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UNIVERSITA' degli STUDI di PERUGIA

Facoltà di MEDICINA e CHIRURGIA


Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
AA 2011-2012

Genere
Streptococcus
cocchi Gram +: 21 generi che colonizzano l’uomo

Genere Streptococcus
principali specie:
i generi “catalasi +” sono:
• Staphylococcus • S. pyogenes
• Micrococcus • S. agalactiae
• Alloiococcus • S. anginosus
• Stomatococcus
• S. bovis
i generi “catalasi –” sono: • S. mitis
• Streptococcus
• Enterococcus • S. mutans
• S. salivarius

• S. pneumoniae
Genere Streptococcus

• cocchi Gram+ a catenella


• aerobi-anaerobi facoltativi
• diametro di 0.5-2.0 micron
• crescono in agar-sangue
• colonie di 1-2 mm
(emolisi: alfa, beta, gamma)
• capsulati, immobili, asporigeni
• metabolismo omolattico
• catalasi negativi
Genere Streptococcus
Gli streptococchi si classificano in base a:
1) proprietà sierologiche (gruppi di Lancefield)
2) caratteristiche emolitiche (emolisi alfa, beta, gamma)
3) caratteristiche biochimiche (fisiologiche)

S. pyogenes

S. mutans S. agalactiae
Genere Streptococcus

Classificazione di Lancefield:
in base al carboidrato gruppo specifico
Rebecca Craighill Lancefield

• antigeni gruppo-specifici: carboidrati della parete


messi in evidenza con test rapidi
• con tale classificazione si identificano solamente alcuni
streptococchi (gruppi antigenici da A a H e da K a V)
• n.b.:
gli streptococchi α-emolitici e non-emolitici di solito
non presentano gli antigeni gruppo-specifici
Classificazione degli streptococchi

Gruppo D: enterococchi
S. pneumoniae e viridanti: manca l’antigene di Lancefield

da P. R . M urra y , K .S. R ose nt hal, G .S . K oba ya shi, M .A. Pf a ller


Mic ro biolog ia
EDI S ES
Streptococchi e
malattie associate

da P. R . M urra y , K .S. R ose nt hal, G .S . K oba ya shi, M .A. Pf a ller


Mic ro biolog ia
EDI S ES
Streptococcus pyogenes
Genoma dello S.pyogenes
• Recentemente sono stati sequenziati gli interi genomi di
diversi ceppi di S.pyogenes con differenti proprietà
sierologiche e di virulenza. Un carattere distintivo è la
presenza di genomi fagici completi, che costituiscono il
10% del genoma totale. Sono i fagi i protagonisti del
trasferimento genico orizzontale in S.pyogenes, e quindi
della sua complessiva evoluzione, col continuo emergere
di nuovi cloni con nuove caratteristiche e nuovi profili di
virulenza.
Genere Streptococcus

Streptococcus pyogenes

• emolisi di tipo Beta


• nella parete sono presenti
antigeni gruppo-specifici
e
antigeni tipo-specifici
Streptococcus pyogenes

• Cocchi a catenella del


diametro di 0.5-1 micron
• colonie dopo 24h
• beta-emolisi

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CATONS VI LL E CA MP U S.
Copy righ t ゥ 1995 -2005 Gar y E. K ai se r All R igh ts Rese rved Upd at ed : Feb . 27, 2006
Streptococcus pyogenes

antigeni gruppo-specifici

Carboidrato gruppo specifico:


- costituisce il 10% del peso secco della cellula
- è un dimero di N-acetilglucosamina e ramnosio.
Streptococcus pyogenes: gruppo A
Streptococcus pyogenes
antigeni tipo-specifici
Proteina M (tipo-specifica)
- la proteina è tipo-specifica, associata agli streptococchi
virulenti.
- è formata da 2 catene polipeptidiche unite a formare una
alfa-elica.
- l’estremità COOH-terminale è ancorata alla membrana
citoplasmatica ed è costante.
- l’estremità NH2-terminale è responsabile della diversità
antigenica di più 100 sierotipi M.

