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Panoramica sulle alterazioni del ritmo


cardiaco
Per L. Brent Mitchell, MD, Professor of Medicine, Department of Cardiac Services, Libin
Cardiovascular Institute of Alberta, University of Calgary

Le alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie) sono sequenze di battiti cardiaci irregolari, accelerate,

rallentate o condotte attraverso il cuore secondo un percorso elettrico anomalo.

La causa più comune di questo tipo di anomalie è rappresentata dalle cardiopatie.

A volte il paziente percepisce l’alterazione, ma spesso si accorge solo delle conseguenze


che essa comporta, come debolezza o svenimento.

La diagnosi si basa sull’elettrocardiogramma.

Il trattamento prevede il ripristino del ritmo cardiaco su frequenze normali e la


prevenzione di ulteriori episodi.

Il cuore è un organo muscolare munito di quattro camere strutturate per lavorare in maniera
efficace, affidabile e costante per tutto il corso della vita. Le pareti muscolari di ciascuna
camera si contraggono regolarmente, pompando il sangue in base alla richiesta dell’organismo
e impiegando il minor quantitativo di energia possibile durante ogni contrazione.

La contrazione delle fibre muscolari cardiache viene controllata dagli impulsi elettrici che
attraversano il cuore in modo specifico, lungo vie distinte e a velocità controllata. La corrente
elettrica che avvia ogni battito cardiaco origina nel pacemaker cardiaco (nodo del seno o
senoatriale), localizzato sulla sommità della camera cardiaca superiore (atrio destro). La
frequenza di scarica elettrica del pacemaker determina la frequenza cardiaca. Tale frequenza
è influenzata da impulsi nervosi e dai livelli di alcuni ormoni in circolo.

La frequenza cardiaca viene regolata automaticamente dal sistema nervoso autonomo che è
suddiviso in simpatico e parasimpatico. Il sistema simpatico aumenta la frequenza cardiaca,
grazie a una rete di fibre nervose definita plesso simpatico. Il sistema parasimpatico
diminuisce la frequenza cardiaca per mezzo di un unico nervo, il nervo vago.
La frequenza cardiaca è inoltre influenzata dagli ormoni rilasciati nel torrente ematico dalla
sezione simpatica:

Epinefrina ( adrenalina)

Norepinefrina (noradrenalina)

Epinefrina e norepinefrina aumentano la frequenza cardiaca. Anche l’ormone tiroideo,


prodotto e rilasciato in circolo dalla tiroide, aumenta la frequenza cardiaca.

Nell’adulto in condizioni di riposo, la frequenza cardiaca normale è generalmente compresa


tra i 60 e i 100 battiti al minuto. Tuttavia, nei giovani adulti possono essere normali frequenze
cardiache più basse, in particolar modo in quelli in buone condizioni fisiche. La frequenza
cardiaca di un soggetto varia normalmente in risposta allo sforzo e a stimoli quali il dolore e la
rabbia. Il ritmo cardiaco viene considerato anomalo solo se la frequenza è inadeguatamente
accelerata (detta tachicardia), rallentata (detta bradicardia) o irregolare, oppure quando gli
impulsi elettrici viaggiano lungo vie anomale.

Vie elettriche normali

La corrente elettrica proveniente dal nodo senoatriale dapprima percorre l’atrio destro, quindi
il sinistro, provocando la contrazione dei muscoli di queste camere e il passaggio del sangue
dagli atri alle cavità inferiori (ventricoli). La corrente elettrica raggiunge quindi il nodo
atrioventricolare, localizzato nella parte inferiore della parete tra gli atri vicino ai ventricoli. Il
nodo atrioventricolare offre l’unica connessione elettrica fra gli atri e i ventricoli. Altrimenti,
gli atri sono isolati dai ventricoli da tessuto che non conduce elettricità. Il nodo
atrioventricolare ritarda la trasmissione della corrente elettrica, in modo tale che gli atri
possano contrarsi completamente e i ventricoli possano riempirsi il più possibile, prima che
questi ultimi ricevano il segnale di contrarsi.
Decorso della via elettrica del cuore

