INFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IV
Pasquale Citera, Marco De Martino
Dipartimento di Musica Elettronica
Conservatorio di Santa Cecilia
via dei Greci 18
Roma (IT)
pasqualecitera8 atlgmailldotleom
demartinamdat}hotmaifdotit
La Quarta Lezione del Corso di Informatica Musi
Lezione IV
Sintesi e Modulazione
Tecniche di Sintesi e
Modulazione del Suono.
| Conservatorio di Santa Cecilia, @ stata basata inte-
ramente sul tema della Sintesi e Modulazione del Suono, Abbiamo trattato le principali tecniche di sintesi
ovvero Additiva, Sottrattivae Granulare ele princi pali modulazioni, cioe modulazione d’Ampiezza(Am), ad
Anello (Rm) e di Frequenza (Fm).
PREMESSA
Per facilitare la comprensione delle tecni-
che di sintesi e modulazione del suono
sié ritenuto utile non utilizzare formule
matematiche a vantaggio dell’esperienza
d’ascolto su ciascuna tecnica.
1. TECNICHE DI SINTESI
t nascita della pratica compositiva me-
diante strumenti elettronici. porta con
sé anzitutto l'esigenza di creare suoni nuo-
vi, non presenti in natura ma progettati ad
hoc per la composizione stessa, comporre
ilsuono prima che col suono. Per questo, si
sviluppano tecniche e tecnologie atte a sin-
tetizzare e poi modificare dei suoni ottenuti
tramite generatori. In accordo con la Serie
di Fourie chedescrivela possibilita dirap-
presentare ogni onda complessa (in realt&
ogni onda periodica) in una serie di suoni
semplici (sinusoidali) in rapporto armoni-
co tra loro, si inizia a considerare possibile
la creazione di suoni complessi che abbia-
no oltre alla durata ed alla frequenza, an-
che lastruttura interna degli armonici pro-
gettata per essere coerente con la compo-
*Per approfondimenti clicca Qui
sizione stessa. O, per dirla con le parole di
Stockhausen, si ha quindi la possibilita di non
sottostare piit alla dittatura del materiale cio?
alla composizione che usa suoni complessi pre-
esistenti non modificabili ma al contrario po-
ter creare per ogni composizione, suoni sempre
nuovi.
1.1 SINTESI ADDITIVA
Il pitt semplice tipo di tecnica di sintesi
del suono che si sviluppa @ detta additi-
va in quanto si basa sulla sovrapposizio-
ne di suoni semplici che, a seconda del-
la frequenza e dell’intensita delle singole
armoniche, crea diverse forme d’onda
complesse. La prima tipologia usata stori-
camente viene detta Sintesi additioa a spet-
tro fisso ovvero quella tecnica che crea suo-
ni complessi mediante la sovrapposizio-
ne di sinusoidi che non hanno evoluzioni
d'intensita o di frequenza all’interno del-
lo stessosuonoma risultano essere sem pli-
cemente una sommma statica di suoni sinu-
soidali, Ne @ un esempio I'Hektronische
Studie II (Studio II) di Stockhausen dove il
compositore crea suoni complessi sovrap-INFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IV
ponendo sinusoidi statiche che produco-
no timbri diversi solamente cambiando il 7
rapporto tra le armoniche stesse. : ZO
Variando intensita e rapporti di frequen-_ |“! 68 3 a
zatra suono fondamen taleed armoniche si
possono creare diverse forme d’onda con
timbriche molto differenti come indicato
dalla prossima figura trattada IJ Suono Vir-
tuale di Riccardo Bianchini ed Alessandro *
Gprianil a 1
Onde diverse ad intensit’ diverse degli armonici \ Onda Quadra
7
Lee
Le onde complesse principali e pit usate
sono:
‘Come si pud notare facilmente dalle prece-
denti figure, per costruire un suono com-
plesso realmente ricco vi é bisogno di pa-
recchi suoni sinusoidali sovrapposti.. I
primi studi di musica elettronica avevano
possibilita molto limitate in tal senso, nor-
malmente qualche oscillatore (1o Studio di
Fonologia di Milano era famoso per aver-
« oe : . ne nove) cosa che costringeva i composi-
tori a fare parecchi passaggi di registra-
| | | zione e sovtapposizione dei suoni generati
| | | | | | con.una inevitabile perdita di qualita sono-
AL | | | | 1 | ra. Per questa ragione si svilupparono al-
"Sven ak) "tre teeniche che potessero generare con pit
Onda a Dente di Sega facilita spettri sonori pit complessi.