Le proteine M sono suddivise in classe I (associata alla


febbre reumatica) e classe II
Sono codificate a livello del “gene emm"
Streptococcus pyogenes
Altri componenti di superficie:
- Proteine tipo-M: sono codificate nel “gene emm"
(geni deputati alla sintesi della proteina M, tipo M ed
altre che si legano alle Ig)

Il sequenziamento del gene emm che codifica per


la proteina M permette la classificazione a fini epidemiologici

M protein gene (emm) typing Streptococcus pyogenes


Controllo genico della patogenicità
• Il controllo e l’espressione di questi diversi fattori dipende da
complessi sistemi di modulazione genetica, di cui l’es. più
conosciuto è Mga (multiple gene activator). Il gene mga
codifica una proteina che si lega ai siti promotori di alcuni geni
di virulenza regolandone la sintesi. Diversi di questi geni sono
adiacenti uno all’altro all’interno del cosiddetto Mga regulon
(che rappresenta una delle principali isole di patogenicità di
S.pyogenes) e sono espressi in modo coordinato (tra questi il
gene emm della proteina M). Altri di questi geni, la cui sintesi è
regolata dal prodotto mga, hanno invece differenti
localizzazioni genetiche.
Controllo genico della patogenicità
• I complessi sistemi che presiedono al controllo e alla regolazione
dell’espressione dei vari fattori di patogenicità sono soggetti a una
continua evoluzione. Lo dimostra, la diversa virulenza dei ceppi
che hanno prevalso in tempi diversi, con conseguenze cliniche ben
diverse: ad es. in relazione alla gravità dei quadri di faringo-
tonsillite e alla potenzialità reumatogena (oggi assai minore che in
passato), o alla tendenza a sviluppare infezioni invasive (oggi, in
aumento). Un ruolo cruciale, in questa continua evoluzione e
diversificazione dei ceppi di S.pyogenes e della loro potenzialità
patogena, è svolto dagli intensi scambi genetici fra i diversi ceppi
(spesso mediati da fagi), che tendendo a garantire una sempre
maggiore fitness e possono conferire nuove e diverse
caratteristiche di virulenza.
Streptococcus pyogenes

- Proteina T (proteina tripsina-resistente)


- Proteina F: facilita il legame alla cellula ospite
legandosi alla fibronectina presente sulla superficie
della cellula ospite

- Acido lipoteicoico: insieme alla proteina F


determina il legame alla fibronectina
Fattori di virulenza
degli streptococchi
di gruppo A

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Streptococcus pyogenes
FATTORI DI VIRULENZA
- capsula
- tossine
- enzimi

Capsula:
• composta da acido ialuronico
• non immunogena
• possiede attività antifagocitaria (insieme alla proteina M)
Streptococcus pyogenes
fattori di virulenza: TOSSINE

Esotossine pirogeniche streptococciche


(Spe) dette anche tossine eritrogeniche:
sono 4: SpeA, SpeB, SpeC e SpeF
• Prodotte da ceppi lisogeni
• Agiscono da superantigeni
• Permettono il rilascio di grosse quantità di
citochine che mediano diversi effetti biologici
tra cui lo shock, l’insufficienza d’organo e il
collasso.
• SONO RESPONSABILI DELL’ERITEMA
DELLA SCARLATTINA.
Streptococcus pyogenes - FATTORI DI VIRULENZA

ENZIMI (a)

Streptolisina

• Streptolisina S: siero-solubile, ossigeno stabile.


Lisa globuli rossi, leucociti, piastrine.
Stimola il rilascio di enzimi lisosomiali dopo fagocitosi.
Non è immunogena.

• Streptolisina O: ossigeno labile.


Lisa leucociti, piastrine, eritrociti, stimola il rilascio di
enzimi lisosomiali.
È immunogena: induce Ab rivelabili con il TAOS
Streptococcus pyogenes - FATTORI DI VIRULENZA

ENZIMI (b)
Streptochinasi:
2 forme: Streptochinasi A e Streptochinasi B.
• Lisano i coaguli di sangue.
• Sono responsabili della rapida diffusione dello
S. pyogenes nei tessuti infetti.
• Anticorpi anti-streptochinasi sono markers utili per
la diagnosi dell’infezione.
Desossiribonucleasi (da A a D):
• Depolimerizzano il DNA libero presente nel pus,
favorendo la diffusione del batterio nell’ospite.
• Inducono la produzione di anticorpi.
Streptococcus pyogenes - FATTORI DI VIRULENZA

ENZIMI (c)

C5a peptidasi:
• la componente C5a del complemento media
l’infiammazione reclutando e attivando i fagociti. La C5a
peptidasi inattiva il processo infiammatorio degradando il
C5a.
• Ialuronidasi (presunto spreading factor)
• Altre proteine sono: la proteina SIC (streptococcal
inhibitor of complement), la proteina Mac, e una
endoglicosidasi (EndoS).
Streptococcus pyogenes
Patogenesi e immunità
La virulenza è determinata dalla capacità che ha lo streptococco di
effettuare il percorso:
adesione invasione evasione dell’opsonizzazione e della
fagocitosi capacità di produrre una grossa quantità di tossine
ed enzimi
Adesione: adesine, acido lipoteicoico,
Proteina M, Proteina F
Invasione: Proteina M e F (ingresso nelle cellule epiteliali)