Il nodo senoatriale (seno) (1) dà origine a un impulso elettrico che corre attraverso gli atri
destro e sinistro (2) facendoli contrarre. Raggiunto il nodo atrioventricolare (3), l’impulso
subisce un lieve rallentamento e corre quindi lungo il fascio di His (4), che si divide nella
branca destra (5) per il ventricolo destro e in quella sinistra (5) per il ventricolo sinistro.
L’impulso, poi, si diffonde attraverso i ventricoli facendoli contrarre.
Sistema di conduzione elettrica del cuore

Dopo aver attraversato il nodo atrioventricolare, la corrente elettrica viaggia lungo il fascio di
His, un gruppo di fibre che si dividono in una branca per il ventricolo sinistro e una branca
per il ventricolo destro. La corrente elettrica, quindi, si propaga in maniera regolare sulla
superficie dei ventricoli, dal basso verso l’alto, stimolando la contrazione dei ventricoli, che
spingono il sangue fuori dal cuore.

Cause
La principale causa di aritmie è rappresentata dalle cardiopatie, e, in particolar modo, le
coronaropatie, le valvulopatie e l’insufficienza cardiaca. Molti farmaci, con o senza obbligo di
prescrizione, anche quelli usati per il trattamento delle cardiopatie, possono dare luogo ad
aritmie. Alla base di alcune aritmie ci sono anomalie anatomiche presenti sin dalla nascita
(anomalie congenite). Le modificazioni correlate all’età rendono più probabile l’insorgenza del
sistema di conduzione delle aritmie.

A volte non è possibile identificare la causa dell’aritmia.

Aritmia accelerata
Il ritmo accelerato (tachiaritmie) può essere scatenato da sforzi fisici, stress emotivi, eccessivo
consumo di alcol, dal fumo o dall’uso di farmaci che contengono stimolanti, tra cui rimedi per
il raffreddore o la febbre da fieno.

Un’iperfunzione tiroidea (ipertiroidismo), che causa la produzione di elevati livelli di ormone


tiroideo, può determinare un'accelerazione del ritmo.

Aritmie lente

Il rallentamento del ritmo (bradiaritmie) può essere scatenato da dolore, fame, affaticamento,
disturbi digestivi (tra cui diarrea e vomito) o dalla deglutizione, che può stimolare il nervo
vago in maniera eccessiva. Una stimolazione eccessiva del nervo vago, evento piuttosto raro,
può causare un arresto cardiaco. Nella maggior parte di questi casi, l’aritmia tende a risolversi
da sola.

Un’ipofunzione tiroidea (ipertiroidismo), che causa la produzione di bassi livelli di ormone


tiroideo, può determinare un rallentamento del ritmo.

Sintomi
Alcuni soggetti con anomalie dei battiti cardiaci sono in grado di percepirli. Tuttavia,
l'aumentata percezione dei battiti cardiaci (dette palpitazioni) varia molto tra i soggetti. Alcuni
soggetti possono percepire i normali battiti cardiaci e la maggior parte dei soggetti li avverte
sdraiandosi sul fianco sinistro.

Le aritmie possono essere innocue o anche potenzialmente fatali. La gravità di un’aritmia può
non essere strettamente collegata alla gravità dei sintomi da essa causati. Alcune aritmie
potenzialmente letali sono asintomatiche, mentre altre, non pericolose, causano gravi sintomi.
Spesso, la natura e la gravità della cardiopatia di base sono più importanti dell’aritmia in sé.

Quando le aritmie compromettono la contrattilità del cuore, possono causare debolezza,


ridotta tolleranza allo sforzo, respiro affannoso, stordimento, vertigini, svenimento (sincope) o
decesso. Lo svenimento si verifica quando il cuore è talmente inefficiente da non riuscire a
mantenere un’adeguata pressione arteriosa. Se tale aritmia persiste, può causare il decesso. Le
aritmie possono anche aggravare i sintomi di una patologia cardiaca di base, compresi dolore
toracico e respiro affannoso. Le aritmie che provocano dei sintomi richiedono un’assistenza
tempestiva.

Sapevate che...

Alcune aritmie altrimenti innocue possono causare sintomi preoccupanti, mentre altre
aritmie potenzialmente letali possono non causare sintomi precedenti.