Riccardo Bianchini, Alessandro Cipriani, Tl Suono Virtuale; ConTempoNet, 2001INFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IV
1.2 SINTESI SOTTRATTIVA
La tecnica detta Sintesi Sottrattiva & stata
laseconda ad essere usata nella generazio-
ne dei suoni sintetici e, anche se basa il
suo concetto fondamentale sulla stessa Se-
rie di Fourier della Sintesi Additiva, ha co-
me pratica il procedimento inverso ovve-
ro piuttosto che la sovrapposizione di suo-
nisemplici per arrivare ad uno complesso,
si giunge al suono richiesto tramite filtrag-
gio ovvero sottrazione di frequenze di un
suono estremamente ricco, di solito un ra-
more bianco Gli strumenti base di questa
tecnica, oltre ai generatori di rumore, sono
quindii filtri.
1.2.1 FILTRI
Ifiltri sono quegli strumenti che permetto-
no di selezionare, enfatizzare od eliminare
delle bande di frequenza dal segnale origi-
nario. Vengono identificati dalla frequenza
di taglio (f..0 cutoff frequency) ovvero il pun-
to dello spettro sonoro in cui il filtro inizia
ad agire facendo subire una modifica diin-
tensita pari a3dB. Vi sono parecchietipolo-
gie di filtei, ma trattiamo i quattro tipi pid
usati nella Sintesi Sottrattiva:
Flt’ Passa Basso 0 Low Pass
Sono quei filtri che permettono il passag-
gio delle frequenze al di sotto della soglia
definita dalla frequenza di taglio /. elimi-
nando progressivamente quelle superiori
alla suddetta soglia. La cancellazionedelle
frequenze superiori alla j. non netta ma
progressiva, dipendente dalla cosiddetta
pendenza o slope del filtro ovvero, partendo
"Per approfondimnento, cliceaQUl
dalla f- quanti dB vengono eliminati ogni
ottava (raddoppio della frequenza).
Esempio: Un filtro passa basso 400 Hz-12db/octlasce-
£2 invarate le frequenze da 0 a poco prima dei 400Hz;
2400 Hz si avra una diminuzione di 348, ad 800H2 di
12dB, a1200Hz di 24 dB e via dicendo.
Filtro Passa Basso
* Filtri Passa Alto 0 High Pass
Il concetto 2 identico al filtro Passa-Basso
mail funzionamento 2 inverso; lasciaintat-
te le frequenze al di sopra della f- ed eli-
mina progressivamente le frequenze al di
sotto della soglia.
Filtra Passa Alto
« Filtri Passa banda o Band Pass
Ifiltri Passa Banda (0 Band-Pass) permetto-
no di lasciare invariato un intervallo com-
preso tra due frequenze e di eliminare pro-INFORMATICA MUSICALE- 2017 - LEZIONE IV
gressivamente tutte le frequenze inferiori
e superiori a questo intervallo. Questi fil-
trihanno come parametri la frequenza cen-
trale dell’intervalloe la larghezza di banda
(bandwidth) che identifica la frequenza di
taglioinferiore e quella superiore che subi-
scono la perdita di 3dB d’intensita, oltre le
quali inizia I’eliminazione delle frequenze
in eccesso.
Esempio: Un filto Passa Banda a 400 Hz con una
lamgheza di banda di 100H2, ava come Frequenza
inferiore di taglio (f) 350Hz e Frequenza superiore
di taglio (2) 450Hz che perderanno 3dB d'intensita;
al di sotto di 350Hz ed al di sopra dei 450Hz i fil
tro eliminerd progressivamente tute le alte frequenze
presenti
“Amplitude (6
f Frequency (1)
Filtre Passa Banda
‘ Filtria Reiezione di Banda o Band Rejection
Liinverso dei filtri Passa Banda. Tramite
gli stessi parametri di controllo dei Passa
Banda, eliminano le frequenze comprese
tra un intervallo (f; — fz) e lasciano inva-
riato le frequenze superioried inferiorialle
tue frequenze di taglio.