Eviasione dell’opsonizzazione e della fagocitosi: Proteina M;


inoltre si lega al fattore H del Complemento
Produzione di C5a peptidasi:
inattiva il C5a e blocca la chemiotassi dei PMN e macrofagi
Streptococcus pyogenes
Epidemiologia
Colonizza l’orofaringe di soggetti sani e giovani adulti.
Si trasmette mediante:
• goccioline di Flügge
• break cutanei
• contatto diretto
• fomiti
• artropodi vettori
• per aerosol da persona a persona (zone affollate).
Streptococcus pyogenes beta emolitico di gruppo A

Malattie suppurative: Malattie non suppurative:


• Faringite • Febbre reumatica acuta
• Scarlattina • Glomerulonefrite acuta
• Piodermite
• Erisipela
• Cellulite
• Fascite necrotizzante
• Sindrome da shock tossico
• Polmonite, sepsi puerperale,
linfangite
• Batteriemia
Streptococcus pyogenes
Faringite:
• interessa i ragazzi di 5-15 anni
• il contagio avviene per via aerea
tramite le goccioline di Flügge
• periodo d’incubazione di 2- 4
giorni.
• sintomi: gola infiammata, febbre,
malessere, cefalea
• faringe posteriore edematosa con
essudato bianco-giallastro, sulle
tonsille, l’ugola, il palato molle
• è presente linfoadenopatia
cervicale.
• DD con la faringite virale
Streptococcus pyogenes

Scarlattina
• è una complicazione della
faringite
• sono responsabili ceppi di
S. pyogenes produttori di
tossina eritrogenica.
• la tossina è codificata da un
fago lisogeno.

• Periodo d’incubazione:
1- 2 giorni dopo i sintomi
della faringite
Streptococcus pyogenes
Scarlattina
Rash eritematoso,
dolore al torace, addome,
diffusione del rash all’estremità
Pallore circumorale (attorno alla bocca),
alle mani, ai piedi
Lingua a fragola (piccole emorragie
ricoperte da essudato)
Il rash scompare dopo 5 - 7giorni.
ed è seguito da desquamazione.
Talvolta possono essere
osservati ascessi peritonsillari
Complicazioni (rare):
cervello, cuore, ossa ed articolazioni.
Evoluzione di
segni e sintomi
della scarlattina

da P. R . M urra y , K .S. R ose nt hal, G .S . K oba ya shi, M .A. Pf a ller


Mic ro biolog ia
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Streptococcus pyogenes

Piodermite o impetigine
infezione cutanea che colpisce mani,
gambe, viso, braccia, cute, a volte il
tessuto sottocutaneo.
Evoluzione: vescicola, pustola, crosta.
Interessa i bambini di 2-5 anni, con
scarsa igiene personale.
Mesi caldi e umidi.
Linfonodi regionali ingrossati.
Sovrainfezioni da stafilococchi.
Break cutanei, punture d’insetti
Streptococcus pyogenes

Erisipela: infezione acuta delle pelle.


• Segni locali: eritema, calore, linfonodi
ingrossati
• Segni sistemici: brividi, tossicità sistemica,
febbre, leucocitosi.
• Interessa generalmente viso, tronco, gambe

Cellulite
• Diversamente dalla erisipela, la cellulite
coinvolge il tessuto connettivo
sottocutaneo profondo
• La distinzione tra la cute infetta e quella
non infetta non è facilmente apprezzabile.
• Marcato eritema che spesso è doloroso.
• Infiammazione localizzata e segni sistemici.
Streptococcus pyogenes
Fascite necrotizzante
• Causata da alcuni stipiti di S. pyogenes di
gruppo A produttori di tossine pirogeniche
• Infezione che interessa cute, sottocute,
fascia muscolaris, muscoli, grasso.
• La risposta infiammatoria all’infezione
ostacola l’apporto sanguigno con
gangrena e necrosi muscolare
• Sintomi: febbre, ipotensione, disturbi
multiorgano.
• Queste infezioni si possono sviluppare
rapidamente ed essere fulminanti nel giro
di 24 ore.
Streptococcus pyogenes

Fascite necrotizzante:
“flesh-eating bacteria”
Inizialmente cellulite, poi bolle,
gangrena e sintomi sistemici.
Tossicità sistemica, insufficienza
di diversi organi (MOFS) e morte
(50%).