Diagnosi
Elettrocardiogramma
Spesso, la descrizione dei sintomi da parte dei pazienti può aiutare i medici a formulare una
prima diagnosi e a valutare la gravità dell’aritmia. È di fondamentale importanza stabilire se
le palpitazioni siano rapide o lente, regolari o irregolari, brevi o prolungate e se l’aritmia
provochi dei sintomi. I medici devono inoltre capire se le palpitazioni si verificano a riposo o
solo durante attività fisica intensa o non abituale e se iniziano e si interrompono
improvvisamente o gradualmente. Tuttavia, alcuni esami diagnostici sono spesso necessari per
determinare l’esatta natura e la causa dell’aritmia.

L’elettrocardiogramma (ECG) è la principale tecnica diagnostica utilizzata per individuare le


aritmie e determinarne la causa. Esso fornisce una rappresentazione grafica dell’attività
elettrica che produce ogni battito cardiaco. Di solito, l’elettrocardiogramma registra il ritmo
cardiaco solo per un periodo di tempo molto breve.

Dato che le aritmie sono spesso intermittenti, un registratore Holter portatile (monitoraggio
Holter) può essere utilizzato al fine di monitorare il ritmo cardiaco costantemente o nei
momenti in cui il paziente accende il registratore perché avverte un’aritmia. Tale apparecchio,
generalmente indossato per 24 ore o 48 ore, può registrare aritmie sporadiche durante le
normali attività giornaliere. Nell’arco del periodo di registrazione, il paziente provvede anche
all’aggiornamento di un diario dei sintomi e delle attività correlate alle aritmie.

Per rilevare aritmie gravi che si manifestano molto raramente, i medici, a volte, impiantano un
dispositivo di registrazione sotto la cute inferiormente alla clavicola sinistra. Il dispositivo,
detto monitor di eventi può essere lasciato in sede per periodi prolungati. Trasmette
elettronicamente i valori registrati e memorizzati di ritmi cardiaci alterati, in modo indolore
attraverso la cute.

I soggetti con sospette aritmie potenzialmente letali vengono generalmente ricoverati. Il loro
ritmo cardiaco viene costantemente registrato e visualizzato su un monitor a forma di
televisore posto al lato del letto o nella postazione di assistenza infermieristica. Pertanto,
qualunque problema può essere prontamente identificato.

Altre procedure diagnostiche comprendono il test da sforzo e la misurazione della pressione


arteriosa sotto sforzo, l’ecocardiogramma volto a rilevare eventuali anomalie anatomiche e lo
studio elettrofisiologico. Durante il test elettrofisiologico, alcuni cateteri, muniti di minuscoli
elettrodi alle estremità, vengono inseriti fino al cuore attraverso una vena. Essi vengono
utilizzati per stimolare il cuore e monitorarne la risposta, in modo da determinare il tipo di
aritmia e i possibili trattamenti.
ECG: Lettura delle onde

L’elettrocardiogramma (ECG) è la rappresentazione grafica della corrente elettrica in


movimento nel cuore durante un battito cardiaco. L’andamento della corrente viene diviso
in parti e ad ogni parte viene data una denominazione alfabetica nell’ECG.

Ogni battito cardiaco inizia con un impulso proveniente dal pacemaker cardiaco (nodo del
seno o senoatriale). Questo impulso attiva le camere superiori del cuore (atri). L’onda P
rappresenta l’attivazione degli atri.

Successivamente, la corrente elettrica si porta in basso nelle camere inferiori del cuore
(ventricoli). Il complesso QRS rappresenta l’attivazione dei ventricoli.

La corrente elettrica quindi si retrodiffonde dai ventricoli in direzione opposta. Questa


attività è detta onda di ripolarizzazione, ed è rappresentata dall’onda T.

Molti tipi di anomalie possono essere spesso osservati all’ECG, tra cui un attacco cardiaco
(infarto miocardico) pregresso, un’alterazione del ritmo cardiaco (aritmia), un inadeguato
afflusso di sangue e ossigeno al cuore (ischemia) ed un eccessivo ispessimento (ipertrofia)
delle pareti muscolari del cuore.

