luchino zia, un menestrello-saltimbanco, Pasqualino il mago, che
ha consentito una immersione nella storia d’amore ma è nel 1965 che, stimolato Visconti. Iniziano anche girava per le campagne di Rovito a regalare sorrisi a vecchi
del grande cinema italiano che ha visto dal regista Florestano Vancini, scopre le produzioni per la TV, coi cappelli pieni di polvere e bambini dai maglioni sgar-
il produttore cosentino protagonista per oltre la propria vocazione: il ruolo di con Circuito Chiuso di Giuliano gianti. “Corri corri mago maghello”, dice la voce fuori cam-
un trentennio con incarichi prestigiosi che
lo fecero ascendere ai vertici della produzione
produttore. Le stagioni del nostro amore
è il primo film prodotto da Mario Gallo.
Montaldo, del 1978.
Nel frattempo, Gallo diventa
Rovito, la ‘Macondo’ di Mario Gallo po di Pier Paolo Pasolini, che collaborò a questo corto ri-
elaborando una filastrocca calabrese, infarcendola di ono-
cinematografica statale e privata del tempo. Come racconta nel libro presidente prima dell’Italnoleggio matopee e suoni.
Mario Gallo, a partire dal 1948, riceve
un incarico presso la redazione de l’Avanti!,
in qualità di critico cinematografico.
Cinema & Dintorni,
recupera il progetto
di Vancini, scartato
Cinematografico, poi dell’Ente
Autonomo Gestione Cinema.
Lasciati questi incarichi,
A Maria Rosaria Donato, esperta di Gallo e laureata al Dams con
una tesi su di lui, ricorda che Gallo torna nella sua terra natìa do-
ve aveva vissuto per 22 anni, per girare nove cortometraggi: l’obiet-
Il terzo documentario, Sabato sera (1959), è anch’esso profondamen-
te pasoliniano: su uno sfondo coloristico rosso-mattone descrive i
giovani già un po’ imborghesiti che hanno intrapreso un percorso di
Qui apprende e affina il mestiere pubblicando per esigenze commerciali, nei quali è ostacolato tivo è documentare un microcosmo alla vigilia della sparizione. non ritorno, verso “l’orrendo universo del consumo e del potere”, con
con ritmo regolare racconti, recensioni, vedendo nell’idea dall’ingerenza della politica Messa da parte ogni scientificità a causa di un impatto emotivo e af- le parole del poeta di Casarsa, a mezza strada (senza ritorno) di un
articoli e anche due inchieste, iniziando a far del regista qualcosa nel sistema dell’audiovisivo, fettivo dirompente, Gallo racconta una Calabria onirica, senza denun- boom che cambierà la loro terra e le loro vite, e che ha sottratto loro
sentire la propria voce nel mondo del cinema. su cui puntare. Le giurie l’attività di produzione ce esplicite. Ne risulta un’elegia contadina, un ritratto sospeso tra il per sempre l’innocenza.
È per tre volte inviato alla Mostra del FIPRESCI (Federazione è suggellata nel 1972 dalla surreale e l’atto d’amore, con la Storia che, sebbene apparentemente Sono opere su cui incombe come una cappa un presagio tragico: che
Internazionale d’Arte Cinematografica internazionale della fondazione della società troppo lontana dai protagonisti, fa sentire il suo soffio. il mondo lì ritratto sta scomparendo di ora in ora.
di Venezia dove assiste ai maggiori capolavori stampa cinematografica) Alphabeta Film, poi Filmalpha Gallo ritrae i contadini di Rovito “come ricordo, come rimpianto”. E Sono brevi film di 15 minuti ciascuno, girati da Gallo con collaboratori
dell’epoca, spesso individuandone con e del Festival stesso Florestano Vancini e di che negli anni ’80 consolida la sua attività. rivela, a maggiore riprova dell’attaccamento al suo paese, che quan- di eccezionale pregio: di Pasolini si è detto; le musiche furono com-
grande lucidità le potenzialità, partecipando Internazionale di Berlino Leonardo Sciascia di collaborare Dopo aver fatto esordire due dei più do il regista Marco Leto in una sua mail-ricordo gli regalò Cent’anni poste da Egisto Macchi (autore di colonne sonore per Bertolucci, Lo-
al dibattito sul cinema a livello nazionale. ne confermano la validità. al progetto denominato Bronte: importanti registi italiani degli anni a venire, di solitudine di Marquez, vi scrisse la dedica: “Caro Mario, Rovito è sey, Taviani Lucisano).
In questi anni inizia a realizzare la serie dei Nello stesso periodo cronaca di un massacro che i libri Nanni Moretti con Ecce Bombo e Marco Tullio la tua Macondo”.
suoi documentari calabresi – notevole accetta la proposta dello di storia non hanno raccontato Giordana con Maledetti vi amerò, arriva
Itaca da 12 anni ormai ha l’ambizione
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