E’ necessaria una tempestiva


terapia chirurgica.
Streptococcus pyogenes

Sindrome streptococcica da shock tossico:


I pazienti presentano infiammazione dei tessuti molli,
nel sito d’infezione, dolore e sintomi aspecifici come
ipotensione, dolore, febbre, brividi, malessere.
Può seguire shock e collasso degli organi.
• Soggetti a rischio: immunodepressi, alcolisti
• Sierotipi coinvolti: M1 e M3 che presentano capsule
mucopolisaccaridiche di acido ialuronico.
• La sindrome si deve anche alla produzione esotossine
pirogeniche (SpeA e SpeC)
Streptococcus pyogenes

Batteriemia
• S. pyogenes è uno degli streptococchi beta-
emolitici più frequentemente isolati dalle
emocolture.
• È isolato da pazienti affetti da fascite
necrotizzante o sindrome da shock tossico.
• La mortalità è del 40%.
Streptococcus pyogenes

MALATTIE STREPTOCOCCICHE NON SUPPURATIVE:

1. FEBBRE REUMATICA ACUTA


(o reumatismo articolare acuto, RAA)

2. GLOMERULONEFRITE ACUTA (GNA)


Malattie streptococciche non suppurative:

1. Febbre reumatica acuta


• Complicazione non suppurativa associata alla faringite
streptococcica da S. pyogenes beta emolitico di Gruppo
A.
• Si hanno processi infiammatori a carico del cuore
(anche pancardite: endocardite+pericardite+miocardite),
• processi infiammatori a carico articolazioni (artralgie,
artriti deformanti a decorso migratorio), vasi sanguigni,
tessuto sottocutaneo, còrea di Sydenham (chorea
minor).
• I sierotipi coinvolti sono: M1, 3, 5, 6, 18.
Streptococcus pyogenes

Il danno cardiaco si deve a :


a) reazione autoimmune. Alcuni antigeni di Streptococcus
hanno reattività crociata con molecole presenti nel corpo
umano: in particolare gli Ab evocati dal batterio si legano
al muscolo cardiaco, a muscoli scheletrici, a muscoli
lisci, a vasi sanguigni
b) distruzione diretta da parte del germe o da un enzima
prodotto da esso,
c) produzione di TNF-α e IFN-γ da parte dei monociti
La causa primaria è una faringite o la scarlattina curata
male.
Streptococcus pyogenes

Non esistono test specifici per identificare la febbre


reumatica.
La diagnosi è su base clinica e documentata dal riscontro
di infezione da S. pyogenes β emolitico di gruppo A con:
• Isolamento colturale
• Dimostrazione dell’antigene di gruppo A
• Valutazione degli anticorpi
Anti-ASO
Anti-DNasi-B
Anti-ialuronidasi
Eritema marginato del tronco

Stenosi della valvola mitrale


Valvolite attiva: vista dall’atrio sinistro:
la valvola aortica è ispessita e mostra le cuspidi sono ispessite
vegetazioni sterili ("verrucae”) e le commessure sono fuse
Malattie streptococciche non suppurative:

2. Glomerulonefrite acuta
• Complicazione di infezione antigeni
batterici

(sia cutanea che respiratoria)


• Infiammazione acuta con edema,
ipertensione ematuria, proteinuria
• Disfunzione renale
• Si deve ad immunocomplessi che
attivano il Complemento.
Diagnosi microbiologica delle infezioni da
Streptococcus pyogenes

• campioni biologici: tamponi tonsillari, faringei.


• esame microscopico: cocchi Gram+ a catena
• Esame colturale: semina su agar-sangue (beta
emolisi)
• ricerca degli antigeni di gruppo con anticorpi
monoclonali coniugati con latex
• Test alla bacitracina
• Presenza dell’enzima L-pirrolidonil arilamidasi
(S. pyogenes: +)
• Ricerca degli anticorpi
(TAOS: titolo anti-O-streptochinasi,
anti-ialuronidasi)
Streptex®
Lancefield Streptococci Latex Test
Group A, B, C, D, F, and G latexes

Test alla bacitracina

Test di agglutinazione con anticorpi


Gruppo-specifici coniugati con lattice
Streptococcus pyogenes
PREVENZIONE, TRATTAMENTO, CONTROLLO

• Penicillina (nessuna segnalazione dello S. pyogenes


resistente alla penicillina e più in generale ai beta-lattamici)
• In pazienti allergici alla penicillina: eritromicina,
cefalosporina. Resistenza dello S.pyogenes ai macrolidi
del 40%.
• Terapia: almeno 10 giorni.
• Infezioni miste con stafilococchi: utilizzare anche oxacillina
o vancomicina.
• drenaggio e pulizia della ferita
• screening dei portatori
Streptococcus pneumoniae
Streptococcus pneumoniae

Diplococchi Gram+
Forma lanceolata
Capsulati (capsula polisaccaridica)
Diametro di 0,5 -1,2 micron