Certe anomalie visualizzate all’ECG possono anche essere indicative della presenza di
protuberanze (aneurismi) che si sviluppano in aree deboli delle pareti cardiache. Gli
aneurismi possono originare da un attacco cardiaco. Se il ritmo è alterato (accelerato,
rallentato o irregolare), l’ECG può indicare anche la sede in cui ha inizio il ritmo anomalo.
Questa informazione offre il punto di partenza dell’iter diagnostico.

Prognosi
La maggior parte delle aritmie sono asintomatiche e non compromettono la contrattilità
cardiaca. Pertanto, di solito, comportano un rischio modesto o addirittura nullo, anche se
possono causare notevole ansia nel soggetto che le avverte. Tuttavia, alcune aritmie di per sé
innocue possono causare aritmie più gravi. Qualsiasi aritmia che comprometta la funzione di
pompa cardiaca è grave. Il livello di gravità dipende, in parte, dalla sede di origine dell’aritmia,
che può essere il nodo senoatriale del cuore, oppure gli atri o i ventricoli. Generalmente, le
aritmie che nascono nei ventricoli sono più gravi rispetto a quelle atriali e quest’ultime, a loro
volta, sono più gravi di quelle del nodo senoatriale. Ma esistono molte eccezioni.

Trattamento
Farmaci antiaritmici

Stimolazione

Erogazione di una scossa elettrica

Nei soggetti con aritmie innocue, seppur preoccupanti, la semplice rassicurazione sulla loro
benignità può essere un trattamento sufficiente. A volte, le aritmie si manifestano con minore
frequenza o addirittura scompaiono, non appena i medici cambiano il farmaco somministrato
o ne correggono il dosaggio. Le condizioni possono migliorare anche evitando l’alcol, la
caffeina (nelle bevande come nei cibi) e il fumo. Se le palpitazioni insorgono solo sotto sforzo,
è opportuno evitare carichi fisici eccessivi. A volte è necessario smettere di guidare fino al
momento in cui i medici riescono o meno a stabilire l’efficacia del trattamento.

Farmaci

I farmaci antiaritmici sono utili per eliminare le tachicardie che causano sintomi insostenibili
o condizioni di rischio. Non esiste un singolo farmaco capace di guarire tutte le aritmie in
qualsiasi paziente. A volte molti farmaci devono essere testati prima di ottenere una risposta
soddisfacente. A volte i farmaci antiaritmici possono peggiorare o anche causare aritmie.
Questo effetto è detto proaritmico. Una terapia antiaritmica può causare anche altri effetti
collaterali.

Alcuni farmaci usati per il trattamento delle aritmie

Alcuni effetti
Esempi Commenti
collaterali

Beta-bloccanti

Acebutololo Frequenza Questi farmaci trovano impiego per il trattamento di battiti


cardiaca ventricolari prematuri, la tachicardia ventricolare, la
Atenololo rallentata fibrillazione ventricolare e la tachicardia parossistica
(bradicardia) sopraventricolare. Sono usati, inoltre, per rallentare la
Betaxololo frequenza ventricolare (ovvero la velocità dei battiti
Astenia cardiaci delle camere inferiori, i ventricoli) in soggetti con
Bisoprololo
fibrillazione atriale o flutter atriale.
Depressione
Carvedilolo
I soggetti asmatici dovrebbero chiedere al medico prima di
Possibile assumere questi farmaci.
Esmololo mascheramento
Metoprololo
Alcuni effetti
Esempi
Nadololo Commenti
collaterali
Propranololo
di bassi livelli di
Timololo zuccheri nel
sangue

Alterata
circolazione nel
tronco, negli arti
superiori e
inferiori

Insonnia

Sindrome di
Raynaud

Disfunzioni
sessuali

Respiro
affannoso

Spasmo delle vie


aeree
(broncospasmo)

Con alcuni beta-


bloccanti,
aumento dei
livelli di
trigliceridi (un
tipo di grassi)

In soggetti con
glaucoma,
aumentata
pressione oculare

Calcio-antagonisti
Alcuni effetti
Esempi Commenti
collaterali

Sono utili solo certi bloccanti dei canali del calcio, come il
diltiazem e il verapamil, che trovano impiego per rallentare
Stitichezza la velocità ventricolare in soggetti affetti da fibrillazione
atriale o flutter atriale e per il trattamento della tachicardia
Diltiazem Diarrea
parossistica sopraventricolare. Il diltiazem e il verapamil
Verapamil Ipotensione rallentano la conduzione degli impulsi elettrici nel nodo
atrioventricolare.
Piedi gonfi
Certi soggetti con la sindrome di Wolff-Parkinson-White non
devono assumere verapamil o diltiazem.

