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Cap.

9: SISTEMA VISIVO: Si suddivide in 3 componenti:

-APPARATO OTTICO: in grado di focalizzare le immagini sulla retina.


-FOTORECETTORI: Specializzati nella fototrasduzione: convertire i fotoni in segnale
elettrico.
-RETI NERVOSE: In grado di elaborare i segnali

FOTO 1 + La cornea � innervata dai nervi ciliari provenienti dal trigemino. Non ha
vasi sanguigni ma riceve nutrimento dall'umor acqueo. E' rivestiva come l'interno
delle palpebre dalla congiuntiva, membrana mucosa riccamente vascolarizzata, che
protegge l'occhio e favorisce lo scorrimento delle palpebre grazie anche al
prodotto delle ghiandole lacrimali.
Il delicato equilibrio tra produzione e drenaggio dell'umor acqueo determina la
pressione endoculare (circa 16mm Hg).
La sua composizione � simile a quella del plasma senza proteine. La sua produzione
avviene tramite un processo di filtrazione a livello dei capillari seguendo le
pressioni idrostatiche e meccanismi di trasporto attivo. Il completo ricambio
avviene in 3 ore.
Ha una funzione trofica nei confronti delle strutture avascolari dell'occhio
(cornea, cristallino, umor vitreo) alle quali fornisce ossigeno, glucosio e rimuove
CO2 e acido lattico.
L'umor acqueo � prodotto dall'epitelio del corpo ciliare nella camera posteriore e
scorre verso la camera anteriore attraverso il forame pupillare. Il drenaggio
avviene attraverso un canale posizionato nell'angolo corneale, nel quale si trova
il trabecolo corneo-sclerale, e successivamente attraverso il canale di Schlemm che
� in contatto con il trabecolato.

L'uvea � l'insieme delle strutture vascolari dell'occhio: corroide, vasi dell'iride


e del corpo ciliare.
Il sangue proviene dall'arteria centrale della retina. Il flusso � elevato per la
necessit� di smaltire sia il calore generato dalla focalizzazione della luce sulla
retina sia per fornire un adeguato apporto di O2 e nutrienti ai fotorecettori.

PRINCIPI DI OTTICA: Indice di rifrazione di un mezzo trasparente: rapporto tra la


velocit� della luce nell'aria e la velocit� della luce nel mezzo considerato.
In un sistema ottico la distanza focale cambia con la distanza di un oggetto dalla
lente. Questo perch� i raggi luminosi emessi da un oggetto illuminato che si trova
ad una distanza infinita dalla lente sono paralleli, ma diventano sempre pi�
divergenti man mano che l'oggetto si avvicina alla lente.

Nell'occhio sono presenti 2 superfici curve: la cornea e il cristallino. Dato che


si trovano sullo stesse asse, rappresentano un sistema ottico centrato,
rappresentabile come una singola lente. L'occhio normale o emmetrope possiede un F
principale, per gli oggetti posti all'infinito ( 6 metri o pi� dalla cornea) e vari
F coniugati per oggetti posti tra l'infinito e il centro della lente (inferiore a 6
metri) e si avr� una percezione sfocata. Ci� in assenza di meccanismi compensatori
(accomodazione).

Il potere di rifrazione di una lente � indicato dalla sua distanza focale (riferita
al fuoco principale) e viene espresso in diottrie. A parit� di indice di rifrazione
( quindi prendendo in considerazione, ad es. diverse lenti biconvesse costituite
dallo stetto tipo di vetro), tanto pi� una lente � convessa e tanto pi� devia i
raggi luminosi, quindi il potere di rifrazione risulta pi� elevato. Il potere di
rifrazione della cornea � di 43 diottrie, ma non � un valore assoluto perch� la
luce che entra nell'occhio attraversa altri mezzi diottrici che contribuiscono al
potere di rifrazione complessivo dell'occhio.

RIFLESSO DI ACCOMODAZIONE:Il raggio di curvatura del cristallino varia al variare


della distanza dall'occhio degli oggetti che osserviamo.Il muscolo ciliare si
contrae o si rilascia grazie alle fibre muscolari lisce cosicch� il cristallino
grazie alla sua elasticit� pu� aumentare la sua convessit� e quindi il suo potere
di rifrazione.
L'aumento della convessit� (e dello spessore) del cristallino costituisce la
principale differenza tra l'occhio accomodato per l'osservazione di oggetti lontani
e l'occhio accomodato per l'osservazione di oggetti vicini. L'aumento della
convessit� (e dello spessore) comporta un aumento del potere di rifrazione, che
consente di mettere a fuoco sulla retina i raggi luminosi divergenti provenienti da
un oggetto vicino, cio� di far cadere sulla retina il fuoco coniugato.

RIFLESSO PUPILLARE: La parte colorata dell'occhio, l'iride, si comporta come un


diaframma che pu� espandersi o ridursi grazie alla sua muscolatura liscia. Le sue
modificazioni di apertura controllano sia l'area del cristallino colpita dalla luce
che l'intensit� della luce che colpisce la retina. L'apertura del diaframma
colorato � definita pupilla. 2 muscoli lisci: il circolare costrittore ed il
radiale dilatatore.

Costrizione pupillare: MIOSI= riduzione del diametro pupillare dovuto a contrazione


del muscolo circolare;
Midriasi= aumento del diametro pupillare dovuto a contrazione delle fibre radiali
del muscolo dilatatore.

L'aumento della convessit� del cristallino determina anche un aumento dei fenomeni
di aberrazione sferica e cromatica, associati alla luce che colpisce le parti
periferiche della cornea e del cristallino.