In agar sangue:
• alfa emolitici in aerobiosi
• beta emolitici in anaerobiosi
Fermentano zuccheri con produzione
di acido lattico.
Catalasi negativi
Antigeni di S. pneumoniae:
CAPSULA POLISACCARIDICA (classifica S. pneumoniae in 90
sierotipi)
ACIDI TEICOICI (polisaccaride C)
ricchi di galattosamina, fosfato e colina, non correlato ai gruppi di
Lancefield
Il polisaccaride C precipita una frazione di globulina sierica
(proteina C reattiva, PCR*) in presenza di calcio. La PCR è
presente a bassa concentrazione nei soggetti sani e in elevata
concentrazione in soggetti affetti da malattie infiammatorie acute.
ACIDI LIPOTEICOICI (antigene F)
può dare reazioni crociate con gli Ag di superficie di Forssman
presenti su cellule alcuni mammiferi.
Associati a FOSFORILCOLINA
* PCR: da non confondere con “polymerase chain reaction”!!!
Streptococcus pneumoniae

Patogenesi ed immunità

• Colonizzazione e migrazione
• Distruzione del tessuto
• Sopravvivenza alla fagocitosi
Colonizzazione e migrazione
• Le proteine di superficie si dividono in 3 famiglie:
• a) Proteine legate alla parete: al primo gruppo appartengono una
ialuronidasi e una neuraminidasi.

• b) Proteine che legano la colina: Le principali sono una proteina


A(PspA), che interferisce con l’attivazione del complemento e con
la captazione del ferro, una proteina C (PspC), coinvolta
nell’adesività all’epitelio delle alte vie respiratorie, e una autolisina
(Lyta), che sembra contribuire alla patogenicità, permettendo la
liberazione di altri fattori di virulenza e componenti della parete.

• c) Lipoproteine : contribuiscono sia alla colonizzazione che alla
virulenza.
Streptococcus pneumoniae
Colonizzazione e migrazione
• La IgA1-proteasi: elimina la rimozione da parte di
cellule epiteliali ciliate mediata dalle IgA secretorie
• Pneumolisina:
può distruggere
le cellule epiteliali ciliate
formando PORI
• Neuraminidasi:
scinde il muco
Streptococcus pneumoniae

Distruzione del tessuto


l’infezione provoca la mobilizzazione delle cellule
infiammatorie al sito di infezione
• Acido teicoico: attiva il Complemento per via alternativa
• Frammenti di peptidoglicano: attivano la via alternativa
• Pneumolisina: attiva la via classica
• Perossido di idrogeno: permette ai ROI di provocare
danno tissutale.
• Fosforilcolina della parete: si lega al recettore del PAF,
permettendo ai batteri di entrare nelle cellule dell’ospite.
Streptococcus pneumoniae

Sopravvivenza alla fagocitosi:


Capsula: azione antifagocitaria
Pneumolisina: sopprime l’aumento del consumo di
ossigeno (burst ossidativo) delle cellule fagocitarie.
Streptococcus pneumoniae

Epidemiologia
• Commensale della gola e del nasofaringe di persone sane.
• La trasmissione avviene attraverso goccioline di saliva e
secrezioni respiratorie.
• La comparsa di anticorpi sierotipo-specifici riduce lo stato
di portatore.
• La malattia si verifica quando i microrganismi commensali
vengono aspirati.
• Può verificarsi in seguito ad una infezione respiratoria
virale (influenza, morbillo) e altre condizioni che
interferiscono con l’eliminazione dei batteri come una
malattia cronica polmonare, alcolismo, insufficienza
cardiaca congestizia, diabete mellito e malattia renale
cronica.
EPIDEMIOLOGIA
soggetti a rischio di contrarre le infezioni da
S. pneumoniae
• Soggetti con malattie virali respiratorie antecedenti
• Soggetti che hanno condizioni che interferiscono
sulla clearance batterica del tratto respiratorio
(riflesso epiglottideo, poco muco, riflesso della
tosse)
• Bambini ed anziani con bassi livelli di anticorpi
• Soggetti con disordini ematologici
• Soggetti senza milza
• Soggetti con rene trapiantato
Streptococcus pneumoniae

Distribuzione endogena:
dall’orofaringe o dal nasofaringe si diffonde in
situazioni particolari a:
• Seni: sinusiti
• Polmoni: polmoniti
• Orecchie: otiti
• Sangue: batteriemie
• Meningi: meningiti
Streptococcus pneumoniae

