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Organi di trasmissione flessibili

CINGHIE
Organi flessibili propriamente detti per la trasmissione del moto da
una puleggia motrice ad una puleggia condotta montate su alberi
relativamente lontani tra loro. L’avanzamento avviene per l’aderenza
della cinghia sulle pulegge.
Organi di trasmissione flessibili
CINGHIE
Organi flessibili propriamente detti per la trasmissione del moto da
una puleggia motrice ad una puleggia condotta montate su alberi
relativamente lontani tra loro. L’avanzamento avviene per l’aderenza
della cinghia sulle pulegge.

• Funzionamento silenzioso; assorbimento elastico e


smorzamento urti
• Semplice e versatile costruzione
• Trasmissione di potenza con elevati interassi
VANTAGGI: • Elevato rapporto potenza/peso
• Assenza lubrificazione e manutenzione ridotta
• Possibilità di brevi sovraccarichi
• Buon sincronismo a regime

Slittamento in funzione della forza periferica, del


precarico e del coefficiente d’attrito
Limite nella temperatura di funzionamento (secondo la
cinghia: –50°C … 60 °C; - 20°C … 80 °C)
Rendimento non elevato per cinghie trapezoidali (0.85 ÷
0.89)
SVANTAGGI:
Sensibilità ad agenti corrosivi (acidi, benzine, olio e
vapore d’acqua)
Fattore di attrito dipendente dalle condizioni operative
Maggiore carico agente sugli alberi
Possibilità di cariche elettrostatiche per attrito
TIPO DI CINGHIE

PIATTE

TRAPEZOIDALI

DENTATE

SPECIALI: SEZIONE CIRCOLARE

SEZIONE TRIANGOLARE

SEZIONE QUADRANGOLARE
(per piccole forze e comandi di
precisione)
f: trasmissione a cinghia con sezione circolare. g: trasmissione a cinghia con
rotazione contraria a cinghia aperta (contatto su entrambi i lati della cinghia)

g
Il tendicinghia, posto sul ramo lento, aumenta l’angolo di
avvolgimento (di contatto tra cinghia e puleggia) con
conseguente aumento della coppia trasmissibile
Geometria di una trasmissione a
cinghie piatta

j=

𝜃𝐷 = 𝜋 + 2𝜑; 𝜃𝑑 = 𝜋 − 2𝜑
1
𝐿 = 4𝐶 2 − 𝐷 − 𝑑 2 + 𝐷𝜃𝐷 + 𝑑𝜃𝑑
2

j=

2
𝜃 = 𝜋 + 2𝜑
1
𝐿= 4𝐶 2 − 𝐷 + 𝑑 2 + 𝐷+𝑑 𝜃
2
Il flessibile si definisce ideale quando è schematizzabile mediante una linea
rappresentante l’asse geometrico, è inestensibile secondo tale asse, e può
disporsi in un piano secondo una qualsiasi configurazione senza variazione
di energia interna.
Si possono individuare due condizioni di funzionamento:
• la prima in assenza di scorrimento in cui le forze di trasmissione
tangenziale tra puleggia e flessibile sono trasmesse per aderenza.
• La seconda quando è presente lo scorrimento che, per l’inestensibilità
del flessibile è globale e le forze tangenziali al contatto vengono
trasmesse per attrito.

T0

d2/2

M1 d1/2
1 
T j
dj

T+dT T1

T
dj

fdN

dFc, dN T+dT
T
Si considera la dj Equilibrio alla rotazione:
d d
seconda M1  T1  1  T0  1  0
fdN 2 2
condizione di
funzionamento Potenza:
P  M1  1  T1  T0  
d1
dFc, dN T+dT  1
2

Equilibrio in direzione normale e tangenziale:


 dj   dj 
dFc  dN  T (j)sen    T(j)  dT  sen  0
 2   2 
 dj   dj 
fdN  T(j) cos   T(j)  dT  cos 0
 2   2 

d
dFc  dN  T(j)dj dm  q  1  dj q: densità lineare
2
2
fdN  dT 2 d1
dFc  dm    2 d1
 q  dj     q  v 2dj
2 4

dT
q  v 2dj   T(j)dj
f
dT  T(j)  qv 2  f  dj
dT
 f  dj
T(j)  qv 2

Nell’ipotesi di attrito costante lungo tutto l’arco di avvolgimento 


(incipiente slittamento):

j
T  qv 2
T
dT
 T (j )  qv 2  f  0 dj 
T  qv 2 
 e f j (1)
T0 0

Trascurando le forze di volume: T  T0 e f j


Osservazioni: Il flessibile reale presenta, al contrario di quello ideale, una rigidezza
flessionale non nulla.
Ne consegue che per variare la sua configurazione, il flessibile assorbe:
• una determinata quantità di energia in forma elastica quindi restituita quando esso
ritorna in configurazione di riposo.
• Una determinata quantità di energia in forma anelastica dissipata attraverso
fenomeni di attrito interno.