tr te 12
Filtroa Reiesione i Banda
Attraverso questi strumenti, i composito-
ri negli anni Cinquanta riescono a sin-
tetizzare una notevole quantita di suoni
complessi. Ne 2 un esempio la compo-
sizione Continuo di Bruno Maderna del
1958,
1.3 SINTESI GRANULARE
Nella prima meta del XX secolo si svilup-
pano le teorie quantistiche della meccani-
ca che descrivono la radiazione e la mate-
ria non solo come onde (come nella mec-
canica classica) ma anche come fenomeno
ondulatorio creato da insiemi di particel-
le in scala atomica e subatomica. Si os-
serva ad esempio che la luce emessa da
qualsiasi sorgente luminosa pur apparen-
do continua, non consiste in un flusso unico
di onde elettromagnetiche ma al contrario
da un insieme di piccolissimi frammenti
di energia (quanti di luce) che trasmessi in
successione con una certa densita, crea la
sensazione di luce continua al quale siamo
abituati.
Nella seconda met degli anni Quaranta, il
fisico inglese Dennis Gabor teorizzala pos-
sibilita di trasportare lo stesso concetio di
quanti d’energia nel campo acustico, quin-
di di descrivere qualsiasi segnale acustico
tramite la combinazione di microparticel-
le sonore o quanti, chiamati grani sonori.La duttilita in ambito di rappresentazione
che la sintesi granulare? in grado dioffrire
ha consentito la nascita di diverse modali-
ta operative per I’ organizzazione della ge-
stione dei grani in ambito temporale, e che
possono essere grossolanamente divise in
due gruppi:
*analisi, laresintesie lamodificadisuoni
appartenentia modelli strumentali- vocali
tradizionali (granulazione);
* la generazione di grani che vanno a
comporre suoni sintetici (sintesi granula-
re).
Nelle tecniche basate sull’analisi dei mo-
delli di suoni concreti, quindi la granula-
zione, il segnale viene analizzato tramite
il computer e scomposto nei suoi parame-
tri dinamici costituenti, ovvero i risultati
dell‘analisi. Tramite questi datirisulta pos-
sibile ricostruire il segnale di partenza con
ungradodiprecisione moltoelevato. Que
sto processo viene definito di analisi- resin-
tesi. Pur essendo stato utilizzato in mol-
te altre tecniche di sintesi, il proceso di
analisi - resintesi offre vari aspetti interes-
santi che riguardano la peculiarita dei gra-
ni stessi, che si comportano da rilevatori
di caratteristiche in fase di analisi e come
da nucleo principale di generazione in fa-
sedi resintesi, La resintesi@ utile in campo
musicale poiché ricompone un suono par-
tendo da dati di analisi quindi con la stes-
sa facilita questi dati possono essere usa-
tiper creare delle varianti del suono origi-
nale o per enfatizzare aspetti dello stesso
suono.
La sintesi granulare offre una ampia tavo-
lozza sonora ed un ambito nuovo di filo-
sofia compositiva, le nuvole sonore (sound
clouds), composte da migliaia di grani di-
INFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IV
spersi organizzati in un unico flusso che, a
seconda della densita dei grani, produrra
suoni unici o sfondi sonori pieni d’eventi.
Questa tecnica, a causa dell’enorme quan-
tita di dati necessari per governarla, richie-
de dei sistemi di controllo di tipo statistico
per consentire la creazione dinuvole sono-
re utili ai fini musicali: un semplice esem-
pio che da I'idea sulla quantita di dati di
controllo pudessere fatto attraverso questo
semplice ragionamento: se la variabile n
indica il numero di parametri di controllo
perciascun grano, ela variabiled ladensita
di grani per secondo, allora saranno neces-
sari n +d valori parametrici per definire un
secondo di suono! Dato chela variabiled-
densita 2 usualmente superiore a 1000, di-
venta chiara la necesita di organizzare ad
alto livello la gestione di eventi numerosi
e complessi tramite l'uso di funzioni od al-
tri algoritmi di controllo che ne facilitino
Tuso.
Ogni microsuono-grano 2 in sé un suo-
no completo avente ampiezza, durata, in-
viluppo, forma d’onda e frequenza della
forma d’onda.