Clinica
• Polmonite
• Sinusite
• Otite media
• Meningite
• Batteriemia
Streptococcus pneumoniae
Polmonite
l’infezione è contratta mediante:
- goccioline di Flügge (aerosol) o
- aspirazione di organismi endogeni orali
Barriere di difesa naturale ridotte: riflesso epiglottideo, muco,
riflesso della tosse, clearance mucociliare.
Periodo d’incubazione 1 - 3 giorni
Febbre elevata 39-41°C.
Tosse produttiva con sputo tinto di sangue
Dolore toracico (infiammazione pleurica).
Poiché la malattia è associata ad una aspirazione, è localizzata ai
lobi inferiori dei polmoni (polmonite lobare).
Dopo terapia appropriata: guarigione dopo 2 - 3 settimane.
Mortalità del 5%. Aumenta in pazienti anziani o con fattori di
rischio.
Streptococcus pneumoniae

Polmonite
Soggetti a rischio:
• Alcolisti
• Pazienti con disturbi cardiaci
• Pazienti con diabete mellito
• Pazienti con disturbi renali cronici
Streptococcus pneumoniae
Sinusite:
• Infezioni acute dei seni paranasali e
dell’orecchio. La malattia è una
sovrapposizione ad una infezione virale
del tratto respiratorio superiore, dopo che
i PMN infiltrano ed ostruiscono i seni ed il
canale dell’orecchio.
Otite:
• infezione dell’orecchio medio (otite
media) viene riscontrata nei giovani,
mentre la sinusite si verifica in pazienti di
tutte le età.
Sinusite: seno etmoidale
sinusite

otite
Streptococcus pneumoniae

Meningite
• Da una batteriemia può originare una infezione del SNC.
• Una infezione dell’orecchio o dei seni nasali, o un trauma
cranico possono provocare una comunicazione tra lo spazio
subaracnoideo ed il nasofaringe.
Batteriemia
• 25-30% con polmonite pneumococcica
• 85% in pazienti con meningiti
Endocardite
• In pazienti con danni alle valvole cardiache .
Streptococcus pneumoniae
Diagnosi
Campioni biologici:
• espettorato
• CSF
Esame microscopico: diplococchi Gram+,
lanceolati con capsula
Esame colturale: semina su agar cioccolato e su
agar sangue
Streptococcus pneumoniae

Diagnosi

Ricerca di antigeni urinari:


il polisaccaride C viene escreto
nell’urina e può essere rilevato
mediante un immunoassay
Streptococcus pneumoniae
Identificazione:
test di suscettibilità all’optochina (Taxo P)
La sensibilità e di circa 80%

test di rigonfiamento capsulare (quellung) con


anticorpi anticapsulari tipo-specifici
(Test di Neufeld)

test di solubilità alla bile - Ac + Ac

test sierologici
Identificazione
Test dell’optochina:
il cosiddetto “Taxo P”

Negativo
(Not optochin sensitive)

Positivo
(optochin sensitive =
Pneumococco)
Streptococcus pneumoniae

Terapia, profilassi e controllo


• Penicillina (in aumento le resistenze)
• Eritromicina, cefalosporine, cloramfenicolo
(meningite).
• Vaccino costituito di 23 diversi polisaccaridi
capsulari.
Streptococcus agalactiae

Appartiene al gruppo B della classificazione di


Lancefield:
Group B Streptococcus, in sigla GBS
• Agente eziologico di setticemia, polmonite e
meningite nei neonati e di malattie gravi negli adulti.
• Cocchi Gram+ (0,6 -1,2 micron) a catenelle.
• Colonie beta emolitiche o non-emolitiche
Streptococcus agalactiae

Produzione di diversi enzimi come:


• DNasi
• Ialuronidasi
• Neuraminidasi
• Proteasi
• Ippurasi
• Emolisine
Streptococcus agalactiae
I ceppi di S. agalactiae possono essere suddivisi in base a 3
marker sierologici:
1) L’antigene B o antigene polisaccaridico della parete
gruppo-specifico (Lancefield; composto da ramnosio, NAG e
galattoso)
2) Polisaccaridi capsulari tipo-specifici
(9 varianti sierotipiche: Ia, Ib, II-VIII).
3) La proteina di superficie, detta antigene C.

I sierotipi sono importanti come marcatori epidemiologici.


