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IL FEMMINISMO: STORIA

Suffragette nel 1915


— Fonte: Getty-Images
La convinzione che la donna dovesse essere soggetta all'uomo è appartenuta quasi a tutti i
popoli dell'antichità: la famiglia di tipo patriarcale infatti, caratterizzava la società
presso i Persiani, i Greci, i Romani.
Sarà per questo che anche la storia del movimento femminista ha radici antiche nel
tempo, al punto che si può collocare già nell'Antica Roma. Quando, nel 200 a.C, si propose
di abrogare la legge che vietava alle donne di possedere più di mezza oncia d'oro, di portare
vestiti multicolori e di passeggiare in carrozza, le "femministe" del tempo inscenarono una
manifestazione di piazza per difendere i loro diritti. Ma non riuscirono nel loro intento, per
l'accanita opposizione del maschilista Catone, che sosteneva che gli uomini non dovevano
far calpestare la loro indipendenza negli affari pubblici dalla prepotenza muliebre.
Né la situazione della donna mutò nel Medioevo quando, addirittura, alcuni "intellettuali"
si imbarcavano in estenuanti discussioni per risolvere un problema che oggi può soltanto
farci ridere: la donna era dotata di un'anima (come l'uomo) oppure ne era priva (come le
bestie)?
Questa presunta inferiorità della donna era "riconosciuta" anche dalla legge. Anche
nel Rinascimento la condizione della donna non subì miglioramenti. Però, più numerose
che nel Medioevo, ma soprattutto presso le classi più elevate, ci furono le donne che
riuscirono a raggiungere i gradi più alti dell'istruzione e ad affermarsi in vari campi: dalla
letteratura all'arte, dalla politica agli affari. Ma furono comunque delle eccezioni, in
quanto la massa femminile avrebbe dovuto attendere ancora dei secoli per ottenere
la parità con gli uomini.
Il movimento che si è proposto e si propone il preciso scopo di ottenere l'equiparazione
della donna all'uomo sia nel campo civile che in quello socio-politico, e il diritto della
donna di realizzare liberamente la propria personalità si chiama oggi femminismo.
Questo movimento è tipicamente moderno e nasce in Francia durante la rivoluzione
francese, quando nel 1792 Olympe de Douges presentò al governo rivoluzionario
una "Declaration des Droits des Femmes" nella quale venivano richiesti per le donne tutti i
diritti civili e politici. Al di là della Manica, poi, circa una anno dopo, venne pubblicato un
libro intitolato "Vindication of the Rights ofWoman" di Mary Wollstonecraft che segnò
l'inizio del movimento femminista in Inghilterra.
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LE SUFFRAGETTE

In seguito, grazie al testo dell'inglese John Stuart Mill, "The Subjection of Woman" del 1869,
le donne inglesi ottennero il diritto di voto nei consigli municipali e nei consigli di contea
(1880). Nel 1903 sorse un movimento politico femminista che lottò, con comizi e
manifestazioni pubbliche, per ottenere il diritto di voto, o suffragio, per le donne: le
militanti furono chiamate suffragette. Per fare breccia nella resistenza della società
britannica, esse ricorsero, alla lotta aperta. Disturbarono i comizi dei deputati,
incendiarono negozi, edifici pubblici, fino ad ottenere, nel 1918, il diritto di voto.
Per tutto l'800, le femministe statunitensi lottarono non meno tenacemente di quelle
inglesi, senza ricorrere, però, ad azioni violente: loro manifestazioni tipiche furono parate,
cortei con fiaccole e striscioni, comizi e marce di protesta cercando di sensibilizzare
l’opinione pubblica. Proprio negli Stati Uniti, tuttavia, si verificò, all'inizio del secolo,
un terribile episodio che la giornata della donna ricorda tuttora: l'8
marzo 1908 morirono durante un improvviso incendio, in una azienda tessile di New
York, 129 operaie riunitesi in sciopero all'interno dell'edificio.
Suffragette a Londra nel 1912
— Fonte: Getty-Images
Non riscontrando i risultati sperati, le suffragette inglesi passarono, così, a forme di
protesta più violente; così nel 1912 proclamarono la "Guerra delle vetrine" prendendo a
sassate ogni negozio londinese. Nel 1913 il movimento suffragista ebbe anche la sua
prima martire: una giovane inglese, Emily Davinson, che si gettò sotto la carrozza reale
durante un affollato derby e rimase uccisa.
Il movimento femminista aveva fatto, però, molta strada non solo in Inghilterra e negli
Stati Uniti, ma anche in quasi tutti i paesi d'Europa, dove le donne riuscirono ad
eguagliare l'uomo in tutti i campi e ad ottenere, persino, il diritto di voto.
 La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell'uomo. L'esercizio dei diritti naturali della donna
non ha altri limiti se non la perpetua tirannia che le oppone l'uomo. Questi limiti devono essere
infranti dalla legge, dalla natura e dalla ragione (dalla dichiarazione dei diritti della donna
e della cittadina, Francia 1789).
 Se la donna ha il diritto di salire sul patibolo deve avere anche il diritto di salire sulla
tribuna (Olimpia de Gouges, autrice fatta ghigliottinare da Robiespierre nel 1793).
FEMMINISMO IN FRANCIA E INGHILTERRA

Durante la rivoluzione francese le donne cominciarono a rivendicare concretamente i


propri diritti e la parità con l'altro sesso. La parigina Felicita de Keralio elaborò un
"Quaderno delle rivendicazioni della Donna" nel quale si afferma che, facendo parte anch'essa
della società, era logico che, accanto ai numerosi doveri, avesse anche dei diritti, primi fra
tutti quelli politici. Furono quindi le parigine, soprattutto, a organizzare la loro protesta
divulgando le loro idee e creando dei veri propri "Club Femminili". Ma i rivoluzionari
uomini non accolsero le proteste, negando loro non solo il diritto di voto ma persino il
diritto di associazione. I Club femminili furono quindi sciolti.
Nonostante l'insuccesso in Francia, il movimento di emancipazione femminiledilagò in
altri paesi. In Inghilterra, nel 1792, apparve una " rivendicazione dei diritti della Donna",
scritta da Mary Wollstonecraft, che nei paesi anglosassoni fu considerata la Bibbia del
femminismo. Ma ci volle la rivoluzione industrialeperché le donne potessero dimostrare
concretamente l'importanza del loro ruolo della società.
La diffusione delle idee democratiche e socialiste e la crescita dei sindacatiavevano
prodotto un miglioramento delle condizioni di lavoro anche della donna. Nei paesi più
avanzati, infatti, furono sancite innumerevoli leggi che controllavano il numero delle ore di
lavoro svolte da tutte le operaie di sesso femminile, riconoscendo a esse anche i permessi
di maternità.
Tuttavia, però, la donna continuò ad essere tenuta in una condizione di inferiorità sia nella
vita sociale che in quella familiare: nel lavoro, per esempio, erano meno salariate rispetto
agli uomini, non potevano frequentare l'università e non avevano ancora ottenuto
il diritto di voto in paesi come l'Italia. Proprio per rivendicare quest'ultimo diritto, nella
seconda metà dell'Ottocento, nacquero i primi movimenti delle suffragette, così chiamate
perché rivendicavano il suffragio femminile.

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