Digossina

Nausea

Vomito La digossina rallenta la conduzione degli impulsi elettrici


nel nodo atrioventricolare. Trova impiego per rallentare la
Aritmie serie velocità ventricolare in soggetti con fibrillazione atriale o
flutter atriale e per il trattamento della tachicardia
Se la dose è parossistica sopraventricolare.
Digossina troppo alta,
distorsione della Questo farmaco viene somministrato nei neonati e nei
visione a colori, bambini di età inferiore a 10 anni affetti dalla sindrome di
che trasforma il Wolff-Parkinson-White, ma negli anziani affetti dalla stessa
colore degli sindrome digossina non deve essere usato.
oggetti in giallo-
verdastro

Bloccanti dei canali del potassio


Alcuni effetti
Esempi Commenti
collaterali

Per tutti i
bloccanti dei
canali del
potassio: Aritmie
e ipotensione
Amiodarone arteriosa
Sono usati per trattare i battiti ventricolari prematuri, la
Bretilio Per l’amiodarone: tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare, la
cicatrizzazione fibrillazione atriale e il flutter atriale.
Dofetilide nei polmoni
Poiché l’amiodarone può avere effetti tossici, trova impiego
(fibrosi
Dronedarone polmonare) e nel trattamento a lungo termine solo in soggetti che
presentino aritmie serie o molto fastidiose.
anomalie di
Ibutilide tiroide, fegato e Il bretilio è usato solo per il trattamento a breve termine di
occhi. tachicardie ventricolari potenzialmente fatali.
Sotalolo
Per il sotalolo (un
altro beta-
bloccante), stessi
effetti collaterali
dei beta-bloccanti

Nucleoside purinico

Spasmo delle vie Adenosina rallenta la conduzione degli impulsi elettrici nel
aeree nodo atrioventricolare. Trova impiego per arrestare gli
Adenosina episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare.
Vampate (di
breve durata) Si evita l’uso nei soggetti asmatici.

Bloccanti dei canali del sodio


Alcuni effetti
Esempi Commenti
collaterali

Aritmie
(potenzialmente
fatali, in
particolare in
soggetti con
Disopiramide cardiopatia) Questi farmaci rallentano la conduzione degli impulsi
Flecainide Disturbi digestivi elettrici al cuore.

Vertigini Sono usati per trattare i battiti ventricolari prematuri, la


Lidocaina tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare e per
Bocca secca convertire la fibrillazione atriale o flutter atriale in ritmo
Mexiletina
normale (cardioversione).
Procainamide Capogiri
Ad eccezione di lidocaina e mexiletina, questi farmaci
Ritenzione possono anche essere utilizzati per prevenire episodi di
Propafenone
urinaria fibrillazione atriale o flutter atriale e, meno comunemente,
Chinidina tachicardia parossistica sopraventricolare.
Tremore

In soggetti con
glaucoma,
aumentata
pressione oculare

Pacemaker artificiali

I pacemaker artificiali sono dispositivi elettronici che svolgono la funzione del pacemaker
cardiaco naturale, il nodo senoatriale. Tali dispositivi vengono impiantati chirurgicamente
sotto la cute, solitamente sotto la clavicola destra o sinistra. Vengono collegati al cuore
mediante fili metallici che decorrono all’interno di una vena. I modelli a circuito a bassa
energia e a batteria oggi in uso consentono una durata di circa 10-15 anni. I nuovi sistemi
elettrici hanno quasi completamente eliminato il rischio di interferenza con i cellulari, gli
spinterogeni delle automobili, i radar, i forni a microonde e i metal detector. Tuttavia, alcuni
strumenti possono interferire con i pacemaker. Ad esempio, i dispositivi per
elettrocauterizzazione usati per arrestare l’emorragia in corso di intervento chirurgico, la
diatermia (trattamenti fisioterapici basati sull’applicazione di calore ai muscoli tramite la
trasmissione di onde radio) e, a volte, la risonanza magnetica per immagini (RM). La RM può
essere sicura con certi tipi di pacemaker, in base al modello.
Mantenimento del battito: pacemaker artificiali