I sierotipi Ia, III, V sono associati a colonizzazione e malattia.
Streptococcus agalactiae

Patogenesi e immunità
Gli Anticorpi che si sviluppano nei confronti degli antigeni
capsulari tipo-specifici di GBS sono protettivi, è ciò
spiega in parte la predilezione di questi batteri per i
neonati.
La colonizzazione genitale con GBS è stata associata
con alto rischio di nascita prematura.
I neonati prematuri che hanno bassi livelli di Ab materni
tipo-specifici sono ad alto rischio d’infezione.
Neonati con bassi livelli di attività del Complemento
sono più suscettibili ad infezione sistemica.
Streptococcus agalactiae - Epidemiologia

Commensali intestinali e del tratto genito-urinario:


nel 10 - 30% delle donne fa parte della popolazione
microbica residente nella vagina.
I sierotipi associati a malattia neonatale sono: Ia, III, V
nell’adulto: Ia e V
Streptococcus agalactiae
Malattia ad esordio precoce:
E’ acquisita in utero (verticale) e si manifesta nei primi
7 giorni di vita (anche <24 ore).
Caratterizzata da batteriemia, polmonite e polmonite.
Il 60% dei neonati colpiti presenta: basso peso corporeo,
cecità, ritardi mentali, sordità.

Malattia ad esordio tardivo:


Viene acquisita da una fonte esogena (dalla madre o un
altro neonato).
Caratterizzata da batteriemia seguita da meningite.
Per entrambe a mortalità in Europa è del 5-20%
PREVENZIONE DELLE INFEZIONI NEONATALI
dal 1996 il Centre for Disease Control (CDC) raccomanda
l’applicazione di una delle due strategie di prevenzione
dell’infezione neonatale da GBS:
- la SCREENING STRATEGY basata su un test di screening
colturale eseguito su tampone vagino-rettale tra la 35a e la
37a settimana di gestazione, associato alla valutazione dei
fattori di rischio;

- la RISK FACTOR STRATEGY basata sui fattori di rischio come:


· Precedente neonato nato con infezione da SGB
· Parto pretermine (< a 37 settimane di gestazione)
· Rottura prolungata delle membrane (> 18 ore)
· Iperpiressia in travaglio (Temp. > 38°C)
PREVENZIONE DELLE INFEZIONI NEONATALI da
Streptococcus agalactiae

PROFILASSI

AMPICILLINA + SULBACTAM

IN SOGGETTI ALLERGICI: CLINDAMICINA

LA PROFILASSI ANTIBIOTICA VIENE EFFETTUATA


4 ORE PRIMA DEL PARTO.
Streptococcus agalactiae
Infezioni in donne gravide:
Infezioni del tratto urinario si verificano in donne durante
e subito dopo la gravidanza.
La prognosi è eccellente per coloro che ricevono una
terapia appropriata.
Infezioni in uomini e donne non gravide:
Si verificano intorno ai 50 -70 anni e presentano
condizioni generali di debilitazione.
Sintomi sono: batteriemia, polmonite, infezioni
osteoarticolari, infezione della pelle e dei tessuti molli.
La mortalità è molto alta (15 - 32%).
Streptococcus agalactiae
Diagnosi
(tampone vaginale e rettale)
Esame colturale: semina su agar sangue
(beta emolisi)
Identificazione: ricerca degli antigeni gruppo-
specifici del carboidrato C di Lancefield
con anticorpi monoclonali (Streptex®:
gruppo B)

CAMP test (da Christie, Atkins, Munch,


Petersen: sinergia tra emolisi di S. aureus
e GBS)

Test di idrolisi dell’ippurato


Streptococcus agalactiae

PREVENZIONE, TRATTAMENTO, CONTROLLO

• Penicillina G ma a dosaggio 10 volte superiore


alla MIC richiesta per S. pyogenes
• Penicillina G + aminoglicoside
• Eritromicina e vancomicina in pz allergici alla
penicillina.
• Eritromicina + aminoglicoside o tetracicline
• Terapia intrapartum (CDC USA)
• Siero immune somministrato a bambini ad alto rischio
ha ridotto la morbidità e la mortalità
Genere Enterococcus
Enterococchi
Fino al 1984 erano considerati Streptococchi di gruppo D
• cocchi Gram+, catalasi negativi.
• le specie più comuni sono: E. faecalis, E. faecium
• anaerobi facoltativi, T°ottimale di 35°C.
• crescono su agar sangue con colonie alfa emolitiche,
beta emolitiche o non emolitiche.
• crescono in presenza di NaCl al 6,5%, tollerano i sali biliari
al 40% e possono idrolizzare l’esculina.
• altri test d’identificazione sono: reazioni di fermentazione,
idrolisi di pirrolidonil-beta-naftilammide (PYR), motilità,
produzione di pigmento.
Enterococchi
Patogenesi

microrganismi commensali

Fattori di virulenza: la sostanza aggregante e le


adesine carboidratiche (fattori di colonizzazione)