 Il flessibile assume pertanto una conformazione


asintotica parallela alla direzione di trazione
tangente alla puleggia e coincidente con la
configurazione del flessibile ideale. La distanza
dall’asintoto varia tra il ramo lento ed il ramo
teso, per il diverso contributo di energia
anelastica assorbita.

Il momento massimo trasmissibile in condizioni limite di aderenza globale è:

e f  1 d 1
 T1  T0    T1  q  v  f 
d1 2
M max
2 e 2

Pertanto l’aderenza globale e l’assenza di scorrimento è garantita se M<Mmax. Ma


nel flessibile reale la variazione di tensione da T0 a T1 provoca una variazione di
lunghezza dei tratti infinitesimi del flessibile lungo l’angolo di avvolgimento . In
una generica posizione j, detta  la deformazione unitaria del flessibile, si ha:

 T(j) 
ds  ds0  1     ds0  1 
E: modulo di Young

 Es  s: sezione resistente

T0  T (j )  T1
La velocità di scorrimento è:

ds ds0  T(j) 
v ( j)    1   con T0  T(j)  T1
dt dt  Es 

ds ds0  T 
v0    1  0  Tratto lento
dt dt  Es

ds ds0  T 
v1    1  1  Tratto teso
dt dt  E  s 

La velocità varia pertanto lungo l’arco di avvolgimento e tale variazione rispetto


alla velocità periferica costante della puleggia r provoca degli strisciamenti
locali. Pertanto il flessibile si allunga lungo la puleggia condotta mentre si accorcia
lungo la puleggia motrice. Tale fenomeno è indicato come MOTO
VERMICOLARE.
Nell’espressione (1) si sono considerate condizioni di incipiente slittamento
ovvero tutto l’arco  abbracciato sulla puleggia è considerato utile ed in presa
dalla cinghia. Ciò vuol dire che si sta trasmettendo il momento massimo Mmax a
causa del solo scorrimento locale.
Nella realtà, quando M<Mmax la condizione di funzionamento è intermedia, ovvero
solo una porzione dell’angolo di avvolgimento  è necessaria affinché si verifichi
lo scorrimento locale e quindi la variabilità da T0 a T1.
Si dimostra che nell’effettivo andamento del fenomeno, in condizioni diverse da
quelle limite, lo scorrimento locale tra cinghia e puleggia si esercita solo su una
porzione dell’arco abbracciato f.
Sulla restante parte dell’arco di avvolgimento -f si avrà aderenza essendo
assente lo scorrimento locale e quindi la sollecitazione T è costante. Poiché tale
arco non partecipa alla trasmissione del momento viene detto arco ozioso. Esso
si trova sempre adiacente al punto di primo contatto tra cinghia e puleggia.
A tale scopo si riporta lo schema di una trasmissione a pulegge mediante elemento
flessibile, caratterizzata, solo per semplicità, da pulegge uguali.
Per quanto detto, la velocità della cinghia sul ramo teso (in alto) è maggiore di quella
sul ramo lento. Indicata, a differenza di prima, con q la forza tangenziale distribuita
applicata alla cinghia (in corrispondenza dell’interfaccia puleggia/cinghia), essa deve
essere tale da muovere in avanti la cinghia quando questa è avvolta sulla puleggia
motrice (deve avere, quindi, un’azione motrice) e deve avere un segno opposto
quando la cinghia è avvolta sulla puleggia condotta, così come mostrato in figura.
Poiché la forza distribuita all’interfaccia cinghia/puleggia deve essere tale da opporsi
al micro-scorrimento è chiaro che la puleggia motrice è più veloce della cinghia nella
zona di micro-scorrimento (dovendo la puleggia esercitare sulla cinghia un’azione
tale da muoverla in “avanti”) e che avviene esattamente l’opposto per la puleggia
condotta.
Poiché la velocità della cinghia non è la medesima tra l’arco teso e l’arco lento
(rallenta) e siccome la velocità periferica della puleggia è la stessa lungo tutto l’arco
d’abbraccio, se ne deduce che la parte di aderenza è quella ad entrare prima in
contatto. In altri termini, quando la cinghia si avvolge sulla puleggia motrice possiede
un’ “elevata” velocità ed aderisce alla stessa, poi la tensione in essa diminuisce
insieme con la sua velocità e la condizione non è più di aderenza ma di micro-
scorrimento, con la cinghia che è trascinata dalla puleggia nel moto. Discorso
analogo si può ripetere per l’avvolgimento sulla puleggia condotta: all’inizio c’è
aderenza e la velocità della puleggia condotta è più bassa, poi man mano che
aumenta la tensione nella cinghia si verifica contemporaneamente un aumento di
velocità della cinghia e quindi un micro-scorrimento tale da generare una
distribuzione di tensioni all’interfaccia cinghia/puleggia che pongono in rotazione
puleggia condotta.
È interessante definire un
rendimento della trasmissione,
imputabile alla variazione di
velocità e trascurando l’energia
anelastica assorbita dal
flessibile.