I singoli grani sono normalmente di dura-
tabrevissima (tipicamente compresatra5e
100 ms) e, anche se possono avere numero-
sitipi diinviluppi, vi sono tre tipologie pit
usate indicate dalle prossime figure.
“SintesiGranuare sul portale della Facolta di Fisica del!'Universita Federico Il di Napoli
SCurva di Gauss. Approfondimento QUINFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IV
Inviluppo Gaussiand
Importantissima poi 2 la forma d’onda
contenuta nel grano che da il timbro al-
la sound cloud. Con questa tecnica @
possibile variare la forma d’onda in mo-
do progressivo, anche da grano a grano,
consentendo una flessibilita di controllo
timbrico sconosciuta ad altre tecniche di
sintesi.
La generazione delle soundcloud essen-
do di tipo statistico, distribuisce i grani
all’interno di un intervallo di tempo e di
frequenza e viene sovente controllata, co-
me gia detto, da un algoritmo che control-
il punto d’inizio e la durata della cloud;
Ja durata, la forma d’onda e la frequenza
dei grani;
1a densita dei grani per secondo;
“O inviluppo classico A-D-S-R.
* la larghezza di banda di frequenza della
cloud, ovvero i limiti inferiori e superiori
entro i quali i grani vengono distribuiti;
limiti che possono variare in modo dina-
mico lungo la durata della nuvola. Questo
intervallo di frequenza vaziabile viene det
to maschera di tendenza.
Limite Massimo
Bs
Durata
By .»: Limite superiore di frequenza dei grani
Ars: Limite inferiore di frequenza dei grani
Exempio di Maschera di tendenza veriatite
Il compositore american Curtis Roads &
stato il primo ad usare digitalmente la tec-
nica della sintesi granulare applicata al-
la composizione. Il compositore canade-
se Barry Truax invece viene considerato il
primo ad aver usato un campionamento di
suoni reali come base per la granulazione
ed il primo ad usare granulazionee sintesi
granulare in tempo reale.
Le modulazioni sono quelle tecniche che
permettono la modifica o Varricchimento
di uno spettro sonoro. Venivano usate,
specialmente nei primi tempi della musi-
ca elettronica, per riuscire ad avere spet-
tri piti complessi usando poche combina~
zioni di generatori sonori, avendo la possi-bilita di creare delle modifiche dinamiche
del timbro controllando agevolmente po-
chi parametri. Sono composte basilarmen-
te da due elementi: un segnale audio prin-
cipale (chiamatoportante o carrierJedunse-
gnale che va ad influire sul segnale princi-
pale, modulandolo (chiamatoappuntomo-
dulante 0 modulator). Tra le numerose tec-
niche di modulazione, citiamo le tre pit
usate.
1.2.1 MODULAZIONE D'AmPIEZZA- AM
AM - Amplitude Modulation
E quella tecnica d’elaborazione del segna-
le che deriva dalle radiotrasmissioni e da
alcune tecniche di misura nel campo del-
la elettronica analogica e che a queste de-
ve gran parte della sua terminologia? Si
ha modulazione d’ampiezza quando un
segnale detto modulante, viene utilizza-
to per modificare 'ampiezza del segnale
principale (detto portante).
Segnale Modulante
Segnale Portante
TTT
Modulazione AM
Come si pud notare dalla figura preceden-
teil risultato di questo processo di modu-
lazione? Ja variazione di intensita del suo-
no portante mentre la sua frequenza non
subisee variazioni. Se il suono modulan-
te ha una frequenza d’oscillazione molto
bassa (da 0 a 16 Hz circa), il suono portan-
INFORMATICA MUSICALE- 2017 - LEZIONE IV
te oscilla in ampiezza, il risultato cioé @ un
tremolo. Nel momento in cuil’oscillazione
del suono modulante @ superiore a 16Hz si
creano, in aggiunta della frequenza prin-
cipale, altre due frequenze pari alla som-
ma e alla sottrazione della portante e della
modulante chiamate bande laterali.
