Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Franco Battaglia
Dipartimento di Fisica
Università di Roma-Tre
Riassunto
1. Enunciato
2. Esempi
2. Alla fine degli anni settanta il metodo di lavorazione delle carcasse di ovini
(per ottenere un integratore alimentare proteico) era stato modificato:
mentre il procedimento precedente distruggeva il prione (l’agente della BSE),
quello nuovo non era in grado di farlo. Di per sé, l'uso di scarti di macelleria
per produrre mangime ricco di proteine non ha nulla di grave (certamente,
però, non si sarebbero dovute usare carcasse di bestie malate). Per eliminare
l'acqua e il grasso, gli scarti venivano ridotti in polpa, riscaldati a 130 gradi
sotto pressione e trattati con uno dei tanti solventi organici adatto a
sciogliere i grassi. La migliore scelta non poteva che cadere sul
diclorometano. Si sarebbe prodotto grasso e mangime di ottima qualità. E
non contaminato dal prione infettivo, che veniva distrutto dal procedimento.
3. Un trattato del 1987 ha bandito dal mondo intero, grazie a una delle tante
oziose battaglie ambientaliste e in nome, ancora una volta, di un PdP ante
litteram, l’uso dei clorofluorocarburi (CFC), usati come refrigeranti e che, se
dispersi nell’ambiente, partecipano a reazioni chimiche che contribuiscono a
diminuire l’ozono alle alte quote. L’ozono assorbe, alle alte quote, parte della
radiazione solare, svolgendo un’azione protettiva da essa. Il sole, infatti, è un
agente cancerogeno, nel senso che l’esposizione a esso aumenta il rischio di
melanoma alla pelle, un tumore di cui rimangono vittime, solo in Italia, oltre
un migliaio di persone all’anno.
(ove il fattore 2 tiene conto del rischio raddoppiato degli esposti), risolvendo
per y e sostituendo si ottiene (approssimando a valori interi) 400 = 398 + 2:
di quei 400 bimbi, 399 hanno contratto la leucemia per ragioni diverse dai
campi elettromagnetici. E gli altri due? Si può dire che la leucemia di 2 bimbi
è statisticamente addebitabile ai campi? No! Lo si potrebbe dire solo se i
campi fossero un rischio, cioè se la IARC li avesse inseriti nella classe prima
anziché terza. Ma anche quando si volessero interrare i cavi degli elettrodotti,
si eliminerebbero questi due ipotetici casi? No, perché a venti metri da un
elettrodotto il campo magnetico è comparabile a quello presente comunque
in ogni casa a causa degli impianti domestici.
3. Conclusioni
Bibliografia
(1)
F. Battaglia, Le Scienze, giugno 2001.
(2)
http://europa.eu.int/comm/dgs/health_consumer/library/
pub/pub07_en.pdf.
(3)
F. Battaglia, Elettrosmog: un’emergenza creata ad arte, Leonardo Facco
Editore (2002).