v1  v0 T  T0
1    1
v1 E  s  T1

Nella definizione di rendimento, tali velocità possono essere imputate a


quelle relative alla puleggia motrice ed alla puleggia condotta.

In tal caso sarebbe


P1  P2 1  d1 2  (T1  T0 )  2  d 2 2  (T1  T0 ) v1  v2 T  T0
1      1
P1 1  d1 2  (T1  T0 ) v1 E  s  T1

ds0  T  ds0  T 
v2   1  0  v1   1  1 
dt  Es dt  Es
In condizioni correnti il valore sopra riportato vale circa 2-3 %. Il valore così
basso rende lecito trascurare, a livello globale, la variazione di velocità,
assumendo quindi:

d d 2 d1
v1  1  1  2  2  v 2  
2 2 1 d 2

 e f  1 d1 
Potenza massima trasmissibile:  M max  T1  q  v  f  
2

 e 2

e f  1 e f  1 d 1
P  T1  q  v  f  v  T1  q  v  f   1
2 2

e e 2
P
v
 ef  1
 ef  1
 T1  q  v  f  T1  2qv   f  v  0
2
e e

Velocità che rende massima la potenza trasmessa in funzione di T1, massima


sollecitazione ammissibile nella cinghia (Tmax).

T1 Tmax
v max  
3q 3q

Tensioni presenti nella cinghia

Mf E  J y E  y y: massima distanza dall’asse neutro,


Flessione: f     ipotizzato nel centro dello spessore
Wf R J R
della cinghia
Tmax E  y
 max  
s R1
Velocità massima compatibile con le caratteristiche del materiale costituente la cinghia

s  Ey 1  Ey q
v max    amm  
   amm 

  densità
3q  R1  3  R1  s materiale

Potenza massima compatibile con le caratteristiche del materiale


 e f  1 
f
1  P  T1  q  v  f  v 
P  amm  f  cent   s 
2
e
f
v  e 
e
amm tensione ammissibile (fatica)
 Ey
f  effetto flessione
 R
 q  v2
cent  effetto centrifugo
cinghia
 s
f s
f*  sezione cinghia
trapezoidale  
sen
2 v velocità periferica
 
Equilibrio cinghia
trapezoidale

𝛾 𝛾
Equilibrio in direzione radiale: 𝑑𝐹𝑐 + 2𝑑𝑁𝑠𝑖𝑛 + 2𝑓𝑑𝑁𝑐𝑜𝑠 = 𝑇𝑑𝜑
2 2
Equilibrio in direzione tangenziale: 𝑑𝑇 = 2𝑓𝑑𝑁
𝑑𝑇 𝛾 𝛾
Con 2dN dalla seconda, la prima diventa: 𝑞𝑣 2 𝑑𝜑 + 𝑠𝑖𝑛 + 𝑓𝑐𝑜𝑠 = 𝑇𝑑𝜑
𝑓 2 2
Si possono quindi riottenere le stesse equazioni di Eulero e ripetere anche le
considerazioni successive viste prima usando come coefficiente d’attrito la quantità:
𝑓
𝑓∗ = 𝛾 𝛾
𝑠𝑖𝑛 +𝑓𝑐𝑜𝑠
2 2
In realtà, ad incuneamento avvenuto della cinghia sulla puleggia, si riscontra che il
𝑓
coefficiente di attrito equivalente diviene semplicemente: 𝑓 ∗ = 𝛾
𝑠𝑖𝑛
2
SOLLECITAZIONE DELLA CINGHIA
FL
L     v 2   F L  c tensione ramo lento + tensione forza centrifuga
s
FT
T     v 2   FT  c tensione ramo teso + tensione forza centrifuga
s
Tt
u   T   L Tensione utile
s
2E y
f1  tensione dovuta alla flessione sulla puleggia 1
d1
2E y
f 2  tensione dovuta alla flessione sulla puleggia 2
d2
A causa della variabilità della sollecitazione agente sulla cinghia si può considerare
un ciclo di fatica
START
Q
a2