Esempio: Con una frequenza portante di A00H2 ( f-)
ed una frequenza modulante di 100 Hz (fy) in uscta
si avranno, oltre alla frequenza a 400 Hz, una a 300Hz
(fo — Frnded.un'alta 2500 He fp + find
Minit
Portante fy \
aor NM
(400 |
Modulante £,,
700 |
tn
Bande Laterali
MODULAZIONE AD ANELLO- RM
RM- Ring Modulation
‘La tecnica che nella pratica d’elaborazione
elettronica dei segnali musicali viene indi-
cata come Modulazione ad Anello, sul pia-
no della filologia ha un errore di nomen-
7Lorenzo Seno, Modulazione di ampiezza ad anello, Dispense di elaborazione analogica e numerica del
segnale sonoro per la musica elettronica, 2007INFORMATICA MUSICALE- 2077 - LEZIONE IV
clatura e di natura concettuale. Il Ring Mo-
dulator tisale ai primi sintetizzatori analo-
gici (Moog, Buchla ecc) ed era il cuore
diunostrumento di misura chiamato lock-
in amplifier e serviva per demodulare un
segnale in modo sincrono al segnale mo-
dulante. Nella pratica musicale clettronica
invece si intende usualmente indicare col
termine Modulatore ad Anello quello che
in realt& si identifica con il nome di Mo-
dulazione d‘ampiezza a portante soppressa op-
pure come modulazione ad anello a prodotio
(product-type ring modulation) Senza en-
tare nel merito delle differenze di tipo-
logia, trattiamo la modulazione ad anello
per quel che s’usa intendere nella compo-
sizioneed elaborazione musicale elettroni-
ca. Come accennato, questa tecnica @ affi-
ne alla modulazione d’ampiezza. Anzi®
identica nei principt e nel furzionamento
tranne che per un aspetto fondamentale.
Ogni suono musicale normalmente oscilla
tra valori negativi e valori positivi sia nella
trasduzione analogica che nella conversio-
ne digitale (corrispondenti alle fasi di com-
pressionee rarefazione dell’ondaacustica).
Nella Modulazione d’Ampiezza, il segna-
le modulante invece oscilla tra soli valori
positivi, e viene indicato come modulante
unipolare.
_Modulante Unipolare
Nella Modulazione ad Anello invece, il
segnale modulante oscilla tra valori po-
sitive e negativi, detto quindi modulante
bipolare.
SLorenzo Seno, op. cit.
‘Modulante Bipolare
Questa semplice differenza, determina, in
uscitaun segnale modulato diverso rispet-
toa quello che crea ‘AM. La differenza
consiste nella scomparsa del segnale ori-
ginario a beneficio delle sole bande late-
ali. Ovvero, lo spettro in uscita della
modulazione avra le stesse bande laterali
create dall’AM ma prive della Frequenza
portante. Potremmo semplificare dicendo
che IAM lascia intatto il segnale origina-
Ie (portante) ed aggiunge ad esso le ban-
de laterali date dal prodotto, mentre RM
da come risultato soltanto le bande laterali
cancellando la frequenza portante.
hh
eee |||
Modulante f,,
ye 100
UL) _ i
300
a fp + fn = 500
Bande Laterali della RM1.2.3 MODULAZIONE DI FREQUENZA -FM
FM - Frequency Modulation
La modulazione di Frequenza nasce uffi-
cialmente nel 1933 per mano di E. H. Arm-
strong, anche se gi dagli anni Venti si di
scuteva sulla validita delle teorie ad es-
sa collegate, finalizzate alla trasmissione
di segnali in radiofrequenza. Consiste nel
modulare la frequenza di un segnale radio
usato per la trasmissione (chiamato quindi
portante) in funzione all’ ampiezza del se-
gnale che s‘intende trasmettere (chiamato
modulante).