I pacemaker artificiali sono dispositivi elettronici che svolgono la funzione dello stesso
pacemaker cardiaco naturale (nodo del seno o senoatriale). Essi generano impulsi elettrici
che avviano il battito. I pacemaker sono costituiti da un generatore di impulsi (che integra la
batteria) e da fili metallici (elettrodi) che connettono il pacemaker al cuore.

Il pacemaker artificiale viene impiantato chirurgicamente. Dopo aver usato un anestetico


locale per anestetizzare il punto di introduzione, vengono generalmente inseriti i fili
metallici, che si connettono al pacemaker, in una vena vicino alla clavicola e sono quindi
sospinti fino al cuore. Attraverso una piccola incisione, il generatore di impulsi, che è delle
dimensioni approssimative di un disco di 3 o 4 cm, viene inserito subito sotto la pelle vicino
alla clavicola e connesso ai fili metallici. L’incisione viene chiusa con dei punti. Di solito, la
procedura richiede circa 30-60 minuti. Il paziente può essere dimesso poco dopo oppure
rimanere in ospedale per qualche giorno. La batteria di un pacemaker di solito ha una
durata di 10-15 anni. Ciononostante, deve essere controllata regolarmente. La procedura di
sostituzione interessa il generatore di impulsi ed è rapida.

Esistono differenti tipi di pacemaker. La maggior parte ha la capacità di percepire l’attività


elettrica del cuore. Permette al cuore di battere normalmente, a meno che questo non salti
un battito o inizi a battere a una frequenza anormale. Il pacemaker viene programmato
prima di essere impiantato. La programmazione determina gli eventi di attivazione del
dispositivo e la frequenza cardiaca. I valori impostati possono essere modificati anche una
volta effettuato l’impianto con un dispositivo appoggiato alla cute. Alcuni pacemaker
possono adattare la loro frequenza alle attività svolte, aumentando la frequenza cardiaca
sotto sforzo e riducendola durante il riposo.

I pacemaker vengono più frequentemente utilizzati per il trattamento delle bradiaritmie.


Quando la frequenza cardiaca scende al di sotto di una soglia prestabilita, il pacemaker
artificiale inizia a scaricare impulsi elettrici. Più raramente, i pacemaker vengono impiantati
per il trattamento delle tachiaritmie, erogando una scarica di impulsi allo scopo di ridurre la
frequenza cardiaca riportando l’aritmia accelerata alla normalità.

La terapia di risincronizzazione cardiaca (cardiac resynchronization therapy, CRT) è


un’altra possibile applicazione dei pacemaker. In alcuni soggetti cardiopatici, le quattro
camere cardiache non seguono la sequenza normale di contrazioni. Speciali pacemaker dotati
di tre derivazioni possono ripristinare la normale sequenza delle contrazioni e migliorare gli
esiti in alcuni soggetti con insufficienza cardiaca.

Ripristino del normale ritmo

A volte uno shock elettrico al cuore può interrompere una tachicardia e ripristinare il ritmo
normale. L’impiego dello shock elettrico a tal scopo prende il nome di cardioversione,
defibrillazione o elettroversione, in base al tipo di alterazione del ritmo per cui è usato. La
cardioversione può essere usata per il trattamento delle aritmie originanti negli atri (come la
fibrillazione atriale) o nei ventricoli (fibrillazione ventricolare). Tuttavia, lo shock elettrico non
consente di riavviare un cuore che si trovi in completa assenza di attività elettrica (asistole). Il
dispositivo che eroga lo shock elettrico (defibrillatore) può essere utilizzato da un’equipe di
medici e infermieri, da paramedici o vigili del fuoco.