f1
1

2
a1

f2
CICLO DI FATICA

Si può considerare un ciclo equivalente: i massimi della tensione nel ciclo m1 e
m2 sono sostituiti da:

 M eq  T  fe con condizione limite M eq  amm

Quindi la potenza trasmissibile per una data durata:

e f  1
P   amm   fe   cent  s  f  v
e
La tensione da flessione può essere scritta, essendo una tensione a fatica:

f1  n1  f 2  n2  f eq  neq  cost

1 1 2
  Ipotesi di accumulo
lineare del danno
n1 n 2 n eq

1f1  1f2  2  1feq

2E y
Essendo in generale f 
d

d11   d 21   2  d eq
1 
2
 
1

1 1  d11   d12 
d eq  2 1 
d1eq d11  d12  d1  d12 

d1
ponendo  ;
d2

 2 
d eq  1
  d1 deq  c  d1
1  

con

 2    0.20 cinghie a sezione larga
c   1
 
1     0.16 cinghie a sezione stretta

c  1.12  1.15
Si può quindi scrivere

2E y
f eq 
c  d1

e quindi la potenza

 2E y  ef  1
P   amm   cent   s  f  v
 c  d1  e
 Si può valutare anche il valore della tensione ammissibile:

  0.09 cinghie a sezione larga



amm  n  k con 
  0.067 cinghie a sezione stretta

Il valore limite di amm per 107 cicli è compreso tra 9 e 14 MPa, pertanto k è
compreso tra 39 e 60 MPa per cinghie a sezione larga e tra 26 e 41 MPa per
cinghie a sezione stretta.

60  110 MPa cinghie a sezione larga



 Il modulo di Young E vale: 
125  155 MPa cinghie a sezione stretta

 La densità  varia tra 1200 e 1350 Kg/m3


PROCEDIMENTI DI PROGETTO E VERIFICA

DATI:
• potenza da trasmettere (solitamente di targa del motore)
• n1
• 
• (interasse)
• condizioni di esercizio, natura del carico e tipo di motore

1. Determinazione potenza di calcolo

PC  Cs  P Cs : coefficiente di servizio secondo la


natura del carico
PROCEDIMENTI DI PROGETTO E VERIFICA
2. Scelta del tipo di cinghia (da diagramma con n1 e PC)

PC=P·CS [CV]

Tipi di sezione
2. Scelta del tipo di cinghia (da diagramma con n1 e PC)

Tipi di sezione
3. Noto il tipo di cinghia, si ricavano dall’unificazione le
dimensioni geometriche caratteristiche

Diametri primitivi unificati per differenti tipi di sezione


4. Controllo compatibilità con interasse richiesto:

I
  1  d 1   3
1
2
I  d2 3

5. Calcolo della lunghezza della cinghia L

L  2 I 

 d1  d 2  d 2  d1 
2
(mm)
2 4 I
L va arrotondato al più vicino presente in commercio; quindi se necessario
si interviene sull’interasse I

Lv  L
Icorr  I 
2
qualora l’interasse sia una specifica di progetto, si interviene sui valori di
d1 e d2.

6. Calcolo della potenza di una trasmissione tipo


considerando α  π d e q  c ν  d1 L 0  2  I  π  de q

 2 E y  e f  1
P0   amm   cent   f  s  v
 c   d1  e

amm  n   k amm 
k 2 h  v
n h: durata cinghia
n L0

L  1
amm  k   0   
 2h  v

  L    2  E  y  e f
1
P0  k   0  v     v 2   f  s  v
  2h  c  d1  e
7. Calcolo della potenza attuale relativa alla trasmissione
reale α  π L  L0 
ef  1 e f
C  f  f
e e 1
PA  C  CL  P0    nella trasmissione reale
CL da tabelle
(tiene conto di L0 e L)

8. Calcolo del numero di cinghie in parallelo necessario


per la trasmissione della potenza PC

 PC 
z  z intero arrotondato in eccesso
 PA 

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