Fattori secreti: citolisina, feromone, gelatinasi,


beta-lattamasi.
Enterococchi

Responsabili di:
• Infezioni del tratto urinario
• Infezioni biliari
• Batteriemia
• Infezioni di ferite
• Infezioni ospedaliere
Enterococchi

Epidemiologia
• Batteri enterici che si trovano comunemente
nelle feci dell’uomo e di molti animali.
• Intestino crasso e tratto genitourinario.
• La maggior parte delle infezioni umane deriva
dalla flora intestinale del paziente, sebbene i
germi possono essere trasmessi da paziente a
paziente o acquisiti attraverso cibo o acqua
contaminati.
Enterococchi
Epidemiologia
• Possono causare infezioni letali in soggetti
immunodepressi.
• Sono una delle principali cause di infezioni
ospedaliere, responsabili del 10% di tutte le
infezioni.
• Il tratto urinario ed il torrente circolatorio sono i siti
più comunemente interessati.
• Le infezioni si hanno in pazienti che hanno cateteri
urinari e intravascolari, in pazienti sottoposti a
terapia ad ampio spettro.
Enterococchi
Diagnosi
• Crescita in agar sangue e agar cioccolato.
• Test biochimici: resistono all’optochina, non sono
solubili alla bile, producono pigmenti e sono mobili.

Terapia, profilassi e controllo


• Ampicillina, vancomicina + amminoglicoside.
• Resistenza a questi antibiotici di natura plasmidica.
• Isolamento di pazienti infetti, l’uso di grembiuli e guanti
quando si è a contatto con i pazienti.
Enterococchi
Resistenza alla Vancomicina
• Primo caso di VRE (vancomycin-resistant enterococci)
riportato nel 1980
• la prevalenza è aumentata 34 volte dall’89 al 93 (nelle
Unità di Terapia Intensiva).
• Recentemente epidemie di VRE si hanno nei reparti
d’oncologia, chirurgia intra-addominale e trapianti.
Fattori associati con la colonizzazione o infezione con VRE:
• Cateteri urinari
• Prolungata degenza ospedaliera
• Uso di antibiotici multipli.
Enterococchi
Meccanismi di resistenza
• Produzione di beta-lattamasi
• La Vancomicina si lega al dipeptide che è incorporato nel
peptidoglicano che blocca la sintesi della parete cellulare.

• I batteri resistenti sintetizzano dipeptidi alternativi a quelli


legati dalla vancomicina.
- Isolati Van A (alto livello di resistenza alla vancomicina;
(MIC > 64 µg/mL).
- isolati Van B (livelli di resistenza variabile (MIC compresa
tra 4 e 1000 µg/mL).
Enterococchi

Combinazioni di trattamento
• ampicillina / gentamicina (sinergismo)
• ampicillina / imipenem / vancomicina (sinergismo)
• ampicillina e ciprofloxacina
• per il trattamento del fenotipo van b: teicoplanina.
• sparfloxacina / clinafloxacina +/- gentamicina
• streptogramina (quinupristin /dalfopristin = Synercid
(poco efficace contro E. faecalis).
• Linezolid: efficace sia su E. faecium che su E. faecalis.
Streptococchi viridanti
Streptococcus mutans
“ “ salivarius
“ “ milleri
“ “ oralis
“ “ sanguis
alfa emolitici su agar-sangue, vivono nell’orofaringe

Habitat e trasmissione:
Commensali del cavo orale rappresentano 1/4 della flora
coltivabile della placca sopragengivale e
sottogengivale, e 1/2 della flora isolata dalla lingua e
saliva.
Sono trasmessi dalla madre per via verticale.
Streptococchi viridanti

Responsabili di endocarditi infettive


dovute all’entrata dei germi nel torrente
circolatorio durante gli interventi
chirurgici (estrazione di un dente) o,
addirittura, durante lo spazzolamento dei
denti (quando manca la copertura
antibiotica).
Streptococchi viridanti

• Cocchi Gram+ a catena, alfa emolitici catalasi -


• Non vengono inibiti dalla bile e dalla optochina a
differenza dei pneumococchi.

Patogenicità
• Responsabili della carie
• producono polisaccaridi extracellulari.
• Il 60% dell’endocarditi sono causate da questi germi
• Endocarditi: danno alle valvole cardiache.
Streptococchi viridanti

Streptococcus mutans
• 6 differenti specie, 8 sierotipi da a ad h
• Streptococcus mutans ha sierotipi c, e, f
Streptococcus sobrinus ha i sierotipi d, g
• Il sierotipo c è quello più diffuso
• Produce polisaccaridi extracellulari dal saccarosio.
E’ presente in grossa quantità nelle lesioni cariose.
• Produce acidi (pH 5): il pH è critico per la lesione
cariosa.

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