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● IL TURISMO SOSTENIBILE→ È quello che non ostacola la conservazione nel tempo del patrimonio naturale
e culturale. Il turismo sostenibile è quel tipo di turismo che preserva le risorse naturali e culturali dei luoghi
visitati e secondo la definizione data dall’OMT le attività turistiche cioè il turismo è sostenibile quando si
sviluppa in modo tale da mantenersi vitale in area turistica per un tempo illimitato senza alterare l’ambiente
naturale, sociale e artistico e senza ostacolare lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Trattasi di
un modo diviaggiare volto a preservare l’ambiente ed il benessere delle popolazioni del luogo: non a caso, è
anche conosciuto come “ecoturismo”: una vera e propria presa di coscienza da parte del turista che fa del
rispetto la sua parola d’ordine. Lo sviluppo del fenomeno in Italia riscuote, anno dopo anno, un crescente
successo: il numero di operatori ecoturistici si moltiplica e le possibilità di viaggio sono pressoché infinite.
Attenzione però: ecoturismo Italia, il portale italiano dell’ecoturismo, avverte che non tutti gli operatori che
si auto-definiscono ecoturistici rispettano appieno una serie di regole volte a preservare la destinazione del
nostro prossimo viaggio. Un attento operatore specializzato nel settore sostiene: una fruizione responsabile
delle ricchezze naturali e culturali della meta da raggiungere. Predilige mezzi di trasporto con scarso impatto
ambientale. Valorizza le caratteristiche del territorio ed i suoi prodotti tipici.
● L’espressione ‘’sviluppo sostenibile’’ compare per la prima volta nel 1987, in un rapporto della
Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo ( istituita dall’ONU) per definire ‘’uno sviluppo capace
di soddisfare i bisogni dell’attuale generazione, senza compromettere la capacità delle generazioni future di
soddisfare i propri.’’ I principi fondamentali dello sviluppo sostenibile sono due:
1) la velocità del prelievo delle risorse dovrebbe essere pari alla loro velocità di generazione;
2) la velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento degli
ecosistemi in cui vengono immessi.
Varie strategie a favore dello sviluppo sostenibile sono state discusse e concordate in alcuni vertici mondiali.
Nel 1992 a Rio de Janeiro si riunì la seconda Conferenza su ambiente e sviluppo che varò due convenzioni a
livello internazionale: quella sui cambiamenti climatici dalla quale scaturì in seguito il Protocollo di Kyoto e
quella sulla biodiversità.
Nel 1995 nella Isole Canarie alla World Conference on Suistainable Tourism vengono concordati 18 punti
prioritari per lo sviluppo sostenibile che confluirono nella Carta di Lanzarote.
Nel 1996 viene creata l’Agenda 21, in cui si analizza il ruolo e si identificano le precise responsabilità che il
turismo deve assumere all’interno del contesto di sviluppo sostenibile.
Nel 1997 viene creata al Dichiarazione di Manlia, in cui si sottolinea l’importanza delle comunità locali e di un
impegno forte a coinvolgere quest’ultime nella pianificazione turistica. Dello stesso annoi è la Dichiarazione
di Berlino in cui si invitano banche e donatori a sostenere i progetti di turismo sostenibile nei paesi in via di
sviluppo.
Nel 1999 al riconoscimento da parte della CSS ( Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile) e alla necessità
di uno sviluppo sostenibile nel turismo per salvaguardare le culture locali e l’ambiente, si accompagnò la
stesura del Global Code of Ethics for Tourism a cura dell’Organizzazione Mondiale del Turismo.
Nel 2000 vengono amp0liati e ridefiniti gli obblighi degli operatori dello sviluppo turistico dall’UNEP ( United
Nations Environment Programme) e si configurano come una sorta di .linee guida per i governi, l’industria e
altri soggetti per minimizzare gli impatti negativi del turismo e per l’effettiva applicazione del turismo
sostenibile.
Nel 2002 per sottolineare l’importanza del tema, l’ONU ha dichiarato quell’anno ‘’ Anno nazionale
dell’Ecoturismo’’ e ha organizzato il primo World Ecotourism Summit in Quebec (Canada orientale) e il World
Summit on Sustainable Development di Johannesburg (Sud Africa).
Nel 2005 L’OMT ( Organizzazione Mondiale del Turismo) diffonde la pubblicazione Making Tourism More
Sustainable .
● L’UNESCO E I SUOI SITI→ La Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO, istituita nel 1950, ha lo scopo
di favorire la promozione, il collegamento, l'informazione, la consultazione e l’ esecuzione dei programmi
UNESCO in Italia.
L'esistenza della Commissione discende da un preciso obbligo di carattere internazionale (Convenzione di
Londra del 16 novembre 1945); peraltro, analoghe entità sono operative in quasi tutti i 195 Paesi membri
dell'UNESCO.
L’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale
e naturale di tutto il mondo rientrano tra le missioni principali dell’UNESCO.
Il Patrimonio rappresenta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle
generazioni future. Il nostro patrimonio, culturale e naturale, è fonte insostituibile di vita e di ispirazione.
Luoghi così unici e diversi quali le selvagge distese del Parco Nazionale di Serengeti in Africa Orientale, le
Piramidi d’Egitto, la Grande barriera australiana e le cattedrali barocche dell’America latina costituiscono il
nostro Patrimonio Mondiale.
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel
1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:
- patrimonio culturale:
1. monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di
carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale
dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
2. agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione
nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
3. siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti
archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o
antropologico.
- patrimonio naturale:
1. i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di
valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
2. le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di
specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o
conservativo,
3. i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto
scientifico, conservativo o estetico naturale
Le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione definiscono come Patrimonio misto (culturale e
naturale) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e
naturale.
Poiché ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale e i beni
che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono
collocati, per essere inseriti nella Lista i siti devono essere di eccezionale valore universale e rispondere ad
almeno uno dei 10 criteri previsti:
In base alla Convenzione l’UNESCO ha fino ad oggi riconosciuto un totale di 1092 siti (845 siti culturali,
209 naturali e 38 misti) presenti in 167 Paesi del mondo. Attualmente l'Italia è la nazione che detiene il
maggior numero di siti (49 siti culturali, di cui 7 sono paesaggi culturali, e 5 siti naturali) inclusi nella lista
dei patrimoni dell'umanità.