In condizioni fisiologiche il riflesso pupillare dipende sia dall'intensit� della


luce che dal grado di accomodazione del cristallino: la pupilla si restringe sia
quando la luce � pi� intensa sia quando il cristallino si accomoda per la visione
da vicino.
Riflesso pupillare (restringimento ) e di accomodazione ( per la visione da vicino)
avvengono in maniera coordinata e dipendono entrambi dall'attivazione di fibre
parasimpatiche.

PRINCIPALI ALTERAZIONI DEI MEZZI OTTICI: La prestazione visiva raggiungibile da


ciascun occhio (ACUTEZZA VISIVA) viene misurata in decimi, la capacit� visiva di un
occhio sano (l'acutezza visiva massima raggiungibile da un occhio) � mediamente di
10/10.
Le diottrie misurano, invece, la potenza delle lenti e vengono utilizzate per
quantificare i difetti refrattivi.

LA MIOPIA: E' una condizione che permette di vedere chiaramente gli oggetti vicini,
ma sfocati quelli distali. Un'eccessiva curvatura della cornea o un eccessivo
allungamento del globo oculare fanno s� che i raggi luminosi vengano focalizzati su
un piano posto davanti alla retina.

Occhio normale: L'immagine della sorgente lontana forma nitidamente sulla retina
senza accomodazione. L'immagine della sorgente vicina si forma nitidamente sulla
retina con accomodazione.
Miopia: bulbo oculare troppo lungo o cristallino troppo convergente
1. NON CORRETTA: L'immagine di una sorgente lontana si forma davanti alla retina
(dove sarebbe la retina in un occhio di lunghezza normale). L'immagine di una
sorgente vicina si forma nitidamente sulla retina con accomodazione.

2. CORRETTA con una lente divergente (CONCAVA), che fa divergere i raggi luminosi
prima che raggiungano l'occhio: L'immagine di una sorgente lontana si forma
nitidamente sulla retina senza accomodazione. L'immagine di una sorgente, vicina si
forma nitidamente sulla retina con accomodazione.
IPERMETROPIA: La lunghezza oculare che � ridotta rispetto a quella di un occhio
normale. I raggi luminosi provenienti da oggetti sia vicini che lontani non vengono
messi a fuoco sulla retina ma su un piano dietro di essa; l'ipermetrope vede male
gli oggetti vicini e in parte anche quelli lontani. Pu� essere compensata, entro
certi limiti, dall'accomodazione: ci� consente di vedere nitidamente, ma lo sforzo
esercitato nel provocare affaticamento.
Occhio normale (emmetropia): l'immagine della sorgente lontana si forma nitidamente
sulla retina senza accomodazione. L'immagine della sorgente vicina si forma
nitidamente sulla retina con accomodazione.

Ipermetropia:: bulbo oculare troppo corto o cristallino poco convergente.


1. NON CORRETTA: L'immagine della sorgente lontana si forma nitidamente sulla
retina con accomodazione. L'immagine di una sorgente vicina si forma nitidamente
sulla retina con accomodazione.
2. CORRETTA con una lente covergente (convessa, che fa convergere i raggi luminosi
prima che raggiungano l'occhio): l'immagine di una sorgente lontana si forma
nitidamente sulla retina senza accomodazione. L'immagine di una sorgente vicina si
forma nitidamente sulla retina con accomodazione.

ALTRE ALTERAZIONI DEI MEZZI OTTICI: Presbiopia:perdita di elasticit� del


cristallino in genere progressiva con l'et�, che risulta quindi via via incapace di
modificare la sua convessit� e quindi di... la sua distanza focale.

Tracoma: Opacit� corneale, dovuta a infezioni e fenomeni cicatriziali.

Cataratta:Opacit� del cristallino. Comune negli anziani, nei diabetici o in


presenza di difetti enzimatici.

Astigmatismo: � un tipico difetto refrattivo dovuto ad una forma irregolare della


cornea (meno del cristallino) che non ha la stessa convessit� su tutti i meridiani.
Causa quindi visione sfocata sia degli oggetti lontani che di quelli vicini.

L'apparato ottico dell'occhio permette di forma sulla retina un'immagine del mondo
esterno rimpicciolita e capovolta.
I fotorecettori retinici localizzati nell'area illuminata trasducono l'energia
dello stimolo luminoso (fotoni) in segnali elettrici, che saranno poi analizzati
dalle reti nervose per la percezione.

L'ACUITA' VISIVA: o capacit� di risoluzione spaziale, dipende dalla presenza di


coni piccoli e numerosi in una regione retinica specializzata la fovea. E' una
leggera depressione, in corrispondenza dell'asse ottico dell'occhio. Contiene
esclusivamente coni molto piccoli ma molto numerosi, la regione retinica in cui si
forma un'immagine di ci� che si fissa con lo sguardo dando una visione molto pi�
accurata rispetto agli oggetti sui quali non si fissa lo sguardo, la cui immagine
si forma sulla retina periferica, dove sono presenti coni pi� grandi e meno
numerosi e i bastoncelli.

L'acuit� visiva, dipende anche dall'assenza di convergenza tra questi specifici


coni della fovea e i circuiti nervosi successivi cio� esiste una relazione uno a
uno, contrariamente a quanto avviene per i segnali generati dai bastoncelli nei
quali si ha un'ampia convergenza.

Nella regione della fovea i raggi luminosi arrivano direttamente ai fotorecettori.

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