‘signal
output
Portante, modulante e risultato
Negli anni ’60 il compositore americano
John Chowning evidenzid che a differenza
dei suoni naturali, dove lo spettro si evol-
ve in modo complesso nel tempo, la mag-
giorparte dei suoni sintetici atti con le tec-
niche conosciute in quel momento, aveva-
no spettri essenzialmente fissi. A suo av-
viso, questa differenza tra spettri statici ¢
INFORMATICA MUSICALE- 2017 - LEZIONE IV
dinamici, @ cid che rende un suono sinteti-
co, povero e privo di vita rispetto a quelli
prodotti da strumenti acustici. Anche se la
sintesi digitale mediante linguaggi Music-
N, dava teoricamente, secondo il modello
basato su Fourier, la possibilit& di creare
qualsiasi suono, praticamente le tecniche
di sintesi usate erano troppo costose circa
calcoli computazionali nel momento in cui
venissero prodotti suoni complessi e dallo
spettro dinamico, senza contare la difficol-
taper gestire centinaia di parametri di con-
trollo. Nel 1967 Chowning sperimentando
diversi tipi di vibrato, scopriche modulan-
doa frequerzadi un oscillatoresinusoida-
Ie era possibile avere dei cambi di timbro.
In pratica, usare le formule della modula
zione di frequenza in modo che sia la por-
tante che la modulante e le rispettive ban-
de laterali prodotte, cadessero nella ban-
da delle frequenze udibili. Quando la fre-
quenza della modulante @ bassa (<20Hz),
Yeffetto prodotto risulla essere di un sem-
plicevibratoenonv‘écambioditimbroma
una leggerissima deviazione in frequenza
(tra 1% ed il 5%) della portante. Quan-
do, al contrario, la frequenza modulante &
maggioredi20Hzl effettononrisultaesse-
re di vibrato ma si ha un effetto di trasfor-
mazione timbrica. Intorno alla frequenza
portante, in questo caso, si formano del-
le bande laterali simmetriche. L’ampiezza
ed il numero delle bande laterali dipendo-
no dalla grandezza della modulazione. Si
definisce indice di modulazione il rappor-
totraladeviazionedifrequenza(ampiezza
della modulante) ela frequenza modulan-
te:I= 4.
Uno degli aspetti pit interessanti di que-
sto tipo di tecnica é dato dalla riflessione
delle bande laterali negative. Nel caso in
cui una banda laterale inferioze cade nel-
Ie frequenze negative, si riflettono rispe!-INFORMATICA MUSICALE - 2017 - LEZIONE IN
to a 0 Hz invertendo la fase. Se queste
componenti riflesse coincidono con qual
curYaltragia presente, sisommanoalgebri-
camente. Un altro aspetto che interessa-
va Chowning era la possibiliti di genera-
re spettri dinamici, ad imitazione dei suo-
ni naturali. Nella sintesi FM diventa mol-
tosemplice farlo facendo variare nel tempo
Yindice di modulazione.
d
hy
FMsemplice
Lalgoritmo nella precedente figura viene
chiamato FM semplice 0 FM di Chowning.
L’ampiezza degli oscillatori @ controllata
da inviluppi; quello della portante deter
mina I’intensita generale del suono men-
tre quello della modulante, evoluzione
dell/indice di modulazione. Nel suo arti-
colo, Chowning dimostrd come, utilizzan-
do relazioni portante/modulante, invilup-
pidi ampiezzae di modulazione differen-
ti, quest algoritmo era capace di produrre
timbri molto vari che imitassero metallo-
foni, legni, ottoni e percussioni varie. La
tecnica FM aveva come principali punti
di forza Yeconomia e lefficienza, dato che
con solo quattro generatori (due oscillato-
rie due generatori d’inviluppo) si poteva-
no realizzare spettri complessi e dinami-
ci; la flessibilita, visto che un unico algo-
ritmo permetteva di produrre timbri mol-
to diversi; il controllo e la prevedibilita
dati da una tecnica di base con un preci-
so ragionamento matematico che pud pre-
vedere i risultati con un elevato grado di
accuratezza.
Numerosistudiosi e compositori, successi-
vamente svilupparono gli aspetti della tec-
nica FM aumentando le portanti, le mo-
dulanti e gli inviluppi a loro collegati per
creare spettri sonori ancora piti complessi
edinamici.
Bibliografia
MaxV, Mathews, estratti da The Technology of
Computer Music; Max V. Mathews, Joan E.
Miller, F R. Moore, John R. Pierce, J.C. Ris-
set. MILT. Press, 1977
‘Cunmis RoaDs, Microsound, MIT Press, Cam-
bridge 2001
‘*Riccaroo BiaNCHIN!,ALESSANDRO Ciena, IZ Suono
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eHenriPousseur, La Musica Elettronica; Feltri-
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10