Cardioversione

Può essere inserito un defibrillatore-cardioversore impiantabile (implantable cardioverter-


defibrillator, ICD), grande circa la metà di un mazzo di carte. La maggior parte dei dispositivi
viene impiantata attraverso i vasi sanguigni come il pacemaker, eliminando la necessità di
intervento toracico a cielo aperto. Gli ICD garantiscono un monitoraggio continuo della
frequenza e del ritmo cardiaco, rilevando automaticamente eventuali tachiaritmie, ed
erogando uno shock per ripristinare il ritmo normale. In genere, tali strumenti sono utilizzati
nei soggetti che altrimenti morirebbero a causa dell’aritmia. L’ICD può inoltre agire come un
pacemaker, inviando impulsi elettrici per risolvere una bradiaritmia. Quando l’ICD eroga lo
shock, il paziente avverte una sorta di lieve tonfo nel torace. Quando il dispositivo eroga uno
shock di maggiore potenza, è possibile che il paziente abbia la sensazione di avere ricevuto un
calcio.

I soggetti con ICD possono avvicinarsi in sicurezza alla maggior parte dei dispositivi
elettronici, anche forni a microonde e metal detector. Tuttavia, alcuni dispositivi con forti
campi magnetici o forti campi elettrici possono produrre un’interferenza. Ad esempio, i
dispositivi per elettrocauterizzazione usati per arrestare l’emorragia in corso di intervento
chirurgico, la diatermia (trattamenti fisioterapici basati sull’applicazione di calore ai muscoli
tramite la trasmissione di onde radio) e, a volte, l’RM.

Dato che gli ICD non prevengono le aritmie, spesso si deve comunque assumere una terapia
farmacologica. Questi dispositivi durano circa 5 anni. I pazienti con ICD in cui il dispositivo
eroghi un solo shock, e che diversamente si sentano bene, devono contattare la struttura
presso la quale è stato impiantato l’ICD o lo specialista entro la fine della settimana del giorno
dell’evento. Il dispositivo registra il ritmo cardiaco del soggetto, consentendo al medico di
capire perché il dispositivo abbia erogato lo shock. I pazienti che lamentano altri sintomi,
come respiro affannoso, fastidio toracico o palpitazioni, subito prima o dopo lo shock, o che
abbiano subito più shock, potrebbero presentare un problema più serio. Questi pazienti
devono recarsi immediatamente al pronto soccorso.

Il defibrillatore esterno automatico (DEA) richiede solo una minima preparazione per l’uso.
Per esempio, i DEA possono essere utilizzati da soggetti che ricevono le istruzioni di pronto
intervento relative al suo impiego ( Defibrillatore automatico esterno: mettere in moto il
cuore). I defibrillatori DEA possono rilevare la presenza di un’aritmia, stabilire se è
consigliabile emettere uno shock e scaricarlo automaticamente. Possono essere presenti in
molti luoghi pubblici, come aeroporti, impianti sportivi, alberghi e centri commerciali.

Distruzione del tessuto anomalo (ablazione con radiofrequenza)

Alcune forme di aritmie possono essere controllate mediante tecniche chirurgiche e altre
modalità invasive. Un’aritmia dovuta ad un’alterazione localizzata del sistema elettrico
cardiaco può essere controllata mediante la distruzione o l’asportazione dell’area affetta
(ablazione). In genere, l’area anomala viene distrutta per mezzo dell’ablazione con
radiofrequenze (erogazione di energia ad una frequenza specifica, attraverso l’impiego di un
elettrocatetere inserito nel cuore). Il successo della procedura varia in base al tipo di aritmia,
in un range compreso fra il 60 e l’80% per le forme più difficili (fibrillazione atriale,
tachicardia atriale e tachicardia ventricolare) e fino al 90-95% per quelle più responsive
(tachicardie sopraventricolari). La procedura richiede da 2 a 4 ore di tempo e un ricovero
ospedaliero di soli 1-2 giorni. Più raramente, quest’area viene distrutta o asportata
chirurgicamente con un intervento cardiochirurgico a cielo aperto. A volte l’intervento
chirurgico è necessario perché l’ablazione con catetere non è stata efficace. Altre volte, la
chirurgia serve perché l’intervento cardiochirurgico ha un altro scopo, come per esempio
sostituire una valvola cardiaca.

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